Il museo di scienze naturali di La Plata, capitale della provincia di Buenos Aires, in Argentina, nelle sue sale non ha esposto soltanto resti fossili animali e vegetali ma è stato anche sede di una delle esposizioni di resti umani più discusse di tutta l’America latina. Fondato nel 1877 da Francisco Pascasio Moreno, che lo arricchì di importanti collezioni di sua proprietà, venne aperto al pubblico soltanto nel 1888 e oggi è considerato per la rarità dei suoi reperti e per le ricerche che svolge, uno dei dieci migliori musei del mondo nel suo genere.
Vi sono conservati, oltre ai numerosi e rarissimi mammiferi fossili della pampa, (si parla di circa 10mila pezzi di provenienza e datazione diverse), anche innumerevoli resti umani di indigeni. Alcuni sono il frutto di veri e propri saccheggi compiuti nei cimiteri dei nativi e appartengono alle vittime della “Campaña del Desierto”, la conquista del deserto, l’operazione militare con la quale tra la fine del secolo XIX e i primi anni del secolo XX l’esercito della Repubblica Argentina sottrasse con la forza agli indigeni mapuche e tehuelche enormi porzioni di territorio della Pampa e della Patagonia. Si dice anche che il Museo organizzò delle vere e proprie campagne di raccolta di reperti umani agli inizi del secolo scorso.
L’antropologo Fernando Pepe fa parte del gruppo Universitario di Ricerca in Antropologia Sociale (GUIAS), che si è formato nel 2005 dopo che una comunità boliviana, praticando cerimonie sacre e riti religiosi, aveva chiesto la restituzione di alcune mummie che si trovavano esposte nelle sale.
Così egli e un gruppo di suoi studenti, impressionati dalla richiesta degli indigeni, decisero di avviare le procedure per la restituzione delle mummie. Nel 2006 iniziarono degli studi per stabilire l’esatta provenienza del materiale conservato nel museo e per questo venne scelta come data di partenza della ricerca proprio l’anno di fondazione dello stesso, anno nel quale risultò essere entrata la maggior parte dei reperti. Da questi studi risulterebbe anche che due “insigni” scienziati, il botanico italiano Carlo Luigi Spegazzini e lo studioso svizzero Santiago Roth, che trascorsero molti anni lavorando presso il Museo La Plata, circa un secolo fa si dedicavano oltre ai loro studi, anche all’assassinio di indigeni proprio per conto del museo.
Più semplicemente, invece, le donazioni “personali”, erano uno dei modi più usuali di rifornire di reperti le sale del museo. Importanti furono quelle del colonnello Godoy, il governatore della Terra del Fuoco. D’altra parte egli era colui il quale scriveva il 20 gennaio 1897 al presidente della Repubblica Argentina quali erano le sue soluzioni per il problema degli indigeni della Terra del Fuoco:
1) Farli prigionieri per conto della nazione
2) Sterminarli con la fame e la miseria o per morte violenta o in lotte con la polizia
3) Lasciarli liberi di continuare la loro vita mettendo a rischio gli interessi dei privati
4) Prenderli e trasferirli in altri luoghi.
Moltissimi resti invece provenivano direttamente dalla collezione privata di Francisco Moreno, il fondatore del museo, (collezionò circa 2500 crani umani tra i 20 e i 27 anni) che non era uno scienziato, ma un politico, come spiega l’antropologo Fernando Pepe in una intervista rilasciata a Azkintuwe: “egli ha un ruolo di perito nella storia argentina, è colui il quale ha delimitato i confiini con il Cile, questo è il lavoro per il quale è conosciuto… Il suo ruolo era quindi politico e il Museo de La Plata è la pietra fondamentale di una politica che voleva dire: “La Patagonia è argentina, non è cilena, non è degli araucani, non è dei tehuelche, non è dei mapuche”.
Leggendo e studiando i testi conservati nella biblioteca annessa al museo, Fernando Pepe e il suo gruppo si resero ben presto conto di un’altra realtà, non meno inquietante: presso il museo, nei primi anni della sua fondazione vivevano stabilmente gruppi di indigeni prigionieri di guerra e addetti per lo più alle pulizie e ai lavori più umili, che una volta deceduti venivano esposti nelle sale. Il lonko Inakayal, uno di questi prigionieri, è stato identificato recentemente grazie al cuoio capelluto e ai pezzi del suo cervello disseccato esposti nelle vetrine.
Pepe e il suo gruppo stanno tentando oggi di far restituire i resti umani ai loro legittimi discendenti anche in base alla Legge Nazionale n. 25.517 del 2001 che stabilisce che “i resti mortali indigeni, qualsiasi sia la loro collocazione devono essere restituiti alle comunità di appartenenza che li reclamano.”
Nel 2006 le sale del Museo che esponevano i resti umani sono state chiuse e questi riposti in un magazzino in attesa di decidere le modalità di restituzione, gli ultimi sono stati spostati nel dicembre del 2007, si tratta però di alcuni resti umani egizi che erano conservati nel museo e per i quali si sta studiando una collocazione definitiva.
Penso che oggi sia anacronistico e incivile abbinare ad ogni fatto di cronaca la nazionalità di chi commette il crimine o quella di chi lo subisce. E sarebbe interessante promuovere una campagna in tal senso, almeno fra quella di sinistra . Non è la nazionalità o il paese d’origine che fa di un atto criminale contro una persona una violenza. Dovremmo ormai essere pronti ad accettare il fatto che le frontiere fra gli Stati sono soltanto una fantasia umana, e nemmeno una delle più brillanti. Ringrazio Flora per la segnalazione. (A.M)
.
Roma – 7 marzo 2009 – Il numero in edicola di Gazeta Romaneasca, il settimanale dei romeni in Italia, ha una prima pagina diversa da tutti i numeri precedenti. L’apertura è dedicata al pedofilo italiano che a Napoli ha stuprato un bambino rumeno di 8 anni, sotto si parla dell’italiano ubriaco e drogato alla guida che ha ammazzato un romeno vicino a Capena, infine c’è la ladra italiana catturata da due rumeni a Trento.
“Abbiamo fatto un esperimento: sbattere in prima pagina il mostro italiano”, dice il direttore editoriale del giornale, Sorin Cehan. “Farà capire ai nostri lettori il meccanismo perverso usato da alcuni giornali italiani che genera poi la rivolta dei cittadini contro un intero popolo”.
Nell’editoriale, il direttore spiega la scelta: “Una volta, una sola volta proviamo a fare una prima pagina nello stile oramai consacrato della stampa italiana. Sono tutti fatti reali, ma estratti con la pinzetta dalla realtà. L’immagine degli italiani è filtrata dalle stesse lenti con le quali loro ci osservano tutti i giorni: la cronaca nera di quanti uccidono, stuprano e rubano”.
“Il fatto di cronaca, si impara nelle scuole di giornalismo, è chiuso in se stesso. Per questo le pagine di cronaca nera di solito alla fine dei giornali, perche il loro significato è pari quasi a zero. – scrive Cehan — Se uno stupratore romeno aggredisce un’italiana, non significa che “i romeni violentano le italiane”, cosi come l’italiano che abusa di un bambino romeno non rappresenta “gli italiani che stuprano i bambini romeni”.
