La liberazione di Ingrid Betancourt o il coniglio dal cilindro di Uribe?
E’ la grande notizia. Forse la notizia più attesa degli ultimi tempi.
Quella che dall’Europa all’America da tempo avremmo voluto ricevere. Ingrid Betancourt, 46 anni, di cui gli ultimi sei trascorsi nella foresta nelle mani della guerriglia colombiana delle FARC è stata liberata insieme a tre cittadini americani (tre “contractors” accusati dalla guerriglia di essere al soldo della Cia) e a 11 colombiani membri dell’Esercito e della Polizia.
Le ultime notizie che avevamo di lei, pochi mesi fa, la davano quasi in fin di vita. Probabilmente le sue condizioni non erano così gravi, certo è che le sue immagini e le sue parole giunte fino a noi sotto forma di una missiva riservata inviata alla madre e poi invece fatta circolare su tutti i giornali e pubblicata anche sotto forma di libro, testimoniavano di una donna visibilmente provata nel fisico e nell’animo da anni di prigionia in condizioni difficili.
Si è già ricongiunta ai suoi familiari, ai figli, al marito, alla madre e alla sorella, che con fiducia e speranza ammirevoli le sono stati vicini in tutto questo tempo, che hanno sempre parlato in nome e per conto di Ingrid, madre, sorella, figlia e moglie, ma anche in nome e per conto di tutti gli altri ostaggi, spesso dimenticati dai media, e in nome e per conto di un popolo, quello colombiano che non merita di vivere un conflitto così lungo e violento sulla propria pelle. Familiari che pur nella tragedia della situazione, anche in momenti particolarmente drammatici, hanno sempre dovuto con dignità e umiltà mediare tra le intemperanze di Uribe che premeva per mettere a ferro e fuoco la selva per liberarla e dimostrare così il successo della sua politica del “pugno duro” e la guerriglia, per la quale non hanno mai, nonostante il dolore che ha inflitto loro con il sequestro, avuto parole dure.
Probabilmente hanno saputo soltanto al momento di ricevere la notizia della liberazione di Ingrid, del blitz che le forze armate colombiane stavano preparando da tempo, loro che si sono sempre opposti, perchè considerati troppo rischiosi per la vita degli ostaggi, ai progetti di “rescate a sangre y fuego”, riscatti a sangue e fuoco, tanto cari al presidente colombiano.
Il blitz – Stranezze e coincidenze sospette
“Operazione Scacco” è stata chiamata l’operazione. E a giudicare dal nome il suo successo era scontato. Come mai? “L’operazione Scacco” non è stata un’operazione militare nel senso stretto del termine, piuttosto una vera e propria operazione di intelligence risolta senza nemmeno sparare un solo colpo. Perfetta, forse anche troppo. Proprio la perfezione dei dettagli con i quali è stata portata a termine potrebbe nascondere dei risvolti. Si sa che in Colombia erano da giorni presenti due europei, l’ex console francese a Bogotá Noël Sáenz e il diplomatico svizzero Jean-Pierre Gontard. Avevano avuto perfino l’ autorizzazione dal governo colombiano per intraprendere trattative con i nuovi vertici della guerriglia, dopo la promessa che era stata fatta della liberazione di 40 ostaggi tra i quali Ingrid Betancourt e i tre americani. Probabilmente, ma è ovvio che al momento si tratta solo di supposizioni, gli ostaggi erano pronti per essere già liberati e qui la facilità con la quale il capo dei carcerieri sarebbe stato convinto ad accettare il trasferimento in elicottero o si è invece trattato di una liberazione già in atto con l’intervento dell’esercito nelle ultime fasi per farla passare come esclusivo successo governativo.
