Aggiornamento sullo sciopero della fame nel carcere di Angol — giovane studente mapuche ucciso dalla polizia
Sono trascorsi più di 80 giorni dal 10 ottobre quando i prigionieri politici mapuche:
Jaime Marileo Saravia,
Patricia Troncoso Robles,
Juan Millalen Milla,
Héctor Llaitul Carrilanca,
José Huenchunao Mariñan
nel carcere di Angol iniziarono lo sciopero della fame a oltranza.
A questa azione si sono uniti il Lonco Iván Llanquileo nel carcere di El Manzano e Waikilaf Cadin Calfunao nel carcere di massima sicurezza di Santiago.
Il 9 novembre 2007, è stato scarcerato Iván Llanquileo. I giudici avevano preso atto della totale assenza di prove per i reati a suo carico, ma nel dubbio gli sono state applicate alcune misure cautelative tra cui la libertà vigilata.
Nella settimana precedente il Natale, i prigionieri, in accordo, hanno deciso la sospensione dello sciopero per tre di essi.
Proseguono lo sciopero della fame:
Patricia Troncoso, internata nell’Unità di Trattamento Intensivo dell’Ospedale di Angol, — Héctor Llaitul e Waikilaf Cadin — prigioniero nel Carcere di Massima Sicurezza nonostante abbia scontato la condanna.
Chiedono la libertà di tutti i loro fratelli e la fine della repressione verso le comunità.
La notte del 24 dicembre, Patricia Troncoso ha indirizzato una e-mail a tutti i familiari dei prigionieri politici mapuche in cui è scritto:
“ Se la mia morte servirà per la libertà dei miei fratelli, io non voglio desistere”.
Intanto un altro biglietto di Natale viaggiava in Internet la notte del 24 dicembre, partito dal palazzo della Moneda di Santiago e diretto a tutti i cileni all’estero. L’immagine rappresentava un presepe mapuche, la scritta diceva: Chile Somos Todos e la firma era quella della Bachelet.
Da Angol, Pamela Pessoa, moglie di Héctor Llaitul, a proposito di questa cartolina ha detto “che è una offesa al Popolo mapuche, utilizzare la sue immagini in questa circostanza, è cosa di enorme cinismo”.
Le condizioni fisiche di Patricia Troncoso sono estremamente gravi, ma lei non intende desistere, consapevole delle gravi conseguenze sulla sua salute In queste drammatiche condizioni Patricia Troncoso ha inviato un comunicato “a tutti gli uomini e donne che lottano infaticabilmente per la giustizia”. Con forza e lucità, rivolgendosi in particolare alla Bachelet, accusa il governo e il ceto politico cileno di perseguitare crudelmente il popolo mapuche e di essere degli strumenti nelle mani delle multinazionali. Prosegue con un’ analisi sulle condizioni della classe lavoratrice cilena.
Nell’ultimo mese, in Cile si sono intensificate le manifestazioni di solidarietà con i prigionieri politici mapuche.
Lettere di protesta indirizzate alla Bachelet sono state inviate anche da ex – prigionieri politici della dittatura militare in Cile in seguito al golpe del 1973.
La notte di Natale nella cattedrale di Concepción 15 attivisti hanno interrotto l’omelia del vescovo per chiedere la liberazione dei prigionieri politici mapuche.
La repressione non si è fatta attendere.
Sono stati incarcerati anche alcuni “mache”, personalità spirituali mapuche.
José Galvarino Lepicheo Machacan un adolescentte di 16 anni, della provincia di Arauco, permane in prigione preventiva. E’ stato fotografato nei pressi di una manifestazione per la rivendicazione delle terre. Prima che si arriverà al processo passeranno almeno sei mesi.
Sul caso dei prigionieri politici mapuche gli organi di stampa cileni rimangono in silenzio, o viene applicata la censura come è accaduto per una trasmissione televisiva di Chilevision.
