Il Carcere di Carabanchel/La cárcel de Carabanchel

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carcel de carabanchel

A tutti coloro che si trovassero a Madrid fino ai primi di Agosto consiglio di passare per la Taberna Rayuela dove Aurelio Antona ed altri quattro amici espongono fotografie realizzate all’interno del vecchio carcere di Carabanchel, edificato dal regime franchista per la detenzione dei suoi oppositori. Ha funzionato per 55 anni, dal 1944 al 1999.
 
A todos quienes se encontrarán en Madrid hasta los primeros días de Agosto les consejo una visita a la Taberna Rayuela donde Aurelio Antona y quatro amigos exponen fotografias tomadas en el interior de la vieja càrcel de Carabanchel, construida por el regimen franquista por la detención de sus opositores. Ha funcionado por 55 años, desde 1944 hasta 1999.
 
Calle Moreria 8,esquina Bailen
Madrid

Metros: Latina,Opera
Autobuses:148,3,31,50,65

Horario
de lunes a viernes : a partir de las 19h.
Sabados y domingos : a partir de las 13,30h

 
 


Su Omero Ciai, La Repubblica e il Venezuela

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Poiché questo sito si occupa di disinformazione, e poiché La Repubblica in questo è particolarmente esperta, vorrei segnalarvi alcuni articoli al riguardo apparsi negli ultimi  giorni  in vari siti:
 
La Patria Grande di Attilio Folliero
 
Altre storie di Giuseppe Galluccio
Lettera a Omero Ciai (e risposta di Omero Ciai)
 
Gennaro Carotenuto
 

Colombia, gli undici martiri dello scambio umanitario

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Gli undici deputati dell’Assemblea del Valle del Cauca che il Comando Congiunto d’Occidente delle FARC-EP, con un comunicato del 23 giugno scorso, informa che sono deceduti nel “mezzo del fuoco incrociato”, sono in ordine di tempo gli ultimi martiri del cosiddetto scambio umanitario.
Il comunicato delle FARC fa riferimento ad un “gruppo militare finora non identificato”, il quale avrebbe attaccato l’accampamento in cui si trovavano, addossando la responsabilità dell’accaduto alla “demenziale intransigenza” del presidente Uribe.
Uribe, dal canto suo, due giorni fa,  nella conferenza stampa ha dichiarato che “il governo accusa il gruppo terrorista delle FARC dell’omicidio dei deputati “.
Il Ministro della difesa Juan Manuel Santos appoggiando la versione del presidente, ha detto che in questo caso andrebbe applicato il buon senso per cui e’ impossibile che in uno scontro a fuoco siano morti solo gli ostaggi e nessun militare o nessun guerrigliero.
Il Ministro degli Interni Carlos Holguin Sardi non esclude invece la possibilità che ci sia stato uno scontro a fuoco con alcuni gruppi di paramilitari, probabilmente le  Aguilas Negras,  la nuova generazione di paramilitari che non hanno aderito alla smobilitazione.
Il comandante del ELN, Juan Carlos Cuellar si è sentito in dovere di assicurare che i suoi uomini ultimamente non hanno avuto scontri con le FARC e così fa sapere anche il capo dei paramilitari smobilitati Ernesto Baez  dal carcere di massima sicurezza di Itagui, scartando l’ipotesi del coinvolgimento delle Aguilas Negras  nella vicenda.
Fin qui  le versioni ufficiali  di tutte le parti in causa.
Secondo un’altra versione, invece, un po’ più “complottista” ma tuttavia non priva di riscontri,  un commando del Gaula (corpo speciale antisequestro dell’esercito colombiano)e paramilitari guidati da nordamericani hanno attaccato l’accampamento dove si trovavano le FARC, nella zona di confine tra il Valle e Nariño.
Secondo questa versione si sarebbe trattato di una delle operazioni segrete nell’ambito del Plan Patriota, utilizzando  tecniche già sperimentate con successo in Asia, Medio Oriente, nei  paesi arabi e quelli del centro America.
Questi corpi speciali sarebbero addestrati nelle basi americane di Manta e Aruba e in alcune basi  colombiane,tra cui la base di Castilletes sul Golfo del Venezuela con lo scopo di liberare gli ostaggi nelle mani della guerriglia e successivamente preparare attacchi al vicino Venezuela, dove   gruppi di Aguilas Negras, agenti del DAS (la sicurezza colombiana) e la SIJIN (un corpo della polizia giudiziaria)  già si sarebbero infiltrati  per provocare una guerra civile e giustificare così un intervento straniero.
Un interessante articolo su El Colombiano, quotidiano di Medellín, invece elenca questa  serie di ipotesi:
1)     alcuni analisti suppongono che un gruppo di Aguilas Negras, probabilmente patrocinati da un cartello del Nord del Valle, durante un’incursione nel territorio dove erano tenuti  nascosti gli 11 deputati abbiano causato la reazione delle FARC. Ciò nonostante risulta difficile credere, come ha fatto notare il Ministro della Difesa Santos,  che il fuoco incrociato abbia colpito solo gli ostaggi, è più probabile l’ipotesi secondo la quale il gruppo paramilitare abbia colto di sorpresa le FARC , le quali confondendoli con l’esercito abbiano attuato l’ordine ricevuto dai vertici  del gruppo armato di eliminare gli ostaggi, come già accaduto in passato in questi casi.
2)     L’accaduto potrebbe essere in relazione con la morte di Milton Sierra, alias JJ, noto come la mente dell’operazione che ha portato al sequestro dei deputati nell’aprile 2002. La morte di Sierra avrebbe lasciato il gruppo senza guida e alcuni dei suoi uomini per vendetta avrebbero deciso di eliminare gli ostaggi. JJ è stato ucciso approssimativamente il  15 giugno scorso in un’operazione congiunta di Esercito, Armata Nazionale e Forza Aerea, quindi appena pochi giorni prima del  comunicato delle FARC in cui la morte degli 11 deputati del Valle si fa risalire al 18 giugno. Anche in questa notizia, balletto di date, Juan Manuel Santos,   infatti  assicura che JJ fu ucciso il 6 giugno e quindi circa 12 o 13 giorni prima della morte dei deputati.
3)     Nonostante il governo abbia negato un’azione militare volta alla liberazione degli ostaggi non è detto che nelle immediate vicinanze non ci sia stato movimento di truppe, e che questo abbia provocato la tragica decisione di eliminare i deputati.
4)     Le FARC avrebbero deciso di eliminare gli ostaggi per provocare un’immediata reazione della comunità internazionale affinché faccia pressione  per una rapida soluzione dello scambio umanitario.
 
