Il coordinamento nazionale per la Conferenza Mondiale delle Donne – Caracas 2011 sostiene la rivolta di Joy
Joy è la donna nigeriana che – nell’agosto del 2009 – ha denunciato un tentativo di stupro compiuto da Vittorio Addesso, ispettore capo del Cie di Via Corelli, a Milano, dove allora si trovava rinchiusa. In quell’occasione fu aiutata da una compagna di reclusione, Hellen, come lei vittima della “tratta”.
Dopo le proteste scoppiate nel Cie contro “il pacchetto sicurezza” di Maroni, le due donne vennero portate in carcere insieme ad altre migranti. Al processo denunciarono di esser state spogliate e picchiate dagli uomini di Addesso, il quale avrebbe preteso “prestazioni sessuali gratuite”. In tribunale, però, non vennero credute: la giudice decise di denunciarle per calunnia e di condannarle a sei mesi per le rivolte.
Dopo essere stata a San Vittore, poi nel carcere di Como, ora Joy ed Hellen sono di nuovo in un Cie, a Modena, in attesa dell’espulsione in Nigeria: ovvero di una probabile condanna a morte per aver cercato di fuggire alla “tratta”. Per questo, Joy ha tentato il suicidio.
“La polizia stupra nei Cie” è stato lo slogan ripetuto nelle manifestazioni di solidarietà a Joy ed Hellen. La polizia stupra nei Cie, aggiungendo al già nutrito repertorio di metodi repressivi quello “classico”riservato alle donne. Niente di nuovo sotto il sole. Carceri e tribunali – strumenti cardine del dominio di classe – non offrono speranze di riscatto per gli oppressi.
La libertà di Joy ed Hellen, la nostra libertà, si ottiene con la lotta. Rompiamo le gabbie. Chiudiamo i Cie, luoghi di detenzione e di tortura. Il governo vuole costruirne altri vicino agli aeroporti. Impediamolo.
Impediamo le deportazioni. Libertà per Joy ed Hellen. No allo stato di polizia.
Martedì 8 giugno alle 14,30, tutte davanti al tribunale di Milano, dove avrà luogo il cosiddetto “incidente probatorio” e il confronto tra Addesso, Joy ed Hellen.
NOI NON SIAMO COMPLICI LOTTIAMO UNITE Coordinamento nazionale per la Conferenza Mondiale delle Donne – Caracas 2011 conferenzadonneliberoit http://conferenzamondialedonne.wordpress.com/
Università degli Studi Roma Tre (Dipartimento di Studi Storici, Geografici, Antropologici) e Terre Madri ONLUS Organizzazione Non Governativa di Cooperazione Internazionale
Organizzano un seminario su
L’ARCHIVIO DEL TERRORE
Il Paraguay tra storia e memoria
martedì 18 maggio 2010, ore 17.00
Aula 18 della Facoltà di Lettere e Filosofia – Roma Tre
Ricordare i fatti accaduti è un regalo alle generazioni che vengono.(Martin Almada)
Nonostante l’America Latina sia al centro di un processo di democratizzazione e inclusione dei gruppi sociali storicamente emarginati, è ancora forte e presente il ricordo delle dittature, delle violazioni dei diritti umani dei decenni precedenti e dell’internazionalizzazione della repressione attraverso la Operación Cóndor. Procedendo tra storia, memoria e attualità incontreremo due testimoni privilegiati: Martin Almada –ex detenuto politico, Premio Nobel Alternativo per la Pace nel 2002, scopritore dell’Archivio del Terrore– María Stella Cáceres –Direttrice del Museo della Memoria: Dittatura e Diritti Umani di Asunción– e ripercorreremo alcune tappe fondamentali della storia paraguayana e latinoamericana.
Introduce e coordina
Maria Rosaria Stabili, Docente di Storia dell’ America latina
Salutano
Stefano Andretta,Direttore del Dipartimento di Studi Storici
Gianni Tarquini, Terre Madri onlus
Intervengono
Martin Almada, Le strategie della repressione e il ruolo degli Stati Uniti in America Latina
Maria Stella Cáceres, Violenza di genere in Paraguay
Facoltà di Lettere – via Ostiense 234–236, Roma (Metro B, Fermata Marconi)
Il Coordinamento Romano Donne per la Conferenza Mondiale delle Donne di Caracas 2011 partecipa con un proprio striscione oggi alle 18 a Ponte Garibaldi al presidio in memoria di Giorgiana Masi, vittima del Terrorismo di Stato…
UN FIORE A GIORGIANA MASI, VITTIMA DEL TERRORISMO DI STATO
Il 12 maggio di 33 anni fa veniva assassinata dal piombo dello stato borghese la compagna Giorgiana Masi, durante un sit-in indetto dai Radicali per l’anniversario della vittoria referendaria sul divorzio. Tale vicenda ha nell’allora Ministro degli Interni Francesco Cossiga il mandante politico e morale e, nelle “squadre speciali” da lui formate con l’avallo di tutto l’arco istituzionale dell’epoca, i vigliacchi esecutori dell’omicidio di una ragazza non ancora ventenne, colpita alle spalle e uccisa poi una seconda volta dal giudice che, dopo aver esaminato il caso, nel 1981 optò per l’archiviazione “in quanto sono rimasti ignoti i responsabili del reato”. Cossiga ha sempre sostenuto la tesi del “fuoco amico” di fantomatici autonomi e, a un certo punto si puntò il dito persino contro l’allora latitante Andrea Ghira (uno dei massacratori del Circeo), versioni poi smentite dalla pubblicazione delle celebri foto di Tano d’Amico , dove si vede chiaramente un’agente in borghese sparare e scappare via;sui fatti di quel giorno D’Amico dirà:“Il segreto sulla morte di Giorgiana tiene non perchè non lo conosce nessuno, ma perchè lo condividono in molti”. Una conclusione tale deve essere accompagnata da un bilancio severo sul movimento di quegli anni, criticando la componente opportunista promotrice del successivo reflusso negli argini imposti dal Capitale, portando avanti invece l’esempio delle componenti rivoluzionarie che attaccarono frontalmente il padronato e i suoi apparati coercitivi. A distanza di così tanto tempo la conclusione logica dei compagni di allora e dei militanti di oggi è che lo stato non processa mai se stesso. Oggi, da Carlo Giuliani a Stefano Cucchi, sono ancora i giovani, i lavoratori, i disoccupati, gli immigrati a pagare con la vita la barbarie del capitalismo, di cui ogni governo è sempre sostenitore e difensore! Ieri come oggi, inmomenti di acutacrisipolitica economica e sociale,lo stato accentua il suo carattere repressivo contro quanti continuano a lottare per la difesa dei propri diritti (lavoro, casa, istruzione, sanità) e per la costruzione di una società migliore.
NOI NON DIMENTICHIAMO ! GIORGIANA VIVE NELLE NOSTRE LOTTE!Le compagne
“Se la rivoluzione di Ottobre fosse stata di Maggio,
se tu vivessi ancora,
se io non fossi impotente di fronte al tuo assassinio,
se la mia penna fosse un’arma vincente,
se la mia paura potesse esplodere nelle piazze,
coraggio nato dalla rabbia strozzata in gola,
se l’averti conosciuta diventasse la nostra forza,
se i fiori che abbiamo regalato alla tua coraggiosa vita nella nostra morte
almeno diventassero ghirlande nella lotta di noi tutte donne, se..
Non sarebbero le parole a cercare di affermare la verità,
ma la vita stessa, senza aggiungere altro”
Costruiamo la Conferenza Mondiale delle Donne – Venezuela 2011
Dall’appello del Comitato Promotore Internazionale: Noi, milioni di donne di tutti i continenti viviamo sulla nostra pelle la povertà, la disoccupazione, lavori con bassi salari e con pochissimi diritti alla sicurezza, subiamo la guerra e siamo obbligate a migrazioni di massa, (…). La maggior parte di noi donne di tutto il mondo è doppiamente sfruttata e oppressa dal capitalismo, in quanto parte della classe lavoratrice e, allo stesso tempo, in quanto oppresse per la nostra condizione di genere e per ampie masse in quanto parte dei paesi dipendenti e dei popoli e culture oppressi.Cresce la consapevolezza che è necessario uno scambio internazionale delle esperienze, una cooperazione, azioni di solidarietà e lottare per la liberazione della donna in un mondo completamene liberato dallo sfruttamento e dall’oppressione.
