Pablo Neruda, tra la Fondazione pinochettista che porta il suo nome e Clemente Mastella
Ci voleva Mastella per far sì che sul web cominciasse finalmente a circolare la verità sulla falsa poesia di Neruda.
“Lentamente muore”, poesia scritta dalla brasiliana Martha Medeiros, è da anni ormai erroneamente attribuita al grande poeta cileno in centinaia di siti e pagine internet, nonché in numerose raccolte di poesie.
Una sorta di leggenda metropolitana in internet. Un apocrifo.
In realtà la poesia non è stata mai scritta da Pablo Neruda e infatti chi conosce Neruda non ne riconosce lo stile in questa lirica un po’ adolescenziale.
L’editore delle opere di Neruda Stefano Passigli ha confermato infatti (come editore) che “chi conosce la sua poesia si accorge all’istante che quei versi banali e vagamente new-age non possono certo essere opera di uno dei più grandi poeti del ‘900”, mentre afferma giustamente (da politico) che : “non credo che Pablo Neruda, che ha speso la vita per grandi ideali politici, sarebbe stato lusingato dal sentir citare una poesia davvero sua dalla voce di Clemente Mastella”
Anche la Fondazione Neruda, da Santiago del Cile fa sapere che la poesia in questione sicuramente non appartiene a Neruda.
In verità anche la Fondazione Neruda avrebbe ben pochi diritti ad intervenire sulla legittimità o meno dell’opera del poeta. La Fondazione che nelle intenzioni del grande poeta cileno, doveva essere “senza fini di lucro” per la “diffusione della letteratura, delle arti e delle scienze” , oggi non è altro che un’impresa che si dedica con profitto al riciclaggio di denaro e all’evasione fiscale e i cui proventi vengono investiti nelle imprese degli uomini di Pinochet.
Se Pablo Neruda, infatti, sicuramente non sarebbe stato contento della citazione di Mastella di una sua poesia, immaginiamoci quanto potrebbe esserlo se sapesse che Juan Austín Figueroa presidente della fondazione che porta il suo nome, è anche membro del consiglio direttivo di Cristalerías de Chile impresa di proprietà di Ricardo Claro, ex consigliere di Pinochet e proprietario de la Compañia Sudamericana de Vapores, le cui navi erano utilizzate come centri di detenzione e tortura all’epoca della dittatura.
La fondazione Neruda inoltre ha negato, espellendolo, un posto al suo interno anche all’unico parente in vita di Pablo Neruda e cioè allo scrittore e poeta cileno Bernardo Reyes, negandogli inoltre la paternità della scoperta di alcune poesie inedite giovanili di Pablo Neruda (Cuadernos de Temuco).
E’ importante inoltre ricordare proprio in questo momento che Patricia Troncoso sta scontando in carcere e sta portando avanti da oltre cento giorni uno sciopero della fame per essere stata condannata a dieci anni e un giorno di carcere con l’accusa (falsa e senza prove) di aver incendiato un terreno di proprietà di Juan Augustín Figueroa, il quale oltre ad essere presidente della Fondazione Neruda fu ministro dell’Agricoltura durante il governo di Patricio Aylwin ed è attualmente membro del Tribunale Costituzionale. Egli ha fatto pressioni sui giudici affinché applicassero la legge antiterrorista ai mapuche, retaggio della dittatura di Pinochet.
E che direbbe infine oggi Pablo Neruda se sapesse che la Fondazione Neruda in accordo con la casa editrice spagnola Edaf ha falsificato la Antología Popular 1972, un suo progetto (e di Unidad Popular) da distribuire gratuitamente al paese in un milione di copie?
Il libro è stato falsificato e pubblicato con il titolo di Antología Postuma con il silenzio complice della Fondazione Neruda.
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Leggi anche:
La gestione della Fondazione Neruda — I parte (da un’inchiesta di Mario Casasús)
di Annalisa Melandri
nonchè tutti gli articoli dell’amico Mario Casasús, giornalista messicano, che da anni si occupa della Fondazione Neruda in articoli pubblicati su la Jornada Morelos e il Clarín.cl, nonchè autore di La gestión de la Fundación Neruda — una mirada crítica. Alcuni suoi articoli tradotti da me si trovano nella sezione “Fondazione Neruda” di questo sito.
Patricia Verdugo, verità e storia ringraziano.
Scompare dal panorama letterario e giornalistico del Cile una delle voci che più duramente e con più passione hanno condannato la dittatura di Pinochet.
Patricia Verdugo, 61 anni si è spenta la notte di domenica a Santiago, dopo una lunga malattia.
Ha messo a nudo, in tutta la sua crudeltà ed efferatezza, i crimini commessi nel suo paese durante gli anni terribili della dittatura, attraverso un’ eccellente produzione letteraria che le ha valso il premio Maria Moors Cabot nel 1993 negli Stati Uniti, (il più importante riconoscimento attribuito negli USA ad un giornalista straniero) e nel 1997 in Cile il Premio nazionale di giornalismo.
I suoi libri, circa una decina, sono il frutto di un enorme lavoro di ricerca, indagine, raccolta di testimonianze ed atti processuali volto a testimoniare nel modo più dettagliato possibile e con dovizia di particolari i crimini commessi in quegli anni. Molti processi verso i repressori ed i torturatori di allora si sono istruiti con la documentazione raccolta grazie al suo lavoro.
Suo padre, Sergio Verdugo, fu una delle 30.000 vittime del terrore e alla sua storia è ispirato Bucarest 187 del 2001.
La sua opera più importante tuttavia è Gli artigli del puma del 1985 che tratta della “Carovana della morte”, “l’atto fondativo della dittatura” come lo definì la stessa Patricia Verdugo, una squadra militare che aveva il compito di giustiziare tutti gli oppositori politici e che viaggiava tra le varie province cilene a bordo di un elicottero Puma.
La verità e la storia ringraziano Patricia Verdugo.
Cristina Carreño torna in Cile. E’ la prima vittima cilena del Plan Condor.
Cristina Carreño, la prima donna cilena detenuta e scomparsa a Buenos Aires nell’ambito di quella grande operazione del terrore che prese il nome di Operación Condor, e che coordinò negli anni 70/80 le dittature latinoamericane, torna nella sua terra, in Cile.
Torna dalla sua famiglia che l’ha cercata per 27 lunghi anni e che in questo momento si trova in Argentina per organizzare il viaggio di ritorno in patria.
Il corpo di Cristina arriverà da Buenos Aires in un volo speciale il 28 dicembre.
Il suo funerale verrà celebrato il giorno 30 presso il Memorial del Detenido Desaparecido presso il Cimitero Generale di Santiago del Cile.
Cristina quando scomparve aveva appena 33 anni.
Suo padre, comunista, operaio del salnitro, fu detenuto e torturato fino alla morte nel 1974.
Cristina Carreño, dirigente della Gioventù Comunista del Cile si trovava a Buenos Aires per organizzare la Operación Retorno con la quale rientrarono clandestinamente nel paese militanti e dirigenti del Partito Comunista Cileno, tra i quali Gladys Marín segretaria generale della Gioventù Comunista nel governo Allende.
Fu sequestrata nel 1978 a Buenos Aires da agenti della polizia politica, la CNI (Central Nacional de Informaciones) e condotta prima nel centro di detenzione argentino “El Banco” e poi in quello tristemente famoso di “El Olimpo” dove fu l’unica prigioniera cilena. Da lì si persero definitivamente le sue tracce.
