La Comunità di Pace di San José de Apartadò ancora sotto minaccia paramilitare

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Ricevo e diffondo anche se con un poco di ritardo due appelli di due associazioni che da anni lavorano con la Comunitá di Pace San José di Apartadó. Il primo viene dai volontari di Operazione Colomba, un corpo di pace della Comunitá Papa Giovanni XXIII che denunciano come nel dipartimento di Cordoba alcune famiglie della Comunitá di Pace sarebbero sotto minacce costanti di paramilitari presumibilmente  finanzati dalla Impresa URRÁ S.A. costruttrice della diga URRÁI  che giá in passato usó questi metodi per provocare lo sfollamento delle famiglie e che ora, dovendo costruire la seconda diga,  ritenta con le stesse modalitá criminali.

La seconda é una lettera che gli amici della Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!, hanno inviato alla presidenza della Repubblica della Colombia e alla dirigenza dell´impresa URRÁ S..A  denunciando quanto sopra esposto.

Rimini, 12 maggio 2011

COMUNICATO STAMPA

Volontari di Operazione Colomba della Comunità Papa Giovanni XXIII

denunciano la gravità della situazione nel nord della Colombia

I volontari di Operazione Colomba, Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII (www.apg23.org), da una settimana si trovano nel dipartimento di Cordoba, nel nord della Colombia,

per proteggere alcune famiglie della Comunità di Pace di San José de Apartadò che risiedono in quell’area.

La Comunità di Pace di San José de Apartadò (www.cdpsanjose.org) è composta da circa 1.500 persone, sparse tra il dipartimento di Antioquia e quello di Cordoba, che si sono unite per resistere al

conflitto armato colombiano in maniera neutrale e nonviolenta.

La Comunità di Pace ha richiesto ai volontari di Operazione Colomba, che operano in quell’area da circa 2 anni, di prolungare la propria permanenza nella zona di Cordoba in seguito all’aggravarsi della

situazione.

Secondo numerose fonti, infatti, gruppi paramilitari locali stanno causando lo sfollamento delle comunità contadine residenti nell’area circostante al lago artificiale creato dalla diga URRÁ I

(costruita una decina d’anni fa dall’Impresa URRÁ S.A., www.urra.com.co).

In particolare le veredas (piccoli villaggi) maggiormente esposte sarebbero quelle di Alto Joaquin, Porto Nuevo, Las Claras, Nain, Taparito, Diamante, Manzo, Rio Verde, Baltazar.

I paramilitari starebbero minacciando i contadini dell’area di compiere massacri indiscriminati o di uccidere i loro leader locali (come avvenne per la costruzione della diga URRÁ I).

Indipendentemente dall’attuazione o meno di tali minacce, queste notizie stanno generando grande panico e preoccupazione, tanto che alcune famiglie hanno già abbandonato la zona o sono in procinto

di farlo.

Secondo la testimonianza di alcuni paramilitari, la stessa Impresa URRÁ S.A. starebbe finanziando il loro delittuoso operato al fine di sgomberare l’area dai civili e lasciare mano libera alla costruzione

della seconda diga, alle concessioni minerarie e al narcotraffico.

Tutto questo avviene nella totale impunità e sotto gli occhi della forza pubblica.

Questa area definita come Alto Sinù è uno dei patrimoni più ricchi della Colombia per la presenza di miniere d’oro, carbone, nichel e ferro, nonché uno dei più grandi bacini idrici di tutta l’America Latina.

La costruzione della diga URRÁ II e le voci dell’imminente ampliamento del Parco nazionale Naturale del Nudo Paramillo, che coinvolgerebbe queste stesse aree, nascondono interessi economici enormi per

imprese multinazionali colombiane e straniere che per questo sono disposte a non tener conto delle morti e dello sfollamento di migliaia di persone.

I volontari di Operazione Colomba, con una presenza internazionale e nonviolenta, contrastano l’uso della forza di tutti gli attori armati sui civili.

Per maggiori informazioni sul progetto di Operazione Colomba in Colombia:

www.operazionecolomba.it

Il Responsabile Generale

Giovanni Ramonda

Per contatti:

Marco Ghisoni

Tel. 0541.29005

Mail: opcolatapg23dotorg

Iscrizione

 

A seguire pubblichiamo un appello molto importante per tentare di fare pressione internazionale sulla Presidenza della Repubblica Colombiana per la grave situazione di violenza che stanno subendo le famiglie della regione dell’Alto Sinù, tra le quali alcune della Comunità di Pace di San José de Apartadò, accompagnate e sostenute da due anni da una presenza costante e nonviolenta sul territorio dei volontari di Operazione Colomba.

 

Comunità di Pace e volontari hanno bisogno anche del tuo impegno per fermare la violenza.
Questa azione urgente è promossa dalla Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive! con la quale Operazione Colomba lavora a supporto della Comunità di Pace di San José de Apartadò.

 

 

Appello Urgente

Care e cari,

in queste ultime settimane le aggressioni dei paramilitari nel territorio della Comunità di Pace di San José de Apartadò si sono intensificate e sono almeno tre gli omicidi compiuti e decine le pressioni fisiche e psicologiche sui vari membri della Comunità, sia nel territorio di San José che nel Municipio di Tierralta (Cordoba).
Ci sono almeno quattro basi paramilitari nella zona che operano in connivenza con membri dell’Esercito e della Polizia.
Per questo abbiamo fatto, come Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!, una lettera aperta al Presidente colombiano Santos che abbiamo inviato in copia anche ad altri rappresentanti del governo e ai responsabili dell’Impresa Urrà.

