Parla Salvatore Mancuso e trema Álvaro Uribe in Colombia
Il capo paramilitare e narcotrafficante calabro-colombiano Salvatore Mancuso parla da un carcere di massima sicurezza negli Stati Uniti e inguaia l’ex-presidente colombiano Álvaro Uribe: noi narcos aiutavamo lui per far fuori Hugo Chávez.
Misterioso silenzio della grande stampa che aveva sempre sostenuto il contrario.
Ricordate quando per la stampa mainstream il presidente colombiano Álvaro Uribe era il nostro eroe senza macchia e senza paura mentre Hugo Chávez era il capo dei narcos un po’ come Ugo Tognazzi era il capo delle Brigate Rosse? Chi scrive, e più di me Guido Piccoli, Annalisa Melandri, Simone Bruno, Stella Spinelli e pochi altri blogger, cercavamo di fornire dati, fatti concreti, documenti, per interpretazioni più equanimi della realtà grancolombiana, sulle vere proporzioni del ruolo delle FARC, sulle enormi ingiustizie, sulle violazioni dei diritti umani, civili, sindacali, sulla guerra come scusa per le destre, per la militarizzazione bushiana del continente, per il narco, per i paracos, per l’agroindustria che spazzava via i piccoli coltivatori, per far fuori la rivoluzione bolivariana di Hugo Chávez che, addirittura, “foraggiava” le FARC e voleva addirittura muovere guerra alla Colombia. E se osavi dire che le citate erano semplicemente balle e che era Uribe ad essere legato a filo doppio con il paramilitarismo… ti davano del terrorista.
Ebbene, adesso parla Salvatore Mancuso, che ha ammesso almeno 300 omicidi e sotto il comando del quale sarebbero state assassinate almeno 3.000 persone, oramai fuori gioco e da quattro anni estradato negli Stati Uniti. Conferma tutto quello che l’informazione democratica diceva e l’informazione mainstream negava per difendere l’amico di George Bush, Álvaro Uribe. Ebbene le AUC (Autodifesa Unita Colombia), l’organizzazione paramilitare di Mancuso, non solo finanziò la campagna elettorale di Uribe (che ha querelato Mancuso per diffamazione e con il quale il narcotrafficante afferma di essersi riunito personalmente), ma organizzò la logistica per portare gli elettori ai seggi (e sennò vi ammazziamo). Lo stesso i paramilitari facevano per le elezioni amministrative. Inoltre racconta dettagli sulla parapolitica, raccontando come in parlamento esisteva una sorta di partito delle AUC. Infine dettaglia le riunioni con alti generali dell’esercito colombiano per pianificare massacri di civili. Non solo: Mancuso racconta come le AUC fossero coinvolte in un piano per installare e addestrare gruppi paramilitari in Venezuela, in accordo con militari e politici della destra venezuelana, con l’obbiettivo di arrivare ad un colpo di stato per rovesciare il governo democraticamente eletto di Hugo Chávez.
Chi aveva occhi per vedere e onestà intellettuale per scriverlo lo ha sempre detto. Chi non voleva vedere e anzi scriveva esattamente l’opposto, ricopiando le veline di Miami e di El País di Madrid, neanche oggi ha l’onestà intellettuale per ammetterlo.
Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it