“Abbiamo avuto difficoltà a trovare i nomi degli accusati e le loro fotografie, perchè la stampa italiana non ha dato loro importanza. La maggior parte dei giornali non dà i nomi degli arrestati italiani, al massimo le iniziali, e le fotografie sono una rarità. Una pratica corretta, visto la presunzione d’innocenza della quale gode chiunque, in uno stato democratico e moderno, per quanto odioso possa essere il fatto di cui è accusato.
“Con i romeni, è il contrario. Sono filmati in diretta, sbattuti in primo piano, condannati già dalla stampa. La manipolazione dell’opinione pubblica è diventata grossolana ed è dannosa. La prima pagina può essere fatta in tanti modi. Questo è il modo più sbagliato” conclude il direttore di Gazeta Romaneasca.
I ferrovieri scioperano
dalle ore 21 di sabato 14 alle ore 21 di domenica 15 marzo
.
- per il reintegro di Dante De Angelis, macchinista e delegato alla sicurezza,
licenziato il 15 agosto per aver denunciato i “problemi” ai treni Eurostar.
Da allora ci sono stati altri incidenti ai treni Eurostar, 6 lavoratori sono morti sui binari e altri due Etr si sono spezzati.
Il 24 gennaio si è spezzato l’Etr 9456 Frecciarossa ad Anagni, sulla linea Alta Velocità con i
viaggiatori a bordo: proprio il rischio denunciato da Dante e proprio quello che
l’Amministratore Delegato Moretti aveva dichiarato “evento impossibile”. Il nuovo incidente ha
confermato quanto dichiarato da Dante, smentito l’A.D. Moretti e ridicolizzato chi aveva
chiesto la “ritrattazione” come condizione per iniziare a parlare di ritiro del licenziamento.
- per la sicurezza in ferrovia.
Il reintegro di Dante è interesse collettivo, dei ferrovieri e dei pendolari, lavoratori e studenti! Dante si è sempre battuto per la sicurezza del trasporto, fra l’altro per dotare i treni del “controllo porte chiuse in cabina di guida”, la cui mancanza su ancora troppi treni ha causato incidenti mortali o gravi menomazioni a ferrovieri e viaggiatori: l’ultimo sabato 28 febbraio, quando un uomo di 70 anni ha subìto la perdita di una gamba, parte di un piede e lo schiacciamento della gabbia toracica per aver tentato di salire su un treno.
Se “passa” il licenziamento di un delegato alla sicurezza, a causa della sua attività, saremo tutti
più sottomessi, meno sicuri e meno liberi!
- per il diritto di sciopero.
in questi giorni è stato approvato il Ddl delega che cancella il diritto di sciopero nel settore dei Trasporti: per catturare il consenso popolare hanno scatenato una campagna di falsità contro gli “scioperi selvaggi” e i ferrovieri corporativi.
Ma i ferrovieri non sono né selvaggi, né corporativi; per scioperare devono rispettare i mille vincoli
della legge n. 146/90, modificata e integrata con la 83 del 2000 !
Hanno potuto scioperare per il reintegro di Dante solo il 23 gennaio scorso, dopo che il ministro
dei Trasporti, Matteoli, li aveva precettati per ben 3 volte ! E scioperano per la sicurezza di tutti,
per i diritti, per la dignità. Altro che corporativi ! Il fatto è invece che, in previsione di una
nuova e più feroce ristrutturazione, tentano di neutralizzare “per decreto” la resistenza e le lotte
che inevitabilmente si svilupperanno. Dopo i trasporti, sarà la volta degli altri settori del
servizio pubblico, e poi dei lavoratori del privato.
Il licenziamento di Dante riguarda ognuno di noi, e da molto vicino!
Solidarietà per Dante! Sosteniamo lo sciopero dei ferrovieri!
11 marzo 2008
Comitato di solidarietà e sostegno a Dante De Angelis
fotoc. in propr.
Per discutere del nuovo attacco al diritto di sciopero: venerdì 27 marzo
ore 21 assemblea-dibattito nella sala della Croce Verde di Pietrasanta (Lu)
“Il compito dei comunisti oggi è quello di difendere la storia della Resistenza ma soprattutto di proseguire la loro lotta, non solo per difendere le conquiste che hanno conseguito (Costituzione, diritti democratici ecc.), ma per completarla. A nostro avviso completare la loro lotta vuol dire lottare per la democrazia reale e per il socialismo, per costruire una società libera dal fascismo e dai parassiti che oggi la governano, per una società diretta dai lavoratori, per fare dell’Italia un nuovo paese socialista”.
Siamo a 731 firme (01/03 h. 16.02 ) con altre in arrivo. Si è parlato dell’appello anche a Radio Popolare. Forza!!
Noi firmatari di questo appello, come cittadini italiani esprimiamo profondo sdegno per le parole inadeguate e offensive che il premier Silvio Berlusconi ha pronunciato nei confronti delle vittime della dittatura argentina. La battuta : ” erano belle giornate, li facevano scendere dagli aerei…” suona come un insulto alla memoria delle vittime dei voli della morte, l’infame pratica dei militari argentini che gettavano nelle acque del Rio della Plata dagli aerei in volo gli oppositori politici al loro regime ancora vivi e addormentati.
E’ doveroso pertanto un atto di scuse formali da parte del Governo italiano ai familiari di tutte le vittime della dittatura, che potrebbe concretizzarsi nella ratifica da parte dell’Italia della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate.
