Tony Guerrero: Luogo di ritiro (martedì 26 gennaio 2010)
Succede che l’ingiustizia prosegue.
Succede che le manette sono molto strette.
Succede che sono io quello che lo dice.
Succede che vorrei che mi credeste.
Succede che volo senza timori.
Succede che scuoto le mie vene.
Succede che due soli si incrociano.
Succede che le pietre si fanno scure.
Succede che questo odore non è di campagna.
Succede che il mio tempo ha un padrone.
Succede che le pareti si uniscono.
Succede che un fratello sorride.
Succede che mi nasce in petto
la serenità, e succede.
(Tony Guerrero — traduzione dallo spagnolo di Silvano Forte)
La pubblicazione di questa poesia, oggi martedì 26 gennaio rientra nell’ ambito dell’ iniziativa “Poesie per rompere silenzi” che consiste nel pubblicare ogni giorno dal 26 gennaio al 12 febbraio la poesia corrispondente scritta da Tony Guerrero durante questi stessi giorni dell’ anno 2010. Tony è uno dei 5 cubani detenuti ingiustamente negli Stati Uniti e ha scritto queste poesie durante la sua detenzione in isolamento in una cella chiamata “il buco”. Diciotto lunghi giorni che lui stesso ha detto essere sembrati un’ “eternità”.
Tony Guerrero: Un lugar de retiro (martes, 26 de enero de 2010)
Sucede que la injusticia sigue.
Sucede que llevo caja negra.
Sucede que soy yo quien lo dice.
Sucede que quisiera que me creas.
Sucede que vuelo sin temores.
Sucede que sacudo mis venas.
Sucede que dos soles se cruzan.
Sucede que oscurecen las piedras.
Sucede que el olor no es de campos.
Sucede que mi hora tiene dueño.
Sucede que se unen las paredes.
Sucede que un hermano sonríe.
Sucede que me nace en el pecho
una serenidad y sucede.
(Tony Guerrero)
La publicación de este poema, hoy martes 26 de enero, se da en el marco de la iniciativa poetica llamada “Rompiendo silencios” que consta en publicar cada día desde el 26 de enero hasta el 12 de febrero el poema correspondiente escrito por Tony Guerrero durante estos mismos dias del año 2010. Tony es uno de los cinco cubanos prisioneros injustamente en Estados Unidos; escribió estos poemas durante su detención aislado en una celda llamada “el hueco”. Dieciocho largos dias que él mismo dijo parecieron una “eternidad”.
Presentazione ALBA rivista: incontro internazionale con le Reti e le Organizzazioni sociali
Incontro internazionale con le Reti e le Organizzazioni Sociali
Presentazione della Rivista ALBAinFormazione
German Ferrer, Jhimy Arrieta, Luis Medina, facilitadores dell’ANROS (Associazione Nazionale delle Reti ed Organizzazioni Sociali del Venezuela), Antonio Alvarez Pitaluga, Professore dell’Università de L’Habana, Indira Pineda, RedPorTiAmerica (Capitulo Cuba). Maria Vittoria Tirinato, direttrice della rivista ALBAinFormazione — per l’amicizia e la solidarietà tra i popoli.
La partecipazione ed il protagonismo popolare sono elemento imprescindibile per costruire un mondo a misura di essere umano. Tessiamo la rete delle organizzazioni sociali, dei lavoratori, degli studenti, dei giovani, degli uomini delle donne, in Italia e nel mondo.
Sono invitati a partecipare le associazioni, i gruppi, i collettivi e le realtà sociali interessate a costruire l’amicizia e la solidarietà tra i popoli.
29 Gennaio 2010
ore 17,30
Centro Culturale “La Città del Sole” — vico Giuseppe Maffei a San Gregorio Armeno, 4
a seguire pizza fritta, birra e panzerotti
Hernando Calvo Ospina: El Equipo de Choque de la CIA
El Equipo de Choque de la Cía. Cuba, Vietnam, Angola, Chile, Nicaragua.
Il Corpo d’élite della Cia. Cuba, Vietnam, Angola, Cile, Nicaragua
di Hernando Calvo Ospina
El Viejo topo, 19 euro
La storia del Il Corpo d’ Elite della Cia (El Equipo de Choque), la squadra d’assalto per la realizzazione delle operazioni «sporche» della politica estera degli Stati uniti, ha inizio in Guatemala nel 1954 con l’operazione conosciuta come Pb Success. Fu un’operazione di destabilizzazione, di «guerra psicologica, mercenaria e paramilitare» che si concluse con il colpo di stato contro il presidente Jacobo Arbenz.
Arbenz nel 1951 aveva vinto le prime elezioni libere di quel paese e aveva dato avvio a un’importante riforma agraria nonché a una serie di politiche progressiste volte a limitare il potere delle imprese straniere che operavano in Guatemala. Tra le più colpite dalle riforme, vi fu la United Fruit Company definita un vero e proprio «stato nello stato» per il potere politico ed economico che deteneva. Tra i suoi azionisti figuravano John Foster Dulles e il fratello Allen, allora rispettivamente segretario di stato degli Stati uniti e direttore della Cia.
Tuttavia è con i tentativi di rovesciare fin dal principio la rivoluzione cubana del 1959, che il gruppo si consolida e si qualifica. Negli anni successivi lo ritroveremo come attore principale in ogni tentativo di imporre con mezzi non democratici l’imperialismo statunitense nel pianeta. El Equipo de Choque de la Cía, costituitosi pertanto come una vera e propria squadra di terrorismo internazionale, non operò solamente in America latina. Il Congo fu il primo paese africano dove approdò e dove partecipò alla destabilizzazione politica culminata con l’assassinio nel 1961 di Patrice Lumumba, fondatore nel 1958 del Movimento nazionale congolese, fautore dell’indipendenza del suo paese e simbolo delle lotte indipendentiste in Africa.
Scrive Hernando Calvo Ospina che è in Vietnam che il «Corpo d’Elite» si «amplia, si qualifica, si consolida e si perfeziona», utilizzando metodi di una crudeltà indescrivibile soprattutto contro i Vietcong del Fronte di liberazione nazionale (Fln). In una testimonianza resa dinanzi al Congresso degli Stati uniti, William Colby, direttore dell’Agenzia in Vietnam tra il 1973 e il 1976, confessò che il Programma Phoenix (conosciuto anche come Programma di Pacificazione Rapida) era stato concepito per «proteggere la popolazione dal terrorismo comunista». Riconobbe la morte di 20.587 persone tra il 1968 e il 1971, l´87% delle quali – disse – era caduto nel corso di combattimenti. Tuttavia, indagini successive dimostrarono che per «proteggere la popolazione dal terrorismo comunista» erano stati giustiziati sommariamente circa 40mila sospetti.