La situazione è intricata e  aperta ad ogni possibilità, se veramente fossero coinvolte le Aguilas Negras sarebbe anche più inquietante, come ha dichiarato infatti l’esperto dei servizi segreti Jairo Libreros “se questa ipotesi fosse reale, sarebbe preoccupante che le Aguilas Negras abbiano  un sistema di intelligence superiore a quello dell’ esercito , dal momento che avrebbero localizzato  le FARC e gli ostaggi prima dell’esercito, salvo il fatto che a loro non interessava salvare la loro vita”.
 
E’ grande il dolore e la rabbia dei familiari delle vittime che nonostante indicano come responsabile dell’accaduto la guerriglia, fanno sapere per tramite della portavoce Fabiola Perdomo, vedova di Juan Carlos Narvaéz, all’epoca del sequestro presidente dell’Assemblea Del Valle del Cauca, che   ritengono che il governo sia ugualmente colpevole nella tragedia  perché “ha avuto gli strumento politici e giuridici per lo scambio umanitario e non ha fatto nulla per realizzarlo”.
Altri familiari parlano di un “atteggiamento di intolleranza per cui non c’e’ stata volontà di raggiungere l’accordo umanitario”.
Tutti comunque manifestano la sensazione che il governo in questi cinque anni in cui è durato il sequestro, non abbia realmente mostrato la volontà politica per giungere ad uno scambio umanitario.
Tutti concordano sul fatto che il Governo dovrebbe accettare la smilitarizzazione dei municipi di Florida e Pratera come unica soluzione per riportare al paese gli altri ostaggi nelle mani della guerriglia ed avviare un processo di pace.
Le dichiarazioni di Uribe all’indomani della notizia della morte degli undici deputati non hanno effettivamente ottenuto pieno consenso, alcuni passaggi sono stati  criticati dai familiari delle vittime, come quello con il quale in cui il presidente apre  la conferenza stampa dichiarando che “per il Governo Nazionale la liberazione degli ostaggi è stata prioritaria” . Egli è stato inoltre smentito quando ha detto che le “FARC in modo sprezzante, hanno avvertito i familiari degli undici deputati telefonicamente”. Questi fanno sapere di non aver ricevuto nessuna telefonata dalle FARC e chiedono a Uribe  “molta delicatezza in questo momento di dolore”.
Álvaro Uribe ha distinto il suo governo per l’intransigenza e la politica militare con cui ha preteso di affrontare il delicato problema dell’accordo umanitario.
Ha considerato sempre il rifiuto alla smilitarizzazione dei territori di Florida e Pratera,  come una questione di principio o di onore militare e come più voci fanno notare, ha usato l’eventuale liberazione degli ostaggi come prova del suo successo politico. La famiglia di Ingrid Betancourt chiede ai paesi coinvolti nelle trattative, Francia, Spagna e Svizzera, (che nelle settimane scorse stavano conducendo trattative con il portavoce delle FARC Raùl Reyes) che si impegnino per ottenere con fermezza dal presidente colombiano la fine di qualsiasi operazione militare volta alla liberazione degli ostaggi e un impegno per il raggiungimento di un accordo umanitario.
Accordo umanitario che si profila ancora più lontano  dopo questa tragica notizia e dopo la reazione di Uribe, che in un intervento pubblico al nord del paese  ha tuonato che il Governo non lascerà che “in questo momento qualcuno si approfitti del dolore per esigere una zona di smilitarizzazione che permetta ai criminali delle FARC di sfuggire alla Forza Pubblica, che ha il compito di sconfiggerli”.
Opinione diffusa è che la stessa intransigenza governativa  non è stata dimostrata nello svolgimento delle trattative per la smobilitazione dei paramilitari.
In queste circostanze, nella ricerca affannosa del colpevole, tutte le parti chiamate in causa, sembrano dimenticare  che il sequestro degli 11 deputati si è protratto per ben 5 anni senza che si aprisse alcuno spiraglio di speranza nella loro liberazione, paradossalmente quando questa sembrava essere più vicina, il tragico epilogo.
Un attimo di paura delle FARC e quindi un segnale di debolezza? O una manifestazione di forza? L’esercito colombiano o le Aguilas Negras?
Probabilmente la verità come spesso accade in Colombia non si conoscerà mai, nel generale scaricabarile  che ne sta conseguendo.
L’anno scorso durante le trattative per la smilitarizzazione dei territori, scoppiò un’auto bomba nell’Università militare,   il Governo accusò le FARC e molti nutrirono dei dubbi, adesso nuovamente nel momento di trattative per la smilitarizzazione degli stessi territori, ci sono 11 deputati assassinati, non si sa bene da chi, le  FARC accusano il Governo e l’Esercito e molti nutrono dei dubbi.
Come ha scritto Antonio Caballero in un suo editoriale su  Semana, “la guerra non è la causa dei mali del paese, ma la sua conseguenza, per non essersi resi conto di questo, si è preteso risolvere questi mali con più guerra, come se la malattia fosse la cura. La dose più recente di questa cattiva medicina è stata quella somministrata dal governo ciarlatano di Uribe , la cui promessa è stata quella di vincere la guerra per poter poi arrivare alla pace: come se la guerra fosse il frutto della volontà malvagia di alcuni “cattivi colombiani” e non il prodotto (tra tanti altri) dell’ingiustizia essenziale che ha preteso mantenere tramite la stessa guerra, un forma estrema di repressione sociale”.
 