Il Coordinamento Romano Donne partecipa alla costruzione della CMD per dare il proprio contributo alla rinascita di un movimento combattivo delle donne. Anche nel nostro paese, la donna subisce feroci attacchi alla propria libertà. La vergognosa campagna reazionaria contro la RU486contro il diritto ad una maternità consapevole, condotta dal Vaticano e la sua corte e supportata da questo governo di fascisti, razzisti, leghisti e mafiosi è solo un esempio. Crediamo che sia importante unire le forze di tutte le donne che oggi lottano e si mobilitano in ordine sparso, per ricominciare a ricostruire un percorso comune, per arricchirci con lo scambio di esperienza ed uscirne rafforzate!Uniamo le nostre volontà per dare un impulso al movimento mondiale combattivo delle donne!Non c’è emancipazione della donna senza Rivoluzione!Non c’è rivoluzione senza emancipazione della donna! Lottiamo Unite!
Adrián Ramírez López presidente della Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani — LIMEDDHvenerdì 7 maggio alle ore 17,15 Libreria San BenedettoSalita Santa Caterina 1/1 — Genova si parlerà di diritti umani in Messico e nel resto del mondo, criminalizzazione della protesta sociale, narcotraffico e militarizzazione, solidarietà e militanza attiva sono invitati a partecipare le associazioni che si occupano di diritti umani, di lotte sociali e di lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, giornalisti e mezzi di informazione indipendentii singoli cittadini. info tel 010–8696710, cell 340–1571388 Il Dr. Adrián Ramírez López, medico, dal 1993 ricopre la carica di presidente della Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani A.C., organizzazione non governativa affiliata alla Federazione Internazionale dei Diritti Umani, alla Organizzazione Mondiale contro la Tortura e alla Associazione Agir Ensemble pour Les Doits de l?Homme, tutte con statuto consultivo rispetto all?ONU.E? inoltre titolare di cattedra in Medicina Forense nel corso di laurea di Diritto, professore dei corsi di laurea di Infermeria e Psicoologia, professore invitato al corso universitario di Cooperazione per lo Sviluppo nelle Universidades Valencianas, in Spagna.Ha dato conferenze al Colegio de Abogados de Madrid, a la Universidad Autónomade Madrid, a la Comisión Española de Ayuda al Refugiado, al Ilustre ColegioNacional de Doctores y Licenciados en Ciencias Políticas y Sociología.Vanta una vasta esperienza come perito indipendente in medicina forense, in materia di torura ed altre violazioni dei ditritti umani.Ha partecipato a 186 missioni di osservazione dei diritti umani ed ha offerto colleborazione e supporto in materia di diritto umano al Senato della Repubblica, alla Camera dei Deputati e al?Assemblea Legislativa del Distretto Federale. E? stato eletto vicepresidente della Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH), carica ricoperta dal 1997 al 2001.
un film di Dario Azzellini e Oliver Ressler sull’esperienza delle forme di autogoverno popolare nel Veneuzela bolivariano
presso il Centro Culturale “La Città del Sole”, vico Giuseppe Maffei a San Gregorio Armeno, 18 –Napoli
“Vamos a decidir nosotros qué es lo que queremos. Nosotros somos los que sabemos las necesidades, qué es lo que pasa en nuestra comunidad”
IN OCCASIONE DEL BICENTENARIO DELL’INDIPENDENZA VENEZUELANA incontro-proiezione-dibattito con l’autore italo-tedesco Dario Azzellini
sullo stesso documentario articolo di Barbara Meo Evoli: Presentato presso il Celarg di Caracas il lungometraggio “Comuna en construcción” di Dario Azzellini, politologo italo-tedesco, e Oliver Ressler
di Barbara Meo Evoli
E’ fatto di dibattiti, confronti, lezioni, conflitti e attese. Il cammino, lungo, difficile ma fruttuoso, di costruzione di una Comuna, filmato da Dario Azzellini e Oliver Ressler, è stato presentato al pubblico presso il Celarg di Caracas.
Giovedì scorso è stato presentato presso il Celarg di Caracas il documentario “Comuna en construcción” girato nell’agosto 2009 fra Petare, Catia e Barinas.
Dario Azzellini ha fotografato la gente che partecipa ai consigli comunali, le loro riunioni, i loro problemi, la loro quotidianità. Ha voluto mostrare coloro che sono gli autori instancabili del vero cambiamento dei barrios. Chi sono questi protagonisti troppo spesso invisibili? Moltissime donne. Lavorano tutto il giorno, cucinano, stirano, lavano i panni a mano, si occupano dei bambini, la sera partecipano alla riunione del consiglio comunale, il giorno dopo agiscono per concretizzare i progetti. Spesso sono loro che prendono la parola, sono loro che parlano dei progetti concreti: costruire una strada asfaltata, riparare l’impianto fognario, raccogliere la spazzatura, far arrivare l’elettricità dove non c’è.
Azzellini e Ressler sono andati dove spesso le telecamere non arrivano. Con “Comuna en construccion” mostrano la formazione della ‘città comunale’ “Antonio José de Sucre” nello stato Barinas, composta da 11 comune, la seconda costituita in Venezuela; il consolidamento del consiglio comunale “Emiliano Hernández” nel quartiere Los Magallanes de Catia di Caracas e il tentativo dicostruzione della comuna “Maca” composta da 29 consigli comunali nel quartiere di Petare.
Si vedono i partecipanti attivi delle assemblee dei consigli comunali che elaborano e portano avanti i progetti per la propria comunità. Ma si vedono anche i dormienti e gli apatici e le disfunzioni dell’organizzazione comunale.
Da un lato Omayra Peréz, un membro del consiglio di Catia, afferma che “l’organizzazione comunitaria è la più efficiente perché, essendo vicina alle necessità della popolazione, elimina gli intermediari inutili”. Dall’altro Ramon Virigay nell’assemblea per la formazione di “Antonio José de Sucre” risponde alle critiche di corruzione sostenendo che “i consigli comunali devono essere autosufficienti. Non possono continuare a dipendere dallo Stato”. A Petare, invece, Yusmeli Patiño dopo un anno di attesa per un finanziamento denuncia: “se dovesse fallire la rivoluzione sarebbe per colpa delle istituzioni, non dei consigli comunali”.
La vita di Dario Azzellini, nato nel ’67 a Wiesbaden, si svolge a metà tra l’America latina e la Germania. Dopo aver girato dei documentari e scritto libri e articoli sul Nicaragua, la Colombia e il Messico, è arrivato per la prima volta in Venezuela nel 2003 e ha diretto altri due lungometraggi: ‘Venezuela desde abajo’ e ‘Cinco fabricas’.
“Quello che volevo mostrare con questo documentario era la normalità – spiega Azzellini, laureato in Scienze politiche all’Università di Berlino e con una tesi di dottorato sulla partecipazione in Venezuela – e come la gente impara ad auto-organizzarsi. Non si parla dei consigli comunali fuori dai barrios, e questo è sbagliato”.
Al termine della presentazione, a cui sono stati presenti più di un centinaio di persone, Azzellini ha ricordato che chi volesse mostrare “Comuna en construcción” ad una comunità per uso non commerciale, avrebbe potuto ottenere una copia gratuita.
“Solo il popolo salva il popolo” ha concluso con speranza.
C.S.O.A. CORTO CIRCUITO E ASSOCIAZIONE YA BASTA MOLTITUDIA
invitano alla presentazione de
“LA GUARDIA è STANCA” di Geraldina Colotti — edita da Cattedrale
Dopo Versi Cancellati (1996) e Sparge Rosas (2000), ” La guardia è stanca” è la terza raccolta di poesie di Geraldina Colotti, scrittrice e giornalista del quotidiano “Il Manifesto” , ex-militante delle Brigate rosse.
L’appuntamento con i versi e con l’autrice è per giovedì 15 aprile alle ore 21 al Corto circuito
(Via F. Serafini, 57 – Cinecittà – Roma).
Neve
Ancora inverno
nessun Palazzo preso
L’uomo beve
cammina solo
Ancora inverno
nessun Palazzo preso
Tatiana ammicca
Storpi di Sarajevo
Irina in macchina
vomita l’Ingegnere
Ancora inverno
nessun palazzo preso
ma abbiamo ancora inverno
per impastare neve
Un uomo senza sogni
è un vincitore
Geraldina Colotti, tratta da La guardia è stanca.
