Detenido en Venezuela brazo derecho de Posada Carriles. El italiano Di Celmo espera justicia por la muerte de su hijo.

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Actualización: Chávez Abarca ya ha sido  trasladado a Cuba este  miércoles 7 de julio.(la foto es en el momento de este traslado)
El jueves pasado fue detenido en Venezuela,  al intentar entrar al país con documentos falsos   el terrorista salvadoreño Francisco Chávez Abarca, ya  brazo derecho de Posada Carriles  al mando  de quien organizó en los ´90 varios atentados en Cuba, incluso el de 1997 en el Hotel Copacabana  en que murió el joven italiano Fabio di Celmo.
´´El Panzón´´ como era conocido Chávez Abarca, era buscado por la Interpol en seguimiento a una demanda del gobierno de Cuba que ya  ha solicitado de inmediato la extradición a Venezuela del terrorista.
Abarca habría confesado,  durante el largo interrogatorio que tuvo lugar en el Servicio Bolivariano de Inteligencia (Sebin) donde fue trasladado inmediatamente después de su aprensión, que su presencia en Venezuela tenía  que ver con las próximas elecciones del mes de septiembre. Para esa ocasión habría planeado unos atentados tomando contactos con   ´´grupos fascistas de la oposición´´  así como declaró en una rueda de prensa el Ministro del Interior y de la  Justicia Tarek Al Aisam. El mandatario Hugo Chávez comunicando la  noticia al país se dijo seguro que Abarca intentó entrar al país para planear un magnicidio.
Hay muchas preguntas que necesitan todavía  de  una respuesta: ´´¿Quienes son los que financian el terrorismo?, ¿ Cuáles son los grupos contrarrevolucionarios que están detrás de Abarca?, ¿ Donde eran planeados los atentados y en contra de quien?´´  En este sentido siguen todavía las investigaciones.
Chávez Abarca a finales de los años ´90  al mando de Posada Carriles, estaba encargado de reclutar gente para realizar  materialmente  los atentados con explosivo  en las instalaciones turísticas de la Habana  con el objetivo de desestabilizar la isla y derrocar el gobierno de Fidel Castro. Entre estos,  el atentado del 4 de septiembre de 1997 en el Hotel Copacabana cuando murió el italiano Fabio  Di Celmo. Entonces fue materialmente un salvadoreño el que puso el explosivo C4 en el Hotel Copacabana. El hombre,  una vez detenido confesó de estar actuando bajo órdenes  de Posada Carriles.
Francisco Chávez Abarca, criminal y narcotraficante, así como terrorista internacional y mercenario al sueldo de cualquier contrarrevolución (también se sospecha sea involucrado en el golpe de Estado  en Honduras) fue detenido en Salvador  en el año 2005 bajo la acusación de robo de automóviles y estafa.  Luego fue liberado  por un juez en el año 2007 a pesar de su participación en casi todos los atentados  terroristas más graves realizados en Cuba. Su salida de la cárcel en aquel entonces despertó la indignación  de los sectores  políticos más progresistas del país  porqué El Salvador durante muchos años fue la base de la lucha contrarrevolucionaria anticastrista impulsada por Estados Unidos.
La impunidad   que ha tenido hasta  ahora Chávez Abarca es por otro lado directamente relacionada con la que ha sido siempre brindada por Estados Unidos a  Luis Posada Carriles, reo confeso de los atentados  en Cuba que ha declarado que la  muerte de Fabio Di  Celmo  ha sido solamente un ´´accidente´´.
Carriles  ha siempre trabajado por la CIA durante más de cuarenta años como mercenario y terrorista en todas las operaciones de guerra sucia,  de terrorismo internacional y  desestabilización regional en América central y del sur a partir de la invasión de la Bahía de los Cochinos en 1961 en adelante.
Recientemente había  sido detenido en  Estados Unidos por un breve periodo por delitos relacionados  solamente con las leyes de migración y luego fue puesto en libertad bajo fianza. Hoy en día, terrorista confeso de varios atentados con bombas, incluso el del  Hotel Copacabana y el del  avión de la compañía Cubana de Aviación en que en 1976 perdieron la vida 73 personas, reclaman su extradición tanto Venezuela como  Cuba.
Giustino Di Celmo, el anciano padre de Fabio, que desde la muerte de su hijo vive en Cuba tiene esperanzas de que se pueda hacer ahora justicia con la detención y la extradición  de Francisco Chávez Abarca. ´´Puede ser que la justicia de Venezuela  tratará humanamente a este delincuente para que pueda divulgar todo lo que él sabe de la mafia que se encuentra a Miami´´ ha declarado Di Celmo en una entrevista.
El Venezuela concederá la extradición del terrorista a Cuba donde podrá ser condenado por los crímenes cometidos allá. Italia, el país de Fabio Di Celmo,  por Posada Carriles mandante intelectual y reo confeso del asesinato del joven,  la extradición nunca la ha pedido.
 

Francisco Chávez Abarca arrestato in Venezuela, verrà estradato presto a Cuba. Fu l’autore dell’attentato in cui perse la vita Fabio di Celmo.

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Francisco Chavez AbarcaE’ stato arrestato giovedì scorso in Venezuela mentre cercava di entrare nel paese con documenti falsi,  il terrorista salvadoregno Francisco Chávez Abarca,  braccio destro di  Luis Posada Carriles ai cui ordini  negli anni ‘90 ha organizzato  a Cuba numerosi attentati, tra i quali quello in cui perse la vita il nostro Fabio di Celmo nel 1997. “El Panzòn”, come era conosciuto Chàvez Abarca, era ricercato dall’Interpol a seguito di una denuncia presentata  dal governo cubano che ne ha richiesto prontamente l’estradizione al Venezuela. 

Abarca avrebbe confessato durante il lungo interrogatorio avvenuto presso  il Servizio Bolivariano di Intelligence (Sebin) dove è stato trasferito subito dopo l’ arresto, che la sua presenza in Venezuela aveva a che fare con le prossime elezioni di  settembre. Per quell’occasione erano già stati pianificati degli attentati e  per realizzarli il terrorista aveva già  “contattato gruppi fascisti  della controrivoluzione” come ha dichiarato in una conferenza stampa il ministro degli Interni e della Giustiza Tarek Al Aisami. Il presidente Hugo Chávez nel corso della conferenza  stampa nella quale ha dato la notizia al paese,  si è detto sicuro che Abarca stesse progettando un attentato contro la sua vita.

Numerose sono le domande ancora in attesa di risposta dice Al Aisami : “Chi finanzia il terrorismo in Venezuela? Quali sono i gruppi controrivoluzionari che stanno  dietro Abarca? Dove erano previsti gli attentati e contro chi?”. In questo senso stanno procedendo ancora  le indagini.

Abarca, sul finire degli anni ‘90, per conto di Luis Posada Carriles, aveva il compito di  reclutare persone che avrebbero poi realizzato materialmente gli attentati presso strutture turistiche all’Avana, con lo scopo di  destabilizzare  l’isola e rovesciare il governo di Fidel Castro.   Così avvenne anche il 4 settembre 1997,  quando perse la vita il giovane Fabio di Celmo nell’esplosione che distrusse il bar dell’ hotel Copacabana. Fu  un salvadoregno, Raúl Cruz León a installare materialmente l’esplosivo e una  volta arrestato a confessare di  aver agito proprio su mandato di Posada Carriles.

Francisco Chàvez Abarca, criminale e narcotrafficante, oltre che terrorista internazionale e mercenario ovunque al servizio della controrivoluzione,  (è sospettato di essere coinvolto anche nel golpe in Honduras)   venne arrestato  in  Salvador nel  2005   per una vicenda legata a un traffico di auto rubate, ma fu poi rilasciato  da un giudice nel 2007 nonostante fosse noto il suo coinvolgimento in  quasi tutti i più gravi attentati terroristici realizzati a Cuba nella seconda metà degli anni ’90.  La sua scarcerazione in Salvador destò allora molta indignazione negli ambienti politici progressisti del paese anche perché il Salvador per anni fu una delle basi del terrorismo anticubano con l’appoggio degli Stati Uniti.