Questo lavoro di Calvo Ospina rappresenta una ricerca minuziosa che evidenzia il ruolo chiave svolto, in tutte le operazioni eseguite dal «corpo d’Elite», non solo da personaggi che poi ricopriranno incarichi di prestigio nel panorama politico degli Stati uniti, ma anche da mercenari cubani anticastristi, terroristi di mezzo mondo e mafiosi colombiani e italiani.
Un intreccio di nomi che ricorre frequentemente in circostanze, tempi e paesi diversi. George H. Bush (padre) e Porter Goss li troviamo insieme nella preparazione e realizzazione del «Progetto Cuba», il piano Cia per rovesciare Fidel Castro, approvato dal presidente Eisenhower. George Bush padre fu inserito nel circuito dei servizi di sicurezza statunitensi e nel «Progetto Cuba» da quello stesso Allen Dulles che avevamo già visto qualche anno prima in Guatemala, azionista della UnitedFruit Company e capo della Cia. Porter Goss era invece nell’ambito del «Progetto Cuba», l’uomo incaricato di reclutare i mercenari cubani. Diventerà nel 2004, a sua volta direttore della Cia, nominato da George W. Bush figlio.
Tutti gli altri uomini del «Progetto Cuba» erano stati reclutati tra i partecipanti al Pb Success guatemalteco, un successo rispetto al fallimento dei numerosi propositi di intervento nell’ isola ribelle messi a punto dall’ Agenzia a partire dal 1960 in avanti. Fu da quel momento che Kennedy, nell’ambito della Guerra Fredda e della conseguente lotta contro la nascente «minaccia comunista», impose la Dottrina di sicurezza nazionale. Un imperativo quasi religioso che tante vittime causò in America latina e nel resto del mondo con l’appoggio diretto degli Stati uniti alle peggiori dittature della storia moderna.
Racconta tutto ciò e altro ancora questo libro del giornalista e scrittore colombiano (residente a Parigi) Calvo Ospina, autore tra gli altri di Dissidenti o mercenari?; Cuba: la guerra occulta del Ron Bacardi (entrambi editi in Italia da Achab), Colombia: laboratorio de embrujos, democracia y terrorismo de Estado (2008).
Calvo Ospina è inoltre collaboratore fisso di Le Monde diplomatique.
Si tratta, per la casa editrice spagnola El Viejo Topo, della riproposizione di un lavoro di ricerca notevole, già presentato al Salone del libro di L’Avana nel 2008 con il titolo Bush y el Equipo Estrella de la Cia, successivamente tradotto e pubblicato anche in Francia.
di Annalisa Melandri – www.annalisamelandri.it
recensione per LE MONDE diplomatique in vendita con il manifesto per tutto il mese di gennaio 2011
La fame è un’ arma
La fame è un’ arma (potenziale)
La fame è un’arma di distruzione di massa si dice spesso. Sicuramente lo è. Può però trasformarsi anche in un’ arma nelle mani dei popoli. E’ avvenuto in Tunisia come mostra la foto. In FB, una persona che stimo molto per il suo lavoro, ha scritto che dovrei togliere l’aggettivo che ho usato e cioè POTENZIALE, in quanto la fame sempre porta rivoluzioni. Non ne sono convinta, altrimenti con un miliardo di persone nel mondo che soffrono completamente la fame e un altro miliardo che sopravvive con meno di due dollari al giorno, il mondo sarebbe in rivoluzione permanente. L’ Africa sub sahariana poi sarebbe una polveriera e paradossalmente la “rivoluzione” è scoppiata in quella parte del continente africano dove meno fame c’ è…
Mi sembra uno spunto di riflessione interessante. Che ne pensate?
Tunisia, 18/01/2011
Fred Dufour/AFP
Fonte: http://diariogauche.blogspot.com/
ringrazio l ’amico Alessandro Vigilante per la segnalazione
Suoni della memoria
sabato 22 gennaio 2011
Spazio pubblico autogestito Leoncavallo
Libertamerica
Associazione nazionale Nuova Colombia
presentano:
“SUONI DELLA MEMORIA”
1945 – 2011
LA MEMORIA DESAPARECIDA
In prossimità della giornata mondiale in ricordo della Shoah, celebrata il 27 gennaio giorno in cui l’Armata Rossa spalancò al mondo i cancelli dell’orrore di Aushwitz, vogliamo rinnovare il messaggio di libertà che questa ricorrenza impone all’attenzione pubblica intrecciando storie e memorie partigiane passate e presenti.
“Suoni della memoria: la memoria desaparecida”, riallaccia il filo rosso che unisce il sacrificio dei martiri dell’Olocausto, la Resistenza in Europa contro la dittatura e il nazifascismo con il processo di emancipazione e indipendenza che il socialismo latinoamericano oggi rappresenta: il ripudio della guerra, l’aspirazione alla pace e alla giustizia sociale dei popoli del mondo.
Mostre, video, testimonianze di giornalisti, intellettuali, politici e artisti, per ricordare il genocidio nazista e il sacrificio dei desaparecidos e per disseppellire una notizia troppo in fretta scomparsa dalla cronaca dei giornali: la scoperta nel 2010 della FOSSA COMUNE de La Macarena in Colombia, tra le centinaia di cui è disseminato il paese, la più grande della storia latinoamericana.
Per ricordare l’Olocausto oggi non è più sufficiente limitarsi alla promessa scaturita dal patto democratico del 1945: “Mai più!”, senza dimenticare che epoche recenti sono state teatro di efferati crimini contro l’umanità e che micidiali “macchine della morte” al servizio di “poteri forti” in molti paesi violano ancora sistematicamente diritti umani fondamentali.
Milioni di vittime innocenti di lager e camere a gas sono un dramma epocale che non va dimenticato, ma una tragedia umana di eguali proporzioni si consuma ai danni dei morti in tempo di pace e degli “scomparsi” dei giorni nostri.
Migliaia e migliaia di uomini, donne e bambini, di sindacalisti, di clandestini o di semplici cittadini, inghiottiti dallo stesso silenzio.
