Vite senza corpi: Memoria, Verità e Giustizia per i desaparecidos italiani all’ESMA
Palazzo Valentini
Via IV novembre 119/A
Sala del “Di Liegro”
mercoledì 4 maggio 2011
Presentazione del volume:
Vite senza corpi
Memoria, Verità e Giustizia
per i desaparecidos italiani all’ESMA
A cura di
Jorge Ithurburu – Cristiano Colombi
Edizioni Gorée
Ore 17.00
Saluti delle Autorità:
S.E. Torcuato Di Tella, Ambasciatore argentino in Italia
On. Mario Oliverio, Presidente della Provincia di Cosenza
On. Massimiliano Massilimiani, Provincia di Roma
Ore 17.30
Incontro con gli Autori:
Vera Vigevani, Madres de Plaza de Mayo
Francesco Caporale, Pubblico Ministero
Anna Maria De Luca, giornalista Repubblica.it
Jorge Ithurburu, Presidente 24marzo Onlus
Cristiano Colombi, Presidente SAL Onlus
Modera:
Cecilia Rinaldini, Giornalista Radio RAI
Il processo ESMA (Escuela Superior de Mecánica de la Armada, ovvero la scuola ufficiali della Marina Militare argentina, il più noto centro di detenzione clandestina allestito durante la dittatura), come tutti gli altri processi sui desaparecidos italiani in argentina, è stato portato avanti da un comitato promotore formato da un insieme di associazioni, enti e professionisti, donne e uomini di buona volontà e singoli cittadini che a vario titolo hanno dato il loro apporto volontario. Questo libro vuole rispecchiare la pluralità di un agire collettivo, presentando le diverse prospettive dei singoli autori che hanno partecipato direttamente e senza esclusione al processo.
Le giornaliste Cecilia Rinaldini ed Anna Maria De Luca hanno raccontato le udienze di Rebibbia al pubblico di Radio RAI e Repubblica.it. Il fisico Mario Villani, la «Madre di Plaza de Mayo» Vera Vigevani ed il Ministro argentino Eduardo Luis Duhalde sono stati sentiti in qualità di testimoni e persone informate sui fatti. Marcello Gentili, Giancarlo Maniga e Nicola Brigida sono stati gli avvocati di parte civile e Francesco Caporale il Pubblico Ministero.
A ciascuno di loro abbiamo chiesto di ricostruire cosa abbia rappresentato l’ESMA cercando di evidenziare alcuni degli elementi emersi durante il dibattimento che potrebbero avere un’utilità ed una valenza generale, il dolore e la sofferenza resi pubblici dal processo.