Partecipano:
Tommaso Di Francesco (poeta, giornalista de “il manifesto”) Mario Lunetta (poeta, scrittore) Luca Mascini (Militant A, di Assalti Frontali) Modera: Miria Annini (Ass.Ya basta Moltitudia) Letture accompagnate dalla musica di Marco Cinque.
Mostra “2010 Dias de R_Esistencia” di Simona Granati, che ha realizzato la foto di copertina.
Sabato 30 gennaio 2010 gli aderenti alla neonata Commissione nazionale per la Conferenza Mondiale delle Donne — Venezuela 2011 hanno organizzato presso il Centro Culturale “La Città del Sole” la prima assemblea nazionale. L’obiettivo della giornata, oltre a quello di presentare la Conferenza Mondiale delle Donne, era di iniziare un confronto e un dibattito sul lavoro della Commissione, ossia:
-sul lavoro comune da svolgere per la promozione della Conferenza
-sulla promozione e il sostegno alla lotta per “non pagare la crisi dei padroni” e, al suo interno, per difendere i diritti conquistati dal movimento di emancipazione delle donne dall’attacco condotto dal Vaticano e dal governo Berlusconi
-sulla struttura e funzionamento della Commissione nazionale per la Conferenza Mondiale delle Donne della Base.
All’incontro hanno partecipato un centinaio di donne, compagne e compagni, bambini, rappresentanze del Comune di Napoli e della Repubblica Bolivariana del Venezuela, delegate delle organizzazioni aderenti alla Conferenza Mondiale delle Donne e del Comitato Promotore internazionale ed europeo. Inoltre, durante la mattinata, una delegazione della Commissione nazionale ha partecipato al presidio del Popolo Viola davanti alla Prefettura di Napoli, portando i saluti della Commissione e l’intervento sulla difesa della Costituzione dagli attacchi della banda Berlusconi e del suo governo di mafiosi e razzisti (vedi commento).
La giornata è stata piena di interventi. Hanno aperto le rappresentanze della Repubblica Bolivariana del Venezuela, che hanno sottolineato il ruolo fondamentale delle donne nella Rivoluzione Bolivariana, e del Comune di Napoli che hanno dato piena disponibilità ad appoggiare e sostenere il lavoro della Commissione nazionale, che ovviamente si svolgerà in piena autonomia e indipendenza mettendo al centro le Donne della Base, il loro protagonismo e la loro mobilitazione per l’emancipazione.
Si è poi aperto il dibattito che è durato fino alle h.19. Le compagne tedesche del Comitato promotore internazionale, hanno ripercorso il processo di costruzione della Conferenza e ci hanno aggiornato sulla situazione economica e sociale in Germania, sul movimento delle masse popolari femminili e sul lavoro di costruzione della Conferenza Mondiale. Maigualida Abreu, moglie dell’Ambasciatore del Venezuela, ha illustrato l’esperienza di lotta delle donne venezuelane e come il governo e le organizzazioni popolari stiano lavorando mettendo al centro la mobilitazione delle donne nella tutela dei loro stessi diritti e nella costruzione di una nuova società in cui ogni bambina e bambino, donna e uomo possano vivere una vita dignitosa e felice.
Hanno portato il loro contributo al dibattito le/i rappresentanti delle organizzazioni aderenti alla Commissione nazionale (Sindacato Lavoratori in Lotta, Comitato Donne Estella di Milano, Presidio Permanente dei lavoratori e precari della scuola di Milano, Associazione Solidarietà Proletaria, Circolo Bolivariano “J. C. Mariategui di Napoli”, Partito dei CARC, Collettivo “Iqbal Masih” di Lecce) e di altre realtà: il Collettivo studentesco di Scienze Politiche dell’Università di Napoli Federico II, la giornalista dell’Associazione Bolivariana Annalisa Melandri, l’Associazione di amicizia Italia-Cuba, la sociologa cubana Indira Pineda Daudinot della Red Por Ti America (cap.Cuba), il Centro Culturale “La Città del Sole”, studentesse e studenti venezuelani del master in Scienze Politiche all’Università di Salerno.
Sono pervenuti i saluti (vedi commento) del Comitato Donne Bella Ciao di Pistoia, delle Assemblee delle Donne socialiste (SKM) della Turchia, del Forum delle Donne del PRC.
La compagna dell’ASP ha letto il contributo inviato dalle avvocatesse Carla Serra, Caterina Calia e Maria Luna nel quale hanno denunciato la situazione delle prigioniere politiche, da loro assistite, nelle carceri italiane e c’è stato anche un intervento telefonico della partigiana Miriam Pellegrini Ferri, importante figura della lotta di emancipazione delle donne, che purtroppo abbiamo dovuto interrompere per motivi tecnici, ma che riportiamo nel commento.
Gli interventi che si sono susseguiti hanno messo al centro alcune tematiche fondamentali da cui sono state poi elaborate le mozioni allegate e che costituiscono le linee guida del lavoro comune:
-la lotta per difendere e conquistare un lavoro dignitoso;
-la solidarietà internazionalista con le donne e i popoli che resistono e si ribellano all’oppressione e alle minacce degli imperialisti USA e dei loro complici: in particolare è stata espressa solidarietà al popolo venezuelano, honduregno e haitiano, alle popolazioni adivasi e alle organizzazioni maoiste indiane che il governo indiano vuole sterminare con un’operazione militare denominata Green Hunt (Caccia Verde);
-la solidarietà alle/ai prigioniere/i politiche/i e sociali in Italia e in tutto il mondo;
-la lotta per la difesa dei diritti conquistati dal movimento per l’emancipazione delle donne e per garantire il loro effettivo esercizio contro gli attacchi da parte del Vaticano, principale promotore e ispiratore della loro eliminazione;
-la solidarietà a tutte le migranti e i migranti, a tutte le organizzazioni e i singoli che lottano contro il razzismo, l’omofobia e il fascismo;
-la necessità di legare ogni singola lotta alle altre, di coordinarle e di unirle a quella più generale per la costruzione di un altro mondo possibile e necessario, basato sulla reale democrazia, uguaglianza, libertà e convivenza civile;
Sono state fatte infine delle proposte sulla struttura e funzionamento della Commissione (vedere in allegato — intervento del P-CARC).
La giornata si è conclusa con cena, canti e balli popolari e di lotta dell’America Latina e del sud Italia.
Ringraziamo vivamente tutte le partecipanti e i partecipanti che hanno reso l’assemblea vivace e proficua e hanno concorso allo sviluppo del confronto tra realtà diverse accomunate dalla volontà di intraprendere un percorso unitario di lotta e solidarietà; il Centro Culturale “La Città del Sole” che ci ha ospitato; il Presidente della Commissione consiliare Relazioni Internazionali del Comune di Napoli, Sandro Fucito, che ha patrocinato l’incontro; le compagne del Comitato promotore internazionale che sono venute dalla Germania per illustrarci il lavoro di costruzione della Conferenza Mondiale delle Donne; i traduttori Daniela, Lutz e soprattutto Chiara; l’artista Albino De Marchis per il bellissimo omaggio artistico alla Commissione Nazionale; le rappresentanze della Repubblica Bolivariana del Venezuela che oltre a collaborare attivamente alla costruzione dell’iniziativa ci hanno trasmesso fiducia e determinazione nella rinascita del movimento di lotta delle donne della base italiane e di tutto il mondo. Un ringraziamento particolare alle compagne del Comitato promotore napoletano e ai compagni che hanno collaborato durante tutta la giornata, facendosi carico degli aspetti logistici (e non solo!) e contribuendo alla riuscita dell’iniziativa!
La giornata è stata lunga, stimolante e ricca di interventi e proposte preziose per chi era presente e per chi vorrà unirsi in questa entusiasmante marcia di solidarietà ed emancipazione delle donne che, come è stato affermato più volte durante l’assemblea, “è anche la lotta per l’emancipazione dell’umanità”.
Avanti nella costruzione della Conferenza Mondiale delle Donne!
Art. 51 della Costituzione della Repubblica Italiana
“Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.”