Le cifre in America Latina sembrano parlare di una vera e propria guerra, mai dichiarata eppure feroce, contro i popoli indigeni prima e contro ampi strati della popolazione civile poi; una guerra scatenata contro chiunque si opponga, dissenta, resista alla spoliazione della propria terra, delle proprie tradizioni, della propria dignità umana.
Per non dimenticare quest’anno ascolteremo i suoni della memoria mescolando il lamento della Shoah con il canto dei desaparecidos e la voce dei popoli indigeni, volgendo la nostra attenzione al riscatto attuale del continente Latinoamericano.
Crediamo infatti esista un collegamento tra il tributo partigiano versato nella Resistenza antifascista, per la sconfitta del nazifascismo in Europa, ed il prezzo che ha dovuto pagare e che paga la resistenza dei popoli latinoamericani nella lotta per la seconda e definitiva indipendenza, per la pace con giustizia sociale.
Una strategia internazionale di mantenimento e nuovo utilizzo della politica fascista si è manifestata con la creazione della Ratline per i criminali nazisti al volgere della seconda guerra mondiale e nella diffusione della Scuola economica di Chicago nel secondo dopoguerra.
La politica del terrore nazifascista è stata ampiamente esportata oltreoceano come modello di governo incarnato dal terrorismo di stato latinoamericano a partire dall’impiego della specifica dottrina della “Sicurezza Nazionale”: dalla realizzazione del Piano Condor, per l’eliminazione sistematica e coordinata delle opposizioni politiche e sociali nel centro e sud America, alle attuali espressioni di tale dottrina, come la politica genocida di “Sicurezza Democratica” del governo colombiano, e la realizzazione del colpo di Stato in Honduras del giugno 2009.
La tradizione golpista in America Latina dimostra come sia avvenuto questo trasferimento continentale: dal massacro argentino e cileno degli anni ’70 e ’80 alle numerose destabilizzazioni di governi progressisti, fino ai recenti tentativi di colpo di Stato nei paesi dell’ALBA. Da quello fallito grazie all’insorgenza popolare e all’esercito fedele al presidente costituzionale nel 2002 in Venezuela, a quello “di velluto” sventato in Bolivia.
Il persistere della feroce dittatura colombiana, inutilmente mascherata da democrazia elettorale, ed il golpe realizzato sanguinosamente in Honduras, fino a quello recentemente sconfitto in Ecuador, grazie alla mobilitazione sociale ed a settori di esercito e polizia fedeli alla costituzione, dimostrano come sia ancora attiva la politica del terrore e come sia altrettanto viva ed attuale l’esigenza dell’antifascismo.
NEWS:
Bruxelles, 28 aprile 2010: la CSI ha espresso grave preoccupazione per la scoperta di una fossa comune nella cittadina di La Macarena, in Colombia, e condannato l’assassinio di Johnny Hurtado, un attivista dei diritti umani che ha denunciato l’esistenza della fossa comune.
Secondo le informazioni ricevute dalla CSI, Hurtado, un ex attivista sindacale, erano già stato costretto ad allontanarsi da casa sua dopo aver ricevuto minacce di morte.
L’ufficio del Procuratore Generale stima in 2000 il numero di corpi non identificati nella fossa comune. Il dato è particolarmente preoccupante dato che oltre un centinaio di sindacalisti colombiani sono scomparse negli ultimi anni.
Le recenti rivelazioni riguardo le esecuzioni extragiudiziali, confermate anche da parte dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dal suo Relatore Speciale, hanno messo in luce il coinvolgimento dell’esercito colombiano in quello che le Nazioni Unite hanno descritto come la “sistematica” uccisione di civili colombiani.
La fossa comune si trova accanto alla più grande base militare nella regione.
In una lettera alle autorità colombiane, il CSI ha esortato il governo colombiano ad ordinare un’immediata, approfondita e trasparente indagine su quanto accaduto a La Macarena; a svolgere un’indagine urgente sulle circostanze dell’omicidio di Johnny Hurtado e a portare in giudizio i responsabili; ad ordinare che le autorità civili chiudano l’area circostante la fossa comune fino a che non sia stata effettuata una approfondita indagine, per evitare qualsiasi manomissione delle prove; e a consentire agli osservatori internazionali di monitorare l’inchiesta di La Macarena e ad una missione di controllo inter-istituzionale di visitare il sito il più presto possibile. La missione dovrebbe includere rappresentanti dei competenti organi dello Stato colombiano, così come rappresentanti di organizzazioni per di diritti umani e sindacali, le comunità locali limitrofe a La Macarena, membri della comunità internazionale e diplomatici.
“La situazione in Colombia è molto preoccupante”, ha dichiarato Guy Ryder, segretario generale della CSI. “È fondamentale che si ponga termine all’impunità, di modo che sindacalisti e difensori dei diritti umani possano esercitare i loro diritti senza mettere a rischio la loro vita, e in modo che i responsabili di questi crimini siano consegnati alla giustizia”.
Fonte: Csi-Ituc — (International Trade Union Confederation)
Traduzione: Iscos Cisl (Istituto Sindacale per la cooperazione e lo sviluppo)
http://www.iscos.cisl.it/public/areas/-diritti-umani-ituc-csi-colombia–scoperta-fossa-comune-a-la–
macarena-12–5-2010.asp
Programma
Dalle ore 16:30:
Mostre fotografiche dei Paesi dell’ALBA
Banchetti informativi delle associazioni ANPI, Italia-Cuba, Nuova Colombia, LibertAmerica, Italia-Nicaragua.
Dalle 17:00 aperitivi etnici
Proiezioni cinematografiche:
Garage Olimpo, regia di M. Bechis — 1999 (98′). La tragedia dei desaparecidos argentini (fino ad oggi sono oltre 30.000) alla fine degli anni ’70 sotto il governo militare golpista di Videla.
La tregua, regia di F. Rosi –1997 (140′) Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Primo Levi; “La tregua” narra il tortuoso viaggio di ritorno a casa di un gruppo deportati, liberato dai sovietici dal lager di Auschwitz. Le riflessioni e le esperienze dell’epopea del ritorno offrono una delle più importanti testimonianze cinematografiche dell’Olocausto.
