Colombia: Manifesto per la Pace, fino all’ultima goccia dei nostri sogni

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Esiste nel cuore dell’America un rifugio umano abbracciato a tre catene di montagne, cullato da vallate rigogliose e foreste lussureggianti e bagnato da due oceani.  Fonti e fiumi scorrevoli trasformano le sue terre in prodigi di fertilità, terminando al sud nell’Amazzonia: questo fa della Colombia oggetto di grande cupidigia.  E da questo inizia il martirio di un popolo: dalle mappe dell’avidità di un pugno di uomini. La Colombia, nonostante possieda  tutto per rendere possibile una vita decente per la totalità dei suoi 48 milioni di abitanti, sopporta  un’elite erede della violenza coloniale, che si avvinghia al potere locale offrendo le ricchezze del paese ai poteri stranieri, condannando il popolo a una sanguinosa storia di saccheggi.

Abbiamo forse  dimenticato quante generazioni non hanno mai conosciuto un pizzico di pace, né la volontà dei governanti di permettere che su questa terra abiti finalmente una democrazia reale, non una pantomima macabra di rituali elettorali che perdono la loro sostanza democratica davanti allo sterminio dell’opposizione politica. A forza di repressione incessante per annientare  il germe della dignità, i governanti hanno preteso che seppellissimo nelle profondità del dolore le nostre grida di umanità smarrita.

1. Facciamo dell’empatia sociale il primo passo verso una vera pace

Abbiamo deciso di coniugare il sentire  del nostro popolo con la prima persona plurale, perché siamo pluralità  e perché  facciamo dell’empatia sociale il primo passo verso una vera pace: il sentire del nostro popolo esige  giustizia nella voce dei suoi esiliati, derubati,  poveri, emarginati, scomparsi, detenuti, ridotti al silenzio, torturati, uccisi. E abbiamo deciso di essere “noi”  anche con i nostri prigionieri e i   nostri morti: perché, sebbene la violenza di una élite intollerante abbia cercato di cancellare le loro idee e i loro sogni eliminandoli  fisicamente o separandoli   da noi con  sbarre  abiette, in noi continuano a vivere  i loro aneliti  di giustizia e dignità.

2. Terrore  que configura il latifondo a favore del grande  capitale.

Un 68% dei colombiani viviamo  in povertà, siamo otto milioni che vagano per le strade in condizioni di indigenza.  Più di 5 milioni siamo stati sgomberati con la forza dalle  forze repressive ufficiali o paramilitari che collaborano fedelmente con l’esercito. Siamo stati sommessi al terrore che delinea il latifondo a favore del grande capitale straniero, a danno delle nostre condizioni di sopravvivenza e dignità, a danno della sovranità alimentare e della pace. Massacri, bombardamenti fumigazioni e avvelenamento del suolo e dell’acqua precedono le nostre marce funebri di esilio forzato. Noi i contadini, gli afrodiscendenti, gli indigeni che abbiamo cercato di vivere nei territori  dei nostri avi, siamo stati costretti all’esilio. Scoppiamo di dolore perché già abbiamo superato il limite di rassegnazione alla sofferenza. Quando protestiamo veniamo sterminati, o sottoposti  a ostracismo e al  silenzio che impongono  il terrore statale.

3. Aprire gli spazi di tolleranza alla rivendicazione sociale, per parlare di pace.

Siamo ottomila prigionieri politici ai quali vengono violentati tutti i diritti umani, ottomila che gridiamo in mezzo all’indifferenza di questa società imbavagliata e spinta all’alienazione, che gridiamo sotto le torture aberranti che la dignità non si strappa come ci strappano le unghie, che le sbarre non impediscono che i sogni esistano. L’istituzione carceraria che denunciamo  come campo di sterminio della rivendicazione sociale, arriva perfino a negarci l’assistenza medica come forma di tortura, spingendoci alla morte. L’organizzazione sociale, il pensiero critico, lo studio della storia e della società colombiana sono stati messi al bando; i  difensori dei diritti umani, i sindacalisti, gli intellettuali critici, gli  artisti impegnati ognuno nel proprio campo, gli ambientalisti, i leader comunitari, i contadini, siamo considerati criminali e “terroristi”.

