Se necesita reparador de sueños…

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conozco muy buenos reparadores de sueños en México, así que preparen las herramientas que nunca se sabe…


I bambini rom schedati e tutti gli altri? Chi li tutela alle frontiere?

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La terribile  proposta di Maroni della  schedatura dei bambini rom a mezzo impronte digitali,  che secondo il ministro dell’Interno sarebbe  un’ulteriore garanzia per la tutela dei loro diritti e un mezzo per difenderli dai genitori sfruttatori, mi ha fatto venire in mente che, sempre in materia di tutela della sicurezza dei bambini, la nostra normativa per l’identificazione dei minori è a dir poco ridicola.
Al momento dell’iscrizione di un minore sul passaporto di uno dei genitori, per esempio, gli unici dati del bambino che vengono riportati sono il nome, il cognome, il luogo e la data di nascita. Senza fotografia. Lo spazio per la foto c’è,  ma questa fino ad una certa età non è obbligatoria.
 
Pertanto immagino che sia possibile  e probabile,  che un qualsiasi malintenzionato sul cui passaporto sia registrato un figlio e che voglia  effettuare un traffico di bambini  possa:
 
  1. partendo dall’Italia senza figlio (ovviamente),  recarsi in un qualsiasi altro paese, prelevare un bambino dello stesso sesso e apparentemente della stessa età di quello registrato sul suo passaporto e farlo entrare come suo figlio, e al ritorno farne ciò che vuole.
 
  1. con lo stesso sistema partire dall’Italia con un figlio non suo ma con le stesse caratteristiche di quello registrato sul suo passaporto. E giunto nel paese di destinazione, farne ciò che vuole.
 
O no? E’ così facile come sembra o spero, mi auguro,  che non sia così?
 
Ho fatto presente questo una volta a un addetto ai controlli documenti di Fiumicino che  mi ha detto: “signora, lei ha ragione, non faccio io le leggi, ma se vuole può mettere le foto dei suoi figli sul passaporto…”.
Certo, solo che io non ho nessuna intenzione di vendere i miei figli, né qualsiasi altro bambino.
 
 

Quando lo chiamavano Festival.…

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la foto è stata scattata a Firenze durante i cortei che si dirigevano al festival alle Cascine

“Il Festival nazionale de “L’Unità” per il 1975 si è svolto a Firenze, alle Cascine, dal 30 agosto al 14 settembre. Un programma fitto ogni giorno di spettacoli, proiezioni, concerti e dibattiti, un susseguirsi di avvenimenti culturali che ha coinvolto tutta la città. La giornata conclusiva si è aperta con una grande manifestazione alla quale hanno preso parte un milione di persone: due interminabili cortei si sono mossi contemporaneamente da Piazza della Libertà e da Porta Romana per confluire, dopo aver attraversato il centro della città, sul viale delle Cascine, davanti al palco del Comitato centrale e delle delegazioni ospiti. Un milione di persone giunte in gran parte da tutta Italia con treni speciali, centinaia e centinaia di pullman, carovane di auto.”
(Tratto da ALMANACCO PCI ’76)

Tonino, sei tutti noi!!!

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Santo subito!

Santo subito!


