Víctor Polay Campos: “Sul banco degli accusati. Terrorista o ribelle?” (Il libro– Capitolo I)
Qui parlavamo della decisione di pubblicare il libro di Víctor Polay Campos a puntate in questo sito.
INDICE /Dedica /Prologo /In memoria /Introduzione
CAPITOLO 1
FARSA DI PROCESSO
Sentenza del Tribunale senza Volto
Nel Carcere di Yanamayo, a 4.000 metri sul livello del mare, dove mi trovavo recluso dal luglio del 1992, si costruì, per giudicarci, una Sala di Udienze, consistente in un piccolo recinto, diviso in due da un grande specchio, che permetteva di vedere solo da un lato – quello dei giudici – e un apparato di distorsione della voce che emetteva suoni che sembravano prodotti da un robot della Guerra delle Galassie. In questo luogo surreale fummo sottoposti a una parodia di giudizio da parte di “giudici senza volto” che durò due giorni. Il primo per l’accusa e il secondo per l’allegato della difesa e per la sentenza. Non ci furono interrogatorio, presentazione di prove, partecipazione di testimoni, lettura di fascicoli, né nulla che somigli a un processo normale.
La piccola sala fu riempita per due giorni da un pubblico molto particolare, composto da capi di polizia e militari, che assistettero per non perdersi lo “storico spettacolo”.
Come fatto inaudito, degno di Ripley, nella stessa Sala di Udienze, dove in teoria avrebbe dovuto amministrarsi la giustizia, fui sottoposto a tortura insieme al mio coaccusato Peter Cárdenas, con percosse e scariche elettriche, e alla fine del secondo giorno di udienza fummo filmati con vestiti a strisce.
A quanto pare agli impiegati di Fujimori non piacque per niente il nostro rifiuto a pentirci e a sottometterci alla dittatura. Dopo poco tempo, per terminare il lavoro, la polizia arrestò il mio avvocato difensore e lo accusò di “tradimento alla patria”. (altro…)
Víctor Polay Campos: “Sul banco degli accusati. Terrorista o ribelle?” (Il libro-I)
Víctor Polay Campos fu il fondatore e leader, in Perú, a principio degli anni ‘80 del MRTA, Movimiento Revolucionaio Túpac Amaru. Arrestato una prima volta nel 1989, nel 1990 riesce a fuggire dal carcere di Canto Grande insieme ad altri 47 compagni. Viene nuovamente arrestato nel 1992 e dal 1993, da 20 anni ormai, si trova rinchiuso nella base militare navale del Callao (salvo un breve periodo trascorso nel carcere di pietras Gordas), a Lima, dove sta scontando una condanna a 32 anni di carcere che finirà nel 2023.
Inutili fino ad oggi le richieste da parte di familiari, amici ed associazioni per la difesa dei diritti umani per il suo trasferimento in un carcere civile. Nel carcere militare del Callao non può studiare, non può lavorare e non può ricevere le visite dei familiari nei giorni stabiliti come in altri istituti carcerari civili.
Nel 2007 viene pubblicato in Perú il suo libro: “En el banquillo. Terrorista o rebelde?” dalla casa editrice Canta Editores/Colección tamaru – Paseo de la República 4351 – Of 201 Surquillo – Lima (curatrice dell’edizione Mary Soto).
Il libro è stato tradotto in italiano (Sul banco degli accusati. terrorista o ribelle?) da Marisa Masucci, con la quale abbiamo deciso, di comune accordo e con l’autorizzazione della casa editrice peruviana, che ringraziamo, di pubblicare sul mio blog poco a poco, come se si trattasse di una sorta di “romanzo” a puntate, il libro di Víctor.
Con Marinella Correggia nel 2009 abbiamo intervistato Víctor Polay Campos, tramite uno dei suoi avvocati, per il quotidiano il manifesto. L’intervista è disponibile qui.
La pubblicazione avrà cadenza settimanale, circa. Alla fine della pubblicazione dei capitoli verrà allegato il file completo del libro da poter scaricare, stampare e conservare. (altro…)
Le macerie di Haiti
Fonte: http://blog.edizionisur.it/08–02-2013/le-macerie-di-haiti/
Il 12 gennaio 2010 un terremoto di magnitudo 7 Mw con epicentro a soli 25 km dalla capitale Port-au-Prince devastava lo Stato caraibico di Haiti. A tre anni di distanza non si conosce ancora il numero delle vittime, valutate in oltre 200.000. Ed è ancora piena emergenza, soprattutto sul piano sanitario. Due giovani ricercatori italiani, Fabrizio Lorusso e Romina Vinci, sono stati sul posto e ne parlano in un libro uscito recentemente, Le macerie di Haiti (L’Erudita, 2012), i cui proventi saranno devoluti all’Aumhod.
