Detenido en Venezuela brazo derecho de Posada Carriles. El italiano Di Celmo espera justicia por la muerte de su hijo.
Francisco Chávez Abarca arrestato in Venezuela, verrà estradato presto a Cuba. Fu l’autore dell’attentato in cui perse la vita Fabio di Celmo.
E’ stato arrestato giovedì scorso in Venezuela mentre cercava di entrare nel paese con documenti falsi, il terrorista salvadoregno Francisco Chávez Abarca, braccio destro di Luis Posada Carriles ai cui ordini negli anni ‘90 ha organizzato a Cuba numerosi attentati, tra i quali quello in cui perse la vita il nostro Fabio di Celmo nel 1997. “El Panzòn”, come era conosciuto Chàvez Abarca, era ricercato dall’Interpol a seguito di una denuncia presentata dal governo cubano che ne ha richiesto prontamente l’estradizione al Venezuela.
Abarca avrebbe confessato durante il lungo interrogatorio avvenuto presso il Servizio Bolivariano di Intelligence (Sebin) dove è stato trasferito subito dopo l’ arresto, che la sua presenza in Venezuela aveva a che fare con le prossime elezioni di settembre. Per quell’occasione erano già stati pianificati degli attentati e per realizzarli il terrorista aveva già “contattato gruppi fascisti della controrivoluzione” come ha dichiarato in una conferenza stampa il ministro degli Interni e della Giustiza Tarek Al Aisami. Il presidente Hugo Chávez nel corso della conferenza stampa nella quale ha dato la notizia al paese, si è detto sicuro che Abarca stesse progettando un attentato contro la sua vita.
Numerose sono le domande ancora in attesa di risposta dice Al Aisami : “Chi finanzia il terrorismo in Venezuela? Quali sono i gruppi controrivoluzionari che stanno dietro Abarca? Dove erano previsti gli attentati e contro chi?”. In questo senso stanno procedendo ancora le indagini.
Abarca, sul finire degli anni ‘90, per conto di Luis Posada Carriles, aveva il compito di reclutare persone che avrebbero poi realizzato materialmente gli attentati presso strutture turistiche all’Avana, con lo scopo di destabilizzare l’isola e rovesciare il governo di Fidel Castro. Così avvenne anche il 4 settembre 1997, quando perse la vita il giovane Fabio di Celmo nell’esplosione che distrusse il bar dell’ hotel Copacabana. Fu un salvadoregno, Raúl Cruz León a installare materialmente l’esplosivo e una volta arrestato a confessare di aver agito proprio su mandato di Posada Carriles.
Francisco Chàvez Abarca, criminale e narcotrafficante, oltre che terrorista internazionale e mercenario ovunque al servizio della controrivoluzione, (è sospettato di essere coinvolto anche nel golpe in Honduras) venne arrestato in Salvador nel 2005 per una vicenda legata a un traffico di auto rubate, ma fu poi rilasciato da un giudice nel 2007 nonostante fosse noto il suo coinvolgimento in quasi tutti i più gravi attentati terroristici realizzati a Cuba nella seconda metà degli anni ’90. La sua scarcerazione in Salvador destò allora molta indignazione negli ambienti politici progressisti del paese anche perché il Salvador per anni fu una delle basi del terrorismo anticubano con l’appoggio degli Stati Uniti.
L’impunità di cui ha goduto fino a questo momento Chàvez Abarca è d’altra parte strettamente funzionale a quella di cui gode da sempre Luis Posada Carriles, reo confesso degli attentati terroristici a Cuba, per il quale la morte di Fabio di Celmo è stata soltanto “un incidente”. Impunità d’altra parte che a Posada Carriles è sempre stata garantita direttamente dal governo degli Stati Uniti. Proprio per la Cia infatti il terrorista ha lavorato per oltre quarant’anni come mercenario e terrorista in tutte le operazioni di guerra sucia e di terrorismo internazionale e destabilizzazione regionale in America centrale e del sud a partire dall’invasione della Baia dei Porci nel 1961. Negli Stati Uniti è stato detenuto recentemente per un breve periodo per reati legati alle leggi di migrazione e per falsa testimonianza, poi è stato rilasciato sotto cauzione. Oggi, terrorista reo confesso di vari attentati, tra i quali, oltre a quello contro l’Hotel Copacabana, quello del 1976 all’aereo della compagnia Cubana de Aviación in cui nel 1976 hanno perso la vita 73 persone , ne reclamano l’estradizione sia il Venezuela che Cuba.