Inviare le adesioni a:
mailto:berlusconichiedascusayahooit (berlusconichiedascusayahooit)
Primi firmatari:
Annalisa Melandri attivista per i diritti umani
Gennaro Carotenuto storico
Francesco Piccinini ricercatore
Antonio Mazzeo giornalista e saggista
Marina Beccuti Torino, giornalista sportiva
Rodolfo Ricci
Gabriele Andreozzi
Chiara Forneris
Claudio Giambelli Roma
Carmelo Sorbera QuiNews.it
Paolo Maccioni pubblicista
Guido Piccoli scrittore e giornalista
Giuseppe De Marzo portavoce ASud
Gavino Puggioni studioso di storia orale, Como
Fabio Tripaldi
Calamita Walter Oscar, ex prigioniero politico italoargentino
Fabio Bovi, Torino
Tiziana Rossetti cooperante — cittadina italiana
Pierluigi Paolillo, Comitato per la promozione del Libro Memoria del Buio,
Raffaele Nencini
Giuseppe Palermo Roma
Maria Laura Marescalchi
Miguel Angel Acosta(musicista)
Fabio Dossena
Caffè Basaglia (Circolo Arci)
Centro di animazione sociale e culturale delle comunità Torino
SUR Società Umane resistenti (Associazione Arci)Torino
Stefano Toppi – Roma
Ornella Terracini
Estela Julia Robledo ex prigioniera politica argentina
Sabrina Zabeo
Lino gambacorta, insegnante, Sesto F.no (FI)
Antonio Anaclerio, graphic designer, Milano
Olindo Ionta, ricercatore, antropologo
Luigi Dentis
Maurizio Bongioanni
Serafina Manna
Matteo Di Pietrantonio
Loreley Biagini
Paola Campanini
Jose Luis Pizarro
Consolata Galleani d’Agliano — educatrice Servizi Sociali – Torino
M. Cristina Acciarri
Maria Maira– già bibliotecaria – Genova
Daniel Pittuelliex detenuto politico argentinoPresidente del Centro Cultural Argentino di Torino
Giovanni Teofilo Chiarelli – Bologna
Pasquale Anaclerio militante dellla Sinistra democratica
Fanny Cerry
Ciro Brescia
Redazione Dialogos Corleone
Gladys basagoitia biologa e poetessa peruviana residente a Perugia
Carlo Ruta
Fabrizio Lorusso poeta italiano in Messico
Alberto Gentilini, insegnante (Udine)
Angelina Giancarla
Francesco Servidio
Andrea NecciaiIl Ponte — Cooperativa per il Commercio Equo e Solidale
Fausto Amodei
Fabio De Gregorio Napoli
Roberto Vallasciani
Silvia Federici Ravenna Italia
Alessandro Badella Alessandria Impiegato e ricercatore
Livia Pelloni, insegnante, Lugo, Ravenna
Carlo Greppi
Anna Bises Vitale Torino
Mario Capriolo
ONG MAIS
Stefania Di Campli
Rossana Borello
Ferdinando Sibona
Alvaro Tapia Fuentes
Donatella Saviola
Paolo Praolini
Carlo Nobili
Marco Di GirolamoTreviolo (BG)
Carlos Tapia medico
Elena Maculan, dottoranda di ricerca, Trento
Gaetano Montalbano (webcontent editor orizzontinuovi.org)
Elena Maculan
Paola Natile
Ludovica De Luca
Eliana dell’Acqua Fim Cisl Brianza
Pablo Rivero DNI: 12843288 Córdoba (Argentina)
Heloísa Fernandes socióloga, profesora San Paolo, Brasil
Laura Erizi
Fabiana Frayssinet Argentina
Giuseppe Rizzardo impiegato
Maria Rosa Chiapparo
Anna Maria De Luca
María Valeria Barbuto, documento 23.154.582, Antropóloga, Argentina
Manuela Sica Bergamo
Daniele Di Stefano, insegnante, Desio (MI)
Roberto Giardelli
Marta Vignola avvocato
Claudio Barros
Claudio Corbellari
Peinetti Patrizia
Altomare Luigina Gida
Gesualdo Maffia dottorando in storia
Laila Ortega
Guido Ruzzier, pensionato, Milano
Shahram Sherkat, medico
Arnold Yodice
Anna Maria Satta, Messico
Giorgio Stern
Francesca Levi
Fabrizio Padula
Tarascio Giacomo
Elsa Maria Ferrazzano — Caserta– Caiazzo
Livio Franco Bologna
Fausto Giussani
Sonia Brioschi
Luisa Motta, AceA onlus Milano
Guido Castelli
Luciana Maspero
Mario Ungari
Raffaele Scassellati
Maria Grazia Catani Firenze
Paola Livi – Milano
Francesca Claudia Prati – Milano
Bianca Montrasio
Comitato per il Parco AntonioCederna di Monza
Ambra Leonardi
Federico Totaro
Cavalieri Tiziano Firenze
Cattarossi Davide
Elisabetta Mauri
Andrea Manzoni
Penone Mimì Galletti Ecclesio (Capiago Intimiano –Co)
don Vitaliano Della Sala, prete
Clara Capezzuto
Dani Amati Bergamo
Pietro Orsatti Roma, left-Avvenimenti, Agoravox
Marika Traverso, Genova, impiegata
Antonella Vitale
Marco Savino
Chiara Alpestre
Francesca Sobrero
Claudia Cernigoi giornalista
Jorge Bellini Agrupaciòn general San Martìn
Giorgio Luzzi
Nello Spinella — Medico — Villorba
Maria Eugenia Sterling — Villorba
Francesca Bordini, insegnante – Roma
Michele Spataro
Anna Carletto
Paolo Giannoni
EmiliaFederica Percival insegnante
Donato Acampora, metalmeccanico
Stefania Santuccio
Fernanda Minuz
Alessandra Marabotto
Roberta Repetto Genova
Lucio Ricci Presidente FILEF Abruzzo
Orlando Baroncelli scrittore “Su la testa, Argentina! Desaparecidos e recupero della memoria storica”
Maria Grazia Alemanno, docente, Torino
Lucio Ricci architetto
Lilana boranga direttoe di radio base popolare network di veenzia
Fresia Cea — vedova di Omar Venturelli, cittadino italiano scomparso in Cile
Renata Morra (insegnante di lingua spagnola)
Calligaris Edda – Udine
Bulligan giampaolo – udine
Giovanni Alioti
Danila Orlando
Alberto signetto — regista italo-argentino
Susanna Canestri
Susana Maria Ciummelli attivista Ya Basta Marche
Silvia Titti
Ilaria Allegri Parma
Loria Danilo Partito Rifondazione Comunista
Rita Marazita
Lino Landi Cividale del Friuli
Stefano Girotti Università degli Sudi di Bologna
Nadia Moretti
Violetta Nobili
Antonio Revelli — torino
Adryana Giraldo studentessa universitaria
Michele Morgese, insegnante
Luigi Collu
Alberto Di Giusto Udine
Rafael “Grillo” Videla Monberg
Rosario Montone
Rita Maffei
Favo Daniele
Enrico Corradini autore del dramma teatrale LA NEVE DI BUENOS AIRES sui desaparecidos
Aldo Galvagno presidente associazione SiporCuba
Juarez Vanesa Carola
Andrea Tandelle
Nadia Baiesi, direttrice Fondazione scuola di pace di Monte Sole — Marzabotto
Rodolfo Omar Gianfelici — periodista — Director de PrensaMare Republica Argentina
Antonio Giaimo giornalista Montevideo
Gladys Sac docente
Amadeo Marchitto operaio.
Daniela Marchitto studentessa
Pablo Marchitto: impiegato
Anna Di Campli, Chieti
Pavlina Todorova
Vincenzo Cesarano — RdB-CUB Friuli Venezia Giulia
Giancarlo Roncato
Umberta Galleani
Alberto Preti. Docente universitario
Alfredo Gende –Associazione Casa Argentina Latinoamericana –Regione Marche
Patricia Vena
Felix Norberto Ferrucci
Filomeno Viscido
Pietro Ugo Bertolino attivista per i diritti umani
Cesare Allara Comitato di Solidarietà col Popolo Palestinese di Torino
Fabio A. Beuzer Ass. Argentina Vientos del Sur
Maria Rosaria Stabili Storia dell’America latina Roma3
Eugenio Chiotti, Torino
Luigi Cecchetto, Santiago, Chile
Maria Rubini Rifondazione Comunista
Evelina Tabanelli
Giuliani Barbara – impiegata, Jesi
Desanso Anna — Torino
Desanso Melania
Bernocco Guglielmina
Desanso Francesco
Merlo Luigia
Maria Rosaria Paolillo
Carla Mariani, volontaria Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!
