En México ha fracasado la democracia representativa
Un hombre de 67 años debatiéndose entre la vida y la muerte en coma inducido por la explosión en su cabeza de una bomba de gas lacrimógeno, Juan Francisco Kuykendall, “Kuy” como le dicen los amigos; un joven que ha perdido un ojo por una bala de goma; más de cien heridos; casi un centenar de detenidos, la mayoría de forma ilegal; siete horas de guerrilla urbana. Así ha sido en Ciudad de México la juramentación del nuevo presidente del país Enrique Peña Nieto, el pasado 1 de diciembre.
La que se ve en la foto a lado es una granada en dotación al Ejército mexicano que la Policía Federal ese día estaba lanzando contra los manifestantes. Más abajo la foto de un proyectil de goma y la de la herida que una de estas municiones “no letales” ha causado a un joven. No letales dependiendo de donde te impacta. Su uso está cuestionado por todos los organismos internacionales de derechos humanos. (altro…)
Sono detenuti politici: la dichiarazione della LIMEDDH sui fatti del 1D
DICHIARAZIONE DELLA LIMEDDH RISPETTO AI FATTI DEL 1 DICEMBRE IN MESSICO
I familiari dei prigionieri politici e di coscienza esigono che Marcelo Ebrard li riceva.
Nell’ambito delle manifestazioni a livello nazionale del 1 dicembre contro la cerimonia di insediamento alla presidenza di Enrique Peña Nieto e il ritorno del PRI.
La Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH), diverse organizzazioni e i familiari dei detenuti dichiariamo:
Il nostro totale ripudio per l’uso premeditato (pianificato e centrato) della forza pubblica da parte del potere esecutivo federale. Tale atteggiamento ha provocato e generato violenza, per cui si è avuto un dispiegamento ulteriore delle forze di sicurezza di alcuni governi locali in tutto il territorio. La repressione maggiore si è registrata nel Distetto Federale e a Guadalajara. (altro…)
Para entender el 1DMX — Entrevista con Adrian Ramírez (LIMEDDH)
Entrevista realizada al Dr. Adrián Ramírez, Presidente de la Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos sobre el contexto político en el que se realizaron las protestas del 1o de diciembre, el operativo policíaco, las armas utilizadas y la situación jurídica de los detenidos.
Fuente: http://www.radiozapote.org/blog/2012/12/10/para-entender-el-1dmx/
Liberan 55 de 69 encarcelados el 1 de diciembre en Ciudad de México
Declaraciones a la prensa internacional de Adrian Ramírez (Liga Mexicana para la Defensa de los Derechos Humanos)
9/12/2012
Una juez mexicana de asuntos penales ordenó hoy la liberación sin cargos en su contra de 55 de los 69 implicados en los disturbios ocurridos el pasado 1 de diciembre en Ciudad de México, que causaron importantes daños materiales.
El abogado Julio Jesús Robles Maloof, de La Liga de Abogados Primero de Diciembre, confirmó a Efe esta decisión de la jueza María del Carmen Patricia Mora Brito, quien no encontró pruebas suficientes para sostener los cargos contra el grupo. (altro…)
Enrique Peña Nieto si insedia con una repressione. Passaggio di potere, ma anche di morti e feriti.
Un morto, Juan Francisco Quinquedal, di 67 anni, circa un centinaio di persone arrestate, oltre cento feriti, sette ore di guerriglia urbana. Così è avvenuto a Città del Messico l’insediamento del nuovo presidente Enrique Peña Nieto.
Tra i feriti alcuni molto gravi. Juan Francisco Quinquendal, (nella foto) maestro di teatro, militante ed attivista, ha avuto il cranio squartato da un ordigno esplosivo. (altro…)
“Falsi positivi” anche in Messico?