Giustino di Celmo, l’anziano padre di Fabio che ormai dalla morte del figlio risiede stabilmente a Cuba è fiducioso del fatto che con l’arresto di Chávez Abarca si possa fare finalmente giustizia. “La giustizia venezuelana tratterà con umanità questo delinquente affinché egli possa confessare tutto quello che sa sulla mafia di Miami” ha dichiarato in un’intervista. Tra l’altro il Venezuela concederà l’estradizione del terrorista a Cuba dove potrà essere condannato per i crimini commessi in quel paese. Il paese natale di Giustino di Celmo, l’Italia, per Posada Carriles, mandante e reo confesso della morte di suo figlio invece l’estradizione non l’ha mai nemmeno chiesta.
Roma 7 luglio, mattinata di lotta
Report sulla mattinata di lotta del 7 luglio a Roma.
Siamo alla vigilia delle votazioni al Senato ( il governo ha già richiesto la
fiducia) con i Cobas in piazza li sotto a denunciare la macelleria sociale, i
pesanti tagli alla scuola e sanità pubbliche, all’assistenza, alle pensioni e
alla tutela ambientale.
Stamani Roma sta vivendo una intensa giornata di lotta contro la manovra e le
sue prevedibili conseguenze, caratterizzata dalla venuta di migliaia di
Aquilani e Abruzzesi , dalla mobilitazione delle associazioni dei portatori di
handicap, con migliaia di loro – molti i disabili in carrozzella – sotto il
Parlamento.
Dapprima gli Aquilani , giunti a Roma intorno alle ore 11 con 45 bus e molte
macchine , a cui si sono aggiunti a p.za Venezia centinaia di Abruzzesi
presenti a Roma per studio e lavoro e varie delegazioni di lavoratori tra cui
quella dei Cobas..
A p.za Venezia , il solito sbarramento poliziesco a tutela del palazzo di
Berlusconi in via del Plebiscito , nonché quello su via del Corso , su cui si
sono concentrati le migliaia di Aquilani incazzati, presenti anche numerosi
sindaci , tra cui quello de L’Aquila, oltre le associazioni “ Epicentro
Solidale e 3.32 “.
C’è voluta oltre mezz’ora ‚di contrapposizione anche corpo a corpo con le
forze dell’ordine, per rimuovere quel massiccio schieramento su via del Corso ,
poi la gente Abruzzese ha dilagato e travolto altri cordoni polizieschi , fino
al limitare di L.go Chigi , dove il blocco d’ordine si è attestato sordo e
feroce contro qualsiasi tentativo di procedere verso il Parlamento passando
davanti L.go Chigi.
Qui alle ore 12, mentre alcuni sindaci e parlamentari stavano trattando con la
Digos, è partita a sorpresa una scarica di manganellatori della Guardia di
Finanza che hanno colpito duramente chiunque avessero davanti, tra cui alcuni
sindaci e altra gente, lasciando in terra feriti, sanguinanti e semisvenuti
due giovani Aquilani , subito soccorsi dai compaesani.
Alle 13 , la contrapposizione su via del Corso/ altezza di L.go Chici era
ancora persistente , mentre una piccola parte dei manifestanti raggiungeva
Montecitorio , dove trovava la piazza occupata da centinaia di handicappati, le
loro famiglie ed associazioni ; un handicappato de L’Aquila in carrozzella , al
microfono delle associazioni, ha spiegato i motivi della venuta a Roma degli
Aquilani – i mancati fondi per la ricostruzione e per la ripresa delle attività
lavorative – e la necessaria dell’unità nella lotta contro la manovra “ lacrima
e sangue”.
A Montecitorio, le Associazioni – Amnic,Anfass, Aism,Aice, Fiadda,…-
nonostante le assicurazioni del governo sul mantenimento :1) della miserevole
indennità a partire dall’invalidità al 74% ( il governo intende portarla all’
85%) ; 2) dell’accompagnamento a quanti non sono autosufficienti ( il governo
vuole limitarla ai soli allettati) ; 3) dell’insufficiente sostegno ai
familiari e alle associazioni(il governo vuole tagliarlo del tutto) : hanno
mantenuto la mobilitazione ‚pronti a dare battaglia finale ad un governo
ignobile, sadico e antipopolare.