Naturalmente quest’articolo fa riferimento all’Art. 3 secondo cui “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Parole bellissime se fossero realmente messe in pratica, parole che dovrebbero garantire a noi in quanto donne, in quanto lavoratrici ed in quanto madri e mogli dignità personale e sicurezza sociale ed economica. Ma se si pensa alle tante lavoratrici ricattate dal licenziamento nel caso di una gravidanza, alle precarie della scuola, dei call center e di altre realtà lavorative, buttate improvvisamente fuori senza nessuna speranza se non quella di lottare per garantirsi il minimo per la soddisfazione dei bisogni primari. Se si pensa alle disoccupate, che da anni lottano per strappare un posto di lavoro, alle ragazze madri a cui non viene garantito nemmeno l’indispensabile, alle extracomunitarie, allontanatesi dai propri paesi nella speranza di un lavoro dignitoso e che il più delle volte trovano indifferenza, miseria, violenza e, non ultima, la strada. Ecco se ci guardiamo intorno e vediamo questo ed altro ci chiediamo: “ma a chi sono rivolte queste parole di uguaglianza, dignità e partecipazione?” Le donne sono quelle che oggi pagano il prezzo più alto di questa crisi, crisi economica, politica, sociale e culturale. Sono loro le prime a subire il licenziamento già alle prime avvisaglie di una crisi, sono loro a dover affrontare praticamente tutte le conseguenze legate al licenziamento dei propri mariti (vedi le mogli degli operai Fiat di Pomigliano che combattono al fianco dei propri uomini!). E’ su di esse che, alla pari degli extracomunitari, si abbatte maggiormente la mannaia della violenza, di quella violenza fisica e psicologica che annienta e distrugge.
Si sta proponendo da tempo di cambiare la Costituzione. Bene! A noi basterebbe che si cominciasse finalmente a metterla in pratica questa Carta per la quale non solo tanti uomini ma anche tante donne hanno dato la vita.
Dobbiamo essere noi donne a prendere coscienza del fatto che la nostra emancipazione dobbiamo costruircela unendo le nostre forze e lottando per i nostri diritti, che poi sono i diritti di tutti! ——-
Incontro di presentazione della Commissione nazionale italiana per la preparazione della Conferenza Mondiale delle donne della base promosso dal Movimento “Ana Soto” del Venezuela, dalla Confederazione delle donne Equadoriane per il cambiamento (CONFEMEC) e dal Consiglio politico e combattivo delle donne di Germania. Il Gruppo donne bella ciao Pistoia saluta a pugno chiuso, le compagne e i compagni presenti a quest’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale che si terrà in Venezuela nel 2011. Noi compagne di questo comitato a causa della repressione in atto verso i compagni della Toscana non siamo potute intervenire fisicamente. Siamo quindi a Pistoia, ma anche con voi in questa giornata, che sicuramente sarà piena di cose belle e incontri proficui.
Inviamo pertanto la nostra solidarietà per prima a tutte le persone colpite dalla repressione e dal nuovo avvento del fascismo in atto.
Solidarietà al Movimento “Ana Soto” per l’ennesimo momento difficile attraversato dal suo paese. RCTV INTERNATIONAL che trasmette il suo veleno dagli Usa a Miami in Florida si merita di essere oscurata non 1, non 2, ma mille volte. I complotti reazionari vanno combattuti sul nascere. Il nostro Comitato ha raccolto l’appello lanciato dal partito dei Carc ad una riunione che si verificò poco prima dei fatti di Pistoia, una riunione che vide presenti anche Alessandro Della Malva e la compagna Katiuscia.
La donna, oggi subisce discriminazioni pesanti e a volte insostenibili, sia sul posto di lavoro, che in casa e nella società. Viviamo in paese, l’Italia, che ha di fatto per ministra delle pari opportunità una “donna” che si chiama Mara Carfagna. Per contrastare questo modo di essere, due di noi, Laura e Rosanna, hanno partecipato alle elezioni amministrative del comune di Agliana, qui in provincia di Pistoia con la lista di Blocco Popolare. Noi non ci sentiamo femministe. Lottiamo con i compagni per la nostra e la loro libertà e anche emancipazione. Lottiamo con loro, per noi e i nostri figli.
La fascistizzazione in atto è la prima molla che ci muove a lottare.
Siamo state e siamo al centro di una battaglia antifascista, con i compagni del Carc, compagni, Anarchici e compagni non legati in modo stretto a nessun partito.
Il Partito dei Carc, è il più colpito dalla repressione.
Durante una riunione per contrastare l’avvio di ronde fasciste, in Toscana, abbiamo subito, l’irruzione della Digos nei locali che ci ospitavano, siamo stati identificati e poi deportati in questura (in tutto una ventina di persone) caricate sulle volanti della polizia, in pieno centro a Pistoia,
Questo “giustificato” dal fatto che la vicina Casa Pound, aveva subito poco prima della nostra riunione una irruzione, guarda caso da un ventina di persone che avevano come obbiettivo la devastazione dei loro locali. La cosa andrebbe presentata un po’ meglio, ma è conosciuta da tutti e non è il caso di ripetere fatti che magari compagni presenti a questo incontro vi possono chiarire meglio di persona.
Sta di fatto che il processo è in corso e che due di noi testimonieranno per i compagni. Laura che testimonierà per compagni che non sono suo marito (Yuri) io che testimonierò un po’ per tutti. Le misure che hanno colpito questi compagni sono tra le più dure e incredibili quasi a raccontarsi. Questo nella rossa Toscana, nella Toscana, dove tanto i comunisti dettero per la liberazione. della loro gente. Noi abbiamo indivuato al momento in questa lotta, la lotta.
Ora siamo prese e presi solo dall’organizzare, riunioni, manifestazioni, incontri, dossier, anche pranzi e cene per dare un contributo alle spese processuali dei compagni.
Questo è quello che le donne devono fare per la loro liberazione? Noi pensiamo di sì, la liberazione, questa volta magari fisica, intesa come libertà dalle galere e dalle misure repressive passa per la liberazione nostra di donne.
Noi lotteremo ancora per la liberazione dei compagni.
Crediamo, fortemente in questo progetto, in questa causa comune che ci porterà a costruire la Conferenza Mondiale delle donne in Venezuela, nel 2011 e che ci stà portando a conoscere tante persone che condividono le nostre idee e tante realtà come il Comitato Estella di Milano che abbiamo conosciuto durante lo svolgimento del secondo congresso nazionale del partito dei Carc.
Un saluto pieno d’affetto alle partigiane, che ci sostengono con loro insegnamento e la loro lotta e uno anche al Koe e a Konstantina Kuneva dirigente tra i più attivi del sindacato degli addetti alla pulizia della Grecia, così duramente colpita dal fascismo.
A pugno chiuso compagne e buon lavoro! —–
Cari compagni,Salutiamo la vostra iniziativa con tutto lo spirito rivoluzionario da parte nostra e crediamo che i vostri sforzi per organizzare questo evento andranno a beneficio dello sviluppo della lotta mondiale delle donne lavoratrici.
Non ci è stato possibile partecipare fisicamente a questa manifestazione, nonostante la cosa ci facesse piacere. A questo proposito, ci piacerebbe condividere la nostra esperienza e le nostre opinioni attraverso una breve presentazione scritta con la speranza di essere insieme nelle attività future.… See More
Ci auguriamo che la vostra iniziativa abbia successo e che questo valga anche per la vostra lotta in generale, che allo stesso tempo è la nostra lotta.
I più cordiali saluti rivoluzionari,
SKM
Assemblea delle Donne Socialiste Attività dell’Assemblea delle Donne Socialiste
Il 2009 è stato un anno ricco di molti eventi e di attività. Dal punto di vista politico ci sono state azioni a favore della pace e della libertà delle donne kurde, la lotta contro la guerra sporca in cui le madri kurde e turche hanno tentato di incontrarsi per portare avanti insieme una battaglia contro quella guerra e per ottenere pene più severe nei confronti degli abusi sui bambini e di chi usa violenza contro le donne. Inoltre, ci sono state alcune grandi azioni di resistenza alle quali hanno preso parte anche le donne delle grandi masse. Tra le operaie della compagnia del tabacco TEKEL, che hanno iniziato una lotta di resistenza a livello centrale nel dicembre 2009 ad Ankara, ci sono anche molte donne appartenenti alla grande massa che hanno lasciato le loro case, i loro bambini per venire ad Ankara a rivendicare il loro diritto di mantenere il proprio lavoro. I loro slogan sono prettamente politici e mostrano che queste lavoratrici hanno maturato la consapevolezza della loro condizione di donne operaie sfruttate. Alcune di loro hanno iniziato uno sciopero della fame e sono determinate a protrarlo fino alla morte se il governo non accetta le loro richieste. Riportiamo alcuni slogan che hanno lanciato: “Possiamo morire, ma non ritorniamo nelle nostre case”, “Lotteremo e vinceremo”, “Sciopero generale, resistenza generale”. I lavoratori sono stati colpiti, attaccati dalla polizia con bombolette al pepe e hanno dovuto combattere anche contro il freddo, ma tutti loro, soprattutto le donne, è determinato a continuare la lotta.