Il suo corpo, insieme a quello di altre 8 persone, fu ritrovato sulla costa atlantica nel dicembre del 1978, restituito dal mare dopo esservi stato gettato da un aereo in volo.
Il “trasferimento”, era questo il nome che l’apparato repressivo della dittatura dava alla pratica dei voli della morte con i quali migliaia di detenuti oppositori dei regimi venivano fatti sparire nelle acque dell’Oceano Atlantico.
I voli della morte sono stati confessati pubblicamente nel 1995 da Adolfo Scilingo (ex dittatore argentino ed attualmente in carcere in Spagna) al giornalista Verbitsky che ha pubblicato la testimonianza nel suo libro “Il Volo”.
I corpi dei detenuti ritrovati sulle coste atlantiche a partire dal 1978 vennero sepolti come NN nel cimitero di General Lavalle nella provincia di Buenos Aires.
Riesumandoli nel 2006, il Gruppo Argentino di Antropologia Forense (EAAF) ha identificato quello di Cristina Carreño e di altre 8 persone vittime della repressione.
L’identificazione di questo gruppo di persone segue quella avvenuta poco prima delle Madri della Plaza de Mayo Azucena Villaflor, Esther Ballestrino y Mari Ponce, e della suora francese Léonie Duquet e di Angela Auad.
L’annuncio dell’identificazione è stato fatto nello stesso Olimpo lo scorso 16 agosto (simbolicamente nello stesso giorno dell’inizio delle attività del centro di detenzione, nel 1978) in una conferenza stampa tenuta dal presidente dell’EAAF, Luis Fondebrider, con la partecipazione dei familiari degli scomparsi e del segretario dei diritti umani Luis Duhalde.
Lorena Pizarro, presidente del Raggruppamento dei Familiari dei Detenuti Scomparsi, (AFDD) conferma che Cristina “è la prima vittima dell’Operación Condor di cui riusciamo a recuperare il corpo. Questo dimostra ciò che abbiamo sempre denunciato, che la dittatura cilena non agì in maniera isolata, ma che c’era una coordinazione con le altre, organizzata da Pinochet, e che applicava in maniera sistematica il terrorismo di Stato, politica avallata dalla CIA e che registra vittime cilene e straniere, tra le quali Cristina, che è la prima donna scomparsa che riusciamo a trovare”.
Il rientro di Cristina in Cile, prova tangibile degli orrori del Plan Condor, segna un momento importante per la ricerca di verità e giustizia, la sorella Dora e altre cinque donne di Paraguay, Uruguay e Argentina, portano avanti infatti da anni una causa contro le dittature dei loro paesi per la scomparsa di Cristina ed altre sei persone tra il 1976 e 1978 in Argentina.
Le ricordiamo con le parole di Pablo Neruda, con la stessa poesia con la quale si è conclusa, nel luogo dove sono state torturate e uccise, la conferenza stampa che ne ha annunciato il ritrovamento:
LOS ENEMIGOS
Ellos aquí trajeron los fusiles repletos
de pólvora, ellos mandaron el acerbo
exterminio,
ellos aquí encontraron un pueblo que cantaba,
un pueblo por deber y por amor reunido,
y la delgada niña cayó con su bandera,
y el joven sonriente rodó a su lado herido,
y el estupor del pueblo vio caer a los muertos
con furia y con dolor.
Entonces, en el sitio
donde cayeron los asesinados,
bajaron las banderas a empaparse de sangre
para alzarse de nuevo frente a los asesinos.
de pólvora, ellos mandaron el acerbo
exterminio,
ellos aquí encontraron un pueblo que cantaba,
un pueblo por deber y por amor reunido,
y la delgada niña cayó con su bandera,
y el joven sonriente rodó a su lado herido,
y el estupor del pueblo vio caer a los muertos
con furia y con dolor.
Entonces, en el sitio
donde cayeron los asesinados,
bajaron las banderas a empaparse de sangre
para alzarse de nuevo frente a los asesinos.
Por esos muertos, nuestros muertos,
pido castigo.
pido castigo.
Para los que de sangre salpicaron la patria,
pido castigo.
pido castigo.
Para el verdugo que mandó esta muerte,
pido castigo.
pido castigo.
Para el traidor que ascendió sobre el crimen,
pido castigo.
pido castigo.
Para el que dio la orden de agonía,
pido castigo.
pido castigo.
Para los que defendieron este crimen,
pido castigo.
pido castigo.
No quiero que me den la mano
empapada con nuestra sangre.
Pido castigo.
No los quiero de embajadores,
tampoco en su casa tranquilos,
los quiero ver aquí juzgados
en esta plaza, en este sitio.
empapada con nuestra sangre.
Pido castigo.
No los quiero de embajadores,
tampoco en su casa tranquilos,
los quiero ver aquí juzgados
en esta plaza, en este sitio.
Quiero castigo.
…
Cile, centenario del massacro di Santa María de Iquique, 21 dicembre 1907
“Quando uno rivolge il suo sguardo alla pampa abbandonata
e con l’orecchio attento penetra nel suo silenzio,
c’è bisogno di tenere il cuore con tutte e due le mani”
Floreal Acuña
“ Signore e Signori, racconteremo ciò che la storia non vuole ricordare. Accadde nel Grande Nord, fu Iquique la città. Il millenovecento sette segnò la disgrazia”.
Così inizia la Cantata Santa María de Iquique, composta nel 1969 da Luis Advis e diventata celebre nella versione dei Quilapayún che la eseguirono per la prima volta nel luglio 1970 durante il secondo Festival della Nuova Canzone Cilena e che di questo movimento divenne una delle opere principali.
I nastri originali della Cantata Santa Maria de Iquique furono distrutti dopo il golpe militare e l’esecuzione della canzone fu proibita dalla dittatura di Pinochet fino al 1990.
La canzone narra i fatti avvenuti nella scuola Santa María di Iquique, dove “tremilaseicento sguardi si spensero, tremilaseicento operai vennero uccisi”.
Tra il 15 e il 21 dicembre 1907, sotto la presidenza di Pedro Montt, circa 10.000 minatori del salnitro(nitrato di potassio usato come fertilizzante e nella produzione della polvere da sparo) della regione di Tarapacá scioperarono per le precarie condizioni di vita e di lavoro a cui erano sottoposti.
Le loro richieste, come narrato anche nella celebre canzone, andavano dall’eliminazione dei buoni con i quali erano pagati e che potevano essere spesi solo nei negozi delle stesse imprese che li emettevano, scuole serali per gli operai, aumento degli stipendi, maggiore sicurezza sul lavoro e rispetto della dignità degli operai che spesso erano sottoposti anche a punizioni fisiche.
In Cile agli inizi del ‘900 gli operai cileni non avevano nessuna legislazione sociale che li tutelasse ma già si stavano velocemente diffondendo tra di essi gli ideali socialisti e anarchici e il massacro della scuola Santa María di Iquique rappresentò lo spartiacque nella storia del movimento operaio cileno.
Possiamo dire che nell’arido deserto del Cile, nel dicembre 1907 si consolidò la coscienza di classe degli operai, si organizzò il loro movimento e la loro lotta prese forma.
Protestarono gli operai delle miniere di salnitro, quelli delle ferrovie, quelli portuali, prima timidamente, nei primi giorni di dicembre, poi con sempre più vigore.