Intorno alle ore 14, un nutrito gruppo di oltre 200 manifestanti è riuscito a
portarsi sotto il palazzo di Berlusconi , pretendendo un faccia a faccia “ con
il “faccendiere– benefattore dei terremotati Aquilani “.
Il governo Berlusconi pensava che trascinando il voto sulla maledetta manovra
da 24 miliardi di euro in piena estate , sotto i 36° gradi di stamani , potesse
passarla liscia e gratuita ( vista l’imbelle opposizione parlamentare) invece
si sta trovando di fronte il paese reale – dagli operai Fiat– Pomigliano ai
precari della scuola, dagli Aquilani agli handicappati, dagli ambientalisti al
1 milione di firme per il referendum Acqua , dal NO Ponte/Tav/Nucleare al
diritto alla casa - una opposizione sociale vivace, cosciente e variegata, per
nulla intimorita dallo schieramento armato di un potere logoro,marcio e
decadente.
Roma 7 luglio 2010 / ore 15 Vincenzo Miliucci/ Confederazione Cobas
Herman Carrasco: un testimone contro i golpisti di Pinochet
GIOVEDI 8 LUGLIO ORE 20
PARCO DELLA CASETTA ROSSA
(GARBATELLA, VIA MAGNAGHI 14)
OSPITE DELLA FESTA
DE “L’ALTRA ESTATE”
L’Associazione culturale lalottacontinua che ha già dedicato vari incontri e mobilitazioni a sostegno delle persone offese dai torturatori dell’America Latina promuove:
Herman Carrasco: un testimone contro i golpisti di Pinochet
Il Processo per il desaparecido cileno Omar Venturelli, le accuse al torturatore Podlech, la testimonianza alla prossima udienza della figlia di Venturelli.
Herman Carrasco, torturato in Cile dai militari di Pinochet, testimone contro il procuratore militare Alfonso Podlech, ha accusato il suo aguzzino in aula a Roma nell’ultima udienza processo che vede accusato l’ex procuratore militare cileno di Temuco di fronte alla I Corte d’Assise di Roma per l’omicidio di Omar Venturelli.
Gli ha ricordato le torture subite con la “picana” elettrica, il cappuccio in testa e gli elettrodi sul corpo nudo e bagnato, le vessazioni e le umiliazioni. Gli ha anche detto di averlo riconosciuto in quella sala delle torture dentro la caserma Tucapel. E infine lo ha accusato di aver ucciso sei militanti comunisti accusati di un falso attacco alla polveriera interna del carcere in cui erano detenuti, una messinscenaq per giustificarne l’eliminazione.
Poi Carrasco ha anche ricordato Omar Venturelli, militante di Cristiani per il socialismo e simpatizzante del Mir, insegnante di pedagogia nell’università cattolica di Temuco, impegnato nella lotta contro i latifondisti a fianco dei contradfini mapuche, è stato fatto “scomparire” dal carcere di Temuco in Cile nell’ottobre del 1973. Podlech, arrestato dal giudice spagnolo Garzon nel 2008 mentrre era di passaggio in Spagna, è detenuto a Rebibbia.
Carrasco prima di tornare in Cile vuole ricordare a chi espresso solidarietà ai cileni che il processo va avanti, le prossime due udienze sono previste il 21 e il 22 luglio.
Nella prima delle due udienze sarà ascoltata dalla Corte la figlia di Venturelli, Maria Paz, che ha perso il padre (qui accanto nella floto) quando aveva soltanto due anni. Maria Paz parlerà davanti all’uomo che è accusato di aver eliminato suo padre, lo farà la mattina del 21 luglio nell’aula al I piano dell’edificio B del tribunale di Piazzale Clodio a Roma.
Promememoria:
In Italia si celebrano dal Duemila alcuni processi per i “desaparecidos” in Argentina e in Cile.
Gli ultimi due processi sono in corso davanti alla Prima Corte d’Assise presieduta da Anna Argento (Piazzale Clodio, Edificio B, I piano).
Il primo processo – Pm Antonello Caporale — riguarda tre desaparecidos in Argentina, dove nei sette anni di dittatura tra il 1976 e il 1983 sono “scomparsi” trentamila oppositori. Il processo vede imputato in contumacia l’ammiraglio argentino Emilio Eduardo Massera, capo della famigerata scuola della marina militare Esma in cui si torturavano i prigionieri e da cui sono partitri i voli della morte. All’Esma sono scomparsi oltre 5.500 prigionieri e nella stessa struttura molte donne prigioniere incinte hanno partorito bambini che poi sono stati destinati a coppie di famiglie in genere militari.