Multiple personalità

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Tra il serio e il faceto, con  simpatia ai miei lettori:
Si è acceso da qualche giorno su questo sito un dibattito (che non aveva nulla a che vedere con l’argomento iniziale del post)   assai interessante sul fatto che alcuni di coloro che usufruiscono  di questo spazio,  lo fanno utilizzando nickname o pseudonimi  diversi per commentare nei post pubblicati.
Il loro utilizzo ovviamente non ha nulla a che vedere con il disturbo di natura psichiatrica di ben più grave entità di chi soffre  di personalità multipla  e quindi a Sigmund Freud e Carl Gustav Jung, che tempestivamente sono intervenuti, consiglio simpaticamente di non scomodarsi tanto e di dedicare i loro studi e rivolgere le loro diagnosi  a casi  ben più importanti e seri.  Non ho mai detto né suggerito che la “malattia” debba fare il suo corso. Ho solo scritto che faccio fatica a seguirvi in questa discussione, ma è una difficoltà legata esclusivamente al fatto che almeno io quando devo dire qualcosa a qualcuno preferisco dirgliela con nome e cognome o altrimenti sto zitta. Dire a qualcuno  per esempio “sei un cretino”  utilizzando un nickname è secondo me l’equivalente del tacere. Il qualcuno non saprà mai o non avrà mai la certezza di sapere che sono stata io a dirgli “cretino”.  E che gusto c’è?
Più in generale voglio puntualizzare  che:
1) Nardi non mi sembra abbia mai fatto qui interventi particolarmente sgradevoli. Forse c’è stato di molto peggio in passato, come fu per esempio per le  minacce ricevute in occasione del sit –in del 6 marzo per la Colombia o insulti sgradevoli tra i commentatori. E’  forse a questo tipo di persone che consiglierei vivamente un buon psichiatra o comunque una struttura adeguata dove poter contenere la loro aggressività.
2) Generalmente non ho particolari problemi se qualcuno di voi volesse usare diversi nick, ovviamente sempre nel rispetto degli altri e della sottoscritta. E’ chiaro che è preferibile e sicuramente più interessante interloquire con qualcuno che si conosce e si riconosce che non con persone nascoste dietro nomi di fantasia. E questo per una linearità di comunicazione e pensiero e per una semplicità nel dialogo. Voglio dire che è più semplice stabilire un dialogo per esempio con Elio, o con V. o con Nardi  o con G.o con Paolo R.  o con M.C. (che dopo una lunga terapia è riuscito a liberarsi, spero,  di tutte le sue personalità) tanto per citarne alcuni che si firmano sempre nello stesso modo,  che non con qualcuno che cambia nick continuamente. Mi chiedo inoltre anche come fa poi uno  che si firma S. Freud a sentirsi in  diritto di criticare Elio se a un certo momento questi, in assoluta libertà e per motivi suoi personali  sceglie  di chiamarsi Anarkik o Pinco Pallino. Ma poi arrivano “basta con le menate” e anche C.G. Jung a fare ordine e quello che ne risulta è un teatrino. Se arrivasse anche Ronald Laing a questo punto mi sentirei veramente onorata.
Chiudo con una citazione che fa riflettere  tratta dal “Lupo della Steppa” di H. Hesse, un classico da leggere  per chi soffre di disturbi della personalità multipla. D’altra parte chi di noi non ne ha mai sofferto? L’importante, lo ricordo qui,  e sempre è IL RISPETTO:
 
“Il mio teatrino ha tanti palchi quanti ne volete, dieci, cento mille, e oltre ogni porticina vi attende proprio quello che state cercando. E’ una bella galleria di quadri, caro amico, ma non le servirebbe passare come sta da uno all’altro. Sarebbe ostacolato e abbagliato da quello che lei è avezzo a chiamare la sua personalità. Senza dubbio avrà già capito che il superamento del tempo, la redenzione dalla realtà o quel nome qualsiasi che voglia dare alla sua aspirazione non è altro che il desiderio di sbarazzarsi della sua così detta personalità. Questa è la prigione nella quale lei è rinchiuso”.
 
 

Iran, Israele, Cina, Usa, Corea, Pakistan, Francia, cara Europa, l’atomica è tutta uguale…

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Nucleare nel mondo

Fonte: Le Monde 3/2/2006

Leggo su più giornali questa mattina che Ahmadinejad “gela l’europa” perchè ha dichiarato di voler continuare con il suo programma di arricchimento dell’uranio.
L’Europa ormai si gela e si surriscalda a seconda di che aria tiri negli Stati Uniti, ma a voi, cittadini del mondo,  non viene nemmeno un brividino  piccolo piccolo nella schiena sapendo che Israele, Cina, Russia, Francia, Stati Uniti, Pakistan, India , Corea del Nord …  e chissà quanti altri hanno l’atomica?
Ahmadinejad gela e Istraele no? Ma Ahmadinejad è musulmano e ha detto bene ieri sera Alex Zanotelli, al Palazzo delle Esposizioni a Roma, in un discorso tuttavia non riferito all’Iran e all’atomica, ricordando che “abolito il comunismo, bisogna ora costruire  il nuovo nemico, e questo nuovo nemico oggi sono i musulmani”.
Leggi anche qui: Archivio Disarmo