Il 10 dicembre furono bloccate le attività della fabbrica di salnitro di San Lorenzo e successivamente quelle della fabbrica di Santa Lucia. La miccia ormai era accesa e tutti gli operai della pampa paralizzarono le loro attività.
Ma era ad Iquique che bisognava andare a far sentire la protesta, dove avevano sede le multinazionali straniere che stavano sfruttando le risorse del paese, quelle naturali e quelle umane.
E così tra il 15 e il 21 dicembre si radunarono nella scuola Santa María di Iquique più di diecimila persone, gli operai pampinos con le loro famiglie, in attesa che le loro richieste venissero accettate dalle multinazionali.
Le trattative non ebbero nessun esito positivo e di fronte al rifiuto dei dirigenti del movimento operaio di far evacuare la scuola, il generale Silva Renard dette ordine di sparare.
Lo stato cileno ammetterà solo 195 deceduti e 390 feriti ma altre fonti parleranno di 3600 morti, come nella canzone…
I lavoratori non avevano manifestato violenza, il loro era uno sciopero pacifico, ma imponente, a Iquique si erano riversati migliaia di operai, con le loro famiglie, le loro cose, mentre la cittadina si era rintanata nelle case e le attività commerciali erano paralizzate.
Dichiarò Silva Renard: “si doveva far scorrere il sangue di alcuni ribelli o abbandonare la città nelle mani dei faziosi, che fanno passare i loro interessi e i loro stipendi prima dei grandi interessi della patria. Di fronte a questo dilemma, le forze della nazione non hanno esitato”.
L’esercito cileno si mise al servizio dell’oligarchia delle multinazionali e fece fuoco. Non si poteva permettere che fosse messo “in pericolo il rispetto e il prestigio delle autorità e della forza pubblica” come ammise il generale.
Quella strage più che una sconfitta fu però però l’inizio di un grande cambiamento, il movimento operaio cileno si organizzò e nuove leggi sociali a tutela dei lavoratori vennero emesse.
Oggi, 21 dicembre 2007 in Cile è giorno di lutto nazionale.
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Vedi anche
Leggi anche:
Georgina Gubbins: Lettere dal deserto/Cartas dal desierto
Iquique, 23 dicembre 1907
Mia cara Nonna,
Si ricorda che le raccontai che mio padre era preoccupato per i problemi nelle officine, che c’erano continui scioperi a Iquique e nella pampa e per questo non potevamo uscire?
Come un ronzio lontano, gli uomini scendevano dalla pampa. Erano molti: uomini, donne, bambini, nonni e nonne. Portavano anche i loro cani che correvano tra le loro gambe, come se sapessero che partecipavano ad un avvenimento importante. Le donne portavano canestri ‚pentole e mestoli, i neonati contro il petto e gli uomini con i loro figli più piccoli sulle spalle.
Faceva molto caldo in quei giorni. La camanchaca non portava il suo refrigerio abituale.Il calore si posava sulla città come un pesante mantello. Passavano i giorni e nonostante la quantità di gente, c’era un’atmosfera di speranza.
Secondo Juan, i pamperos dissero che avrebbero aspettato fino a che le loro richieste fossero state accettate. Volevano cambiare molte cose, Nonna, come per esempio eliminare i buoni, avere scuole serali o una migliore assistenza medica. Ma gli andò male. Arrivarono le truppe, le autorità si spaventarono, ci furono scontri seguiti da grida e spari.
Nonna alla fine i pamperos non ritornarono nella pampa. Li uccisero con i loro fucili e le grida che schiacciarono la città furono sostituite da un pianto profondo e disperato come quello di un cane ingabbiato.
Tanti morti solo per voler vivere meglio. Ancora l’aria odora di polvere e paura. Non si preoccupi per noi, stiamo bene. Mio padre vuole che andiamo a Tiviliche a riposare e lì passeremo l’Anno Nuovo.
Addio, cara Nonna. Mi scriva.
Sua nipote Isabelle..
Georgina Gubbins: Cartas del Desierto
Carta a la presidenta Michelle Bachelet
Lunes 26 de noviembre del 2007
COMUNICADO PÚBLICO
A la opinión pública chilena e internacional
SOLIDARIDAD INTERNACIONAL EN APOYO A LAS DEMANDAS DE LOS PRISIONEROS POLITICOS MAPUCHE EN HUELGA DE HAMBRE
RECLUIDOS EN LAS CARCELES CHILENAS
Sra. Michelle Bachelet,
El día 26 de octubre, varias organizaciones y personas empezamos en Europa en conjunto con otras organizaciones hermanas de Canadá y Argentina una serie de jornadas de solidaridad en apoyo a las demandas de los presos políticos mapuche. Las organizaciones y personas que han suscrito este comunicado han decidido unir sus esfuerzos en solidaridad con la lucha y el ejercicio del derecho a la libre determinación del pueblo mapuche y participan hoy nuevamente a una jornada internacional en su apoyo al cumplirse 47 días desde el inicio de la huelga de hambre de varios prisioneros políticos mapuche.
La sistemática persecución política, la represión y violación de los derechos humanos fundamentales, ejercida por el Estado de Chile, en contra de los comuneros, autoridades y organizaciones mapuche, han obligado una vez más, a los prisioneros políticos recluidos en diferentes cárceles de chile, a realizar una huelga de hambre en defensa de la vida, la libertad y la justicia.
A partir del 10 de octubre del 2007, Jaime Marileo Saravia, Patricia Troncoso Robles, Juan Millalen Milla, Héctor Llaitul Carrilanca y José Huenchunao Mariñan desde la cárcel de Angol, se encuentran en huelga de hambre indefinida. Se sumaron a esta acción el Lonco Iván Llanquileo en la Cárcel de El Manzano (y actualmente puesto en libertad por falta de pruebas) y Waikilaf Cadin Calfunao desde la Cárcel de Alta Seguridad en Santiago de Chile, reivindicando las siguientes demandas:
Libertad a todos los prisioneros políticos mapuche
Desmilitarización de las zonas en conflicto en la Región de la Araucanía
Fin de la represión a las comunidades mapuche
Mientras usted, en su calidad de Presidenta de Chile, intenta aparentar ser un ícono en materia de derechos humanos, la comunidad internacional repudia enérgicamente el incremento de los atropellos en contra de los derechos territoriales, económicos, sociales, culturales, políticos y civiles de los pueblos originarios y en especial, la persecución política contra la comunidad mapuche, amparada por el sistema judicial y los servicios de seguridad altamente represivos del Estado Chileno.
Las protestas y sugerencias de organizaciones como Amnistía Internacional, la Liga de la Federación Internacional de los Derechos Humanos (FIDH), Human Rights Watch, la Organización Mundial Contra la Tortura (OMCT), diversas organizaciones del movimiento internacional y nacional de solidaridad con el pueblo mapuche y los cuestionamientos y exigencias de diferentes organismos de Naciones Unidas como la Oficina del Alto Comisionado de Derechos Humanos, el Pacto Internacional de los Derechos, Económicos, Sociales y Culturales (PIDESC) y la oficina del Relator Especial Rodolfo Stavenhagen sobre pueblos indígenas, han sido desatendidas.