Recentemente, è stato fondato un nuovo mezzo per organizzare le donne: le Assemblee Socialiste delle Donne. Il Partito Socialista degli Oppressi, che si è definito partito della rivoluzione delle donne, è stato creato l’8 novembre 2009. Successivamente a questo passo, è stata fondata la relativa Assemblea delle Donne Socialiste il 21 novembre dello stesso anno come organismo autonomo interno al partito che lavora sulla questione femminile. In molte città si terrà un’Assemblea delle Donne Socialiste. Si tratta di assemblee che operano a stretto contatto con l’Assemblea Generale delle Donne Socialiste. Questi incontri devono essere considerati come un nuovo modello volto ad organizzare le donne nell’azione pratica. La conferenza di fondazione, tenuta ad Istanbul, è stata realizzata da donne di tutte le età, con diversa istruzione, nazionalità ed appartenenti ad ambienti di lavoro diversi. Tra gli obiettivi della fondazione di queste assemblee, c’è quello che dice che le stesse assemblee agiranno come un partito all’interno del partito stesso. Questo significa che le donne membro del partito saranno organizzate nelle assemblee e che avranno il compito di unire la lotta proveniente dal fronte femminile.
Le Assemblee delle Donne Socialiste hanno un carattere autonomo. Questo vuol dire che le donne possono prendere le proprie decisioni e renderle valide per l’intero partito. Le donne membro del partito hanno il diritto di essere presentate a tutti gli organi del partito a cui appartengono ed hanno il diritto di voto.
Le Assemblee delle Donne Socialiste sono un modello utile ad organizzare nel modo più ampio le masse delle donne.
Le assemblee sono state fondate in molte città della Turchia e anche del Nord Kurdistan. Nel Kurdistan, L’”Assemblea delle Donne Socialiste Libere” è stata fondata il 4 gennaio 2010. Alla fondazione, le lavoratrici hanno affermato che, in qualità di donne socialiste libere, innalzano la loro voce contro la brutalità del regime che opprime il popolo kurdo che brama la libertà e la pace.
Attività delle Assemblee delle Donne Socialiste in relazione alla Conferenza Mondiale delle Donne
Le Assemblee delle Donne Socialiste hanno preso l’iniziativa per avviare il processo di organizzazione della Conferenza Mondiale delle Donne in Turchia e Nord Kurdistan ed in Medio Oriente.
A questo proposito, abbiamo organizzato un incontro delle organizzazioni delle donne del Medio Oriente a settembre a Diyarbakir, nel quale hanno partecipato le donne della Turchia, del Nord Kurdistan e della Giordania. A Diyarbakir erano anche presenti due organizzazioni delle donne della Palestina, ma hanno dovuto lasciare il paese a causa di alcuni problemi tecnici. Comunque, sono state informate degli sviluppi dell’iniziativa e hanno confermato il loro intervento nell’ambito del processo a livello teorico.
In secondo luogo, le Assemblee delle Donne Socialiste hanno intrapreso l’iniziativa per una serie di incontri con la partecipazione di organizzazioni diverse delle donne della Turchia e del Nord Kurdistan allo scopo di incrementare il numero dei partecipanti.
In Europa, le organizzazioni delle donne immigrate turche e kurde che stanno portando avanti la nostra stessa linea hanno partecipato alla preparazione insieme agli organizzatori europei.
Seguiranno le seguenti ulteriori attività:
- Un incontro per tutto il medio oriente ad aprile in Libano allo scopo di garantire la partecipazione delle organizzazioni delle donne del Libano, della Palestina e della Giordania.
- Un festival delle masse femminili ad ottobre ad Istanbul per presentare la Conferenza Mondiale delle Donne per coinvolgere la maggior parte delle masse possibili e per l’autofinanziamento.
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Care compagne, grazie per l’invito e per le informazioni e i documenti che ci avete inoltrato. Come saprete, questo fine settimana, siamo impegnate a Torino per la “Conferenza delle lavoratrici e dei lavoratori” indetta dal nostro Partito; pertanto, non potendo partecipare direttamente alla vostra iniziativa, abbiamo voluto contribuire con questa nostra riflessione.
Siamo molto interessate ai movimenti di liberazione delle donne nel mondo, in particolare in America Latina, che è ricca di realtà femminili di lotta e di partecipazione. Abbiamo, tuttavia, qualche riserva sui vostri documenti e sulle vostre posizioni, che ci sembrano percorrere la tradizionale linea dell’alleanzismo con i movimenti del proletariato maschile. Noi ci muoviamo su un piano alquanto differente: la storia ci dimostra che le rivoluzioni “socialiste” messe in campo dal proletariato nel mondo non hanno mai “compreso” le donne. Non si tratta semplicemente di verificare la “doppia oppressione” femminile, si tratta di demistificare (e decostruire) il preteso soggetto neutro, cioè maschile. Il patriarcato nel mezzogiorno d’Italia è , ancora oggi, radicato nella cultura metropolitana e, in maggiore misura, nelle periferie e aree interne, condizionando la donna nel desiderio, nella ricerca della felicità e nella propria emancipazione. Tale condizionamento ha relegato le donne del sud alla cura della famiglia e della casa, all’ubbidienza verso l’uomo, sviluppando uno schematismo immobile nel tempo: padre, marito, figlio; schema riprodottosi anche nella dimensione produttiva imposta dal Capitale che è narrazione di sopraffazione del forte sul debole e violenza dell’uomo sulla donna (caporalato). Il patriarcato di sinistra è duro a morire, anche perché camuffato da universalismo, paternalismo, fraternalismo. Lo diceva anche Federico Engels, lo dimostra anche la storia del sindacato e del movimento operaio. Noi siamo per l’intreccio tra conflitto di classe e conflitto di genere (e generi), siamo contro la visione “collaborativa” e compatibile, per l’autodeterminazione e l’asimmetria delle soggettività femminili e femministe.
Saluti femministi e comunisti
Il Forum delle donne del Prc
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INTERVENTO TELEFONICO PER L’ INCONTRO DI DONNE
A NAPOLI IL 30/1/2010
Invio un caloroso saluto ed un apprezzamento per questa pregevole iniziativa.
Come donna, combattente fin dalla lotta di Liberazione contro il nazifascismo posso dire che mi gratifica molto l ‘ idea che oggi, giovani donne sentano la stessa esigenza di lottare che ho sentito io quando ancora studentessa ero una diciassettenne.
La società degli uomini, basata sulla proprietà, ha sempre calpestato il ruolo primario nel quale la natura ha collocato la donna.
E’ la femmina, e nel caso dell’ umanità è la donna che ha, per natura avuto il compito di preservare e mantenere la sopravvivenza delle diverse specie viventi.
Questo ruolo lo rivendichiamo e rivendichiamo tutti i diritti e i doveri che ne conseguono lontane da superstizioni e religioni che inquinano le coscienze.
Non vogliamo guerre. Esigiamo il rispetto tra i singoli e tra i popoli. Non riconosciamo differenze di pelle, di lingua, di religione, di cittadinanza, perché noi donne siamo cittadine del mondo.
Non crediamo che ci siano continenti che valgano più di altri, che ci siano culture superiori o religioni migliori ed esigiamo il rispetto che si deve all’ ateismo basato sulla scienza dimostrata.
Stiamo dalla parte di coloro che lottano contro le ingiustizie, in qualunque parte del mondo siano.
Dalla parte di chi lotta contro il nemico invasore, con qualunque etichetta si sia infiltrato nella loro terra.
Stiamo dalla parte dei lavoratori, dei disoccupati e dei precari.
Dalla parte degli studenti che reclamano nuovi programmi, più qualificati e non manipolati e per l’ inalienabile diritto e dovere alla ricerca scientifica.
Stiamo dalla parte del mondo animale che va rispettato, stiamo contro l’ inquinamento dei mari, dell’ atmosfera e della terra, causato da dettami speculativi per lo sporco interesse di pochi.
Siamo coscienti che per ricoprire interamente il ruolo che la natura ci ha affidato, è necessario lottare alacremente e senza tregua, per togliere la proprietà e il potere che si serve di maschilismo e religioni per conservarlo ed ampliarlo.
Una delle nostre armi più valide e più vincenti è la cultura scientifica. La cultura della nostra classe e gli esempi che i grandi maestri ci hanno dato quando hanno saputo strappare il potere ai tiranni.
