Tiempo de soledad

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Tiempo de soledad

Entre polvo y violencia
está el tiempo del silencio.
Entre tu alma y la mía
gritan  abismos  de clase.
Entre ustedes,
señores del cielo y de la tierra
y nosotros pueblo,
existe  un pequeño espacio liberado
que se llama Soledad.
Tu corazón,  hermano,
y el mío juntos hacen un arma.
Tu  poema,  hermana,
y el mío  juntos hacen las voces de l@s callad@s.
Vuelan todavía vivas,
las mariposas entre los rojos Flamboyants.

El Programa de la Naciones Unidas para el Desarrollo (PNUD) en República Dominicana “purga” sus mejores investigadores.

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Pável Isa Contreras y Miguel Ceara Hatton

 

¿Quién necesita huracanes?
El tifón más devastador
Es muchos menos terrible que el hombre
Cuando quiere divertirse.
(…)
No hay necesidad de huracanes
No hay necesidad de tifones
Todo el daño que pueda causar
Podemos causarlo
Podemos causarlo
Podemos causarlo nosotros mismos.
BERTOLT BRECHT
«Grandeur ed Decadence de la ville de Mahagony».
No existe la sociedad,
Existen solamente los individuos.
MARGARETH THATCHER

 

 

El Programa de la Naciones Unidas para el  Desarrollo (PNUD) en República Dominicana “purga” sus mejores investigadores.

por Annalisa Melandri
28 de junio de 2011

 

¿Cual desarrollo en República Dominicana? Despidos en la Oficina de Desarrollo Humano de la ONU por haber demostrado el quiebre del modelo neoliberal impuesto por las políticas económicas del  actual gobierno.

En República Dominicana es noto que cuando se habla de  “desarrollo” lo que sobretodo se  entiende es el “desarrollo” de los capitales  de la oligarquía del país  que detiene el poder económico y financiero y que está conformada por una decena de familias. Sin embargo no se trata solamente de  ese “desarrollo”,  sino también del “desarrollo” de las  transnacionales extranjeras que consideran este rincón de Caribe todavía cómo  tierra de  conquista (y que son amablemente favorecidas  por un puñado de políticos corruptos) y del “desarrollo” visto en la perspectiva distorsionada del   Fondo Monetario Internacional, que acaba propio en estas días de chantajear el país a través de un “paquetazo” fiscal muy pesado.

En cambio,  hablar  de desarrollo social y humano en República Dominicana  efectivamente no es simple  y esa dificultad  es visible y  se percibe muy bien  al salir  por ejemplo de los grandes hoteles y resort que crecen como hongos en todo el país favorecidos por las ventas a bajo precio de las  tierras del Estado y por las políticas neo liberales que favorecen la inversiones extranjeras  y el capital  foráneo.

Debe ser por esta razón que la dirección del  Programa de las Naciones Unidas para el Desarrollo (PNUD) no ha renovado los contratos a dos de sus más valientes colaboradores e investigadores de la Oficina de Desarrollo Humano (ODH),  desde siempre comprometidos con la defensa de los intereses de los sectores del país más débiles económicamente. Se trata de los reconocidos economistas Miguel  Ceara Hatton,  coordinador de la  Oficina de Desarrollo Humano del Programa de las Naciones Unidas para el Desarrollo (ODH/PNUD) y de Pável Isa Contreras, coordinador de los proyectos de los informes provinciales de Desarrollo Humano del mismo grupo de trabajo. (altro…)


Si se calla el cantor… (a Julián Conrado)

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http://refugioajulian.blogspot.com/

Si se calla el cantor…

Si se calla el cantor calla la vida
porque la vida, la vida misma es todo un canto
si se calla el cantor, muere de espanto
la esperanza, la luz y la alegría.

Si se calla el cantor se quedan solos
los humildes gorriones de los diarios,
los obreros del puerto se persignan
quién habrá de luchar por su salario.

HABLADO
‘Que ha de ser de la vida si el que canta
no levanta su voz en las tribunas
por el que sufre,´por el que no hay
ninguna razón que lo condene a andar sin manta’

Si se calla el cantor muere la rosa
de que sirve la rosa sin el canto
debe el canto ser luz sobre los campos
iluminando siempre a los de abajo.