I Compagni, regia di M. Monicelli — 1963 (128’). Le prime lotte sindacali nella Torino del XIX secolo. E’ l’ennesimo grave incidente spingere gli operai a chiedere la riduzione dell’orario di lavoro. Quando la rivendicazione viene del tutto ignorata, comincia lo sciopero. Sarà la cavalleria chiamata a difendere la fabbrica, a sparare sulla folla uccidendo Omero. Gli operai tornano al lavoro sconfitti e fra loro, ancora bambino, il fratello del ragazzo ucciso ne prenderà il posto, ma “gli agitatori” dal carcere non smetteranno di diffondere le idee di progresso sociale e altri lavoratori,come Raoul e Omero, porteranno avanti la lotta per migliorare le condizioni di lavoro.
Documentari no stop:
U.S.A. — Honduras – America Latina, Il ritorno del Condor. (75′) di F. Grimaldi — 2010 .
Il racconto del colpo di Stato effettuato in Honduras contro il presidente progressista Manuel Zelaya dai militari agli ordini dell’oligarchia honduregna e degli Stati Uniti. L’inizio di un’operazione Condor 2, con la quale Washington si propone di rinnovare i nefasti dell’operazione Condor degli anni ’70 che installò Pinochet in Cile e altre sanguinarie dittature in America Latina. Fulvio Grimaldi. Giornalista, scrittore, inviato di guerra ex-Rai è al quarto documentario sul “continente della speranza”, dopo “Cuba, el camino del sol”, “Americas Reaparecidas” e “Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador: l’Asse del Bene”.
Golpe Equador 2010. (90’) Intervista al presidente dell’Ecuador Rafael Correa della televisione pubblica sul fallito colpo di stato in Ecuador il 30 settembre 2010. EcuadorTV.
Especial: Honduras Eramos invisibles! (84′) Videoregistrazione de la televisora venezolana social e Telesur (Canal 8 tv pubblica venezuelana) golpe in Honduras del giugno 2009
Conferenza de La Macarena. (110′) Videoregistrazione delle testimonianze sul rinvenimento della fossa comune nel Comune de La Macarena, nel dipartimento del Meta in Colombia. Audiencia publica del 12 luglio 2010 alla quale hanno partecipato delegazioni del parlamento europeo, del regno unito e degli stati uniti.
Derechos humanos en Colombia. (16′) Videoregistrazione di Vision 7 internacional (V7Inter, T 15°2 – TVP tv pubblica argentina) 2010. Documentario realizzato in Colombia che restituisce una sintetica e precisa descrizione sul contesto politico e sociale nel quale sono maturate le condizioni per il proliferare della violenza statale-paramilitare contro un intero popolo, di cui le fosse comuni fin’ora scoperte non sono che una delle più crude manifestazioni
Colombia. La Macarena. Tumbas mentiras y saqueos. (30′) Documentario di Jorge Enrique Botero per TeleSUR sull’emergenza umanitaria in Colombia girato nei giorni della conferenza pubblica de La Macarena (luglio 2010).
Il mio nome é Victoria. (35’) Intervista a Victoria Donda, ieri bambina rapita, figlia di militanti politici desaparecidos e allevata da una famiglia di gerarchi, oggi donna impegnata politicamente come la più giovane deputata mai entrata nel Parlamento di Buenos Aires per il Sibre del Sur (Hija n. 78). Libro intervista omonima, edizioni Corbaccio 2010.
Il consumismo addormenta. (10′) Intervista rilasciata da Paolo Barnard ad Arcoiris tv (web tv) a partire dal libro scritto dallo stesso autore, “Perché ci odiano”, edizioni BUR 2006.
Dalle ore 18:30 Tavola rotonda:
Conducono: Geraldina Colotti (Monde Diplomatique/il Manifesto) e Lucio Bilangione (Coordinamento Nazionale Bolivariano).
Intervengono: Pippo Platinetti con l’ANPI Ispra (Partigiano della 82’esima brigata Osella), Santiago Masetti (Agencia Periodistica Mercosur), Oscar Aguilar (Movimiento por la Democracia Partecipativa, El Salvador, in videoconferenza o diretta telefonica), Andrea Santoro (Associazione Nazionale Nuova Colombia), Alberto Pinzón Sánchez (Medico e antropologo, membro della commissione di personalità facilitatrici dei dialoghi di pace del Caguán –dal 1999 al 2002– tra la guerriglia ed il governo colombiano. Rifugiato in Europa), Nurray Malagon (Libertamerica), Juan Barahona (Vice coordinatore del Frente de Resistencia Popular, Honduras, in videoconferenza o diretta telefonica), Raùl Della Cecca (Direzione Nazionale dell’Associazione di Amicizia Italia-Cuba) a seguire dibattito pubblico.
Aderiscono e saranno presenti: Consolati di Cuba, Repubblica Bolivariana del Venezuela, Ecuador, ANPI di Affori, Crescenzago e Ispra, Associazione amicizia Italia-Nicaragua.
Dalle 20:00 Cucina latinoamerica.
Ore 21:00 “Los Nazcas” e “ confraternità Sambos Caporales de Corazon” presentati da Roger Richard con la partecipazione di Angela Avila e Caterine Artiaga. Spettacolo musicale/folcloristico che prevede l’alternarsi di musica andina e balli popolari.
Avremo la presenza del gruppo musicale “Los Nazcas”, nato nel 1999 é uno dei primi rappresentanti della musica Andina a Milano, nato da un gruppo di amici di origine Peruviana riuniti dalla nostalgia del proprio paese e dalla musica, per far rivivere la bellezza delle tradizioni e delle arti che appartengono alla nazione dellʼImpero Incas. Continuano a suonare oggi definendosi un gruppo compatto, semplice e non commerciale, che ama appassionatamente la musica popolare, tradizionale e folcloristica dellʼAmerica Latina. Tra le loro presentazioni più importanti lʼarea metropolitana milanese, Università Cattolica, Arena e Comune di Milano, Tribuna dellʼIdroscalo, Festa dei Popoli e degli Immigranti a SantʼAngelo Lodigiano e molti altri. Attualmente integranti del gruppo sono: Abel Avila, Ricardo Robles, Americo, Felipe Ramos, Davide Avila.
Ad accompagnare la serata, ci sarà il gruppo di danza “Confraternità Sambos Caporales de Corazon” che si è formato due anni fa ed è composto da giovani e adulti entusiasti di diffondere il folclore latino-americano attraverso le danze.
