Paraguay: “Los Colorados” riacquistano il potere

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di Annalisa Melandri — esclusiva per L’Indro 24 aprile 2013

La destra paraguayana ha il volto di Horacio Cartes, presidente neoeletto

In Paraguay l’elezione alla presidenza del ricco imprenditore Horacio Cartes (56 anni), avvenuta domenica scorsa, ha segnato ilritorno al potere del Partido Colorado, il partito dell’ex dittatore Alfredo Stroessner.

Significa anche il ritorno della destra più corrotta, dopo la breve parentesi segnata dal governo di Fernando Lugo, l’ex vescovo, di sinistra, che per le sue simpatie verso i governi progressisti latinoamericani, fu deposto con un colpo di stato parlamentare avvenuto nel giro di appena di 24 ore, lo scorso anno.

Fernando Lugo era riuscito ad interrompere il predominio assoluto, durato oltre 60 anni,  del Partido Colorado nella vita politica del paese; la sua vicinanza al Venezuela di Hugo Chávez e la sua intenzione di entrare a far parte dell’ALBA (Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America) non erano ben visti dalla ricca e potente oligarchia paraguaiana appartenente sia al Partido Colorado che a quello Liberal Radical Auténtico (che pure faceva parte della colazione che lo portò alla vittoria elettorale nel 2008).
Gli successe, dopo il procedimento di impeachment che ebbe come pretesto un massacro di contadini avvenuto il 15 giugno 2012 in circostanze non del tutto chiarite, il vicepresidente Francisco Franco in attesa di nuove elezioni, mentre il paese  fu sospeso dagli organismi internazionali, Mercosur e Unasur, dei quali faceva parte.

Era chiaro che il Partido Colorado – Asociación Nacional Republicana (ANR)  difficilmente avrebbe rinunciato al potere politico dal momento che rappresenta il vero potere economico del paese e gli interessi dei potenti latifondisti locali.
Horacio Cartes ha ottenuto il 45,8 per cento dei voti contro il 36,94 per cento del suo oppositore, Efraín Alegre, pari  ad appena208.839 voti di differenza. Ha votato il 68,57 per cento dei 3,5 milioni di elettori aventi diritto.

Il socialista Mario Ferreiro e Aníbal Carrillo, del Frente Guasú (l’attuale partito di Fernando Lugo che in questo momento è senatore) hanno ottenuto rispettivamente appena il 5,69 per cento e il 3,43 per cento dei voti, mentre tutti gli altri, non sono arrivati al 3 per cento.

Non è un politico di vecchia data Horacio Cartes, anzi, si è sempre disinteressato di politica. Nonostante in Paraguay il voto sia obbligatorio, non ha avuto remore a confessare che quelle di domenica erano le prime elezioni nelle quali votava.
Iscrittosi al Partido Colorado solo nel 2009, la sua carriera politica, grazie ai suoi soldi, è stata tutta in ascesa. Si dice, infatti, di lui che sia l’uomo più ricco del paese, con interessi che spaziano dal settore del tabacco a quello dei trasporti, da quello delle bevande a quello dell’allevamento del bestiame, oltre ad essere un riconosciuto dirigente sportivo.
Si è trovato spesso al centro di indagini particolarmente pesanti, sia da parte  della DEA statunitense che da parte delle autorità brasiliane per presunto riciclaggio di denaro sporco e contrabbando e nel suo paese è stato più volte accusato di vincoli con il narcotraffico, ma i suoi avvocati tengono a precisare che “non è mai stato processato”. Il suo denaro ha fatto la differenza, ed è su di lui, un elemento estraneo alla politica, che infatti fa affidamento il partito, dopo la sconfitta del 2008 per riacquistare potere.

La OEA e gli altri osservatori elettorali presenti, tra i quali l’UNASUR  hanno testimoniato la trasparenza del voto, mentre il candidato sconfitto Efraín Alegre ha dichiarato di accettare il risultato elettorale in quanto nonostante lo sforzo straordinario “non è stata possibile la vittoria”.

Horacio Cartes ha già ricevuto in queste ore l’invito da parte del presidente della Colombia Manuel Santos e della presidente di Argentina Cristina Fernández Kirchner, a reintegrarsi negli organismi regionali dai quali era stato espulso, oltre che manifestazioni di appoggio da parte dei vari paesi latinoamericani.

Il neo eletto presidente si impegna a governare e ad amministrare lo stato con lo stesso spirito e cercando di ottenere lo stesso successo che ha ottenuto con le sue aziende, oltre a normalizzare le relazioni del Paraguay con i suoi vicini regionali, soprattutto con Nicolás Maduro, attuale presidente del Venezuela, paese con il quale il Paraguay aveva rotto ogni rapporto  a seguito della destituzione di Fernando Lugo.

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    Annalisa ha detto:

    Mi mancavano i tre mesi di gabbio, lo segnala Paolo Manzo su La Stampa, qui il link a Dagospia

    http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/paraguay-e-para-guri-il-nuovo-presidente-e-un-berluska-moltiplicato-per-mille-54640.htm

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