Muore Hugo Chávez
6 commentiScritto il 6 mar 2013 | 6 commenti | | In: America latina, Featured, Miei articoli/Mis artículos, Venezuela
Lascia un’eredità incommensurabile e passa alla storia per aver cercato, ed esserci a suo modo riuscito, di realizzare quello che era il sogno di Simón Bolívar, il Libertador, e cioè l’unità della Patria Grande latinoamericana.
di Annalisa Melandri in esclusiva per L’Indro — www.annalisamelandri.it
È morto Hugo Chávez, il presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ieri pomeriggio, martedì 5 marzo, a Caracas, alle 16.25 ora locale, le 22.55 in Italia. Chávez era ricoverato dal 18 febbraio scorso presso l’Ospedale Militare Carlos Arvelo, dopo essere rientrato da Cuba, dove l’11 dicembre aveva subito un delicato intervento chirurgico, il quarto, per la rimozione di una grave forma tumorale al colon che lo aveva colpito due anni fa.
Ne ha dato l’annuncio direttamente dall’ospedale, in un comunicato trasmesso a reti unificate il vicepresidente Nicolás Maduro, in lacrime e a tratti con la voce rotta dalla commozione.
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C'è chi usa la penna come un fucile al servizio di giustizia e verità e chi invece, come strumento di potere. E menzogna e falsità sono strumenti di potere. (AM)
“Colombia Invisible” largometraje de Unai Aranzadi. El nuevo teaser.
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E’ scomparso un grande rivoluzionario, un padre della nuova America Latina. Il main stream mediatico con i suoi servi sciocchi lo ha sempre dipinto come un personaggio stravagante e incline all’autocrazia. Il tributo del popolo venezuelano a Chavez dimostra tutta l’ipocrisia di quelle affermazioni.
Ciao Hugo! La grande storia ti accoglie.
grazie Giovanni. Un abbraccio
CHAVEZ IL SOCIALISMO DEL SECOLO XXI Vs POTERE, INGANNO E MANIPOLAZIONI.
6 marzo 2013
I più importanti media internazionali, danno risalto alla notizia sulla morte del presidente Venezuelano Hugo Chavez.
Uomo carismatico, diretto e determinato che all’ora di attaccare i suoi nemici qualsiasi fosse il loro potere, optava per un verbo tenace usato con perspicacia; quando si doveva mettere freno l’ipocrisia, falsità, cinismo e doppia morale di molti interlocutori nazionali e stranieri. Che si trattasse di un contadino, il re di spagna, la banca mondiale, politici oligarchi nord americani non contava molto; la questione era definire la circostanza con il suo vero nome. Da ieri pomeriggio la stampa mondiale punta il suo sguardo verso il Venezuela, i giornalisti canaglia appartenenti alle diverse Lobbies dominanti colgono la situazione e con savoir faire, si compiacciono nel dare risalto allo scoop sulla morte di Chavez, distillano sui network, blogs e reti sociali, paragrafi, aggettivi e sensazionali titoli, che non nascondono la loro compiacenza di rendere banale o completamente negativo l’operato di colui che ha avuto il coraggio di togliere la maschera e dare visibilità al volto nefasto e crudele del sistema responsabile della crisi che oggi domina la popolazione americana e del Vecchio Continente. L’ emporio corporativo nemico del processo socialista unitamente ai suoi adulatori non perdonano l’audacia di questo meticcio anti imperialista di umili origini che ha risvegliato il desiderio latinoamericano di unione, lotta e seconda indipendenza economica dalla oppressione post colonialista, dal l’ FMI, dalla costante manipolazione gringo-americana, dallo sfruttamento delle trasnazionali europee e giapponesi, e dai i gruppi industriali che da decenni dominavano imperturbati il territorio continentale di Bolivar. Fra i titoli delle testate ritroviamo quelli più tenui come il Washington Post, New York Times, Los Angeles Times e CNN. Altri cinici, banali e ripetitivi come le acerrime nemiche del processo che hanno perso direttamente o indirettamente investimenti nella zona latina fra cui: Le Figaro, Le Monde, ABC, El Pais, Corriere della Sera, Il Messaggero, la Repubblica.
Qualcun’altra fuori contesto e priva si sostanza come le pagine Giapponesi di YOMURI E NIKKEI.
Da sempre i media della destra parlano male del Venezuela, si critica la sua rivoluzione per un motivo, ulteriormente per un altro; l’ obiettivo è degradare e abbassare i costi di acquisto e possibilità di assoggettamento del loro oggetto desiderato. I super investitori volevano e vogliono controllare questo territorio a tutti costi, chi sa perché??? .….…forse perché si tratta della nazione con la riserva energetica petrolifera più grande del pianeta, il 51% del totale globale confermato di crudo pesante ( basta dire che un pieno di benzina super costa ai cittadini 70 centesimi di euro” .