Il processo contro Massera si celebra in Italia paese di origine di tre desaparecidos, Angela Maria Aieta, Giovanni e Susana Pegoraro. Le prossime udienze sono previste il 27 e il 28 settembre.
Il secondo processo – Pm Giancarlo Capaldo — riguarda invece il desaparecido cileno Omar Venturelli. Arrestato nel settembre del 1973 Venturelli è scomparso il 4 ottobre dalla carceri cilene.
L’accusato è Alfonso Podlech, all’epoca procuratore militare di Temuco. Podlech (qui in una foto di repertorio), è un golpista militante del gruppo fascista Patria y libertad.
Roma Citta’ Aperta, Palestina Libera
ROMA CITTA’ APERTA, PALESTINA LIBERA
un appello per mettere fine alla aggressioni dei gruppi ultrasionisti
Giovedi 1 luglio è stato operato alla mandibola il giovane palestinese di Gaza rimasto ferito – insieme ad altri per fortuna meno gravi — nell’aggressione di una settimana fa sulla scalinata del Campidoglio.
Che un palestinese sfuggito all’inferno di Gaza venga ferito nella capitale del nostro paese da parte di un gruppo paramilitare, appartenente ad una minoranza oltranzista della comunità ebraica romana, suscita in noi un sentimento di vergogna ed indignazione, ma non quello della rassegnazione. Al contrario.
Riteniamo che su quanto avvenuto non sia accettabile che scenda una comoda cortina di silenzio o una colpevole rimozione, né che si affermi una sorta di impunità per gli aggressori.
Sono state fatte le dovute denunce in sede penale, è stato richiesto un incontro al Prefetto e al Sindaco di Roma, ma la questione non presenta solo problemi di carattere giuridico e penale.
Con questo appello, intendiamo denunciare con forza le responsabilità e le connivenze con gruppi squadristici che da anni aggrediscono e intimidiscono attivisti, esponenti politici e della società civile impegnati nella solidarietà e nell’informazione sulla situazione palestinese. I numerosi e ripetuti episodi di aggressione sono stati ricostruiti e denunciati, anche recentemente.
L’agibilità democratica delle piazze e del dibattito politico sulla situazione in Medio Oriente non può essere messa in discussione da gruppi ultrasionisti che importano nel nostro paese una logica di scontro militare e che ritengono applicabile anche nel nostro paese l’ impunità consentita – purtroppo — alle azioni del governo israeliano.
In questo senso, se non condividiamo sul piano politico la subalternità del governo italiano alla politica delle autorità israeliane (il voto negativo dell’Italia sul Rapporto Goldstone e sulla commissione internazionale di inchiesta sul massacro della nave Navi Marmara sono indicativi), ci preoccupa altrettanto la subalternità delle istituzioni locali alle scelte israeliane.
Due esempi aiutano a comprendere quanto intendiamo denunciare con questo appello.
Il Sindaco di Roma Alemanno ha affermato che la foto del soldato Shalit tiene lontano i sostenitori della causa palestinese dal Campidoglio (e mezz’ora dopo un gruppo di picchiatori appartenenti alla minoranza più aggressiva della comunità ebraica ha reso coerente questa affermazione sulle scale del Campidoglio).
La Regione Lazio ha avviato iniziative per l’acquisto di tecnologia di una azienda israeliana nel trattamento rifiuti che impiega tecnologie già esistenti e prodotte da aziende italiane con costi e ricadute occupazionali ovviamente molto diversi.
Riteniamo innanzitutto che la piazza del Campidoglio sia di tutti i cittadini e non solo di alcuni e che criteri di opportunità politica nelle relazioni con un altro paese non possano sostituirsi a quelli del vantaggio per l’economia delle istituzioni pubbliche.
L’aggressione squadrista avvenuta giovedì 24 giugno sulle scale del Campidoglio è solo l’ultimo di una serie di episodi che urgono essere affrontati nel merito e che il silenzio, l’inerzia, la connivenza delle istituzioni locali e nazionali rischiano di aggravare pesantemente, sia nelle relazioni interne alla nostra società, sia nelle relazioni internazionali.
