Come eravamo…
Ringrazio l’amico Spartaco che mi ha inviato queste brevi righe ricordandomi quanto accadeva in Italia nei giorni del golpe in Cile. Una risposta decisa e contundente di ogni settore della società che stava a dimostrare quanto forte e sentita fosse la solidarietà internazionale. Uno spunto per riflettere su quanto accaduto e accade in Honduras, per non abbassare la guardia, ma soprattutto lo sguardo.(A.M.)
Tra il 12 e il 15 settembre 1973:
Si realizzano brevi fermate sul lavoro indette dalla Flm per protestare contro il golpe in Cile, in altre località le fermate del lavoro sono spontanee.
Si sciopera fra l’altro nelle fabbriche bolognesi e della cintura genovese, a Matera, alla Siemens di Catanzaro e alla Fiat di Torino, dove è indetta per il 13 una manifestazione dalla Camera del lavoro con Emilio Pugno; il 13 si manifesta anche a Firenze e a Verbania; a Lecce, Bergamo, Porto Marghera, Trento e Milano il 14. Sempre a Milano, è stato compiuto un attentato incendiario contro gli uffici della compagnia aerea Panamerican, in piazza Velasca, rivendicato dal ‘Fronte internazionale militante contro il capitalismo Usa’.
Il 15, dimostrazioni si svolgono a Roma, Livorno, Mantova, Como, Verona, Pisa, Cagliari, Lecce.
Ovunque, la parola d’ordine è “non riconoscere la Giunta golpista”. A Roma, i carabinieri fermano 2 giovani che, insieme ad altri, stavano scrivendo sui muri slogan contro il regime militare cileno, picchiandone duramente uno.
Ciao, Annalisa, come avrai visto dal mio blog, nell’ultimo articolo era proprio all’ignavia della sinistra italiana di oggi, confrontata con quanto si fece riguardo al Cile, ma anche rispetto agli inglesi che hanno firmato un appello contro le elezioni fraudolente in Honduras, firmato tra l’altro anche da Brian Eno e Ken Livingstone (ex-sindaco di Londra).