Questa ovviamente non vuole essere una giustificazione alla barbarie che sicuramente viene con la stessa violenza da ambo le parti (e il detenere per anni persone lontano dalle proprie famiglie sicuramente ne rappresenta un aspetto tragico) ma un invito alla riflessione sul fatto che rispondere alla violenza con la violenza non può che generare altra violenza e che il governo attuale nonostante tutto si è dimostrato incapace di condurre delle trattative,   prova ne è il fatto che probabilmente se un attore importante ci sarà in questo scenario, si tratterà sicuramente della comunità internazionale, a dispetto dei fondi e della demagogia spesi per la campagna di sicurezza del paese.

Segnalo inoltre:

Cómo nos duele su Semana

Y los que quedan? su Semana

Lo humanitario y lo político di Antonio Caballero

Uccisi 11 deputati sequestrati da cinque anni di Bogotalia

Vero e profondo dolore di Bogotalia  

 
  
 
 
 

I padroni dei media

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Dieci mega gruppi controllano stampa, radio e tv negli USA e influenzano l’America Latina

ERNESTO CARMONA
Argen Press

Dieci mega società posseggono o controllano i grandi mezzi di informazione degli Stati Uniti: stampa, radio e televisione. Questi dieci imperi controllano, inoltre, il vasto settore affaristico del divertimento e della cultura di massa, che abbraccia il mondo editoriale, la musica, il cinema, la produzione e la distribuzione di contenuti televisivi, sale teatrali, Internet e parchi di divertimento tipo Disneyworld, non solo in America del Nord ma anche in America Latina e nel resto del mondo.

Centinaia di milioni di nordamericani, latino-americani e cittadini di tutto il pianeta utilizzano quotidianamente – direttamente o indirettamente – i prodotti di informazione e culturali delle holding AOL/Times Warner, Gannett Company, Inc., General Electric, The McClatchy Company/Knight-Ridder, News Corporation, The New York Times, The Washington Post, Viacom, Vivendi Universal e Walt Disney Company, proprietarie dei mezzi di comunicazione più influenti.

I dieci gruppi controllano i quotidiani nazionali di maggior diffusione, come il New York Times, USA Today e Washington Post, centinaia di emittenti radio e le quattro catene televisive con maggiore audience nei programmi di notizie: ABC (American Broadcasting Company, di Walt Disney Company), CBS (Columbia Broadcasting System, di Viacom), NBC (National Broadcasting Company, di General Electric) e Fox Broadcasting Company (di New Corporation).

Coloro che amministrano questi mezzi di comunicazione hanno acquisito un’importante fetta di potere che non proviene dalla sovranità popolare, ma dal denaro e risponde ad un’intricata matassa di relazioni tra i mezzi di informazione e di comunicazione e tra le più grandi multinazionali statunitensi, come la discussa impresa petrolifera Halliburton Company del vicepresidente Dick Cheney; il Carlyle Group che controlla gli affari della famiglia Bush; i fornitori del Pentagono Lockeed Martin Corporation, Ford Motor Company, Morgan Guaranty Trust Company of New York, Echelon Corporation e Boeing Company, solo per citarne alcuni.

Principalmente i dieci grandi imperi della comunicazione offrono propaganda politica, formano l’opinione pubblica e persuadono a favore dell’ideologia conservatrice; hanno giustificato politiche imperialiste come l’invasione dell’Iraq e dell’Afghanistan e in generale plasmano le menti e lavano i cervelli.