L’impunità di cui ha goduto fino a questo momento Chàvez Abarca è d’altra parte strettamente funzionale a quella di cui gode da sempre Luis Posada Carriles, reo confesso degli attentati terroristici a Cuba, per il quale la morte di Fabio di Celmo è stata soltanto “un incidente”. Impunità d’altra parte che a Posada Carriles è sempre stata garantita direttamente dal governo degli Stati Uniti. Proprio per la Cia infatti  il terrorista ha lavorato per oltre quarant’anni  come mercenario e terrorista  in tutte le operazioni di guerra sucia e di terrorismo internazionale  e destabilizzazione regionale in America centrale e del sud a partire dall’invasione della Baia dei Porci nel 1961. Negli Stati Uniti è stato detenuto recentemente per un breve periodo per reati legati alle leggi di migrazione e per falsa testimonianza, poi è stato rilasciato sotto cauzione. Oggi, terrorista reo confesso di vari attentati, tra i quali, oltre a quello contro l’Hotel Copacabana,   quello del 1976  all’aereo della compagnia Cubana de Aviación in cui nel 1976  hanno perso la vita 73 persone , ne reclamano l’estradizione sia il Venezuela che Cuba.

Giustino di Celmo, l’anziano padre di Fabio che ormai dalla morte del figlio risiede stabilmente a Cuba è fiducioso del fatto che con l’arresto di Chávez Abarca si possa fare finalmente giustizia. “La giustizia venezuelana tratterà con umanità questo delinquente affinché egli possa confessare tutto quello che sa sulla mafia di Miami” ha dichiarato in un’intervista. Tra l’altro il  Venezuela concederà l’estradizione del terrorista  a Cuba dove potrà essere condannato per i crimini commessi in quel paese.  Il paese natale di Giustino di Celmo, l’Italia,  per Posada Carriles, mandante e  reo confesso della  morte di suo figlio invece l’estradizione  non l’ha mai nemmeno chiesta.

 

 

 

 

 

 


Roma 7 luglio, mattinata di lotta

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Report sulla mattinata di lotta del 7 luglio a Roma.

Siamo alla vigilia delle votazioni al Senato ( il governo ha già richiesto la
fiducia) con i Cobas in piazza li sotto a denunciare la macelleria sociale, i
pesanti tagli alla scuola e sanità pubbliche, all’assistenza, alle pensioni e
alla tutela ambientale.
Stamani  Roma sta vivendo una intensa giornata di lotta contro la manovra e le
sue prevedibili conseguenze, caratterizzata dalla venuta di migliaia di
Aquilani e Abruzzesi , dalla mobilitazione delle associazioni dei portatori di
handicap, con migliaia di loro – molti i disabili in carrozzella – sotto il
Parlamento.
Dapprima gli Aquilani , giunti a Roma intorno alle ore  11 con 45 bus e molte
macchine , a cui si sono aggiunti a p.za Venezia  centinaia di Abruzzesi
presenti a Roma per studio e lavoro e varie delegazioni di lavoratori  tra cui
quella dei Cobas..
A p.za Venezia , il solito sbarramento poliziesco a tutela del palazzo di
Berlusconi in via del Plebiscito , nonché quello su via del Corso , su cui si
sono concentrati le migliaia di Aquilani  incazzati, presenti anche numerosi
sindaci , tra cui quello de L’Aquila, oltre le associazioni “ Epicentro
Solidale e 3.32 “.
C’è voluta oltre mezz’ora ‚di contrapposizione anche corpo a corpo con le
forze dell’ordine, per rimuovere quel massiccio schieramento su via del Corso ,
poi la gente Abruzzese ha dilagato e travolto altri cordoni polizieschi , fino
al limitare di L.go Chigi , dove il blocco d’ordine si è attestato sordo e
feroce contro qualsiasi tentativo di procedere verso il Parlamento passando
davanti L.go Chigi.
Qui alle ore 12, mentre alcuni sindaci e parlamentari stavano trattando con la
Digos,  è partita a sorpresa una scarica di manganellatori della Guardia di
Finanza che hanno colpito duramente chiunque  avessero davanti, tra cui alcuni
sindaci e altra gente, lasciando in terra feriti, sanguinanti e semisvenuti 
due giovani Aquilani , subito soccorsi dai compaesani.
Alle 13 , la contrapposizione su via del Corso/ altezza di L.go Chici era
ancora persistente , mentre una piccola parte dei manifestanti raggiungeva
Montecitorio , dove trovava la piazza occupata da centinaia di handicappati, le
loro famiglie ed associazioni ; un handicappato de L’Aquila in carrozzella , al
microfono delle associazioni, ha spiegato i motivi della venuta a Roma degli
Aquilani – i mancati fondi per la ricostruzione e per la ripresa delle attività
lavorative – e la necessaria dell’unità nella lotta contro la manovra “ lacrima
e sangue”.
A Montecitorio, le Associazioni – Amnic,Anfass, Aism,Aice, Fiadda,…- 
nonostante le assicurazioni del governo sul mantenimento :1) della miserevole
indennità a partire dall’invalidità al 74% ( il governo intende portarla all’
85%) ; 2) dell’accompagnamento a quanti non sono autosufficienti ( il governo
vuole limitarla ai soli allettati) ; 3) dell’insufficiente sostegno ai
familiari e alle associazioni(il governo vuole tagliarlo del tutto) :  hanno
mantenuto la mobilitazione ‚pronti a dare battaglia finale ad un governo
ignobile, sadico e antipopolare.
Intorno alle ore 14, un nutrito gruppo di oltre 200 manifestanti è riuscito a
portarsi sotto il palazzo di Berlusconi , pretendendo un faccia a faccia “ con
il “faccendiere– benefattore dei terremotati Aquilani “.
Il governo Berlusconi pensava che trascinando il voto sulla maledetta manovra
da 24 miliardi di euro in piena estate , sotto i 36° gradi di stamani , potesse
passarla liscia e gratuita ( vista l’imbelle opposizione parlamentare) invece
si sta trovando di fronte il paese reale – dagli operai Fiat– Pomigliano ai
precari della scuola, dagli Aquilani agli handicappati, dagli ambientalisti al
1 milione di firme per il referendum Acqua , dal NO Ponte/Tav/Nucleare  al
diritto alla casa -  una opposizione sociale vivace, cosciente e variegata, per
nulla intimorita dallo schieramento armato di un potere logoro,marcio e
decadente.

Roma 7 luglio 2010 / ore 15        Vincenzo Miliucci/ Confederazione  Cobas


Herman Carrasco: un testimone contro i golpisti di Pinochet

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GIOVEDI 8 LUGLIO ORE  20
PARCO  DELLA CASETTA  ROSSA
(GARBATELLA, VIA MAGNAGHI 14)
 OSPITE DELLA FESTA
 DE “L’ALTRA ESTATE”

L’Associazione culturale lalottacontinua che ha già dedicato vari incontri e mobilitazioni a sostegno delle persone offese dai torturatori dell’America Latina promuove: 

Herman Carrasco: un testimone contro i golpisti di Pinochet

Il Processo per il desaparecido cileno Omar Venturelli, le accuse al torturatore Podlech, la testimonianza alla prossima udienza della figlia  di Venturelli.
Herman Carrasco, torturato in Cile dai militari di Pinochet, testimone contro il procuratore militare Alfonso Podlech, ha accusato il suo aguzzino in aula a Roma nell’ultima udienza processo che vede accusato l’ex procuratore militare cileno di Temuco di fronte alla I Corte d’Assise di Roma per l’omicidio di Omar Venturelli.
Gli ha ricordato le torture subite con la “picana” elettrica, il cappuccio in testa e gli elettrodi sul corpo nudo e bagnato, le vessazioni e le umiliazioni. Gli ha anche detto di averlo riconosciuto in quella sala delle torture dentro la caserma Tucapel. E infine lo ha accusato di aver ucciso sei militanti comunisti accusati di un falso attacco alla polveriera interna del carcere in cui erano detenuti, una messinscenaq per giustificarne l’eliminazione.

Poi Carrasco ha anche ricordato Omar Venturelli, militante di Cristiani per il socialismo e simpatizzante del Mir, insegnante di pedagogia nell’università cattolica di Temuco, impegnato nella lotta contro i latifondisti a fianco dei contradfini mapuche, è stato fatto “scomparire” dal carcere di Temuco in Cile nell’ottobre del 1973. Podlech, arrestato dal giudice spagnolo Garzon nel 2008 mentrre era di passaggio in Spagna, è detenuto a Rebibbia.

 Carrasco prima di tornare in Cile vuole ricordare a chi espresso solidarietà ai cileni che il processo va avanti, le prossime due udienze sono previste il 21 e il 22 luglio.
Nella prima delle due udienze sarà ascoltata dalla Corte la figlia di Venturelli, Maria Paz, che ha perso il padre (qui accanto nella floto) quando aveva soltanto due anni. Maria Paz parlerà davanti all’uomo che è accusato di aver eliminato suo padre, lo farà la mattina del 21 luglio nell’aula al I piano dell’edificio B del tribunale di Piazzale Clodio a Roma.

Promememoria:
In Italia si celebrano dal Duemila alcuni processi per  i “desaparecidos” in Argentina e in Cile.
Gli ultimi due processi sono in corso davanti alla Prima Corte d’Assise presieduta da Anna Argento (Piazzale Clodio, Edificio B, I piano).

