
Foto La Jornada
In Brasile, dove Bush si è recato per definire gli accordi sulla produzione di combustibili alternativi al petrolio, imponenti misure di sicurezza hanno vigilato sulla sua incolumità.
Sono però state organizzate manifestazioni e proteste da parte dei movimenti sociali, contadini e operai contro la visita del “terrorista n. 1”. Il partito d’opposizione P-Sol (Partito del Socialismo e Libertà) ha bruciato un fantoccio con le sembianze di Bush davanti alla Sede del Congresso, accusando Lula di essere amico del “Signore della Guerra” e strumentalizzando così l’antimperialismo crescente. Lula d’altra parte aveva a priori scartato la possibilità di trattare durante l’incontro argomenti relazionati al Venezuela e Chávez .
Negli scontri con la polizia che sono seguiti alla manifestazione di 20mila persone ci sono stati circa 20 feriti e numerosi arresti. Gustavo Petta, presidene dell’Unione Nazionale degli studenti ha denunciato un eccessivo uso della forza da parte della polizia.

Resosi conto forse troppo tardi che mentre si trovava impegnato nelle sue guerre preventive il “patio trasero” (il cortile di casa) cambiava velocemente destinazione d’uso, George W. Bush viaggia in America Latina e precisamente in Colombia, Brasile, Uruguay, Messico e Guatemala dall’8 al 14 Marzo. Promettendo demagogicamente più democrazia e aiuti contro la povertà, in realtà cercherà di incrinare e minare il processo di integrazione latinoamericana.
Si tratta di uno sforzo diplomatico volto a confermare alleanze già collaudate con la Colombia, il Guatemala e il Messico e a tirare dalla sua parte in un ultimo maldestro tentativo di isolare Chávez, i governi di Uruguay e Brasile.
Bush nel suo ultimo discorso ha paragonato gli obiettivi di questo suo viaggio a quelli del programma dell’Alleanza per il Progresso del 1961 di Kennedy , promosso a Punta del Este nella riunione del Consiglio Interamericano Economico e Sociale dell’Organizzazione degli Stati Americani. In quella riunione c’era anche una delegazione cubana capeggiata da Ernesto Che Guevara, il quale in un appassionato discorso carico di orgoglio e amore per la Rivoluzione Cubana denunciò apertamente l’aspetto politico della Conferenza e cioè quello di “essere concepita contro Cuba e contro l’esempio che Cuba rappresenta per tutto il Continente latinoamericano”.
E così questo viaggio di Bush è politico nel senso che i suoi intenti sono i medesimi di quelli dell’Alleanza per il Progresso di Kennedy, contro Chávez adesso, contro Castro allora, contro la Rivoluzione Cubana allora, contro quella Bolivariana adesso.
Ma è come se Bush e il modello neoliberale e imperialista che tenta ancora di imporre all’America Latina si trovassero alla resa dei conti finale. Realtà contadine, indigene, operai, movimenti ecologisti ognuno con un suo programma e metodologia di azione, manifestano a gran voce contro il modello neoliberale che proprio nella regione ha dimostrato tragicamente sulla pelle di milioni di persone tutti i suoi errori.
In tutti gli stati che saranno visitati da Bush si leva in alto la voce del popolo contro il “genocida”, il “terrorista n. 1″, il “nazi” e via di seguito.
E così mentre Bush tra imponenti misure di sicurezza si chiude nei palazzi governativi, Chávez acclamato dal popolo nelle piazze viaggia in Argentina e Bolivia.
E’ come se idealmente il testimone della lotta antimperialista sia passato idealmente da Che Guevara a Hugo Chávez. Mentre Che Guevara a Punta del Este nel lontano 1961 lanciava accuse contro la politica statunitense e i suoi tentativi di isolare Cuba dal resto del mondo e auspicava l’unità economica e politica latinoamericana altrettanto fa Chávez dal Venezuela e dall’Argentina dove si trova in questi giorni, difendendo il suo Socialismo del XXI secolo e l’unità della regione, e se Punta del Este segue di poco l’invasione della Baia dei Porci non dimentichiamo che questo viaggio di Bush segue di poco il tentato golpe in Venezuela organizzato in combutta con la Cia, e l’arresto di due militari venezuelani nei giorni scorsi accusati di essere gli organizzatori di un complotto per attentare alla vita di Hugo Chávez.