Il gruppo musicale Wechekeche ñi Trawün (Unione di giovani) registrò una canzone, richiesta per la chiusura del programma “El Diario de EVA” sul il vissuto dei giovani mapuche urbani. Si trattava di un mix con le canzoni “Mapuche los magos de la tierra”, e “Resistencia” e a proposito dello sciopero della fame inclusero una nuova frase “Liberar…liberar al mapuche por luchar, a nuestros hermanos que en huelga de hambre están y que el Estado chileno no ha querido escuchar… Liberar…liberar al mapuche por luchar.”, per terminare con la parte finale della canzone “Leftaro” (Lautaro). Il programma fu registrato, ma il giorno della trasmissione furono presentate le canzoni di tutti gli altri gruppi giovanili e gli Wechekeche ñi Trawún furono rimpiazzati da un altro gruppo.
Comunichiamo che Héctor Llaitul Carrilanca ha interrotto il 30 dicembre lo sciopero della fame, dopo 81 giorni senza ingerire nessun alimento (lo sciopero della fame più lungo nella storia del Cile) rispondendo alle richieste di aprenti ed amici e preservando integra la sua salute per le battaglie a venire.
Intanto è notizia di questi giorni che uno studente mapuche, Matías Catriléo di 23 anni è stato ucciso dalla polizia cilena nel sud del paese nel corso di una manifestazione pacifica volta all’occupazione simbolica di un terreno nel fundo Santa Margherita.
La polizia cercando di disperdere i manifestanti, circa una ventina, avrebbe fatto fuoco ad altezza d’uomo, colpendo alle spalle il giovane.
I compagni del giovane si sono rifiutati di consegnare il corpo del ragazzo ai carabinieri e lo avrebbero fatto soltanto dopo l’arrivo dei rappresentanti degli organismi internazionali.
Mentre si va facendo sempre più dura la repressione della polizia cilena contro la comunità mapuche, il lungo sciopero della fame di Patricia Troncoso nel carcere di Angol rischia di trasformarsi in un omicidio di stato, che sembra destare preoccupazione più nella comunità internazionale che nelle istituzioni del suo paese.
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Con la collaborazione di
Wenuykan Amicizia col Popolo Mapuche
Sede principale a Como
wenuykangmailcom (wenuykangmailcom)
Si ringrazia altresì tutto lo staff di Radio Onda Rossa e particolarmente Salvatore per lo spazio che dedicano con impegno e costanza alla causa del popolo Mapuche.
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Mapuche: la lunga strada dei diritti di Maurizio Campisi
Jorge Luchsinger, proprietario di 280 chilometri quadrati di terra a qualche decina di chilometri a nord di Temuco (e rivendicate dai mapuche), pinochetista e simpatizzante per Udi, così si è espresso: “L’indio non ha mai lavorato in vita sua. E’ un predatore, vive di quello che gli dà la natura, non ha capacità intellettuale, non ha volontà, non ha mezzi economici. Non ha niente”. Carino, no?
Grazie G. Jorge Luchsinger, di origini tedesche, è il “proprietario” delle terre che stavano occupando pacificamente i mapuche quando è stato ucciso il giovane Matías.
Ciao.
Sai che in un paese di origine italiana che si chiama Capitan Pastene, in Araucania, si e realizzato un formidabile modello di integrazione con i mapuche? Una specie di sincretismo modenese-mapuche, tanto incredibile a dirlo quanto assolutamente reale e ben riuscito. Un saluto anche a te.
la situazione dei mapuches è fuori da ogni realtà ed il governo cileno si sta macchiando di un crimine orrendo facendo ritornare alla mente vecchie immagini.la cosa sconcertante è il silenzio assenzo della Bachelet,donna che ha subito SULLA SUA PELLE l’arresto politico,la detenzione,le torture,ha visto suo padre morire.straziante è la lettera che Patricia ha inviato alla presidente.la strage degli indios nel cono sud non è ancora finita un secolo dopo lo sterminio degli Ona in patagonia ri