Con questo appello vogliamo impedire la rimozione su quanto avvenuto, sia sul piano politico sia sul piano legale e siamo determinati a tornare in piazza al fianco del popolo palestinese, pretendendo dalle istituzioni la garanzia della piena agibilità democratica nella nostra città.
Luglio 2010
Per adesioni collettive (associazioni, reti, comitati, partiti) o individuali scrivere a:
Le prime adesioni raccolte dall’appello “Roma Città Aperta, Palestina Libera”
(in ordine: a nome di associazioni, collettive, individuali senza specifica)
Marco Benevento (Forum Palestina)
Germano Monti (Forum Palestina)
Mila Pernice (Forum Palestina)
Sergio Cararo (direttore di Contropiano)
Gustavo Pasquali (Comitato con la Palestina nel cuore)
Bassam Saleh (Comitato con la Palestina nel cuore)
Enrico Campofreda (giornalista)
Pierapolo Leonardi (esecutivo dell’Unione Sindacale di Base, USB)
Fawzi Ismail (Associazione Sardegna –Palestina)
Alfredo Tradardi (ISM-Italia)
Marco Rizzo (Comunisti Sinistra Popolare)
Enzo Apicella (disegnatore e designer)
Giorgio Forti (membro della rete Ebrei Contro l’Occupazione, ECO)
Mariano Mingarelli (Associazione d’amicizia italo-palestinese, Firenze)
Fernando Rossi (ex senatore, Per il Bene Comune)
Andrea Catone (storico, direttore de L’Ernesto)
Loretta Mussi (Stopagrexco Roma)
Mauro Gemma (redazione de L’Ernesto)
Nino Lisi (Comunità Cristiana di base San Paolo, Roma)
Giuseppe Zambon (editore)
Enrico Contenti (ISM-Italia Torino)
Anna Farkas (cittadina statunitense per la pace e la giustizia)
Carlo Tagliacozzo (redattore di zeitun.ning.com)
Marco Ramazzotti Stockel (membro di ECO, Ebrei contro l’Occupazione)
Mario Gabrielli Cossellu, (segreteria circolo PRC di Bruxelles)
Carmelo Viola (centro di Biologia Sociale, Acireale CT)
Mauro Casadio ( coord. Nazionale Rete dei Comunisti)
Diana Carminati (ISM-Italia)
Filippo Bianchetti (Comitato Varesino per la Palestina)
Vittorio Arrigoni (dalla Striscia di Gaza)
Francesco Francescaglia (Responsabile Esteri Partito dei Comunisti Italiani)
Paola Canarutto (membro della rete ECO)
Sergio Caldaretti (urbanista)
Giuseppe Musolino (Associazione Cultura di Varese)
Angelo Baracca (docente università di Firenze)
Armando Petrini, (segretario regionale PRC Piemonte)
Giuseppe Carroccia (federazione romana del PRC)
Miryam Marino (scrittrice e saggista)
Gianni Viola (scrittore, responsabile commissione scientifica FLIP-Roma)
Francesco Zanchini (ex presidente del Cipax)
Fabio De Leonardis (storico, Bari)
Enrica Palmieri (docente AND settore AFAM)
Gualtiero Alunni (coordinamento nazionale Comunisti Uniti)
Flavia Donati (psicanalista. ISM)
Stefano Sinigaglia (membro rete ECO, Ancona)
Ornella Terracini
Alberto Mari (Cecina Social Forum)
Annalisa Antichi (“Comitato a sostegno della resistenza del popolo palestinese”)
Giorgio Canarutto (della Rete Ebrei Contro l’occupazione, ECO)
Piero Gilardi (scultore Torino)
Adesioni collettive di associazioni, reti, forze politiche
Forum Palestina
Comitato con la Palestina nel cuore
International Solidarity Movement –Italia
Associazione d’amicizia italo-palestinese, Firenze
Stopagrexco, Roma
Circolo di Rifondazione di Bruxelles
Partito dei Comunisti Italiani Federazione Provinciale di Torino
Redazione de L’Ernesto
Redazione di Contropiano
Spazio antagonista Newroz– Pisa,
Precari autorganizzati-Pisa
Piattaforma Comunista
Zona autonoma pisana
Partito della Rifondazione Comunista di Torino
Cagliari Social Forum
Cecina Social Forum (LI)
Un Ponte per…
Rete Romana di solidarietà per il popolo palestinese
Rete dei Comunisti
Comitato sostegno alla resistenza del popolo palestinese (Versilia)