Siamo difensori della pace e veniamo messi a tacere per non essere d’accordo con il fatto  che decine di bambini muoiano annualmente in Colombia per  denutrizione, mancanza di acqua potabile e malattie curabili, per reclamare una educazione gratuita pensata per la sovranità, per reclamare che la salute sia un diritto e non una merce, per alzare le nostre voci contro il  saccheggio delle nostre risorse. E’ in corso una guerra statale  contro il pensiero  e l’empatia: ci assassinano le forze repressive ufficiali o quelle  quelle parastatali senza che abbiamo  mai impugnato le armi. Infinite voci giacciono nelle fosse comuni, altrettante sono sparse per terra  tra le pozzanghere di sangue che lasciano i sicari pagati per eliminare la voce della dissidenza.

4. La guerra della quale non si parla: la guerra sporca

Noi civili stiamo  per essere decimati dalla guerra sporca:  anche il terrorismo di stato fa parte della guerra, quella parte che non si cita mai nei mass media e che ciò  nonostante rappresenta il flusso più abbondante del bagno di sangue. Avere la  chiave della pace  significa pretendere che  abbia fine  la pratica statale di sterminare la partecipazione politica civile, perché  i mezzi di rivendicazione sociale si armano quando la vedono messa all’angolo in modo sistematico.

Non siamo  la “democrazia più antica dell’America latina” perchè la democrazia non  l’abbiamo mai conosciuta. Veniamo obbligati a tacere  per renderci complici  della sanguinaria “Sicurezza” che non è  altro che la “sicurezza” di esercitare il saccheggio da parte delle multinazionali senza dover ascoltare la giusta rivendicazione popolare; una “sicurezza”  che si traduce in violazione della  sovranità alimentaria  per la maggioranza del popolo.

5. L’interventismo degli USA cerca la guerra ed è  un pericolo regionale.

Gli stessi che hanno che hanno trasformato una parte dei poveri della Colombia in carne da cannone per proteggere gli interessi delle multinazionali e di una minoranza criolla, permettono che si insedi  la minaccia imperialista contro i nostri fratelli latinoamericani. Siamo stati condannati a rinunciare alla sovranità ereditata dalle campagne di liberazione del secolo XIX e assistiamo all’insediamento delle bassi militari statunitensi, dalle quali si impongono le dottrine di pestaggio dei diritti umani e il maneggio del narcotraffico come ulteriore strumento di dominazione. Gli statunitensi godono di  totale impunità  per i crimini che commettono in Colombia in virtù dell’impunità che gli viene concessa dallo stato colombiano. Gli USA giustificano il loro interventismo con il pretesto della “lotta contro il narcotraffico” quando in realtà questo rimpingua le loro cassaforti così come il governo e le  sue strutture narcoparamilitari, mentre  si  criminalizza il contadino coltivatore della foglia di coca sapendo che non si tratta di cocaina.

6. La pace non è degradare all’estremo la controparte      

Sono gli stessi governanti che posano mostrando mani tagliate e lanciano risate di gioia al lato dei cadaveri, quelli che pretendono di convertirci tutti noi in plaudenti dello sterminio. Sono gli stessi governanti che hanno imposto tariffe alla vita, creando i così detti  “falsi positivi” che altro non sono che omicidi di civili per dare vita ai montaggi militari-mediatici per la guerra psicologica: usando i cadaveri per l’esibizionismo necrofilo che cerca di degradare l’avversario  presentandolo in buste nere, come un pezzo di carne. Diciamo che le colombiane e i colombiani non siamo pezzi di carne e rifiutiamo tale strategia del terrore statale che affligge la società intera, degradando l’etica. Si leva il grido per una pace con giustizia sociale per la maggioranza: una pace che nasca dal dibattito unitario. 

7. Negoziato politico, cambiamento strutturale, messa in dubbio del modello economico.

La soluzione politica è l’esigenza del popolo colombiano: avviare cambiamenti strutturali di fondo che eliminino le condizioni di saccheggio, disuguaglianza ed esclusione che hanno dato origine alle molteplici forme di resistenza. E’ urgente una vera riforma agraria, è urgente la fine della pratica statale di sterminare l’opposizione politica, la demolizione della strategia paramilitare, la fine della svendita del paese alle concessioni delle multinazionali, (il 40% del paese è oggi impegnato dalle multinazionali dell’estrazione mineraria), la fine della sottomissione allo stivale statunitense. Si tratta di  creare un nuovo  modello di sviluppo della società colombiana: nel  fatto di essere  un’economia dipendente, concepita come magazzino di risorse,  con uno sviluppo endogeno nullo, sta il gene della guerra.

