Nuestra America Terra di Pace e Libertà
NUESTRA AMERICA TERRA DI PACE E DI LIBERTA’
Manifestazione/sit-in di fronte all’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma,
giovedì 8 ottobre 2009, ore 17:30
“Come ha sottolineato il Comandante Fidel Castro,in Honduras si è generata una nuova rivoluzione pacifica, ed anche in America Latina”, ha detto Zelaya
E’ proprio tale volontà di cambiamento radicale che non è piaciuta alle forze militari e all’oligarchia Honduregna più conservatrice, come non è piaciuto che l’Honduras abbia aderito alcuni mesi fa all’ALBA (Alleanza Bolivariana per i popoli di Nuestra America) scegliendo così definitivamente la strada dell’indipendenza, dell’autodeterminazione senza alcun compromesso con i regimi delle multinazionali, con l’imperialismo e i suoi organismi internazionali.Coprifuoco, mandati di cattura ‚arresti e dirigenti sociali e sindacali assassinati , la dura e ripetuta la condanna della comunità internazionale del colpo di Stato e della disarticolazione del regime costituzionale e democratico esistente con il governo di Manuel Zelaya, mostrano un clima politico repressivo e guerrafondaio CHE CI RIPORTA agli anni ’70/’80 quando gli Stati Uniti pensavano di gestire il continente come un “cortile di casa”, con il suo carico di terrore, sfruttamento, dittature.
Siamo con le organizzazioni sociali dell’Honduras che hanno nuovamente proclamato lo stato di agitazione per imporre il ritorno del presidente Zelaya, la fine dello STATO D’ASSEDIO e il rispetto dell’ordinamento costituzionale, soprattutto stanno chiedendo a tutte le istituzioni latinoamericane e internazionali di pronunciarsi contro il COLPO STATO e hanno chiamato alla mobilitazione in tutto il mondo in solidarietà con il popolo dell’Honduras.
Ci uniamo alla protesta mondiale che disapprova e condanna il regime militare imposto in questa nazione a chiamiamo all’applicazione di misure energiche e profonde, per ottenere il ritorno alla normalità e la restituzione del potere al suo Presidente eletto in maniera leggittima e democratica , come manifestazione della volontà del suo popolo.
Si susseguono appelli internazionali di movimenti sociali e organizzazioni di base di lavoratori e di intellettuali (tra i più importanti ad esempio quelli della Red De Las Redes En Defensa De La Humanidad e di Via Campesina Internazionale, e Venezuela Solidarity Campaign) in solidarieta’ con le organizzazioni e i movimenti sociali honduregni che continuano ad esprimere con la resistenza la volontà popolare di modificare radicalmente la Costituzione Honduregna ‚affermando pienamente l’indipendenza e affiancarsi al cammino di quei paesi come Bolivia, Ecuador, Venezuela, Nicaragua e tanti altri che anche se con forme diverse stanno cercando una loro soluzione e una loro autonoma via allo sviluppo autodeterminato e a processi reali di democrazia partecipativa,sempre con la Rivoluzione socialista di Cuba come riferimento imprescindibile.
E proprio Cuba continua a pagare la sua scelta di autodeterminazione nel processo rivoluzionario socialista con 50 anni di bloqueo economico da parte dei governi USA,di aggressioni terroriste che hanno provocato oltre 3800 morti, con atroci provocazioni come quella che ha portato da oltre undici anni dall’ingiusto arresto dei 5 agenti dell’antiterrorismo cubano, che non hanno mai attuato atti di spionaggio, non hanno mai violato le leggi e le regole di sicurezza degli Stati Uniti, non hanno mai commesso alcun atto di violenza; i 5 agenti dell’antiterrorismo cubano hanno messo a rischio le loro vite per salvaguardare le vite di noi tutti , per controllare ed impedire l’attività di gruppi terroristici che dal territorio degli Stati Uniti progettavano e attuavano attentati non solo contro Cuba. Dalla data dell’infame arresto i 5 cubani sono stati sottoposti a torture fisiche e psicologiche, a violazioni dei diritti umani, impedendo la visita di alcuni dei loro familiari, a carcere duro motivato da sentenze della magistratura tutte a carattere politico e senza alcuna prova.