Nello stato del Guerrero rischia di scoppiare uno scandalo per le esecuzioni sommarie di semplici civili per farli passare come sicari morti in combattimento
Sierra del Filo Mayor, tra le montagne dello stato del Guerrero, in Messico. Una delle zone del paese di maggior produzione del papavero da oppio e di marijuana. Qui ha origine la catena produttiva del narcotraffico, almeno quello che controlla il mercato degli oppiacei, in aumento esponenziale negli ultimi anni. La cocaina in Messico arriva invece dall’America latina, soprattutto dalla Colombia; qui il clima non è ideale per la coltivazione delle piante di coca. Tuttavia, in Messico come in Colombia, nelle zone dove si coltiva la ’materia prima’ dalla quale verranno estratti (altro…)
La Caravana de la Esperanza llega a México
Por Annalisa Melandri –17 ottobre 2012
Son casi 40 y llegan de toda América central. Son las madres y esposas de los migrantes desaparecidos durante los “viajes de la esperanza” desde sus países hasta Estados Unidos, a través del inmenso territorio mexicano. Hombres, más o menos jóvenes, pero también mujeres, niños y niñas, quienes, desde Honduras, Nicaragua, El Salvador y Guatemala, persiguiendo el “sueño americano” tratan de llegar hasta la frontera con Estados Unidos. Sin embargo México silenciosamente se los traga en sus espirales de violencia y muerte, sin dejar ningún rastro de ellos.
Estas mujeres, volviendo a pisar el mismo camino de sus hijos, esposos, compañeros, etapa tras etapa, siguiendo señales, indicaciones, mensajes recibidos en las esporádicas conversaciones telefónicas, tratan de seguir sus huellas hasta el punto donde cada contacto desvanece en la nada.
La Caravana “Liberando la Esperanza” bajo el lema “todos los dolores, todas las luchas, toda la rabia, toda la esperanza” tiene el objetivo de recurrir el país hasta la frontera con Estados Unidos para encontrar algún indicio que permita reunir estas mujeres a sus seres queridos, en unos casos quiere ser un apoyo para elaborar un luto por la noticia de una muerte, pero también quiere llamar la atención de la opinión pública y de las autoridades nacionales respeto a este terrible fenómeno.
Rubén Figueroa, coordinador del Movimiento Migrante Mesoamericano, con quien he conversado telefónicamente mientras se encontraba en El Ceibo, en el Estado de Tabasco, cuenta de cómo sea cargado de esperanza el viaje que estas madres están realizando desde sus países de origen. (altro…)
Migranti scomparsi: le madri arrivano in Messico
di Annalisa Melandri — per L’Indro*- 17 ottobre 2012
Sono circa 40 e provengono da tutto il Centro America. Sono le madri e le mogli dei migranti scomparsi durante i ’viaggi della speranza’ che compiono dai loro paesi verso gli Stati Uniti, attraversando l’immenso territorio messicano. Uomini, giovani e meno giovani, ma anche donne e bambine, che dall’Honduras, Nicaragua, El Salvador e Guatemala, rincorrendo il ’sogno americano’ cercano di raggiungere la frontiera statunitense e che il Messico invece inghiottisce nelle sue spirali di violenza, criminalità e, spesso morte, senza dare più nessuna notizia di loro.
Queste donne, ripercorrendo lo stesso percorso dei loro figli, mariti e compagni, tappa dopo tappa, seguendo segnali, indicazioni, messaggi ricevuti negli sporadici contatti telefonici avuti nel corso del viaggio, cercano di seguirne le tracce fino al punto dove ogni contatto svanisce definitivamente nel nulla.
La Carovana ’Liberando la Speranza’ con lo slogan “todos los dolores, todas las luchas,toda la rabia, toda la esperanza” (tutti i dolori, tutte le lotte, tutta la rabbia, tutta la speranza) ha lo scopo di percorrere il paese fino al confine con gli Stati Uniti per cercare qualche indizio che ricongiunga queste donne ai loro cari, in qualche caso per aiutarle ad elaborare il lutto per la notizia di una morte, ma anche per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità nazionali su questo terribile fenomeno.
Ruben Figueroa, coordinatore del Movimento Migrante Mesoamericano, raggiunto telefonicamente in queste ore in Messico, a El Ceibo, nello stato di Tabasco, racconta di quanto sia carico di speranza il viaggio che queste madri stanno compiendo dai loro paesi di origine.