Attento Hugo, stessi metodi…

“Los americanos somos hijos de Bolívar y Washington” dijo Bush en su discurso, asì que él se declaró hijo del Libertador, pero el Libertador que pensaba de Estados Unidos?
O sea que pensaba de sus hijos presuntos Simón Bolívar?
Por Simón Bolívar (1783–1830) Gentileza de Proyecto Emancipación — Congreso Bolivariano de los Pueblos — Movimiento de los Pueblos Unidos por Nuestra América CBP/MP-UNA
1. Me alegra también mucho de que los Estados Unidos no entren en la Federación.
2. Convidar a los Estados Unidos para aparentar desprendimiento y animar a los convidados: después que estemos reunidos será la fiesta de los Lapitas y ahí entrará el león a comerse a los convivos.
3. Más importante es conocer nuestro pasado y nuestra realidad social que copiar el Código de Leyes de Washington.
4. Y, así, yo recomiendo a Usted que haga tener la mayor vigilancia sobre esos americanos que frecuentan las costas: son capaces de vender a Colombia por un real.
5. Hablo de la conducta de los Estados Unidos del Norte con respecto a los independientes del Sur, y de las rigurosas leyes promulgadas con el objeto de impedir toda especie de auxilio que pudiéramos procurarnos allí.
6 . Los americanos del norte, por ser sólo extranjeros tienen el carácter de heterogéneos para nosotros. Por lo mismo jamás seré de opinión de que los convidemos para nuestros arreglos americanos…
7 . No creo que los americanos deban entrar en el congreso del istmo (Congreso Anfictiónico): ese paso nos costaría pesadumbres con los albinos…
8 . Jamás conducta ha sido más infame que la de los norteamericanos con nosotros: ya ven decidida la suerte de las cosas y con protestas y ofertas, quien sabe si falsas, nos quieren lisonjear para intimar a los españoles y hacerles entrar en sus intereses…
9. Ya por su antineutralidad
la América del Norte nos ha vejado tanto, exijámosle servicios que nos compensen sus humillaciones y fratricidios.
10. Los Estados Unidos parecen destinados por
la Providencia para plagar
la América de miseria a nombre de la libertad.
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Fuente: www.congresobolivariano.org

Polemico e vergognoso discorso del presidente peruviano Alan García i giorni scorsi rivolto ai settori più poveri del suo paese in occasione della presentazione di un ingente piano di investimenti che comprendeva anche il lancio del programma “Agua para todos” (Acqua per tutti).
Costui, definito addirittura dal nostro Ministro degli Esteri, Massimo D’Alema in una recente intervista “esponente storico della sinistra latinoamericana (lo sa D’Alema che su García pende un’accusa per crimini contro l’umanità commessi nel suo paese durante il suo precedente governo 1985/1990?).
Il presidente peruviano avrebbe invitato i poveri del suo paese “a non vedere lo Stato come unica forma di salvezza, ed essere essi stessi il motore del cambiamento” . “Smettete – ha continuato – di tendere le vostre mani per vedere se piove, smettete di chiedere, perchè questo lo fanno solamente i parassiti” “Dacci lavoro, dacci acqua potabile, dacci reti fognarie. Cosa vuoi che ti dia ancora? Crescete con i vostri sforzi , lavorando uniti e smettetela di chiedere, perchè questo vi fa diventare dei parassiti”.
E meno male che “era un esponente storico della sinistra latinoamericana”…
Caro García anche i motori delle macchine per poter camminare hanno bisogno della benzina.
E ancora su Alan García:
Polémico y vergonzoso discurso del presidente peruano Alan García los días pasados dirigido a los sectores más pobres de su país en ocasión de la presentación de un ingente plan de inversiones y del programa Agua para todos.
