Hernando Calvo Ospina: “Stai zitto e respira a fondo”

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E’ con estremo piacere che annuncio  l’uscita in Italia dell’ultimo  libro dello scrittore e giornalista colombiano  Hernando Calvo Ospina: “Stai zitto e  respira a fondo” in cui ricorda e racconta l’esperienza in carcere  in Ecuador negli anni ’80 in cui subisce prima la sparizione forzata e le torture della polizia segreta, e poi il carcere. Una prosa fluida e brillante ne rendono la lettura estremamente gradevole nonostante il tema affrontato. La traduzione è a cura di Stefania Russo e Annalisa Melandri.

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La presentazione sarà il 25 maggio prossimo:

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Il “Buen Vivir” dell’Ecuador fa colpo sull’Italia

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di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro — 29 maggio 2013

Ha prestato giuramento venerdì scorso nella sede del Congresso,  il presidente dell’Ecuador Rafael Correa, dando così inizio al suo terzo mandato presidenziale (2013–2017),  dopo la vittoria del 17 febbraio. Alla cerimonia hanno partecipato 14 capi di Stato e oltre 90 delegazioni di vari paesi del mondo. Per l’Italia era presente il Sottosegretario agli Affari Esteri Mario Giro e come si legge nella pagina web della Farnesina, si tratta del «primo viaggio, dopo molti anni, di un membro del Governo italiano in Ecuador, ad evidenziare l’importanza delle relazioni tra i due paesi».  L’Italia «è infatti uno dei primi partner commerciali europei per l’Ecuador» e tale relazione riveste particolare interesse rispetto all’attuale congiuntura (stagnante) economica  europea:  l’America latina viene vista infatti  come possibile sbocco economico e commerciale per le imprese italiane ed europee asfissiate dalla crisi economica e finanziaria  e desiderose di nuovi mercati e nuove possibilità di investimenti.

Il presidente Correa  inizia questo suo terzo periodo di governo con un altissimo consenso (che varia tra il 60  e il 90 per cento, a seconda della fonte dei sondaggi) ed è sicuramente uno dei capi di Stato latinoamericani che gode di maggior credibilità e stima in Europa. Il suo  programma di governo, conosciuto come Revolución Ciudadana (Rivoluzione Cittadina)  tende al socialismo e lui stesso ha dichiarato  in alcune occasioni che il cammino dell’Ecuador è la «Rivoluzione e il Socialismo del XXI Secolo»L’asse portante di questo progetto è il Piano Nazionale per il Buon Vivere, basato sul concetto del “Buen Vivir” o “Sumak Kawsay”.  (altro…)


Un intenso anno elettorale per l’America latina

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di Annalisa Melandri — per l’Indro* 4 gennaio 2012

Il 2013 appena iniziato si profila  un anno denso di appuntamenti elettorali per l’America latina. Si chiude invece il 2012, almeno per i venezuelani,  con molta  apprensione per le  condizioni di salute del presidente Hugo Chávez Frias,  che l’11 dicembre scorso è stato sottoposto  a Cuba ad un nuovo intervento chirurgico (il quarto in un anno e mezzo) per rimuovere una lesione cancerosa al colon.

Il decorso post’operatorio di quest’ultimo intervento appare notevolmente più complicato dei precedenti per una serie di gravi complicazioni, tanto da far circolare in queste ore alcune agenzie rispetto ad  un suo probabile ‘coma indotto’. Non è stato  tuttavia sufficiente l’intervista rilasciata il 1 gennaio scorso da l’Avana del vicepresidente Nicolás Maduro appena dopo il suo incontro con Chávez, nella quale afferma di averlo visto con una “forza gigantesca” a tranquillizzare i venezuelani simpatizzanti del presidente.    (altro…)


Assange: il Sudamerica solidale con l’Ecuador

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UNASUR e ALBA firmano per il diritto sovrano a concedere l’asilo politico

Correa: violare l’ambasciata per arrestare il fondatore di Wikileaks sarebbe “un suicidio per il Regno Unito”

