Cicloni e uragani, non più fenomeni atmosferici ma tragedie e fenomeni sociali
Il ciclone Hanna su Haiti
DI TORMENTE E TORMENTI
di Narciso Isa Conde — Fonte Agencia Bolivariana de Prensa
traduzione di Annalisa Melandri
Le tormente e gli uragani da secoli sono fenomeni naturali frequenti nei Caraibi e in altre regioni del mondo.. Ora però sono più frequenti, più improvvisi e più potenti che mai. Si tratta della vendetta della crosta terrestre e dell’atmosfera aggredite, depredate, saccheggiate, riscaldate, contaminate… dagli esseri umani e dai modi di produzione e distribuzione esistenti durante tutta la storia del nostro pianeta.
L’industria in genere, e il capitalismo e l’imperialismo in modo particolare, detengono i migliori e più stravaganti record in questa persistente aggressione. Hanno scatenato tutti i demoni e potenziato tutte le reazioni distruttive dell’ambiente depredato e avvelenato.
Ma questo non è l’aspetto peggiore, piuttosto lo è l’impoverimento atroce e simultaneo degli esseri umani e dell’ambiente dove vivono.
In questo piano, il neoliberalismo e la globalizzazione neoliberale hanno accelerato, acutizzato ed esteso questo drammatico impoverimento; rafforzando contemporaneamente le debolezze delle società e soprattutto di enormi masse umane spinte verso la più estrema precarietà di vita e verso le aree più povere ed ostili.
Miseria e territori ad alto rischio formano un duo indivisibile.
I poveri vengono spinti verso le zone più insicure: i letti dei fiumi in secca, lungo le sponde dei fiumi e le rive dei mari, alle pendici dei vulcani, sulle montagne disboscate, negli affossamenti, nelle zone soggette a inondazioni, ai piedi di colline e montagne erose, in terre fangose e/o desertiche…
Lì sopravvivono in baracche e capanne di legno vecchio, di zinco, di latta, di cartone, di frasche, di plastica, di mattoni di cattiva qualità; senza fondamenta stabili, con tetti e pareti fragili.
Lì vivono aspettando quel giorno o quella notte tragica, non solo a causa dei fenomeni naturali più distruttivi ma anche per gli acquazzoni, i terremoti, le mareggiate, le tormente o le piene più modeste.
A maggior impoverimento, a maggior desertificazione, a maggior razzia e saccheggio… maggior vulnerabilità e maggiori rischi.
Senza Stati che le proteggano, con governi ostili, con società egoiste e sfruttatrici, con economie privatizzate e disumanizzate.
Tormente non classiste su società classiste, con territori saccheggiati e popolazioni carenti del minimo indispensabile.
Uragani e terremoti non classisti su società classiste, piene di disuguaglianza e ingiustizie.
La minoranza capitalista, l’oligarchia capitalista, la società ricca o con elevate risorse, vive in aree sicure, in abitazioni sicure, in zone drenate, di fronte a strade asfaltate, protetta da pareti e muri resistenti, con riserve d’acqua, con fogne efficienti, con impianti elettrici sicuri, con cisterne ben costruite, su terra ferma, con veicoli potenti, con buone scuole e ospedali, con riserve alimentari, con lavoratori a servizio, con denaro in abbondanza.
Alcuni in una piccola New York e i più nei villaggi e tuguri in balia delle acque, dei venti, degli smottamenti e dei terremoti. La classe sociale intermedia in zone né così sicure, né così vulnerabili.
La disuguaglianza e la stratificazione sociale si esprimono drammaticamente anche rispetto al maggior minor o nessun rischio di fronte ai fenomeni naturali di differenti intensità.
I rischi maggiori sempre più costituiscono un a minaccia per un sempre maggior numero di persone e aree.
L’impoverimento continuo rende ogni volta più indifese le masse popolari, di fronte ai fenomeni meno potenti. Qualsiasi acquazzone può trasformarsi in distruzione e morte.