Il ministro della difesa Manuel Santos nella conferenza stampa di ieri, descrivendone i dettagli rende noto invece che l’operazione era stata studiata e programmata già da molto tempo e che per poterla mettere in atto è stato necessario l’utilizzo di soldati infiltrati nel campo dove erano tenuti in ostaggio i prigionieri. Questi sono riusciti a convincere Gerardo Antonio Aguilar, alias “Cesar” il capo dei carcerieri di Ingrid e degli altri prigionieri liberati, dell’opportunità di trasferire gli ostaggi in un elicottero messo a disposizione da un’ associazione umanitaria, fino al luogo dove si sarebbero dovuti incontrare con Alfonso Cano, il nuovo leader delle Farc succeduto a Manuel Marulanda alla sua morte, avvenuta probabilmente per cause naturali qualche tempo fa. L’elicottero, opportunamente modificato, era invece un velivolo dell’esercito, e soltanto una volta in volo il comandante “Cesar” è stato neutralizzato e ai prigionieri data la notizia della loro liberazione. Senza spargimenti di sangue, senza mettere a rischio la vita degli ostaggi. Ingrid Betancourt stessa, nella sua prima conferenza stampa la definisce “un’operazione impeccabile” paragonandola a quelle israeliane ben note per precisione e successo. Un’operazione che sebbene il ministro della difesa Santos affermi sia stata condotta esclusivamente grazie all’intelligence colombiana non abbiamo difficoltà a immaginare che invece sia stata organizzata e studiata in accordo con quella statunitense e probabilmente anche con quella israeliana, che avrebbe fornito l’ avanzatissima tecnologia satellitare con la quale il luogo in cui si trovavano gli ostaggi era stato identificato già da alcune settimane. Identificazione favorita dai rilievi effettuati sulle prove in vita degli ostaggi, (alcune riprese video) sequestrate alla guerrigliera che le stava consegnando alla fine dell’anno scorso.
Un’operazione, il cui successo dimostrerebbe, se fosse vera la versione fornita, (al momento soltanto quella ufficiale) delle difficoltà organizzative e strutturali in cui si troverebbe la guerriglia colombiana, che solo nell’ultimo anno ha perso almeno quattro suoi capi.
Le Farc infatti non hanno fornito ancora nessuna versione dell’accaduto e il sito ANNCOL, considerato il più vicino al gruppo guerrigliero è nuovamente inaccessibile da circa due giorni. Stranamente.
Come sospetta sembra essere anche la presenza proprio nella giornata di ieri in Colombia del canditato statunitense McCain, il quale ha dichiarato che lo stesso Uribe lo aveva informato il giorno precedente dell’operazione che stava per svolgersi per la liberazione di Ingrid Betancourt. Nel teatrino Colombia abbiamo imparato da tempo che le coincidenze difficilmente sono causali e che la verità è un bene prezioso al servizio del miglior offerente. Probabilmente in questo caso non la sapremo mai, perchè il miglior offerente è proprio il presidente colombiano Álvaro Uribe.
Il coniglio dal cilindro di Uribe
Quel che è certo è infatti che la liberazione di Ingrid Betancourt appare in questo momento come il coniglio dal cilindro dei celebri giochi di prestigio.
La popolarità di Uribe che non era mai stata così bassa come nei giorni scorsi, con la sua seconda rielezione messa in discussione da un’accusa di corruzione alla deputata Yidis Medina che si trova ora in carcere per aver venduto il suo voto favorevole alla riforma costituzionale che ha permesso al presidente colombiano di ricandidarsi per la seconda volta, probabilmente già da oggi è in forte aumento. Intanto mentre la Corte Suprema di Giustizia e la Corte Costituzionale stavano proprio in questi giorni esaminando tutti gli atti per stabilire o meno l’illegalità della seconda rielezione di Uribe, questi, mettendosi a muso duro contro l’unico potere di fatto ancora indipendente e scevro da scandali legati alla parapolitica e cioè quello giudiziario, ha proposto niente di meno che un referendum popolare per chiamare il popolo a esprimersi sulla conferma o meno della sua rielezione del 2006. Praticamente quindi, chiamando il popolo colombiano a sostituirsi al potere giudiziario, e chiedendogli di assolverlo o meno dal reato gravissimo di aver comprato voti utili per modificare la riforma costituzionale con la quale è stata possibile la sua seconda rielezione. Operazione che ha coinvolto in prima persona anche Sabas Pretelt de la Vega, allora ministro dell’interno e adesso ambasciatore a Roma.