Il gruppo si ha partecipato a diversi festival in Italia e in altre nazioni d’Europa: “Festival Latino-Americano”, “Festival Ispano-Americano NUOVO MONDO”, “Festival America Viva” e altri.
I componenti sono: Guilbert, Edson, Yan, Peter, Paty, Taty, Susana e Charmely.
Il gruppo offrirà diverse danze della zona Andina, fra questi, la danza de “Los Caporales” dallʼAltipiano del Perù (Puno), folclore nuovo che ha le sue radici nellʼantica Saya, ritmo e ballo che appartiene alla cultura tradizionale della Bolivia che si ispira a sua volta al Tundiqui. Eʼ una danza dove gli Aymara si dipingono il corpo di nero e cantano accompagnati di strumenti a percussione a due tempi, con una coreografia arricchita da costumi eleganti che rettificano soprattutto i giovani di carattere deciso senza pregiudizi razziali. Los caporales in questa danza si convertono per lʼuomo nero nel massimo strumento di espressione spirituale, culturale e sociale, mescolando differenti ritmi di percussione suonati simultaneamente, accompagnati da canti che esprimono sentimenti dʼallegria e tristezza prodotti della loro realtà. Il vestiario riproduce lo stile tipico dellʼepoca della colonizzazione spagnola.
Dalle ore 23:00
Performance poetico teatrale di Andrea Labanca, Guido Baldoni e Paolo Ciarchi che riflette sul mondo dei giorni nostri: gente che muore per non aver offerto una sigaretta e campagne antifumo, genocidi accaduti “per caso”, “bombe intelligenti” e altro ancora. Ritroviamo Oblomov, il protagonista dellʼomonimo capolavoro di Gončarov, nelle tracce che compongono l’album autoprodotto I pesci ci osservano composto da nove brani inediti, scritti e cantati da Andrea Labanca.
presso lo spazio pubblico autogestito Leoncavallo,
via watteau 7 Milano
(Bus 43 – 81 – MM verde Gioia o Centrale / MM gialla Sondrio)
1945–2011
Spazio pubblico autogestito Leoncavallo
Libertamerica
Associazione nazionale Nuova Colombia
presentan
“LOS SONIDOS DE LA MEMORIA”
Sábado, 22 de Enero de 2011
LA MEMORIA DESAPARECIDA
Con motivo del Día Internacional en memoria de la Shoah, que se celebra el 27 de Enero, cuando el Ejército Rojo abrió a las puertas del mundo el horror de Aushwitz, queremos renovar el mensaje de libertad que se impone a la atención pública en esta recurrencia, entrelazando historias y recuerdos de la Resistencia del pasado y del presente.
“Los Sonidos de la Memoria: la memoria desaparecida” deja el hilo rojo que une el sacrificio de los mártires del Holocausto, la Resistencia antifascista en Europa contra la dictadura, con el proceso de emancipación e independencia que el socialismo latinoamericano representa en la actualidad: el repudio de la guerra y el deseo de paz con justicia social del los pueblos del mundo.
Exhibiciones, videos, testimonios de periodistas, intelectuales, políticos y artistas, para conmemorar el genocidio nazista y el sacrificio de los desaparecidos, para desenterrar una noticia que fue borrada rápidamente de los periódicos y las crónicas: el descubrimiento en el 2010 de la FOSA COMÚN de La Macarena en Colombia, la más grande de la historia latinoamericana, entre las cientos sembradas a lo largo y ancho del país.
Para recordar el Holocausto ya no basta con la promesa surgida del pacto democrático en 1945: “Nunca más”, sin olvidar que los últimos tiempos han sido escenario de crímenes atroces contra la humanidad y que la “maquinaria asesina de la muerte” al servicio de grandes potencias en muchos países siguen rutinariamente violando los derechos humanos básicos.
Millones de víctimas inocentes de los campos de exterminio y las cámaras de gas son una tragedia trascendental que no hay que olvidar, pero una tragedia humana de iguales proporciones se consume en las cuotas de muertes en tiempo de paz y desaparecidos de hoy. Miles y miles de hombres, mujeres y niños, sindicalistas, clandestinos o ciudadanos comunes, tragados por el mismo silencio.
Las cifras de América Latina parecen hablar de una verdadera guerra feroz, pero nùnca declarada, contra el pueblo indigena entonces y contra grandes sectores de la población después; una guerra contra cualquiera que se oponga, o se resista al desalojo de sus tierras, sus tradiciones, su propia dignidad humana. Para este año, escucharemos, para no olvidar, los sonidos de la memoria mezclado el lamento del Holocausto con el canto de los desaparecidos y la voz de los indigenas, dando la atención al rescate actual del continente latinoamericano.
Creemos que hay una conexión entre la contribuciòn de la resistencia partisana italiana por la derrota del fascismo en Europa, con el precio que tuvo que pagar y que paga la resistencia de los pueblos de América Latina en la lucha por la segunda y definitiva independencia, por la paz con justicia social.
Una estrategia internacional por el mantenimiento y por una nueva utilización de la politica fascista se manifestó con la creación de una Ratline en beneficio de los criminales nazis a la vuelta de la segunda Guerra Mundial y después en la difusión de la Escuela económica de Chicago.
La política del terror fasci-nazista ha sido ampliamente exportada en America como modelo de gobierno encarnado por el terrorismo de estado, con la utilización de la dóctrina de la “Seguridad Nacional”: desde la realizaciòn del Plan Condor, para la eliminación sistematica y coordinada de las oposiciones politicas y sociales en Centro y Sur América, hasta las actuales expresiones de dicha dóctrina, como la política genocida de la “Seguridad Democrática” del gobierno colombiano, y la realización del Golpe de Estado en Honduras el 28 de Junio del 2009.
La tradición golpista en América Latina demuestra este traslado continental: desde la masacre de Argentina y Chile de los años 70 y 80, y la desestabilización de los gobiernos progresistas, hasta los recientes intentos de golpe de Estado en los países del ALBA. Desde lo que fue derrotado debido a la rebeldía popular y al ejército leal al presidente constitucional en Venezuela en 2002, hasta aquel de terciopelo frustrado en Bolivia.
El perdurar de la feroz dictadura colombiana, sin exito disfrazada por democracia electoral, y el sangriento golpe de Estado realizado el año pasado en Honduras, hasta el golpe de Estado en Ecuador, recientemente derrotado debido a la movilización social y de sectores del ejército y policía leales a la Constitución, demuestra como es activa en los tiempos modernos la “ polìtica del Terror” y como sigue vigente en la actualidad la exigencia anti-fascista.