27 agosto 2012

di Annalisa Melandri per L’Indro*

Si stringono solidali all’Ecuador i Paesi membri dell’UNASUR (Unione delle Nazioni Sudamericane) e dell’ALBA( Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America). Meno di una settimana fa, a Guayaquil, in tutta fretta, sono state organizzate e realizzate riunioni straordinarie dei due organismi regionali per manifestare all’Ecuador piena solidarietà rispetto alle minacce del Regno Unito di violare l’Ambasciata del Paese sudamericano a Londra per arrestare Julian Assange che vi si trova beneficiando dell’asilo politicoconcessogli dal presidente Rafael Correa. Londra aveva anche negato il salvacondotto necessario per permettere ad Assange di uscire dalla sede diplomatica e prendere un aereo diretto in Ecuador. Nel corso dei due vertici è stato espresso dai vari Paesi il rifiuto unanime all’uso della forza degli Stati, laddove sono vigenti trattati internazionali stipulati proprio per regolare tale tipo di questioni. (altro…)


Julian Assange: unità e determinazione nella risposta alla repressione

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“… Se  Bradley Manning realmente ha fatto quello di cui è accusato, è un eroe, un esempio per tutti noi, uno dei più importanti prigionieri politici del mondo.

Bradley Manning deve essere liberato.

Mercoledì scorso  Bradley Manning ha trascorso il suo 815° giorno in carcere senza proceso. Il periodo  massimo concesso dalla legge sono 120 giorni.

Giovedì scorso, il mio amico NabellRajab è stato condannato a tre anni per un tweet. (altro…)


Julian Assange entrevista Rafael Correa, presidente de Ecuador

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Julian Assange entrevistó Rafael Correa recentemiente. En estos días Assange se encuentra en la embajada de Ecuador en Londres esperando que sea aceptado por ese país su pedido de asilo politico.

Aqui el link para ver el video con subtitúlos en italiano


Colpo di Stato in Ecuador!

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N.B. Correa poco fa, circa le 23 ora di Quito,  é stato liberato nel corso di un violento operativo condotto da un settore dell´ esercito a lui fedele.

Passano le ore e quanto sta accadendo in Ecuador appare sempre più chiaro.

Si tratta dellʹennesimo colpo di Stato contro un governo democraticamente eletto in America latina. Sembrerebbe roba dˈaltri decenni. Invece è il terzo ormai nella regione  dal 2002,  quando in Venezuela si cercò  di rovesciare  il governo legittimo  di Hugo Chávez, arrestandolo. Eʹ toccato poi nel giugno dello scorso anno all’Honduras di Mel Zelaya, letteralmente prelevato all´alba  in pigiama da casa sua dall´ esercito e cacciato dal paese.

Oggi è la volta dell’Ecuador, con il presidente Correa   sequestrato dalla Polizia Nazionale (la frangia golpista che si è esposta pubblicamente ma dietro la quale agiscono probabilmente forze politiche più grandi) presso l’Ospedale Militare.

Eʹ presto per fare qualsiasi  tipo di analisi su quanto sta accadendo  in queste ore in Ecuador.  Non si può dire ancora  se si sia trattato di unˈ azione studiata  a tavolino o se sia invece una situazione esplosa spontaneamente, anche se sembra onestamente difficile credere che azioni così violente ed organizzate possano sorgere da un moto spontaneo di malcontento.

E nemmeno ovviamente si  può dire  se  ci sia lo zampino o meno degli Stati Uniti, anche se come è prevedibile adesso,  ogni tipo di legame tra i diplomatici statunitensi in Ecuador con lˈ USAID piuttosto che con la CIA, tra l’altro scontati in alcuni paesi, viene ricondotto  direttamente al golpe. Proprio  il Segretario di Stato aggiunto in America latina Arturo Valenzuela , ha pubblicamente appoggiato il governo di Correa tramite i microfoni della CNN.

Alcuni analisti sono addirittura restii a definire  quanto sta accadendo  in queste ore come “colpo di stato” argomentando che  la Polizia non sta chiedendo formalmente la rinuncia di Correa o lo scioglimento del governo. E ‘quanto ha detto per esempio Adrián Bonilla, politologo, della Facoltà di Scienze Sociali (FLACSO) dell´Ecuador.

Tuttavia un presidente sequestrato e una televisione pubblica occupata, nonché un morto e una decina di feriti difficilmente si conciliano con una sommossa della Polizia, per quanto violenta possa essere.