Il primo processo – Pm Antonello Caporale — riguarda tre desaparecidos in Argentina, dove nei sette anni di dittatura tra il 1976 e il 1983 sono “scomparsi” trentamila oppositori. Il processo vede imputato in contumacia l’ammiraglio argentino Emilio Eduardo Massera, capo della famigerata scuola della marina militare Esma in cui si torturavano i prigionieri e da cui sono partitri i voli della morte. All’Esma sono scomparsi oltre 5.500 prigionieri e nella stessa struttura molte donne prigioniere incinte hanno partorito bambini che poi sono stati destinati a coppie di famiglie in genere militari.
Il processo contro Massera si celebra in Italia paese di origine di tre desaparecidos, Angela Maria Aieta, Giovanni e Susana Pegoraro. Le prossime udienze sono previste il 27 e il 28 settembre.
 

Il secondo processo – Pm Giancarlo Capaldo — riguarda invece il desaparecido cileno Omar Venturelli.  Arrestato nel settembre  del 1973 Venturelli è scomparso il 4 ottobre dalla carceri cilene.

 L’accusato è Alfonso Podlech, all’epoca procuratore militare di Temuco. Podlech (qui in una foto di repertorio), è un golpista militante del gruppo fascista Patria y libertad.


Roma Citta’ Aperta, Palestina Libera

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ROMA CITTA’ APERTA, PALESTINA LIBERA

un appello per mettere fine alla aggressioni dei gruppi ultrasionisti

 

Giovedi 1 luglio è stato operato alla mandibola il giovane palestinese di Gaza rimasto ferito – insieme ad altri per fortuna meno gravi — nell’aggressione di una settimana fa sulla scalinata del Campidoglio.

Che un palestinese sfuggito all’inferno di Gaza venga ferito nella capitale del nostro paese da parte di un gruppo paramilitare, appartenente ad una minoranza oltranzista della comunità ebraica romana, suscita in noi un sentimento di vergogna ed indignazione, ma non quello della rassegnazione. Al contrario.

Riteniamo che su quanto avvenuto non sia accettabile che scenda una comoda cortina di silenzio o una colpevole rimozione, né che si affermi una sorta di impunità per gli aggressori.

Sono state fatte le dovute denunce in sede penale, è stato richiesto un incontro al Prefetto e al Sindaco di Roma, ma la questione non presenta solo problemi di carattere giuridico e penale.

Con questo appello, intendiamo denunciare con forza le responsabilità e le connivenze con gruppi squadristici che da anni aggrediscono e intimidiscono attivisti, esponenti politici e della società civile impegnati nella solidarietà e nell’informazione sulla situazione palestinese. I numerosi e ripetuti episodi di aggressione sono stati ricostruiti e denunciati, anche recentemente.

L’agibilità democratica delle piazze e del dibattito politico sulla situazione in Medio Oriente non può essere messa in discussione da gruppi ultrasionisti che importano nel nostro paese una logica di scontro militare e che ritengono applicabile anche nel nostro paese  l’ impunità consentita – purtroppo — alle azioni del governo israeliano.

In questo senso, se non condividiamo sul piano politico la subalternità del governo italiano alla politica delle autorità israeliane (il voto negativo dell’Italia sul Rapporto Goldstone e sulla commissione internazionale di inchiesta sul massacro della nave Navi Marmara sono indicativi), ci preoccupa altrettanto la subalternità delle istituzioni locali alle scelte israeliane.

Due esempi aiutano a comprendere quanto intendiamo denunciare con questo appello.

Il Sindaco di Roma Alemanno ha affermato che la foto del soldato Shalit tiene lontano i sostenitori della causa palestinese dal Campidoglio (e mezz’ora dopo un gruppo di picchiatori appartenenti alla minoranza più aggressiva della comunità ebraica ha reso coerente questa affermazione sulle scale del Campidoglio).

La Regione Lazio ha avviato iniziative per l’acquisto di tecnologia di una azienda israeliana nel trattamento rifiuti che impiega tecnologie già esistenti e prodotte da aziende italiane con costi e ricadute occupazionali ovviamente molto diversi.

Riteniamo innanzitutto che la piazza del Campidoglio sia di tutti i cittadini e non solo di alcuni e che criteri di opportunità politica nelle relazioni con un altro paese non possano sostituirsi a quelli del vantaggio per l’economia delle istituzioni pubbliche.

L’aggressione squadrista avvenuta giovedì 24 giugno sulle scale del Campidoglio è solo l’ultimo di una serie di episodi che urgono essere affrontati nel merito e che il silenzio, l’inerzia, la connivenza delle istituzioni locali e nazionali rischiano di aggravare pesantemente, sia nelle relazioni interne alla nostra società, sia nelle relazioni internazionali.

Con questo appello vogliamo impedire la rimozione su quanto avvenuto, sia sul piano politico sia sul piano legale e siamo determinati a tornare in piazza al fianco del popolo palestinese, pretendendo dalle istituzioni la garanzia della piena agibilità democratica nella nostra città.

 

Luglio 2010

 

Per adesioni collettive (associazioni, reti, comitati, partiti) o individuali scrivere a:

romaperlapalestinaatliberodotit

 

Le prime adesioni raccolte dall’appello “Roma Città Aperta, Palestina Libera”

(in ordine: a nome di associazioni, collettive, individuali senza specifica)

 

Marco Benevento (Forum Palestina)

Germano Monti (Forum Palestina)

Mila Pernice (Forum Palestina)

Sergio Cararo (direttore di Contropiano)

Gustavo Pasquali (Comitato con la Palestina nel cuore)

Bassam Saleh (Comitato con la Palestina nel cuore)

Enrico Campofreda (giornalista)

Pierapolo Leonardi (esecutivo dell’Unione Sindacale di Base, USB)

Fawzi Ismail (Associazione Sardegna –Palestina)

Alfredo Tradardi (ISM-Italia)

Marco Rizzo (Comunisti Sinistra Popolare)

Enzo Apicella (disegnatore e designer)

Giorgio Forti (membro della rete Ebrei Contro l’Occupazione, ECO)

Mariano Mingarelli (Associazione d’amicizia italo-palestinese, Firenze)

Fernando Rossi (ex senatore, Per il Bene Comune)

Andrea Catone (storico, direttore de L’Ernesto)

Loretta Mussi (Stopagrexco Roma)

Mauro Gemma (redazione de L’Ernesto)

Nino Lisi (Comunità Cristiana di base San Paolo, Roma)

Giuseppe Zambon (editore)

Enrico Contenti (ISM-Italia Torino)

Anna Farkas (cittadina statunitense per la pace e la giustizia)
Carlo Tagliacozzo (redattore di zeitun.ning.com)

Marco Ramazzotti Stockel (membro di ECO, Ebrei contro l’Occupazione)

Mario Gabrielli Cossellu,  (segreteria circolo PRC di Bruxelles)

Carmelo Viola (centro di Biologia Sociale, Acireale CT)

Mauro Casadio ( coord. Nazionale Rete dei Comunisti)

Diana Carminati (ISM-Italia)

Filippo Bianchetti (Comitato Varesino per la Palestina)

Vittorio Arrigoni (dalla Striscia di Gaza)

Francesco Francescaglia  (Responsabile Esteri Partito dei Comunisti Italiani)

Paola Canarutto (membro della rete ECO)

Sergio Caldaretti (urbanista)

Giuseppe Musolino (Associazione Cultura di Varese)

Angelo Baracca (docente università di Firenze)

Armando Petrini, (segretario regionale PRC Piemonte)

Giuseppe Carroccia (federazione romana del PRC)
Miryam Marino (scrittrice e saggista)

Gianni Viola (scrittore, responsabile commissione scientifica FLIP-Roma)

Francesco Zanchini (ex presidente del Cipax)

Fabio De Leonardis (storico, Bari)

Enrica Palmieri (docente AND settore AFAM)

Gualtiero Alunni (coordinamento nazionale Comunisti Uniti)

Flavia Donati (psicanalista. ISM)

Stefano Sinigaglia (membro rete ECO, Ancona)

Ornella Terracini

Alberto Mari (Cecina Social Forum)

Annalisa Antichi (“Comitato a sostegno della resistenza del popolo palestinese”)

Giorgio Canarutto (della Rete Ebrei Contro l’occupazione, ECO)

Piero Gilardi (scultore Torino)

 