Adesioni individuali senza indicazioni di associazioni, reti, partiti, sindacati
Sonia Migliaccio (Torino)
Susanna Sinigaglia
Ilaria Olimpico
Pierpaolo Loi
Achille Zasso (Milano)
Elisa Veronese (Alessandria)
Fiorella Gazzetta (Varese)
Maria Grazia Lunghi
Yasmina (da Bruxelles)
Gabriella Grasso (Milano)
Carmela Ieroanni (Milano)
Hector Comari
Francesca Di Rosa
Giulietta Poli (Padova)
Rosaria Cadelonanoe
Mariella Setzu (Cagliari)
Claudio Giambelli (Roma)
Ornella Berniet (Roma)
Rita Maglietta
Adriana Oldani
Gianluigi Coppola
Eleonora Coppola
Sabina Driscoll
Falcon Driscoll
Thomas Coppola
Veronica Coppola
Donatella Inzerillo
Goran Rimac
Fabrizio Truini
Luigi Sandri (Roma)
Agnese Portioli (Roma)
Aldo Bifulco – Napoli
Enzo Del Medico
Giorgio Stabilini
Salma Said
Roberto Preve, (torino)
Cristina Mihura (Roma)
Franca Iannucci
Silvio Maddalena (dalla Svizzera)
Julia Gonzales (dalla Svizzera)
Alessio Di Florio (dalla Svizzera)
Gabriella Bentivoglio (Macerata)
Marilisa Picca (Mola di Bari)
Salah Mahameed
Catherine Leclercq
Beppe Orlandi
Patrizia Larese
Daniela Chiaperotti
Per adesioni collettive (associazioni, reti, comitati, partiti) o individuali scrivere a:
Ci lascia Enzo Tiezzi, scienziato e ambientalista scomodo e geniale
E’ scomparso il 25 giugno scorso a Siena il Prof. Enzo Tiezzi, classe 1938. Accademico, ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena e scienziato ambientalista di fama mondiale, fu uno dei primi studiosi ad introdurre nel nostro paese il concetto di sviluppo sostenibile, pensato e approfondito dal grande economista ambientalista Herman Daly circa 25 anni fa. Enzo Tiezzi fu infatti l’unico italiano del gruppo dei 25 scienziati che insieme a Daly nel 1984 gettarono le basi di questo concetto e delle sue applicazioni future.
Tre anni dopo, nel 1987, la nozione di sviluppo sostenibile venne utilizzata nel rapporto Brundtland della Commissione mondiale dell’ambiente e dello sviluppo delle Nazioni Unite. Oggi fa parte ormai del nostro retaggio culturale e della moderna pratica ambientalista ed ecologista. Da Copenhagen a Cochabamba, il nostro futuro, la nostra possibilità di sopravvivenza su questo pianeta e soprattutto quella delle generazioni che verranno, dovrà passare necessariamente attraverso l’applicazione pratica del concetto di sviluppo sostenibile.
Considerato allora concetto innovativo, lo sviluppo sostenibile (sustainable development), che come Tiezzi spiegava significa dare la possibilità di “estendere alle future generazioni lo sviluppo”, rivoluzionava completamente quello precedente di carrying capacity, cioè la capacita’ portante immediata del pianeta. Lo sviluppo sostenibile introduceva quindi implicitamente l’idea di “solidarieta’ generazionale” di cui iniziava a parlare proprio in quegli anni Herman Daly.
Grazie agli studi di Enzo Tiezzi e dei suoi collaboratori e studenti, condotti in sinergia con quelli di Trista Patterson dell’ Università del Vermount e con quelli dello stesso Daly dell’Università’ del Maryland, le amministrazioni comunali e provinciali della Toscana, dove egli ha sempre vissuto e lavorato, hanno potuto conoscere e confrontarsi, spesso applicandole in progetti innovativi, con idee nuove quali quelle di turismo sostenibile e di impronta ecologica (la differenza tra la domanda di disponibilità di risorse di un territorio e la domanda di risorse della popolazione che vi abita) e degli indicatori ecodinamici, un neologismo inventato proprio nell’ Università di Siena che indica l’insieme di “indicatori energetici, ecologici ed economici” applicati ad un sistema territoriale.