El Estado chileno no ha cumplido con el compromiso de ratificar el Convenio 169 de la OIT sobre pueblos indígenas y tribales y no evidencia voluntad política por implementar la reciente Declaración de Naciones Unidas sobre los Derechos de los Pueblos Indígenas. Persiste en promover un “reconocimiento constitucional” restringido, limitado y sin consentimiento de los involucrados que promueve la asimilación de los pueblos originarios a una cultura y sistema político-económico que los excluye, margina y desprecia.
El derecho a la libre determinación, autonomía y autogobierno, así como a disponer de medios para financiar sus funciones autónomas, estipulados en los artículos 3, 4 y 19 de la Declaración de Naciones Unidas sobre los Derechos de los Pueblos Indígenas, no ha sido considerados en propuesta alguna y distan mucho de ser parte de las políticas indígenas actuales del Estado chileno. Al contrario a lo que exige la normativa internacional, la persecución, la tortura, el hostigamiento, la represión y la cárcel es la respuesta del gobierno de Chile a las luchas reivindicativas del pueblo mapuche.
Ante esta situación, el movimiento de solidaridad con la lucha del pueblo mapuche de diversos países de Europa y otros países declara lo siguiente:
Que apoya incondicionalmente las demandas de los prisioneros mapuches en huelga de hambre.
Exige e insta al gobierno chileno a cumplir con el compromiso de ratificar el Convenio 169 de la OIT y a implementar la Declaración de Naciones Unidas sobre los Derechos de los Pueblos Indígenas.
Apoya la lucha del movimiento mapuche por su reconstrucción como pueblo y por la libre determinación de los pueblos originarios en Chile.
Hace responsable al gobierno de Chile y sus instituciones por la integridad física, la salud y la vida de los prisioneros políticos mapuche en huelga de hambre.
Hace un llamado al pueblo y organizaciones sociales chilenas e internacionales, a apoyar la lucha y reivindicaciones del pueblo mapuche y los pueblos originarios en Chile.
Queremos manifestar a la opinión pública chilena e internacional que nos mantendremos atentos y vigilantes ante el desarrollo de la huelga de hambre, el cumplimiento de sus demandas y continuaremos trabajando en apoyo a la lucha del pueblo mapuche y sus reivindicaciones en forma concertada y coordinada.
Suscriben esta Declaración:
Organizaciones
Defensoría Internacional de los Derechos de los Pueblos, DIDEPU, Jaime Valdés, Secretario General, Ginebra, Suiza, href=“didepuno-logorg“>didepuno-logorg
Espacio Afroamericano, Mercedes Moya, Ginebra Suiza, href=“hondavistahotmailcom“>hondavistahotmailcom
Movimiento Indio “Tupaj Amaru” Lazaro Pary, Ginebra, Suiza.
Association Bolivienne de Genève, Adela Martin, Suiza, href=“adelamartinbluewinch“>adelamartinbluewinch
“Comité Liberez les Cinq”, Elena Bonavita, Ginebra Suiza, href=“ebonavitabluewinch“>ebonavitabluewinch
“Dónde Estan” Uruguay, Ginebra, Suiza.
“Comisión de Apoyo a los Pueblos Originarios”, Hayín-Ray Antileo, Ginebra, Suiza
APCN, Action Populaire contra la Mondialisation, Olivier de Marcellus, Genève, Suisse
AIPAZ COMUN, Julio Avella, Sección Suiza, href=“aipazcomungmailcom“>aipazcomungmailcom
Enlazando Alternativas, Ginebra, Suiza
Mouvement pour la Coopération Internacional (MCI). Anneli Valdés, Ginebra, Suiza.
Comité de Apoyo al Pueblo Mapuche. Juan Godoy, Basel-Suiza href=“jgodoyvtxmailcom“>jgodoyvtxmailcom
Colectivo Viva Zapata, Barbara Peruzzo, Ginebra, Suiza, href=“peruzzobhotmailcom“>peruzzobhotmailcom
Tierra y Libertad para Arauco, Néstor Vega, Presidente, Paris, Francia. href=“libertadaraucowanadoofr“>libertadaraucowanadoofr
Asociación Intifrance, Mme. Carmen Qorina Minchan Yegou, Toulouse, Francia.
Comité de Solidarité avec les Indiens des Amériques, Mme Janine Vidal, Vice Presidenta, Francia. href=“infocsia-nitassinanorg“>infocsia-nitassinanorg
MRAP (Mouvement contre le racisme et pour l’Amitié entre les Peuples) Section Amérique Latine, Philippe Le Clerre, Paris, Francia.
Comité de Solidarité «RELMU-PARIS », Paris, France.
Réseau d´Information et de Soutien au Peuple Mapuche, Paris, Francia, http://mapuche.free.fr
Association PUEBLO, Michael Fitamant, presidente, Patricio Rivera, vice-président, Paris, Francia, href=“assopueblohotmailfr“>assopueblohotmailfr
Association Apatepela, German Vidal, Marseille, Francia, href=“contactapatepelaorg“>contactapatepelaorg
Kolectivox, Coordination France, Sabine Ehrmann. Francia, href=“kolectivoxhotmailcom“>kolectivoxhotmailcom
Asociación Kakiñe, Tatiana Zúñiga, Presidenta, Paris, Francia, href=“orgkakinehotmailcom“>orgkakinehotmailcom
Comité de Solidarité avec les Peuples du Chiapas en Lutte, París, Francia, href=“cspclalternorg“>cspclalternorg
Cordillera, Checho Galleguillos, Villeneuve d¨Ascq, Francia, href=“cordilleraorangefr“>cordilleraorangefr
H.I.J.O.S. Paris, Francia
Collectif de Soutien á l´ ALBA, Grenoble, France.
Asociación Argentina Vientos del Sur, Udine, Italia, href=“infovientosdelsurorg“>infovientosdelsurorg
Asociación Chile-Lombardía, Estefanía Gonzalez, Milan Italia, href=“cilelombardialiberoit“>cilelombardialiberoit
Icra Internacional, Mr. Hervé Valentin, Responsable para América Latina, París, Francia.