Oggi Uribe agli occhi del paese, ma soprattutto agli occhi della comunità internazionale da sempre silenziosa sugli scandali legati alla parapolitica che da tempo ormai lo lambiscono molto da vicino senza però colpirlo direttamente, (nel parlamento colombiano, 30 parlamentari sono attualmente in carcere e 70 sono inquisiti, tutti legati al partito della U, quello della maggioranza) è il grande salvatore di Ingrid Betancourt e questo probabilmente basta a far dimenticare il marcio sul quale poggia il suo potere e la sua carica e a rilanciare l’ipotesi, disastrosa per la libertà e per lo stato sociale del paese, della sua terza rielezione.
Ne esce vincente senza doversi prendere la briga nemmeno per un momento di affrontare questioni come lo scambio umanitario o il conflitto civile in corso nel paese, per le quali tanto si erano adoperati anche con qualche successo nei mesi scorsi il presidente venezuelano Hugo Chávez e la senatrice colombiana Piedad Cordóba. L’ostaggio eccellente ormai è stato tolto dalla selva e non sarà difficile immaginare che presto scenderà il sipario sugli altri prigionieri, tra i quali il figlio del maestro Moncayo, da 10 anni nelle mani delle FARC e su tutti i guerriglieri che sono attualmente reclusi nelle carceri colombiane, circa 500 e che si definiscono prigionieri politici in virtù del fatto che in Colombia è in corso da mezzo secolo ormai un conflitto civile. Conflitto negato sia nel paese che all’estero. Per tutti, per gli Stati Uniti in testa, ma anche per l’Unione Europea che si è sempre rifiutata di riconoscere lo stato di belligeranza alla guerriglia colombiana, i 500 guerriglieri che sono in carcere in condizioni non certo migliori di quelle in cui si trovava Ingrid nella selva, sono soltanto terroristi.
E’ facile anche immaginare che adesso veramente la foresta sarà messa a ferro e fuoco per cercare di catturare il nuovo leader Alfonso Cano e piegare definitivamente i ribelli, senza Ingrid laggiù in pericolo e senza la sua famiglia ingombrante e testarda pronta ad attaccare continuamente Uribe per i suoi tentativi di riscatto militare dei prigionieri. Con i paramilitari di supporto ancora sguinzagliati perchè mai smobilitati del tutto. Aguilas Negras adesso si fanno chiamare e non più Autodefensas Unidas. La sostanza resta la stessa. E i rischi che correranno contadini, comunità di indigeni e comuni cittadini, con la caccia al guerrigliero formalmente aperta, anche.
Ingrid, e dopo?
Al momento della sua liberazione, una delle prime dichiarazioni rilasciate da Ingrid Betancourt ieri sera è stata:” “Credo che questo sia un segnale di pace per la Colombia, possiamo ottenere la pace e abbiamo fiducia nella nostra forza militare e vorrei ringraziare ognuno dei soldati della Colombia”.