La bramosia di guadagno e la corruzione è inoltre causa della fragilità delle costruzioni moderne ad uso abitativo e utilizzate dai settori medi della popolazione.
Le tragedie non sono necessariamente naturali, soprattutto quando i progressi della scienza e della tecnica rendono possibili eliminare, minimizzare o contenere la distruttività di alcuni fenomeni naturali più o meno pericolosi.
Le tragedie oggi sono fondamentalmente sociali.
Prodotto della trasformazione capital-imperialista del pianeta. Figlie dell’impoverimento totale di enormi masse umane e territori. Figlie della disuguaglianza e delle ingiustizie sociali.
Per questo accade quello che accade qui in questo periodo di cicloni, in Giamaica, in Louisiana, in Bolivia, in Centroamerica. In Africa e in ampie regioni dell’Asia. Contrariamente a quanto accade a Cuba, ancora sotto embargo.
Ci avviamo sicuramente verso la catastrofe generale e il totale genocidio sociale, se non ci decidiamo a percorrere altre strade.
E questa non è una condanna senza appello quando un altro mondo, un altra America, un altro paese sono urgentemente possibili: con società solidali, giuste.… Socialiste!
5 settembre 2008 Santo Domingo RD
Grande Narciso Isa Conde! Ho appena attraversato Cuba da occidente ad oriente, coste incontaminate, insediamenti a misura d’uomo, rispetto assoluto dell’ambiente. Commentavo a mia moglie “immaginati se quì arrivasse il capitalismo, non rimarrebbe nemmeno un metro quadro di terra vergine e gli abitanti sarebbero ridotti in totale schiavitù, in cambio di un telefonino”.…
E’ così Elio, un abbraccio.
Già, se arrivasse il partito comunista cinese, invece…
Gio, il partito comunista cinese non ha nessuna pretesa di sottomettere Cuba, qualcun’altro che ben conosci invece si. E fa pure ben altro. Prova a leggere il mio ultimo post: http://vivacubalibera.blogspot.com magari ti chiarisci un poco le idee.…
Tu rileggi il post di Annalisa, così magari eviti di andare fuori tema…
“Tu rileggi il post di Annalisa, così magari eviti di andare fuori tema…”
“Già, se arrivasse il partito comunista cinese, invece…”
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Infatti, visto che Annalisa accusava (giustamente) il capitalismo di essere spesso irrispettoso dell’ambiante, io facevo notare che attualmente il peggior esempio di sviluppo industriale dal punto di vista ambientale è quello della Cina comunista; quest’ultimo infatti è il paese che più di ogni altro immette anidride carbonica nell’atmosfera, inoltre sta inquinando forse irrimediabilmente il proprio territorio.
Ma ne sei proprio sicuro? Che la Cina inquini non ci sono dubbi, ma converrebbe evitare strabismi e guardare in tutte le direzioni. Potresti trovare qualche sorpresa.….…
Annalisa, nel post dedicato alla scomparsa di Celia non è possibile accedere ai commenti. Lo faccio quì unendomi al dolore di tutti coloro che la rimpiangono.
@Elio, grazie. Ora funziona. E’ una grande perdita.
ho letto l’articolo.. una domanda: ma voi ad haiti ci siete mai stati?? facile dire che è colpa del capitalismo ma così non risolvi nulla… io ci sono stata e vi dico che tanto è colpa dell’ignoranza della popolazione stessa, abbandonata a sè stessa e che non sa fare altro che distruggere la terra dove vivono.…
[…]ma voi ad haiti ci siete mai stati?? facile dire che è colpa del capitalismo ma così non risolvi nulla… io ci sono stata e vi dico che tanto è colpa dell’ignoranza della popolazione stessa[…]
Si! Ci sono stato e ho pure lavorato un paio di anni,ed abitato per più di sei mesi al “Docteur”,sempre che tu sappia di che cosa io stia parlando tanto da capire che il tuo permanere nell’isola é stata una bellissima parentesi di 15–30 giorni “all-inclusive”