Il libro si può acquistare qui:
di Fabrizio Lorusso e Romina Vinci
Piano di lavoro
(Fabrizio Lorusso)
Per un paio di sere consecutive il maestro Evel Fanfan, così lo chiamano, ha spiegato a me e a Diego la storia dell’Aumohd. Ci ha parlato dei successi ottenuti in questi anni nella difesa delle persone incarcerate ingiustamente dalle corrotte autorità giudiziarie e dalla famigerata polizia di Haiti. Dopo la fondazione dell’associazione nel 2002, con il passare del tempo gli avvocati di questo gruppo, attivo soprattutto nei quartieri periferici, si sono occupati sempre più di casi gravissimi di violazioni dei diritti umani. Abusi commessi da forze di polizia e paramilitari che hanno dominato il paese negli ultimi cinque o sei anni, anche a causa del favore e delle macchinazioni della CIA e delle famiglie dell’establishment contrarie al progetto nazionale dell’ex presidente Jean-Bertrand Aristide. (altro…)
Elvira Corona: Lavorare senza padroni
LAVORARE SENZA PADRONI
Viaggio nelle imprese «recuperadas» d’Argentina
Elvira Corona
EMI, 2011, 14 euro
«Questo non vuol essere un lavoro esaustivo del tema, né tanto meno un saggio. Le storie raccontate possono essere invece utili per offrire alcuni spunti di riflessione e punti di vista differenti su di un fenomeno che ha contribuito a un cambiamento di prospettive nella società argentina.» Così la giornalista free-lance, Elvira Corona, descrive il suo libro.
Ben oltre dall’offrire soltanto «spunti di riflessione» o «punti di vista» sul fenomeno, quello che il testo propone invece è un esauriente panorama delle storie più emblematiche delle Ert, Empresas recuperadas por sus trabajadores (Imprese recuperate dai propri lavoratori) in Argentina dopo la grave crisi del 2001, che mise allora veramente in chiaro l’inadeguatezza e il fallimento del modello neoliberale imposto agli argentini dagli organismi finanziari internazionali. (altro…)
Oración a la lluvia
Oración a la lluvia de Jorge Andrés Acevedo
A: Fernando Soto Aparicio
Afuera el mundo nos llama. Desde afuera nos grita “rebeldes”, nos declara desprotegidos; se sienta a esperar nuestro regreso, como si fuéramos a volver algún día.
Afuera preguntan: ¿Dónde están? ¿Qué hacen? ¿Cuánto tiempo les durará la gloria?
Afuera llueve.
Si salimos a caminar nos rodean, ponen otro camino delante de nuestros pasos. Ponen sombras. Los hombres del mundo de hoy dibujan sombras sobre la ruta que decidimos seguir. Gritan. Muestran sus heridas mientras vamos caminando. Reclaman nuestra piedad. Dicen que tienen derecho a sentir nuestras caricias. Se disfrazan de dioses para que recobremos la fe. Quieren ser la oscuridad para nuestros ojos que solo ven donde no llega la luz. (altro…)
Sexo contra sexo — Evelyn Reed
Sexo contra sexo — Evelyn Reed da scaricare analisis marxista de la lucha de las mujeres
Evelyn Reed
(1905 — 1979)
Socialista y feminista estadounidense quien fue pionera en investigar a las ciencias naturales y sociales y revelar en sexismo escondido en sus senos. Fue miembra del Socialist Workers Party.
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¿Cual salida de la crisis? – La “crisis” desde otro punto de vista.
¿Cual salida de la crisis? – La “crisis” desde otro punto de vista.
por Salvatore Ricciardi*
Octubre 2011
Empezamos por las consignas, si corresponde a verdad que las consignas en sus síntesis representan los sentimientos, la conciencia y el trayecto político de un movimiento.
“No hemos provocado nosotros la crisis”… “No queremos pagar nosotros la crisis”…
Mientras la segunda consigna tiene sentido y expresa una voluntad de lucha, la primera está completamente equivocada.
