Traduciamo e diffondiamo una lettera inviata da stimati e riconosciuti intellettuali all’insorgenza colombiana delle FARC-EP, in merito allo scambio umanitario dei prigionieri di guerra in mano alle due parti belligeranti.
A seguire la risposta delle FARC-EP.
LETTERA DI INTELLETTUALI ALLE FARC
mercoledì, 17 settembre 2008
Signori membri del Segretariato:
La soluzione della crisi che investe in diverse forme la società e lo Stato colombiano richiede una attenta riflessione, nonché la partecipazione dei diversi settori espressione della società civile e degli attori impegnati nel conflitto interno armato, sociale e politico che opprime il paese, con l’obiettivo di evitare danni alle istituzioni e propiziare la costruzione di una democrazia piena con giustizia sociale e pace, alla quale tutti si sentano di appartenere.
In virtù di tutto ciò, la nostra aspirazione è di lavorare per sbloccare i cammini che conducano alla concretizzazione di un Accordo Umanitario che permetta la liberazione dei sequestrati in potere all’insorgenza armata delle Farc e, allo stesso tempo, la libertà dei prigionieri di questa guerriglia sotto la giurisdizione dello Stato.
Siamo consapevoli del fatto che una soluzione diversa dall’intesa politica, per celebrare un Accordo Umanitario e facilitare un’uscita negoziata al conflitto, comporterebbe la sofferenza di importanti settori della popolazione, l’imminente pericolo per la vita dei prigionieri che stanno nella selva, la degradazione della guerra, e lo stimolo alla militarizzazione e all’autoritarismo e alla debilitazione istituzionale del processo politico nazionale.
L’escalation del conflitto ha travalicato la geografia nazionale e coinvolge territori di paesi fratelli con diversi atti di violenza istituzionale che hanno posto in difficoltà le relazioni diplomatiche del nostro paese.
Nonostante ciò, siamo certi che i presidenti e i capi di Stato dei popoli fratelli nell’emisfero e dei designati paesi amici europei concorreranno in modo solidale ad appoggiare i processi di dialogo che stiamo proponendo.
Per le ragioni esposte e con l’animo di intraprendere sin d’ora la ricerca di soluzioni a favore della pace in Colombia e la tranquillità degli esseri umani che subiscono il conflitto, vi invitiamo cordialmente a sviluppare un dialogo pubblico attraverso uno scambio epistolare mediante il quale voi, noi e in generale la società colombiana possa identificare gli elementi che permettano di definire una agenda che chiarisca quali siano i percorsi in cui sia possibile intendersi, in attesa del tanto anelato accordo umanitario.
Consideriamo che esiste già un’apprezzabile corrente di opinione che favorisce la promozione di fattori contrari alla soluzione armata e che è in condizione di collocare i referenti adatti per generare un confronto democratico sui temi della pace e della guerra in Colombia, al fine di propiziare la pacifica convivenza all’interno di una nuova etica sociale.
Firmatari: Piedad Córdoba Ruiz, Medófilo Medina, Fabio Morón Díaz, Víctor Manuel Moncayo, Alfredo Beltrán Sierra, Jaime Angulo Bossa, Javier Darío Restrepo, Daniel Samper Pizano, Francisco Leal Buitrago, Iván Cepeda Castro, Marc Chernick, Gabriel Izquierdo S.J., Gloria Cuartas, Alberto Rojas Puyo, Fernán González S.J., José Gutiérrez, Álvaro Camacho Guisado, Fabiola Perdomo E, Apolinar Díaz-Callejas, Lisandro Duque Naranjo, Alberto Cienfuegos, Alpher Rojas Carvajal, Leopoldo Múnera Ruiz, Renán Vega Cantor, Carlos Lozano Guillen, Carlos Villalba Bustillo, Jorge Enrique Botero, Apecidez Álviz F, Carlos A. Rodríguez Díaz, Ricardo Bonilla G, Andrés Felipe Villamizar, Arlen B. Tickner, Zulia Mena, Gustavo Duncan, Lilia Solano, Julio Silva Colmenares, Oscar Mejía Quintana, Olga Amparo Sánchez, Arturo Escobar, Rafael Ballén, William García Rodríguez, César Augusto Ayala Diago, Fernando Cubides Cipagauta, Darío Villamizar H, Luis