Invece di informare il cittadino per dotarlo di una visione critica e attenta, il controllo mediatico lo trasforma in un consumatore passivo di divertimento e in uno spettatore della politica… televisiva.

Il controllo interessato delle notizie da parte dei mezzi di comunicazione più influenti ha inizio dalla selezione su ciò che fa “notizia”, cioè sull’informazione che verrà fornita ai cittadini e in che modo debbano riceverla, cioè la presentazione, l’elaborazione e l’approccio dei fatti attraverso degli “uomini ancora” o presentatori, delle immagini televisive o dei testi dei grandi periodici.

Paradossalmente questi dieci grandi imperi mediatici mostrano gli Stati Uniti come una democrazia esemplare, retta dal così detto “sogno americano di libera concorrenza” dove tutti avrebbero “le stesse possibilità di avere successo”.

Probabilmente rimangono pochi ingenui ancora che credono a questa propaganda. Quello che è certo è che la travolgente concentrazione della proprietà ha fatto sparire numerosi mezzi di comunicazione locali, in particolare le emittenti radio, piccoli periodici e case editrici di tipo familiare, perdendo posti di lavoro e limitando la “libertà di espressione”.

Roma costruì il Colosseo per offrire un diversivo cruento alle masse urbane del suo impero. Oggi ogni volta che accendiamo il televisore riceviamo terrorizzati le crudeltà della propaganda della guerra dell’impero statunitense, nonostante le notizie pretendano di mostrare la presunta bontà dei suoi soldati in Iraq e i film ci familiarizzino da bambini con la morte e la violenza.

Petrolio e risorse naturali per le multinazionali e circo per i popoli, questa sembra essere la parola d’ordine dell’impero, solo che adesso il circo è installato nelle case per il volere di poche elite mondiali.

Negli Stati Uniti l’informazione è stata sostituita lentamente e totalmente dalla propaganda corporativa. Non esiste più il “diritto all’informazione” garantito dal Primo Emendamento della Costituzione. I cittadini statunitensi hanno perduto il loro diritto all’informazione vera e adeguata senza rendersene conto e senza che questo sia stato formalmente abrogato. Le frequenze per i segnali radiofonici e televisivi costituiscono un bene pubblico di tutta la società ma il loro controllo è passato nelle mani di pochi mega-imperi mediatici:

1) AOL /Time Warner Inc. è il maggior impero mediatico, conosciuto in America Latina per la rivista Time, come fornitore di Internet AOL, per i film di Warner Brothers, CNN, TNT e le altre società fondate dal famoso Ted Turner, ex marito di Jane Fonda.

Questo impero possiede impianti sportivi come Los Bravos di Atlanta (baseball), numerosi canali televisivi come Cartoon Network, Entertainment Network e tutte le società che portano nel nome la T di Turner: TBS Superstation, TNT & Cartoon Network dell’Asia e del Pacifico, Turner Classic Movies (TCM) Turner Entertainment, Turner Network Television (TNT) e Turner South.

Come notizie televisive via cavo possiede la CNN, CNN Airport Network, CNN in spagnolo, CNN fn, CNN Headline News, CNN Interactive, CNN International e CNN Radio. Partecipa in Court TV (con Liberty media Corp.), HBO (Home Box Office), Kablevision (televisione via cavo in Ungheria – 53,75%), New York 1 News (canale di notizie 24 ore solo per la città di New York), Road Runner e Time Warner Cable.

Produce film con Fine Line Features, New Line Cinema e Turner Original Productions e li distribuisce nelle sale cinematografiche e in televisione tramite Castle Rock Entertainment, Warner Brothers, Warner Brothers Domestic Pay TV, Warner Brothers Domestic Television Distribution, Warner Brothers International Television Distribution ed altre 14 società. Controlla Warner Brothers International Theaters, proprietaria o gestore di multi sale cinematografiche in più di 12 paesi , mentre invece per far giungere la sua produzione nelle case possiede la Warner Home Video, etc.

Il gruppo possiede riviste, fumetti e magazine come Life, Time, Money e altre 70 pubblicazioni di vario genere e per tutti i gusti. Ha una trentina di marchi registrati come American Recordings, Asylum, Atlantic Classics, The Atlantic Group, China e altri. Pubblica libri con Time Life Books, Back Bay Books, Back Bay Books, BookoftheMonth Club, Bulfinch Press, Children’s BookoftheMonth Club, Crafter’s Choise, History Book Club ed un’altra ventina di case editrici. Partecipa a Amazon,com, AOL MovieFone, CNN Newsroom (programma di notizie giornaliere per lezioni scolastiche) e circa 15 aziende di educazione in internet, oltre ai servizi on line di AOL.com, AOL Europe, AOL Instant Messenger, CompuServe Interactive Services, Digital City, etc. Sfrutta inoltre il business dei parchi di divertimento come Disney World tramite Warner Brothers Recreation Enterprises e della vendita al dettaglio con Warner Bros. Comsumer Products.

