Scontri Università Autonoma di Santo Domingo: 50 fermati e 4 feriti
Scenario di guerra questo pomeriggio presso l’Università Autonoma di Santo Domingo (UASD) dove dopo 17 giorni, una protesta pacifica di studenti si conclude violentemente con un saldo di 50 giovani fermati e almeno quattro feriti, due studenti e due membri della sicurezza privata del Rettorato.
Il 3 luglio scorso, il direttore del centro universitario, Mateo Aquino Febrillet, aveva annunciato aumenti delle tariffe di circa 52 servizi offerti dall’università, iniziando dalle quote di iscrizione.
La notizia era stata accolta con varie forme di protesta da alcuni studenti, già esasperati dalle precarie condizioni in cui sono costretti a portare avanti gli studi: mancanza cronica di aule e di arredo scolastico, indaguatezza del servizio mensa etc.
Inizialmente venne occupata la Vicedirezione, poi gli uffici dei pagamenti nei pressi dei quali installarono tende da campeggio e dove alcuni studenti rimasero in occupazione pacifica. Alcuni si sono anche crocifissi simbolicamente come forma di protesta alternativa. Purtroppo senza ricevere nemmeno grande attenzione dalla stampa nazionale.
Il padre Rogelio Cruz, religioso dominicano da sempre vicino alle comunità più povere e ai settori giovanili e che appoggia la protesta degli studenti, ha anche organizzato delle messe e delle vie crucis in solidarietà con il movimento studentesco.
Fino ad oggi tutto stava procedendo nell’ambito di una pacifica protesta studentesca. Questo pomeriggio gli studenti erano riuniti in una messa con padre Rogelio Cruz, mentre nel Rettorato era riunito il Consiglio Universitario che stava decidendo le misure da adottare contro gli studenti. La parola dialogo e conciliazione sicuramente non è stata pronunciata mentre si prendeva la decisione di espellere dall’ateneo 8 studenti e di sospenderne altri 4. La notizia deve aver scaldato gli animi degli studenti contro i quali la sicurezza dell’ateneo ha risposto con le pallottole. A questo punto è successo di tutto, veicoli bruciati e danneggiati, lancio di pietre, vetri rotti.
Circa 100 uomini in tenuta antisommossa della Polizia Nazionale hanno fatto irruzione nel centro universitario chiamati dal rettore e dai funzioanri asserragliati all’interno dell’università e impossibilitati ad uscire.
Gli agenti, dopo aver distrutto gli oggetti degli studenti che avevano nell’occupazione, e cioè le suppellettili, le cucine e le tende da campeggio, hanno fatto irruzione nei locali della Federazione degli Studenti con i lacrimogeni e hanno tratto in arresto circa 50 studenti. Padre Rodelio Cruz li ha accompagnati in arresto volontario per vigilare sulla loro incolumità.
Elizabet Mateo, giovane avvocata e presidente del Movimento Civico “Toy Jarto pero creo en mi país” (Sono stufo ma credo nel mio paese), e che era presente alla messa, ha raccontato sul suo twitter in tempo reale proprio quanto stava accedendo: “Por qué tiran con balas y no con salva? Quieren matar gente deliberadamente? Por qué la seguridad universitaria usa balas? Un funcionario de la rectoría me acaba de amenazar porque dije que vi todo y que no fueron los estudiantes” (Perché sparano con pallottole e non a salve? Vogliono deliberatamente uccidere? Perchè la sicurezza universitaria usa le pallottole? Un funzionario del Rettorato mi minaccia perchè ho detto che ho visto tutto e che non sono stati gli studenti a sparare).
Il presidente della Federazione degli Studenti Dominicani (FED) Fernando Bonilla denuncia: “siamo stati doppiamente aggrediti. Ci aggredisce anche la stessa UASD che con intolleranza non ci ha permesso di reclamare per i nostri diritti”.
Gli studenti hanno chiesto a gran voce, prima di essere portati via dalla polizia “le dimissioni del Rettore per l’evidente incapacità nella gestione della situazione” e hanno avvisato che “non ci sarà pace fino a che questo non avverrà e fino a quando non verranno ritirati gli aumenti predisposti”.
Ben al di là di quanto accaduto oggi e in queste ultime settimane, il movimento studentesco dominicano è in fermento da tempo per le voci insistenti che vedono la privatizzazione dell’ateneo come unica possibilità di salvezza dalla gravissima crisi economica nella quale versa da tempo. Fermento che si va a sommare a quello di tutti gli altri attori vincolati al settore educativo e che in diverso modo da anni stanno lottando contro la privatizzaione dell’educazione, peu un’educazione dignitosa e di qualità e per l’aumento degli investimenti in questo settore nelle voci del bilancio pubblicop.
Appena un mese fa la Coalición Educación Digna, che riunisce le varie istanze presenti nel paese che lavorano in questo senso, ha ricevuto a Washington il premio all’Impegno Civile da parte del Diálogo Interamericano in una cermonia organizzata nella sede dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA). en una ceremonia realizada en Washington, en la sede de la Organización de Estados Americanos.
Non mi sbalordisce questo tipo di notizia in Santo Domingo. Salari minimi al limite dell’assurdo e investitori voraci che si divertono a sguazzare in quello che è ancora un paradiso d’investimento. Io stesso mi sono imbattuto in alcuni investitori italiani, ho visto come ragionano e ho visto, purtroppo, come stanno crescendo.
E hanno il coraggio di alzare le tasse agli universitari allo stremo.
Sono tutti stanchi e immaginiamoci come crescono e sviluppano la propria identità questi giovani, laddove anche le forze dell’ordine ti fermano ogni santo giorno per chiederti soldi, soldi, soldi.