Armi in veicolo diplomatico statunitense in Bolivia. Destabilizzazione del paese?

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Il ministro del governo boliviano Carlos Romero ha informato che all’alba di ieri é stato fermato un veicolo appartenente all’ambasciata statunitense nel paese che stava trasportando armi e munizioni verso la regione di Santa Cruz.

Due persone sono state arrestate e sono stati sequestrati tre fucili Remington calibro 12, una pistola Smith calibro 38, circa 2000 munizioni, apparecchiature trasmittenti e un computer. (altro…)


Fidel e il Papa

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Foto Alex Castro/Cubadebate


Camille Chalmers: ad Haiti la Minustah ha fallito completamente

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Incontriamo Camille Chalmers, economista ed attivista haitiano, leader di PAPDA (Haitian Plataform for an Alternative Development) a Tocoa (Honduras), nella regione del Bajo Aguán, in occasione dell’Incontro Internazionale dei Diritti Umani in Solidarietà con Honduras. Approfittiamo dell’occasione per ascoltare dalla sua viva voce la situazione di Haiti, proprio nel momento in cui si stanno definendo i piani internazionali di ricostruzione del paese. Il quadro che emerge è  penoso, soprattutto rispetto alle responsabilità della Minustah, la Missione delle Nazioni Unite per la Stabilizzazione di Haiti, responsabile in molti casi di gravi violazioni dei diritti umani commesse contro la popolazione haitiana.

 

Di Maria Felisa Lemos (Indymedia Rosario-Argentina) e Annalisa Melandri (www.annalisamelandri.it)

Tocoa, 16 febbraio  2012 

Camille, puoi farci una sintesi della situazione politica attuale di Haiti? 

Il popolo di Haiti sta vivendo una situazione molto difficile come conseguenza di molteplici fattori e specialmente per una crisi economica di produzione, aggravata dall’applicazione di misure neoliberali a partire dal 1984,  misure che hanno contribuito a distruggere gran parte della capacità  produttiva del paese.

Haiti nell’anno 1972 era un paese autosufficiente, ora sta importando l’82% della sua produzione nazionale  di riso,  siamo diventati il terzo importatore  di riso nordamericano dopo il Messico e il Giappone. Queste politiche hanno provocato  un divario terribile, una grande polarizzazione in termini di concentrazione delle risorse in mano dell’oligarchia e una grande miseria che colpisce  soprattutto i contadini. Si è  creata anche  una grave situazione di dipendenza economica ed alimentaria che ha distrutto non solo le istituzioni nazionali,  ma anche quelle sociali del paese. (altro…)


27° anniversario della Limeddh: molto da fare e poco da celebrare.

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Camminando insieme

Quelli che camminano insieme

si avvicinano sempre di più,

tanto, tanto! Un giorno

si sveglieranno condividendo la vita.

Quelli che camminano insieme

si assentano per gli altri.

Camminano ognuno per proprio conto,

aiutandoli.

Quelli che camminano insieme

non temono la distanza…

perchè condividono i progetti

e la distanza li avvicina.

Quelli che camminano insieme

hanno deciso, un giorno,

di vestirsi a festa e di offrire il proprio amore.

(Adrián Ramírez, Poemi Dissonanti)

México, D.F.,  27 marzo  2012

 

Nel 27° anniversario della  Limeddh.

Molto da fare e poco da celebrare.

 

Il 27 marzo del 2012, abbiamo compiuto 27 anni di resistenza, cioè di forte esistenza o di re-insistenza o di re-incidenza testarda nella lotta per i diritti umani.

Il nostro anniversario cade nel sessennio luttuoso, che conta quasi 70mila morti, 15mila scomparsi, migliaia di persone torturare o detenute, la maggior parte innocenti o accusate di delitti minori a carico delle quali vengono poi “fabbricati” ed addebitati ulteriori delitti; una ingerenza diretta degli Stati Uniti che ha favorito il traffico di armi e il riciclaggio di denaro; una catastrofe economica mondiale e gravi danni  ambientali. Siamo quindi di fronte a uno stato di emergenza nazionale, con un sistema politico elettorale sequestrato dal marketing e un governo che non riesce combattere nè  tanto meno a  liberarsi dalla corruzione, dal  traffico di influenze, dal nepotismo e dall’infiltrazione in tutte le sfere degli interessi dei potenti e della delinquenza. (altro…)


Limeddh: 27 aniversario. Mucho por hacer y poco que celebrar

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Caminando juntos

Los que van caminando juntos

se van acercando cada vez más,

¡tanto, tanto! que un día,

amanecen compartiendo la vida.

Los que caminan juntos

se ausentan por los demás.

Caminan cada uno por su lado

ayudando a los demás.

Los que caminan juntos

no temen la distancia…

porque comparten los proyectos

y la distancia los acerca.