Che farà Ingrid Betancourt una volta ristabilitasi? Molte persone in Colombia e non solo, sperano che possa e voglia dedicarsi alla politica attivamente, trasformandosi in una nuova speranza per i sogni di libertà e di giustizia sociale del paese. Nel 2002 al momento del suo sequestro era candidata presidenziale. Fu rapita il 23 febbraio, il 26 maggio Uribe vinse le elezioni. Oggi lascia intendere che il suo desiderio di giustizia, di riforma sociale profonda del paese, sicuramente rafforzati dai sei anni di prigionia, sono ancora forti e vivi e potrebbero ancora concretizzarsi in una prossima candidatura. Forse quella del 2010. Quando, se non dovesse trovarsi davanti un Uribe al suo terzo mandato, l’alternativa non sarebbe migliore. E’ quasi certa la candidatura di Juan Manuel Santos, attuale ministro della difesa colombiana, in linea con la politica dura sulla sicurezza e sulla lotta alla guerriglia. Intanto al 2010 mancano ancora 2 anni, nei quali il paese dovrà affrontare ancora momenti difficili, con un esercito di ventimila persone nella foresta in bilico tra un passato di lotta e di aspettative gloriose e un futuro quanto mai incerto, una sinistra ancora in via di definizione e pesantemente sotto attacco anche dallo stesso presidente, una miriade di piccoli focolai di speranza, piccole realtà organizzate, reti e movimenti sociali poco strutturati ma in continuo fermento, che si muovono costantemente in pericolo di vita e di sopravvivenza e una classe politica al governo corrotta e pesantemente collusa con il paramilitarismo più attivo che mai. E’ questo il paese che accoglie oggi Ingrid Betancourt alla sua nuova vita, non molto diverso in fondo da quello per il quale stava lottando fino a sei anni fa.
Che cosa intendi quando – nel titolo e poi nell’articolo – scrivi di “coniglio dal cilindro di Uribe”? Sei davvero – come la metafora del prestigiatore parrebbe suggerire — convinta che Uribe avesse la possibilità di liberare Ingrid in qualunque altro momento, ma abbia scelto di farlo ora per ridar forza ad una popolarità “che non era mai stata tanto bassa”? La cosa è poco credibile, anche perché parte da almeno un presupposto completamente sbagliato. Lo scandalo della “Yidispolitica” e l’inchiesta della Corte Suprema hanno certo accelerato una crisi istituzionale già marcata dal “parascandalo” e dalla decimazione del Congresso. Ma è assolutamente falso – oggettivamente falso – che la popolarità di Uribe fosse al ribasso. Il presidente in carica non aveva, in questo senso, alcun bisogno di conigli. A dispetto dei molti scandali, infatti, la popolarità di Uribe era, al contrario – e proprio in virtù dei successi nella lotta contro le Farc — ai suoi massimi storici (già se ne è discusso in questo blog). E proprio questo è il fatto che lo ha spinto a giocare l’arma (letale in ogni regime democratico) della “democrazia plebiscitaria”. La liberazione di Ingrid è ora – è quasi superfluo sottolinearlo – destinata a moltiplicare la forza del presidente ed a rendere pressoché inevitabile la sua terza rielezione a “furor di popolo”. (segue)
Questo è, se vogliamo, il vero “lato oscuro” della notizia. Anche perché, nelle sue prime dichiarazioni – che tu non hai ascoltato, o hai ascoltato e censurato – la stessa Ingrid ha apertamente e molto eloquentemente esaltato la rielezione del presidente (la seconda che, secondo Ingrid è stato “il colpo più grave inflitto alle Farc”, ma di riflesso anche la terza). Solo tre giorni fa, riportando nientemeno che una agenzia di Anncol, tu sostenevi – in sintonia con un ridicolo articolo apparso su Giornalismo Partecipativo — che il “regime di Uribe” andava ormai in pezzi. Credo tu debba a te stessa, non dico un’autocritica, ma almeno un ripensamento. La verità è che l’uribismo, affermatosi grazie alle Farc ed all’odio popolare che le circonda Farc, si sta ora, grazie alla sconfitta delle Farc – poiché proprio questo rappresenta la Liberazione di Ingrid, il capolinea dell’organizzazione guerrigliera – sta diventando regime. Cosa terribile, su questo concordo. Terribile proprio perché avviene per consenso (consenso plebiscitario) e non – come tu sembri sostenere – in virtù di imposizioni o manipolazioni. Raccontare balle a se stessi non serve a nulla.
Io invece sono d’ accordo che la liberazione sembra più un gioco da prestigiatore.
