La Renault guarda al Venezuela

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 Il colosso francese firma lettera d’intenti con il governo di Chávez. Uno dei sette accordi riguarda l’apertura di una fabbrica per l’assemblaggio del noto marchio automobilistico

di Annalisa Melandri — L’Indro* 30 novembre 2012

Riprendono i dialoghi in materia di accordi economici, commerciali e di cooperazione tra il Venezuela e la Francia, dopo l’elezione alla guida del Paese d’Oltralpe del francese François Hollande. Erano infatti ferme al 2008 le riunioni della Commissione Bilaterale di Alto Livello tra i due paesi.

Probabilmente tra socialisti ci si intende e quindi tra la Repubblica Bolivariana del Venezuela, alla guida della quale da oltre dieci anni c’è il ’socialista del XXI secolo’ Hugo Chàvez, recentemente rieletto con ampio margine di consenso, e il socialista FrançoisHollande, eletto presidente della Francia nel maggio di quest’anno, c’è più intesa di quanta non ce sia mai potuta essere tra lo stesso Chávez e il predecessore di Hollande, il conservatore Sarkozy.

I due paesi hanno firmato proprio questo lunedì sette accordi di “complementarietà e integrazione, che, come ha spiegato il ministro del Potere Popolare per la Scienza, la Tecnologia e le Industrie intermedie, Ricardo Menéndez, riguardano “la cooperazione, intercambio, ricerca e innovazione in area industriale, il sociale, l’industria mineraria, la scienza e il turismo”.

Tra questi, quello che sicuramente sta destando maggiore interesse, riguarda la decisione della Francia di aprire in Venezuela una fabbrica per l’assemblaggio del noto marchio automobilistico Renault. Per la Francia, la firma degli accordi e nello specifico della lettera d’intenti per la Renault, è stata apposta dal ministro per l’Economia Sociale e Solidale Benoit Hamon.

La Renault, azienda privata a partecipazione statale (lo stato detiene il 15,01 per cento, il 15 per cento appartiene alla Nissan e gli altri sono azionisti minori) non è nuova di casa in America Latina, dove il suo mercato tiene molto bene, a dispetto della crescente concorrenza dei nuovi marchi cinesi. Il colosso francese è infatti già presente in Brasile, Colombia e Argentina mentre in Venezuela la Renault gestisce da anni, circa una ventina di concessionarie con un mercato in continua espansione.

La fabbrica di assemblaggio risponderebbe, ci tiene a precisare il ministro Menéndez, a quelle che sono le linee guida rispetto agli investimenti stranieri portate avanti dal governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Ormai non solo in Venezuela, ma anche negli altri paesi della zona ALBA, caratterizzati da governi di tendenza progressista, le imprese straniere che vogliono investire devono necessariamente abbandonare le vecchie politiche economiche di stampo neocoloniale volte allo sfruttamento indiscriminato di risorse naturali ed umane ed accettare condizioni più eque. Così la francese Renault dovrà garantire il trasferimento di tecnologia e know-how, assunzione di personale locale e la produzione in vista dell’esportazione nei mercati vicini nell’ambito degli accordi commerciali che rientrano nel Mercato Comune del Sud (MERCOSUR) e nell’Alleanza Bolivariana dei Popoli della Nostra America (ALBA).

Anche il Centro di Formazione Franco-Venezuelano in Meccanica Automobilistica, inaugurato proprio in questi giorni nell’Istituto Universitario Tecnologico (IUT) ’Federico Rivero Palacio’ di Los Teques, vicino Caracas, e frutto della volontà comune del Ministro del Potere Popolare per l’Educazione Universitaria del Venezuela, del Ministero francese dell’Educazione Nazionale e della Renault Venezuela, si inserisce in quest’ottica.

Centinaia di studenti venezuelani, in laboratori altamente specializzati in alta tecnologia automobilistica (quella applicata nei veicoli Renault) ed istruiti da tecnici francesi della casa automobilistica, potranno quindi a breve ottenere un diploma di tecnico automobilistico necessario per l’inserimento nel lavoro in un settore che se da un lato sta sicuramente risentendo della crisi a livello globale, dall’altro per la sua ripresa ha proprio bisogno di puntare su tecnologia, scienza e innovazione. 

Rispetto ai tempi di costruzione dell’impianto e alla quantità degli investimenti tuttavia non sono ancora emersi maggiori dettagli. La firma della lettera d’intenti concede infatti almeno un anno di tempo alla compagnia francese per studi più specifici e previsioni più dettagliate. Gli altri accordi che verranno stipulati tra i due paesi riguarderanno i settori dell’energia, dei trasporti, alimentare e petrolifero. Il ministro Menéndez pone in quest’occasione, confermando l’interesse ad investire nel paese anche da parte di compagnie di altri paesi, l’accento sulla solidità dell’economia venezuelana “che permette di stabilire nuovi accordi per lo sviluppo nazionale e offre la fiducia necessaria agli investimenti stranieri”.

 

*Articolo scritto in esclusiva per l’Indro www.lindro.it e qui ripubblicato per gentile concessione

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