NEWS
—- —- Bruxeles, 28 de abril de 2010: La CSI ha expresado su profunda preocupación por el descubrimiento de una fosa común en la ciudad de La Macarena, Colombia, y condenò el asesinato de Johnny Hurtado, un activista de derechos humanos que denunciò la existencia de la fosa común.
De acuerdo con la informaciòn recibida de la CEI, Hurtado, un ex activista sindical, había sido obligado a abandonar su casa después de haber sido amenazado de muerte. La oficina del Fiscal General considera que son 2000 los cadáveres no identificados en una fosa común. El dato es realmente preocupante dado que más de un centenar de sindicalistas colombianos han desaparecido en los últimos años. Las recientes revelaciones acerca de las ejecuciones extrajudiciales, también confirmada por el Alto Comisionado para los Derechos Humanos por su Relator Especial, han puesto de manifesto la participación del ejército colombiano en lo que la ONU ha descrito “ sistemático” asesinato de civiles colombianos.
La fosa se encuentra junto a la mayor base militar en la región. En una carta a las autoridades colombianas, la CSI ha instado al gobierno colombiano a una orden, exhaustiva y transparente investigación inmediata de lo que pasó en La Macarena, para hacer una investigación urgente sobre las circunstancias de la muerte de Johnny Hurtado y llevar ante la justicia a los responsables; se diò la orden para que las autoridades civiles cerraran el área alrededor de la tumba hasta que se haga una investigación profunda para evitar cualquier manipulación de la evidencia, y permitirle a los observadores internacionales de monitorear la investigaciòn de La Macarena y una misión de supervisión interinstitucional para visitar el sitio tan pronto como sea posible. La misión debe incluir a representantes de los órganos competentes del Estado colombiano, así como representantes de organizaciones de derechos humanos y los sindicatos, las comunidades locales adyacentes a La Macarena, los miembros de la comunidad internacional y diplomaticos.“La situación en Colombia es muy preocupante” , dijo Guy Ryder, secreatrio general de la CEI. “Es esencial poner fin a la impunidad”, para que los sindicalistas y activistas de derechos humanos puedan ejercer sus derechos sin poner en riesgo sus vidas, y para que los responsables de estos crímenes lleguen ante la justicia.
Fuente: Csi.Ituc (Confederación Sindical Internacional)
Traducción: CISL ISCOS (Instituto Sindical para la Cooperación y el desarrollo) www.iscos.cisl.it
Poesie per rompere silenzi
” La mia permanenza nel Centro di Transito Federale in Oklahoma è stata
lunga . Diciotto giorni, isolato, in una cella del cosiddetto ”buco”, giorni che mi sono sembrati un’eternità.
Con pochissima carta e piccolissime matitine, mi misi a scrivere il diario di quelle giornate, così come un gruppo di lettere personali e molto speciali, nate in quella solitudine, dove, parafrasando versi di Juan Ramón Jiménez, direi: “Sei dio del tuo petto, sei solo Universo, sei uno al tuo centro”.
Solamente una parte di quel diario e una delle nove lettere scritte arrivarono a destinazione. Per me fu un gran dolore quello che era potuto succedere, e feci ricorso alla poesia per rivivere i momenti di quell’isolamento e, in qualche modo, rimediare all’irreparabile perdita. Dal 3 al 16 di marzo, ormai di nuovo a Florence, sono nate queste poesie, in forma di diario, che suggerisco di leggere come un solo poema (come si dice si debbano leggere i famosi sonetti di Shakespeare, facendo salva la gran differenza tra quell’opera classica e questa modesta creazione). Per questo poemario decisi di scrivere versi decasillabi con rima libera, nella quantità di versi tipica del sonetto. Il mio obiettivo non è la ricerca della bellezza rítmica o della perfezione della strofa, e nemmeno di creare qualcosa di nuovo. La mia pretesa è di portare il lettore fino agli angoli più segreti della mia anima in quei giorni di ingiusto e totale isolamento, anche
se, come direbbe Darío: “la mia protesta resta scritta” contro il trattamento e la inusuale perdita”.
Così ci parla Antonio Guerrero Rodriguez, il nostro Tony, uno dei Cinque, i prigionieri cubani ingiustamente detenuti negli Stati Uniti, di uno dei suoi poemari piu’ dolorosamente concepito: parliamo di “Un lugar de retiro”, che fu pubblicato lo scorso anno, grazie ad un’iniziativa della Casa Editrice Vigìa della città di Matanzas a Cuba.
Commosso dalla grandezza umana che emanano questi versi, Silvano, un amico di Cuba e dei Cinque, ha avuto la felice idea di dare vita all’iniziativa di pubblicare in Internet – nel maggior numero di siti e e tradotti nel maggior numero di lingue possibili – le poesie che Tony ha scritto riferendosi ad un periodo di diciotto giorni trascorsi in una cella di isolamento y che in seguito avrebbero prodotto il libro ”Un lugar de retiro”.
La proposta è di pubblicare ogni giorno per diciotto giorni, a partire dal 26 gennaio e fino al 12 febbraio 2011, su blogs, facebook, siti internet o di inoltrare tramite liste di distribuzione e altro, il poema corrispondente a quel giorno, scritto da Tony un anno prima, cioè fra il 26 gennaio e il 12 febbraio del 2010. In italiano, inglese, francese, portoghese e persino in russo e bulgaro, le poesie di Tony solcheranno il cyberspazio, demolendo muri di silenzio.
Possa essere questo un modo in più per dimostrare ai Cinque la nostra solidarietà, il nostro affetto, la sicurezza nella chiara certezza delle loro azioni, e anche per gridare all’impero, da tutti gli angoli del pianeta LIBERTA’ PER I CINQUE.
Vi diciamo con le parole di Tony:
” Stanco, non mi arrendo.
Ferito, non sanguino.
Tanta fatica, tanti dolori:
li calmo con l’amore dei miei sogni,
materia invincibile
che i guardiani non sanno riconoscere”
Vi invitiamo a partecipare a questa nuova azione poetica. ”Poesie per rompere silenzi” in solidarieta’ con i Cinque e, in maniera particolare, in omaggio a Tony Guerrero, un uomo che nelle piu’ terribili circostanze non ha mai perso il suo coraggio e il suo sorriso.
