Bersani ma ‘ndò vai?

5 commenti
Pier Luigi Bersani
Bersani tra gli operai,  si legge oggi un po’ dovunque. Liberazione titola : “In fabbrica, su una sedia l’esordio da leader di Bersani”, evocando immagini sbiadite dei comizi di fine anni ’60.  Il giornalista Stefano Bocconetti scrive che ad aspettare il leader del PD “c’era un mare di folla, tutti lavoratori”.
 
Ne siamo sicuri Bocconetti? Del fatto che fossero tutti lavoratori?
No,  perché la zona che  Bersani ha deciso di visitare da neo segretario del piddì è  ricca di microimprese artigianali delle quali ognuna conta con un numero ridotto di operai. Bersani la visita sembra averla fatta più alla piccola e media imprenditoria locale che non all’operaio vero e proprio,  se vogliamo vedere la cosa secondo un’ottica di divisione di classi.
E anche se lui ha parlato di “ricominciare dal lavoro” come nuova linea politica del partito è pur vero che la piccola fabbrica da lui visitata ha solo 9 operai.
 
Bersani lungi dall’andare dai lavoratori volge lo sguardo all’imprenditoria, piccola e media questa volta. La grossa sta con Berlusconi.
Una passeggiata a Pomigliano o Termini Imerese no?
 
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    asfidelodivetro ha detto:

    Diamogli tempo, o no?
    Deve pur essere possibile una via di mezzo, tra un leadre di destra che può fare la qualunque, sempre difeso ed osannato dai suoi ed i leader della sinistra massacrati ad ogni pur minimo movimento. Non si tratta di accetare tutto, ma almeno dare fiducia e tempo.

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    Mauro Pigozzi ha detto:

    Il problema non è Bersani (tra l’altro Emiliano doc e post-Comunista, dunque non posso che essere contento!), il problema è chi gli sta dietro, il più grande inciucista della storia della sinistra, il divoratore di leader, Massimo D’Alema! Anche se, in teoria, avendolo appoggiato, non dovrebbe distruggere pure questo! C’è però un risvolto positivo in tutto questo: Rutelle si leva dai coglioni, portandosi anche la Binetti probabilmente!!!!

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    spartaco ha detto:

    Ha ragione Annalisa, guardiamo la composizione di classe del “target” del neo-segretario. Il settore che ha visitato (prevalentemente tessile) sono piccoli padroni con una decina di operai regolari e una miriade di operatori che lavorano al nero. Il fatto è che su questo terreno vi è la concorrenza dei cinesi…La gara è a chi sfrutta di più!!
    La stessa politica della Lega in Padania. Tutto questo mentre la disoccupazione raggiunge livelli record… che tristezza!

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    Annalisa ha detto:

    @Asifelo, non è questione di tempo, è un preciso segnale dato a chi si doveva dare, cercare consenso tra una classe che non quella operaia.
    Diceva la mi nonna, il buongiorno si vede dal mattino.
    @Mauro la Binetti non mi pare che sia intenzionata, anche se in effetti non capisco perchè. Secondo me sono altri che non la lasciano andare.

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    cometa ha detto:

    Già che ci siamo, perché non prova a fare un comizio a precari e disoccupati?
    Votano anche loro e non sono invisibili: anzi, ce ne son o dappertutto!

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