AlterKonexions, Carolina Marambio, Patrice Theo, París, Francia, href=“recepinfono-logorg“>recepinfono-logorg
Solidarietà con il Popolo Mapuche, Violeta Valenzuela H, Coordinamento per l’Italia violeta.serena@fastwebnet
Circolo Culturale “Libero Fumagalli” Vicenzo Bianqui, Città di Como – Italia
Wenuykan, Amicizia con il Popolo Mapuche, Gavino Puggioni, città di Como - Italia href=“wenuykangmailcom“>wenuykangmailcom
Comitato Lavoratori Cileni Esiliati, Hugo Silva Soto, Toscana, Italia, href=“comitatohotmailcom“>comitatohotmailcom
Comité por la Paz, “Rachel Corrie”, Valpoceva, Genova, Italia, href=“infocentropacecorrieit“>infocentropacecorrieit
RADIO REGION XIV Gotemburgo - Suecia href=“radioregion14gmailcom“>radioregion14gmailcom
Asociación CULTURA MAPUCHE, Gotemburgo, Suecia href=“kulturamapuchegmailcom“>kulturamapuchegmailcom
Enlace Mapuche Internacional, Reynaldo Mariqueo, Bristol, Inglaterra. href=“mapuchemapuche-nationorg“>mapuchemapuche-nationorg
Asociación de Ex Prisioneros Políticos del Reino Unido, Inglaterra, href=“exppukgooglemailuk“>exppukgooglemailuk
Grupo de Amigos del Pueblo Mapuche, Alex Opazo, Dinamarca, href=“choyuncohotmailcom“>choyuncohotmailcom
Internacional Humanista, Lars Kramer Kristensen, Dinamarca
TINKU-Dannmark, Doris Palvio, Dinamarca
MAPMUNDIAL, Rudi Vejar, Holanda, href=“mapmundialyahoocom“>mapmundialyahoocom
Las Madres de Plaza de Mayo, Linea Fundadora, Argentina, href=“madreslfuolsnectiscomar“>madreslfuolsnectiscomar
APDH la Costa, Asamblea Permanente por los derechos Humanos. Alicia Cesareo, Argentina, href=“aliciacesareoyahoocom“>aliciacesareoyahoocom
Central de Trabajadores de Argentina, Regional Lanus, José A. Pellegrini, , Buenos Aires, href=“japellegrinispeedycomar“>japellegrinispeedycomar
Unión por los Derechos Humanos de la Plata, Ex detenidos, desaparecidos, familiares y compañeros„ Argentina, href=“unionxlosddhhlaplatagmailar“>unionxlosddhhlaplatagmailar
Asamblea Permanente por los Derechos Humanos de Rosario, Argentina href=“apdhrosarioprensayahoocomar“>apdhrosarioprensayahoocomar
Programa Radial “El Club de la Pluma” Norberto Ganci, Argentina, href=“eclubdelaplumayahoocomar“>eclubdelaplumayahoocomar
ATE SENASA (Asociación de Trabajadores del Estado, Servicio Nacional de Sanidad y Calidad Agroalimentaria), Junta Inaterna Delegados en Dirección de Laboratorios, Doc., de Identidad 17635095, Buenos Aires, Argentina, href=“atesenasamartinezyahoocomar“>atesenasamartinezyahoocomar
Centro de estudiante del Instituto de Cultura Aborigen, Puelmapu, Argentina.
“El Puente” Grupo de Apoyo y difusión de la Lucha de los Pueblos Originarios, Puelmapu, Argentina.
Corriente de Izquierda Socialista, Rosario, Argentina, href=“corriente_uzquierda_socialistayahoocomar“>corriente_uzquierda_socialistayahoocomar
CIOCP, Coordinación de Identidades Originarias y del Campo Popular, Mauricio Nilian, Mendoza, Argentina, href=“quehuama2004yahoocomar“>quehuama2004yahoocomar
Grupo de Apoyo al Pueblo Mapuche, María Esperidion, Noruega, href=“mariaesperidiongmailcom“>mariaesperidiongmailcom
Red de Apoyo a los Pueblos Indígenas, Elisabeth Boeckman, Oslo, Noruega.
Grupo Internacional de Oslo / Marielle Leraan, Partido Socialista de Izquierda, Noruega
Centro Cultural Newen, Eirik Granfrank, Oslo, Noruega,
CAPN, Collectif pour l¨Autonomie del Pueblo Mapuche, Montreal, Canadá, href=“capmamtlriseupnet“>capmamtlriseupnet
Internacional Humanista, Juha Uski, Finlandia, href=“jjourucdk“>jjourucdk
Círculo Bolivariano de Viena– Austria Vocero: Carlos Troger, Austria href=“catro2005aonat“>catro2005aonat
Grupo Pachamanka, ‚Luis Parra Madariaga, Viena-Austria href=“luisparrachelloat“>luisparrachelloat
Confederación Latinoamericana en Austria, José Contreras, Austria href=“inkarivagmxat“>inkarivagmxat
LEFÖ. Beratung, Bildung und Begleitung für Migrantinnen. Cristina Boidi, Viena-Austria, href=“aon913269548aonat“>aon913269548aonat
Sociedad de Amistad Austro-Chilena. , Hannes Seitner. Viena-Austria
Asociación para los Pueblos Amenazados. Sudtirol, Italia href=“infogfbvit“>infogfbvit
Mauro di Vieste http://www.gfbv.it/ - http://www.gfbvchile.com/
Observatorio de la Paz . Capannori – Lucca Italia pacecomunecapannoriluit (pacecomunecapannoriluit)
Coord. Leana Quilici www.capannorieventi.eu
Red “Alternativas y Solidaridad”, Bélgica href=“antoniopersogmailcom“>antoniopersogmailcom
Antonio Gonzalez www.alternativas-uy.org
70. Centro de Promoción para el Desarrollo Comunal INTI, Lima Perú href=“desarrollointiyahooes“>desarrollointiyahooes
Presidente Porfirio Flores Lázaro, www.desarrollointi.org
71. Para las jornadas de Solidaridad Radio Onda Rossa sostiene las iniciativas en apoyo a los presos políticos
mapuche con la comunicación en sus informativos”, Roma – Italia http://www.ondarossa.info/
Personas
Muriell Garfias, Viena, Austria href=“flamencomurriell24msncom“>flamencomurriell24msncom
Maria Inés Bussi, chemin de Pinchat 12 bis1227 Carouge (Genève) Suiza, href=“mibussimclinkit“>mibussimclinkit
Manuel Pinto, Austria, href=“manuelpintoinodeat“>manuelpintoinodeat
Ana Musa Mathieson, Austria, href=“cnumatinodeat“>cnumatinodeat
Jessica Moraga, Valais,Suiza
Jeannette Paillan, España
Giovanni Russotto, Liguria, Italia
Giorgia Cada. Viena-Austria
Ines Bieringer. Viena-Austria
Hilda Arias. Viena-Austria
Carlos Ramos Heredia, href=“carahe12yahooes“>carahe12yahooes
Mario Casasús, Periodista, la Jornada, Mexico,
Annalisa Melandri, Roma
Rayen Kvyeh, poeta mapuche, Temuco
Marcela Rodríguez Valdivieso, refugiada política chilena en Milán, Italia, href=“gitana50liberoit“>gitana50liberoit
Julio Araya Toro, escritor chileno, Milán, Italia. Giulio.araya@alice-it
Juan Ernesto García, Oslo, Noruega, href=“jugar46yahooes“>jugar46yahooes
María Jara, Bruselas, Bélgica, href=“mariajaragmailcom“>mariajaragmailcom
María Cristina Caiati, periodista, argentina, href=“mccaiatiyahoocomar“>mccaiatiyahoocomar
Patricia Marchorro, Madrid, España href=“spattymlhotmailcom“>spattymlhotmailcom
Claudia Marcela Quilici, Assitente Sociale, Lucca, Italia mquilici20liberoit (mquilici20liberoit)
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Michelle Bachelet e Benedetto XVI: un incontro all’ombra dell’Opus Dei
Il 18 ottobre Michelle Bachelet è stata ricevuta da Papa Benedetto XVI in Vaticano, in un incontro che, secondo quanto rende noto un comunicato della Santa Sede: “ha permesso uno scambio di informazioni e riflessioni sulla situazione socio-politica del Cile e sul suo ruolo in America Latina”.
Nell’ incontro inoltre è stato ribadito “il contributo positivo apportato dalla Chiesa Cattolica alla società cilena, specialmente negli ambiti sociale ed educativo” .
La presidenta ha invitato il Papa in Cile ricordando l’importanza della visita di Giovanni Paolo II nel 1987, il contestatissimo viaggio papale immortalato nella storica fotografia che lo ritrae al balcone della Moneda con il dittatore Augusto Pinochet.
