Pablo Neruda: Alvarado

1 commento

Alvarado, con artigli e coltelli,
piombò sulle capanne, distrusse
il patrimonio degli orefici,
rapì alla tribù la rosa nuziale,
aggredì razze, poderi, religioni,
fu il ricco forziere di tutti i predoni,
fu il falco clandestino della morte.
Verso il gran fiume verde, il Papaloapan,
Fiume delle Farfalle, andò più tardi e portò sempre sangue il suo stendardo.
 
L’austero fiume vide i suoi figli
morire o sopravvivere schiavi,
vide bruciare, nei fuochi accanto all’acqua,
razza e prigione, teste giovanili.
Ma i patimenti non finirono
quando egli volse il passo indurito
verso nuove regioni.
  1. avatar
    Antonio di Gennaro ha detto:

    Cara Annalisa,
    quello che ha fatto l’uomo bianco e, soprattutto, l’uomo “cristiano”(cristiano, per suo comodo)contro le popolazioni indigene delle Americhe, ma che ha fatto contro i popopoli africani ed anche in Asia ( in vari modo e forme e sta continuando a fare) è ignobile e tremendo e mai basterà la storia del mondo per cancellarlo. Utilizzare, come fa appunto ancora adesso, l’arma della morale cristiana da esportare per portare sterminio e morte è cosa veramente ignobile.Dove le mettiamo le crociate? Ma sembra che dopo i movimenti degli anni sessanta e settanta, nessuno più, qui in Europa, si occupi delle tragedie terzomondiste!

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