Ci sono state frodi
Fernando del Paso EN ESPAÑOL
La Jornada 05/07/06
Sì ci sono state frodi , perché l’inganno è una frode.
Sì ci sono state frodi, perché l’imbroglio è una frode.
Sì ci sono state frodi, perché l’abuso della fiducia è una frode.
Sì ci sono state frodi, perché la menzogna è una frode.
Non dobbiamo cercare la frode in uno, due o tre milioni di voti persi.
Non dobbiamo cercarla in mille, tre o cinquemila schede con errori intenzionali.
La frode, la grande frode, era già presente, tra di noi, molto prima del due luglio.
Era nel modo meschino, irresponsabile, imperdonabile in cui si stava costruendo una grande menzogna, una immensa menzogna. Era nella paura che la campagna elettorale più scorretta che si sia mai avuta in Messico, ha trasmesso agli elettori. Era in ogni parola ed in ogni immagine di questa campagna di calunnie, di maldicenze, di meschinità, finanziata con i soldi degli elettori per confonderli, per provocare la loro incredulità e sfiducia. Ed in molti casi per provocare in loro perfino slealtà verso i propri principi, verso le proprie intenzioni iniziali, verso le proprie illusioni.
Se insistiamo troppo nel cercare la frode nel due luglio, corriamo il rischio di ridurre di importanza questa frode brutale della quale è stato vittima l’elettorato messicano. Corriamo il rischio di spogliarla della sua enorme trascendenza ed anche di dimenticarla.
Non possiamo concederci questo lusso. Questa frode fa già parte della nostra storia. E con essa il tradimento della fiducia degli elettori da parte delle nostre più care istituzioni. Ci ha delusi il presidente Fox approvando e partecipando alla campagna elettorale contro Andrés Manuel López Obrador e a favore di Felipe Calderón.
Ci hanno deluso le nostre più alte autorità elettorali perché non hanno saputo distinguere tra la libertà di espressione e la libertà di oltraggiare ed offendere un avversario politico e con lui infangare e denigrare chi eravamo, fummo, siamo i suoi sostenitori.
Traduzione di Annalisa Melandri
Decreto supremo n. 28.701
Fonte: El diario En español
LO STATO RECUPERA IL CONTROLLO ASSOLUTO SUGLI IDROCARBURI
• Il provvedimento stabilisce l’82% di introiti per il paese e il 18% per le compagnie petrolifere.
• Le multinazionali devono realizzare nuovi contratti in un lasso di tempo di 180 giorni, secondo la nuova normativa.
A cento giorni dall’insediamento del nuovo governo, il presidente Evo Morales Aima ed il suo consiglio dei ministri hanno sottoscritto a sorpresa ieri nel Campo San Alberto, in Tarija, il Decreto Supremo n. 28.701 che stabilisce la nazionalizzazione delle risorse idrocarburiche del paese.
Con questa disposizione lo Stato prende il controllo delle industrie petrolifere capitalizzate nel paese. Le imprese hanno un termine di 180 giorni per realizzare contratti nel rispetto della nuova normativa annunciata questo 1 di maggio dal Governo.
La nuova distribuzione contempla un 82% per lo Stato (di cui il 18% di regalie, il 32% di imposte dirette agli idrocarburi e il 32% attraverso una partecipazione supplementare per i Giacimenti Petroliferi Fiscali Boliviani YPFB ) e il 18% per le multinazionali, percentuale che copre le spese di realizzazione, ammortamento di appoggi finanziari e di utili.
Mediante il decreto le compagnie petrolifere sono obbligate a consegnare tutta la loro produzione di gas ed il YPFB si occuperà della vendita, definendo condizioni, volume, prezzo interno ed esportazione e sviluppo industriale.
Il presidente Evo Morales si è impegnato a continuare questo processo di cambiamento che, secondo quanto egli stesso afferma, prenderà forma nell’Assemblea Costituente.
“Qui termina la Legge dei Capitali per i boliviani, finisce l’abitudine di consegnare le nostre ricchezze e le nostre risorse”, ha aggiunto.
In seguito ha ringraziato l’Alto Comando Militare per l’adesione a questo processo di cambiamento e la Polizia Nazionale per la partecipazione e per aver offerto garanzia di sicurezza a questo processo di nazionalizzazione.
Gli effettivi militari e la polizia, insieme ai pubblici ministeri e ai funzionari di YPFB hanno occupato due raffinerie di Petrobras y 56 installazioni di campi petroliferi, dopo che il Presidente della Repubblica ha annunciato la nazionalizzazione degli idrocarburi.
Ha inoltre sollecitato tutti i lavoratori esperti in tematiche petrolifere ad aggiungersi in questo cambiamento e ha chiesto alle compagnie petrolifere di rispettare la dignità del popolo boliviano.
02/05/06
Traduzione di Annalisa Melandri
Me alejo para no acercarme más, tomar distancia, pedir tiempo…
Che y Fidel
Fidel era molto più machiavellico e politico del Che, e ambizioso, anche. Ernesto era l’ideale fatto uomo, Fidel l’uomo politico.
La televisione spegne il flusso delle tue sensazioni.…spegni la televisione!
Immagine
La campagna
scivola lentamente
sotto il peso di un cielo freddo,
l’aria tersa
conferisce
limiti netti al paesaggio
che fugge via nella distesa.
Di eternità abbiamo vestito
i nostri ricordi,
e adesso eccoli qui
brillare di nuovi colori.
Nel mezzo
un tempo infinito
un’attesa paziente
che ha tracciato rughe
e dispiegato i sogni al vento.