Miami protegge criminale argentino accusato di aver partecipato al massacro di Trelew nel 1972
Il tenente dell’Aviazione in ritiro Roberto Guillermo Bravo, accusato in Argentina da tre testimoni di essere tra i responsabili dell’ esecuzione a sangue freddo di 16 prigionieri politici in quello che è ricordato come il massacro di Trelew, avvenuto il 22 agosto 1972, è stato liberato a Miami il 5 marzo scorso dal giudice Robert Dube, dopo essere stato arrestato qualche giorno prima , il 25 febbraio, in seguito alle pressioni delle autorità argentine che sollecitavano l’applicazione di un mandato di arresto risalente a circa due anni fa emesso dal giudice Hugo Sastre.
Bravo è stato liberato grazie al pagamento di una cauzione di 1,2 milioni di dollari e dovrà comparire il prossimo 2 aprile dinanzi al giudice Robert Dube. Il processo ad altri sei militari coinvolti nel massacro e sui quali pendono le stesse accuse contestate a Bravo e cioè privazione illegittima della libertà, torture e omicidio plurimo, si terrà invece ad aprile nella cittadina di Trelew.
Roberto Guillermo Bravo, che vive negli Stati Uniti dal 1973, ottenne la cittadinanza statunitense nel 1987 nonostante le gravi accuse che pendevano su di lui in Argentina ed attualmente è un imprenditore molto potente la cui impresa RGB Group Inc. ha contratti di forniture elettroniche addirittura con il Pentagono e con gli istituti carcerari degli Stati Uniti.
La stampa di Miami ha dato scarso rilievo alla notizia dell’arresto mentre ha causato indignazione in Argentina quella della sua rapida liberazione. Oltre a Bravo sono accusati di aver partecipato a vario titolo nel massacro anche il capitano di fregata a capo dell’operazione Luis Emilio Sosa, arrestato nel febbraio del 2008, e i capitani Rubén Paccagnini ed Emilio del Real.
Il 15 agosto del 1972, 110 prigionieri politici appartenenti a varie organizzazioni armate di sinistra, l’Esercito Rivoluzionario del Popolo (EPR), le Forse Armate Rivoluzionarie (FAR) e i Montoneros, detenuti nel carcere militare di Rawson, presso la Base Aereonavale Almirante Zar, organizzarono un’evasione che andò a buon fine soltanto per 6 di essi che riuscirono a dirottare un aereo e a fare rotta verso il Cile e successivamente verso Cuba. Invece 19 prigionieri riuscirono a giungere all’aeroporto soltanto quando l’aereo stava decollando mentre il resto del gruppo non riuscì a lasciare nemmeno il carcere. Il gruppo dei 19 si riconsegnò alle autorità senza opporre resistenza e dopo aver dato una conferenza stampa nella quale chiesero rassicurazioni circa la loro incolumità e sicurezza. Furono condotti invece da un gruppo di militari comandati da Luis Emilio Sosa, presso la base militare della Marina Almirante Zar nonostante le rassicurazioni ricevute che sarebbero stati ricondotti al carcere di Rawson.
Dopo alcuni giorni in cui la zona appariva estremamente militarizzata e in cui i giornalisti e gli avvocati vennero tenuti lontani dalla base e mentre già si temevano rappresaglie contro i 19 prigionieri, la notte del 21 agosto i 19 detenuti vennero messi in fila contro una parete e per 20 minuti una pattuglia di militari comandata da Sosa e dal tenete Bravo aprì il fuoco contro di loro.
Soltanto tre si salvarono, fingendosi morti ma scomparvero negli anni successivi, durante la dittatura di Videla.
Secondo la versione ufficiale, resa alla stampa e all’ opinione pubblica, i detenuti furono uccisi durante un tentativo di fuga.
Miami si conferma dunque, il paradiso giudiziario per ogni criminale, terrorista o sicario al soldo della Cia, mentre i 5 cubani che svolgevano operazione di intelligence in territorio nordamericano per prevenire attentati nel loro paese da parte dei gruppi terroristici anticastristi, da oltre dieci anni sono reclusi nelle carceri statunitensi senza poter nemmeno vedere i loro familiari.
Amiga:
Un abrazo y mi mejor recuerdo, Monique
Grazie Annalisa!
L’Impero ed il Duce Berlusconi sghignazzano.… mi dispiace di cambiare tema su fatti dell’Argentina della P2 di ieri e della P2 di oggi al potere in Italia…Dopo le elezioni regionali dove il 40% degli italiani schifati non ha votato, si prevede per questo squallido scenario del paese dei bravi italo padani:1)Ulteriore imbarbarimento e bombardamento delle demenzialita DI RAISET per occupare la mente della gente attaccata al televisore a guardare i discorsi del duce, veline, il principe ballerino, demenzialita, calciatori play-boy, marchettare di lusso,inquisiti e pregiudicati, urli strilli parolacce e oscenita…,La Russa, e la Mussolini in testa ed altro…pane quotidiano degli italo padani
2)Intensificazione della politica economica antipopolare.3)Peggioramento della vita delle classi basse E PIU SOLDI A MILIARDARI E MAFIOSI4)Intensificazione di squadracce fasciste e razziste a caccia di neri e simili, ronde a caccia di diversi..5)Onnipresenza sugli scenari di guerra dell’impero nel mondo.
insomma il fascismo italiano sta in piedi
come punta all’interno dell’impero con la destra fascista e razzista piu pericolosa d’Europa.….I popoli del mondo ne prendano atto..
Vorrei chiudere questo mio modesto contributo di mente libera dal pensiero unico del duce raiset con una riflessione sul proprio paese, che il grande scrittore tedesco HERMANN HESSE scrisse durante il suo esilio in India prima,e poi in Svizzera ‚per sfuggire allo stravincente fascismo hitleriano :
LA FEDE NELL’UOMO, VALE A DIRE IL FATTO CHE IL DESIDERIO DI VERITA’, IL BISOGNO DI UN IDEALE DI UN INDIVIDUO SIA INNATO ED INALIENABILE, E’ CIO’ CHE MI TIENE A GALLA. PER IL RESTO IL MONDO ODIERNO MI APPARE COME UN MANICOMIO, UN CATTIVO DRAMMA D’EFFETTO; SPESSO LO GUARDO DISGUSTATO FINO ALLA NAUSEA PIU PROFONDA, ALLO STESSO MODO DI COME SI GUARDANO I PAZZI E GLI UBRIACHI, PENSANDO A QUANTO SI VERGOGNERANNO QUANDO TORNERANNO IN SE’.….
Magnifiche parole di un grande filosofo scrittore che noi nomadi ribelli e liberi degli anni 60 che cercavamo o con le lotte o con la fuga in Oriente un altro mondo possibile, abbiamo ancora dentro il nostro cuore…
HASTA LA VICTORIA SIEMPRE