Adesioni collettive di associazioni, reti, forze politiche

Forum Palestina

Comitato con la Palestina nel cuore

International Solidarity Movement –Italia

Associazione d’amicizia italo-palestinese, Firenze

Stopagrexco, Roma

Circolo di Rifondazione di Bruxelles

Partito dei Comunisti Italiani Federazione Provinciale di Torino

Redazione de L’Ernesto

Redazione di Contropiano

Spazio antagonista Newroz– Pisa,

Precari autorganizzati-Pisa

Piattaforma Comunista

Zona autonoma pisana

Partito della Rifondazione Comunista di Torino

Cagliari Social Forum

Cecina Social Forum (LI)

Un Ponte per…

Rete Romana di solidarietà per il popolo palestinese

Rete dei Comunisti

Comitato sostegno alla resistenza del popolo palestinese (Versilia)

  

Adesioni individuali senza indicazioni di associazioni, reti, partiti, sindacati

 

Sonia Migliaccio (Torino)

Susanna Sinigaglia

Ilaria Olimpico

Pierpaolo Loi

Achille Zasso (Milano)

Elisa Veronese (Alessandria)

Fiorella Gazzetta (Varese)

Maria Grazia Lunghi

Yasmina (da Bruxelles)

Gabriella Grasso (Milano)

Carmela Ieroanni (Milano)

Hector Comari

Francesca Di Rosa

Giulietta Poli (Padova)

Rosaria Cadelonanoe

Mariella Setzu (Cagliari)

Claudio Giambelli (Roma)

Ornella Berniet (Roma)

Rita Maglietta

Adriana Oldani

Gianluigi Coppola

Eleonora Coppola

Sabina Driscoll

Falcon Driscoll

Thomas Coppola

Veronica Coppola

Donatella Inzerillo

Goran Rimac

Fabrizio Truini

Luigi Sandri (Roma)

Agnese Portioli (Roma)

Aldo Bifulco – Napoli

Enzo Del Medico

Giorgio Stabilini

Salma Said

Roberto Preve, (torino)

Cristina Mihura (Roma)

Franca Iannucci

Silvio Maddalena (dalla Svizzera)

Julia Gonzales (dalla Svizzera)

Alessio Di Florio (dalla Svizzera)

Gabriella Bentivoglio (Macerata)

Marilisa Picca (Mola di Bari)

Salah Mahameed

Catherine Leclercq

Beppe Orlandi

Patrizia Larese

Daniela Chiaperotti

 

 

Per adesioni collettive (associazioni, reti, comitati, partiti) o individuali scrivere a:

romaperlapalestinaatliberodotit



 


Ci lascia Enzo Tiezzi, scienziato e ambientalista scomodo e geniale

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E’ scomparso il 25 giugno scorso a Siena il Prof. Enzo Tiezzi, classe 1938. Accademico, ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena  e scienziato ambientalista di fama mondiale,  fu uno dei primi studiosi ad  introdurre nel nostro paese il concetto di sviluppo sostenibile, pensato e approfondito  dal grande economista ambientalista Herman Daly circa 25 anni fa. Enzo Tiezzi fu infatti l’unico italiano del gruppo dei  25 scienziati che insieme a Daly  nel 1984 gettarono le basi di questo concetto e delle sue  applicazioni future. 

Tre anni dopo,  nel 1987,  la nozione di  sviluppo sostenibile venne utilizzata nel rapporto Brundtland della Commissione mondiale dell’ambiente e dello sviluppo delle Nazioni Unite. Oggi fa parte ormai del nostro retaggio culturale e della moderna pratica ambientalista ed ecologista. Da Copenhagen a Cochabamba,  il nostro futuro, la nostra possibilità di sopravvivenza su questo pianeta  e soprattutto quella delle generazioni che verranno, dovrà passare necessariamente  attraverso l’applicazione pratica del concetto di sviluppo sostenibile.

Considerato allora  concetto innovativo, lo sviluppo sostenibile  (sustainable development), che come Tiezzi spiegava significa  dare la possibilità di “estendere  alle future generazioni lo sviluppo”,  rivoluzionava completamente quello precedente di carrying capacity, cioè  la capacita’ portante immediata del pianeta. Lo sviluppo sostenibile  introduceva quindi implicitamente l’idea di  “solidarieta’ generazionale” di cui iniziava a parlare proprio  in quegli anni Herman Daly.   

Grazie agli studi di Enzo Tiezzi e dei suoi collaboratori e studenti,  condotti in sinergia con quelli di Trista Patterson dell’ Università del Vermount e con quelli dello stesso  Daly dell’Università’ del Maryland,  le amministrazioni comunali e provinciali della Toscana, dove egli  ha sempre vissuto e lavorato,  hanno potuto conoscere e confrontarsi, spesso applicandole in progetti innovativi,  con idee nuove  quali quelle di turismo sostenibile e di impronta ecologica (la differenza tra la domanda di disponibilità di risorse di un territorio e la domanda di risorse della popolazione che vi abita) e degli indicatori ecodinamici, un neologismo inventato proprio nell’ Università di Siena che indica l’insieme di “indicatori energetici, ecologici ed economici”   applicati ad un sistema territoriale. 

Enzo Tiezzi è stato autore di circa 20 libri e oltre 500 pubblicazioni scientifiche tradotte in varie lingue ma sicuramente  Tempi storici, tempi biologici” scritto nel 1984 e riedito con il sottotitolo “Venticinque anni  dopo” da Donzelli nel 2005, e “I limiti dell’energia” del 1987 scritto con Paolo degli Espinosa sono stati i manuali scientifici di studio dell’ ambiente  basilari   per una generazione che iniziava ad affrontare  i temi legati all’ecologia e alla salvaguardia del pianeta misurandosi  con un paradigma nuovo e fino a quel momento sottovalutato, quello di  tempo biologico del pianeta

“E’ la prima volta che i tempi storici, quelli dell’organizzazione, dello sviluppo scientifico e tecnologico, della società umana e della sua espansione demografica, interferiscono con i tempi biologici, cioè con quelli della storia del pianeta, della vegetazione, della fauna, delle acque, della temperatura, dell’equilibrio biologico” scriveva Enzo Tiezzi  oltre vent’anni fa. 

Un monito soprattutto per la sinistra materialista, geneticamente  portata ad esaurire nel tempo storico  la sua visione dello scorrere del tempo.  Il tempo è infinito e proprio la sua infinità  ha reso possibile la formazione di cicli vitali del pianeta infinitamente lunghi se comparati con la  brevità dei tempi storici. Cicli vitali  tuttavia finiti, pensiamo a quelli dell’acqua e del carbonio,   che possono essere irrimediabilmente compromessi  se non si pone un freno allo sviluppo illimitato delle risorse, se non viene rivisto il nostro impatto sul pianeta, se non si comprende chiaramente che non “può esistere una crescita infinita su un pianeta finito” come amava ripetere Enzo Tiezzi. Se non si agisce  pensando a quella “solidarietà generazionale” immaginata e studiata da Daly,  lasceremo alle generazioni future un debito ecologico impossibile da saldare e da recuperare

L’odierna crisi economica, ambientale ed ecologica, già  prevista alcuni anni  fa dal gruppo di ricerca dell’Università di Siena diretto da Tiezzi, va affrontata oggi secondo nuovi paradigmi. Sostituendo intanto l’indice PIL (prodotto interno lordo), “uno tra i più rozzi e stupidi che si possa immaginare dal punto di vista scientifico” con il più moderno indice di benessere economico sostenibile, ISEW (Index of Sustainable Economic Welfare), il nuovo indicatore economico pensato e studiato da Herman  Daly  che  come spiegava Enzo Tiezzi nelle sue conferenze ed interviste,  “prende in considerazione l’ambiente, lo stato sociale, l’energia, l’occupazione insieme ovviamente alla situazione economica”. Non un freddo insieme di calcoli ma uno studio attento della qualità della vita umana intesa come un insieme di  scelte sostenibili con la vita sul pianeta. 

Proprio adesso, in cui nel nostro paese da una classe dirigente arrogante  e sorda ai moniti della comunità scientifica e degli ambientalisti, ma soprattutto  sorda alla presa di posizione antinucleare dei cittadini italiani sancita con il referendum del 1987,   viene riproposta l’opzione nucleare come scelta energetica primaria, ci  viene a mancare una figura importante e un fondamentale punto di riferimento scientifico per tutti coloro che credono che la Madre Terra, come anche Enzo Tiezzi amava definirla, vada conservata e protetta perché anche le generazioni future possano avere una possibilità di vita. Nel 1987 nella scelta del NO all’ utilizzo per scopi civili dell’energia nucleare  fu sicuramente fondamentale l’apporto di Enzo Tiezzi e del suo gruppo di ricerca dell’Università di Siena.  Recentemente egli aveva ribadito la sua posizione in tal senso, riflettendo innanzitutto sulla pericolosità della scelta nucleare (“la sicurezza nucleare è una fiaba” aveva detto in una recente intervista) e invitando quindi a “sviluppare tutte le meravigliose, stupende energie alternative che si possono ricavare dalla Natura con effetto serra zero,  a partire da quella del Sole”. 

