Un intenso anno elettorale per l’America latina
di Annalisa Melandri — per l’Indro* 4 gennaio 2012
Il 2013 appena iniziato si profila un anno denso di appuntamenti elettorali per l’America latina. Si chiude invece il 2012, almeno per i venezuelani, con molta apprensione per le condizioni di salute del presidente Hugo Chávez Frias, che l’11 dicembre scorso è stato sottoposto a Cuba ad un nuovo intervento chirurgico (il quarto in un anno e mezzo) per rimuovere una lesione cancerosa al colon.
Il decorso post’operatorio di quest’ultimo intervento appare notevolmente più complicato dei precedenti per una serie di gravi complicazioni, tanto da far circolare in queste ore alcune agenzie rispetto ad un suo probabile ‘coma indotto’. Non è stato tuttavia sufficiente l’intervista rilasciata il 1 gennaio scorso da l’Avana del vicepresidente Nicolás Maduro appena dopo il suo incontro con Chávez, nella quale afferma di averlo visto con una “forza gigantesca” a tranquillizzare i venezuelani simpatizzanti del presidente. (altro…)
Bajo Aguán: Grito por la tierra
Honduras: un grido per la terra
“Bajo Aguàn: Grito por la tierra” è il documentario realizzato da Alba Sud (associazionecatalana specializzata in ricerca e comunicazione per lo sviluppo) e dalla Rel-Uita (sezione latinoamericana del sindacato internazionale dei lavoratori del settore alimentario) sulconflitto agrario in Honduras.
La produzione è stata realizzata in collaborazione con il Movimento Mondiale dei Boschi Tropicali (WRM), con la FIAN internazionale (Fighting Hunger With Human Rights) e con ilCoordinamento delle Organizzazioni Popolari dell’Aguán (COPA) e vuole portare fuori dai confini del piccolo paese centroamericano, conosciuto in Italia probabilmente solo per una produzione televisiva di tutt’altro genere (l’Isola dei Famosi), “il conflitto agrario provocato dallo sviluppo delle grandi piantagioni di palma africana, dove il movimento contadino organizzato lotta per difendere il proprio diritto alla terra”.
Il documentario ha molteplici obiettivi, come ci spiega Giorgio Trucchi, corrispondente dellaRel-Uita in Centroamerica e collaboratore di Alba Sud, che dello stesso è produttore e realizzatore: “innanzitutto rompere il cerchio mediatico che si è creato sull’Honduras dopo il golpe, evidenziare i processi di concentrazione e accaparramento e stranierizzazione della terra per fomentare il modello delle monocoltivazioni in gran scala (in questo caso la palma africana) e la necessità di un cambiamento rispetto a tale modello, ma anche quello di far conoscere i processi di criminalizzazione della protesta e della lotta contadina nel BajoAguán e la violenza esercitata contro i settori organizzati della società”. (altro…)
Sogni e tristezze in Bajo Aguán
Bajo Aguán: Grito por la tierra
Una producción audiovisual sobre el conflicto agrario en la región del Bajo Aguán. Que contrapone campesinos atrincherados a ejercitos privados de los latifundistas.
Annalisa Melandri – L’Indro (versión original en italiano)
“Bajo Aguán: Grito por la tierra” es el video documental realizado por AlbaSud (asociación catalana especializada en la investigación y comunicación por el desarrollo) y por la Rel-Uita (regional latinoamericana de la internacional sindical de los trabajadores del sector alimentario) sobre al conflicto agrario en Honduras.
La producción ha sido realizada en colaboración con el Movimiento Mundial de los Bosques Tropicales (WRM), con FIAN Internacional (Fighting Hunger With Human Rights) y con la Coordinadora de las Organizaciones Populares del Aguán (COPA) y se propone dar a conocer más allá de los confines nacionales del pequeño país centroamericano “el conflicto agrario provocado por la expansión de las grandes plantaciones de palma africana, donde el campesinado organizado lucha por defender su derecho a la tierra”. (altro…)
Honduras: il lato oscuro delle città modello
Lo stato centroamericano firma il primo contratto per la loro costruzione. Sono veramente la panacea di tutti i mali dei paesi in via di sviluppo? Assassinato l’avvocato Antonio Trejo, che aveva presentato ricorso contro il progetto delle ’aree modello’ e difensore delle comunità contadine
firma la petizione contro le città modello: http://www.avaaz.org/es/petition/NO_a_ley_RED_que_entrega_territorio_de_Honduras_a_extranjeros/
Sono comunemente conosciute come ’città modello’ o ’città private’, il governo honduregno più tecnicamente le definisce invece Regiones Especiales de Desarrollo (RED) e cioè Regioni Speciali di Sviluppo, presentandole come “l’alternativa di richiamo di investimenti internazionali e di creazione di posti di lavoro più innovativa mai applicata da qualsiasi paese in America Latina negli ultimi anni”.