Que no calle el cantor porque el silencio
cobarde apaña la maldad que oprime,
no saben los cantores de agachadas
no callarán jamás de frente al crimén.

HABLADO
‘Que se levanten todas las banderas
cuando el cantor se plante con su grito
que mil guitarras desangren en la noche
una inmortal canción al infinito’.

Si se calla el cantor … calla la vida.

 

Blog en solidaridad a Julián

 

 


Intervista a Ramiro Orjuela, avvocato del giornalista Joaquín Pérez Becerra

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Intervista video realizzata  dallˈ Associazione Nazionale Nuova Colombia

 

Intervista a Ramiro Orjuela


La mafia non esiste? Antonio Mazzeo mafioso? Vittorio Sgarbi VERGOGNATI!!!

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E’ stato vergognoso l’intervento  (vedi qui il video) di Vittorio Sgarbi  alla 57^ rassegna cinematografica di Taormina di venerdì  scorso.  Ancora più  vergognoso perché rivolto ad una platea composta per la maggior parte da giovani, studenti  e giornalisti internazionali.

Sgarbi, sindaco di Salemi (Trapani)  doveva parlare de “L’arte e la cultura in una società senza valori” invece il suo intervento si é trasformato in un lungo e violento attacco alle istituzioni dello Stato, all’ Antimafia, alla Magistratura , trattando il tema della mafia in Sicilia  in maniera superficiale e revisionista, come da tempo fanno i nostri politici al governo (soprattutto quelli che con la mafia sono o sono stati collusi).

La sua affermazione “la mafia é una leggenda” ricorda tanto la dichiarazione che fece Dell’ Utri nel corso di un’intervista rilasciata  a Chiambretti nel 1997: “No, non esiste la mafia. La mafia è un modo di essere, di pensare”. Lo stesso Dell’ Utri che, ricordate, definì Vittorio Mangano, lo stalliere di Arcore, mafioso, “un eroe”.

Dell’Utri, senatore della Repubblica (sic), braccio destro di Berlusconi e fondatore con lui nel 1993 di Forza Italia, il 29 giugno 2010 è stato condannato presso la Corte di Appello di Palermo a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione di tipo mafioso.

Vittorio Sgarbi, invece, attualmente sindaco di Salemi, nella sua vita ha fatto di tutto, dal critico d’arte, al personaggio televisivo, dall’interprete teatrale al politico. In politica praticamente ha militato in tutti i partiti sia di destra che di sinistra passando per tutti centri possibili e immaginabili. Adesso si dedica appunto al revisionismo, attività volta a riabilitare le peggiori schifezze nazionali,  sempre di moda nel nostro paese,  soprattutto negli ultimi anni. Adesso l’ultima moda in fatto di revisionismo è proprio quella di dire che la “mafia non esiste”. Lo ha detto  il prefetto di Milano a gennaio del 2010 (“A Milano la mafia non esiste”), lo aveva già detto Sgarbi nel 2009, lo hanno detto Formigoni e Berlusconi decine di volte.

Per Sgarbi al festival di Taormina la mafia oltre a non esistere ormai più, “è una leggenda”. Poveri Falcone e Borsellino passati all’ Olimpo degli Dei…

Ancora più gravi tuttavia le sue affermazioni secondo le quali “in Sicilia l’Antimafia blocca l’economia siciliana per magnificare la propria capacità di combattere la mafia” (???) o  (probabilmente influenzato dagli attacchi di Berlusconi alla magistratura) “quando un magistrato o un questore stabilisce di verificare gli atti per vedere le infiltrazioni mafiose, quello è peggio della mafia”. Dalle toghe rosse alle toghe mafiose è breve il passo…

Tuttavia per fortuna ci ha pensato il giornalista e scrittore siciliano Antonio Mazzeo, autore di  “I Padrini del Ponte” a svegliare la platea e a ridare un momento di dignità alla serata. Mazzeo si è sentito in dovere di protestare contro le affermazioni vergognose di Sgarbi fatte davanti a un pubblico giovane e con ospiti e invitati internazionali, attirandosi gli insulti del sindaco di Salemi che per ben tre volte lo ha chiamato mafioso, senza che nessuno tra gli organizzatori abbia avuto il coraggio di intervenire.

