Quando si torna a trebbiare fascisti?

0 commenti

“Oggi” disse un altro “trebbiamo fascisti e dalla pula uscirà la libertà di questo pueblo

Per chi suona la campana(H. HEMINGWAY)


Colombian Hackers allʹattacco

1 commento

Da alcune ore Anonymous Iberoamerica, sta diffondendo tramite le sue pagine  Facebook e Twitter  i dettagli di tutta una serie di attacchi informatici realizzati contro i centri di potere politici ed economici della Colombia.

Il Partito della U in serata si é visto costretto a chiudere lʹaccesso alle sue pagine in rete  in quanto gli hacker avevano  reso pubblici i nomi e cognomi, le password e gli indirizzi di posta elettronica degli affiliati.

Base de Datos Partido U expuesta! (base dati accesibile!) ha comunicato Colombian Hackers  su Twitter. (altro…)


La sparizione forzata di persone – crimine contro l’umanità

3 commenti

Il 30 agosto è la Giornata Internazionale del Detenuto Scomparso. Ripropongo questa nota scritta il 5 novembre 2009  (A.M.)

La sparizione forzata di persone – crimine contro l’umanità Soltanto nel dicembre del 2006 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la Convenzione per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate. E’ stata ottenuta dopo 25 anni di battaglie portate avanti da associazioni internazionali per la difesa dei Diritti Umani, da famigliari di desaparecidos, da uomini e donne in tutto il mondo.

La Convenzione sancisce formalmente “due nuovi diritti umani: il diritto di ciascuno a non essere fatto sparire e il diritto alla verità per le  vittime della sparizione forzata” (Gabriella Citroni). In questa Convenzione, che necessita la ratifica di altri sette paesi perchè entri in vigore  (l’Italia non l’ha ancora fatto), la sparizione forzata di persone viene definita come: “l’arresto, la detenzione, il sequestro o qualsiasi altra forma di privazione della libertà che sia opera di agenti dello Stato o di persone o di gruppi di persone che agiscono con l’autorizzazione, l’appoggio o la acquiescenza dello Stato, seguita dal rifiuto di riconoscere tale privazione della libertà o dall’occultamento della sorte o la dimora della persona scomparsa, sottraendola così alla protezione della legge”.

Definito dalle Nazioni Unite come oltraggio alla “dignità umana” e fin dal 1983 “crimine contro l’umanità” dall’Organizzazione degli Stati Americani (OEA), è una pratica criminale che generalmente identifichiamo con le dittature latinoamericane, ma che  ha origini marcatamente europee. Ricordiamo  le migliaia di persone scomparse  del regime franchista e i crimini commessi dalla Germania nazista.

In America latina il metodo è stato utilizzato  come strumento politico e repressivo all’interno della cosiddetta “guerra contrainsurgente” volta all’eliminazione fisica degli oppositori militanti e delle persone critiche dei regimi dittatoriali. Ai militari latinoamericani complici di quelle dittature la pratica della sparizione forzata sembrò dunque il crimine perfetto: senza (apparente)spargimento di sangue, senza carnefici, soprattutto senza responsabili perchè di fatto non esisteva nemmeno la vittima. In carceri clandestine, in luoghi di detenzione legali e illegali, in case private, i desaparecidos perdevano la loro identità di essere umano, di cittadino, di persona, per essere soltanto un corpo in balia delle efferatezze più criminali. La morte sotto tortura o per l’eliminazione successiva spesso concludeva il periodo di sparizione forzata.

La pratica della sparizione forzata ha effetti distruttivi sia sulla vittima che subisce tale crimine che sui suoi familiari e in larga misura anche sul corpo sociale alla quale le vittime appartengono. “La continuazione del terrore prolungato rispetto a una minaccia vaga ma effettiva produce una serie di meccanismi di difesa che a sua volta rompono il tessuto sociale nella misura in cui colpiscono i legami interpersonali” (Stella M. Figueroa). >La sparizione forzata in Messico Nonostante si associ il fenomeno dei desaparecidos soprattutto a paesi come il Cile, l’Argentina, il Guatemala  il fenomeno ha riguardato in maniera senza dubbio più silenziosa e subdola, ma non meno importante anche il Messico.

Il  periodo conosciuto come della “guerra sporca” (tra la fine degli anni ’60 e la fine degli anni ’70), fu caratterizzato da una dura politica repressiva del governo messicano  allo scopo di rompere l’unità del tessuto sociale e smobilitare la resistenza armata che si stava diffondendo rapidamente nelle campagne del paese. Soprattutto negli stati di Guerrero, Chiapas e Oaxaca, si contarono più di 1300 casi di sparizioni forzate. La metà soltanto nello stato di Guerrero dove era attiva la guerriglia  di Lucio Cabañas e Genaro Vázquez. Si è risaliti a questa cifra grazie agli studi e alle ricerche compiute dall’Associazione dei Familiari dei Detenuti, Scomparsi, e Vittime delle Violazioni dei Diritti Umani in Messico (AFADEM) che fa parte della Federazione latinoamericana di Associazioni dei Familiari dei Detenuti Scomparsi (FEDEFAM).

