Città del Messico, 2 ottobre 1968. Il massacro di Tlatelolco
Sono corpi, signore…
(un soldato al giornalista José Antonio del Campo, di El Día)
Tlatelolco 68
Jaime Sabines
1.
Nessuno conosce il numero esatto dei morti,
nemmeno si conoscono gli assassini,
nemmeno il criminale.
(Sicuramente già ha raggiunto la storia
quest’uomo piccolo in ogni sua parte,
incapace di tutto meno che del rancore.)
Tlatelolco sarà ricordato negli anni a venire
come oggi parliamo del Rio Blanco e Cananea,
ma questo fu ancora peggio,
qui hanno ucciso il popolo:
non erano operai barricati in sciopero, erano donne e bambini, studenti,
giovani quindicenni,
una ragazza che andava al cinema,
una creatura nel ventre di sua madre,
spazzati via, con precisione crivellati di colpi
dalle mitraglie dell’Ordine e della Giustizia Sociale.
Al terzo giorno, l’esercito esra la vittima dei
malvagi,
e il popolo si apprestava esultante
a celebrare le Olimpiadi, che avrebbero dato gloria al Messico.
2.
Il crimine è lì,
protetto dalle pagine dei giornali,
dalle televisioni, dalle radio, dalle bandiere olimpiche.
L’aria densa, immobile,
il terrore, l’infamia.
Intorno le voci, il passaggio, la vita.
E il crimine è lì.
3.
Bisognerebbe lavare non solo il pavimento:la memoria.
Bisognerebbe strappare gli occhi a quello che abbiamo visto.
assassinare anche i parenti,
così che nessuno pianga, che non ci siano più testimoni.
Ma il sangue genera radici
e cresce come un albero nel tempo.
Il sangue nel cemento, nei muri,
su un’edera: ci schizza,
ci bagna di vergogna, di vergogna, di vergogna.
Le bocche dei morti ci sputano
un eterno sangue fermo.
4.
Spereremo nella cattiva memoria della gente,
ordineremo le spoglie,
perdoneremo i sopravvissuti,
libereremo i prigionieri,
saremo generosi, magnanimi e prudenti.
Ci hanno inculcato strane idee come con una trasfusione.
ma instauriamo la pace,
consolidiamo le istituzioni;
i commercianti sono con noi,
i banchieri, i politici messicani autentici,
le scuole private,
le persone rispettabili.
Abbiamo distrutto la congiura,
aumentiamo il nostro potere:
non cadremo più dal letto
perchè faremo dei bei sogni.
Abbiamo Segretari di Stato capaci
di trasformare la merda in essenze aromatiche,
deputati e senatori alchimisti,
leader infallibili, divertentissimi,
una frotta di maledetti spirituali
inalberando gagliardamente la nostra bandiera.
Qui non è successo niente.
Inizia il nostro regno.
5.
Sui tavoli dell’obitorio ci sono i cadaveri.
Seminudi, freddi, sforacchiati,
alcuni con il volto di un morto.
Fuori la gente si accalca, si spazientisce,
spera di non trovare il suo:
“lo vada a cercare da un altra parte”.
6.
La gioventù è l’argomento
centrale della Rivoluzione.
Il Governo sponsorizza gli eroi.
Il peso messicano è stabile
e lo sviluppo del paese è in aumento.
Continuano le vignette umoristiche e i banditi in televisione.
Abbiamo dimostrato al mondo che siamo capaci,
rispettosi, ospitali, sensibili
(che meravigliose Olimpiadi!),
e ora continueremo con la Metro
perchè il progresso non può arrestarsi.
Le donne, in rosa,
gli uomini in azzurro cielo,
sfilano i messicani nella gloriosa unità
che costruisce la patria dei nostri sogni.
(Traduzione di Annalisa Melandri)
Tlatelolco oggi, Plaza de las tres culturas
Fotografia Monique Camus
…
Immagine d’apertura e testimonianza tratta da La noche de Tlatelolco di Elena Poniatowska
Dedico ese post a todos mis amigos méxicanos porqué México necesita de ellos ahora todavía más.
Ellos me hacen creer que un mundo mejor es posible.
Un abrazo solidario a ustedes.
grazie ad annalisa melandri per aver tradotto con tatto questa scrittura esemplare, terrificante che lascia sapori amarissimi e anche un grazie all’amica monique camus per la foto .. con stima immensa
roberto
AMIGA:
39 años parecen pocos, pero bajo las balas y los escombros son muchos…La masacre de Tlateloco, es nuestra verguenza nacional…los que tenemos memoria nunca olvidaremos y perdonaremos aquel dos de octubre…hoy en diferentes ciudades de México marchamos tomados de la mano, unidos por nuestros muertos y restregándole en la cara al gobierno actual, que no se repita un acto tan represivo, sangriento y doloroso como aquel dos de octubre.
Recojo mi parte de esta dedicatoria y conmovida por tu solidaridad para nuestro pueblo. Ya conociste este país inmenso, grande y contrastable , yo también tengo la esperanza que un mundo mejor es posible.
Te abrazo en la nostagia, tu amiga mexicana.
Monique.
Recordamos hoy las atrocidades de aquel doloroso Tlatelolco, de aquella ensangrentada plaza de las tres culturas… causadas por un gobierno fascista, intolerante y represor, de mano dura pues, como el del presente presidente espurio pero “legalizado”. Y por aquel recuerdo y la exigencia a no repetirlo, sumémonos al reclamo popular… desde “abajo” pues.
Recordamos hoy a aquellos hermanos mexicanos que ya no contamos entre nosotros, solo porque sus gritos incomodaban al “de arriba” y se encuentre en nuestras gargantas el renacer de aquellos reclamos que el poderoso quiso callar.
Grazie Annalisa di essere passata a trovarmi! ti mando un forte abbraccio.
ciao!