L’ALBA fa sentire la sua voce anche nel santuario del commercio internazionale
Si e’ tenuta recentemente l’VIII Conferenza Ministeriale dell’ OMC (WTO per la sua sigla in inglese), l’ Organizzazione Mondiale del Commercio. I paesi dell’ALBA (Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America), il 15 dicembre, appena 48 ore prima della chiusura dei lavori della conferenza hanno diffuso un documento che rappresenta un “approccio senza precedenti” in sede OMC e che farà senza dubbio discutere, dal titolo: “Comunicazione dello Stato Plurinazionale della Bolivia, della Repubblica di Cuba, della Repubblica dell’ Ecuador, della Repubblica del Nicaragua e della Repubblica Bolivariana del Venezuela”.
Umberto Mazzei, direttore dell’Istituto di Scienze Economiche di Ginevra, riporta per Rebelión parte del testo della comunicazione: (altro…)
Canastas malditas
Por Narciso Isa Conde
Mujeres y hombres, niños/as y jóvenes despojados de toda propiedad son sometidos a procesos de explotación que no le permiten sobrevivir sin deterioro y sufrimientos desgarreadores. La clase dominante, que acumula a su costa inmensas fortunas, le roba gran parte del producto de su fuerza de trabajo.
El empobrecimiento es creciente y las expulsiones masivas del mercado laboral genera enormes contingentes de “trabajadores informales” y desempleados.
Al robo del plusvalor, a la exclusión social y al malvivir, se agrega la apropiación por la “clase política” y sus empresarios favoritos de gran parte de los impuestos que deberían ser destinados en salud, educación, saneamiento ambiental, viviendas, programas sociales, alimentos… (altro…)
Sonia Pierre: la sua vita, la sua lotta.
di Annalisa Melandri
E’ morta il 4 dicembre scorso, all’età di 48 anni, per complicazioni cardiache, l’attivista dominicana di origini haitiane Sonia Pierre. Sebbene in un primo momento si fosse diffusa la notizia che la causa della morte era imputabile a un infarto fulminante, soltanto alcuni giorni dopo il decesso l’esito della autopsia alla quale era stata sottoposta, ha confermato che Sonia è deceduta per una trombosi scatenata da un coagulo alle valvole cardiache che portava dopo un intervento urgente effettuato negli Stati Uniti. Sembra che non avesse presso l’anticoagulante, la cui assunzione è fondamentale nelle patologie come quelle di cui soffriva Sonia, da oltre 48 ore. La militante ed attivista dominico-haitiana lascia quattro figli.
Originaria del batey (comunità rurale dove risiedono i tagliatori di canna da zucchero) “La lechería” nel municipio di La Altagracia, aveva trascorso tutta la vita nella difesa del diritto all’identità degli haitiani di seconda generazione nati in Repubblica Dominicana.
I suoi genitori erano giunti in Repubblica Dominicana dalla vicina Haiti, circa 50 anni fa, nell’ambito degli accordi stipulati tra il dittatore Trujillo e il governo haitiano per l’ingresso nel paese di manodopera da utilizzare nelle piantagioni di canna da zucchero. Il padre di Sonia muore lo stesso giorno nel quale lei viene al mondo, malato e vittima di una febbre altissima mentre si sta recando in ospedale e vedere la figlia appena nata. La madre resta sola al mondo con dieci figli e deve affrontare miseria e umiliazioni per poterli crescere. Sonia la aiuta fin da piccola come può anche con i lavori più umili ma già giovane adolescente inizia a sentire brucianti sulla sua pelle le ferite per le ingiustizie e le umiliazioni inferte da un sistema che se da un lato era profondamente razzista ed escludente, dall’altro si beneficiava altamente dell’ ingresso, anche illegale nel paese di braccia a basso costo e senza diritti proveniente dalla vicina Haiti per le esigenze del settore legato alla produzione e commercio dello zucchero. (altro…)
Víctor Polay Campos libero adesso!
Oggi 10 dicembre, Giornata Internazionale dei Diritti Umani, molte persone, avvenimenti, tragedie umane e sociali dovrebbero essere ricordate.
La Colombia martoriata da decenni di politiche sociali, economiche e militari escludenti e assassine, l’Honduras dove i crimini che continuano a commettersi impunemente non riescono ad uscire dal silenzio al quale gli organismi internazionali li condannano giorno dopo giorno, il Messico che sta continuando la sua folle corsa verso l’abisso, le rivendicazioni per una educazione pubblica, degna e di qualità che da Nord a Sud si rincorrono per tutta l’ America latina, gli emarginati, gli esclusi, i poveri di tutto il mondo, per quelli che lo saranno prossimamente anche in in occidente e nel nord del mondo dove la crisi e le misure adottate dai governi impongono ai cittadini politiche di lacrime e sangue…
Voglio tuttavia ricordare, come simbolo e immagine di questo 10 dicembre il militante dell’ MRTA (Movimiento Revolucionario Tùpac Amaru) Víctor Polay Campos rinchiuso nella base militare del Callao in Perú da oltre 20 anni, che con l’amica Marinella Correggia abbiamo intervistato per il manifesto qualche tempo fa tramite uno dei suoi avvocati.