Tuttavia è una pratica che continua ad applicarsi anche in tempi recenti :soltanto dal dicembre 2006, data di inizio del governo di Felipe Calderón al giugno 2008 i casi accertati sono stati 23. Si tratta di difensori dei diritti umani, indigeni e attivisti sociali e politici. In diciotto mesi, 23 persone sono state  fatte sparire perchè ritenute scomode per il potere, sicuramente torturate, quasi sicuramente uccise. Più di una persona al mese.

I numeri tuttavia sono sicuramente maggiori. AFADEM rileva che, considerando anche le persone scomparse per le quali non si ipotizza direttamente il motivo politico e le persone scomparse in relazione al narcotraffico,  raggiungiamo la cifra di 300 persone in 18 mesi di governo. Di queste persone non si sa più nulla, eppure il Messico è considerato a tutti gli effetti una democrazia. Difatti, molti casi di sparizioni forzate vengono fatti passare come casi legati al narcotraffico, spiega il segretario esecutivo di Afadem Julio Mata, una maniera sbrigativa per eludere la responsabilità diretta dello Stato, dal momento che il reato di sparizione forzata si configura tale in quanto commesso dallo Stato.

Un comune cittadino non può compiere il reato di sparizione forzata, può sequestrare, può uccidere. Uno  Stato invece,  fa sparire forzosamente, contro la loro volontà persone. Innocenti. Lo Stato spesso rimane impune e chi commette questo tipo di crimine continua a ricoprire ruoli di prestigio nelle Forze Armate o nei punti chiave di comando. La lotta contro l’impunità in Messico va di pari passo con la lotta contro la sparizione forzata. Sono le due facce della stessa medaglia. Non esiste il carnefice perchè non esiste la vittima.

Una buona notizia. Il 7 luglio scorso  a San José di Costa Rica presso la Corte Interamericana dei Diritti Umani  (CIDH) per la prima volta lo Stato messicano si è trovato  al banco degli imputati per la politica repressiva applicata dal governo e dalle Forze Armate durante la  guerra sucia. Il caso preso in esame, e considerato emblematico di quanto accadeva in quegli anni è quello della sparizione forzata di Rosendo Radilla Pacheco, avvenuta il 25 agosto del 1974 ad Atoyac de Álvarez, stato del Guerrero, e del quale quella del 7 luglio è stata  soltanto l’udienza preliminare. Il caso preso in esame, e considerato emblematico di quanto accadeva in quegli anni è quello della sparizione forzata di , avvenuta il 25 agosto del 1974 ad Atoyac de Álvarez, stato del Guerrero, e del quale quella del 7 luglio è stata  soltanto l’udienza preliminare. (A cura di Annalisa Melandri )

Si ringrazia Gabriella Citroni per il suo impegno, quale delegata per l’Italia presso le Nazioni Unite, nella battaglia portata avanti per l’adozione di una convenzione internazionale contro il crimine di sparizione forzata di persone che si è concretizzata nell’adozione della Convenzione per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate dell’Alto Commissariato per la difesa dei Diritti Umani dell’ONU. Link utili: Testo della Convenzione (in inglese e in francese)

FEDEFAM :http://www.desaparecidos.org/fedefam/
AFADEM Julio Mata presidente contacto julio_afadem 2000atyahoodotcomdotmx
LIMEDDH Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos

Amnesty International www.amnesty.it dove firmare l’appello per la ratifica della Convenzione

Fondazione Internazionale Lelio Basso www.internazionaleleliobasso.it

Annalisa Melandri www.annalisamelandri.it


Dal Gazzettino dell′ Impero:

2 commenti

 

 

A New York piove  e tira vento. Un albero caduto

Nel Mondo di Sotto, in Repubblica Dominicana, 3 morti, un disperso, circa   trentamila senzatetto e piú  di 80 comunità isolate.

 


Il dopo Gheddafi… di Enzo Apicella

2 commenti


La guerra in Libia: come e perché

0 commenti

Libia: come e perchè la guerra


Victor Polay Campos chiede trasferimento in un carcere civile

0 commenti

Tramite collegamento telefonico con il Tribunale Costituzionale, Victor Polay Campos, leader del Movimento Rivoluzionario Túpac Amaru ha chiesto di essere trasferito in un carcere penale civile. Victor Polay si trova nella Base Navale del Callao da ormai 19 lunghissimi anni, dove sta scontando a una pena complessiva di 35 anni di carcere con lʹaccusa di terrorismo.