Los que caminan juntos

decidieron, un día,

vestirse de fiesta y brindar su amor.

(Adrián Ramírez, Poemas Disonantes)

México, D.F., a 27 de marzo 2012 

En el 27 aniversario de la Limeddh.

Mucho por hacer y poco que celebrar.

 

El 27 de marzo del 2012, cumplimos 27 años de resi-existencia, es decir de recia existencia, o de resistencia, o reinsistencia o de reincidencia necia por seguir luchando por los derechos humanos.

Nuestro aniversario se da en el contexto del sexenio luctuoso, que acumula casi 70 mil muertos, 15 mil desaparecidos, miles de personas torturadas o presas, la mayoría inocentes o con delitos menores a los que se les fabrican más delitos; una injerencia directa de Estados Unidos que ha auspiciado en tráfico de armas y el lavado de dinero; una catástrofe económica mundial y graves estragos medioambientales, es decir estamos ante un estado de emergencia nacional, con un sistema político electoral secuestrado por el marketing y un gobierno que no logra combatir ni mucho menos librarse de la corrupción, el tráfico de influencias, el nepotismo y la infiltración en todas las esferas de los intereses de los poderosos y de la delincuencia. (altro…)


Álvaro Uribe cita nel suo twitter annalisamelandri.it

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Quanto pesa Twitter? Un caso di scuola

di Gennaro Carotenuto

Chi tra gli utenti umani di Twitter, quelli che i follower non li comprano a pacchetto, non ha sognato di essere citato da Barack Obama o altri personaggi pubblici Twitter-star con milioni di follower per vedere l’effetto che fa? La bravissima blogger e amica della prima ora di Giornalismo partecipativo, Annalisa Melandri, ci offre uno spunto.

Circa 27 ore fa è stata citata dall’ex-presidente colombiano Álvaro Uribe che ha oltre un milione di follower e ha sempre fatto un uso molto avanzato di Internet e social network. Il Tweet nell’immagine invita polemicamente a consultare il programma completo di un incontro per la pace in Colombia che lui evidentemente disdegna. Ma non è questo il punto.

Il punto è: quanto ha reso ad Annalisa essere citato da una Twitter star da oltre un milione di follower? Poco, quasi nulla. Nonostante il contributo di 23 retweet e sei indicazioni di preferito, ad Annalisa (su Twitter qui) sono arrivate circa 140 visite, non esattamente un boom per un blog ben frequentato come il suo.

Ancora una volta si conferma che i social network sono importanti ma il cuore di tutto resta nella cura dei nostri blog. Nel dubbio, seguite https://twitter.com/#!/GenCarotenuto

 


In memoria di Antonio Tabucchi

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Porto Alegre Social Forum from EMIGRAZIONE TV on Vimeo.

 

Porto Alegre Social Forum from EMIGRAZIONE TV on Vimeo.

 

Fonte: cambiailmondo

Film realizzato nel 2001, insieme ad Antonio Tabucchi. Sua la voce narrante, la pietà per la condizione umana, per la terra…era nel gennaio di 11 anni fa, si svolgeva il primo forum sociale mondiale a Porto Alegre. Un altro mondo diventava possibile.

l’unico film documentario sul primo storico social forum del 2001 di Porto Alegre di Emigrazione FILM


Camille Chalmers: En Haití la Minustah ha fracasado todos los objetivos

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Camille Chalmers

Encontramos  Camille Chalmers, economista y activista haitiano leader di PAPDA (Haitian Platform for an Alternative Development) en Tocoa (Honduras), en la región del Bajo Aguán,  en ocasión del Encuentro Internacional de Derechos Humanos en Solidaridad con Honduras. Aprovechamos  para escuchar de su viva voz la situación de Haití, justo ahora cuando se van definiendo los planes internacionales de reconstrucción del país. El cuadro que emerge es penoso, sobre todo respecto a las responsabilidades de la Minustah, La Misión de las Naciones Unidas para la Estabilización en Haití, responsable en muchos casos de graves violaciones de los derechos humanos cometidas en contra de la población haitiana.

por  Maria Felisa Lemos (Indymedia Rosario — Argentina) y Annalisa Melandri (www.annalisamelandri.it)  

Tocoa, 16 de febrero de 2012

 

¿Camille, nos puedes hacer una síntesis de la situación política actual de Haití?

El pueblo de Haití está viviendo una situación muy difícil como consecuencia de múltiples factores y especialmente por una crisis económica de producción, agravada por la aplicación de medidas neoliberales a partir de 1984 que han contribuido a destruir gran parte de la capacidad productiva del país.