Salvatore Palma Torino
Valentino Morandini
Lorenzo Verdolini
Giovanni Prosperi
Eugenio Zampa Francia
Valentina Di Grazia — felice di trovarsi all’estero
Maria de los Angeles Valli
Associazione Ya Basta! Marche ONLUS
Antonio Cacio
Antonio Cicioni — Buenos Aires
Eugenia Guerrini Torino
Salima Cure, A Sud
Giacomo Giargia
Associazione Argentino Italiana Piemonte ‘ONLUS
Lisardo Moran
Facundo Vila
Anna Spina
Valter Campioni
Riccardo Pittau da Cagliari
Baldassa Patrizia
Italo Arcuri direttore responsabile ‘quinews.it’
Jacopo Venier responsabile Esteri del Partito dei Comunisti Italiani
Emilia Paglieri
Cristina Pintoni Torino
Giuseppe Marabotto
Giovanni Miglioli Edisegno srl Roma
Francesco Cirillo
Enrico Peyretti, Torino
Amalia Dragani
Cecilia Chiapero
Adrian Bravi, bibliotecario
Silvia Gatti
D’Agosto Enza — Sommariva Bosco (CN)
Enrico Parizzi musicista (Verona)
Cristina Franceschi responsabile Ass. Ideas Europa Roma
Manuela Barban
Giovanni Santini
Liliana Valente
Laura Coniglione artista
Palma Piera Amministrazione Gruppo Basic Net Spa
Julio Santucho, Buenos Aires, Argentina
Letizia Puicher scrittrice scandalizzata
Flavia Rossi
Adriana Bottini, traduttrice Sarzana (SP)
Loredana Baglio Perito Grafologo
Maria Cristina Conte
Mattia Gambilonghi, studente, Catania
Cristina Grima Cuneo
Rudy Casagrande, Cuneo
Alberto Ciullini Milano
Silvia Buffa
Monica Gaude, Torino, Architetto con amici e famigliari argentini
Marisa Lo Verde Palermo
Giuliana Monguzzi– Insegnante, Milano
Narramonto Teatro
Manuel Ferreira Compagnia Alma Rosé Milano
Eugenio Capezzuto
Canestri Maria Antonietta
Renzo Moro, architetto Udine
Bruno Bellerate — professore, Roma
Giulio Girardi – professore, Roma
Massimo Sestili – Roma
Marco Tagliavini – bologna
Paolo Serazzi, Torino
Gianna Berti Siena
Ghinzani Ombretta Milano
Cicchitti Giuseppe Milano
Paola Biferale Roma
Eleonora Parlanti Roma
Tiziana Rinaldo –educatrice Servizi Sociali-Torino
Gabriele Aquilina ricercatore ISS Associazione “Narni per la pace”
Debora Serracchiani , consigliere provinciale PD di Duine, Segretario PD di Udine, avvocato
Antonio Aiello
Giovanna Murru, educatrice, torino
Luigi Bortolin — Udine.
Roberto Soldati
Daniela Marendino
Ccanto Luz Margot — Torino
Osvaldo Fracelli funzionario Servizi Sociali — Comune di Torino
Enzo Frulla, circolo Legambiente di Pesaro
Marco Albeltaro, Storico
Stucchi Rossella
Carla Brini Milano
Giorgio Camerucci ( Associazione Ya Basta! Marche — ONLUS Jesi (AN)
Riccardo Brandi, Acilia Roma
Michele Ercole
Fabian Sislian
Mariella Bogliacino, Torino
Marcela Santucho
Nelida Esther Turlione
Gregorio Sorgonà, dottore di ricerca
Jorge Ramon Centurion (TV)
Ballerini Lorenzo Operatore Sindacale FIM CISL Brianza
Alexander Hobel (precario della ricerca)
Menini Matteo
Gianpaolo Pennati
Mauro Cassano studente Bari
Néstor Busso Periodista
Andreetta Graziano
Gianluca Quaglierini CENTRO SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALISTA ALTA MAREMMA (CSIAM)
Mirella Bruttini Università degli Studi di Siena
Fabio Fratini ricercatore CNR
Vincenzo Frezza CNR Pozzuoli
Marcello Pesarini commissione migranti PRC-SE Marche Rete MIgranti “Diritti Ora!”
Danilo lillia
Maurizio Cerboneschi presidente. Circolo Piombino associazione Villtta per Cuba
Giuseppe Vitiello Professore Università di Salerno
Federico Cepparo
Monica Mazzoleni Carnate Milano
Licia Canigola Assessora alle Pari Opportunità Provincia di Ascoli Piceno
Hernan Varela
David Lifodi – Siena
Fabrizia Maggi – Udine
Gabriela Romairone. Traductora
Fulvio Merlo – Palermo
Barbara Meo Evoli, Roma, giornalista e fotografa
Dora de la Vega, Argentina
Elisa Banfi da Ginevra
Eduardo Dellagiovanna (Brescia — Italia)
Antonio Lattanzi Assessore Diritti di Cittadinanza e Città della Pace L’Aquila
Montevidoni Elisabetta
Ettore Zerbino medico psicoanalista Roma
Renata Ilari insegnante
Laura Milone
Marta Milone
Luis Federico Allega ex detenido desaparecido
Mario Giacompolli
Piero Sacchetti
Joerge Alberto Allega Ex detenido desaparecido
Andrea Landi
Marina Criscuoli, Genova italia
Franco Fuselli Genova
Alberto Chicayban musicista
Nicoletta Manuzzato, giornalista
Carlo Monti
Laura Bovina
Dino Biggio – Cagliari
Cristina Accornero, Torino
Marco Teatro – Milano
Giuliano Angotzi
Andrea Oleandri — Rifondazione Comunista/Attac Italia
Pardini Giorgio
Franca Buniva, assistente sociale, Torino
Mirko Porcu : dipendente pubblico
Roberto Lesignoli
Juan Ignacio Manchiola
Maria Luisa Sillitti Torino
Alessandro Vignale Torino
Myrian Adriana Marchesich
Mirella Arcamone
Lorenzo Cavalieri
Antonella Miceli
Julieta Rathge Argentina
Nora Gluckmann
Bellabarba Letizia, Ass. Int.le Ainram Marche
Barbara Bellabarba — Londra
Annalisa Antichi — psicologa
Lisa Ginzburg
Sartori, Maria Gabriella, Treviso, Italia
Guillemot, Marc, Treviso, Italia
Guillemtot, Carlos, Treviso, Italia
Caramelli Silvana
Chicchi Liberatore
Valsecchi Luigi, artigiano
Ferrario Ivana, insegnante
Fabrizio e Nicola Valsecchi autori del libro “Giorni di neve, giorni di sole”
Lorenzonetto Daniel
Vittoria Pagliuca (attivista per i diritti umani)
Gianfranco Mosca
Letizia Puicher scrittrice
Giulio D’Andrea –Via Strassoldo 41 UDINE
Cristiano Ceccucci (Guida Ambientale Escursionistica)
Sandro Sessa –Lega per i diritti dei popoli –Via Bagutta,12 –Milano
Edvige Bianchi –Lega per i diritti dei popoli –Via Bagutta 12 –Milano
Mannucci Giuseppe Campiglia Marittima (LI)
Tiziana Vimercati
Gianpaolo Pennati
Simona Cataldi — Cisda (Coordinamento Italiano a Sostegno delle Donne Afghane)
Giovanni Reggiannini VIAREGGIO
Aldo ROTOLO
Gigliola DONADIO
Paula Locatelli Argentina
Luigia Sforza, Roma
María E.Murguiondo
Ugo Millo
Sara Venturini
Luca Stanghellini
Giuseppe Matteotti Ass. Culturale Altre Voci Rovato BS
Francesca Zanni
Brenda Baños
Bruna Zorzini
Oriella Vezzoli — Brescia
Familiares de desaparecidos y detenidos por razones póliticas Rosario
Arnaldo Capezzuto (Napoli) giornalista
Fernanda Veron — italo-argentina
Delia Ana Fanego
Melissa Capretti
Georges Tabacchi
Alina Mussini Italia
Mariolina Mottura
Piattelli Marco.
