Honduras e Palestina, protestano gli evangelici
di Annalisa Melandri in esclusiva per L’ <a href=“http://www.l” onclick=“javascript:_gaq.push([’_trackEvent’,‘outbound-article’,‘http://www.l’]);“indro.it” target=“_blank”>Indro - 15 Maggio 2013
La decisione del governo dell’Honduras di avviare relazioni diplomatiche con la Palestina, a seguito della visita a Tegucigalpa del Ministro degli Affari Esteri palestinese Riyad al-Maliki, avvenuta la settimana scorsa, sembrerebbe che non sia stata bene accettata dai rappresentanti delle chiese evangeliche nel Paese. Al di là di valutazione strettamente politiche secondo le quali la decisione di stringere rapporti con la Palestina potrebbe compromettere gli ottimi rapporti che intercorrono tra Honduras e Israele, altre analisi e critiche sono state fatte in senso puramente religioso, citando ipotetiche profezie che sarebbero contenute nella Bibbia, come ha fatto per esempio il presidente della Confraternita Evangelica dell’Honduras (CEH), Alberto Solórzano, che ha dichiarato che «il mondo sarà testimone di come l’intero pianeta, […] si andrà allineando contro Israele, questa è una profezia fatta in funzione del fatto che l’unico popolo che starà con Israele sarà quello della Chiesa e questo scatenerà la venuta del Signore».
Nel novembre del 2012 la Palestina fu ammessa alle Nazioni Unite come “Stato osservatore” e in quella occasione l’Honduras appoggiò la risoluzione. Allora l’ambasciata israeliana a Tegucigalpa, attraverso il suo ambasciatore Elihau López, dichiarò che l’azione era considerata una “pugnalata nel cuore di Israele” mentre le chiese evangeliche solidarizzarono con lo stato israeliano manifestando appoggio all’ambasciatore López. L’esperto in diritto internazionale Graco Pérez pensa invece che lo stabilirsi di relazioni internazionali con la Palestina abbia a che vedere con il nuovo corso della politica estera del Paese, di apertura verso i governi progressisti della regione, come le nuove relazioni intraprese con l’Ecuador dopo la crisi avvenuta a seguito del colpo di Stato in Honduras nel 2009 e il ritorno recente del paese in Petrocaribe.
Alcuni rappresentanti del fondamentalismo evangelico invece, come per esempio l’Associazione dei Militari Cristiani dell’Honduras, hanno pubblicato una pagina a pagamento su un quotidiano nazionale dove sostengono che il presidente Porfirio Lobo dovrebbe rivedere la sua decisione in quanto i palestinesi «con i fondamentalisti musulmani sostengono il terrorismo internazionale» e che le «dichiarazioni del presidente Lobo vanno contro il popolo scelto da Dio e quindi contro lo stesso Dio». Gli evangelici rappresentano il 40 per cento della popolazione in Honduras, mentre i cattolici il 45 per cento, e le chiese evangeliche presenti nel paese sono oltre 20mila, anche se molte non sono regolarmente registrate e operano in totale illegalità e mancanza dei requisiti giuridici necessari, che sono quelli ai quali deve sottostare qualsiasi altra ONG. I cristiani evangelici in America latina rappresentano uno dei principali settori della società che manifesta appoggio incondizionato alle politiche di Israele, principalmente per motivi religiosi basati su interpretazioni bibliche, soprattutto del capitolo 12 della Genesi dove si parla del patto di Dio con Abramo e delle benedizioni che riceveranno coloro i quali benediranno il popolo ebraico.
Anche la percezione politica ha il suo peso: molti evangelici pensano che Israele (e gli Stati Uniti) rappresentino i veri valori di pace e democrazia nel mondo: un’inchiesta del 2002, commissionata dalla Fraternità Internazionale dei Cristiani ed Ebrei, ha rilevato che il 56 per cento dei cristiani evangelici la pensa in questo modo e crede che Israele debba essere appoggiata nella sua lotta contro il terrorismo. Gli ebrei vedono tuttavia con scetticismo questo appoggio senza mezzi termini, forse spaventati dall’eccessiva mania di proselitismo dei cristiani evangelici e della loro forza di persuasione e capacità di infiltrazione, tanto che in Israele ancora le chiese evangeliche non sono ancora riconosciute ufficialmente.