2) Gannet Company Inc. raggruppa i periodici di maggior circolazione e comprende anche stazioni televisive. Possiede i quotidiani nazionali USA ToDay, U
SA Weekend, USA ToDay Sports Weekly, USA ToDay Information Network ed i servizi di informazione Gannet News Service. La lista dei quotidiani locali della holding comprende decine di periodici. E con Army Times Publishing Company produce pubblicazioni per il consumo delle armi, come Army Times, Navy Times, Navy Times Marine Corps, Air Force Times, etc.

In Inghilterra possiede Newsquest pic Daily Newspapers, Bolton Evening News, Daily Echo (Bournemouth) e un’altra ventina di periodici. Con la televisione è presente in Arizona: KNAZ (Flagstaff), KMOH (Kingman), KPNX (Phoenix); e molti altri stati. Ha anche partecipazione in altri affari come Cincinnati Reds, tramite Cincinnati Enquirer, Classified Ventures Com. LLC (proprietà condivisa con Knight Ridder, New York Times Company, Times Mirror, Washington Post Company, Tribune Company, Central Newspapers Co. e McClatchy Company), Space.com (con General Electric) e moltissimi altri accordi commerciali.

3) General Electric è un altro mostro che possiede, controlla o partecipa in numerosi mezzi di informazione importanti come NBC News o la catena ispanica Telemundo, senza tralasciare gli elettrodomestici e partecipando anche nell’aviazione, nei sistemi industriali e in una moltitudine di altri affari.

Fu fondata nel 1878 da Thomas Edison, è cresciuta nel tempo abbracciando interessi in Westinghouse, United Fruit e AT&T.
Nel 1926 ha formato la National Broadcasting Corporation (NBC) che amministra emittenti radiofoniche e televisive. La sua filiale RCA ha controllato Random House, ma l’ha venduta nel 1980 a S.I. Newhouse’s Advance Publications. Nel 1985 ha acquisito per 6.300 milioni di dollari la parte di RCA in NBC, nel 1986 ha venduto il settore musicale RCA a Bertelsmann e nel 1989 ha formato CNBC, poi nel 1996 ha lanciato MSNBC.
Ha sviluppato reti di notizie via cavo con Microsoft, nel 1997 ha esteso CNBC in Asia e in Europa, nel 1999 ha ottenuto il 32% di Paxons Communications e la rete PAX TV, nel 2002 ha acquisito Telemundo Communication Group per 2.700milioni di dollari, un affare che ha coinvolto Sony e Liberty Media Corp. Ha acquisito la rete Bravo Network da Cablevision e MGM per 1.250 milioni di dollari.
Nel 2002 ha creato NBC Universal con Vivendi Universal, acquisendo anche le holding di intrattenimento che comprendono i parchi e gli studi cinematografici e televisivi Universal Picture e tre canali tv via cavo.

Riassumendo, possiede 15 stazioni televisive ed altre 14 stazioni Telemundo, produce e distribuisce programmi televisivi tramite NBC Universal Television Studio, NBC Universal Television Distribution, CNBC, MSNBC, Bravo, Mun2TV, Sci-Fi, Trio e USA, produce film con Universal Pictures, gestisce il parco Universal Parks & Resorts, possiede Paxons Communications (30%) e le attività commerciali GE Aircraft Engines, GE Commercial Finance, GE Consumer Products, GE Industrial Systems, GE Insurance, GE Medical Systems, GE Plastics, GE Power Systems, GE Specialty Matelrials e GE Transportation Systems.

4) News Corporation, il cui proprietario più importante è l’australiano-statunitense-britannico Rupert Murdoch controlla la catena televisiva Fox Broadcasting Company, con succursali praticamente in tutti gli Stati Uniti.
Possiede inoltre il canale di notizie Fox News e tutto ciò che includa nel suo nome la parola Fox (Zorro), come Fox Sports ed altre attività commerciali che hanno nomi diversi come per esempio il National Geographic Channel, Sky Directv, etc.
Il gruppo possiede inoltre un settore di riviste e magazine che pubblica TV Guide, il Weekly Standard e Inside Out, tra gli altri. Per produrre cinema possiede 20th Century Fox, Fox Television Studios e Fox Searchlight Pictures.
Nel settore dell’editoria possiede imprese come Harper Collins ed altre 40 case editrici.
I suoi quotidiani comprendono il New York Post degli Stati Uniti, il News of the World, News International, Sun, Sunday Times e The Times, nel Regno Unito e più di 20 quotidiani in Australia.

Alla fine del 2004, Rupert Murdoch, all’età di 76 anni, ha pagato 44 milioni di dollari per un appartamento nella Fifht Avenue a New York, proprio di fronte all’ingresso del giardino zoologico in Central Park. L’appartamento è composto da 2 piani, 20 stanze, 2.500 mq più 1.250 mq. in terrazzi con una spesa mensile di mantenimento di 21.500 dollari.

Secondo la rivista Forbes, il magnate possiede 9 mila milioni di dollari ed è il multimilionario numero 73 della classifica mondiale dei grandi ricchi.
Possiede quasi cento stazioni tv via cavo e televisione aperta negli Stati Uniti, Europa e Australia, una ventina di case editrici come Harper Collins Publishers e Greenwillow Books, per citarne alcune, più 43 quotidiani divisi tra gli Stati Uniti, Regno Unito e Australia.