Presidente dell’ Associazione Politico Culturale “Officina21”
Giulio Nicola Soldani
Adriana Bernardotti
Chiara Perucca
Mottura Giangiacomo (Torino)
Alice Macchi
Francesca Comand
Umberto Fiore
Eliana Gatti, Como
Laura Marchesi
Giovanni Paci
Vittorio Pillai Cittadino
Massimo Dalla Giovanna, Genova
Simone Bruno giornalista
Marco Todarello, giornalista
Maurizio Guiducci
Patrizio Niccolai
Fabio Passador, Circolo ARCI“Tina Merlin” — Montereale V. (PN)
Laura Nolfi
Manuela Rossetti
Giuseppe Restifo, Rete di ecologia sociale
Alfredo Gomez Cadret
Ruth kries S.Alemania
Elisa Barracu
Andrea Derege architetto L.P. Torino
Simone Padovani (musicista)
Giovanni Sanson – Imprenditore
Maria Inés Bussi Suisse
Cristina Boggian, Verona,Italia
Lorena Nicardi - Sesto San Giovanni
Angelo Angelucci
Maria Grazia Ferraio Milano
Viviana Versace medico
Fernando Bortolus operaio
Marina Castrillo (Buenos Aires-Roma).
Licia Canigola ‚Assessora alle Pari Opportunità Politiche Sociali e Pace della Provincia di Ascoli Piceno
Ivan Bert ricercatore Sonoro
Juana Aguilera Jaramillo
Secretaria Ejecutiva de la Comisión Etica Contra la Tortura — Chile
LIMEDDH Liga Mexicana Para la Defensa de los Derechos Humanos
Daniela Fontanot
Alessandro Spena
Massimo Lameri
Carla Mancuso
Maria Prat Università del Piemonte Orientale
Silvia Cavanna
Simonetta Guarracino de Jaramillo
Valentina Perini
Davide Anzalone
Giovanni Turano, libraio, Como
Marilena Ambrosini, delegata CGIL Sanità-Como
Claudio Cattaneo, Como
Martina Mazzoran
Renato Caputo, docente, Roma
Lorena di Bologna
Daniela Silvestri Pordenone Italia
Norma Victoria BERTI (Presidente Associazione Argentino Italiana Piemonte ‘ONLUS’)
Paola Santini Roma
Alfonso Reccia
Emmanuele Paschetto, pastore evangelico
Dina Saccomani, casalinga
Simone Paschetto, consulente
Edoardo Balletta
Adelina Bartolomei-Psicologa-Roma
Natalia Giannoni (Insegnante — Firenze)
Marco Fulvio Barozzi Località Fiorente Locate di Triulzi (MI)
Silvia Presazzi
Alberto Giorgi
Maria Ludovica Chiambretto Direzione Politiche sociali Responsabile Uff. ” Terzo Settore” TO
Urti Elis
Sebastiana Ottaviani
Ivo Fogliasso giornalista
Giovanna Tresso assistente sociale
Amala Fogliasso educatrice
Priya Fogliasso studentessa universitaria
Vincenzo Paglione traduttore
Roberto Tesei Segretario Circolo Partito democratico — Massa Fermana FM
Luciano Valbrega Roma
Redazione Antimafia Duemila
Gaia Capogna
Tobias Bert
Vittoria Pagliuca (attivista per i diritti umani)
Maura Borghesi
Vera Zeni
Anna Roccotelli– Docente
Anna Cuomo
Pino Cadelano
Contino Enrica
Tino Favazza
Federica Patanè studentessa
Bendetta Giorgetti
Piero Stella Torino
Luigi Francesco Montanini
Margherita Zaccagnini
Gabriella Simonis Torino
Micale Giovanni Palermo
Pin Massimo Operaio vice-presidente ANPI Portogruaro
Paola Meneganti
ing. Hugo O. Francisconi
Maria de Lourdes Jesus
Marzio Marzot
Jorge Canifa
Francesca Vitalini
Helen Silva Ramos
Carlo Nobili, antropologo Roma
Angelo Aiello
Stefano Pizzato
Calamita Iginio Roberto, ex prigioniero politico italoargentino
Flavia Fabris
Maria Paola Zunino impegnata per la difesa dei diritti umani
Marco Varrone Vaprio d’Agogna (No)
Alessandro Scaglioni
Roberto Mariottti
Fabrizio Romano Fratini, cittadino della Repubblica Italiana
Fabrizio Feliziani attivista per i diritti umani
Patrizia M. Franchi (traduttrice e poetessa)
Paola Fiore
Leonardo Petrucci Studente
Srenella Ottaviano — donnE manifestE — L’Aquila
Stefano Mantovani — Sevazzano Dentro – Padova
Angela Serreli
Mario Grnade (TO)
Alessandra Marabotto
Maria Paola Antonioli
Giuseppe Sansoni
Patrizia Iommi
Alessandro Marucci Roma
Claudio Demurtas
Alessandro Caneva
Giuseppina Giacomazzi
Norberto Forgione
Elena Maria Svanera
Enrico Furbini
Rossella Tedeschi
Raffaele Candeliere
Giuseppe Buondonno (Fermo) AP
Davide Tecchi Pesaro
Micol dell’Oro cittadina italiana
Giancarla Ferabini
Stefania Rossi
Stefano Pirazzini
Montes Omar
Lilia Farias
Beppe Navello regista
Ilaria Olimpico
Franca Fabrizio
Maria Bonaria Usai
Sergio Babini
Angelo Scarafiottti
Sara Bevilacqua, 23 anni, italo-argentina, stilista. Barcellona, Spagna
Gilberto Baldaccini
Alexandra Tomaselli, Trento, Italia
Forni Natale
Luigi Silenzi
Paola Bonelli
Mauro Querci
Piero Bevilacqua
Rossano Manzato – Motta di Livenza
Nadia Sorace
Barbara Pastorini
Mariangela Frigerio – Meda
Maria Lucia Alcate
Adriana Guida
Cristian Rossi Consigliere Provincia Lucca PRC
Daniele Fusco (Ispettore del Lavoro) DRL Lazio
Romana Tilli - Confcommercio
Roberto Pierini Follonica
Cinzia Conte
Angelo Gabrielli
Michele Pucci
Charles Heimberg, storico
Davide Menozzi (Reggio Emilia)
Elena Baldi Gamba.