Se ne va pertanto  circondato dal silenzio della stampa,  serva dei  grandi interessi economici e politici che sono dietro  le scelte energetiche criminali che stanno decretando la fine del   pianeta, un grande scienziato che ha speso tutta la sua  vita  per difendere il diritto delle generazioni future ad abitarlo.

 

 


Appello urgente per Narciso Isa Conde

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La lettera è stata consegnata il 17 giugno scorso, all’ambasciatore della Repubblica Dominicana in Italia, Dr. Vinicio Alfonso Tobal Ureña.
Quella che segue  è stata la sua dichiarazione rilasciata  nel ricevere l’appello firmato da numerose associazioni, partiti politici, ONG e semplici cittadini:
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“da oltre trent’anni conosco il  percorso politico e la  vita di Narciso Isa Conde. Quando  ero  studente infatti partecipavo anche io ed ero simpatizzante della lotta antimperialista e antibalaguerista. Durante il governo di Balaguer più di 3.000 giovani vennero uccisi  soltanto perché  di sinistra e  rivoluzionari. Successivamente nel  ’74 ho fatto parte dell’ attuale partito della Liberazione Dominicana che era stato fondato dal professor  Juan Bosch, ma indipendentemente dal fatto che io facessi parte del l PLD e Narciso Isa Conde fosse  conosciuto come un rivoluzionario del Partito Comunista Dominicano, dico sinceramente che  lo stimo come una figura storica coerente con i suoi principi rivoluzionari ed ho una buona opinione della sua  vita politica.  Posso dire, indipendentemente dalla mia condizione di ambasciatore e di membro fondatore del PLD,  che Narciso Isa Conde come rivoluzionario è stato una persona che ha sempre difeso i  migliori interessi del paese. Bisogna essere onesti e sinceri in politica. Relativamente alla denuncia presentata,  con piacere la inoltrerò attraverso i canali che mi corrispondono alla Presidenza della Repubblica”
..

Al presidente della Repubblica Dominicana Leonel Fernández

 
 
Appello dall’Italia al Presidente della Repubblica Dominicana  Leonel Fernández affinché si attivi per proteggere l’incolumità di Narciso Isa Conde e della sua famiglia e perché impedisca la realizzazione  del piano criminale colombiano-statunitense volto all’eliminazione  del noto dirigente comunista dominicano.
 
Narciso Isa Conde, intellettuale e dirigente della sinistra rivoluzionaria dominicana, già Segretario Generale del Partito Comunista Dominicano,  figura storica nel suo paese nella lotta contro l’imperialismo statunitense, ha partecipato attivamente  nel 1965  alla Rivoluzione di Aprile che aveva l’intento di  riportare al governo il presidente legittimo Juan Bosch, deposto da un  colpo di Stato realizzato con l’intervento degli Stati Uniti a soli sette mesi dalla sua elezione.  Isa Conde ha sofferto per questa attiva partecipazione alla liberazione del suo paese il carcere, la persecuzione e l’esilio.
 
Egli, sempre coerente nel suo costante impegno rivoluzionario caratterizzato dalla solidarietà  internazionalista verso i movimenti di liberazione dei popoli oppressi, non ha mai discriminato nessuna forma di lotta, incluso quella del popolo colombiano. Attualmente fa parte della presidenza collettiva del Movimento Continentale Bolivariano e da anni si batte per una soluzione politica e negoziata del conflitto contrapposta alla soluzione  militare di “sicurezza democratica” perseguita dal  governo di Álvaro Uribe. Egli inoltre da tempo denuncia i crimini e le violenze che impunemente vengono commesse in Colombia dai paramilitari e dallo stesso esercito colombiano.
Per questo   è oggetto attualmente di una campagna di diffamazione basata su falsità e montata con l’appoggio dei media filogovernativi.  Recentemente Álvaro Uribe lo ha definito “leader terrorista”.  
 
Narciso Isa Conde  continua oggi a denunciare piani criminali per attentare alla sua vita organizzati dal governo di Álvaro Uribe Vélez e dai suoi apparati militari e paramilitari in combutta con la Cia.
 
E’ già stato oggetto a Santo Domingo di due attentati che soltanto per il sangue freddo degli uomini della sua scorta, e per la folla presente in quel momento,  fortunatamente non sono riusciti.  Nel mese di maggio dello scorso anno, sua moglie,   mentre si trovava nell’aeroporto di Miami in transito verso altra destinazione,  è stata fermata e ammanettata dalle autorità statunitensi e obbligata a ritornare nel suo paese applicandole le norme più restrittive delle leggi migratorie in quanto parente di un “sostenitore del terrorismo”. Il divieto di transito negli Stati Uniti è stato esteso anche ai figli di Isa Conde.
 
Sappiamo che lo stesso Presidente Leonel Fernández è già al corrente di questi fatti e ha assicurato  che avrebbe fatto il possibile per chiarire le circostanze in cui sono avvenuti.
 
Secondo le denunce dello stesso Isa Conde, , già rese pubbliche alla stampa,  in tali piani criminali   vi sarebbero coinvolti una diplomatica di nazionalità colombiano-statunitense di cognome  Arena, funzionaria dell’ambasciata degli Stati Uniti in Repubblica Dominicana, l’addetto militare dell’ambasciata colombiana e il generale Mario Montoya attualmente ambasciatore colombiano in Repubblica Dominicana (sul quale pendono gravissime accuse di collusione con i paramilitari nella realizzazione del massacro di San José de Apartadó ed altri).
 
Chiediamo pertanto al Presidente Fernández, attraverso la rappresentanza diplomatica della Repubblica Dominicana in Italia:
 
  • che adotti misure valide sia a livello nazionale  che internazionale volte alla protezione della vita di Narciso Isa Conde,
 
  • che intraprenda indagini serie ed accurate sulle denunce  emesse dallo stesso Isa Conde e che le renda note quanto prima, 
 
  • che si attivi presso le autorità statunitensi per chiarire e risolvere la posizione migratoria di lui e della sua famiglia e che venga pertanto assicurato loro il diritto a viaggiare e agli spostamenti.
 
L’ambiguità che fino a questo momento ha caratterizzato l’agire rispetto a quanto sopra del Presidente Leonel Fernández non può essere tollerata con l’impegno che un governo deve mettere rispetto alla protezione della vita di tutti suoi cittadini dall’arroganza, violenza e prepotenza di potenze straniere.
 
Noi firmatari del suddetto appello confermiamo il nostro incondizionato appoggio a Narciso Isa Conde e alla sua famiglia e speriamo nella realizzazione di una  massiccia campagna  internazionale per la difesa della vita di tutti/e i/le militanti dell’America latina e del mondo minacciati/e dalla mano criminale del regime colombiano presieduto da Álvaro Uribe Vélez  e  patrocinato dai falchi del  Washington.      
 
 
Per sottoscrivere l’appello: annalisamelandriatyahoodotit
 
 
Prime adesioni:
Associazioni:
Annalisa Melandri attivista per la difesa dei diritti umani
Associazione nazionale Nuova Colombia
Associazione Italia– Cuba circolo Campi Flegrei   
Selvas.org — Osservatorio Informativo Indipendente Americas Martin E. Iglesias, giornalista, presidente
Circolo Bolivariano “José Carlos Mariategui” – Napoli
Associazione “L’Internazionale” –Napoli
Centro Culturale “La Città del Sole” – Napoli
Redazione Qui News
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza — per il Comunismo (CARC)
Lotta di Unità Proletaria — Osimo (l.u.p.o.)
Comunisti Sinistra Popolare
Partito Comunista dei Lavoratori
Associazione di amicizia Italia Cuba C.lo” ITALO CALVINO” PIOMBINO/ELBA/ALTAMAREMMA
Osservatorio per la Pace del Comune di Capannori
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Csoa Askatasuna — Torino
Csa Murazzi — Torino
Ksa — Studenti medi Torino
Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!
 