Non si tratta di un negoziato  superficiale, e nemmeno di negoziare  benefici al “reinserimento” degli insorgenti, perché  l’unica cosa che si otterrebbe sarebbe la reinserzione di  migliaia e migliaia di donne e  uomini all’incubo della fame che cresce quotidianamente nei cinturoni di miseria delle città. Nemmeno si tratta di  negoziare un “reinserimento” per poi consentire che  migliaia di “reinseriti” soffrano lo sterminio inermi, come successo già più di una volta nella storia colombiana. Facciamo appello alla responsabilità sociale e storica:  non vogliamo avallare un altro genocidio e nemmeno possiamo pretendere  che il contadino derubato  si rassegni all’ ingiustizia.

8. Ridefinire le parti in conflitto, con una visione integrale, per camminare verso la pace

La pace non è soltanto un accordo tra il governo e le guerriglie perché le parti in questo conflitto vanno ben oltre questa stretta definizione lo priva del  suo carattere essenzialmente sociale ed economico: le parti siamo tutti i colombiani; consideriamo inoltre parte del conflitto anche le multinazionali che si beneficiano del saccheggio fomentando massacri e sgomberi di popolazioni; gli Stati Uniti che costantemente intervengono nelle nostre questioni interne. Uno dei punti centrali del problema è sono gli enormi affari  che il complesso militare-industriale statunitense ed europeo fanno  con il governo colombiano: l’acquisto di apparati di distruzione è finanziato  dalle casse pubbliche  e da un crescente debito estero che si addossa in modo illegittimo a tutto il popolo colombiano.

9. Pe la pace con giustizia sociale, fino all’ultima goccia dei nostri sogni

Non crediamo in accordi che si basano soltanto nella consegna delle armi, perché ciò che farebbe della pace una vera pace in Colombia sarebbe che  gli avidi depongano la loro avidità, avessero fine le razzie  delle nostre risorse a scapito   del saccheggio e genocidio contro la sua  gente. Per la pace ci vorrebbe che il latifondo, le multinazionali, l’apparato militare,  disattivassero il proprio apparato paramilitare e  che cessassero definitivamente  le pretese del foro penale militare ed altri stratagemmi  del lugubre apparato di impunità che perpetua l’orrore. La spesa militare é enorme, piu di 12mila milioni di dollari l’anno; per  la pace chiediamo  che questa somma sia investita in salute, educazione, alloggi, sviluppo interno.

Vogliamo poter partecipare nel dibattito politico amplio, nella costruzione sociale senza essere ammazzati,  vogliamo che abbia fine  lo sterminio contro la rivendicazione sociale, che siano liberati i prigionieri politici, che cessi la sparizione forzata… Sono solo alcuni passi.

La nostra intenzione è avvicinarvi al sogno di un popolo, che a forza di orrori ha tardato a nascere. Rivolgiamo un appello all’opinione pubblica internazionale affinché solidarizzi con il popolo colombiano e lo accompagni in un processo di negoziato politico del conflitto sociale  e armato. Sappiamo che il conflitto è  soprattutto sociale ma diventa armato davanti all’intolleranza politica dello stato e che la guerra in Colombia ha il suo principale fattore di  durata nell’unzione  che gli Stati Uniti forniscono agli apparati dello stato.

Nel cuore dell’America, al suono dei tamburi, delle cornamuse, delle fisarmoniche, danza l’anima di un popolo, custodisce  nella policromia della sua pelle millenni di storia,  conserva recondite conoscenze sussurrate nella selva. Un popolo piange sulle tombe sparpagliate nella sua latitudine silente. Pulsa la Colombia con una geografia piena di cascate canterine, di molteplici sentieri, si alza,  si estende, si nasconde selvatica, si affaccia abissale e oceanisa, niente in lei è avarizia ma solo tutta abbondanza. Il suo popolo esige  di vivere degnamente nel paradiso che pochi pretendono possedere: PER LA PACE FINO ALL’ULTIMA GOCCIA DEI NOSTRI SOGNI!