I fatti parlano da soli: i veri terroristi come Posada Carrilles, Orlando Bosch, Josè Basulto e tanti altri godono di piena libertà e impunità protetti dal governo degli Stati Uniti e ai 5 cubani si confermano intatte le condanne e l’ingiusta carcerazione. Allo stesso tempo il bloqueo economico, finanziario, commerciale imposto dal governo degli Stati Uniti continua a soffocare le possibilità di ulteriore sviluppo economico e sociale di Cuba, la sua sovranità e i suoi processi di autodeterminazione. Il nuovo governo ed amministrazione degli Stati Uniti non possono parlare di cambiamento delle loro politiche estere con nuovi processi democratici verso l’America Latina se prima non pongono immediatamente fine all’infame bloqueo contro Cuba, alla colossale ingiustizia contro i 5 cubani e se non si adoperano in tutte le maniere contro il golpe fascista e per ripristinare la piena libertà in Honduras e l’immediato reinsediamento del legittimo Presidente eletto Zelaya.
LIBERI SUBITO, facciamoli tornare a Cuba!!
Manifestazione/sit-in di fronte all’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma,
giovedì 8 ottobre 2009, ore 17:30
- Con i 5 eroi Cubani, ancora prigionieri nelle carceri USA
- Per la fine del bloqueo imposto dagli USA da oltre 50 anni, contro la sovranità di CUBA
- Contro il golpe fascista appoggiato dagli Stati Uniti, solidarietà con il popolo dell’Honduras e il suo legittimo presidente
- Piena solidarietà al governo e al Presidente del Venezuela, Hugo Rafael Chávez Frías ‚sollecitando una netta presa di posizione delle istituzioni internazionali contro le pretese statunitensi d’installare sette basi militari in suolo colombiano
- Forte appoggio a tutte le rivoluzioni e i processi di democrazia partecipativa in atto per rafforzare il processo di integrazione dell’America Latina , per il rispetto delll’autodederminazione dei popoli e per la costruzione della NUESTRA AMERICA TERRA DI PACE E DI LIBERTA’
Promuovono e organizzano:
La VILLETTA per CUBA — I Membri italiani de La Red de la Redes en Defensa de la Humanidad (NUESTRA AMERICA, RADIO CITTA’ APERTA, CONTROPIANO, LABORATORIO EUROPEO PER LA CRITICA SOCIALE, NATURA AVVENTURA) – Tele Ambiente – Archivocubano – Comitato “Fabio Di Celmo”– Rete dei Comunisti - PRC –PdCI– Sinistra e Libertà– Italia Dei Valori – Comitato Palestina nel Cuore – AIASP – Comitato Provincia Avana – Promocaraibi – Ass. Sportiva Tor di Quinto – Artiglio Calcio – Polisportiva Roma 6 Villa Gordiani – Agenzia Giornalistica Televisiva Italiana – ANPI – La Rinascita - Liberazione – USI-RdB – Centro Studi CESTES-PROTEO Ass. cult. Mezza Luna Rossa Palestinese –
Aderiscono:
Rivista Essere Comunisti– Comunità Montana dell’Aniene – il Vecchio Mattatoio –Ass.Naz.Amicizia Italia/Cuba-Ass. Itaca – Ass. Articolo 3 - Angulo Cubano e Lato Cubano – TeleDonna – SiporCuba –Ass.Puntocritico-Comitato Pro Zelaya– Associazione ASud– Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!- Collettivo Italia/Centro America, Comit. Carlos Fonseca/Roma
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Per adesioni 3381657392
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Non illudiamoci che il nuovo governo statunitense molli la presa sul latinoamerica, quello a cui stiamo assistendo è solamente un cambio di strategia per tornare a dominare su un continente che gli sta sfuggendo di mano a cusa delle politiche folli di Bush che hanno sperperato fondi e risorse umane verso altri fallimentari e folli progetti. Ciò che sta facendo Obama è propio il tentiva di reimporre il dominio assoluto degli USA sul continente. Certo, con strategie diverse da quelle utilizzate nei decenni scorsi, ma non per questo meno efficaci. La gestione del golpe in Honduras e la provocazione delle basi colombiane lo stanno a testimoniare in tutta la sua tragica realtà. Senza il dominio dei forti sui deboli l’imperialismo non sta in piedi, e non sarà Obama a deciderne la fine, anzi, mi sembra abbioa ben altre intenzioni. L’unica speranza di porre fine all’aggressione criminale dell’imperialismo verso tutti i popoli del mondo, sta proprio nella capacità dei movimenti popolari di opporsi a queste politiche e far prevalere strategie di integrazione e di pace. Dalla nostra capacità di dare forza a quei movimenti dipende anche la qualità di vita che anche nei paesi “ricchi” lasceremo in eredità alle future generazioni abbandonate a se stesse dall’inettitudine dei dirigenti della nostra ormai ex sinistra che ha abdicato verso politiche “riformiste” tese ad accettare il capitalismo imperialista.