Se volete richiedere e ricevere le traduzioni in una o più lingue tramite posta elettronica per aderire alla campagna, potete scrivere a
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ricordando che a partire dal 26 gennaio si dovrà cominciare a pubblicare le poesie.
A 50 anni dall’ assassinio di Patrice Lumumba — iniziativa in Belgio
VERITA’, GIUSTIZIA, RISARCIMENTO PER IL POPOLO CONGOLESE
50 anni dopo il suo assassinio, perpetrato il 17 gennaio del 1961, Patrice Lumumba continua ad essere il simbolo della lotta panafricana per l’ indipendenza del Congo e per l’emancipazione dei popoli. La sua lotta continua ad essere fonte di ispirazione in tutto il mondo. Il Primo Ministro del Congo, paese che aveva appena raggiunto l’indipendenza, eletto democraticamente dal popolo congolese con grande sorpresa del governo belga che aveva organizzato le elezioni, venne ucciso sei mesi dopo, insieme ad altri suoi compagni, tra i quali Joseph Okito, presidente del Senato, e Maurice Mpolo, ministro dello Sport. Avevano osato liberare il loro paese dal giogo coloniale e neo-coloniale.
Sono numerose le prove delle responsabilitá dei governi del Belgio e degli Stati Uniti tra gli altri, nell’isolamento e nella caduta del governo di Lumumba e nell’ insediamento del generale Mobutu , dittatore corrotto al servizio dei governi occidentali e delle loro multinazionali.
Per la democrazia del Congo e per la democrazia belga consideriamo essenziale che cessi la disinformazione e l’impunitá che riveste questi crimini contro l’umanità e che le vittime e le loro famiglie , ma anche il popolo belga e congolese abbiamo finalmente diritto alla verità, alla giustizia e al risarcimento.
VERITA´!
- Esigiamo che gli archivi coloniali siano resi pubblici completamente
- Nessuna censura deve persistere sulla responsabilità dello Stato belga e dei diversi attori che hanno partecipato in un modo o nell’ altro all’assassinio del primo ministro, Patrice Lumumba e dei suoi ministri e compagni
GIUSTIZIA!
- I crimini contro l’umanità sono imprescrittibili, va fatta giustizia. Appoggiamo soprattutto la denuncia presentata dalla familia di Patrice Lumumba contro dodici belgi sospettati di aver partecipato al sequestro, alla tortura e all’ omicidio di Patrice Lumumba e dei suoi compagni.
- I meccanismi che debilitano la sovranità economica e finanziaria della Repubblica Democratica del Congo reclamata da Lumumba devono essere smantellati, la risoluzione approvata dal Senato del Belgio il 29 marzo del 2007 sul debito deve essere applicata e il saccheggio delle risorse naturali da parte delle multinazionali belghe e altri paesi deve cessare.
RISARCIMENTO!
- Il governo belga e i differenti attori di questi molteplici omicidi devono riconoscere e ammette la loro responsabilità sia volontariamente che per azione della giustizia;
- Chiediamo alle autorità che portino avanti una politica attiva di riabilitazione della memoria di Lumumba e dei suoi compagni e compagne che hanno lottato per l’emancipazione africana: correggendo i testi scolastici, organizzando una mostra sul tema nel 2011, aprendo una sezione speciale al Museo Reale dell’ Africa Centrale a Tervuren e dedicando alla sua memoria un luogo o un’istituzione facilmente accessibile a Bruxelles;
- Seguendo le raccomandazioni della commissione parlamentare belga del 2001 e le promesse delle autorità belghe, chiediamo che sia istituita la fondazione di Patrice Lumumba e che sia dotata di risorse adeguate tenendo in conto i ritardi.
RIFIUTIAMO L’ IMPUNITA´
RENDIAMO OMAGGIO AI LOTTATORI PER LA LIBERTA´E L’INDIPENDENZA!
APPOGGIAMO LA LOTTA DEL POPOLO CONGOLESE PER LA SUA SOVRANITA´, INTEGRITA´DEL SUO TERRITORIO E LA DIFESA DELLE SUE RISORSE NATURALI!
Per appoggiare queste rivendicazioni convochiamo una manifestazione a Bruxelles Domenica 16 gennaio 2011
Ore 14 Place du Tr Trône (métro Trône)
Solidaridad con Manuel Olate. La vías de la paz se logran creando vínculos y no cadáveres y fosas comunes.
El pasado 4 de diciembre le han concedido por fin la medida de detención domiciliaria al compañero chileno Manuel Olate, quien había sido detenido en Santiago el 29 de octubre bajo la acusación de terrorismo y de ser el “enlace entre la guerrilla colombiana de las FARC y los mapuche chilenos”. Manuel sin embargo es solamente una víctima más del inútil intento del gobierno colombiano de aislar políticamente a nivel internacional las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia — Ejército del Pueblo (FARC-EP).
Inútil porque la solidaridad que se expresa en diferentes formas en el mundo a las FARC es directamente proporcional a la represión y a la violencia que sufre el pueblo colombiano día tras día desde muchas décadas por el terrorismo de Estado y su política de “limpieza” social y política.
Miembro destacado del Partido Comunista de Chile y del Movimiento Continental Bolivariano y además representante del Movimiento de Solidaridad por la Paz en Colombia, Manuel había sido detenido bajo una orden de detención dictada por el Ministro de la Corte Suprema de Chile, Margarita Herreros, que de esta forma daba seguimiento a una solicitud de extradición procedente de Colombia.
La evidencia de su culpabilidad saldría, de acuerdo con la versión del gobierno colombiano, una vez más de ese portentoso tarro de Pandora que es la computadora del que fue en vida el número dos de las FARC, el comandante Raúl Reyes. Manuel, según algunos documentos, es acusado de ser un tal “Roque” presunto financiador de las FARC en Chile. En estos días su defensa está trabajando duro (también para enfrentar el juicio sobre el pedido de extradición en Colombia) para demostrar que él es solamente un simpatizante del grupo insurgente colombiano y que nada tiene que ver con el presunto “Roque”.