Ad Antonio Mazzeo, che annuncia misure legali contro Vittorio Sgarbi, va tutta la mia solidarietà e stima per l’importante e delicato lavoro di denuncia che svolge in difesa del suo territorio, proprio contro le infiltrazioni criminali e mafiose che ancora e soprattutto oggi, forti di capitali internazionali di varia provenienza, se lo continuano a contendere.

Annalisa Melandri

 

 

Qui di seguito  un estratto, da non perdere,  dello spettacolo “Oltre le barricate – Il coraggio delle donne” di Pascal La Delfa presentato  da Magma Teatro al Premio Nazionale Paolo Borsellino (premiati  Pino Maniaci e Piero Marrazzo).  Riassume perfettamente lo Sgarbi pensiero (la mafia ringrazia):

Magari qualcuno può pensare che in Sicilia siamo mafiosi perché si usano espressioni del tipo:

sei una persona di un certo calibro, sei un tipo alle prime armi.

Magari qualcuno può pensare che io sono mafioso solamente perché porto il pizzo.
Si chiama rispetto delle tradizioni.

Vi faccio un esempio per farvi capire che in Sicilia la mafia non esiste.

Vai alla posta e ti metti in fila.
Davanti a te ci sono ventitré persone. È una calda giornata di Luglio e il ventilatore è rotto e c’è un solo sportello aperto.
C’è così caldo che l’impiegato al computer pur di fare entrare un po’ di aria ha aperto tutte le finestre di Windows.
Sei così sudato che se ti togli la maglietta compare la Sacra Sindone, ma come un povero pirla aspetti il tuo turno.
L’impiegato è così lento che per ogni pratica ci mette venti minuti.
Che ti chiedi ma perché chiamarla pratica se è in realtà è così complicata?
E perché chiamare una busta spedita se in realtà è così lenta?

Dopo due ore di attesa arriva finalmente il tuo momento.
Ancora un numero e toccherà a te!
Quando entra Lui; bello, perfetto, non un capello fuori posto, in giacca e cravatta.
Che solo a guardarlo ti viene caldo ma si vede che avrà un sistema di refrigerazione interna montato sulla giacca.
Bacia il direttore, perché in Sicilia se non fai il vasa vasa non sei nessuno,
saluta l’impiegato e si mette lì, davanti a te, nell’unico sportello aperto.

Potrebbe sembrare un atteggiamento mafioso ma non lo è.
Magari provi a chiedere spiegazioni a qualcuno ma tutti ti risponderanno:
non vedo, non sento e non parlo.

E siete messi male figli.
Infatti erano tutti lì per ritirare la pensione di invalidità.

Pensione di invalidità che in Sicilia si ottiene con dei requisiti rigorosissimi.
Devi avere un amico all’INPS e un dottore accondiscendente che ti scrive su un certificato che tu sei invalido.
Poi si vedono ciechi che leggono il giornale, sordi che ascoltano l’I-Pod e muti che parlano al telefono.
Non sono falsi invalidi, ma è gente che cerca di reagire.
Una sorta di terapia riabilitativa insomma.

Per conoscere qualcuno che lavora all’INPS basta andare al bar che sta sotto la sede
e lì trovi tutti gli impiegati nella pausa caffè, che va dalle 9.15 alle 12.45.
Poi per conoscere il medico accondiscendente basta farsi un giro per gli ambulatori.
Se entri e il medico ti dice buongiorno e basta, non è il vostro uomo. Se invece ti saluta e ti bacia, ti puoi fidare.
Perché se in Sicilia non fai il vasa vasa non sei nessuno.
Ci fai due chiacchiere e in quattro e quattro otto ti dà il certificato di invalidità e un santino elettorale.

Lui chiude un occhio e tu ci fai una croce sopra.

E non mi venite a dire per cortesia che questo significa comprarsi i voti.
Non è vero.
In Sicilia nessuno si compra i voti, semmai li affitta.
Questo si chiama sistema proporzionale.
In proporzione a te quanto ti conviene votarmi?

Vedete che la mafia in Sicilia non esiste.