Él, que hasta fue indicado por el Ministro del Exterior de Italia, Massimo D’Alema, como un “historico esponente de la izquierda latinoamericana” (sabe D’Alema que García está acusado por crimines scontra la humanidad cometidos en su primer gobierno entre 1985 y 1990?).
El presidente peruano invitò los pobres de su país a “no ver al Estado como su única salvación y ser ellos mismos el motor de su proprio cambio.
“Dejen — continuó– de pedir que eso solo los hacen los parasitos”.
“Dame trabajo, dame agua potable, dame alcantarillado. Qué más quieres que té papito? Crece por tu proprio esfuerzo, trabajando unidos. Deja de pedir, eso te convierte en un parásito”.
Y menos mal que era “un esponente historico de la izquierda latinoamericana”…
Querido García hasta los motores de los carros para andar necesitan gasolina.

Oggi è un giorno triste per il Venezuela, il 27 febbraio del 1989 una grande protesta popolare in Venezuela contro le misure neoliberali adottate dal governo di Carlos Andrés Perez fu duramente stroncata con il sangue. Migliaia di morti, migliaia di venezuelani furono assassinati dalla repressione militare. Migliaia di uomini, donne e bambini. Non si è saputo mai esattamente quanti furono, forse 10.000. Migliaia di uomini, donne e bambini che semplicemente reclamavano un tozzo di pane, una arepa, un piatto di pasta, furono uccisi.
Tra i responsabili di questo massacro, che ancora reclama giustizia, ci fu anche l’italo-venezuelano, il Ministro della Difesa Italo del Valle. Per questo italiano, uomo ripugnante il disprezzo e l’indignazione di tutti gli italiani.
Nessuno dei responsabili del massacro è stato condannato, nè Carlos Andés Perez, allora Presidente della repubblica, né il suo ministro più coinvolto, Italo del Valle. Sappiamo che è possibile che questi miserabili, questi codardi capaci di ordinare un massacro di uomini e donne che semplicemente reclamavano al governo di non potere più andare avanti con la fame, non faranno mai un giorno di carcere e moriranno senza essere giudicati dalla giustizia degli uomini. E’ possibile che siano altri Pinochet e che moriranno di vecchiaia senza trascorrere un solo giorno in carcere. E’ possibile, quasi certo. A questo indegno, ripugnante e codardo italiano il disprezzo e l’indignazione di tutti gli italiani.
Traduzione di Annalisa Melandri
Hoy es un día triste por el Venezuela, el 27 de febrero del 1989 una grande protesta popular en contra de las mediads neoliberales del Gobierno de Carlos Andres Perez termino reprimida en la sangre. Miles de muertos, miles de venezolanos fueron asesinatos por la represion policial. Miles de hombres, de mujeres, de niños. Nunca se supo exactamente cuantos fueron los muertos, quizas 10.000. Miles de hombres, mujeres, niños que simplemente reclamaban un trozo de pan, una arepa, un plato de pasta, fueron matado.
Entre los responsable de esta matanza, que todavia reclama justicia, tambien un indigno italo-venezolano, el Ministro de la Defesnsa Italo del Valle. Por este italiano, per este asqueroso hombre el desprecio y la indignacion de todos los italianos.
Ninguno de los responsable de la matanza ha sido condenado, ni Carlos Andres Peres, el presidente de la Republica, ni su ministro mas involucrado, Italo del Valle. Sabemos que es posible que estos miserables, estos cobarde capaz de ordenar la matanza de hombres y mujeres que simpleemnte le reclamavaban al gobierno de no poder mas seguir con la hambre nunca haran un dia de carcel y moriran sin pasar por la justicia de los hombres. Es posible que sean otros Pinochet y que moriran de viejez sin conocer un solo dia de carcel. Es posible, casi cierto. A esto indigno, asqueroso y cobarde italiano todo el desprecio y la indignacion de todos los italianos.