Haití en el año 1972  era un país autosuficiente,  ahora está importando el 82 % de su producción nacional de arroz y nos hemos convertido  en el tercer importador más importante del mundo de arroz norteamericano después de México y Japón. Estas políticas han causado una brecha terrible, una polarización terrible en términos de concentración de recursos en manos de la oligarquía y una gran miseria que afecta sobre todo al campesinado. Se ha creado incluso  una situación de dependencia económica y  alimentaria que ha destruido no solamente las instituciones nacionales, sino también  las  instituciones sociales del país.

Este proceso culmina con la llegada en Haití desde 2004,  de la Minustah, la Misión de las Naciones Unidas para la Estabilización de Haití, que bajo el paraguas de las Naciones Unidas,  instala una fuerza de ocupación militar que ha fracasado totalmente en términos de los objetivos del Consejo de Seguridad de Naciones Unidas, ya que las resoluciones adoptadas desde junio 2004 hasta la actualidad son las que  fijan los objetivos de la Minustah. (altro…)


Prigionieri politici colombiani decretano sciopero della fame in vari penitenziari del paese

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Imagen Areito

Aggiornamento 22/03/2012 196 detenuti hanno abbandonato lo sciopero della fame dopo aver trascorso 36 ore senza ingerire alimenti di nessun genere. Restano in sciopero della fame 416 detenuti.
.

Aggiornamento 21/03/2012 554 prigionieri politici in sciopero della fame da 24 ore, nessun seguito e’ stato dato alle loro richieste

I guerriglieri colombiani detenuti in alcuni istituti  carcerari del paese hanno dichiarato il 20 marzo giornata nazionale di sciopero della fame in segno di protesta contro la decisione del ministro della Giustizia Juan Carlos Esguerra di concedere l’autorizzazione a una visita di verifica nelle prigioni da parte di una Commissione Internazionale di Osservazione della Situazione dei Diritti Umani negli Istituti Carcerari e della Situazione delle Prigioniere e Prigionieri Politici in Colombia. La Commissione era integrata, tra gli altri membri, dall’ex senatrice Piedad Cordoba, portavoce di Colombiane e Colombiani per la Pace. Il ministro colombiano ha inoltre negato l’esistenza di prigionieri politici nel paese. Il riconoscimento di un conflitto sociale e politico da parte del governo, sarebbe un segnale importante di volontà di risoluzione dello stesso. Le FARC, Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia,  avevano  chiesto la visita negli istituti penitenziari come condizione per la liberazione di 11 membri delle forze di sicurezza dello Stato  che si trovano  ancora nelle loro mani.  Nelle prigioni colombiane ci sono oltre 8.000 prigionieri politici . (A.M.)

  

COMUNICATO PUBBLICO

PRIGIONIERE E PRIGIONIERI POLITICI  DICHIARANO GIORNATA NAZIONALE DI SCIOPERO DELLA FAME

La Fondazione  Lazos de Dignidad COMUNICA alla Comunità Nazionale e Internazionale che Collettivi di Prigioniere e Prigionieri Politici di  11  penitenziari  colombiani ci hanno informato che a partire dal 20 marzo del 2012 hanno dato inizio a una GIORNATA NAZIONALE DI SCIOPERO DELLA FAME chiedendo che il  governo colombiano autorizzi la visita della Commissione Internazionale di Osservazione della Situazione dei Diritti Umani negli Istituti Carcerari e della Situazione delle Prigioniere e Prigionieri Politici in Colombia.

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Comayagua: causas de una masacre

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HONDURAS

Apuntan a las fuerzas de seguridad como responsables de la tragedia de Comayagua

El pasado 14 de febrero murieron 360 internos a causa de un incendio en uno de los módulos del penal de Comayagua, en Honduras. Grupos de defensa de los derechos humanos señalan la actuación negligente de las fuerzas de seguridad.
JULIA GAS Y JAVIER PÉREZ MARTÍNEZ / VANCOUVER (CANADÁ)
Fuente: Diagonal Web
LUNES 5 DE MARZO DE 2012.  NÚMERO 169
HONDURAS. Interior de la cárcel de Comayagua donde murieron más de 350 personas / Foto: Fredrik Wass

“Los dos grupos de personas más importantes de una prisión son los reclusos y el personal que los custodia. Y la clave para una prisión bien administrada es la naturaleza de las relaciones entre ambos grupos”. Esta reflexión pertenece al manual La administración penitenciaria en el contexto de los derechos humanos, escrito por Andrew Coyle, director del Centro Internacional de Estudios Penitenciarios de la Universidad de Essex, que también dirigió una serie de cárceles de alta seguridad. Teniendo en cuenta su cita, la actuación de los guardias del penal de Comayagua –a 80 kilómetros de Tegucigalpa (Honduras)–, refleja que no otorgaban la dignidad inherente del ser humano a los presos. Los funcionarios de esta cárcel no sólo no abrieron las celdas, sino que dispararon contra los internos, según el testimonio de los reos que sobrevivieron. (altro…)


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