Febbraio 2012, dall’empatia essenziale, il gruppo di collaboratori della  La Pluma

Primi firmatari:

Mondo 

Atilio A. Boron, politólogo argentino

Santiago Alba Rico, escritor, España

Franck Gaudichaud, Catedrático. Francia

Bernard Duterme, Sociólogo, director del Centro Tricontinental (CETRI) basado en Louvain-la-Neuve, Bélgica

Fausto Giudice, escritor y traductor. Miembro fundador de Tlaxcala, la red de traductores por la diversidad lingüística

Michel Collon, periodista, Bélgica

Luis Casado, escritor, Editor de Politika, Chile, colaborador de La Pluma

PAIZ (Partido de Izquierda) Chile

Salvador Muñoz Kochansky, Presidente PAIZ (Partido de Izquierda). Chile

Camilo Navarro, Sociólogo. Miembro Dirección PAIZ. Chile

Luis Alberto Jaqui Muñoz. Administrador Público. Universidad de Santiago de Chile (Ex UTE). Coordinador Nacional Estudiantil PAIZ (Partido de Izquierda). Chile

Silvia Cattori — Periodista. Suiza

Carlos Aznárez, periodista, director de Resumen Latinoamericano, Argentina

José Bustos, periodista argentino residente en Francia, colaborador de La Pluma

Manuel Talens, novelista, traductor y articulista, miembro fundador de Tlaxcala, la red de traductores por la diversidad lingüística.

Renán Vega Cantor, historiador. Profesor titular de la Universidad Pedagógica Nacional, de Bogotá, Colombia. Premio Libertador, Venezuela, 2008

Miguel Ángel Beltrán V., Profesor del Departamento de Sociología de la  Universidad Nacional de Colombia y perseguido político

Víctor Montoya, escritor boliviano

Carlos (Koldo) Campos Sagaseta de Ilúrdoz, Poeta, dramaturgo y columnista, Republica Dominicana

Ossaba, Artista Plástico, Colaborador de La Pluma. Francia

María Piedad Ossaba, periodista, directora de La Pluma. Francia

Lilliam Eugenia Gómez, Ph.D. Eco-Etología, IA. Colaboradora de La Pluma Colombia.

Álvaro Lopera, Ingeniero químico, Colaborador de La Pluma Colombia.

Juan Diego García, Doctor en Sociología, Colaborador de La Pluma. España

Marta Lucía Fernández, filósofa, Colaboradora de La Pluma. Colombia.

Jorge Eliécer Mejía Diez, abogado colombiano, colaborador de La Pluma. Bélgica

Azalea Robles, periodista, poeta. Colaboradora de La Pluma y de otros medios

Lía Isabel Alvear. Ingeniera Agrónoma. Colaboradora de La Pluma. Colombia.

Rafael Enciso Patiño, Economista Investigador. Colaborador de La Pluma. Venezuela

Matiz, artista colombiano. Colaborador de La pluma. Bélgica

Éric Meyleuc poeta, escritor, hombre de teatro y militante sindical. Francia

Salvador López Arnal, colaborador de rebelión y El Viejo Topo.

Elio Ríos Serrano, médico, ambientalista y escritor. Maracaibo, Venezuela

Gilberto López y Rivas, Profesor-Investigador Instituto Nacional de Antropología e Historia, Cuernavaca, Morelos, México

Pedro Vianna, poeta, escritor, hombre de teatro y militante asociativo. Francia

Cristina Castello– Poeta y periodista argentina residente en Francia

André Chenet. Poeta y editor de revistas. Francia

Sandrine Féraud. Poeta. Francia

Cédric Rutter, periodista. Bélgica

David Acera Rodríguez, actor. Asturias (España)

Sinfo Fernández Navarro, Traductora Rebelion.org. Madrid

Susana Merino, Traductora Rebelión. Buenos Aires, Argentina

Agustín Velloso, profesor de la UNED. Madrid

Rosina Valcárcel, escritora, Lima, Perú

José Antonio Gutiérrez D. analista político solidario con los movimientos populares de Colombia

Carlos Casanueva Troncoso, secretario general Movimiento Continental Bolivariano

Dick Emanuelsson, Reportero Suecia-Honduras

Mirian Emanuelsson, Reportera Suecia-Honduras

José Rouillon Delgado, Sociólogo-Educador Lima-Perú

Martín Almada, Defensor de los Derechos Humanos de Paraguay.