Il punto chiave dell’incontro tra la presidente del Cile e il Papa, incontro che sicuramente non potrà non essere gradito alla destra cilena ultraconservatrice e cattolica e all’Opus Dei fortemente presente nel paese, forse è proprio questo. Immaginiamo infatti lo spirito ghignante di Pinochet aleggiare nel salone mentre Benedetto XVI e Michelle Bachelet conversano amabilmente.
Tra gli invitati all’udienza papale c’erano oltre ai presidenti del Senato, della Corte Suprema e della Camera dei Deputati del Cile, il ministro degli Esteri, il presidente della Federazione Nazionale dei Lavoratori del Petrolio, la figlia di Michelle Bachelet, il calciatore under-20 Nicolás Medina, Isolde Reuque dirigente del Centro Culturale Mapuche , (indossando tra l’altro un abito tradizionale indigeno, come aveva fatto due giorni prima anche Jeannette Paillan, regista mapuche per chiedere la liberazione dei prigionieri politici davanti all’Università Roma Tre e che invece è stata tratta in fermo di polizia per un’ora affinchè la Bachelet non la incontrasse al suo arrivo).
Erano anche presenti però la deputata di destra fedele pinochettista María Angélica Cristi (il cui fratello Oscar Cristi Marfil fu direttore della Università delle Ande vincolata all’Opus Dei) e l’imprenditore cileno Ricardo Claro.
Ricardo Claro, non è un imprenditore qualunque, legato sia all’Opus Dei che ai Legionari di Cristo (consigliere di Generación Empresarial che fa parte delle istituzioni economiche legate ai Legionari) fece parte del governo di Pinochet fin dal 1973 in qualità di assistente del Ministro degli Esteri Ismael Huerta che accompagnò nel suo primo viaggio a Washington come rappresentante della dittatura davanti all’assemblea dell’ONU.
Ricardo Claro fu coinvolto inoltre nella sparizione di alcuni lavoratori della ditta Elecmetal di sua proprietà e durante la dittatura due navi appartenenti alla sua Compañia Sudamericana de Vapores, la Maipo e la Lebu furono utilizzate a Valparaíso come centri di detenzione e tortura e sulle quali passarono migliaia di detenuti molti dei quali persero la vita nella sue stive o risultano tutt’ora scomparsi.
Ma un altro fatto, avvenuto appena poche settimane prima del viaggio in Italia di Michelle Bachelet, fa riflettere su come la Santa Sede e l’Opus Dei cileno stiano ritessendo trame e rinsaldando vincoli di potere che riportano alla mente il tetro passato della dittatura cilena.
Si tratta del recentissimo (25/9–4/10) viaggio in Cile del Cardinale Angelo Sodano, già Nunzio Apostolico in quel paese tra il 1978 e il 1988 e fino alla fine intimo amico del dittatore e della sua famiglia ed ovviamente vicino all’Opus Dei, nonchè legato guarda caso da vincoli di amicizia a Ricardo Claro per il quale il Cardinale Sodano rappresenta il collegamento con il Vaticano…
Ufficialmente Sodano si è recato in Cile per la commemorazione del 20° anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II avvenuta nel 1978 e per il centenario della nascita del Cardinale Raúl Silva Enríquez , dietro invito del cardinale Errazuríz , arcivescovo di Santiago.
In realtà Sodano è stato invitato dalla Fondazione Giovanni Paolo II della Pontificia Università Cattolica del Cile (ancora Opus Dei..) e fondata pochi mesi dopo del viaggio papale in Cile dal Cardinale Juan Francisco Fresno ma con l’apporto fondamentale di imprenditori quali Anacleto Angelini e l’onnipresente Ricardo Claro tra gli altri.
Quindi Angelo Sodano è stato invitato in Cile da un potente gruppo di imprenditori, tra i quali spicca la figura di Ricardo Claro, legati anima e portafogli all’Opus Dei e al Vaticano.
L’appuntamento che però ha destato maggiori perplessità a detta di numerosi osservatori, in questo viaggio del Decano dei cardinali in quella che egli stesso definisce la “sua seconda patria”, è l’invito alla commemorazione del centenario della nascita del cardinale Raúl Silva Enriquéz.
Raúl Silva Enriquéz rappresentò il punto di rottura tra la Chiesa Cattolica e la giunta militare in quanto strenuo oppositore della dittatura (fu anche il fondatore della Vicaria della Solidariedad che forniva assistenza alle vittime del regime) fino all’arrivo alla Nunziatura in Cile di Sodano nel 1978.
I rapporti tra Angelo Sodano e Raúl Silva Enriquéz non furono mai idilliaci ( si parla addirittura di porte sbattute in faccia da Don Silva a Sodano e di veri e propri alterchi) come conferma il sacerdote cileno Enrique Moreno Laval che Don Rául lo ha conosciuto bene avendo ricevuto dalle sue mani l’ordinamento sacerdotale, chiedendosi, lui come tanti: “che è venuto a fare Sodano in Cile?”.
Molte le ipotesi, da quella di un particolare ringraziamento degli imprenditori legati alla Fondazione Giovanni Paolo II per qualche favore ricevuto o come ultimo omaggio alla carriera di Angelo Sodano che volge al termine.
Più facile invece ipotizzare un viaggio preparatorio dell’incontro di Michelle Bachelet con Benedetto XVI , avvenuto infatti solo un paio di settimane più tardi e che si profila sempre più come un incontro svoltosi all’ombra dell’Opus Dei.
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Michelle Bachelet y Benedicto XVI, un encuentro al amparo del Opus Dei
El 18 de octubre Michelle Bachelet ha sido recibida por el Papa Benedicto XVI, en un encuentro que, según dio a conocer un comunicado de prensa de la Santa Sede: “ha permitido un intercambio de información y reflexiones sobre la situación sociopolítica de Chile y su papel en América Latina.”
En ese encuentro se ha confirmado “el compromiso positivo de la Iglesia Católica en la sociedad chilena, sobre todo en los ámbitos sociales y educativos.
La presidenta invitó el Papa a Chile, recordando cuánto fue importante la visita de Juan Pablo II en 1987, el criticado viaje papal inmortalizado en la histórica fotografía donde aparece en el balcón de la Moneda junto con el dictador Augusto Pinochet.
El punto clave del encuentro entre la presidenta de Chile y el Papa, encuentro que seguramente non podrá no ser muy apreciado por la derecha ultraconservadora chilena y por el Opus Dei muy presente en el país, quien sabe si no sea propio ese. Nos imaginamos el espíritu de Augusto Pinochet con su mueca flotando en el salón mientras Benedicto XVI y Michelle Bachelet conversaban muy amablemente.
Entre los invitados a la audiencia papal se encontraban además de los presidentes del Senado, de la Corte Suprema, y de la Cámara de Diputados de Chile, también el ministro de Exteriores, el presidente de la Federación Nacional de los Trabajadores del Petroleo de Chile, Jorge Matute, la hija de Michelle Bachelet, Sofía, el futbolista de la nacional sub-20 Nicolás Medina y la dirigente de Centros Culturales Mapuches, Isolde Reuque, (llevando un traje típico indígena, cómo había hecho también dos días antes Jeannette Paillan, periodista y documentalista mapuche para pedir la liberación de los presos políticos delante de la Universidad Roma Tre y que ha sido detenida por una hora para que Bachelet no la encontrara.