Attualmente l’amministratore delle risorse è lo Stato attraverso PDVSA, terzo gruppo petrolifero nel mondo. Questo affascinante territorio possiede una spropositata ricchezza e varietà di risorse naturali capaci di sostenere la sua piena indipendenza grazie alla quantità di giacimenti petroliferi, di gas e carbone, senza dimenticare il potenziale idroelettrico, abbondanza di minerali di grosso valore economico e strategico come oro, ferro e alluminio. Sufficienti fonti d’acqua potabile in superficie e sotterranea e terra fertile, di utilità agroindustriale e forestale.
Come se non bastasse i meravigliosi scenari paesaggistici, isole ‚mare, fiumi, popolazioni indigene e foresta amazzonica di promozione turistica internazionale tolgono il respiro a chi li osserva. In aggiunta a tutto questo si sommano altre risorse, rinnovabili, non rinnovabili e convenzionali, che si trovano nel sotto suolo ancora inesplorato e da sfruttare. Il territorio venezuelano evoca il mitico “EL DORADO” nelle memorie dei conquistatori spagnoli, dei corsari inglesi, pirati olandesi e francesi, rappresenta una delle poche nazioni al mondo con tanti singolari vantaggi.
Chavez è riuscito ad esorcizzare lo spauracchio del fondo monetario internazionale, dissolvere la presenza Usa negli affari interni e controllare le finanze del paese per trasformarle in missioni sociali a favore dei diseredati e poveri, non solo del Venezuela ma anche del resto del Sudamerica.
Sean Penn e Oliver Stone amici del mandatario affermarono: ” con la scomparsa di Chavez i poveri del mondo perdono un difensore”. L’ uomo di buon umore che non accettava formalità, che cantava, rideva, discuteva di ogni argomento con la semplicità della gente comune non ha voluto soccombere alle pressioni o ai compromessi e questo gli è costato la continua diffamazione, persecuzione, e critica dei vassalli mediatici che servono alla tendenza imperialista.
Il presidente Hugo Chávez doveva assumere nuovamente le redini del potere il 10 gennaio, dopo essere stato rieletto con il 60% dei voti lo scorso 7 ottobre. Nei suoi anni di governo è riuscito a suscitare sentimenti contrapposti: una ’ammirazione vicina all’idolatria dei suoi seguaci, il disdegno e il biasimo dei suoi avversari.
Tra i provvedimenti presi durante il suo mandato, particolarmente importanti sono state “las misiones”. E, tra queste, hanno avuto importante rilevanza la “Misióne Barrio Adentro”, attività che assicurava l’attenzione medica primaria alle popolazioni più bisognose, la “Misión Vivienda”, per dare a tutti i venezolani una casa. Ha promosso gli interventi chirurgici gratuiti a coloro che soffrivano problemi di vista e malattie gravi, a quelli che non avevano copertura per le cure mediche, concedendo la pensione dopo i 55 anni anche a persone che non avevano mai pagato contributi al fisco. (azione contraria rispetto a ciò che accade nel Vecchio mondo, dove, a causa delle misure anti crisi, la gente perde i privilegi raggiunti con tanto sacrificio)
Lo definivano tiranno, populista, caudillo etc. Tuttavia la democrazia partecipativa la permise fino al punto in cui dovette sopportare, con un sorriso, l’essere insultato in diretta televisiva da una oppositrice in piena sezione congressuale, senza che per questo l’opposizione ricevesse ritorsioni o fosse penalizzata in qualche modo.
Tuttavia i gruppi contrari unitamente ai complici stranieri hanno sempre diffuso attraverso i giornali, la mancanza di libertà in Venezuela; potrebbe dirsi che fino ad oggi c’è stata democrazia in abbondanza.
La morte di Chavez è stata un’opportunità colta immediatamente dai servizi segreti della CIA: essi hanno tentato di corrompere alcuni militari per destabilizzare il paese in questi momenti di lutto continentale.
Personale addetto all’ambasciata USA è stato espulso da Caracas; cercava di infiltrarsi tra le forze armate e propiziare il caos. Questo fatto mette in evidenza che gli Stati Uniti possiedono la strategia e la tecnologia necessaria per attentare contro la vita di qualsiasi presidente.