Individuali:
Valentino Morandini
Fabrizio Lorusso
Roberto Antonucci, Spezzano Albanese (CS)
Antonio D’Angelo, architetto, Napoli
Giorgio Sabaudo  
Gavino Puggioni
Adriana Chiaia. Milano
Anna Maria Cassata
Claudia Cernigoi, giornalista Trieste
Fondazione Neno Zanchetta -. Gragnano (Lucca)
Mauro Pigozzi
Carmelo Sorbera
Salvador Tió, Coordinatore Mcb Puerto Rico
Chiara De Marchis
Carolina Gala
Fulvio Grimaldi, giornalista, documentarista
Sandra Paganini, segretaria Circolo della Tuscia dell’Ass. Naaz. Italia-Cuba
Anna Palmisano
Nello Margiotta
Claudio Bassetti
Elio Bonomi
Grazia Bollazzi
Danilo Pinzo
Dante Castro Arrasco, Lima
Antonio Mazzeo giornalista, scrittore
Sergio Ruggieri portavoce consulta pace Jesi
Franco Fuselli
Amedeo Curatoli
Enrico Giardino — forum DAC
Bortolotti Carmela
Giovanni Medde
Giorgio Raccichini (Insegnante)
Valerio Evangelisti, scrittore
Alessandro Lattanzio, Sicilia
Giuseppe Coscione
Andrea Necciai AL Revés — Rubrica di controinformazione sull’America latinaAndrea Scaioli — Via Carlo Matteucci 11 — Forlì (FC)
On.Marco Rizzo già parlamentare europeo
Paola Vallatta (Parigi)
Marco Philopat
Antonio Della Corte Velletri – Roma
Claudio Grigolo, assistente sociale, Lugano (Svizzera)
Gennaro Varriale Formia (lt)
Tullio Florio Pozzuoli (Napoli)
Maurizio Fratta-Assoc.Rivoluzione Democratica
Franco Calandri-Italia Cuba Arcore Brianza
Nicola Ricci-membro della segreteria provinciale PdCI di Livorno
Fanny Cerri
Federico Giusti  confederazione Cobas pisa
Giulio Bonali (medico) Fiorenzuola (PC)
Luciano Carta
Robert Rieder-Piombino
Ramon Mantovani
Giovanni Altini (Livorno)
Luca Tremaliti (Roma)
Marcela Quilici      
Egle Piccinini (Asti)
Ivan Pavicevac, presidente del CNJ JugocoordONLUS
Anna Maria Dallocchio
Barbara Meo Evoli, giornalista, fotografa
Robert Rieder-Piombino
Luigi Di Costanzo — Napoli
Raul Angel Marin Hinostroza  Activista en DD HH.Miembro de la Seccion Peruana de Amnistia Internacional.

 

 


Enzo Tiezzi: non può esistere una crescita infinita su un pianeta finito

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Enzo Tiezzi é scomparso qualche giorno fa. In silenzio. Nessun giornale né agenzia riporta la notizia. É stato un grande scienziato  che ha dato un forte contributo alle battaglie ambientaliste in Italia e alla lotta contro il nucleare, conclusasi  nel referendum del 1987. Il movimiento ecologista e noi tutti gli dobbiamo molto. Anche io.

 

Ripropongo pertanto questo articolo che contiene anche un´intervista realizzata da Radio Onda Rossa ad Enzo Tiezzi un anno fa  in occasione della Giornata Internazionale della Madre Terra.

 

 

                                                                                                                     Enzo Tiezzi

Ripulite la terra.
Lasciatela libera di erbacce e amatela.
(Rayen Kvyeh)
.
Mi pregio di aver contribuito alla realizzazione di questa intervista fatta al Professor Enzo Tiezzi, che ringrazio, ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena,  (trasmessa da ,  (trasmessa da Radio Onda Rossa il 22 aprile scorso in occasione della Giornata Internazionale della Madre Terra).
 
Ho avuto la fortuna di seguire alcune sue lezioni  (di un corso di laurea in Scienze Biologiche purtroppo  non  terminato) molto tempo fa e posso dire che è una di quelle poche persone il cui ricordo perdura a distanza di tantissimi anni.
 
E’ stato lui che ha formato la mia coscienza ecologista e soprattutto anti nucleare.
 
Erano gli anni appena precedenti al disastro di Chernobyl, al quale sono seguiti poi i ferventi preparativi per la realizzazione del referendum del 1987 che finalmente  sanciva da parte del nostro paese l’abbandono dell’uso dell’energia nucleare.
 
Adesso purtroppo, con la decisione del governo Berlusconi di intraprendere nuovamente quella scelta, è tutto da rifare. Studi, previsioni, progetti, entusiasmi e successi gettati in pasto alla politica dell’utile, del facile e immediatamente conveniente.
 
Nel 1987 di Enzo Tiezzi e Paolo Degli Espinosa usciva per Garzanti “I limiti dell’energia”,  attualissimo tutt’ora.
 
“E’ la prima volta che i tempi storici, quelli dell’organizzazione, dello sviluppo scientifico e tecnologico, della società umana e della sua espansione demografica, interferiscono con i tempi biologici, cioè con quelli della storia del pianeta, della vegetazione, della fauna, delle acque, della temperatura, dell’equilibrio biologico” scrivevano i due autori vent’anni fa.
 
E’ triste  constatare che il mondo  poco o nulla ha fatto da allora.
 
Anzi,  al “produttivismo, la trappola secolare in cui è caduta la cultura occidentale” si è sostituito l’ipercinetismo, il male moderno della   società capitalista.
 
Il nuovo paradigma di cui parlava Thomas Kuhn, uno dei più grandi filosofi della scienza,  ha bisogno per essere realizzato del fattore tempo. Tempo inteso come limite (alcune risorse sono destinate infatti inevitabilmente ad esaurirsi) ma anche come sfida  da cogliere prontamente, riappropriandosene. 
Il tempo per vivere, con equilibrio e con lentezza ma anche  il tempo  da concedere con urgenza alla nostra Madre Terra perchè possa rigenerarsi e possa così produrre nuovamente  quelle energie e quelle materie prime indispensabili alla nostra stessa sopravvivenza.
 
Biografia Enzo Tiezzi:
 
Dopo la maturità classica al Liceo Piccolomini di Siena, dove è nato il 4-2-1938, si è iscritto a Chimica a Firenze. Nel periodo del Liceo fonda a Siena i “Sabati dello studente” con Manin Carabba e Dino Pieraccioni e, con Guido Ferrara, organizza un cine club.
 
Già nel 1957 nel corso di Chimica Generale II tenuto dal professor Enzo Ferroni, poi suo maestro, ha iniziato a occuparsi di Risonanze Magnetiche. Studi proseguiti negli anni sessanta sui primi due apparecchi prototipi italiani di risonanza (EPR e NMR) costruiti al Centro Microonde di Firenze.
 
Dopo 4 anni di insegnamento all’Università di Cagliari vince una borsa Fulbright per gli Stati Uniti e lavora, nel ’66 e nel ’67, prima al Dipartimento di Fisica col professor Sam Weissman e poi, come Post Doctoral Research Associate, al Dipartimento di Biologia col professor Barry Commoner, sempre nel campo delle Risonanze Magnetiche. Sono di questo periodo due importanti lavori, da allora frequentemente citati nella letteratura scientifica internazionale: uno su Biochimica Biophysica Acta sull’evidenza della presenza del Fe+1 nei processi cancerogeni e un altro sul Journal Physical Chemistry sull’analisi comparata EPR/NMR, che introduce il concetto delle possibili applicazioni della Risonanza Magnetica Nucleare in Medicina e mette a punto le equazioni dei tempi di correlazione per l’uso di possibili mezzi di contrasto basati su ioni metallici paramagnetici.  Passeranno più di 10 anni prima della costruzione del primo apparecchio NMR per la medicina.
 
E’ chairman del I° Congresso Europeo di Biofisica e membro della Commissione di Dottorato di ricerca in Chimica all’Università di Leiden in Olanda. Nel 1968 consegue la libera docenza in Chimica Fisica.
 
Nel 1970, dopo l’insegnamento di Chimica Fisica all’Università di Firenze per alcuni anni, viene chiamato a dirigere prima l’Istituto, poi il Dipartimento di Chimica dell’Università di Siena.
 
E’ professore ordinario di Chimica Fisica dal 1979 presso la facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Siena.
 
Ha tenuto la prolusione per l’inaugurazione del 746° Anno Accademico (a.a. 1986/87) all’Università di Siena sul tema “I limiti biofisici della terra e la rilettura delle categorie spazio tempo”.
 
E’ stato parlamentare alla Camera dei Deputati del Parlamento Italiano (Gruppo Sinistra Indipendente) nella Xa legislatura.
 
E’ Accademico ordinario dell’Accademia dei Fisiocritici di Siena.
 
E’ capo della divisione di Chimica per il Consiglio Accademico e membro del Comitato Scientifico dell’European Academy of Science.
 
E’ stato presidente dal 1992 al 1997 del Comitato Interministeriale per la Ricerca Ambientale (Ministero dell’Ambiente e Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica).
 
Ha co-diretto con Mauro Ceruti ed Edgar Morin la rivista internazionale quadrimestrale “OIKOS, per una ecologia delle idee”.
 