Fuente La Patria Grande

È stato arrestato giovedì scorso 22 febbraio, a Bogotà, Jorge Noguera Cote ex capo del DAS (Dipartimento Amministrativo di Sicuerezza) ed ex console a Milano, con l’accusa di aver permesso l’infiltrazione di gruppi paramilitari di estrema destra nella struttura del DAS. In particolare la Fiscalía sta indagando su una “lista nera” di attivisti dei diritti umani e di sindacalisti che Jorge Noguera avrebbe consegnato ai paramilitari affinché venissero assassinati.
L’arresto di Noguera rappresenta il colpo più duro ricevuto fino a questo momento dal governo Uribe, in quanto egli è stato uno degli uomini di assoluta fiducia del presidente e colui il quale era a capo della campagna elettorale del 2002 nel dipartimento del Magdalena (e sulla quale pesano sospetti di frodi organizzate con l’appoggio dei paramilitari).
Si ha la sensazione che il cerchio intorno a Uribe vada lentamente stringendosi, ultimamente lo scandalo della parapolitica sta facendo tremare il paese dalle fondamenta con arresti e dimissioni eccellenti.
Post precedenti su Jorge Noguera:
Consiglio il blog BOGOTALIA dell’amico Doppiafila che segue quotidiamente le vicende colombiane dalla capitale Bogotà.

Febrero 12 de 2007
Desde Latinoamérica y el Mundo, unidos contra la violencia.
SR. PRESIDENTE DE LA REPUBLICA DE COLOMBIA
Dr. Álvaro Uribe Vélez
Y demás miembros de gobierno
S/D
Con gran preocupación nos dirigimos a usted y demás miembros de su gobierno atentos a la terrible situación que está viviendo el campo popular colombiano, dado que se incentiva a partir de declaraciones públicas que no esperábamos escuchar de sus labios, el crimen, la persecución, la detención masiva y arbitraria, los desplazamientos campesinos y sobre todo la ola de amenazas que pesa sobre quienes tal como lo indica la Constitución de la República tienen el derecho de manifestar su oposición.
En los últimos días, en lo que consideramos un exabrupto imperdonable para ser lanzado por un presidente de Estado, se estigmatizó la posición de los dirigentes del POLO DEMOCRATICO quienes se manifestaron contra la política paramilitar que tantas víctimas está causando entre el pueblo colombiano. Los compañeros y compañeras adquirieron a partir de su criterio status de “terroristas de civil” e “instigadores de la violencia”, dando muestras de una clarísima invitación presidencial a la exacerbación de dicha violencia.
El senador Gustavo Petro, el ex candidato presidencial Carlos Gaviria, presidente del POLO DEMOCRATICO, así como su Secretario y militantes de dicha organización política, quienes no comparten su metodología ni proyecto, hoy corren peligro de muerte a partir de sus declaraciones que demuestran una intolerancia repudiable.
Resulta altamente sugestivo y preocupante que 72 horas después de su discurso, Sr. Presidente, dos miembros del POLO fueron asesinados a tiros en circunstancias aún no esclarecidas aunque fáciles de imaginar por lo reiteradas que resultan estas muertes en el país que usted administra.
La comunidad internacional que siente como suyo el dolor de cualquier ser humano en cualquier lugar donde se encuentre, se mantiene expectante y alza su voz de repudio ante la satanización en que pretende involucrarse a quienes ni son terroristas ni apoyan al crimen como opción y muchísimo menos cuando los verdaderos crímenes son ejecutados por gente allegada a las mas altas esferas del poder.
Lo Responsabilizamos a usted, Sr. Presidente, de lo que pueda ocurrir con la vida de los compañeros así como de lo que ya ocurrió con la de otros, porque es su deber como mandatario no incentivar esa violencia instalada hace ya tantas décadas, sino abocar su tarea con el fin de llegar a acuerdos que den por finalizada tanta masacre.
Diálogos, tolerancia, debate y sobre todo conciencia y moral es lo que percibimos que está faltando desde el Estado colombiano motivando una altísima preocupación entra las organizaciones internacionales que desean la PAZ con justicia social y dignidad sobre su pueblo y todos los pueblos del mundo.
Esta es nuestra posición y la de muchas personas, esperamos tome usted conciencia de que lo que está sucediendo en Colombia se sabe y nos llena de espanto.