Non so se la popolarità era nel momento piu basso ma allora Uribe doveva essere vicino al tracollo perche in questo blog si è sempre parlato quanto fosse lui tra quelli a non volere la liberazione di Ingrid. Come ha illustrato molto bene Vladdo in una vignetta di ieri, quell’elicottero non solo liberò Ingrid, ma anche Uribe.
Il blitz per strano che sembri ormai ha strapatto l’asso dalle mani delle Farc, non importa la storia che racconteranno le farc, che Uribe li ha ingannati, che sono state loro a liberarli e l‘esercito a mettere in scena un lavoro d’intelligence mai esistito, che i comandanti che hanno preso erano solo cristallini negoziatori di pace.
Speriamo bene cosa succederà con Ingrid che comunque ha già dichiarato di non essere a fatto in comunione con Uribe, nemmeno con la posizione della sua mamma (al meno con quella che Annalisa esalta di non aver mai avuto parole dure con quei criminali).
Oggi il sito di Anncol è attivo! e anticipando la versione ufficiale delle farc, ci “illumina” con una spiegazione di cosa è successo nel blitz.
Ma ormai che se ne frega sapere se le farc in assenza di un minimo di furbizia ancora una volta si sono lasciate ingannare da uribe?
E se vogliamo proprio sapere, non credo ci sia stata intelligenza israeliana oppure avanzatissima tecnologia satellitare per comprare due terroristi senza anima.
Ciao Annalisa, perché dici che la popolaritá di Uribe era in ribasso? che dati hai? A me pare che fosse invece alta come sempre (magari non sopra l’80%, ma certo non sotto il 70% — una percentuale che definirei “bulgara”). Altra cosa é dire che la Ydispolitica segnala con choarezza le pratiche clientelari del governo Uribe (e di tutti i governi precedenti): ma questo non ha niente a che vedere con la popolaritá! Saluti, Doppiafila
doppiafila… popolarità? forse intendevi il 70 % di quello che lo hanno votato, che non supera il 30% degli elettori…
Da cosa “ti pare alta?”
Mi è arrivato questa nota dalla Svizzera„ ma non ho voglia di tradurlo, tanto tutti “spagnoleggiano”:
Escasas horas antes de la llegada de Ingrid Betancourt a París, la tarde de
este viernes 4 de julio, la Radio Suiza Francesa (RSR) lanzó una nueva hipótesis sobre la liberación de la rehén colombiana. La misma pone en entredicho la versión oficial ofrecida por el Gobierno de ese país sudamericano
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Ingrid Betancourt y los otros 14 rehenes que estaban bajo control de las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (FARC) no habrían sido liberados durante una acción militar sino comprados a precio fuerte.
Tal es la tesis de una información difundida apenas pasado el mediodía del
viernes por la Radio Suiza Francesa, la principal emisora pública de la
región francófona.
La RSR, reposándose en una “fuente segura” –que colabora desde años con la
emisora– señala que “el monto de la transacción oscila en los 20 millones
de dólares”.
Según la misma radio, a la base del acuerdo se encuentra la esposa de
responsable de los rehenes detenidos.
La mujer “ha servido de intermediaria desde que fue detenida por parte de las fuerzas” militares colombianas.
Ella habría permitido abrir un canal de negociaciones con el grupo que tenía en su poder a los rehenes y obtener que su responsable, Geraldo Aguilar, cambiara de campo.
Según la emisora helvética, “al origen de la transacción, (estuvieron) los
Estados Unidos”. Tres de los quince detenidos por las FARC son “agentes del
FBI… quien los había prestado a la DEA (Agencia Federal de lucha contra el tráfico de drogas).
Para la emisora pública helvética, “la liberación, con las armas en la mano
al mejor estilo Ninja, no sería más que una mascarada (o disfraz)” mediática.
La te
La tesis desmiente también el otro argumento oficial de la “infiltración“
de la conducción de las FARC por parte de agentes militares.