Vi invitiamo, oltre che a diffondere la lettera tra i vostri contatti (scaricabile a fine pagina in forma integrale sia in italiano che in spagnolo), a copiare il testo (che e’ in forma ridotta ed esclusivamente in spagnolo) che segue ed inviarlo, con la vostra firma personale, o nome dell’Associazione, o Ente Locale che rappresentate, al Presidente Santos:

Basta andare al seguente link: http://syscopre.presidencia.gov.co/publico/frmCiudadano.aspx

Vi verranno chiesti alcuni dati che vi suggeriamo di riempire con le seguenti informazioni, affinché tutte le denunce arrivino con lo stesso formato:

En Departamento seleccionar: Antioquia

En municipio: Carepa

Teléfono: …

Mail: …

Asunto: Amenazan con masacres a campesinos/as de la Comunidad de Paz

Tema: DENUNCIAS

Sub-Tema: DERECHOS HUMANOS

En mensaje: (Copiare e incollare il seguente testo — versione corta, meno di 4000 caratteri)

PARAMILITARES AMENANZAN A LOS CAMPESINOS DE SAN JOSE DE APARTADÓ Y TIERRALTA.
SOS para que las autoridades competentes tomen las medidas necesarias para salvaguardar la integridad de los habitantes de San José de Apartadó y del municipio de Tierralta y, en especial, la de los campesinos/as de la Comunidad de Paz de estas localidades, frente a las amenazas de paramilitares que siguen actuando en la zona de Urabá.
De acuerdo con las denuncias de los pobladores y de los observadores internacionales que los acompañan, en las proximidades de la Comunidad sigue habiendo bases paramilitares, cuyos agentes continúan realizando acciones terroristas con la tolerancia, de miembros de la Brigada XVII del Ejército y de la Policía Nacional.
Los campesinos de la Comunidad denunciaron la irrupción paramilitar, nada más y nada menos el 5 de mayo pasado, en la vereda Murillo, en la cual preguntaron por algunos de sus integrantes y amenazaron con una nueva masacre si éstos no desalojaban la zona. Tal como el congresista Iván Cepeda denunció, “todo esto ocurre al mismo tiempo que la XVII Brigada que dirige el General Hernán Giraldo hace una presencia muy fuerte en la región. Así que es inexplicable esa connivencia entre estructuras paramilitares y el Ejército y la Policía Nacional, en un radio que es de pocos kilómetros, una zona que está perfectamente controlada por el Ejército pero que también, al parecer, está controlada por grupos paramilitares”.
Ante tal situación ¿Cómo se pueden entender las respuestas y comunicaciones oficiales del gobierno a las denuncias internacionales de violación de la vida y de la dignidad de los campesinos y campesinas que hacen parte de la Comunidad de Paz? Si por un lado, el gobierno expresa la voluntad de cumplir las medidas provisionales de protección decretadas por la Corte Interamericana de Derechos Humanos a favor de la Comunidad de Paz; por el otro, en el terreno y sobre la vida misma de estos ciudadanos colombianos, se verifican casos de amenazas e incursiones de grupos paramilitares; estigmatización mediante la difusión de falsas noticias por parte de militares de la Brigada XVII y, enfrentamientos armados entre paramilitares y grupos guerrilleros.
Entonces, Señor Presidente, Juan Manuel Santos, atendiendo a su cargo de Jefe máximo del Estado y garante de los derechos y libertades de todos los colombianos, le solicitamos comedidamente, se interese y coordine las acciones pertinentes para evitar las violaciones a las que están permanentemente sometidos los campesinos/as de la Comunidad de Paz y de veredas cercanas a ésta. Asimismo le solicitamos, en su calidad de Jefe de Estado, Jefe del Gobierno y Suprema Autoridad Administrativa, se personalice de la grave situación humanitaria por la que atraviesan, a causa de la presencia y el actuar paramilitar, los pobladores de las veredas que colindan con el proyecto de la represa Urrá II: Alto Joaquín, Porto Nuevo, Las Claras, Nain, Taparito, Diamante, Manzo, Rio Verde, Baltazar y, Murmullo, del municipio de Tierralta departamento de Córdoba.
Agradecemos también que informe a la opinión pública sobre los procesos penales que se llevan a cabo para juzgar a los responsables de dichas acciones terroristas ya que, como usted bien sabe, son crímenes que por su naturaleza amenazan a la entera humanidad.
Respetuoso saludo.

(Firmate con il nome della vostra Associazione, Ente Locale, o nome e cognome se lo mandate come persona singola)

Vi ringrazio per tutto l’appoggio che potrete dare,

 

 

Carla Mariani ( Volontaria rete Colombia Vive!)

P.S. Simona, coordinatrice della Rete, è a Bruxelles impegnata nell’assemblea OIDHACO

Lettera aperta a Santos


Rete Italiana di Solidarietà, Colombia Vive! Onlus
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Fax ++39 0744 715270 begin_of_the_skype_highlighting              0744 715270      end_of_the_skype_highlighting
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