Ha creato e diretto la rivista mensile “Arancia Blu”.
 
E’ Membro dell’Editorial Advisory Board di “Ecological Economics” dalla fondazione, di “Ecological Modelling” dal 1998, e dell’Editorial Board di “Design and Nature” dal 2004.
 
Ha tenuto la “Plenary lecture” al Convegno Internazionale della FIAT (1996) e “Invited lectures” a Dublino, Madras, Univ. Florida, Cracovia, Lione, Londra, Cadice, ecc.ecc.
 
Ha co-diretto con Sergio Rinaldi (Politecnico di Milano) la Ia Scuola di Modellistica Ecologica nel 1994.
 
E’ Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Scienze Chimiche dell’Università di Siena e Coordinatore della Laurea Specialistica in Chimica per lo Sviluppo Sostenibile dell’Università di Siena.
 
E’ “Focal Point” di G.A.I.M. (Global Analysis Interpretation and Modelling) all’interno dell’IGBP (International Geosphere Biosphere Programme) delle Nazioni Unite.
 
Ha ricevuto la laurea Honoris Causa dalle Università di Alma Ata e Sri-Lanka e il Premio APE (Associazione per il Progresso Economico) Milano, 1997.
 
Co-chairman della 4th International Conference ECOSUD 2003, Ecosystems and Sustainable Development (2003); 3rd International Conference on the Sustainable City 2004; 2nd International Conference On Brownfield Sites 2004; 4th International Conference on the Sustainable City 2006; 6th International Conference ECOSUD 2007,  Ecosystems and Sustainable Development  (2007).
 
Chairman, insieme al premio Nobel per la pace Perez de Esquivel, per la Conferenza internazionale sullo stato del Pianeta (dicembre 2006).
 
E’ stato insignito dal Wessex Institute of Technology of Great Britain dell’Eminent Scientist Award per l’anno 2003.
 
Inaugura l’Anno Dottorale 2002–2003 (Dottorato di Ricerca in Scienze Ambientali) a Venezia il 6 Dicembre 2002 e tiene una “Plenary” ai Dottorati del Politecnico di Milano (5 Aprile 2006).
 
Riceve la medaglia d’oro della Società Chimica Italiana – Divisione Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali nel 2002 e la medaglia d’oro della Presidenza del Consiglio dei Ministri il 19 ottobre 2003. Riceve inoltre, nel 2004, la medaglia Blaise Pascal dell’European Academy of Sciences for Physics and Chemistry.
 
Viene insignito (2005) del premio “Per l’arte e la scienza” al Palazzo della “Ragione” di Mantova.
 
All’Università di Cadice il 3 Maggio 2005 viene conferito a Enzo Tiezzi il “Prigogine award 2005” e la relativa medaglia d’oro “Senior researcher”.
 
Premio San Valentino d’oro 2006 della città di Terni.
 
Agisce da referee per molte riviste scientifiche internazionali.
 
E’ editor delle riviste “International Journal of Ecodynamics” e “The International Journal of Design & Nature and Ecodynamics”, main editor della collana “The Sustainable World” (WIT press, GB) ), nonché membro del Board of Directors del Wessex Institue of Technology (WIT, GB).
 
Ha diretto per conto dell’Amministrazione Provinciale di Siena, il progetto SPIN-ECO, finanziato dalla Fondazione MPS.
 
Il professor Enzo Tiezzi ha scritto oltre 20 libri, molti dei quali tradotti e pubblicati in varie lingue estere. Sono usciti in Inghilterra “The End of Time”, “The Essence of Time”, “Beauty and Science”, “Steps towards an evolutionary physics” e “City out of Chaos”; in Spagna “La belleza y la ciencia”, traduzione del libro “La bellezza e la scienza”; in Italia “Verso una fisica evolutiva”, traduzione del libro “Steps towards an evolutionary physics”, il suo primo romanzo “Rosaluna” e “La soglia della sostenibilità. Quello che il Pil non dice”. In particolare “Tempi storici, tempi biologici” (Garzanti 1984) è stato un best seller nel settore (4 edizioni in 3 anni), ha vinto il premio del Festival Internazionale di Locarno ed è stato nominato nel 1986 libro dell’anno dall’Istituto Italiano di Cultura a Londra. Il libro “The Essence of Time” ha la prefazione del premio Nobel per la Chimica Ilya Prigogine; il libro “Beauty and Science” quella di Pietro Cascella e il libro “Steps towards an evolutionary physics” quella di Sven Jørgensen.
 
E’ autore di oltre 500 pubblicazioni scientifiche, la maggior parte delle quali su riviste scientifiche internazionali di alto prestigio. Il suo articolo sul nuovo indicatore economico (ISEW) pubblicato sulla rivista americana Ecological Economics e sui Quaderni della Facoltà di Economia dell’Università di Siena, è stato il più “visitato” degli articoli del 2006.
 
Ha collaborato, tra gli altri, con Danilo Dolci, Howard Odum, Edgar Morin, Ilya Prigogine e, più recentemente, con Herman Daly e Sven Jørgensen. Ha scambi scientifici col Max Planck Institute in Germania e col Massachussets Institute of Technology (MIT) negli Stati Uniti.
 
Ha organizzato Scuole e Gruppi di discussione (Risonanze Magnetiche) con i premi Nobel per la Chimica G. Wilkinson (GB) e K. Wüthrich (CH). I suoi allievi e collaboratori hanno lavorato con i premi Nobel per la Chimica P. C. Lauterbur (USA) e I. Prigogine (BE). Con quest’ultimo la frequentazione e gli scambi scientifici sono durati oltre venti anni.
 
Negli anni ottanta ha fatto parte del gruppo dei 25 scienziati che, a Stoccolma e Barcellona prima, poi alla Banca Mondiale a Washington e, infine, all’ASPEN Institute negli Stati Uniti, ha messo a punto il concetto di “sviluppo sostenibile”.
Ha tenuto conferenze e lezioni all’Imperial College di Londra e al Politecnico WIT di Southampton (del cui Consiglio Accademico fa parte) (2006).
 
Una sua videointervista è stata inserita nella Mostra Internazionale “Les yeux ouverts. Stock Exchange of Visions”, dedicata ai 16 intellettuali del mondo scelti per “dare una visione del futuro”, ospitata al Centre Pompidou di Parigi (2006), alla Triennale di Milano (2007) e all’eArts Festival allo Shanghai Art Museum (2007).
 
E’ stato direttore scientifico del numero 271/2057 della rivista Colors di Benetton dedicata ai mutamenti del pianeta, presentata alla stampa alla presenza di Al Gore, ex vice presidente degli Stati Uniti d’America.
 
E’ stato invitato dal poeta Ernesto Cardenal, già Ministro del Nicaragua, al primo incontro mondiale “Escritores por la Tierra” (2007).
 
Ha scritto, per Marcos y Marcos, due libretti di poesie di viaggio e, per Donzelli, un romanzo (Rosaluna). Collabora con molti artisti sul rapporto tra scienza ed estetica e, in particolare, con Pietro Cascella, Marcello Aitiani, Paolo Portoghesi, Giorgio Celli, Tony Thorimbert ecc.
 
Le sue fotografie di viaggio sono state esposte nella mostra fotografica  allestita presso il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Ca’ la Ghironda (Bologna, 28 Maggio – 16 Giugno 2007) e nella mostra fotografica allestita presso i Magazzini del Sale del Comune di Siena (4 Ottobre – 4 Novembre 2007).
 
Ha fatto parte della Commissione del Comune di Roma per il premio “Borromini” insieme a Paolo Portoghesi, Frank Gehry e Wim Wenders.
 
Ha diretto il Piano strutturale del Comune di Ravenna e vari progetti per conto del Consorzio Venezia Nuova (Comune di Venezia) di cui è consulente scientifico.
 