Dos elementos centrales motivaron a observadores y periodistas
interrogarse sobre los sucesos que desencadenaron la liberación de los 15
rehenes.
En primer lugar, que la acción se realizará sin ningún tropiezo ni
complicación militar. Adicionalmente, que no existan imágenes completas de
la misma.
Normalmente, en situaciones similares, los operativos son detalladamente
filmados y las imágenes, ampliamente difundidas.
La RSR se interroga: “¿dado que el operativo fue exitoso porqué no ha sido
difundido ningún video sobre el mismo?”.
Interrogándose sobre las razones de este show mediático, la emisora busca
la respuesta en el interés de reforzar externamente la “línea dura oficial“
del presidente Alvaro Uribe. Y en el deseo del mismo de adaptar la
presentación del supuesto rescate a su “propia agenda política”
Hace diez días el Jede de Estado colombiano solicitó al congreso convocar
de inmediato a elecciones presidenciales anticipadas. La RSR concluye
afirmando que, en ese sentido, “el timing, el tiempo político es
perfecto”.
VEDO ORA CHE PEACE REPORTER LO HA GIA’ RILANCIATO IN ITALIANO:
Colombia — 04.7.2008
′‘Per la liberazione della Betancourt, pagati 20 milioni di dollari”
Venti milioni di dollari. Questa sarebbe la cifra del riscatto pagato per la liberazione di Ingrid Betancourt, ufficialmente liberata con un ardito blitz dell’esercito colombiano l’altro ieri.
Lo ha affermato oggi la Radio della Svizzera romanda (Rsr) citando una fonte “degna di fiducia”.
Secondo tale fonte, che in passato avrebbe fornito informazioni riservate rivelatesi giuste, un numero imprecisato di elementi e dirigenti delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, sarebbero stati “comprati” a suon di dollari. La fonte fa nomi e cognomi e chiarisce che il tramite tra Bogotà e i guerriglieri è stata la moglie del capo dei carcerieri, Geraldo Aguilar.
Secondo la radio Rsr, l’operazione militare tanto propagandata dal governo di Bogotà non sarebbe quindi altro che una messa in scena per non rovinare l’immagine intransigente del presidente colombiano Alvaro Uribe, fermamente contrario a ogni trattativa con i guerriglieri. “Visto che tutte le operazioni di successo condotte dalle forze armate colombiane sono sempre filmate da un operatore militare, come mai – si chiede la radio svizzera – di questa non vi sono immagini?”.
Doppiafila, prima di rispondere a Paolo Rossignoli, tieni presente una cosa: per lui il vero modello di popolarità è Fidel Castro. Cioè uno che vanta il 90 per cento di quelli che per mezzo secolo hanno, per legge, potuto votare solo per lui.
stai tranquillo cavallini, lo sa benissimo chi sono, lo sanno tutti, io sono alla luce del sole, non come molti “anonimi sconosciuti”
altro interessate punto di vista:
http://www.aporrea.org/ddhh/n116421.html
come detto: non c’è bisogno di avanzate tecnologie, ne di noti intellettuali per spiegarci che terroristi delle farc possono anche anteporre i soldi ai loro elevatissimi ideali di lotta…
Annalisa, ti prego, ferma l’irritabile Paolo Rossignoli prima che ricominci l’ossessiva caccia ai nickname che umilia questo blog.…Quanto a te, caro Paolo, alla luce del sole ti dico due cose. La prima: la notizia diffusa dalla radio Svizzera – che avevo già letto ieri su El Tiempo – mi pare, allo stato delle cose, altamente improbabile. Non fosse che per l’ovvia ragione che, se vera, avrebbe comportato estesissimi livelli di complicità. A cominciare, naturalmente dalla stessa Ingrid, dagli altri 14 ostaggi e dai due uomini delle Farc catturati sull’elicottero. La seconda: se con la tua osservazione sul “70 per cento di quelli che lo votano” intendevi dire che la democrazia colombiana non ha mai avuto basi di massa, hai, ovviamente, perfettamente ragione. In Colombia la gente non va a votare perché (vicenda complessa che riassumo in due parole) non c’è mai stata una vera e completa rivoluzione democratica. Nelle ultime elezioni presidenziali ha votato – e si è trattato di una percentuale alta – solo, se ben ricordo il 45 per cento degli aventi diritto (il 63 per cento dei quali ha dato il voto ad Uribe). Se invece – come temo – usi questa arcinota verità (peraltro citando cifre a vanvera) solo per negare l’evidenza – vale a dire: per negare il fatto che Uribe è popolarissimo ed è destinato a stravincere qualsivoglia contesa elettorale (anche, o forse più, in caso di alta partecipazione al voto) — fai soltanto un torto alla tua intelligenza. E ti sei pienamente meritato lo sberleffo di illo tempore (chiunque egli sia).