Estaban además presentes a la audiencia la diputada de derecha fiel pinochettista María Angélica Cristi (su hermano Oscar Cristi Marfil fue rector de la Universidad de Los Andes, vinculada al Opus Dei) y el empresario chileno Ricardo Claro.
Ricardo Claro no es un cualquier empresario, relacionado él también al Opus Dei y a los Legionarios de Cristo (es colaborador de Generación Empresarial que forma parte de las instituciones económicas de los Legionarios) ha hecho parte del gobierno de Pinochet desde 1973 como concejal del canciller Ismael Huerta quien acompañó en su primer viaje en Washington en calidad de representante de la dictadura a la asamblea de la ONU.
Ricardo Claro ha sido también involucrado en la desaparición de algunos obreros de su empresa Elecmetal y durante la dictadura dos barcos de su Compañia Sudamericana de Vapores, la Maipo y la Lebu en Valparaíso fueron utilizadas como centros de detención y tortura y donde pasaron miles de prisioneros muchos de los cuales perdieron la vida en sus bodegas o se encuentran hasta el día de hoy desaparecidos.
Pero hay otro acontecimiento importante, ocurrido unas semanas antes del viaje de Bachelet a Italia, que hace reflexionar como la Santa Sede y el Opus Dei vuelven a tejer tramas y consolidando vínculos de poder quetraen a la memoria el oscuro pasado de la dictadura chilena.
Es el recentísimo viaje en Chile del Cardenal Angelo Sodano, que fue Nuncio Apostólico en el país entre 1978 y 1988 y hasta el final íntimo amigo del dictador y de su familia y obviamente y claramente vinculado al Opus Dei, asimismo está ligado por vínculos de amistad con el cardenal Sodano quien representa su conexión con el Vaticano.
Oficialmente Sodano ha llegado en Chile envitado por el arzobispo de Santiago, Errazuríz en ocasión de la commemoración del 20° aniversario de la visita del Papa Juan Pablo II en 1978 y por el centenario del nacimiento del cardenal Raúl Silva Enríquez.
En realidad Sodano ha sido envitado por la Fundación Juan Pablo II de la Pontificia Universidad Católica de Chile (todavía Opus Dei..) y fundada unos meses después del viaje papal en Chile por el cardenal Juan Francisco Fresno pero con el aporte fundamental de empresarios como Anacleto Angelini y el omnipresente Ricardo Claro entre otros.
Por lo tanto, la llamada de Angelo Sodano salió de un potente grupo de empresarios, entre los cuales sobresale la fígura de Ricardo Claro, ligados alma y bolsillo al Opus Dei y al Vaticano.
El encuentro que ha despertado mayores perplejidades en muchos observadores en ese viaje del Decano de los cardenales en la que él mismo llama “su segunda patria”, es propio la invitación por la conmemoración del centenario del nacimineto del cardenal Raúl Silva Enriquez.
Raúl Silva Enriquez representò el punto de fractura entre la Iglesia Católica y la junta militar por ser él valiente opositor de la dictatura (fue el fundador de la Vicaría de la Solidariedad que prestaba asistencia a las victímas del regimen) hasta cuando llegó a la Nunciatura en Chile el cardenal Sodano en 1978.
Las relacciones entre Sodano y Raúl Silva Enriquéz no fueron nunca idílicas (hasta se cuenta de puertas golpeteadas en la cara de Sodano de parte de Don Raúl y de verdaderos altercados) como confirma el sacerdote chileno Enrique Moreno Laval que Don Raúl lo conoce bien por haber recibido de sus manos la ordenación sacerdotal, preguntandose él como otros “a qué vino Sodano?
Muchas las suposiciones desde la de un particular agradecimiento de los empresarios vinculados por la Fundación Juan Pablo II por algún favor recibido o como ultímo homenaje a la carrera de Angelo Sodano que llega al final.
Más facil imaginar un viaje preparatorio al encuentro entre Michelle Bachelet y Benedicto XVI, ocurrido solamente dos semanas más tarde y que se perfila siempre más como un encuentro maniobrado por el Opus Dei.
Michelle Bachelet “l’intoccabile”.
E’ vergognoso quello che sta accadendo in questi giorni in relazione al viaggio di Michelle Bachelet, la presidente cilena.
Nonostante tutto quello che è accaduto in questo ultimo anno in Cile, proteste represse, prigionieri politici, arresti di massa e qualche morto nel corso delle manifestazioni, l’arrivo della presidente progressista cilena, quella che con la sua elezione avrebbe dovuto ridare lustro alla democrazia cilena, è stato accompagnato dal silenzio di tutta la nostra stampa.
E’ vergognoso che mentre a Roma qualche giorno prima si permettono svastiche e croci celtiche, saluti romani e canti fascisti ad un manifestazione di AN, due donne di mezza età Violeta Valenzuela, cittadina italiana di 50 anni presidente dell’Associazione Wenuykan e Jeannette Paillan 38 anni, mapuche residente in Spagna per completare i suoi studi di cinema, regista di documentari sulle realtà dei popoli indigeni che vengono distribuiti in tutto il Sud America, vengano fermate e portate in commissariato soltanto per voler protestare pacificamente, loro due sole, per la libertà dei prigionieri politici Mapuche.
“Volevamo solo che Michelle Bachelet ci vedesse questa mattina e leggesse il nostro striscione”, mi dice Jeannette che per l’occasione si era vestita con l’abito tradizionale mapuche.
Evidentemente le forze dell’ordine italiane, mentre tolleravano le urla e la confusione della manifestazione dei giovani di destra contro Mussi davanti all’Università, hanno trovato insopportabile la presenza di due donne, un piccolo striscione e una bandierina.
O semplicemente, come è più probabile devono aver ricevuto ordini dall’alto affinché l’ingresso della Bachelet non fosse disturbato da manifestanti come è già avvenuto in altri viaggi in Europa della presidente cilena, la quale d’altra parte ha sempre ribadito che in Europa c’è una visione distorta di quella che è la vera situazione dei prigionieri Mapuche.
Quella che non abbiamo però è la visione distorta della democrazia che c’è in Cile e questa la presidente sembra essersela portata al seguito, tanto è vero che due donne sole, di cui una in abito indigeno sono state con atteggiamento intimidatorio e arrogante portate in commissariato e lì trattenute senza validi motivi.
E’ troppo importante questa visita di Michelle Bachet e lei troppo corteggiata da tutte le parti. Viene accompagnata da un nutrito gruppo di imprenditori cileni che si dovranno incontrare con molti imprenditori italiani, un’incontro con Romano Prodi è stato fissato infatti per discutere importanti accordi bilaterali in campo energetico e tecnologico. Il Cile e le sue immense risorse sono terra di conquista per molti imprenditori italiani e una presidente neoliberista mascherata da socialista rende tutto più semplice, anche per la nostra sinistra al governo, la stessa che va ripetendo ancora oggi di sentire forti legami di amicizia con il popolo cileno per la dittatura che ha dovuto subire nel lontano 1973.
Poco importa se la popolarità di Michelle Bachelet in Cile come in tutta l’America Latina è a livelli così bassi che non passi giorno che a Santiago non si protesti o si manifesti contro qualcosa.
Non si poteva permettere che arrivassero in Cile dall’Italia anche immagini di protesta contro Bachelet “l’intoccabile”, poco importa se ritraessero appena due donne e uno striscione.