Enzo Tiezzi è stato autore di circa 20 libri e oltre 500 pubblicazioni scientifiche tradotte in varie lingue ma sicuramente “Tempi storici, tempi biologici” scritto nel 1984 e riedito con il sottotitolo “Venticinque anni dopo” da Donzelli nel 2005, e “I limiti dell’energia” del 1987 scritto con Paolo degli Espinosa sono stati i manuali scientifici di studio dell’ ambiente basilari per una generazione che iniziava ad affrontare i temi legati all’ecologia e alla salvaguardia del pianeta misurandosi con un paradigma nuovo e fino a quel momento sottovalutato, quello di tempo biologico del pianeta.
“E’ la prima volta che i tempi storici, quelli dell’organizzazione, dello sviluppo scientifico e tecnologico, della società umana e della sua espansione demografica, interferiscono con i tempi biologici, cioè con quelli della storia del pianeta, della vegetazione, della fauna, delle acque, della temperatura, dell’equilibrio biologico” scriveva Enzo Tiezzi oltre vent’anni fa.
Un monito soprattutto per la sinistra materialista, geneticamente portata ad esaurire nel tempo storico la sua visione dello scorrere del tempo. Il tempo è infinito e proprio la sua infinità ha reso possibile la formazione di cicli vitali del pianeta infinitamente lunghi se comparati con la brevità dei tempi storici. Cicli vitali tuttavia finiti, pensiamo a quelli dell’acqua e del carbonio, che possono essere irrimediabilmente compromessi se non si pone un freno allo sviluppo illimitato delle risorse, se non viene rivisto il nostro impatto sul pianeta, se non si comprende chiaramente che non “può esistere una crescita infinita su un pianeta finito” come amava ripetere Enzo Tiezzi. Se non si agisce pensando a quella “solidarietà generazionale” immaginata e studiata da Daly, lasceremo alle generazioni future un debito ecologico impossibile da saldare e da recuperare.
L’odierna crisi economica, ambientale ed ecologica, già prevista alcuni anni fa dal gruppo di ricerca dell’Università di Siena diretto da Tiezzi, va affrontata oggi secondo nuovi paradigmi. Sostituendo intanto l’indice PIL (prodotto interno lordo), “uno tra i più rozzi e stupidi che si possa immaginare dal punto di vista scientifico” con il più moderno indice di benessere economico sostenibile, ISEW (Index of Sustainable Economic Welfare), il nuovo indicatore economico pensato e studiato da Herman Daly che come spiegava Enzo Tiezzi nelle sue conferenze ed interviste, “prende in considerazione l’ambiente, lo stato sociale, l’energia, l’occupazione insieme ovviamente alla situazione economica”. Non un freddo insieme di calcoli ma uno studio attento della qualità della vita umana intesa come un insieme di scelte sostenibili con la vita sul pianeta.
Proprio adesso, in cui nel nostro paese da una classe dirigente arrogante e sorda ai moniti della comunità scientifica e degli ambientalisti, ma soprattutto sorda alla presa di posizione antinucleare dei cittadini italiani sancita con il referendum del 1987, viene riproposta l’opzione nucleare come scelta energetica primaria, ci viene a mancare una figura importante e un fondamentale punto di riferimento scientifico per tutti coloro che credono che la Madre Terra, come anche Enzo Tiezzi amava definirla, vada conservata e protetta perché anche le generazioni future possano avere una possibilità di vita. Nel 1987 nella scelta del NO all’ utilizzo per scopi civili dell’energia nucleare fu sicuramente fondamentale l’apporto di Enzo Tiezzi e del suo gruppo di ricerca dell’Università di Siena. Recentemente egli aveva ribadito la sua posizione in tal senso, riflettendo innanzitutto sulla pericolosità della scelta nucleare (“la sicurezza nucleare è una fiaba” aveva detto in una recente intervista) e invitando quindi a “sviluppare tutte le meravigliose, stupende energie alternative che si possono ricavare dalla Natura con effetto serra zero, a partire da quella del Sole”.
Se ne va pertanto circondato dal silenzio della stampa, serva dei grandi interessi economici e politici che sono dietro le scelte energetiche criminali che stanno decretando la fine del pianeta, un grande scienziato che ha speso tutta la sua vita per difendere il diritto delle generazioni future ad abitarlo.