mc=illo tempore. Non ricominciate per favore!!!!!! Tanto per “non far torto all’intelligenza“
Quanto alla liberazione della Betancourt solamente degli stupidi o coloro a cui fanno comode le verità ufficiali possono credere a certe balle. Che le Farc siano più interessate ai dollari che alla rivoluzione mi sembra talmente evidente che negarlo è da idioti. Non fosse così o sarebbero scomparse o avrebbero liberato la Colombia. Ma la Colombia non cambierà, non interessa alle Farc, non interessa ad Uribe e chi rappresenta, soprattutto non interessa agli Usa, e non interessa a troppa gente. Cerchiamo di essere realisti e smettiamola di credere alle favole.
Caro Libertador, fino al tuo intervento ero convinto (gramscianamente convinto)che il pessimismo fosse una prova d’intelligenza. Mi devo ricredere. Non mi era mai capitato prima di leggere una cosa tanto cupamente insensata. Meglio le favole.
anche ho sempre detto che non so a che scopo si ipotizza circa l’operazione, come richiesto da molti, adesso hanno rilasciato il video.
“editado” per non rovinare la “copertura” dei soldadi coinvolti.
Altrimenti che gioco di prestigio è!
–
“la notizia diffusa dalla radio Svizzera – che avevo già letto ieri su El Tiempo”:
immagino che sia uno dei tanti quotidiani latinoamericani con quel nome… intendi quello colombiano?
Il fatto che tu alle 18.00 del 4 luglio scrivi che ieri (3 luglio) avevi letto la dichiarazione della radio svizzera francese, su “el Tiempo” ‚che sappiamo anche che è indietro di 7 ore, una notizia trasmessa nel primo pomeriggio del 4 luglio… stupefacente!!!
poi sono io che cito cifre a vanvera…
comunque ho preso la calcolatrice e fatto due conti con i tui perfetti numeri:
il 63% dei voti per Uribe del 45% dei votanti fa 28,35%… ops… ed io che ho riportato il 30%..
Caro Polo Rossignoli, lasciali vivetre nelle loro favole, non rovinargli il sogno, potrebbero svegliarsi malamente.
E’ triste dover ammettere che finchè esistono simili intelligentoni i cialtroni che dominano il mondo possono starsene tarnquilli, i loro vassalli li difendono a spada tratta senza nemmeno che glie lo chiedano.
Un saluto, torno presto.
Paolo grazie per aver postato la notizia anche in italiano, al rientro me la rileggo con calma e magari la settimana prossima si fa un punto aggiornato della situazione con le ultime notizie.
Fate i braviiii!
