Geraldina Colotti: La guardia è stanca
I territori dove si sogna e si lotta, l’America latina, la Palestina, l’Europa e la sua Storia, dai bolscevichi ai migranti, e l’amore, quello sognato e quello vissuto, i ricordi di bambina e le amarezze di donna: volendo accostare o provare a tracciare similitudini tra poesia ed espressione pittorica potremmo definire quest’ultima raccolta di Geraldina Colotti “macchiaiola” nel suo saper rendere magicamente tangibile lo spirito del Novecento tutto, grazie a versi brillanti e illuminanti come pennellate ad effetto.
Chiaroscuri accennati, sottili e amare ironie, sprazzi di realtà abilmente accostati e tenuti insieme da un sottofondo appena accennato ma che prepotentemente emerge alla lettura e che quindi cerca e trova un suo spazio ben definito: l’essere militante del poeta, la sua rabbia e onestà intellettuale, la sua vita messa a disposizione della nostra immaginazione, il suo impegno politico per il quale ha pagato con il carcere un prezzo reso alto dal potere che non conosce poesia, non ama le tinte forti e nemmeno i chiaroscuri dell’anima ma vuol trasformare anche gli spazi vivi della ribellione interiore in celle anonime e fredde, come quelle delle prigioni.
Ma sono proprio questi spazi, quelli dove l’immaginare non ha prezzo, ma nemmeno padroni o secondini, che più prepotentemente emergono e che fanno da sottofondo a quelli agiti e vissuti. Sono i sogni e le utopie che sono stati anche quelli di un’intera generazione e che si nutrono ancora del sangue dei nostri giovani, di quello dei morti recenti così come di quello dei dimenticati. Sono l’anima degli anni dannati e ribelli ma terreno fertile per grandi cambiamenti e giuste rivendicazioni sociali. E nell’attesa del momento in cui “verrà il tempo della presa d’atto”, vale veramente la pena cogliere l’occasione che queste poesie offrono, per domandarsi, per capire, magari anche per imparare ad agire.
(Annalisa Melandri)
Altre stagioni
Mi strapperò la pelle
ne farò corone
per le rotte dei folli
per le mani sorelle
d’altre lune
mi strapperò la pelle
ne farò corone
per le strade ribelli
per i tetti e i cancelli
d’evasione
mi strapperò la pelle
ne farò corone
per l’eroe senza un come
che non lascia nessuno
al padrone
mi strapperò la pelle
ne farò corone
per le frasi incompiute
dalle mani cadute
altre canzoni
mi strapperò la pelle
ne farò corone
dalle stagioni inverse
all’onda senza nome
altre ragioni
GERALDINA COLOTTI, nata a Ventimiglia, ha scontato una condanna a ventisette anni di carcere per la sua militanza nelle Brigate Rosse. Giornalista del quotidiano “il manifesto”, cura l’edizione italiana di “Le Monde diplomatique”. Ha scritto racconti, poesie, romanzi per ragazzi, testi comici. Fra i suoi libri, Versi cancellati (1996), Sparge rosas (2000), Certificato di esistenza in vita (2005); Il segreto (2003) e, con Vauro, Scuolabus (2002).
per incontri con l’autrice e presentazioni del libro contattarla a: geraldinacolottigmailcom (geraldinacolottigmailcom)