5) McClatchy Company, specializzata in periodici e pubblicazioni Internet, possedeva soltanto 12 pubblicazioni quotidiane fino a quando nel giugno 2006 acquisì Knight Ridder, la seconda holding di periodici, con 31 rotative, tra i quali il Miami Herald ed il New Herald. I nuovi proprietari mantengono 31 quotidiani, approssimativamente 50 periodici non quotidiani e vari periodici a diffusione gratuita ma ovviamente fecero sparire vari quotidiani della “concorrenza” perché li acquistarono. Tutti i quotidiani hanno versione online, mentre l’azienda ha avviato McCatchy Interactive, che fornisce contenuti e sviluppa software, come Real Cities (http://www.RealCities.com) e annunci economici (cars.com e appartamenti.com).

6) Il New York Times Company pubblica a NewYork il quotidiano omonimo, a suo tempo rispettabile, ed altri 17 periodici nel paese, ma lavora anche nella radio, nella televisione ed in altre attività commerciali. Nel 2006 l’azienda aveva un valore di 3.300 milioni di dollari, includendo il New York Times, l’International Herald Tribune, il Boston Globe, più altri 15 quotidiani, l’emittente WQXR-FM e più di 30 siti web, inclusi il NYTimes.com, Boston .com e About.com.

Gestisce 8 stazioni televisive in differenti città e due emittenti radio a New York. Partecipa anche in Boston Red Sox, NESN e Discovery Times channel (50%).

7) Il Washington Post Company abbraccia diverse attività commerciali nel campo dell’ informazione e in quello educativo ma la sua principale attività è la pubblicazione del quotidiano omonimo. Il Washington Post, l’edizione di magazine, televisione, tv cavo, servizi di informazione elettronica ed educativa. Possiede il portale Washingtonpost.Newsweek Interactive (WPNI), le pubblicazioni accessorie online Washingtonpost.com, Newsweek.com, Slate and Budget Travel Online; Express; El Tempo Latino; The Gazette e Southern Maryland Newspapers; The Herald (Everett, WA); Newsweek magazine; Post-Newsweek Stations (Detroit, Houston, Miami, Orlando, San Antonio e Jacksonville) e Cable ONE che serve il MidWest, l’Ovest e gli stati del Sud. La holding è anche proprietaria di Kaplan Inc. un fornitore internazionale di mezzi educativi e dei così detti “career services” (servizi allo studio) destinati ai privati, alle scuole e ai negozi. Ha quote di partecipazione anche nel Los Angeles Times, Washington Post News Service e Bowater Mersey Paper Company.

Possiede emittenti televisive a Detroit, Houston, Miami-Ft. Lauderdale, Orlando, San Antonio e Jacksonville e gestisce altre attività commerciali anche nel settore dell’educazione come Cable One (a Phoenix, AZ), Post Newsweek, Tech Media, Newsweek Productions, Government Computer News, GCN.com, Kaplan, Inc e Post Newsweek Tech Media, Newsweek Productions, Government Computer News, GCN.com, Kaplan, Inc e Post Newsweek Tech Media.

8) Viacom possiede le catene CBS e UPN. E’ proprietaria di case editri
ci, produce e distribuisce film, tv via cavo (MTV, Nickelodeon e altri 13 canali) oltre alla produzione e distribuzione di programmi per la TV.
Nella radio amministra la catena Inifinity Broadcasting con un’infinità di emittenti. E’ anche la proprietaria di Blockbuster (cinema in cassetta) , Paramounts Parks, Famous Players, United Cinemas International e Famous Music.

Gestisce più di 50 emittenti tv sia via cavo che in segnale aperto, mentre produce e distribuisce programmi televisivi con Spelling Television, Big Ticket Television e King World Productions, produce cinema con Paramount Home Entertainment e Paramount Pictures, pubblica libri e riviste con Simon & Schuster, Pocket Books, Scribner, Free Press, Fireside, Touchstone, Washington Square Press, Archway, Minstrel e Pocket Pulse. Sta anche nel business per i divertimenti dei turisti e visitatori con i parchi come Paramount Parks.

9) Vivendi Universal, la proprietaria degli Universal Studios, Universal Pictures etc, partecipa a HBO, Cinecanal ed altre produttrici e distributrici di programmi televisivi come Universal Television Group, Multimedia Entertainmet, USA Networks Inc. tra le moltissime altre. Possiede la rivista Rolling Stones, le case editrici Larousse, Nathan, Anaya, etc come anche amministra imprese interattive in internet e una ventina di compagnie musicali affiliate a Universal Music Group, oltre che numerosi affari nelle comunicazioni e nel divertimento come Cinema International Corp, Cineplex Odeon Corp. United Cinemas International, Vivendi Universal, Vivendi Telecom International e Cegetel (telecomunicazioni), Viventures (fondi di capitale) e molte altre attività commerciali nel settore del divertimento e del “retail”.