Sicuramente  è  vero che nel paese un malessere serpeggiasse  da tempo  fra i settori più reazionari della società  e quella oligarchia conservatrice che dalla Bolivia al Venezuela, dall’Honduras  al Paraguay avvertono  sempre più spesso, mano a mano che vengono implementate politiche di inclusione e di concertazione tra i nuovi governi progressisti latinoamericani,  forti pruriti antidemocratici.

Probabilmente  è anche vero che  l’intenzione di mettere in pratica quello che è successo oggi covasse  già da tempo tra i vertici della Polizia e non è difficile pensare che anche settori dell’esercito abbiano dato la loro adesione,  salvo forse poi tornare indietro sui propri passi all´ultimo momento.

Formalmente la scintilla che ha acceso la miccia sarebbe stata la firma da parte di Rafael Correa della nuova legge sui Servizi Pubblici con la quale venivano eliminati premi e antichi privilegi di “casta” nel settore pubblico ma anche nel settore militare.Dietro alle frange golpiste dell´esercito, invece,  circolano voci sempre più  insistenti e fondate che ci sia il generale in ritiro Lucio Gutiérrez, ex presidente della Repubblica, nonché ex golpista (nel 2000  con l´ appoggio di migliaia di indigeni e di officiali di esercito e polizia destituì  il presidente Mahuad).

Lucio Gutiérrez,  intervistato dalla CNN,  non esita proprio in queste ore  a definire il governo del presidente Correa come “abusivo e totalitario”. Nel corso di un intervista, poco fa,   l´ex  presidente ha letteralmente vomitato spazzatura e accuse false i infondate  a ruota libera sulla figura di Correa: complice delle FARC, golpista (ha accusato Correa di aver intentato in passato un golpe contro di lui), fomentatore della  lotta di classe (insinuando che dietro l´ ammutinamento  della polizia ci sia lo stesso presidente),  uomo pericoloso che vuole implementare a ferro e fuoco il modello fallimentare del socialismo del XXI secolo,  burattino di Chávez e quant´altro…

Tuttavia, almeno pubblicamente il capo delle Forze Armate, generale Néstor Gonzales,  ha reiterato l’appoggio incondizionato dell´Esercito al governo e al presidente Correa e probabilmente proprio in questi minuti sono proprio le Forze Armate quelle che stanno cercando di far uscire il presidente dall´Ospedale Militare.

ULTIMA NOTIZIA: Quello che fino a questo momento si era evitato si sta verificando. In questi minuti lʹ ospedale è circondato dallʹ esercito che,  con un imponente operativo è riuscito a liberare il presidente. Ci sono stati forti scontri a fuoco e non ci conosce con esattezza se vi siano morti o feriti.

A livello internazionale il governo di Correa ha ricevuto l’appoggio di tutta la Comunità Internazionale.  Dall´ OEA  all´UNASUR,  che terrà questa notte una riunione straordinaria , dall´ ONU alla maggior parte dei governi della regione compreso quello degli Stati Uniti, sono molteplici e solidali le dichiarazioni di sostegno al governo di Rafael Correa.

Leggi anche gli aggiornamenti continui su Giornalismo Partecipativo

 

 


John Perkins: Confessioni di un sicario economico

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Capito Ecuador. Qui il video.


Rafael Correa inizia formalmente il suo secondo mandato

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In Ecuador il presidente Rafael  Correa dà inizio formale al suo secondo mandato dopo le elezioni dell’aprile scorso. Nella foto,  riceve proprio nella giornata Internazionale delle Popolazioni Indigene,  il bastone sacro del comando, un simbolo importante dei nativi andini. Ha promesso di governare altro quattri anni dando priorità “ai poveri, ai giovani e ai popoli ancestrali”. Nonostante le critiche di alcuni settori più radicali dei movimenti indigeni e sindacali del suo paese, può contare ancora con una popolarità superiore al 50%. Qui un interessante articolo (in spagnolo) sulle ragioni del suo successo.

Evo Morales y Rafael Correa

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Ecuador, 9 agosto 2009. Cerimonia della consegna del sacro bastone di comando indigeno in occasione dell’inizio formale del secondo mandato del presidente Rafael Correa

 


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