Ritorna l’Honduras in Petrocaribe
di Annalisa Melandri in esclusiva per L’Indro — 10 Maggio 2013
Si è tenuto il 5 maggio scorso a Caracas il VII vertice di Petrocaribe, l’alleanza strategica stipulata nel 2005 tra il Venezuela e 18 paesi dell’area dei Caraibi, per la vendita di petrolio a condizioni vantaggiose in cambio di servizi, alimenti ed altri prodotti.
Il vertice, oltre che con un sentito omaggio alla figura di Hugo Chávez, ex presidente del Venezuela recentemente scomparso e ideatore e promotore dell’iniziativa Petrocaribe, si è concluso con l’approvazione unanime di un grande impegno per il prossimo futuro: la realizzazione della Zona Economica Petrocaribe (ZEP).
La ZEP avrà l’obiettivo di sviluppare i settori produttivi dei paesi membri di Petrocaribe a partire dalla conformazione di catene di produzione che saranno il risultato di una pianificazione economica della regione.
Nel corso dell’atto conclusivo del vertice, che simbolicamente si è tenuto nel Cuartel de La Montaña, dove riposano le spoglie di Hugo Chávez, l’attuale presidente venezuelano Nicolás Maduro, raccogliendo il consenso fornito al suo governo dai capi di Stato dei paesi partecipanti, ha dichiarato che “ne è valsa la pena di portare avanti il progetto del presidente Chávez, progetto che oggi è più valido che mai”.
Altri importanti accordi raggiunti sono stati la firma del trattato di cooperazione per la fornitura di fertilizzanti; laconferma dell’applicazione del meccanismo di compensazione della fornitura petrolifera con beni e servizi per “stimolare l’accesso dei piccoli e medi produttori allo scambio commerciale e per approfittare delle potenzialità economiche di ogni paese”; l’avvio di studi per la creazione di un sistema di Fondi Bilaterali per l’Integrazione Petrocaribe.
Il vicepresidente del Consiglio dei Ministri di Cuba, Ricardo Cabrisas, nel suo intervento ha evidenziato la portata storica dell’iniziativa Petrocaribe, nata con l’obiettivo di porre fine a secoli di schiavitù e di colonialismo economico: “Senza la cooperazione del Venezuela quale sarebbe stato il destino dei paesi dei Caraibi con il prezzo del petrolio superiore ai cento dollari al barile? Questo accordo ha salvato tutti questi paesi ed è stato di enorme importanza”, ha ricordato.
Accordo, quello di Petrocaribe che ha rischiato di non essere rinnovato se le elezioni dopo la morte di Chávez le avesse vinte l’opposizione venezuelana. Il candidato Henrique Capriles infatti, in più di un’occasione aveva segnalato di non avere nessuna intenzione di rinnovare il contratto e di continuare a “regalare” il petrolio venezuelano ai paesi dei Caraibi, soprattutto “ai cubani”.
Se è vero che il petrolio venezuelano viene ceduto a condizioni estremamente vantaggiose, che altre compagnie petrolifere straniere mai avrebbero applicato (il pagamento immediato di una parte della fornitura, che varia fino al 50 per cento del totale e il resto dilazionato nel tempo, anche fino a 25 anni, ad un interesse dell’1 per cento) e parte dei pagamenti possono essere saldati dai paesi beneficiari mediante l’invio di alimenti, materie prime o servizi, è altrettanto vero che l’iniziativa Petrocaribe ha dato respiro a economie in difficoltà, ha permesso la dinamicità degli scambi commerciali nella regione e lentamente sta disegnando una nuova ‘mappa energetica’ che comprende anche lo sviluppo di iniziative mirate alla ricerca e all’implementazione delle energie alternative. In poche parole un grande progetto di integrazione energetica, commerciale, economica, che è veramente riduttivo oltre che non veritiero, classificare come “petrolio regalato ai cubani in cambio di medici”, come ripete spesso l’opposizione venezuelana.
Inoltre Petrocaribe non è solo questo: il Fondo Alba Caribe appositamente creato per il finanziamento di programmi sociali ed economici, ha già erogato oltre 180 milioni di dollari per 85 progetti in 11 paesi della regione e 29 milioni di dollari per tre progetti elettrici.
A livello politico, va segnalato il reintegro a pieno titolo in Petrocaribe, avvenuto in occasione di questo VII vertice,dell’Honduras, che era stato sospeso dall’accordo a seguito del colpo di Stato avvenuto nel 2009. L’attuale presidente Porfirio Lobo, eletto nello stesso anno, ha ringraziato la mediazione dei presidenti Hugo Chávez e Manuel Santos (Colombia) che nel 2011 ha permesso il reintegro del paese nell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) e ha detto che per il paese è “un onore” poter tornare a far parte dell’accordo.
Ha ricordato inoltre che la “compensazione della fornitura petrolifera ha permesso l’esportazione di oltre 1,4 milioni di tonnellate di prodotti come riso, zucchero, caffè, fagioli e carne” e che anche l’Honduras potrà approfittare della fornitura di fertilizzanti, oltre che delle condizioni vantaggiose di fornitura di combustibili.
Rispetto alla Zona Economica di Petrocaribe, secondo Porfirio Lobo si tratta di “uno sforzo volto a perfezionare l’integrazione latinoamericana e caraibica” che trascende da un ambito strettamente energetico rivolgendosi alla creazione di catene produttive regionali. Il Venezuela ha necessità, infatti, di uscire quanto prima dalla dipendenza del petrolio e sviluppare un proprio apparato produttivo, questa potrebbe essere la strada giusta, facendolo insieme agli altri partner regionali.