Per citare solo alcuni altre attività commerciali, possiede o partecipa nel Cinema Internazional Corporation (multinazionale di sale cinematografiche 49%), Cineplex Odeon Corporation (sale cinematografiche 42%) , Duet (abbonamento a musica con Yahoo! e Sony), United Cinemas International (multinazionali di sale cinematografiche 49%) Vivendi Environnement (distributrice mondiale n. 1 di acqua), Vivendi Universal (proprietaria di 26, 8 milioni di azioni di Time Warner) e Viventures (fondi di capitale e ventures).

C’è anche il business dei parchi, divertimento e retail, con Universal Studios Hollywood, City Walk, Universal Orlando Resort, Hard Rock Hotel, Portofino Bay Hotel, Royal Pacific Resort, Universal’s Island of Adventure Universal Studios Theme Park, Hotel Port Aventura, Universal Mediterránea (Spagna), Universal Mediterránea Theme Park, Universal Studios Japan, WetnWild Orlando e Spencer Gifts. E’ entrata nelle telecomunicazioni con Vivendi Telecom Internacional e Cegetel.

10) Walt Disney Company è un altro mega mostro mediatico, che controlla la rete televisiva ABC e possiede e gestisce più di mezzo centinaio di emittenti televisive e radiofoniche. Per via cavo possiede ESPN, The History Channel e una cinquantina di altre aziende, incluso tutte quelle che utilizzano la parola Disney. Inoltre abbraccia affari nel settore del petrolio grezzo e del gas naturale.

Possiede e gestisce emittenti a Chicago, New York e in quasi cento città degli Stati Uniti, partecipa nella tv via cavo A&E Television (37.5% con Hearst e GE); ABC Family; The Disney Channel; El Entertainmet (con Comcast e Liberty Media); ESPN, Inc, che comprende Classic Sports Network, ESPN, ESPN2, ESPN News, ESPN Now e ESPN Extreme (80%; Hearst Corporation possiede il rimanente 20%), altre venti aziende che producono televisione e circa trenta aziende internazionali di tv via cavo.

Nel mondo dell’editoria è presente con Hyperion Books, Miramax Books e Walt Disney Company Book Publishing. Pubblica riviste con Magazine Subsidiary Groups, che comprende ABC Publishing Group, Disney Publishing Inc.; e una ventina di aziende negli Stati Uniti e in Europa. Ha investito nel business del multimedia, con Walt Disney Internet Group, ABC.com, ABC Internet Group, ABCNEWS.com, Disney.com e un’altra dozzina di aziende.

Ovviamente partecipa nel business dei parchi di divertimento, dove è stata pioniera con Disneyland e Disney World, con la presenza negli Stati Uniti e in Europa, nello stesso tempo sviluppa opportunità commerciali per software con giochi per video e CDROM), abbraccia la produzione e distribuzione di film (Buena Vista Home Entertainment, Buena Vista Home Video, Buena Vista International, Caravan Pictures, Hollywood Pictures, Miramax Films, Touchstone Pictures e Walt Disney Pictures).

Disney inoltre si sta dando da fare per cercare e sfruttare giacimenti di petrolio e di gas naturale, tramite la finanziaria Sid R. Bass e sfrutta il retail con Disney Store. Nel campo musicale è presente con Buena Vista Music Group, Hollywood Records (musica popolare e bande musicali per il cinema), Lyric Street Records (marchio per la musica country di Nashville), MammothRecords (marchio per la musica popolare ed alternativa) e Walt Disney Records. E’ presente nel teatro e nel settore dello sport con Walt Disney Theatrical Productions, che comprende la produzione delle versioni dei successi per l’infanzia come Il Re Leone, La Bella e la Bestia e Re David. Partecipa nelle società sportive Anaheim Sports Inc. e Mighty Ducks of Anaheim, che fa parte della Lega Nazionale dell’Hockey.

Possiede altre attività commerciali internazionali: Hamster Productions (casa di produzione televisiva francese), Japan Sports Channel, RTL2 (produzione e distribuzione televisiva, tedesca), Scandinavian Broadcasting System, TeleMunchen (produzione e distribuzione televisiva, tedesca), Tesauro of Spain e TV Sport of France. Per la produzione e e distribuzione di programmi televisivi utilizza Buena Vista Television, Touchstone Television, Walt Disney Television, Walt Disney Televison Animation (possiede impianti per la produzione al di fuori del Stati Uniti, in Giappone, Australia e Canada).

Il controllo dei grandi mezzi di informazione corporativi è colluso con i vertici delle grandi multinazionali ed alcuni protagonisti della classe politica. La promiscuità corporativa del potere mediatico, politico ed economico si diffonde come il cancro, dagli Stati Uniti all’America Latina e al resto del pianeta.

La proprietà dei grandi mezzi di comunicazione e informazione degli Stati Uniti risponde a giganteschi imperi mediatici sempre più concentrati e intrecciati con la maggior parte delle grandi corporazioni multinazionali statunitensi. A loro volta le mega-corporazioni mediatiche che dominano nel paese del Nord, esercitano anche la loro influenza sulle menti dei consumatori di informazione e di divertimento dell’America Latina e del resto del pianeta.