“No hemos provocado nosotros la crisis”:
*tiene un significado “defensivo”, lamentoso y hasta justicialista, utilizando la lógica del código penal (no fui yo, no tengo la culpa, no quiero pagar por algo que no he hecho…).
*sobretodo es una consigna completamente ¡falsa y equivocada! La actual crisis del capitalismo es sin duda originada por el efecto de contradicciones internas al mismo modelo de acumulación capitalista puesto en dificultades por la ofensiva de la clase obrera en las décadas de los Sesenta y Setenta. ¡Entonces seguramente esta crisis la hemos provocada nosotros! ¡Y somos orgullosos de esto!
Si por “nosotros” entendemos la clase obrera, el proletariado (pero también la pequeña y pequeñísima burguesía que podemos definir como “proletarizada”, o sea los pequeños comerciantes y artesanos, las pequeñas cooperativas, etc. etc). (altro…)
Salvatore Ricciardi: Maelstrom
Vi raccontavo tempo fa che avevo salvato dalla spazzatura e regalato ad un caro amico una raccolta del quotidiano il manifesto dal 1971 al 1986. Buona parte di quel materiale ha completato la stesura di questo libro e continua ad essere messo a disposizione sulle pagine del sito ad esso collegato. (AM)
Sì, sì! e io la inseguirò oltre il Capo di Buona Speranza, oltre il Capo Horn, oltre il Maelstrom di Norvegia e oltre le fiamme della perdizione prima di arrendermi. Ed è per questo che vi siete imbarcati marinai! Per dare la caccia a quella Balena Bianca sulle due sponde del continente e in ogni angolo del mondo, fino a che non sfiaterà sangue nero e non avrà le pinne all’ aria. Cosa ne dite, marinai, volete mettere le mani su tutto ciò oppure no?
Herman Melville, Moby Dick
Maelstrom di Salvatore Ricciardi - Scene di rivolta e autorganizzazione di classe in Italia dal 1960 al 1980
(DeriveApprodi, pp 369, euro 22).
Recensione di Marco Clementi - il manifesto 3 luglio 2011
Maelstrom di Salvatore Ricciardi, è un salto nella storia sociale e politica del nostro paese vista con gli occhi di chi, per un quindicennio, ha tentato di mutarne gli assetti istituzionali ed economici. Il sottotitolo è esplicativo: si tratta di «scene di rivolta e autorganizzazione di classe in Italia dal 1960 al 1980» (DeriveApprodi, pp. 369, euro 22).
Ricciardi è stato un militante delle Brigate rosse, ma il suo non è l’ennesimo libro di ricordi sull’organizzazione armata, «versione del militante» che racconta in soggettiva il proprio cammino. L’autore prova a ricostruire, intrecciando ricerca storica e sociologica, il percorso di almeno due generazioni, trovando negli anni Sessanta i prodromi di quello che poi sarebbe accaduto nel decennio (altro…)
Vite senza corpi: Memoria, Verità e Giustizia per i desaparecidos italiani all’ESMA
Sala del “Di Liegro”
Hernando Calvo Ospina: El Equipo de Choque de la CIA
El Equipo de Choque de la Cía. Cuba, Vietnam, Angola, Chile, Nicaragua.
Il Corpo d’élite della Cia. Cuba, Vietnam, Angola, Cile, Nicaragua
di Hernando Calvo Ospina
El Viejo topo, 19 euro
La storia del Il Corpo d’ Elite della Cia (El Equipo de Choque), la squadra d’assalto per la realizzazione delle operazioni «sporche» della politica estera degli Stati uniti, ha inizio in Guatemala nel 1954 con l’operazione conosciuta come Pb Success. Fu un’operazione di destabilizzazione, di «guerra psicologica, mercenaria e paramilitare» che si concluse con il colpo di stato contro il presidente Jacobo Arbenz.
Arbenz nel 1951 aveva vinto le prime elezioni libere di quel paese e aveva dato avvio a un’importante riforma agraria nonché a una serie di politiche progressiste volte a limitare il potere delle imprese straniere che operavano in Guatemala. Tra le più colpite dalle riforme, vi fu la United Fruit Company definita un vero e proprio «stato nello stato» per il potere politico ed economico che deteneva. Tra i suoi azionisti figuravano John Foster Dulles e il fratello Allen, allora rispettivamente segretario di stato degli Stati uniti e direttore della Cia.