Simpatizante como muchos de nosotros que solidarizamos con los luchadores sociales y la resistencia en Colombia. ¿Cómo no serlo frente a un Estado narco paramilitar como el colombiano que aniquila en la sangre cualquier intento de oposición política y civil? ¿ Qué bombardea lugares donde se discuten diferentes posibilidades para un pueblo que necesita y urge un rescate social desde casi medio siglo? ¿Qué mantiene en la impunidad los autores materiales e intelectuales de todas las peores masacres de los últimos 50 años de su historia? ¿Qué aplica sistemáticamente métodos como la tortura, la desaparición forzada y las ejecuciones extrajudiciales en total desprestigio de todos los tratados internacionales en tema de Derechos Humanos?
Raúl Reyes , conocido también como el “canciller de las FARC”, murió el 1 de marzo de 2008 durante un bombardeo aéreo del ejército colombiano contra un campamento de la guerrilla en territorio ecuatoriano. La acción militar que fue llevada en evidente desprestigio de los acuerdos internacionales de no intervención en territorio extranjero, causó la muerte de 22 guerrilleros y 4 estudiantes mexicanos que se encontraban en el campamento y una crisis regional muy grave entre Colombia, Venezuela y Ecuador. En ese entonces muchas voces de protestas se levantaron porqué el campamento era un lugar de encuentros internacionales y de tratativas por la liberación de algunos prisioneros en manos de la guerrilla, entre ellos la diputada franco-colombiana Ingrid Betancourt. Unos días antes había sido visitado por personalidades franceses y suizas que estaban haciendo mediaciones por cuenta de sus respectivos países.
¡La computadora de Raúl Reyes, por ironía de la suerte, aquella noche quedó milagrosamente intacta durante un bombardeo que duró varias horas por aviones de combate Supertucano de la Fuerza Aérea Colombiana y helicópteros “Blackhawk”!
Desde entonces, objeto de manipulación técnica por parte de la CIA y de los hombres del DAS (los servicios de inteligencia colombiana), la computadora “mágica” se ha convertido en un productor fantástico de pruebas útiles que luego son utilizadas por ellos mismos y por la Fiscalía de Colombia para acusar a los militantes, activistas y simpatizantes con la causa y las demandas de justicia y libertad del pueblo colombiano.
Se ha verificado por ejemplo con la senadora Piedad Córdoba, con dos miembros del partido de la Refundación Comunista de Italia, Ramón Mantovani y Marco Consolo, con la sindicalista Liliana Ovando e incluso ha servido para acusar de complicidad con la guerrilla los presidentes de Venezuela y Ecuador, Hugo Chávez y Rafael Correa.
La periodista argentina Stella Calloni describe los inventos producidos por la computadora de Raúl Reyes como los “Cuentos de las Mil y Una Noches” y recuerda como el comandante de las FARC Reyes durante el periodo de las negociaciones del Caguán viajaba a menudo en Europa para reunirse con diplomáticos, parlamentarios, políticos e incluso con el Papa Juan Pablo II, de quien recibió una bendición. Esto explicaría todos sus contactos internacionales. Hay fotos tomadas de él y de algunos miembros de las FARC en el aeropuerto de Fiumicino a su llegada a Italia en 2000 durante un viaje a Europa.
La foto de Manuel Olate con Raúl Reyes, que ha sido publicada en toda la prensa chilena (rigurosamente de derecha) como la prueba “reina” de sus enlaces con la guerrilla, por sí misma no dice ni prueba nada. En los periodistas deberían provocar más indignación las imágenes tomadas el pasado 12 de octubre al terrorista cubano Orlando Bosch recibiendo el reconocimiento como “modelo para la comunidad” en el Instituto de Estudios Cubanos y Cubanos — americanos (ICCAS) o la de su socio en terrorismo (verdadero terrorismo) Luis Posada Carriles, caminando por las calles de Miami. Ambos reos confesos de varios atentados contra civiles en Cuba.
Por otro lado, podemos suponer que el hecho de que a Manuel Olate le hayan sido concedidos los arrestos domiciliarios demuestre la debilidad de los cargos en su contra. Sin embargo en Chile se ha desatado rápidamente una campaña de desprestigio en su contra con el respaldo de toda la prensa y de la televisión.
En Colombia, lo mismo le ha pasado a la senadora Piedad Córdoba, que además ha sido inhabilitada al ejercicio de cualquier cargo público durante los próximos 18 años por la Fiscalía de su país sobre la base de las presuntas “pruebas” de sus “vínculos” con las FARC encontradas en el disco duro de la computadora de Raúl Reyes.
Seguramente algún vínculo con las FARC Piedad Córdoba lo tendrá si ha logrado obtener la liberación de muchos prisioneros en manos de la guerrilla y si ella y el grupo de Colombianas y Colombianos por la Paz siguen siendo los interlocutores privilegiados del grupo insurgente. Obviamente a ese concepto de vínculo no se le da el mismo significado que le da el gobierno colombiano. Las vías del dialogo y de la paz por una salida negociada del conflicto se logran creando vínculos y no cadáveres y fosas comunes, se logran con el dialogo y la comunicación constante y no con bombas y metrallas.
El dialogo es la única vía de paz en un país donde el Estado ha siempre actuado con bombas y metralletas.
Por Annalisa Melandri — www.annalisamelandri.it
Riempiamo i muri di stelle
Sapevate che una stella a 5 punte disegnata su un muro (1 stella su 1 muro) vuol dire automaticamente Brigate Rosse ed emergenza terrorismo?
I titoli delle agenzie titolano giá: “Stella delle BR” facendo leva sull’ immaginario idiotizzato collettivo che il potere mediatico e politico solleticano a loro esclusivo uso e consumo.
La DIGOS di Torino sta indagando sulle scritte che in questi giorni pare stiano spuntando come funghi sui muri della cittá contro l’ Amministratore Delegato della FIAT Sergio Marchionne e sull’ unica, triste e solitaria stella rossa che le accompagna.
Qualche insulto sui muri è il minimo che potesse accadere a Marchionne, diciamoci la veritá. Ricattata e presa per la gola, si sa, la gente reagisce. Per il momento con qualche insulto scritto sui muri. Pure una stella vicino, e vabbé. Ma da qui a scomodare la DIGOS perché indaghi su quella stella come ce ne sono tante sui diari degli adolescenti, compresi i miei di qualche secolo fa, sui muri dei sottopassaggi, delle metropolitane o delle panchine ce ne vuole…
Riempiamo i muri di stelle, di parole e di fiori, di poesie e di canzoni, di sogni ed illusioni. Riempiamo i muri di vita.