Polay e la sua famiglia, supportati da  un Comitato Internazionale, da tempo    stanno  denunciando le durissime condizioni di detenzione allle quali   lʹuomo è sottoposto nella Base Navale, dove sono rinchiusi anche Miguel  Rincón militante  MRTA, Vladimiro Montesinos, braccio destro di Fujimori e Abimael Guzmñan leader di Sendero Luminoso. (altro…)


Libia: menzogne e omissioni dei media. Verità al telefono

8 commenti

LIBIA. ULTIME MENZOGNE E OMISSIONI DEI MEDIA E VERITA’ DI TESTIMONI RAGGIUNTI AL TELEFONO

Marinella Correggia 

Menzogne di una notte insonne (anche sotto il fortunato cielo italiano che nessuno bombarda dal 1945). Menzogne e arroganza fino all’ultimo in una guerra cominciata e continuata con notizie false, in cui i media hanno avuto il ruolo dell’aiuto carnefice. Solo la tivù russa Rt e quella venezuelana Telesur spiegano che è una vittoria dovuta alla carneficina compiuta dalla Nato anche con droni ed elicotteri Apache soprattutto negli ultimi giorni. Per la democrazia che il popolo libico merita, dice il premier britannico Cameron. Peccato che in tutti i mesi scorsi proprio la Nato e i “ribelli” avessero sempre lasciato cadere le proposte di libere elezioni con controllo internazionale avanzate dal governo libico.

Cosa dicono i soliti media

La Nato fa strage a Tripoli bombardando di tutto e uccidendo 1.300 persone in poche ore come denuncia Tierry Meyssan del Réseau Voltaire; ma Repubblica on line scrive che Gheddafi bombarda la folla. Giusto un titolo, senza spiegazione, giusto un modo per non perdere l’allenamento. La stessa Repubblica che non si è mai degnata di chiamare soldati i membri –decimati — dell’esercito di un paese sovrano (erano sempre definiti “mercenari e miliziani”), adesso chiama “soldati del Cnt” i ribelli, tacciando invece di “pretoriani di Gheddafi” i superstiti soldati libici (quelli non decimati dalla Nato). (A proposito: uno del Cnt, Jibril, ha fatto appello ai suoi armatissimi “ragazzi” affinché diano prova di moderazione e non attacchino gli stranieri e chi non li appoggia (il rischio è certo visti i precedenti).

L’Unità scrive che Tripoli “è insorta”, quando in realtà è occupata dai cosiddetti ribelli con la copertura aerea della Nato e i civili cioè i disarmati se ne stanno rintanati nelle case (vedi le testimonianze ottenute al telefono).  (altro…)


Francesco Mastrogiovanni: a due anni dal suo omicidio

1 commento

Propongo qui di seguito un articolo del giornalista Antonio Manzo de Il Mattino per ricordare lˈorribile morte di Francesco Mastrogiovanni, anarchico, ucciso in un letto  dellˈospedale di Vallo della Lucania il 4 agosto di due anni fa, nel corso di un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Non era la prima volta che le autorità si accanivano contro Francesco. E non  é il primo caso di morte che avviene nel corso di un TSO.  Nel silenzio più completo e nellˈindifferenza generale.  Antonio Manzo giustamente e coraggiosamente, (visti i tempi), parla di TORTURA commessa contro il “maestro più grande del mondo” come era ricordato dai suoi studenti Francesco e di OMICIDIO commesso contro Francesco. Sono 18 gli imputati,  tra medici e infermieri,  nel processo che si sta svolgendo a Vallo della Lucania, che,  speriamo, gli renda piena giustizia.   (AM)

 

Mastrogiovanni il ricordo di una tortura

di Antonio Manzo — Il Mattino 

«Ti prego, per piacere, blocca la proiezione di questo video… Ma questa è una tortura… Poveraccio, tenta di divincolarsi,tenta di liberarsi dall’atroce letto di contenzione,mai fili di plastica durissima gli segano polsi e caviglie ora sanguinanti…

Boccheggia, vorrebbe gridare… Sognava la rivoluzione, Franco, ma quegli occhi sbarrati sono la resa dell’umanità non la sua sconfitta».

Il cd con il tragico film dell’agonia di Franco Mastrogiovanni tratto dalla videosorveglianza del reparto lager di psichiatria, dura minuti e minuti che non riesci mai a calcolare, perché non ce la fai ad arrivare fino alla fine, perché le intermittenze bloccano la proiezione ma non possono cancellare lo sdegno. Immagini da lager di inizio Millennio. (altro…)


Cile: immagini di una rivolta

0 commenti

Fonte delle foto: The Atlantic

 

 

 


Pagina 45 di 175« Prima...102030...4344454647...506070...Ultima »