Con la bandiera della cultura scientifica camminiamo e costruiamo la nostra lotta perché Donne, madri, figlie, sorelle, compagne non debbano più accettare guerre, sfruttamento, razzismo, e macabra superiorità maschile.
Miriam Pellegrini Ferri ——
Mozione n.1 Le/i partecipanti all’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale delle Donne che nel 2011 riunirà in Venezuela organizzazioni e associazioni che in tutto il mondo promuovono e lottano per emancipare le donne e con esse tutte le masse popolari dalla discriminazione, dalla miseria, dallo sfruttamento economico, dall’oppressione politica e dall’arretratezza culturale- sostengono e promuovono ogni iniziativa di lotta per difendere i diritti conquistati dalle masse popolari del nostro paese e, al suo interno, dal movimento di emancipazione delle donne e per garantire il loro effettivo esercizio (dal voto al divorzio, dalla legge 194 alle leggi a tutela del lavoro femminile, dall’equiparazione salariale agli asili, dalla sanità all’istruzione pubblica); … See More
- denunciano il Vaticano come principale ispiratore e promotore della campagna per eliminare la legge 194 per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza e negare nei fatti alle donne di usufruirne riaprendo la piaga dell’aborto clandestino, condannano la sua pretesa di dettare legge sulla società civile (fecondazione assistita, riconoscimento dei diritti delle famiglie di fatto e dei conviventi, legge 194 e RU486, alimentazione forzata, testamento biologico, ecc.) e il tentativo del governo Berlusconi di costringere le donne e tutta la popolazione del nostro paese a regolarsi secondo i dogmi e la morale antiquata e bigotta del Vaticano, dogmi e morale che invece, come è noto, gli esponenti di questo governo personalmente si guardano bene dal seguire;
- si impegnano a partecipare e contribuire, nei modi e nelle forme che riterranno opportuni, alle iniziative del movimento NO VAT di cui sono parte integrante;
- chiedono che le autorità, gli esponenti dei partiti di opposizioni e quanti hanno a cuore il progresso della società civile, se sono conseguenti ai loro impegni e compiti in merito alla tutela dei diritti delle donne e della laicità dello Stato, si adoperino per garantire l’effettivo esercizio di tali diritti contro le ingerenze del Vaticano indegne di uno Stato laico di fatto e non solo di nome.
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Mozione n.2 Le/i partecipanti all’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale delle Donne che si terrà nel 2011 in Venezuela
- esprimono la propria solidarietà alle masse popolari della Repubblica Bolivariana del Venezuela, paese che nel 2011 ospiterà la Conferenza che stiamo preparando, e al percorso che stanno compiendo per emanciparsi dal dominio dell’imperialismo mondiale (in primo luogo da quello USA) e con esso dallo sfruttamento, dall’oppressione e dall’arretratezza e la convinzione che tale percorso costituisca una speranza per i popoli che in tutto il mondo lottano per gli stessi obiettivi;
- denunciano e condannano l’intensificarsi delle operazioni militari con cui l’Amministrazione USA minaccia la rivoluzione democratica e viola la sovranità nazionale del Venezuela (dall’accordo di cooperazione militare sottoscritto tra il governo USA e quello della Colombia per condurre dalle basi militari colombiane “operazioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione” nei confronti del Venezuela classificato dal Dipartimento di Stato USA come “nazione non cooperante”; alla costruzione, con attrezzature e finanziamenti provenienti dagli USA, di una nuova base militare al confine con il Venezuela annunciata dallo stesso governo colombiano; alla violazione dello spazio aereo venezuelano compiuta da alcuni droni statunitensi MQ-1 Predator, gli stessi utilizzati in Afghanistan e Pakistan per compiere “omicidi mirati”; all’invio, compiuto dal governo USA con il consenso di quello dell’Olanda, di agenti segreti, navi militari e aerei spia nelle isole delle Antille Olandesi di Aruba, Curacao e Bonaire, situate a 50 miglia dalle coste venezuelane);
- si impegnano a operare, nei modi e nelle forme che riterranno opportuni, per sostenere e difendere la rivoluzione democratica venezuelana dalle minacce del governo USA e dei suoi complici;
- chiedono che le autorità locali e gli esponenti dei partiti di opposizione, se le loro dichiarazioni in difesa della democrazia, della pace e della sovranità nazionale degli Stati non sono solo uno strumento per ingannare l’opinione pubblica e giustificare le aggressioni militari contro paesi colpevoli di non sottomettersi ai diktat del governo USA e dei suoi complici, promuovano la più ampia informazione su quanto sta avvenendo in America Latina, si adoperino in ogni modo per far desistere il governo degli USA da ogni manovra mirante a mettere fine alla rivoluzione democratica del popolo venezuelano e a rovesciarne il legittimo governo, si impegnino a condannare ogni complicità del governo Berlusconi, notoriamente “buon amico” di quello USA, con i preparativi di guerra che quest’ultimo sta compiendo ai danni del popolo venezuelano.
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Mozione n.3 Le/i partecipanti all’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale delle Donne che si terrà nel 2011 in Venezuela
- condannano fermamente l’operazione militare (Green Hunt — Caccia Verde) che il governo indiano si appresta a lanciare a partire dal mese di marzo (con l’impiego di decine di migliaia di soldati e dell’aeronautica militare) contro una vasta area dell’India centrale e settentrionale abitata dagli adivasi, popolazioni tribali fuori casta proprietarie di diritto della zona secondo quanto sancito dalla costituzione dello Stato indiano e dove il Partito Comunista Indiano (maoista) ha da anni istituito forme di produzione più moderne, strutture sanitarie e scolastiche, organismi di governo, di amministrazione e di giustizia popolari, promuovendo in particolare il protagonismo delle donne, che in questa come in generale nelle strutture sociali arretrate sono i soggetti più deboli e oppressi;
- denunciano che per ottemperare agli impegni assunti negli accordi (Memoranda of Understanding) sottoscritti con numerose multinazionali indiane e straniere (tra cui la Vedanta, la POSCO, la RioTinto, la Tata, la Hindalco, la Jindal and Mittal) interessate ad appropriarsi del territorio degli adivasi e delle sue risorse, in primo luogo del legname, il governo indiano si appresta a compiere un vero e proprio genocidio, sterminando e deportando milioni di persone e a eliminare uno dei (pochi) polmoni verdi ancora esistenti, provocando una catastrofe ambientale di proporzioni planetarie;
- esprimono la propria solidarietà e sostegno alla resistenza delle popolazioni adivasi e del Partito comunista indiano (maoista) che costituiscono il principale baluardo contro i programmi criminali del governo indiano e delle multinazionali coinvolte nell’operazione Green Hunt;
- si impegnano a contribuire, nei modi e nelle forme che riterranno opportuni, alle campagne internazionali che vanno sotto il nome di Spring Thunder (Tuono di Primavera) che hanno l’obiettivo di denunciare all’opinione pubblica internazionale i programmi criminali del governo indiano e delle multinazionali coinvolte, promuovere ogni forma di protesta contro di essi e sostenere la lotta delle popolazioni adivasi e dei comunisti indiani;
- chiedono che le autorità locali e nazionali del nostro paese, se le loro dichiarazioni in difesa dei diritti umani e della tutela dell’ambiente non sono solo uno strumento per ingannare l’opinione pubblica, promuovano a livello nazionale e internazionale la più ampia informazione su quanto sta avvenendo in India e si adoperino in ogni modo per far retrocedere il governo indiano dai suoi programmi di sterminio e devastazione ambientale.