E non mi venite a dire che in Sicilia c\’è la mafia perché gli appalti sono truccati.
Noi trucchiamo gli appalti per renderli più presentabili.
Un po’ di rossetto, un po’ di matita e il phard sotto gli occhi e rendiamo l’appalto una bellezza.
E non mi dite che c’è la mafia nelle grandi infrastrutture solo perché il cemento è armato.
E basta con questa storia che in Sicilia i politici favoriscono la mafia.
Semmai è la mafia che favorisce i politici.

Ora tornando da dove eravamo parti, la posta, l\’ufficio pieno e il signore in giacca e cravatta.
A me è successo una volta che uno mi è passato avanti.
Io non ho pensato che quello fosse un atteggiamento mafioso ma mi sono avvicinato
e con calma e tranquillità gli ho fatto capire che non sono cose che si fanno.
Ho preso la pistola e gli ho sparato.

E non mi venite a dire che in Sicilia siamo tutti mafiosi.

 


Matteo Dean jinete que escribe vida

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Poesia escrita por Adrian Ramírez presidente de la Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos  (LIMEDDH) en recuerdo del amigo Matteo Dean:

Matteo Dean jinete que escribe vida

Tu moto tu pluma y tus notas
Dos banderas verde blanco y rojo
La de México, perdió su escudo
Y nos queda la unidad de los dos pueblos
Matteo, meteoro, firme zagas
Noticia urgente de un pueblo en lucha
Matteo, nota que lucha por ver la luz
Meteoro defensor de lo humano.
Matteo expulsado de México
Matteo retorno y fuerza
Acción y análisis que mueve conciencias
Matteo en tu moto escribiendo verdad
Salimos a buscar verdad
A dar voz al pueblo
A viajar por sus territorios
A vivir y a ser en la natura.
Matteo quedas en México
Con tu juventud, de 36, tus notas
Y tu vida para la vida
Tomaré tu moto y tu pluma
Para cabalgar y escribir la vida.
Al necio incansable que como siempre
Se salió con la suya
Ya nadie te puede expulsar
Eres mexicano, eres italiano
Eres verde, blanco y rojo.
(Adrian Ramírez López)
Inoltre l’articolo che meglio di tutti ricorda Matteo, quello scritto da Fabrizo Lorusso,  amico comune, poeta  e militante instancabile, come Matteo innamorato del Messico, della sua gente e delle sue lotte. Grazie Fabrizio, arrivederci Matteo. Qui un video dove Fabrizio canta una canzone scritta per Matteo nella serata in suo ricordo a Citta’ del Messico.


 


Infiltrati a Barcellona il 15 giugno scoperti dai manifestanti. Il video.

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Infiltrati a Barcellona


Manifestazione a Roma contro il progetto HidroAysén in Patagonia

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Che cosa è HidroAysén: Un progetto idroelettrico di proprietà di ENDESA, società spagnola che a sua volta appartiene all’italiana ENEL, e a COLBÚN, società di capitali cileni, con il quale si pretende costruire nella Patagonia 5 megacentrali nel fiumi Baker e Pascua, che si costruissero danneggerebbero irrimediabilmente la biodiversità, l’ecosistema e le comunità che lì abitano. Inoltre agli effetti diretti sulla Patagonia, i più di 2000 km di torri e linee elettriche invasive colpiranno a oltre 300 comunità mapuche in 3 regioni del Cile.

Cari connazionali, cari amici:

Il prossimo martedì 14 giugno dalle ore 11:30 alle 13:30, la comunità dei cileni residenti a Roma si manifesterà nuovamente contro il progetto Hidroaysen, in quest’opportunità di fronte alla sede della ENEL, in Viale Regina Margherita 137, Roma.

Questa manifestazione è un appello non solo alla impresa sennò a tutta la comunità italiana, come ripudio a questo progetto, ma non solo:

ENEL minaccia anche altri territori  (sopratutto indigeni), come quello di Panguipulli. Per quello diciamo:

ENEL FUORI DAL CILE!

BASTA DI NEOCOLONIALISMO!

Fonte: www.ecomapuche.com



 


Fermare l’aggressione contro la Libia!

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Fermare l’aggressione!
La nostra guerra di Libia continua, nella piena illegalità con cui è cominciata.
L’abbiamo fatta sulla base di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che viola la Carta delle Nazioni Unite, perché la Libia non stava affatto minacciando la pace e la sicurezza internazionale.