Graciela Rosenblum, presidenta Liga Argentina por los Derechos del Hombre, Argentina

Annalisa Melandri, periodista. Italia

Sandra Marybel Sánchez, miembro del Colectivo de Periodistas por la Vida y la Libertad de Expresión. Honduras

Miguel Segovia Aparicio, Poeta. Barcelona, España

Badi Baltazar, escritor. Bélgica

Antón Gómez-Reino Varela, Tone. Activista social. Galicia

Winston Orrillo. Premio Nacional de Cultura del Perú

Myriam Montoya, Poeta. Francia

Jaime Jiménez, abogado colombiano

Enrique Santiago Romero, abogado, ex director del CEAR. España

Hernando Calvo Ospina, periodista y escritor colombiano. Francia

Ramón Chao, periodista y escritor gallego. Francia

Jaime Corena Parra, Físico, Ingeniero Industrial y Doctor en Didáctica de las Ciencias. Venezuela

Fernando Reyes U., Economista. Venezuela

Sergio Camargo, escritor y periodista colombiano. Francia

Colectivo Regional de apoyo a Vía Campesina y Salvación agropecuaria. Colombia

Campaña Permanente por la Libertad de lxs Prisionerxs Políticxs Colombianxs, Capítulo Cono Sur

Juan Cristóbal, poeta peruano y periodista

Cristóbal González Ramírez. Periodista y profesor universitario retirado  y pensionado. Colombia

Antonio Mazzeo, periodista, escritor, Italia

Mario Casasús,  periodista, México

Mario Osava, Periodista, Brasil

Félix Orlando Giraldo Giraldo, Médico. Colombia

Polo Democrático Alternativo-Seccional Suiza.

ARLAC-Suiza

Mónica Alejandra Leyton Cortes .Estudiante; Miembro del Colectivo Soberanía y Naturaleza. Colombia

Eliecer Jiménez Julio-Periodista-Suiza

Ángela Peña Marín, socióloga MsC en educación Ambiental, Colombia

Marta Eugenia Salazar Jaramillo, comunicadora social, Colombia

Diana María Peña Economista, Colombia

Adolfo León Gómez, Economista. Colombia

Héctor Castro, abogado. Francia

Elisa Norio, defensora de de derechos humanos y ambientalista. Italia

Guadalupe Rodríguez,  activista e investigadora de Salva la Selva. España

Jaime Corena Parra, Físico, Ingeniero Industrial y Doctor en Didáctica de las Ciencias. Venezuela

Fernando Reyes U., Economista. Venezuela

Enrique Lacoste Prince, artista cubano. Colaborador de La pluma. Cuba

Argentina

Aurora Tumanischwili Penelón, FeTERA FLORES (Federación de trabajadores de la energía de la República Argentina en CTA)

Guillermo López., FeTERA FLORES (Federación de trabajadores de la energía de la República Argentina en CTA)

Ingrid Storgen, Responsable del colectivo Amigos por La Paz en Colombia.

Marta Speroni, Militante por los DD.HH.

Igor Calvo, Militante de base del FNRP Honduras

Aline Castro, Red por ti América, Brasil.

María Rosa González, Comunicadora Social

Alejandro Cabrera Britos, Delegado general, ATE, Senasa Martínez, Dilab en CTA

Carlos Guancirrosa, Agrupación Enrique Mosconi

Carlos Loza, Junta Interna de ATE, AGP (Asociación General de Puertos en la Central de Trabajadores de La Argentina, CTA)

Eduardo Espinosa (Asociación de Trabajadores del Estado, en CTA), Ministerio de Desarrollo Humano de la Provincia de Buenos Aires

Carina Maloberti, Consejo Directivo Nacional — ATE-CTA

Convocatoria por la Liberación Nacional y Social, Frente Sindical, Argentina:

Agrupación Martín Fierro Varela — Alte. Brown - Matanza — Mar del Platay Neuquen )

Agrup.Sindical Tolo Arce-ATE-SENASA,

Agrupación “Germán Abdala” — ATE-Ministerio de Trabajo de la Nación,

Agrup. Agustín Tosco-Río Segundo-Córdoba,

Movimiento de Trabajadores Desocupados Flamarión-Rosario, Democracia Popular-Rosario, Comunidad Campesina de Tratagal-Salta, Biblioteca Popular Fernando Jara-Cipoletti-Río Negro, Unión de Trabajadores de la Provincia de Chubut.-

Europa

RedHer Europa (Red europea de Hermandad y Solidaridad con el pueblo colombiano)

Tribunal Internacional de Opinión Sur de Bolivar, Paris, Francia

La Confederación General del Trabajo del Estado Español (CGT).

