Posizione dei paesi ALBA sulla conferenza del clima di DURBAN
I ministri degli esteri e dell’ambiente dei paesi appartenenti all’ Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) in riunione questa settimana a Santa Cruz in Bolivia, hanno informato della decisione di prendere accordi con gli altri paesi in via di sviluppo allo scopo di presentare una “forte posizione comune” nel vertice delle Nazioni Unite sul Cambio Climatico che si terrà a Durban in Sud Africa nel prossimo dicembre. Quello di Durban è il terzo vertice mondiale sul clima dopo quello del 2009 di Copenaghen e di Cancún del 2011 , che si sono conclusi mettendo a nudo la mancanza di volontà da parte dei governi dei paesi più industrializzati (Cina e Stati Uniti soprattutto) di risolvere e mettere un freno a un disastro per la maggior parte proprio da questi causato.
L’obiettivo dei paesi membri dell’ALBA è che si riesca a rafforzare il protocollo di Kyoto che oggi sembra essere l’unico strumento a disposizione per la salvaguardia del pianeta dal punto di vista delle emissioni nocive, nonostante le reticenze che vengono proprio dai paesi maggiormente industrializzati.
Ribadiscono che “come conseguenza del cambio climatico, il riscaldamento globale, già lo viviamo a La Paz dove non abbiamo più il nostro ghiacciaio, stiamo parlando del Chacaltaya che non esiste più e quando sparisce un ghiacciaio già non c’è più vita, per questo e’ necessario difendere la natura e la sua armonia e per questo siamo qui riuniti”.
I delegati hanno inoltre messo in risalto l’importanza del fatto che nelle trattative venga rispettata l’uguaglianza sovrana di tutti gli Stati, tramite processi aperti, trasparenti e non discriminatori.
I paesi dell’ALBA inoltre si oppongono al sistema di riduzione volontario proposto dai paesi più sviluppati, ribadendo la necessità di ottenere l’impegno dei paesi sviluppati di garantire contributi sufficienti tramite nuove risorse e aggiuntivi a quelli attualmente destinati all’ Aiuto Ufficiale per lo Sviluppo.
La Via Campesina, movimento contadino internazionale, ha diffuso un appello informando sul fatto che il “44% di tutte le emissioni di gas serra sono generate dal sistema alimentare attuale. Contribuiscono a tutto questo il trasporto di alimenti che potrebbero essere prodotti localmente, l’uso eccessivo di petrolio e sostanze chimiche, le monoculture e la deforestazione”.
“Per questo Vía Campesina segnala che continuerà con azioni di rafforzamento dell’agroecologia e nella lotta per la riforma agraria, contro l’inclusione dell’agricoltura contadina nei meccanismi di finanziamento del carbonio”.
Leggi qui l’appello integrale di Via Campesina
Leggi qui la dichiarazione di A Sud