Gian Luigi Rossi
Salvatore Ricciardi redattore di una radio locale
Elisa Vitale
Anna Milazzo, residente in Campi Bisenzio (FI)
Sara Rocutto, Pordenone
Elisabetta Mazza
Silvia Barbieri
Antonio Brusa Storico, Università di Bari
Mauro Polii
Luigi Morsello
Piero Maria Piazza Chianocco TO
Giorgio Feroldi
Tiziano Pelanda Terni
Emiliano Antonelli
Fabio Benedet
Ana Alejandra Germani
Maria Andreotti Associazione Italia– Nicaragua
Daniele Maurizi Fotografo
Gabriella Invernizzi
Stefano Giorgio Moser regista
Mario Piccioni.
Ilaria Gorgoni
Luca Vivan
Francesco Pea
Anna Venturini
Graziano Tonellotto
Ada Trifirò cooperante
Stefano Caroselli
Antonio Graziano Cooperante Internazionale Montevideo, Uruguay
Patrizia De Rossi Roma
Stefano Mangini
Loreti Franca Torino
Nicola Francomano
Maurizio Sartori, Monza
Stefano Vanzetto
Pierangelini Davide
Ass. Socio sanitaria culturale Ridere per vivere
Cooperativa sociale ONLUS Ridere per Vivere
Ass. ALICE NEL MONDO
Moreno Biagioni (della Consulta per l’immigrazione dell’ANCI Toscana)
Paola Giovine equosolidale Lecco
Salvatore Vitale
Maria Baldanza
Giorgio De Rossi
Gabriella Bona – giornalista
Manuela Cola
Rosella Bottallo
Ornella Labalestra
Emmanuel Mouriño Caglioni
Maria Paola Zunino Girotti
Claudio Tosi
Mario Rosa
Antonella Bonamici
Massimiliano Massimiliani consigliere provincia di roma partito democratico
GianFranco Padovano, educatore
Guido Tallone Sindaco Rivoli
Gian Luigi Bettoli, spilimbergo (pn)
Susanna Bassi
Luigi Cesare Ceratto , Nichelino
Morelli Mariantonietta
Amelia Rosssi (VT)
Mazzarini Giampietro
Sponton Pietro
Stefano Massei musicista
Anna Maria Gatti
Martina Favilli studentessa
Alessandro Gentili
Mario Gaude Torino
Alessandra Chinaglia, medico Torino
Agostino Saglietti — impiegato
Nadia Ballestrin – insegnante
José Francisco Escobar
Andrea Morellato grafico Verona
Lucia Mina Torino
Limoli Lara Brescia
Luciano Di Fant, missionario e animatore dei movimenti sociali in Brasile
Monica Bruera, insegnante e artista
Tullio Fabbro – Mels (UD)
Gabriella Friso responsabile Uff. Diritti di les Cultures onlus ‚Lecco
Alberto Ara
Oscar Farina Mendoza Argentina
Sergio Razore
Tina Pepe
Raffaele Consiglio
D’Agosto Enza — Sommariva Bosco (CN)
Clara Isasmendi ciudadana italo argentina
Manuel Ponso
Paola Quintavalla
Silvia Giusti Udine
Rita Cultelli-italouruguaya (hija de expresopolítico en Uruguay y Argentina:Andrés Cultelli y hermana de Alfredo Cultelli asesinado en Uruguay)
Valeria Perotti insegnante Piacenza
Francesca Comand
Vittorio Agnoletto Europarlamentare
Veronica Murracino
Valeria Perotti insegnante Piacenza
Elena B. Raimondi Coordinadora del Centro Cultural de la Cooperación San Martín 1371 — Rosario CP
Marcela Elsa Sago La Plata. Argentina
Diego Vitali, webmaster
Alessandra Bincoletto maestra
Ya basta Marche
Roberta Vitale, Palermo
Patrizia Sacco Lugo (RA)
Martina Pasqualetto, studentessa
la lista dei nomi dei firmatari verrà aggiornata qui man mano che giungeranno le adesioni
UNITI PER RECUPERARE LA MEMORIA. PER UNA COLOMBIA SENZA OBLIO
Per i desaparecidos
Per gli sfollati
Per gli esiliati
Per quelli massacrati
Per i giustiziati
Per i sequestrati
Non più vittime!!!
6 marzo 2009
2° giornata nazionale e internazionale per le vittime dei crimini di stato
Manifestazione contro le esecuzioni extragiudiziarie e per gli accordi umanitari in Colombia
Colombia: Bogotà, Manizales, Medellin, Cucutà
Spagna: Barcellona, Madrid
Francia: Parigi
Italia: Roma
Roma – Campo de’ Fiori, Roma - ore 18:00
LE ESECUZIONI EXTRAGIUDIZIALI SONO CRIMINI DI STATO
In Colombia, membri dell’Esercito Colombiano assassinano civili, generalmente contadini o giovani dei quartieri popolari, che successivamente vengono vestiti da guerriglieri con l’obbiettivo di presentarli come perdite nella denominata “lotta contro il terrorismo”. Questa strategia, conosciuta come “falsi positivi”, è stata riconosciuta ufficialmente quando 19 giovani sequestrati in un quartiere di Bogotà vennero trovati in fosse comuni di zone rurali ad oltre 500 km nel mese di settembre 2008. Ciò nonostante questa pratica non è recente. Organizzazioni come la Piattaforma dei Diritti Umani Coordinamento Colombia Europa Stati Uniti, hanno denunciato oltre 1.400 di questi casi nell’ambito della politica della sicurezza democratica implementata dal 2002. I “falsi positivi” che vengono riconosciuti dal Diritto Internazionale come ESECUZIONI EXTRAGIUDIZIALI fanno parte della realtà colombiana da oltre venti anni.
La Colombia vive una guerra cruenta. Ciò è testimoniato da 3.000 fosse comuni, da oltre 30.000 “Desaparecidos”, da 4.2 milioni di sfollati e de 23.000 sequestrati negli ultimi 11 anni che rappresentano le vittime del conflitto.