Mi par di capire, caro Paolo, che, sulla base d’una molto stringente logica matematica, tu sia arrivato alla conclusione (evidentemente inoppugnabile) che Uribe goda oggi d’una popolarità di poco superiore al 20 per cento (o il 70 per cento di quelli che l’hanno votato). Bravo. Adesso prova a fare la radice quadrata del tuo quoziente d’intelligenza e moltiplicalo per due. Vedrai che – facendo felice Annalisa — arriverai alla conclusione che Uribe, non solo è estremamente impopolare, ma ha già dovuto dimettersi a furor di popolo, come auspicato dall’agenzia di Anncol che Annalisa aveva tanto argutamente e tempestivamente postato alla vigilia della liberazione di Ingrid. Io invece, che con la matematica non ci prendo, continuo a credere che Uribe fosse molto popolare prima della liberazione di Ingrid e che lo sia ancor più dopo la liberazione. Di più: credo che Uribe sia pericoloso proprio perché molto popolare. E credo che questa popolarità sia, al 100 per cento, un regalo che le Farc (e gli amici delle Farc) hanno fatto alla Colombia ed al mondo. Favole, naturalmente. Uribe ed il suo regime sono ormai alla resa dei conti (ho appena letto un esilarante articolo di Latinoamerica, firmato Gennaro Carotenuto, che spiega come e perché). E, per disperazione – o meglio, nella speranza di prolungare la propria agonia — hanno dato pagato le Farc perché liberassero Ingrid. Lo dicono gli svizzeri. I quali evidentemente hanno cominciato a produrre – oltre al cioccolato ed agli orologi – anche sensazionali scoop.
P.S. per Rossignoli. Non capisco perché ti abbia tanto stizzito il fatto che io (come credo molti altri) fossi già a conoscenza della notizia-bufala diffusa dalla Radio della Svizzera Romanda. Ma se la cosa ti fa piacere la prossima volta mi fingerò sorpreso.
Scrivo dalla Colombia, sono l’unico? Qualcun altro di voi è qui? La popolarità di Uribe non è MAI calata. Chi è che mette in giro queste voci? Ma sopratutto come fate a crederci? Chiedete a un colombiano cosa ne pensa di Uribe e vi risponderà non solo che è un buon presidente ma addirittura in moltissimi casi potrebbe rispondervi “Il miglior presidente che abbiamo mai avuto”.
Ora non fatemi la parte e non prendetemi per un Uribista perchè personalmente sono italiano e mi preoccupa molto più Berlusconi di Uribe, però rendetevi conto che la popolarità di quest’uomo non è mai calata.
…P.S. per Rossignoli. Non capisco perché ti abbia tanto stizzito il fatto che io (come credo molti altri) fossi già a conoscenza della notizia-bufala diffusa dalla Radio della Svizzera Romanda…
Stizzito???.…molti altri??? Bufala!?!? strano la stessa emittente insiste con questa versione…
Libertador scrive “Quanto alla liberazione della Betancourt solamente degli stupidi o coloro a cui fanno comode le verità ufficiali possono credere a certe balle. Che le Farc siano più interessate ai dollari che alla rivoluzione mi sembra talmente evidente che negarlo è da idioti. Non fosse così o sarebbero scomparse o avrebbero liberato la Colombia. Ma la Colombia non cambierà, non interessa alle Farc, non interessa ad Uribe e chi rappresenta, soprattutto non interessa agli Usa, e non interessa a troppa gente. Cerchiamo di essere realisti e smettiamola di credere alle favole”.
Credo che sia la c osa più sensata che sia stata scritta su questo post, non a caso i soliti attaccabrighe lo hanno subito aggerdito. Quando qualcuno coglie nel segno chi è in malafede si scatena. Per fortuna che i fatti sono fatti e non idee, la verità salta sempre fuori e bvolerv far credere Uribe un eroe è veramente da demenmti.
di questa mattina, almeno in italia, (magari in Colombia è già una settimana che lo sanno) arriva la notizia da parte del governo colombiano, con tanto di video e sacchetti, del sequestro, in una fattoria vicino a Bogotà, di una grande quantità di esplosivo delle FARC-EP, esplosivo destinato ad attentati per vendicarsi dello smacco subito…
Siccome già sapevano che avrebbero subito questa “ridicola truffa”, si erano già preparati anche l’esplosivo per vendicarsi… stupefacente!!!