Tuttavia è con i tentativi di rovesciare fin dal principio la rivoluzione cubana del 1959, che il gruppo si consolida e si qualifica. Negli anni successivi lo ritroveremo come attore principale in ogni tentativo di imporre con mezzi non democratici l’imperialismo statunitense nel pianeta. El Equipo de Choque de la Cía, costituitosi pertanto come una vera e propria squadra di terrorismo internazionale, non operò solamente in America latina. Il Congo fu il primo paese africano dove approdò e dove partecipò alla destabilizzazione politica culminata con l’assassinio nel 1961 di Patrice Lumumba, fondatore nel 1958 del Movimento nazionale congolese, fautore dell’indipendenza del suo paese e simbolo delle lotte indipendentiste in Africa.
Scrive Hernando Calvo Ospina che è in Vietnam che il «Corpo d’Elite» si «amplia, si qualifica, si consolida e si perfeziona», utilizzando metodi di una crudeltà indescrivibile soprattutto contro i Vietcong del Fronte di liberazione nazionale (Fln). In una testimonianza resa dinanzi al Congresso degli Stati uniti, William Colby, direttore dell’Agenzia in Vietnam tra il 1973 e il 1976, confessò che il Programma Phoenix (conosciuto anche come Programma di Pacificazione Rapida) era stato concepito per «proteggere la popolazione dal terrorismo comunista». Riconobbe la morte di 20.587 persone tra il 1968 e il 1971, l´87% delle quali – disse – era caduto nel corso di combattimenti. Tuttavia, indagini successive dimostrarono che per «proteggere la popolazione dal terrorismo comunista» erano stati giustiziati sommariamente circa 40mila sospetti.
Questo lavoro di Calvo Ospina rappresenta una ricerca minuziosa che evidenzia il ruolo chiave svolto, in tutte le operazioni eseguite dal «corpo d’Elite», non solo da personaggi che poi ricopriranno incarichi di prestigio nel panorama politico degli Stati uniti, ma anche da mercenari cubani anticastristi, terroristi di mezzo mondo e mafiosi colombiani e italiani.
Un intreccio di nomi che ricorre frequentemente in circostanze, tempi e paesi diversi. George H. Bush (padre) e Porter Goss li troviamo insieme nella preparazione e realizzazione del «Progetto Cuba», il piano Cia per rovesciare Fidel Castro, approvato dal presidente Eisenhower. George Bush padre fu inserito nel circuito dei servizi di sicurezza statunitensi e nel «Progetto Cuba» da quello stesso Allen Dulles che avevamo già visto qualche anno prima in Guatemala, azionista della UnitedFruit Company e capo della Cia. Porter Goss era invece nell’ambito del «Progetto Cuba», l’uomo incaricato di reclutare i mercenari cubani. Diventerà nel 2004, a sua volta direttore della Cia, nominato da George W. Bush figlio.
Tutti gli altri uomini del «Progetto Cuba» erano stati reclutati tra i partecipanti al Pb Success guatemalteco, un successo rispetto al fallimento dei numerosi propositi di intervento nell’ isola ribelle messi a punto dall’ Agenzia a partire dal 1960 in avanti. Fu da quel momento che Kennedy, nell’ambito della Guerra Fredda e della conseguente lotta contro la nascente «minaccia comunista», impose la Dottrina di sicurezza nazionale. Un imperativo quasi religioso che tante vittime causò in America latina e nel resto del mondo con l’appoggio diretto degli Stati uniti alle peggiori dittature della storia moderna.
Racconta tutto ciò e altro ancora questo libro del giornalista e scrittore colombiano (residente a Parigi) Calvo Ospina, autore tra gli altri di Dissidenti o mercenari?; Cuba: la guerra occulta del Ron Bacardi (entrambi editi in Italia da Achab), Colombia: laboratorio de embrujos, democracia y terrorismo de Estado (2008).
Calvo Ospina è inoltre collaboratore fisso di Le Monde diplomatique.
Si tratta, per la casa editrice spagnola El Viejo Topo, della riproposizione di un lavoro di ricerca notevole, già presentato al Salone del libro di L’Avana nel 2008 con il titolo Bush y el Equipo Estrella de la Cia, successivamente tradotto e pubblicato anche in Francia.
di Annalisa Melandri – www.annalisamelandri.it
recensione per LE MONDE diplomatique in vendita con il manifesto per tutto il mese di gennaio 2011