L’abbiamo fatta sulla base di un’ondata di informazioni false che non sono state mai verificate: non c’erano i 10 mila morti, non c’erano le fosse comuni; non ci sono mai stati bombardamenti su manifestazioni civili.

Migliaia di missioni di bombardamento della Nato, cui noi partecipiamo, hanno già prodotto centinaia di morti di civili. Noi uccidiamo e non proteggiamo.
Siamo intervenuti in una guerra civile sostenendo una parte contro l’altra senza nemmeno sapere chi sono quelli che diciamo di sostenere.
E finanziamo la rivolta con decine di milioni di euro. Tutto questo non è nemmeno scritto nella risoluzione dell’Onu.
Senza nessuna legittimità noi puntiamo all’uccisione del capo di uno Stato sovrano. E questo assassinio, già eseguito contro uno dei suoi figli, viene pubblicamente auspicato e conclamato dai capi delle potenze occidentali di cui siamo alleati. Stiamo assistendo inerti a un ritorno alla barbarie.
La vergogna di questo atteggiamento infame deve essere distribuita equamente tra tutte le forze politiche italiane. Solo rare voci si levano a protestare. Il pacifismo è inerte e tace anch’esso.
Ma noi non possiamo accettare in silenzio tutto ciò. Non è in nostro nome che si uccide, violando ancora una volta la nostra Costituzione.
Noi non abbiamo voce, ma vogliamo parlare a chi è ancora in grado di ascoltare. Questa aggressione deve finire.

 

Primi firmatari:

Angelo Del Boca
Giulietto Chiesa
Massimo Fini
Maurizio Pallante
Fernando Rossi
Luigi Sertorio
Nicola Tranfaglia
Francesco Badalini
Marino Badiale
Monia Benini
Pier Paolo Dal Monte
Ermes Drigo

firmare qui


La Comunità di Pace di San José de Apartadò ancora sotto minaccia paramilitare

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Ricevo e diffondo anche se con un poco di ritardo due appelli di due associazioni che da anni lavorano con la Comunitá di Pace San José di Apartadó. Il primo viene dai volontari di Operazione Colomba, un corpo di pace della Comunitá Papa Giovanni XXIII che denunciano come nel dipartimento di Cordoba alcune famiglie della Comunitá di Pace sarebbero sotto minacce costanti di paramilitari presumibilmente  finanzati dalla Impresa URRÁ S.A. costruttrice della diga URRÁI  che giá in passato usó questi metodi per provocare lo sfollamento delle famiglie e che ora, dovendo costruire la seconda diga,  ritenta con le stesse modalitá criminali.

La seconda é una lettera che gli amici della Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!, hanno inviato alla presidenza della Repubblica della Colombia e alla dirigenza dell´impresa URRÁ S..A  denunciando quanto sopra esposto.

Rimini, 12 maggio 2011

COMUNICATO STAMPA

Volontari di Operazione Colomba della Comunità Papa Giovanni XXIII

denunciano la gravità della situazione nel nord della Colombia

I volontari di Operazione Colomba, Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII (www.apg23.org), da una settimana si trovano nel dipartimento di Cordoba, nel nord della Colombia,

per proteggere alcune famiglie della Comunità di Pace di San José de Apartadò che risiedono in quell’area.

La Comunità di Pace di San José de Apartadò (www.cdpsanjose.org) è composta da circa 1.500 persone, sparse tra il dipartimento di Antioquia e quello di Cordoba, che si sono unite per resistere al

conflitto armato colombiano in maniera neutrale e nonviolenta.

La Comunità di Pace ha richiesto ai volontari di Operazione Colomba, che operano in quell’area da circa 2 anni, di prolungare la propria permanenza nella zona di Cordoba in seguito all’aggravarsi della

situazione.

Secondo numerose fonti, infatti, gruppi paramilitari locali stanno causando lo sfollamento delle comunità contadine residenti nell’area circostante al lago artificiale creato dalla diga URRÁ I

(costruita una decina d’anni fa dall’Impresa URRÁ S.A., www.urra.com.co).

In particolare le veredas (piccoli villaggi) maggiormente esposte sarebbero quelle di Alto Joaquin, Porto Nuevo, Las Claras, Nain, Taparito, Diamante, Manzo, Rio Verde, Baltazar.