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Mozione n.4 Le/i partecipanti all’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale delle Donne che si terrà nel 2011 in Venezuela
- esprimono la propria solidarietà agli operai e alle operaie della FIAT di Pomigliano d’Arco e Termini Imprese e a tutti i lavoratori e le lavoratrici che stanno lottando per difendere il loro posto di lavoro e a tutti i disoccupati/e e precari/e in lotta per conquistare un lavoro dignitoso, e con esso la possibilità di vivere;
- condannano le cariche poliziesche e le sanzioni amministrative con cui le autorità colpiscono quanti lottano per difendere e affermare il sacrosanto diritto ad avere un lavoro e un salario dignitosi;
- sostengono e promuovono ogni iniziativa di lotta “per non pagare la crisi dei padroni” che sta peggiorando le condizioni di tutte le masse, ma in particolare delle donne (la privatizzazione e la riduzione dei servizi pubblici fanno ricadere principalmente sulle loro spalle la cura dei bambini, degli anziani, dei malati; il carovita le costringe ad arrabattarsi per arrivare a fine mese, a dedicare gran parte delle loro energie e del loro tempo alla sopravvivenza; alle donne vengono riservati i salari più bassi, i lavori più sporchi e modesti o precari e sono loro le prime ad essere licenziate; i soprusi, le violenze e gli stupri contro le donne aumentano giorno per giorno), nella convinzione che solo in questo modo è possibile sia imporre alle autorità e ai padroni i provvedimenti più urgenti necessari per far fronte agli effetti peggiori della crisi sia costruire le condizioni generali per farvi fronte in proprio;
- chiedono che le autorità, se le loro promesse in difesa del diritto al lavoro non sono solo parole vuote, usino le risorse e i mezzi di cui dispongono per adottare tutti quei provvedimenti necessari ad arginare gli effetti peggiori della crisi.
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Mozione n.5 Le/i partecipanti all’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale delle Donne che si terrà nel 2011 in Venezuela
- esprimono il proprio appoggio a tutte le migranti e i migranti che si ribellano alle condizioni indegne a cui il governo Berlusconi e i partiti che lo compongono, in primis la Lega Nord, li condannano con misure e leggi razziste e criminali come il pacchetto sicurezza, l’istituzionalizzazione delle ronde razziste, la politica dei respingimenti, i CIE, i rastrellamenti e le deportazioni razziali e la miriade di provvedimenti apertamente razzisti ad esse ispirati adottati da Comuni più o meno grandi; con una capillare campagna di propaganda razzista che addita gli immigrati come responsabili della miseria, del degrado e dell’insicurezza delle nostre città; con la copertura e l’appoggio dati a gruppi e organizzazioni fasciste come Forza Nuova, Casapound, Blocco Studentesco, La Destra, ecc. che sono in prima fila nel promuovere e organizzare la “caccia all’immigrato”;
- esprimono, nello spirito della Conferenza Mondiale delle Donne, la propria solidarietà a tutti gli antifascisti che, in Toscana come nel resto del nostro paese, sempre più spesso sono inquisiti, arrestati, processati perché, tenendo alti i valori della Resistenza partigiana, promuovono e organizzano la reazione popolare contro il fascismo e lo squadrismo fascista mentre, al contrario, i gruppi e partiti fascisti possono tranquillamente e impunemente aprire sedi, aggredire immigrati, omosessuali, emarginati così come militanti e sedi della sinistra, seminare in particolare tra i giovani una cultura di odio, razzismo, violenza e sopraffazione, inneggiare al fascismo ed esibire svastiche, croci celtiche e tutto l’armamentario della simbologia fascista e nazista nonostante la Costituzione e altre leggi (legge Scelba e legge Mancino) tuttora in vigore nel nostro paese vietino e condannino la ricostituzione del partito fascista, l’apologia di fascismo e di razzismo;
- si impegnano a sostenere e promuovere, nei modi e nelle forme che riterranno opportuni, ogni iniziativa per stroncare quelle che costituiscono vere e proprie prove di fascismo promosse dalla destra più reazionaria del nostro paese al fine di scatenare su scala maggiore dell’attuale la guerra tra poveri, spingere ancora più in basso le masse popolari del nostro paese, creare le condizioni per trascinare tutti ad aggredire e saccheggiare altri paesi e nazioni;
- visto che il fascismo e il razzismo oltre che illegittimi nel nostro paese sono anche un reato, chiamano le autorità, se sono conseguenti ai compiti cui sono preposte, a far rispettare quanto sancito dalla Costituzione e dalle altre leggi vigenti nei confronti delle attività e delle organizzazioni fasciste e intervenire perché sia posto fine a ogni tipo di persecuzione e repressione contro gli antifascisti;
- chiamano i partiti di opposizione, le organizzazioni sindacali, i vescovi, le grandi associazioni che hanno i mezzi e il seguito necessari, se la loro opposizione alle misure razziste del governo Berlusconi è opposizione reale e non complicità camuffata, a promuovere la disobbedienza di massa nei confronti delle leggi e delle misure razziste varate dal governo Berlusconi e dalle amministrazioni locali.
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Mozione n.6 Le/i partecipanti all’incontro per la preparazione della Conferenza Mondiale delle Donne che si terrà nel 2011 in Venezuela
- denunciano che gli imperialisti USA e di altri paesi (tra cui l’Italia) come veri e propri sciacalli stanno occupando militarmente Haiti per mettere le mani sul bottino della ricostruzione e impedire che la ribellione popolare rovesci il governo haitiano e si saldi con le forze e i governi progressisti dell’America Latina. Con la scusa degli aiuti umanitari e speculando vergognosamente sulle morti e le distruzioni causate dal terremoto, il governo Obama ha inviato più di 10.000 marines e occupato l’aeroporto di Pourt-au-Prince per prendere il controllo dell’isola (già occupata tra l’altro dalle truppe ONU in seguito al colpo di stato del 2004) ostacolando e ritardando le stesse operazioni di soccorso e la distribuzione di cibo, medicinali e altri beni di prima necessità alle popolazioni terremotate e aggravando ulteriormente la loro situazione;
- esprimono la propria solidarietà alle masse popolari di Haiti che, sostenute dalla Repubblica Bolivariana del Venezuela, da Cuba, dall’associazionismo di base e dalle organizzazioni popolari di vari paesi del mondo, si stanno organizzando direttamente per essere promotrici e protagoniste della ricostruzione del loro paese;
- si impegnano a operare, nei modi e nelle forme che riterranno opportuni, per sostenere le masse popolari haitiane nella ricostruzione del loro paese e nell’opposizione all’occupazione degli imperialisti USA e dei governi loro complici; in particolare fanno appello a tutte le organizzazioni promotrici e le singole partecipanti alla Conferenza Mondiale affinché promuovano la partecipazione delle donne haitiane alla Conferenza stessa;
- chiedono che le autorità locali e gli esponenti dei partiti di opposizione, se le loro dichiarazioni in difesa dei diritti umani, della democrazia, della pace e della sovranità nazionale degli Stati non sono solo uno strumento per ingannare l’opinione pubblica, denuncino e contrastino l’occupazione militare di Haiti da parte del governo USA, di quello italiano e di altri paesi imperialisti e appoggino le organizzazioni popolari che stanno intervenendo in sostegno delle masse popolari haitiane.
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Intervento/proposta del Comitato promotore italiano della CMD Proposta per la struttura/funzionamento delle Commissione
Le nostre proposte per la costruzione di una Commissione nazionale preparatoria della Conferenza Mondiale delle Donne sono le seguenti:
1. Linee guida per il lavoro:
- Autorganizzazione e mobilitazione nelle lotte: perché non esiste emancipazione femminile se non è la donna a essere la promotrice e la dirigente di questo processo
- Coordinamento e solidarietà: perché senza l’unione e la solidarietà reciproca con le altre lotte per la difesa dei diritti conquistati con la Resistenza e con le lotte successive e che fanno parte della stessa nostra classe, la donna non si emanciperà mai definitivamente. È solo con l’unità d’azione, il coordinamento, la solidarietà e il sostegno alle altre lotte che potremmo finalmente renderci artefici del nostro futuro, partecipare attivamente e senza deleghe a governi dei grandi elettori (Vaticano, Confindustria e organizzazioni Criminali)
2. Composizione e funzionamento
Per la funzionalità e lo sviluppo del lavoro di promozione della Conferenza Mondiale proponiamo di stabilire degli incontri con cadenza regolare una volta ogni due mesi, che vedranno la partecipazione delle delegate delle varie organizzazioni che aderiscono alla commissione e le responsabili dei vari gruppi di lavoro.
Anzi proponiamo che ogni organismo comunichi entro e non oltre due settimane le delegate/rappresentanti degli organismi che parteciperanno alla commissione e alle riunioni organizzative che essa promuoverà, questo per dare più continuità al lavoro della Commissione.