Fernando Medina, Santiago Araoz F, Fabián Acosta, Ciro Quiroz, Alonso Ojeda Awad, Jimmy Viera, Efraín Viveros, Eduardo Gómez, Carlos Villamil Chaux, Moritz Akerman, Ricardo Montenegro V, Santiago Vásquez L, Enrique Santos Molano, Libardo Sarmiento Anzola, Hollman Morris, Víctor Gaviria, Jaime Caicedo T, Patricia Ariza, Jennifer Steffens, Bruno Díaz, Héctor Moreno Gálviz, Mauricio Archila Neira, Dora Lucy Arias, Carlos Álvarez Núñez, Carlos Medina Gallego, Diego Otero Prada, Guillermo Silva, Luis Enrique Escobar, Eduardo López Hooker, Eduardo Carreño, Alexandra Bermúdez, Fernando Estrada G, Norma Enríquez, Pilar Rueda, Fernando Arellano, Gabriel Awad, Cristo Rafael García Tapias, Alfonso Santos C, Jorge Lara Bonilla, Miguel Eduardo Cárdenas, Andrés Vásquez, Jaime Calderón Herrera, Álvaro Bejarano, Álvaro Delgado, Álvaro Villarraga, Armando Palau, Darío Morón Díaz, Mauricio Rojas Rodríguez, Jairo E. Gómez, Carlos Rosero, Gonzalo Uribe Aristizábal, Edgar Martínez C, Cristina Ortegón, Esperanza Márquez M, Daniel Libreros C, Didima Rico Chavarro, Eduardo Franco Isaza, Evelio Ramírez, Fructuoso Arias, Gabriel García B, Gabriel Ruiz O, Germán Arias Ospina, Gloria Polanco, Gustavo Puyo A, Gustavo García, Hernán Cortés A, Ivón González, Jaime Pulido Sierra, Jaime Vasco A, Juanita Basán A, Juan de Dios Alfonso, Luis Alberto Ávila A, Luis Eduardo Salcedo, Luis Jairo Ramírez H, Marleny Orjuela, Mario Santana, Orsinia Polanco, René Antonio Florez C, Ricardo García Duarte, Rubén Darío Flórez, Sara Leukos, Víctor José Pardo.
RISPOSTA DELL’INSORGENZA
Stimati compatrioti:
Abbiamo ricevuto benevolmente la vostra missiva di settembre, che invita a ricercare collettivamente delle strade verso la pace, diverse dalla attuale linea di guerra perenne del governo, la quale significa persistere nell’impossibile soluzione militare ai problemi politici, economici e sociali che sono alla base del cruento conflitto che strazia il paese.
Accogliamo il maturare di una corrente di pensiero che si distanzia dal falso trionfalismo e dai parametri della soluzione bellicista per i grandi problemi nazionali. Non dubitiamo del successo della vostra iniziativa perché interpreta il sentimento di pace e la volontà della maggioranza.
Questa lettera rappresenta già l’inizio dello Scambio Epistolare che ci proponete per discutere nel merito di un’uscita politica del conflitto, dello scambio umanitario e della pace. Parteciperemo, dinanzi al popolo, ad un dialogo ampio e franco, senza dogmatismi, senza settarismi, e senza pregiudiziali intorno ai temi che suggerite. E’ necessario sforzarci di coinvolgere la più grande quantità possibile di organizzazioni politiche e sociali e di persone indipendenti.
La nostra disposizione nel ricercare le possibilità dello scambio umanitario e della pace con giustizia sociale, che è oggi la necessità più urgente e sentita di tutta la nazione, rimane immutata. La liberazione unilaterale di sei congressisti nel recente passato, consegnati al Presidente Hugo Chàvez e alla senatrice Piedad Còrdoba, intendeva creare le condizioni e l’ambiente propizio allo scambio di prigionieri in potere delle parti contendenti. Questo atto è un’irrefutabile testimonianza di volontà politica.
Molto rispettosamente, suggeriamo, per rafforzare questo nuovo tentativo, di tener conto della manifesta disponibilità della grande maggioranza dei Presidenti latinoamericani, nel contribuire con i propri sforzi, alla realizzazione dello scambio umanitario e della pace.
La immensa bandiera della pace con giustizia sociale dovrà sventolare definitivamente, libera, sotto il cielo della Colombia. La guerra eterna contro il popolo che ci vogliono imporre per perpetrare l’ingiustizia, non può essere il destino della patria.
Ricevete il nostro cordiale saluto,
Compatrioti
Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP
Montagne della Colombia, 16 ottobre 2008