I paramilitari starebbero minacciando i contadini dell’area di compiere massacri indiscriminati o di uccidere i loro leader locali (come avvenne per la costruzione della diga URRÁ I).

Indipendentemente dall’attuazione o meno di tali minacce, queste notizie stanno generando grande panico e preoccupazione, tanto che alcune famiglie hanno già abbandonato la zona o sono in procinto

di farlo.

Secondo la testimonianza di alcuni paramilitari, la stessa Impresa URRÁ S.A. starebbe finanziando il loro delittuoso operato al fine di sgomberare l’area dai civili e lasciare mano libera alla costruzione

della seconda diga, alle concessioni minerarie e al narcotraffico.

Tutto questo avviene nella totale impunità e sotto gli occhi della forza pubblica.

Questa area definita come Alto Sinù è uno dei patrimoni più ricchi della Colombia per la presenza di miniere d’oro, carbone, nichel e ferro, nonché uno dei più grandi bacini idrici di tutta l’America Latina.

La costruzione della diga URRÁ II e le voci dell’imminente ampliamento del Parco nazionale Naturale del Nudo Paramillo, che coinvolgerebbe queste stesse aree, nascondono interessi economici enormi per

imprese multinazionali colombiane e straniere che per questo sono disposte a non tener conto delle morti e dello sfollamento di migliaia di persone.

I volontari di Operazione Colomba, con una presenza internazionale e nonviolenta, contrastano l’uso della forza di tutti gli attori armati sui civili.

Per maggiori informazioni sul progetto di Operazione Colomba in Colombia:

www.operazionecolomba.it

Il Responsabile Generale

Giovanni Ramonda

Per contatti:

Marco Ghisoni

Tel. 0541.29005

Mail: opcolatapg23dotorg

Iscrizione

 

A seguire pubblichiamo un appello molto importante per tentare di fare pressione internazionale sulla Presidenza della Repubblica Colombiana per la grave situazione di violenza che stanno subendo le famiglie della regione dell’Alto Sinù, tra le quali alcune della Comunità di Pace di San José de Apartadò, accompagnate e sostenute da due anni da una presenza costante e nonviolenta sul territorio dei volontari di Operazione Colomba.

 

Comunità di Pace e volontari hanno bisogno anche del tuo impegno per fermare la violenza.
Questa azione urgente è promossa dalla Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive! con la quale Operazione Colomba lavora a supporto della Comunità di Pace di San José de Apartadò.

 

 

Appello Urgente

Care e cari,

in queste ultime settimane le aggressioni dei paramilitari nel territorio della Comunità di Pace di San José de Apartadò si sono intensificate e sono almeno tre gli omicidi compiuti e decine le pressioni fisiche e psicologiche sui vari membri della Comunità, sia nel territorio di San José che nel Municipio di Tierralta (Cordoba).
Ci sono almeno quattro basi paramilitari nella zona che operano in connivenza con membri dell’Esercito e della Polizia.
Per questo abbiamo fatto, come Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!, una lettera aperta al Presidente colombiano Santos che abbiamo inviato in copia anche ad altri rappresentanti del governo e ai responsabili dell’Impresa Urrà.

Vi invitiamo, oltre che a diffondere la lettera tra i vostri contatti (scaricabile a fine pagina in forma integrale sia in italiano che in spagnolo), a copiare il testo (che e’ in forma ridotta ed esclusivamente in spagnolo) che segue ed inviarlo, con la vostra firma personale, o nome dell’Associazione, o Ente Locale che rappresentate, al Presidente Santos:

Basta andare al seguente link: http://syscopre.presidencia.gov.co/publico/frmCiudadano.aspx

Vi verranno chiesti alcuni dati che vi suggeriamo di riempire con le seguenti informazioni, affinché tutte le denunce arrivino con lo stesso formato:

En Departamento seleccionar: Antioquia

En municipio: Carepa

Teléfono: …

Mail: …

Asunto: Amenazan con masacres a campesinos/as de la Comunidad de Paz

Tema: DENUNCIAS

Sub-Tema: DERECHOS HUMANOS

En mensaje: (Copiare e incollare il seguente testo — versione corta, meno di 4000 caratteri)