La scrittrice e avvocato statunitense-venezuelana Eva Golinger afferma da New York che documenti declassificati hanno potuto evidenziare, in modo circostanziale, che potrebbe trattarsi di un crimine indotto con l’uso di armi biologiche sofisticate. Chavez e l’alleanza Bolivariana sono i principali avversari degli Stati Uniti e dei suoi premurosi corpi di intelligenza che da ieri sono stati mandati via dal Venezuela; la stessa Cia che in altre occasioni ha dovuto ritirare il suo personale in Bolivia, Argentina, Nicaragua e altri paesi della regione.
Chavez è sempre stato un nemico asimmetrico che gli USA non sono stati in grado di distruggere facilmente. Un’ arma biologica per inoculare il cancro agli oppositori anti imperialisti? perché no, è una rarità che un mandatario venga ucciso ??? la morte di un presidente non è rara, soprattutto quando esce di scena un personaggio socialmente compromesso con le minoranze. E’ successo a Kennedy e tanti altri.
Potrebbe sembrare coincidenza che nello stesso periodo di anti imperialismo latino americano promosso da Chavez internazionalmente, lo stesso problema di cancro improvviso lo hanno subìto Cristina Fernandez ( presidente dell’ Argentina), Ema Ruseff y Lula Da Silva presidenti rispettivamente della sinistra Brasiliana), Fernando Lugo – (Presidente del Paraguay) il Presidente Santos della Colombia. A questo si sommano i tentativi di colpi di stato organizzati dalla CIA in Ecuador, Paraguay e contro il primo presidente indigeno Boliviano di america, Evo Morales. E’ risaputo che sono le cospirazioni a dare forma alla struttura del mondo; ques’ordine si basa su un capitalismo che ci sta portando alla rovina totale. Quando questi potenti si riuniscono nel G8, G20 , la UE etc. tentano di riformare e sostenere questo sistema moribondo, un mostro incontrollabile che si alimenta della vitalità umana per nutrire le corporazioni industriali ed economiche, ONU, OME, FAO, FMI, BANCA MONDIALE ect.
Non c’è dubbio che, nel bene o nel male, il presidente Chávez è stato un leader carismatico che non solo ha trasformato politicamente il Venezuela ma ha lasciato una traccia profonda anche in tutta l’America Latina. Infatti, non si può negare la sua capacità comunicativa; la sua abilità nel rendere partecipi delle sue decisioni le popolazioni meno fortunate e più bisognose, facendole sentire protagoniste della vita politica del Paese, anche in ambito internazionale, soprattutto in America Latina, Africa, Asia e alcuni paesi del mondo arabo. Il suo carisma ha inciso fortemente e determinato scelte e prese di posizione tal volta inconvenienti. Restano nella memoria pubblica il suo umoristico e azzardato intervento alle Nazioni Unite contro George Bush il quale nominò come ” Il diavolo che puzza di zolfo” davanti alla platea politica mondiale o la ferma risposta al Re Juan Carlos di Spagna , quando egli ebbe la buona educazione di volerlo fare tacere nella Cumbre de Las Americas per i suoi discorsi anti colonialisti; in quell’occasione Chavez rispose ” Stai zitto tu Re.… noi siamo rimasti in silenzio per oltre 500 anni” , con la sua verve tropicale rispose alla regina di Inghilterra riguardo alle isole Malvinas, destando l’odio, l’ invidia o l’ammirazione di tanti.
Pedro Flores Arriaga un noto cattedratico politologo spagnolo ha dichiarato che ci vorrebbe un Chavez in Spagna, Grecia o Italia, un uomo forte capace di dare un colpo al tavolo e dire con ferma convinzione ” è finita.…. da oggi tutto cambierà ” semplicemente così, senza ambiguità, mezze frasi o giri di parole assomiglianti a: “qui lo dico e qui lo nego”, come ci hanno abituato i
politici contemporanei, adeguati alle circostanze del momento.
Il risveglio sudamericano è la lotta di questi popoli per la loro autodeterminazione, non si ferma con la morte di Hugo Chavez. La storia ricorda il saccheggio, il terrore e la violenza imposta in nome di Cristo in tutto il continente. Il presidente Venezuelano ha ricordato più volte fino alla ossessione, le azioni realizzate dalla colonizzazione nei secoli, dagli americani, dalle multinazionali ‚dal fondo monetario etc., una tragedia indotta dal potere che fu pagata con sangue e sofferenza dai più deboli, chi sa che il socialismo del secolo XXI ci riservi altre sorprese.
SANGREDEAMERICA.ORG -
Grazie Sangre de America per il lungo e interessante contributo. Inoltre molto bello il sito, belle le musiche, ma dove state?
Sede Caracas Venezuela,
membri e resp. in Italia a PR
grazie per la vostra pubblicazione .Cordialità
Carolina Maldonado
http://www.sangredeamerica.org