Non ci resta che piangere

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Dal blog di Marco Camisani Calzolari:

“Viviamo in anni di grande trasformazione in cui alcuni viaggiano serenamente con carrozze trainate da cavalli, mentre altri sfrecciano con potenti automobili su strade ancora sterrate. I semafori non sono ancora stati inventati e per risolvere il problema si usano sui neo automobilisti gli stessi frustini che andavano bene per i cavalli.
Molti si sentono come Benigni e Troisi nel film “Non ci resta che piangere”, in cui ci si trova a vivere in quel presente che altri invece chiamano futuro, ma per molti tratti si ha la percezione di vivere in un passato in cui alcuni traguardi di modernità non sono ancora stati raggiunti.”


Alla faccia della “purificazione totale”!!!!

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Benedetto XVI circa un mese fa ha fatto un viaggio negli Stati Uniti. La sua visita è stata caratterizzata dal suo silenzio. Quello che ha molto poco cristianamente osservato sulla pena di morte e sulla guerra in Iraq.
Ma è stata anche  caratterizzata per la condanna dura della pedofilia nel clero: “serve una purificazione totale!” aveva tuonato. “Mai più preti pedofili”.
 
Domenica 4 maggio 2008.
Pochi giorni dopo il suo arrivo dagli Stati Uniti. Basilica Santa Maria Maggiore a Roma. Il pontefice e Alemanno si incontrano dopo la messa e il neo sindaco di Roma si inchina e bacia la mano del papa. Di questo  hanno parlato tutti i giornali.
Hanno però taciuto quasi tutti, ad eccezione del  Manifesto, sul fatto  che in compagnia del papa, ad officiare la messa c’era il cardinale Bernard Law, oggi arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore. Bernard Law  fu  arcivescovo di Boston dal 1984 al 2002 quando venne  costretto a dimettersi da Giovanni Paolo II in seguito allo scandalo dei preti pedofili negli Stati Uniti. Egli avrebbe protetto alcuni preti pedofili della diocesi di Boston pur conoscendo i crimini di cui si erano macchiati. In particolare avrebbe volontariamente allontanato e spostato continuamente  da una parrocchia all’altra  padre John J. Geoghan, che nel marzo del 2002 fu condannato a dieci anni di carcere per aver abusato di un bambino di dieci anni. Dalle indagini e dal processo emerse che su padre Geoghan  pendevano centotrenta denunce per fatti analoghi e che il sacerdote era stato coperto proprio dall’arcivescovo Law e da tutta la diocesi, costretta successivamente a pagare ingenti risarcimenti alle vittime degli abusi.
Mai più preti pedofili, ma che carriera  per i preti che li hanno protetti, lasciandogli piena libertà di continuare ad abusare  dei bambini…

Paradossi dalla capitale…

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Leggo su la Repubblica di ieri:  Alcuni nomadi del campo del Testaccio, che fino allo scorso anno vivevano dentro l’ex Mattatoio, hanno riferito a Rory Capelli che li ha intervistati, di essere delusi perchè da tempo ormai, dopo essere stati spostati dall’interno del Mattatoio dove si trovavano al suo esterno, con la promessa di una nuova sistemazione, sono ancora  là fuori in attesa.
Sono italiani e votano. “La vuole sapere una cosa?” hanno riferito al giornalista, “oltretutto abbiamo votato Alemanno”.
 
Una mia amica romena invece mi ha raccontato che lei, il marito ed altri suoi connazionali prima delle elezioni sono stati invitati e hanno partecipato a qualche riunione organizzata dal Popolo della Libertà. Loro invece non potevano votare.

Giornata del ricordo dei giornalisti uccisi dalle mafie e dal terrorismo.

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