Femminicidio e violenza di genere in Repubblica Dominicana: emergenza nazionale
Nella Repubblica Dominicana, i numeri della violenza contro le donne fanno venire i brividi. Sono già 211 i femminicidi commessi dall’inizio dell’anno. L’ultimo proprio oggi, Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. Una giovane di appena 16 anni è stata uccisa a coltellate dal suo convivente ad Haina, non lontano dalla capitale Santo Domingo, proprio mentre vari settori e associazioni della società civile stavano marciando verso il Palazzo Nazionale chiedendo al governo di dichiarare lo stato di “emergenza nazionale” per l’elevato numero di femminicidi che si stanno registrando nel paese. Parliamo del fenomeno con la D.ssa Lourdes Contreras, coordinatrice del Centro di Studi di Genere dell’università INTEC, Istituto Tecnologico di Santo Domingo.
Di Annalisa Melandri/Héctor de la Rosa
Santo Domingo, 25 novembre 2011
D.ssa Contreras ci potrebbe fornire alcuni dati sulla violenza contro le donne nel paese, anche rispetto all’ America latina e centrale?
La Repubblica Dominicana è stata classificata come uno dei paesi con i più alti indici di violenze contro contro le donne, anche in relazione alla quantità di popolazione. Ci troviamo al primo o secondo posto insieme al Messico e al Guatemala. Dall’ inizio dell’ anno ad oggi sono state 210 le donne uccise dai loro compagni, ex compagni e uomini con i quali hanno avuto alcun legame intimo. (altro…)
CELAC…
Feminicidios y violencia de género en la República Dominicana: emergencia nacional
En la República Dominicana los números de la violencia contra las mujeres son escalofriantes. Son ya 211 los feminicidios cometidos desde el principio del año hasta la fecha. El ultimo, hoy mismo, Día Internacional de la No Violencia Contra la Mujer. Una joven de de 16 años asesinada a puñaladas en Haina mientras sectores y asociaciones de la sociedad civil marchaban hacia el Palacio Nacional pidiendo al gobierno que declare la “emergencia nacional” por los altos índices de violencia contra las mujeres que está enfrentando la sociedad. Hablamos del fenómeno con la Licda. Lourdes Contreras, coordinadora del Centro de Estudios de Genero del Instituto Tecnológico de Santo Domingo (INTEC).
Por Annalisa Melandri/Héctor de la Rosa
Santo Domingo, 25 noviembre de 2011
Licda. Contreras, ¿podría facilitarnos algunos datos sobre la violencia contra las mujeres en el país, relacionados también respecto a América latina y Caribe?
La República Dominicana ha sido catalogada como uno de los países donde la violencia contra las mujeres tiene mayor peso, incluso proporcionalmente hablando en relación a la cantidad de la población estamos en el primer y segundo lugar. Ahí nos disputamos con México y con Guatemala que también tiene altos índices de violencia de género y de feminicidios. La situación actual es que en el año 2011 van al dia de hoy unas 210 mujeres asesinadas en mano de su pareja, ex pareja o hombre con el cual ha tenido algún vinculo intimo. Esta cifra es alarmante porqué el año aún no ha terminado y normalmente noviembre y diciembre son meses de altos niveles de feminicidios. Frente a otros aspectos de la violencia de género, también estamos en una posición alta respecto a otros países y si los comparamos con países europeos es extraordinaria la distancia. (altro…)
República Dominicana: Amnistía Internacional denuncia que la policía viola los derechos humanos.
República Dominicana: Amnistía Internacional denuncia que la policía viola los derechos humanos. (Amnistia International denuncia abusos policiales en Republica Dominicana version PDF)
Por Annalisa Melandri*
“Con la cacha de la pistola el teniente me dio un golpe en la cabeza y me desmayé. Luego, me tiró varias veces encima del mofle caliente de su motor. Esto me lo contó un amigo que estaba ahí, yo no recuerdo nada. El día siguiente me desperté en el cuartel, esposado, con la sangre que me corría de la nariz y del oído y con el cuerpo lleno de quemaduras”. Eso es lo que contó Eduardo Hernández Portoreal, de 33 años, a la delegación de Amnistía Internacional que en estos días se encontraba en República Dominicana presentando el informe sobre las violaciones de los derechos humanos cometidas por la Policía Nacional.
El informe (descarga aquí) de 77 páginas, es muy claro empezando por el título “Cállate si no quieres que te matemos” : en República Dominicana la Policía Nacional maltrata, tortura, mata a sangre fría y en al menos dos casos ha sido responsable de la desaparición forzada de personas, considerada crimen contra la humanidad. Estas conclusiones son el resultado de tres visitas que la ONG internacional ha realizado en el país entre 2009 y 2011, analizando violaciones de derechos humanos cometidas entre 2005 y 2011. (altro…)
Llamado a Alfonso para renacer una vez más
Donde vendrán a morir los alcatraces
Cuando el tiempo de guerra se acabe
Hay una montaña que yo me sé camarada
Desde donde puedes ver el horizonte (altro…)
Santos uccide il dialogo di pace
Santos uccide il dialogo di pace
di Stella Spinelli — Peacereporter
Guillermo León Sáenz Vargas, alias Alfonso Cano, leader supremo delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), è stato ucciso durante un’operazione militare eccezionale, con un dispiego di forze enorme e con l’appoggio indispensabile di intelligence interna e Cia. Erano mesi che l’esercito lo braccava nel sudovest del paese, all’interno della strategia messa a punto dal presidente della repubblica Juan Manuel Santos volta ad abbattere la testa della guerriglia per gettare la base nello scompiglio e indurre i militanti a disertare. L’ordine era infatti di uccidere, non di catturare. Un approccio che cozza con tutti i discorsi di apertura alla pace e al dialogo fatti fino a oggi proprio da Santos, salito al potere con la maschera di uomo del negoziato e dei diritti umani. (altro…)