Il Tribunale Permanente dei Popoli contro le multinazionali in Colombia
Ascolta l’intervista di Cecilia Rinaldini a Adolfo Pérez Esquivel al GR1.
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Il premio Nobel per la Pace, Adolfo Pérez Esquivel, presiederà a Bogotà il prossimo 23 luglio l’ultima udienza del Tribunale Permanente dei Popoli, sezione Colombia.
Verranno emesse in questa udienza finale le condanne a carico delle multinazionali straniere e delle imprese nazionali colombiane che hanno commesso violazioni dei diritti umani e crimini contro l’umanità verso tutte le popolazioni indigene e verso le comunità di contadini che si trovano nei territori dove queste operano e lavorano.
Il processo, iniziato a Berna due anni fa, conclude questa sua prima fase di indagine nella quale sono stati esaminati gli impatti delle politiche delle multinazionali sui territori e sulle comunità particolarmente nelle zone in cui maggiore è la loro attività e cioè quelle più ricche di risorse petrolifere e minerarie.
Sono state tenute davanti alla sezione Colombia del Tribunale Permanente dei Popoli 17 udienze preliminari nazionali e internazionali e sei udienze specifiche relative a questi settori: agroalimentario, petrolifero, minerario, della biodiversità, dei servizi pubblici e dei crimini contro le comunità indigene.
Le multinazionali accusate sono la Coca Cola, Nestlé, Chiquita Brands, BP, OXI, Repsol, Drummond, Cemex, Holcim, Muriel, Glencore-Xtrata, Anglo American, Bhp Billington, Anglo Gold, Monsanto, Smurfit Kapa – Cartón de Colombia, Multifruits S.A. – Delmonte, Pizano S.A e la sua filialel Maderas del Darién, Urapalma S.A, Dyncorp; Unión Fenosa, Aguas de Barcelona, Canal Isabel II, Endesa, Telefónica y TQ3, nonché i governi dei paesi dove queste aziende hanno sede e il governo colombiano per aver permesso lo sfruttamento delle sue ricchezze e per essere stato complice silenzioso nei crimini che tali multinazionali hanno compiuto nel corso di questi anni contro il suo popolo.
Alcune di esse, avvalendosi infatti dell’appoggio di gruppi armati vincolati in maniera piu o meno evidente con lo Stato hanno commesso crimini che vanno dallo sfollamento di intere comunità., agli omicidi contro dirigenti sindacali ed attivisti politici, alla sparizione forzata.
Particolarmente grave è la situazione dei lavoratori della Nestlè, denuncia il sindicato Sinaltrainal.
Dal 1996 al 2007 undici operai di questo gruppo sono stati uccisi, altri sono stati espulsi dalle loro terre ed altri ancora sono stati costretti costretti all’esilio per le minacce ricevute.
La stessa Nestlè è stata investita da uno scandalo circa un mese fa quando nel corso della trasmissione “Temps present” della televisione svizzera venne diffusa la notizia che la multinazionale, servendosi di una società di sicurezza privata, la Securitas, aveva spiato per più di un anno il lavoro del gruppo Attac, i cui militanti stavano scrivendo un libro dal titolo “Attac contro l’impero Nestlè”.
Almeno una infiltrata della Securitas partecipò alle riunioni del gruppo Attac e alla stesura del libro, tenendo accesso a informazioni strettamente riservate e importanti e potendo relazionare su di esse la dirigenza della società, che informò prontamente i vertici della multinazionale. Queste informazioni riguardavano tra l’altro nomi e indirizzi ddi membri del sindacato colombiano, dal momento che uno dei capitoli particolarmente importanti del libro era dedicato proprio alle violazioni dei diritti umani in Colombia commesse da parte del gruppo Nestlè.
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Grazie per l’impegno profuso nel tenerci aggiornati su questi eventi nefandi in terra colombiana.
Spero che anche la Colombia, come hanno fatto tanti stati latinoamericani si svegli e stacchi il cordone ombelicale che la lega come un cancro alla “democratica America”.
Que viva Colombia