VERITÀ, GIUSTIZIA E RIPARAZIONE PER LE VITTIME IN COLOMBIA
In solidarietà con il Movimento di Vittime dei Crimini di Stato della Colombia MOVICE:
Rete italiana di solidarietà Colombia Vive!, Associazione Narni per la Pace,
Comitato Carlos Fonseca
Il due marzo 2009 è stata designata Giornata Continentale di Protesta per le Vittime di Sucumbíos per ricordare i quattro ragazzi messicani massacrati un anno prima, precisamente il primo di marzo del 2008 in Ecuador, nel corso dell’attacco contro l’accampamento delle FARC realizzato dall’esercito colombiano e dall’aviazione statunitense dove sono rimasti uccisi anche una ventina di guerriglieri e il numero due delle FARC, Raúl Reyes.
Per capire bene quello che è accaduto a Sucumbíos, quella tragedia di un anno fa va contestualizzata rispetto agli altri avvenimenti che si stavano svolgendo in quei giorni nella regione.
Innnanzitutto si era appena concluso a Quito il II congresso della Coordinadora Continental Bolivariana, una grande movimento che raggruppa studenti, giovani, movimenti sociali e associazioni latinoamericane che lottano e si confrontano per la costruzione di una grande America latina bolivariana.
Al congresso avevano partecipato migliaia di delegati da tutta la regione e anche da altri paesi. I cinque giovani messicani avevano appena lasciato Quito prima di recarsi a Sucumbíos e nel campo delle FARC erano stati preceduti da una delegazione di studenti cileni.
Inoltre va ricordato che in quei giorni in Ecuador si stavano svolgendo importanti e decisive trattative tra le FARC da una parte e il governo francese, ecuadoriano, ma soprattutto quello venezuelano di Hugo Chávez dall’altra, volte alla liberazione di Ingrid Betancourt e di altri ostaggi nelle mani della guerriglia colombiana.
Trattative che avevano portato alla liberazione nel gennaio del 2008, di Consuelo Gonzales de Perdomo e di Clara Rojas e la promessa proprio da parte di Reyes della liberazione dell’ex candidata presidenziale.
La prima considerazione da fare è infatti proprio questa ed è strettamente legata al ruolo di Hugo Chávez. Il governo colombiano e quello statunitense sicuramente non accettavano di buon grado il suo crescente prestigio e i suoi successi nelle trattative per la liberazione degli ostaggi. Hugo Chávez e la senatarice colombiana Piedad Córdova stavano ottenendo quello che il governo di Álvaro Uribe e anni di politica di “sicurezza democratica” non erano riusciti ad ottenere.
L’attacco colombiano al campo delle FARC fu condannato duramente da tutti i governi che erano direttamente coinvolti nelle trattative: Ecuador e Venezuela ruppero le relazioni diplomatiche con la Colombia e schierarono i rispettivi eserciti ai loro confini. Si rischiò lo scontro, evitato per un soffio e grazie alla diplomazia, mentre il ministro degli esteri francese dichiarò che “la morte di Reyes non era affatto una buona notizia dal momento che egli era l’uomo delle FARC con le quali parlavamo e con il quale avevamo contatti per la liberazione di Ingrid Betancourt”.
I cinque giovani messicani si sentivano sicuri nel campo delle FARC a Sucumbiós in quanto il campo si trovava in Ecuador e non in Colombia e perchè era un luogo di mediazione internazionale e di politica. Non era infatti un campo militare.
Era un accampamento frequentato da molti giovani, tanto che il giorno prima era stato lasciato da studenti cileni. Ma cosa potevano cercare degli studenti in un campo di guerriglieri?
Innanzitutto erano mossi dal desiderio di partecipazione alla vita politica latinoamericana e ai suoi cambiamenti, erano mossi da impegno civile, politico e sociale, ma anche e soprattutto dal desiderio di conoscenza e di approfondimento.
In quel campo sono stati uccisi Verónica Natalia, Juan, Soren e Fernando ma avrebbero potuto trovare la morte anche deputati, giornalisti o ministri.
I genitori dei quattro ragazzi deceduti e i genitori di Lucía Morett, l’unica sopravvissuta al massacro, hanno costituito qualche mese fa la Asociación Padres y Familiares de las Victímas de Sucumbías con lo scopo di riscattare la memoria dei loro figli e di chiedere giustizia nei confronti del governo colombiano vero responsabile della strage.
Dei ragazzi è stato detto di tutto. Dalle autorità colombiane immediatamente dopo l’attacco al campo delle FARC per voce direttamente del presidente Uribe e del vicepresidente Santos in conferenza stampa e quindi riportato da tutti i media: che erano terroristi, narcotrafficanti e che si trovavano in Ecuador per preparare attentati da realizzare nel loro paese. L’opinione pubblica messicana fu influenzata notevolmente dalle notizie che giungevano dai mezzi di comunicazione colombiani. L’estrema destra messicana denunciò immediatamente, già alcuni giorni dopo il fatto di Sucumbíós, Lucía Morett ed altri 15 giovani messicani tra i quali anche i quattro deceduti alle autorità . La denuncia partì da un dirigente di un gruppo di estrema destra, il Yunque, l’ala più radicale e intollerante del Partito di Azione Nazionale del presidente Felipe Calderón, (che recrimina proprio a Calderón di non prendere misure abbastanza repressive e restrittive contro la sinistra messicana e i movimenti sociali del paese).
.…
Per ricordare i ragazzi messicani morti in Ecuador sono state organizzate varie attività che si sono realizzate contemporaneamente in Messico, Argentina, Canada, Colombia, Cile Spagna, Ecuador, Francia, Nicaragua e Venezuela.
Il bollettino n. 7 è stato consegnato a tutte le rappresentanze diplomatiche colombiane di questi paesi. In Messico si è realiizzata una grande manifestazione che dal ministero degli Esteri è arrivata fino all’ambasciata colombiana.
In Italia il giorno sabato 28 febbraio si è parlato di quanto è accaduto all’emittente locale romana Radio Onda Rossa e lo stesso si è fatto lunedì pomeriggio quando è stato intervistato Adrián Ramirez presidente della LIMEDDH, Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani.
Personalmente ho consegnato invece all’ambasciatore colombiano a Roma, Sabas Pretelt de la Vega il bollettino n. 7 (che si è rifiutato di firmare in segno di accettazione), il quale ha pienamente confermato la versione governativa dell’accaduto ma soprattutto ha ribadito che i ragazzi erano nell’accampamento in addestramento presso la guerriglia e che al fatto che stavano lì per motivi di studio e che erano testimoni internazionali di una soluzione diplomatica e pacifica del conflitto colombiano con l’obiettivo di uno scambio umanitario, credono “solo i loro genitori”. Praticamente il governo colombiano aveva tutto il diritto di bombardare quel campo delle FARC, ritiene l’ambasciatore, in barba ai trattati internazionali sull’inviolabilità dei confini territoriali e al Diritto Internazionale dei Diritti Umani.
Qui una parte della trasmissione di Radio Onda Rossa di sabato 28 febbraio.
QUESTO IL CONTENUTO DEL BOLLETTINO N. 7 — scaricabile qui
- Editoriale dell’ Associazione dei Genitori e dei Familiari delle vittime di Sucumbiós.