 

Enzo ha lasciato Arancia Blu

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di Enrico Falqui
“Lo splendore dell’amicizia
non è la mano tesa
né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia
è l’ispirazione spirituale
quando scopriamo
che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi.”
( R. W. Emerson, in May Day,
1867, Concorde,USA)
C’è una straordinaria similitudine tra la vita di una delle figure centrali della cultura americana, Ralph Emerson e quella di Enzo Tiezzi, mio maestro e padre dell’ambientalismo italiano, spentosi pochi giorni fa nella sua fattoria di Pacina (Castelnuovo Berardenga)
La chiave di questa similitudine sta nella loro straordinaria dimensione spirituale che ha accompagnato le loro così diversissime esistenze, uomo dell’800, ministro della Chiesa Unitaria e fondatore della filosofia del trascendentalismo, il primo, uomo del Novecento, ateo e fondatore di una delle più importanti scuole internazionali di chimica-fisica, nel campo delle possibili applicazioni della Risonanza magnetica nucleare in medicina.
Enzo Tiezzi è stato per tutta la sua vita un “innovatore”, un vero e proprio scienziato del Rinascimento, (come qualcuno lo ha definito) uno straordinario interprete delle applicazioni sociali della Scienza, dotato di quella raffinata ed unica capacità di “precursore“in tutti i campi di ricerca nei quali si è misurato, coinvolgendo in questa instancabile attività un’enorme quantità di giovani, di intellettuali prestigiosi, di pubblici amministratori.
Con le lacrime che solcano il mio viso, mentre scrivo, lo rivedo intorno al “tavolo” della sua splendida fattoria di Pacina, circondato da una “squadra” di amici, per molti anni inseparabili, quali, Antonio Cederna, Laura Conti, Fabrizio Giovenale, Marcello Cini, Chicco Testa, Ermete Realacci, Mercedes Bresso, Carla Ravaioli, Paolo degli Espinosa, Gianni Mattioli, Massimo Scalia, Giuliano Cannata, Walter Ganapini, Virginio Bettini.
Di questi memorabili incontri, allietati sempre dai vini e dai cibi prelibati preparati con sapiente gusto “contadino” nelle cucine della sua fattoria, Enzo Tiezzi fu l’instancabile animatore durante la seconda metà degli anni ’70. Dalle idee ed utopie concrete discusse intorno al “tavolo” di Pacina sarebbe sorto in tutte le regioni italiane, di li a poco, un agguerrito movimento ambientalista che seppe opporsi con successo alla strategia dell’Ente elettrico italiano (ENEL) di produrre energia elettrica utilizzando solo le fonti fossili ed il nucleare civile da fissione.
Gli anni trascorsi negli Stati Uniti, tra il 1966 e il 1967, presso il Center for the Biology of Natural Systems, permisero a Enzo Tiezzi di stabilire una proficua collaborazione col suo eminente Direttore, Barry Commoner, il cui primo saggio letterario “The Closing Circle” (Il cerchio da chiudere) diventerà nel 1972 il primo “best seller” europeo sulla nascente teoria ecologica contemporanea.
Da questo momento in poi, Enzo capisce , prima di tutti gli scienziati ed intellettuali periodicamente riuniti a Pacina, che il monito lanciato a Washington nel 1962 dalla celebre biologa americana, Rachel Carson (La primavera silenziosa), sui rischi ecologici planetari, connessi all’utilizzazione intensiva dei pesticidi in agricoltura, mettevano in discussione non solo la dimensione “quantitativa” dello sviluppo contemporaneo, bensì i diversi paradigmi scientifico-culturali sui quali si erano costruite le tecnologie moderne applicate allo sviluppo economico e territoriale.
Tiezzi aveva individuato il nucleo della crisi ambientale globale proprio nella differenza tra i velocissimi tempi della tecnologia e i lentissimi tempi della biologia; si trattava di una formidabile intuizione scientifica che sottolineava l’inversione tra la scala dei Tempi Storici e quella dei tempi biologici, a causa degli squilibri e della crescita incontrollata provocata dall’attività umana a partire dagli anni 50 in poi.
Il suo più celebre libro porta il “marchio” di quest’idea precursore dei tempi: Tempi Storici, Tempi Biologici (Ed Garzanti) esce nel 1987, alla vigilia del referendum sull’uso del nucleare civile in Italia e del terribile incidente avvenuto in Russia presso il reattore nucleare di Chernobyl.
Sono gli anni di maggiore influenza del movimento ambientalista italiano, forgiato intorno alle idee e agli obiettivi del “Tavolo di Pacina”; la cultura ambientalista si diffonde in ogni angolo del Bel paese ed Enzo Tiezzi viene a contatto con milioni di cittadini, ai quali spiega sempre con pazienza che la Terra non possiede le capacità per sopportare uno sviluppo economico fondato sul mito Prometeico della Tecnologia e sull’espansione incontrollata dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione.
Parla di energie rinnovabili e di tecnologie dolci, mostrando sempre all’auditorio che lo ascolta in religioso silenzio, un fiore giallo di topinambur (helianthus tuberosus), che, in autunno ricopre gli argini dei fossi, pianta perenne, simbolo perfetto del connubio tra efficienza ecologica e produttività agronomica.
Questo costante impegno civile, nella società italiana, lo porta ad essere eletto, in quegli anni, in Parlamento nella X legislatura, come deputato nella Sinistra Indipendente.
Enzo era, tuttavia, personaggio “scomodo” per il potere politico in un’epoca nella quale stavano già emergendo i primi sintomi di quella “malaria affaristica” che porterà alla decapitazione del sistema dei partiti della Prima repubblica (1992).
Da quell’esperienza se ne fuggì dopo poco, pronto a investire le sue energie in nuove e più ambiziose mete.
Nel gennaio del 1990 fonda la rivista “Arancia Blu”, che viene pubblicata mensilmente dalla Casa editrice del Manifesto, il cui successo fa capire che è definitivamente tramontato il mito dello sviluppo illimitato in una vasta area dell’opinione pubblica di sinistra in Italia e che il tema centrale di un “modello alternativo” per lo sviluppo doveva fondarsi sui principi e sugli obiettivi che Enzo Tiezzi, insieme ai suoi “cavalieri della Tavola Rotonda”, aveva contribuito a creare in un decennio denso di iniziativa culturali, sociali e politiche.
Nel decennio successivo (1990–2000), Enzo Tiezzi viene riconosciuto scienziato di fama internazionale; riceve la laurea “honoris causa” presso le Università di Alma Ata e dello Sri Lanka (1997), viene insignito del titolo di “Eminent Scientist Award“presso il prestigioso Wesses Institut of Technology of Great Britain (2003).
Anche il “tavolo di Pacina” cambia ospiti e commensali; nella fattoria incastonata nello splendido paesaggio senese, arrivano personaggi illustri quali Howard Odum, Ilya Prigogine, Nicholas Georgescu-Rogen, Herman Daly e Sven Jorgensen che discutono con lui di nuovi ed altrettanti innovativi campi di ricerca, quali quelli che riguardano il rapporto tra Tempo e Natura, i processi teorici delle scienze evolutive e fisiche, i caratteri e le proprietà di uno sviluppo sostenibile, a misura d’uomo.
Nel 2006, una sua intervista viene inserita nella Mostra internazionale “Les Yeux ouverts. Stock exchange visions” e ospitata presso il Centro Pompidou a Parigi, alla triennale di Milano e all’Arts festival di Shangai: si tratta di un set di interviste fatte ai 16 intellettuali del mondo accreditati e scelti per dare una “visione del mondo al futuro”.
Di questo riconoscimento avuto, tra gli innumerevoli ricevuti nel corso degli ultimi dieci anni di vita, Enzo era particolarmente orgoglioso e lo annunciava solo ai pochi amici di cui si fidava totalmente.
Una straordinaria serie di mostre di fotografie, da lui scattate e selezionate nel corso di tutta la sua vita, esposte presso il Museo di Arte moderna e contemporanea a Bologna e a Siena (2007), avevano preannunciato l’inizio consapevole di un lungo viaggio nei meandri oscuri del male incurabile e del tormento fisico che precede la fine.
Ma, anche in questa occasione, l’intelligenza di Enzo aveva “precorso” i tempi, annunciando l’irreversibile sua ultima certezza, quella che porta la Scienza a riconciliare l’Uomo contemporaneo con l’Arte, la Poesia, la Bellezza.
I suoi ultimi anni sono stati spesi proprio nel cercare di rintracciare “valori universali” nel campo delle sue complesse ed innumerevoli ricerche sul rapporto tra Biologia e Sviluppo; quando Enzo li rintracciava, sceglieva nuovi strumenti e nuovi mezzi per “comunicare”, ad un pubblico sempre più vasto, le sue idee di futuro e di etica della responsabilità, che ha sempre saputo trasmettere a tutti i suoi allievi.
Qualche giorno fa, pur ritornando alla sua Pacina, Enzo non ha “aperto” nessun nuovo Tavolo ma ci ha consegnato la sua eredità.
Immensa, multiforme, colorata, piena di profumi.
Lui, avvolto in quel candido vestito bianco, con cui amava presentarsi nelle occasioni importanti, è uscito di scena, come un attore del Teatro Rozzi della sua amatissima Siena, volando sopra le quinte per osservare l’Arancia Blu, ospite di quell’astronave dalla quale Kenneth Boulding seppe farci capire la stolta filosofia dell’ “economia del cow-boy”.


Rebus…

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Fonte: Il Vernacoliere


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