Junto al pueblo colombiano contra la barbarie y el genocidio:
Amigos de la PAZ en COLOMBIA y en el MUNDO
Ingrid Storgen: relaciones internacionales.
Recibimos en estos días las noticias sobre el incremento de las acciones genocidas:
BUCARAMANGA: intento de desaparición por V brigada de que fue objeto el señor ALBERTO PUMAREJO ARIAS.
La desaparición de la joven KATHERINE GONZALEZ TORRES, soltera, de 20 años de edad, hermana de SANDRA GUTIERREZ TORRES, integrante del equipo de dirección de la Organización Femenina Popular.
Comunidades Afro colombianas bajo el fuego paramilitar.
AMENAZADOS INTEGRANTES DE SINALTRAINAL.
Asesinada dirigente Carmen Cecilia Santana Romaña, de 28 años de edad y dirigente nacional de SINTRAINAGRO, madre de tres niños y cuyo esposo fuera también víctima de los escuadrones de la muerte, fue asesinada a balazos en su hogar en Apartadó, Antioquia, el 7 de febrero.
El día de ayer, 13 de febrero de 2007 fue detenido nuevamente por agentes del DAS, el defensor de DDHH y directivo sindical, JESUS JAVIER DORADO ROSERO.
AMENAZAS DE MUERTE DE QUE HAN SIDO OBJETO SIETE DIRIGENTES ESTUDIANTILES.
Junto al pueblo colombiano contra la barbarie y el genocidio:
Amigos de la PAZ en COLOMBIA y en el MUNDO
Ingrid Storgen: relaciones internacionales.
Questa lettera verrà consegnata al presidente della Colombia Uribe, alle organizzazioni dei diritti umani e alla stampa il prossimo 1 di marzo.
In essa si denuncia il clima di minaccia che pesa intorno al Polo Democratico lanciato direttamente dal presidente Uribe., il quale pubblicamente ha appellato questi dirigenti politici come “terroristi” e “istigatori della violenza” in quanto hanno manifestato pubblicamente contro la politica paramilitare che tante vittime ha causato in terra colombiana.
Sia il senatore Gustavo Petro che Carlos Gaviria, presidente del Polo Democratico sono in pericolo di vita e tale situazione è aggravata ancor di più dalle dichiarazioni pubbliche irresponsabili dello stesso Presidente.
72 ore dopo il discorso di Uribe, due membri del Polo sono stati assassinati a colpi di arma da fuoco in circostanze poco chiare.
Con questa lettera si riterrà Uribe direttamente responsabile di quanto possa accadere alla vita di altri compagni, in quanto è dovere di un presidente non istigare alla violenza pubblicamente.
Ricordiamo che già in passato la Unión Patriótica, partito politico creato dalle stesse FARC nel 1984 fu “sterminato fino all’estinzione totale, un morto ogni 19 ore per sette anni” come ricorda Guido Piccoli nel suo libro Colombia il paese dell’eccesso.
Visto che il Polo Democratico rappresenta l’unica alternativa alla narcoparapolitica di Uribe, speriamo che questa volta la storia non si ripeta.

Comunidad de Paz de San José de Apartadò, Monumento alla memoria. Luogo attualmente occupato dalle Forze di Polizia dal 2 aprile 2005, subito dopo i fatti del massacro. Il monumento è stato distrutto dalla Polizia il 10 aprile 2006, I Membri della Comunità di Pace dal 2 aprile 2005 , rimanendo fermi nel loro principio di autonomia e non collaborazione, sono stati costretti ad abbandonare il villaggio ed hanno ricominciato a costruirne uno nuovo in un territorio di proprietà della Comunità ( territorio collettivo) a 10 minuti di cammino, San Josecito lugar de Dignidad dove tuttora vivono continuando a rispettare i loro principi.
La Comunità di Pace di San José de Apartadò è stata nominata , insieme ad ACIN - Asociacion de Cabildos Indigenas del Norte del Cauca - al premio Nobel per la Pace 2007 da AFSC American Friends Service Committee (Nobel per la Pace del 1947)