Nucleare nelle scuole: disinformazione di governo fin dalla prima media
Vivo all’estero e mio figlio avrebbe dovuto frequentare in Italia quest’ anno la prima media. Il suo testo di geografia era il seguente: GEOGRAFIA Edizioni Atlas 1 Europa (2008), che ho comprato comunque e che ogni tanto sfogliamo insieme, tanto per rimanere al passo con i suoi vecchi compagni di scuola.
Poco tempo fa stavamo leggendo insieme il capitolo relativo alle “Risorse e l’energia”. Interessante per un bimbo di 11 anni: le risorse del sottosuolo, la produzione di energia, le energie alternative, il petrolio… Arriviamo al paragrafo dell’energia elettrica e dell’energia nucleare, che copio testualmente:
“La forma di energia più utilizzata in Europa è quella elettrica. Essa viene prodotta prevalentemente nelle centrali termoelettriche mediante la combustione di petrolio, carbone o gas naturale oppure attraverso impianti idroelettrici che sfruttano la caduta dell’acqua.
A partire dagli anni ’80 si è diffuso l’utilizzo dell’energia nucleare, prodotta dalla disintegrazione (fissione) dei nuclei atomici dell’uranio. Alcuni Paesi europei (Francia, Russia, Regno Unito, Germania, Ucraina, Svezia, Spagna) sono tra i più “nuclearizzati” del mondo per l’elevato numero di impianti nucleari presenti sul loro territorio.
In Francia, ad esempio, esistono circa 60 centrali nucleari , che producono i ¾ dell’energia nazionale.
A causa della pericolosità delle centrali nucleari alcuni paesi (Svezia, Germania, Paesi Bassi) avevano deciso di arrivare nel lungo periodo alla graduale chiusura di questi impianti. Il miglioramento dei sistemi di sicurezza approntati, il problema di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra (prodotti dai combustibili fossili) e i minori costi dell’energia nucleare, hanno indotto i governi a sospendere questa decisione”.
Il paragrafo seguente (10 righe) tratta dell’ impatto ambientale ed economico della produzione energetica, della dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento, del pericolo di incidenti, della difficoltà di smaltimento delle scorie e del fatto che le riserve di fonti energetiche sono esauribili.
Continuiamo a leggere una pagina intera dedicata al petrolio e alle catastrofi ambientali (incidenti alle petroliere e lavaggi delle cisterne). Si prosegue con le fonti rinnovabili. Tanta teoria e poca pratica. Fine del capitolo.
Resto basita!!!
Leggete attentamente il testo in corsivo per favore… Ci sono alcune omissioni importanti ed evidenti. Innanzitutto non una parola, una sola, sul referendum con cui gli italiani in massa nel 1987 dissero NO al nucleare. Eppure si fa una lista di paesi, Svezia, Germania e Paesi Bassi che “avevano deciso di arrivare nel lungo periodo alla graduale chiusura di questi impianti”. Ma che poi, non lo fecero per tutti quei bei motivi elencati (il miglioramento dei sistemi di sicurezza, le emissioni di gas ad effetto serra, i minori costi dell’energia nucleare…).
Tuttavia, oltre ad essere strano che proprio un testo italiano ometta la notizia del referendum in Italia, osserviamo che si omette anche di dire, rispetto ai paesi citati, che nel 2006 proprio in Svezia si registrò un gravissimo incidente nucleare per cui tre delle dieci centrali furono chiuse. Altri due reattori chiusero per difetti di progettazione. Non si dice nemmeno che la Svezia nonostante l’utilizzo del nucleare, contempli tra i piani energetici governativi l’abbandono del combustibile fossile per i trasporti nel 2030, che nel 2020 dovrebbe avere il 50% di energia da fonti rinnovabili e che il paese dovrebbe entro il 2050 arrivare ad emissioni zero.
Ma se di per se questo è già abbastanza grave, gravissimo invece appare che non si faccia nel citato testo, un solo riferimento al più grave incidente nucleare della storia, quello di Chernobyl, avvenuto in Ucraina il 26 aprile 1986. Questa evidente disinformazione, compiuta a discapito dei bambini è criminale.
Chiudiamo il libro e davanti alle fotografie di Chernobyl che si trovano per fortuna, in rete, ne parliamo.