Il 4 settembre scorso, la Commissione per la Promozione del Partenariato Pubblico-Privato(Coalianza), statale, e dirigenti della compagnia statunitense NKG (rispetto alla quale tuttavia trapelano ben poche informazioni), hanno firmato il contratto per la costruzione della prima città modello nel paese. (altro…)
Berta Cáceres: attivista, femminista, ribelle “folle e sana”
Berta Cáceres, attivista, femminista, ribelle “folle e sana nell’idea del superamento dei limiti dell’immaginazione” come la descrive la militante e giornalista argentina Claudia Korol, è la cofondatrice e leader del COPINH , il Consiglio Civico delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras. Appartiene all’etnia lenca[1], quella che maggiormente si oppose alla dominazione spagnola in Honduras e che oggi continua in resistenza per la difesa del territorio e delle risorse naturali. Forse per questo o per essere figlia di una storica attivista del paese, Berta ha sangue ribelle nelle vene. Durante il colpo di S (altro…)
Berta Cáceres, activista, feminista, rebelde “loca y sana”
por Annalisa Melandri
Berta Cáceres, activista, feminista, rebelde y “loca y sana a la hora de pensar como forzar los límites de la imaginación” como la describe la militante y periodista argentina Claudia Korol, es la cofundadora y líder del COPINH, el Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras. Pertenece a la población lenca, la que más resistencia opuso a la dominación española en Honduras y que hoy en día sigue en resistencia por la defensa del territorio y de los bienes naturales. Quizás sea por eso o por ser hija de una luchadora histórica del país, Berta lleva la rebeldía en su sangre. Durante el golpe de estado del junio 2009 ha sufrido persecución y cárcel. Es una luchadora incansable no solamente por los derechos de las poblaciones indígenas, también por la defensa de los derechos humanos en su totalidad y es una de las representantes más reconocidas de la izquierda latinoamericana y del movimiento feminista. Ha recibido recientemente en Alemania el premio “Shalom” otorgado cada año a “quienes luchan por la justicia y por la paz en el mundo y muchas veces arriesgan su vida a causa de su compromiso”.
Esta entrevista a Berta Cáceres ha sido realizada en Tocoa, Bajo Aguán en febrero de 2012, a la víspera del Encuentro Internacional por los Derechos Humanos en solidaridad con Honduras.
A.M. Berta, al ver los desafíos que tienen que enfrentar hoy en día las organizaciones indígenas en la sociedad moderna, estas parecerían ser el anillo más débil de la cadena social. ¿Cómo viven los pueblos indígenas en Honduras en el 2012?
B.C. - ¡Yo no diría que somos débiles, somos fuertes! A pesar de 500 años de lucha, (altro…)
“Resistencia” il film
produzione statunitense — www.theresistenciathefilm.com
Comayagua: causas de una masacre
Apuntan a las fuerzas de seguridad como responsables de la tragedia de Comayagua
- HONDURAS. Interior de la cárcel de Comayagua donde murieron más de 350 personas / Foto: Fredrik Wass
“Los dos grupos de personas más importantes de una prisión son los reclusos y el personal que los custodia. Y la clave para una prisión bien administrada es la naturaleza de las relaciones entre ambos grupos”. Esta reflexión pertenece al manual La administración penitenciaria en el contexto de los derechos humanos, escrito por Andrew Coyle, director del Centro Internacional de Estudios Penitenciarios de la Universidad de Essex, que también dirigió una serie de cárceles de alta seguridad. Teniendo en cuenta su cita, la actuación de los guardias del penal de Comayagua –a 80 kilómetros de Tegucigalpa (Honduras)–, refleja que no otorgaban la dignidad inherente del ser humano a los presos. Los funcionarios de esta cárcel no sólo no abrieron las celdas, sino que dispararon contra los internos, según el testimonio de los reos que sobrevivieron. (altro…)