Appello urgente per Narciso Isa Conde
- che adotti misure valide sia a livello nazionale che internazionale volte alla protezione della vita di Narciso Isa Conde,
- che intraprenda indagini serie ed accurate sulle denunce emesse dallo stesso Isa Conde e che le renda note quanto prima,
- che si attivi presso le autorità statunitensi per chiarire e risolvere la posizione migratoria di lui e della sua famiglia e che venga pertanto assicurato loro il diritto a viaggiare e agli spostamenti.
Partito Comunista dei Lavoratori
Csoa Askatasuna — Torino
Csa Murazzi — Torino
Ksa — Studenti medi Torino
Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!
Amedeo Curatoli
Enrico Giardino — forum DAC
Bortolotti Carmela
Giovanni Medde
Giorgio Raccichini (Insegnante)
Franco Calandri-Italia Cuba Arcore Brianza
Nicola Ricci-membro della segreteria provinciale PdCI di Livorno
Luciano Carta
Ivan Pavicevac, presidente del CNJ JugocoordONLUS
Barbara Meo Evoli, giornalista, fotografa
Luigi Di Costanzo — Napoli
Raul Angel Marin Hinostroza Activista en DD HH.Miembro de la Seccion Peruana de Amnistia Internacional.
Enzo Tiezzi: non può esistere una crescita infinita su un pianeta finito
Enzo Tiezzi é scomparso qualche giorno fa. In silenzio. Nessun giornale né agenzia riporta la notizia. É stato un grande scienziato che ha dato un forte contributo alle battaglie ambientaliste in Italia e alla lotta contro il nucleare, conclusasi nel referendum del 1987. Il movimiento ecologista e noi tutti gli dobbiamo molto. Anche io.
Ripropongo pertanto questo articolo che contiene anche un´intervista realizzata da Radio Onda Rossa ad Enzo Tiezzi un anno fa in occasione della Giornata Internazionale della Madre Terra.
Enzo ha lasciato Arancia Blu
non è la mano tesa
né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia
è l’ispirazione spirituale
quando scopriamo
che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi.”
1867, Concorde,USA)
La chiave di questa similitudine sta nella loro straordinaria dimensione spirituale che ha accompagnato le loro così diversissime esistenze, uomo dell’800, ministro della Chiesa Unitaria e fondatore della filosofia del trascendentalismo, il primo, uomo del Novecento, ateo e fondatore di una delle più importanti scuole internazionali di chimica-fisica, nel campo delle possibili applicazioni della Risonanza magnetica nucleare in medicina.
Da questo momento in poi, Enzo capisce , prima di tutti gli scienziati ed intellettuali periodicamente riuniti a Pacina, che il monito lanciato a Washington nel 1962 dalla celebre biologa americana, Rachel Carson (La primavera silenziosa), sui rischi ecologici planetari, connessi all’utilizzazione intensiva dei pesticidi in agricoltura, mettevano in discussione non solo la dimensione “quantitativa” dello sviluppo contemporaneo, bensì i diversi paradigmi scientifico-culturali sui quali si erano costruite le tecnologie moderne applicate allo sviluppo economico e territoriale.
Enzo era, tuttavia, personaggio “scomodo” per il potere politico in un’epoca nella quale stavano già emergendo i primi sintomi di quella “malaria affaristica” che porterà alla decapitazione del sistema dei partiti della Prima repubblica (1992).
Da quell’esperienza se ne fuggì dopo poco, pronto a investire le sue energie in nuove e più ambiziose mete.
Una straordinaria serie di mostre di fotografie, da lui scattate e selezionate nel corso di tutta la sua vita, esposte presso il Museo di Arte moderna e contemporanea a Bologna e a Siena (2007), avevano preannunciato l’inizio consapevole di un lungo viaggio nei meandri oscuri del male incurabile e del tormento fisico che precede la fine.
Immensa, multiforme, colorata, piena di profumi.
Lui, avvolto in quel candido vestito bianco, con cui amava presentarsi nelle occasioni importanti, è uscito di scena, come un attore del Teatro Rozzi della sua amatissima Siena, volando sopra le quinte per osservare l’Arancia Blu, ospite di quell’astronave dalla quale Kenneth Boulding seppe farci capire la stolta filosofia dell’ “economia del cow-boy”.
Rebus…
Fonte: Il Vernacoliere