3. Compiti e obiettivi
È in base ai compiti e agli obiettivi che la Commissione deve perseguire che formuliamo le nostre proposte di struttura e funzionamento:
- promozione della CMD attraverso iniziative dei singoli aderenti, iniziative comuni tra i singoli aderenti, partecipazione a scadenze e ad iniziative comuni (NO VAT, Sciopero dei migranti, 08 marzo — Giornata internazionale della Donna, ad esempio);
- gestione dei rapporti e coordinamento tra gli aderenti, con i comitati nazionali di altri stati e con il comitato promotore internazionale;
- gestione e preparazione del lavoro per la costruzione e partecipazione alla CMD, ossia
a) elaborazione 1. dei criteri per l’elezione delle delegate, 2. dei contributi e tematiche da portare all’Assemblea Generale della CMD, 3. delle attività per il Programma di Massa;
b) organizzazione del seminario nazionale conclusivo durante il quale verranno elette le delegate, scelte le tematiche e le attività di massa da portare in Venezuela (si dovrà svolgere entro novembre 2010);
- gestione e organizzazione delle attività di autofinanziamento.
4. Struttura
Proponiamo che si costituiscano dei gruppi (con rappresentanti delle diverse realtà che hanno aderito e che aderiranno) che si occupino nello specifico dell’organizzazione, della promozione e del finanziamento della Commissione nazionale e della Conferenza Mondiale, nonché che mantengano e sviluppino le relazioni con i comitati promotori e le organizzazioni degli altri paesi.
4.1 Gruppo ORGANIZZATIVO che si dovrà occupare di
- della gestione dei contatti e della casella mail,
- inchiesta a livello nazionale sulle realtà da coinvolgere e a cui proporre l’adesione,
- raccogliere le nuove adesioni,
- organizzare le riunioni della Commissione,
- organizzare e coordinare le iniziative comuni ad alcune mobilitazioni che decideremo di dedicare alla promozione della CMD (NO VAT Day, Sciopero migranti del I marzo, 08 marzo, giornata contro la violenza sulle donne ad esempio),
- in sinergia con gli altri gruppi di lavoro deve promuovere almeno un grande evento di promozione della CMD e di autofinanziamento (concerto, festa, campeggio, ecc.).
In questo modo realizziamo e concretizziamo il Coordinamento tra gli aderenti in questo percorso comune, sviluppiamo un fronte unitario di solidarietà e lotta.
4.2 Gruppo PROPAGANDA che si dovrà occupare di
- istituire un Ufficio Stampa, che lavori nello specifico sulle relazioni con la stampa, sia quella che già simpatizza per il nostro progetto, che quella che ancora non lo conosce ed è apertamente schierata con questo regime borghese
- si occuperà inoltre di redigere comunicati, volantini, locandine di iniziative della Commissione,
- apertura di un sito.
In questo modo promoviamo la CMD e il lavoro della Commissione affinché confluiscano sempre più forze verso i nostri obiettivi comuni.
4.3 Gruppo AUTOFINANZIAMENTO che si dovrà occupare di
- istituire una cassa e organizzarne lo sviluppo (es. proposta di realizzare una fascia con il logo della commissione di autofinanziamento, vendita di gadget, richiesta di fondi economici alle istituzioni, a partire dalle circoscrizioni, di zona e continuando verso altri livelli…richieste di patrocinio per iniziative che faremo nella zona dove propaganderemo la Conferenza Mondiale),
- pianificare e organizzare iniziative congiunte in sinergia con il GRUPPO ORGANIZZATIVO per raccogliere sottoscrizioni,
Proponiamo anche che ogni aderente a seconda della propria possibilità versi una quota alla Commissione.
4.4 Gruppo RELAZIONI INTERNAZIONALI e TRADUZIONI che si dovrà occupare di
- gestione dei rapporti con le delegazioni e con i comitati degli altri paesi,
- costruzione e gestione di un ufficio traduzioni sia per il mantenimento della relazioni internazionali sia che assista le delegate e le compagne che andranno alla CMD (lingue principali: inglese e spagnolo; per il Coordinamento europeo sarebbe buono avere anche una traduttrice tedesca).
In questo modo sviluppiamo la solidarietà internazionale e lo scambio di esperienza con le donne di tutto il mondo.
4.5 Gruppo di PREPARAZIONE della CMD che si dovrà occupare di raccogliere ed elaborare
- le proposte di elezione delle delegate che rappresenteranno l’Italia alla CMD,
- le proposte e le tematiche di contenuti che porteremo all’Assemblea generale come delegazione e dei workshop e attività che proporremo al Programma di Massa della CMD.
Occasione di propaganda e raccolta di adesioni è la preparazione dell’8 marzo, il NO VAT Day e lo sciopero dei migranti del I marzo (importanti momenti per dare concretamente il nostro sostegno e solidarietà, oltre che allargare la mobilitazione per la CMD)
C'è chi usa la penna come un fucile al servizio di giustizia e verità e chi invece, come strumento di potere. E menzogna e falsità sono strumenti di potere. (AM)
“Colombia Invisible” largometraje de Unai Aranzadi. El nuevo teaser.
Lo que hizo Trujillo en el Rio Masacre fu un GENOCIDIO si asumimos la definición de genocidio dada por la el estatuto de Roma de la Corte Penal Internacional en su artículo n. 6:
A los efectos del presente Estatuto, se entenderá por “genocidio” cualquiera de los actos mencionados a continuación, perpetrados con la intención de destruir total o parcialmente a un grupo nacional, étnico, racial o religioso como tal:
a) Matanza de miembros del grupo;
b) Lesión grave a la integridad física o mental de los miembros del grupo;
c) Sometimiento intencional del grupo a condiciones de existencia que hayan de acarrear su destrucción física, total o parcial;
d) Medidas destinadas a impedir nacimientos en el seno del grupo;
e) Traslado por la fuerza de niños del grupo a otro grupo.
Reflexionando… cooperación internacional
Creo que la cooperación internacional tenga que dejar definitivamente ese rol compasivo y caritativo que caracteriza sus acciones, que además de permitirle recaudar mucho dinero (sobre el cual hasta cierto punto hay control) y una estructuración demasiado burocrática y clientelar de su aparato, funciona solo como paliativo de las situaciones de subdesarrollo. Si la cooperación no asume la tarea de impulsar cambios ESTRUCTURALES y definitivos en las realidades en las que trabaja nunca, nunca lograremos reducir pobreza y miseria, ya que estas confirmarán, definitivamente ser funcionales al mismo sistema neoliberista.
«Nadie es una isla completo en si mismo; cada hombre es un pedazo del continente, una parte de la Tierra. Si el mar se lleva una porción de tierra, toda Europa queda disminuida, como si fuera un promontorio, o la casa de uno de tus amigos, o la tuya propia; por eso la muerte de cualquier hombre me disminuye, porque estoy ligado a la humanidad; y por consiguiente, nunca preguntes por quién doblan las campanas porque están doblando por ti».
HONDURAS
23/9 E' stato ucciso l'avvocato Antonio Trejo difensore dei contadini che stanno portando avanti le lotte per la recuperazione delle terre appartenenti ai movimenti MOCSAM, MARCA y el MUCA; aveva presentato inoltre un ricorso di incostituzionalità delle Citta Modello
COLOMBIA/URIBE
El expresidente de Colombia, Álvaro Uribe, concedió docenas de licencias para disponer de pistas de aterrizaje al capo del narcotráfico Pablo Escobar, aseguró la periodista Virginia Vallejo, quien fuera amante del jefe del Cartel de Medellín.
"Por Pablo (Escobar) pude saber que (Álvaro) Uribe le concedió docenas de licencias para disponer de pistas de aterrizaje. Me decía que sin la ayuda de 'ese muchachito bendito' estaría trayendo la pasta de coca a pie desde Bolivia", dijo Vallejo en una entrevista a la revista argentina 'Noticias'. Fue organizada con el motivo de la reedición en Argentina de su libro 'Amando a Pablo, odiando a Escobar', lanzado en 2007.
Texto completo en: http://actualidad.rt.com/actualidad/view/124476-escobar-uribe-narcotrafico-colombia-aterrizaje-vallejo
MEMORIA
El 3 de octubre de 1984, Luis Fernando Lalinde Lalinde, de 26 años de edad, fue detenido y posteriormente desaparecido por el Ejercito colombiano. Desde ese día, Fabiola Lalinde emprendió la búsqueda de su hijo. Aunque sufrió constantes hostigamientos e intimidaciones, logró encontrar el cadáver de Luis Fernando después de 4.428 días de incesante búsqueda. Fue detenido en el marco de la “Operación Cuervos” adelantada por el ejército, cuando se encontraba en Jardín (Antioquia) tratando de rescatar un guerrillero herido del EPL, en 1984, durante el Proceso de Paz del Presidente Belisario Betancur, cuando este movimiento político se encontraba en cese al fuego.