“Proprio lunedì”, spiega, “all’entrata in territorio messicano della Carovana, una di queste donne ha potuto riabbracciare il figlio che non vedeva da nove anni. Servelio MateoCampos”, racconta Rubén, “aveva solo 17 anni quando lasciò la sua comunità a La Lempira, inHonduras 9 anni fa”. Raggiunto il Messico, era salito sul tristemente noto ’treno della morte’ o ’la bestia’, il convoglio merci che dalla frontiera sud con il Guatemala percorre tutto il paese fino al confine al nord con gli Stati Uniti e al quale si aggrappano ogni anno migliaia di migranti irregolari che cercano di arrivare alla frontiera.
Molti muoiono cadendo durante il viaggio o per fame e disidratazione, altri cercando di salire sul treno in corsa riportano amputazioni e gravi lesioni. Molti, soprattutto le donne subiscono violenze e abusi, altri ancora devono dare del denaro alla polizia per non essere arrestati, quando sfuggono a tutto ciò rischiano di finire nelle mani dei narcos.
Servelio, dopo essere caduto, si è smarrito e non è più riuscito a riunirsi al suo gruppo, ha perso con il tempo i contatti con la sua famiglia che manteneva soltanto attraverso una radio comunitaria e in questi 9 anni ha cercato di sopravvivere facendo i lavori più umili. Oggi fa il contadino, ha una moglie e dei figli. Può dirsi fortunato, tutto sommato.
E’ riuscito quindi a contattare il Movimento Migrante Mesoamericano; Ruben ha rintracciato sua madre a La Lempira, in Honduras e proprio ieri, in territorio messicano, i due si sono riabbracciati. (altro…)
La riforma della Legge Federale del Lavoro in Messico: verso la precarizzazione dei rapporti di lavoro
La riforma politica recentemente approvata in Messico ha concesso, il primo settembre scorso, la facoltà al presidente uscente Felipe Calderón di proporre al Congresso, insieme al suo ultimo rapporto di governo, anche la proposta relativa alla riforma della Legge Federale del Lavoro attualmente vigente nel paese.
Questa, dopo l’approvazione alla Camera dei Deputati, avvenuta sabato scorso, si trova adesso al vaglio del Senato che deciderà la sua ratifica o le modifiche da apportare. La riforma delle Legge del lavoro, che sta provocando forti tensioni sociali in Messico, vede l’approvazione del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) del quale il neo presidente eletto Enrique Peña Nieto, che si insedierà formalmente a dicembre, è rappresentante, ed è invece duramente criticata dalla sinistra rappresentata dal Partito della Rivoluzione Democratica (PRD), dal Partito del Lavoro (PT), dal Partito Comunista Messicano (PCM) e da partiti e movimenti minori.
La Legge Federale del Lavoro in Messico risale al 1932, e aveva allora una forte impronta corporativista tanto da essere paragonata dalla Centrale Unitaria del Messico alle leggi in materia sindacale di Mussolini. Fu il frutto della grande crisi economica del ’29 negli Stati Uniti, quando si cercò di istituzionalizzare le lotte e i malesseri in aumento nel mondo operaio, ma anche di riunificare in una sola legge, alcune diverse disposizioni preesistenti in materia di lavoro. Già allora fu ampiamente criticata soprattutto per le restrizioni contenute in materia di libertà sindacale, ma nel 1942 furono introdotte ulteriori limitazioni al diritto di sciopero.
La Legge Federale del Lavoro non veniva modificata dal 1970, quando la severa legislazione in materia di diritto di sciopero venne ammorbidita e quando fu introdotto l’Istituto del Fondo Nazionale per gli Alloggi. (altro…)
México: violencia contra mujeres periodistas 2010–2011
El Informe contenido en estas páginas, elaborado por CIMAC, es el primero que se realiza sobre la violencia vivida por mujeres periodistas en México en el ámbito de su actividad como comunicadoras. De acuerdo con la Ley General de Acceso de las Mujeres a una Vida Libre de Violencia, se trata de las modalidades de violencia laboral y docente y de violencia feminicida. Abarca diversos tipos: violencia física, psicológica, sexual, económica y patrimonial.
Informe de CIMAC presentado por Anabel Hernández y Lydia Cacho entre otras y descargable aqui