Gli investimenti italiani in Cile e la piaggeria verso la Santa Sede, (i cattolici conservatori sono un potere molto forte nel paese), sono questi i veri motivi del viaggio di Michelle Bachelet in Italia.
Altro che “presidenta socialista”.
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In fondo volevamo solo chiedere libertà per i prigionieri politici .… intervista a Violeta Valenzuela e Jeannette Paillan di Annalisa Melandri.
Michelle Bachelet in Italia, più ombre che luci.
Qualche mese fa la presidente del Cile Michelle Bachelet a Ginevra negò la presenza di prigionieri politici Mapuche nelle carceri del suo paese. “I prigionieri Mapuche sono persone che hanno cercato di risolvere le cose in modo che non è né democratico né pacifico. “Hanno commesso delitti e incendiato proprietà”. Questo diceva in una conferenza stampa durante il suo viaggio in Svizzera, aggiungendo che in Europa c’é una visione distorta sulla situazione dei prigionieri Mapuche e sottolineando che non si tratta di prigionieri politici ma di detenuti comuni che hanno commesso dei crimini.
Vale la pena ricordare che uno dei punti più importanti della sua campagna elettorale riguardava proprio la situazione dei popoli indigeni del Cile, dal momento che questo è forse l’unico paese latinoamericano con una importante presenza di popolazione indigena che però non è riconosciuta nella sua Costituzione.
“Attueremo urgentemente il riconoscimento costituzionale dei popoli originari. Concorderemo con i dirigenti indigeni la redazione di un testo da proporre al Congresso Nazionale non appena inizi il nuovo governo” Inutile sottolineare che si è trattato di una delle tante promesse incompiute di Michelle Bachelet.
Le lotte del popolo Mapuche, al quale ancora oggi, complici il governo “socialista” della Concertación, multinazionali e latifondisti, sottraggono le terre e distruggono il loro ambiente, vengono represse duramente, i loro leader imprigionati, e condannati secondo la legge antiterrorista 18.314 emanata dal governo Pinochet . Il Comitato dei Diritti Umani nel marzo 2007 segnalò che la “definizione di terrorismo indicata nella legge 18.314 è troppo amplia” e pertanto membri della comunità vengono accusati di terrorismo soltanto per aver commesso atti di protesta o di richieste sociali.
Nel maggio di quest’anno è stata presentata da alcune associazioni solidali con la causa Mapuche una lettera indirizzata ad alcuni parlamentari della Comunità Europea dove venivano esternate le loro preoccupazioni per la situazione dei diritti umani dei popoli indigeni in Cile, dopo che la situazione era stata anche esposta ad una riunione dei Comitati delle Nazioni Unite pochi mesi prima.
Carte alla mano (relazioni dell’ONU, della Federazione Internazionale dei Diritti Umani e di Amnesty International) si elencavano delle priorità che il governo avrebbe dovuto esaminare e risolvere:
1. Ratifica della Convenzione 169 della OIL.
2. Riconoscimento dei diritti dei Popoli Indigeni nella
Costituzione.
3. Modifica della politica e della legislazione penale e di polizia.
4. Obbligo di consultare le Comunità Indigene prima di
approvare progetti che danneggiano le loro terre.
5. Garantire i diritti alla restituzione e protezione delle terre
ancestrali.
6. Modificare la legislazione locale che può recare danno alle
terre ancestrali e ai diritti riconosciuti dal Patto
Internazionale dei diritti civili e politici.
7. Garantire i diritti all’istruzione e alla salute dei bambini
indigeni.
e veniva fissato il termine del marzo 2008 entro il quale lo stato del Cile dovrà rendere noto al Comitato dei Diritti Umani i progressi fatti in tal senso.
Michelle Bachelet è in questi giorni in Italia, dove ha incontrato questa mattina il presidente Napolitano all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Roma Tre, con Romano Prodi con il quale discuterà importanti accordi bilaterali in campo scientifico, culturale, tecnologico ed energetico, con il Papa nonché con tutte le personalità politiche tra cui Bertinotti e Marini. Domani a Siena riceverà una laurea honoris causa in medicina.
La Bachelet viaggia accompagnata da una numerosa delegazione politica e da rappresentanti sindacali e mentre in Italia la sua storia personale ampiamente sbandierata in campagna elettorale di ex perseguitata dalla dittatura pinochettista (il papà morì in carcere a seguito delle torture subite) continua ad incantare la nostra sinistra che non perde occasione per tesserne le lodi, a nessuno sembra quanto meno contraddittorio ma emblematico di cosa sia il suo governo, che nel suo viaggio venga accompagnata da Maria Angelica Cristi deputata di destra e fedele pinochettista, tanto che proprio ora in occasione dell’arresto dei 23 collaboratori del dittatore e della moglie e dei figli di Pinochet, ha avuto da obiettare che ciò sia avvenuto non casualmente proprio nel momento di minor popolarità del governo Bachelet. Ed era proprio lei che nel 1998 in occasione dell’arresto a Londra di Pinochet viaggiava continuamente tra Londra e Santiago per rendere visita al generale nella London Clinic.
Mentre Michelle Bachelet, nonostante si stia distinguendo con il suo governo “progressista” per la dura repressione di ogni genere di manifestazione e richieste sociali, da quella dei “pinguinos” a quella dei lavoratori del legname, da quelle del settore minerario a quelle dei sindacati (salvo farsi accompagnare in Italia da delegazioni degli stessi,), a quella violenta che continua senza sosta dal periodo della dittatura ad oggi del popolo Mapuche, viene elogiata in Italia per una delle poche cose moderatamente di sinistra che ha tentato di fare, e cioè la pillola del giorno dopo, Maria Angelica Cristi è quella che ha votato contro in più di una occasione alla proposta di legge contro le molestie sessuali del 2005 che identifica le violenze contro le donne come delitto ed è sempre lei che ha votato contro la proposta di legge della pillola del giorno dopo.
Maria Angelica Cristi inoltre ha sostenuto e proposto l’amnistia per tutti i militari della dittatura che si sono macchiati di violazioni dei diritti umani con l’argomentazione che “bisogna finirla di guardare al passato”.
Maria Angelica Cristi fa parte della delegazione che segue Michelle Bachelet in Italia e, che verrà ricevuta dal Papa e che la ha accompagnata questa mattina nella conferenza su “Diritti umani, inclusione sociale e democrazia” all’ Università di Roma Tre, la stessa deputata che meno di un anno fa proponeva un progetto di legge che promuoveva la costruzione di monumenti alla memoria di Pinochet tra i quali uno addirittura davanti al Palacio de la Moneda dove morì Salvador Allende l’11 settembre 1973.
Queste alcune delle dichiarazioni di Maria Angelica Cristi in occasione dei funerali di Pinochet alal Camera dei Deputati Cilena:
“Continuiamo ad essere quasi la metà del Cile, così come in ottobre del 1988…il pinochettismo si è risvegliato, perchè la gente è ansiosa di avere un leader che dica la verità”…
“…abbia il paese la nobiltà di capire che qualsiasi causa che abbia afflitto al generale Pinochet non deve pagare la sua famiglia…Perchè la famiglia deve pagare per ciò che suppostamente si affibbia al generale Pinochet?
Questo è il Cile che piace tanto agli Italiani?
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