Colectivo Coliche, La Rioja. España

El Comité de Solidaridad Internacionalista de Zaragoza. España

PASC Projet Accompagnement Solidarité Colombie. Canadá

CO.S.A.L. XIXÓN(Comité de Solidaridad con America Latina de Xixon)

ASSIA (Acción Social Sindical Internacionalista).Estado Español

Komite Internazionalistak de Euskal Herria-País Vasco

Comitato di Solidarietà con i Popoli del Latino America Carlos Fonseca (Italie)

Colectivo Iquique de la Universidad de Zaragoza. Estado español

Colombia

RedHer Colombia (Red de Hermandad y Solidaridad con Colombia)

Aca — Asociación Campesina De Antioquia

Acader — Asociación Campesina Para El Desarrollo Rural– Cauca

Afasba — Asociación De Familias Agromineras Del Sur De Bolívar y Bajo Cauca Antioqueño

Alianza De Mujeres De Cartagena: “Nelson Mándela”

Amar – Arauca

Ascatidar – Arauca

Asedar – Arauca

Asoagros — Asociación De Agrosembradores. Valle

Asociación Agroambiental Y Cultural De Taminango – Nariño

Asociación Agrominera Del Rio Saspí – Nariño

Asociación De Arrierros De La Montaña De Samaniego – Nariño

Asociación De Mujeres Y Familias Campesinas Sanpableñas — Cima Nariño

Asociación Movimiento Campesino De Cajibío – Cauca

Asociación Agroambiental Y Cultural De Arboleda – Nariño

Asojer – Arauca

Asonalca – Arauca

Asoproa – Antioquia

Cabildo Indígena del Sande Nariño

Cabildo Indígena de Betania Nariño

Cecucol — Centro Cultural Las Colinas. Valle

Ced Ins — Instituto Nacional Sindical

Cima — Comité De Integración Del Macizo Colombiano

Cisca — Comité De Integración Social Del Catatumbo

Cna – Choco

Cna — Coordinador Nacional Agrario

Cna Huila

Colectivo Icaria – Antioquia

Colectivo Orlando Zapata – Antioquia

Colectivo Soberanía Y Naturaleza

Colectivo Surcando Dignidad – Valle

Comité De Integración Del Galeras — Ciga Nariño

Confluencia De Mujeres Para La Acción Pública

Confluencia De Mujeres Para La Acción Pública – Antioquia

Confluencia De Mujeres Para La Acción Pública – Atlántico

Confluencia De Mujeres Para La Acción Pública – Centro

Confluencia De Mujeres Para La Acción Pública – Eje Cafetero

Confluencia De Mujeres Para La Acción Pública – Nororiente

Confluencia De Mujeres Para La Acción Pública – Suroccidente

Comité De Derechos Humanos De La Montaña De Samaniego – Nariño

Consejo Comunitario Del Remate Rio Telembi Nariño

Coordinador Nariñense Agrario

Corporación “Somos Mujer y Nación”

Corporación Aury Sará Marrugo

Corporación Jurídica Libertad – Medellín

Corporación Sembrar

Corporación Social Nuevo Día – Medellín

Cospacc — Corporación Social Para El Asesoramiento Y Capacitación Comunitaria

Cut  — Subdirectiva Arauca

Escuelas Agroambientales De La Unión – Nariño

F.C.S.P.P. — Fundación Comité De Solidaridad Con Los Presos Políticos

Fcspp — Seccional Valle

Fedeagromisbol — Federación Agrominera Del Sur De Bolívar

Fedejuntas – Arauca

Frente De Mujeres Populares De Bolívar

Fundación De D.H Joel Sierra – Arauca

Fundación Del Suroccidente Y Macizo Colombiano — Fundesuma Nariño

Fundación Territorios Por Vida Digna – Cauca

Fundación Tomas Moro –Sucre

Kavilando – Antioquia

Lanzas Y Letras – Huila

Movimiento De Mujeres De Los Pueblos De Nariño

Movimiento Juvenil De Nariño

Movimiento Juvenil Macizo Joven De Nariño

Mujeres Sobre Ruedas

Nomadesc — Asociación Para La Investigación y Acción Social

Organizaciones Sociales De Arauca

Periódico Periferia – Medellín

Pup – Poder y Unidad Popular

Proceso Nacional Identidad Estudiantil– Palmira

Proceso Nacional Identidad Estudiantil-Cali

Red  De Jóvenes Populares De Cartagena

Red De Agrosembradores De La Cordillera Nariñense

Red De Chigreros De Guachavez – Nariño

Red De Familias Lorenceñas “Las Gaviotas” – Nariño

Red Proyecto Sur — Huila

Firme aquí el Manifiesto 

Si este enlace ne funciona vaya a : http://www.tlaxcala-int.org/campagne.asp?reference=2

Traducciones disponibles : English  Français  Deutsch Ελληνικά

 


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