PARAMILITARES AMENANZAN A LOS CAMPESINOS DE SAN JOSE DE APARTADÓ Y TIERRALTA.
SOS para que las autoridades competentes tomen las medidas necesarias para salvaguardar la integridad de los habitantes de San José de Apartadó y del municipio de Tierralta y, en especial, la de los campesinos/as de la Comunidad de Paz de estas localidades, frente a las amenazas de paramilitares que siguen actuando en la zona de Urabá.
De acuerdo con las denuncias de los pobladores y de los observadores internacionales que los acompañan, en las proximidades de la Comunidad sigue habiendo bases paramilitares, cuyos agentes continúan realizando acciones terroristas con la tolerancia, de miembros de la Brigada XVII del Ejército y de la Policía Nacional.
Los campesinos de la Comunidad denunciaron la irrupción paramilitar, nada más y nada menos el 5 de mayo pasado, en la vereda Murillo, en la cual preguntaron por algunos de sus integrantes y amenazaron con una nueva masacre si éstos no desalojaban la zona. Tal como el congresista Iván Cepeda denunció, “todo esto ocurre al mismo tiempo que la XVII Brigada que dirige el General Hernán Giraldo hace una presencia muy fuerte en la región. Así que es inexplicable esa connivencia entre estructuras paramilitares y el Ejército y la Policía Nacional, en un radio que es de pocos kilómetros, una zona que está perfectamente controlada por el Ejército pero que también, al parecer, está controlada por grupos paramilitares”.
Ante tal situación ¿Cómo se pueden entender las respuestas y comunicaciones oficiales del gobierno a las denuncias internacionales de violación de la vida y de la dignidad de los campesinos y campesinas que hacen parte de la Comunidad de Paz? Si por un lado, el gobierno expresa la voluntad de cumplir las medidas provisionales de protección decretadas por la Corte Interamericana de Derechos Humanos a favor de la Comunidad de Paz; por el otro, en el terreno y sobre la vida misma de estos ciudadanos colombianos, se verifican casos de amenazas e incursiones de grupos paramilitares; estigmatización mediante la difusión de falsas noticias por parte de militares de la Brigada XVII y, enfrentamientos armados entre paramilitares y grupos guerrilleros.
Entonces, Señor Presidente, Juan Manuel Santos, atendiendo a su cargo de Jefe máximo del Estado y garante de los derechos y libertades de todos los colombianos, le solicitamos comedidamente, se interese y coordine las acciones pertinentes para evitar las violaciones a las que están permanentemente sometidos los campesinos/as de la Comunidad de Paz y de veredas cercanas a ésta. Asimismo le solicitamos, en su calidad de Jefe de Estado, Jefe del Gobierno y Suprema Autoridad Administrativa, se personalice de la grave situación humanitaria por la que atraviesan, a causa de la presencia y el actuar paramilitar, los pobladores de las veredas que colindan con el proyecto de la represa Urrá II: Alto Joaquín, Porto Nuevo, Las Claras, Nain, Taparito, Diamante, Manzo, Rio Verde, Baltazar y, Murmullo, del municipio de Tierralta departamento de Córdoba.
Agradecemos también que informe a la opinión pública sobre los procesos penales que se llevan a cabo para juzgar a los responsables de dichas acciones terroristas ya que, como usted bien sabe, son crímenes que por su naturaleza amenazan a la entera humanidad.
Respetuoso saludo.

(Firmate con il nome della vostra Associazione, Ente Locale, o nome e cognome se lo mandate come persona singola)

Vi ringrazio per tutto l’appoggio che potrete dare,

 

 

Carla Mariani ( Volontaria rete Colombia Vive!)

P.S. Simona, coordinatrice della Rete, è a Bruxelles impegnata nell’assemblea OIDHACO

Lettera aperta a Santos


Rete Italiana di Solidarietà, Colombia Vive! Onlus
Sede legale: Comune di Narni, Ufficio per la Pace, Piazza dei Priori, 1
CAP: 05035 Narni (Tr) Italia
Fax ++39 0744 715270 begin_of_the_skype_highlighting              0744 715270      end_of_the_skype_highlighting
E-mail: reteitalianadisolidarietaatgmaildotcom  (reteitalianadisolidarietaatgmaildotcom)  Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
www.reteitaliana-colombiavive.org

 


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