- Un anno fa a Sucumbíos, in Ecuador
- Ho conosciuto Chac…
- Ho conosciuto Soren Ulises
- Ho conosciuto Verónica
- Ho conosciuto Juan
- Parla Lucía a un anno dal massacro
- Militarizzazione in America latina – intervista ad Ana Esther Ceceña, coordinatrice dell’Osservatorio Latinoamericano di Geoplotica
- Memoria storica di Verónica Oikión Solano, El Colegio de Michoacan
- Lettera di Lucía
- Comunicato alle Organizzazioni sociali, politiche e studentesche, ai popoli latinoamericani, ai popoli del mondo, ai mezzi di comunicazione
a cura del Circolo Bolivariano “José Carlos Mariátegui” — Napoli
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Avevamo poche speranze che dopo la nostra prima lettera aperta, datata 9 ottobre 2008 al signor Sandro Viola (“Repubblica o Monarchia?”: http://napoli.indymedia.org:8383/node/5652), quest’ultimo potesse ravvedersi dalle sciocchezze che scrive sulle colonne de La Repubblica.
Avevamo qualche speranza in più, qualche piccola speranza in più, che il direttore, o chi per lui, scegliesse di dare spazio a qualche opinione un po’ meno campata per aria, sulle questioni inerenti alla America Latina in generale e sul Venezuela bolivariano in particolare. Sfortunatamente dobbiamo prendere atto che anche questa opportunità è andata sprecata, le polemiche strumentali di Viola Sandro continuano a fare capolino bellamente dalla prima pagina del quotidiano chiamando il presidente Chávez dittatore del terzo millennio. Anzi il dubbio che ci assaliva, leggendo le pagina de La Repubblica negli ultimi anni, che le tematiche relative all’America Latina fossero più o meno influenzate in qualche maniera dal NED (National Endowment for Democracy), organismo finanziato dalla CIA e quindi dalle politiche palesemente imperialiste di Washington, ci viene ulteriormente confermato.
È evidente che La Repubblica si stia sempre più allineando alle strategie di terrorismo mediatico contro i vari governi progressisti dell’America Latina, come contro il governo rivoluzionario della Repubblica Bolivariana del Venezuela o come altri governi democraticamente eletti (nell’accezione finanche formale di democrazia occidentale): la Bolivia rappresentata politicamente dal sindacalista indigeno Evo Morales, il Nicaragua dal leader contadino Daniel Ortega o anche l’Ecuador dell’economista Rafael Correa, per citarne alcuni.
Ma tant’è; Viola Sandro è sempre quel personaggio che non nasconde di ammirare la “nobiltà” di un monarca come il borbone Juan Carlos, mai eletto da nessun popolo ma in compenso incoronato da un dittatore fascista come Francisco Franco, massacratore di popoli iberici, e che contemporaneamente spreca il suo tempo a sputare odio e veleno contro presidenti e governi che sono passati per il suffragio universale elettorale decine e decine di volte e che per la prima volta nella storia stanno agendo in favore degli interessi popolari. Negli interessi autenticamente democratici delle maggioranze.
Tutto questo mentre in Italia torna lo squadrismo legalizzato da un governo xenofobo e razzista, composto da analfabeti funzionali e di ritorno, rozzi, perversi, eticamente miseri e umanamente impresentabili.
Noi non possiamo fare altro, a questo punto, che augurarci che il calo delle vendite della carta stampata che si presta ad infamare popoli e governi degni e democratici, continui inarrestabile, nella speranza che i lavoratori della categoria si sveglino dal loro torpore e inizino a ribellarsi a questo stato di cose, prima che perdano il proprio lavoro.
Qualche mese fa, in seguito allo scandalo dei “falsi positivi”, quando vennero ritrovati in fosse comuni i cadaveri di alcuni giovani giustiziati dall’esercito e poi fatti passare come membri della guerriglia delle FARC, il generale colombiano Mario Montoya, capo dell’esercito, rassegnò le sue dimissioni. Iván Cepeda portavoce del MOVICE (Movimento Nazionale delle Vittime dei Crimini di Stato) denunciò allora che i casi effettivi di sparizioni forzate di giovani poi uccisi allo scopo di farli passare come guerriglieri per ottenere ricompense e giustificare così la politica di “sicurezza democratica” del governo di Álvaro Uribe, sarebbero stati addirittura di centinaia se non di migliaia.
Mario Montoya è stato nominato in questi giorni ambasciatore della Colombia nella Repubblica Dominicana. Ricordiamo che qualche tempo fa, il dirigente politico di sinistra dominicano Narciso Isa Conde lo aveva denunciato alla Presidenza della Repubblica del suo paese e alla Procura Generale, di essere insieme con il precedente ambasciatore Chaux Mosquera, (richiesto dalla giustizia colombiana per vincoli con il paramilitarismo), dietro al piano criminale che prevedeva il suo omicidio. Piano che fortunatamente non è stato messo in pratica ma che per ben due volte ha visto sia Narciso Isa Conde che la sua famiglia al centro di episodi di estrema gravità che hanno messo in serio pericolo la sua vita e quella degli uomini della sua scorta. Nel mese di agosto dello scorso anno, il presidente Leonel Fernández aveva dichiarato che si sarebbe impegnato in prima persona per garantire la sicurezza di Narciso Isa Conde e della sua famiglia. Narciso Isa Conde è convinto, e lo denuncia da tempo, dell’esistenza di un piano “Cia –Uribe” per eliminarlo; lo stesso Montoya qualche mese fa si recò nella Repubblica Dominicana consegnando alle autorità “presunte” prove che vincolerebbero il noto dirigente comunista con le FARC. Le prove, come accade ormai da tempo per vicende analoghe consisterebbero in alcuni documenti “recuperati” dal computer di Raul Reyes, leader del gruppo guerrigliero, ucciso dall’esercito colombiano in Ecuador il primo marzo dello scorso anno.
Alla notizia della nomina di Mario Montoya come ambasciatore colombiano a Santo Domingo, Narciso Isa Conde ha immediatamente scritto una lettera al presidente del suo paese, Leonel Fernández, reiterando le sue accuse contro il generale e confermando la preoccupazione sia per la sua incolumità e quella della sua famiglia, sia per la società dominicana tutta, costretta ad accettare la presenza nel paese di questo”generale di forca e coltello”.
Se il presidente Fernández dovesse accettare la nomina di Montoya come ambasciatore colombiano si tratterebbe di un “lasciapassare, di una luce verde” all’attuazione del piano criminale contro di lui, ha dichiarato Narciso Isa Conde in una conferenza stampa rilasciata proprio in questi giorni ai mezzi di comunicazione.
Anche molti attivisti per i diritti umani che vivono e lavorano nella Repubblica Dominicana si dicono preoccupati per la presenza del generale Montoya nel paese e chiedono a gran voce al presidente Fernández che non accetti tale nomina, perchè diversamente questo metterebbe a repentaglio il loro lavoro e la loro incolumità.
Qui la versione integrale della lettera di Narciso Isa Conde al presidente della Repubblica Dominicana, Leonel Fernández.