I ricercatori Bridget Thornton, Brit Walters e Lori Rouse, del Proyecto Censurado 1 dell’Università Sonoma State della California, hanno riscontrato che 118 membri dei consigli di amministrazione, organi collegiali e direttivi di dieci delle più importanti organizzazioni mediatiche – di stampa, televisione e radio — degli Stati Uniti appartengono contemporaneamente alla direzione di altre 288 mega-corporazioni multinazionali statunitensi. L’ubiquità nei consigli di amministrazione riunisce i grandi “corporate media” (con il grande capitale corporativo degli Stati Uniti (“corporate America”). Per questo motivo gli autori hanno concluso che la grande stampa e le grandi corporazioni del paese del Nord sono la stessa cosa: “Corporate Media is Corporate America!”

Porta girevole

Gli accademici hanno anche scoperto che la porta girevole mette in comunicazione gli uffici dell’amministrazione federale o il potere politico (compresi la Casa Bianca e il Congresso) con i consigli di amministrazione dei grandi mezzi di comuni
cazione. Alcuni di questi consiglieri sono stati senatori o rappresentanti come Sam Nunn, di Disney e William Cohen di Vioacom, mentre altri membri di consigli di amministrazione dei grandi mezzi di comunicazione hanno lavorato prima nell’Amministrazione Federale delle Comunicazioni (FCC),l’organismo che si suppone regoli, controlli e impedisca che negli Stati Uniti esistano monopoli mediatici, regionali e nazionali: è il caso di William Kennard, del New York Times e di Dennis FitzSimmons del Tribune Company.

Le dieci più grandi organizzazioni di mezzi di comunicazione analizzate da Thornton, Walters e Rouse rappresentano la fonte principale di notizie per la maggior parte dei nordamericani. “I loro vincoli societari ci obbligano a esaminare minuziosamente la qualità delle loro notizie” hanno concluso gli autori. “Disney, per esempio è la proprietaria della catena televisiva ABC, quindi ci domandiamo, come reagisce il consiglio di amministrazione di Disney di fronte a notizie negative che riguardano i consigli di amministrazione di società amiche come Halliburton o Boeing?”.

Per esempio, gli autori hanno segnalato che membri della direzione generale di grandi mezzi di comunicazione contemporaneamente hanno legami con Ford, Kraft e Kimberly-Clark, e danno lavoro a 10 mila nordamericani. “È accettabile che la mano d’opera degli Stati Uniti riceva soltanto le informazioni societarie private che le grandi aziende desiderino vengano diffuse?” si domandano i ricercatori. “Possiamo accettare che rispetto alla concorrenza straniera gli operai degli Stati Uniti abbiano orario più lungo, una paga più bassa e pochi benefici?”

Gli autori pensano che “se queste società controllano i mezzi di comunicazione, controllano la diffusione delle notizie che distorcono il Primo Emendamento nella mente (del pubblico) per proteggere interessi societari al di sopra dell’interesse di tutti.” Il primo emendamento costituzionale indica che “ il Congresso non approverà nessuna legge…. che limiti la libertà di espressione o di stampa”.

Thornton, Walters e Rouse hanno trovato inoltre un legame tra i grandi mezzi di comunicazione societari e l’educazione superiore statunitense. Per esempio, e solo per citare alcuni casi, nel consiglio di amministrazione del Washington Post ci sono alcuni membri che contemporaneamente partecipano anche nel direttivo della USC (Università del Sud della California), ci sono dirigenti di Disney che hanno legami con l’Università di Georgetown, mentre altri consiglieri di Gannet Company Inc. (proprietaria di USA ToDay ed altre pubblicazioni) siedono nella direzione dell’Università della Columbia e nel consiglio di amministrazione di Knight-Ridder (proprietaria di periodici acquistata da The McClatchy Company e co-proprietaria della catena NBC) ci sono consiglieri che partecipano come membri associati nella direzione del collegio Wharton, dell’Università della Pennsylvania, fondato nel 1881 e considerato prima scuola di commercio e finanza.

L’informazione come mercanzia

Gli autori si domandano se la diminuzione del finanziamento statale e federale delle università significa che l’educazione superiore finirà per trasformarsi in un altro affare delle grandi società, relegando al governo il semplice ruolo di spettatore: “L’educazione universitaria sarà esclusivamente per un’elite votata unicamente al consumismo?”: La domanda principale è se le università finiranno per dedicarsi esclusivamente alla formazione di lavoratori-consumatori invece che di pensatori”.

Secondo Thornton, Walters e Rouse “quando declinò l’impero romano, il feudalesimo prese il posto del governo”. Poiché perché il signorotto feudale possedeva la maggior parte della terra e delle risorse, fu una delle cause della scarsità di occupazione nei secoli IV e V.

“Oggi abbiamo sostituito il feudalesimo con l’associazionismo”, assicurano gli autori. “Il grosso della popolazione ha ogni volta meno possibilità per scegliere le sue notizie, le sue fonti di informazione e perfino la sua educazione, mentre i grandi mezzi di comunicazione approvano la società della concentrazione della proprietà e la obbligano ad appoggiarsi a chi riesce ad avere potere.

Nell’opulenza della società del corporativismo l’unico scopo è la concentrazione della ricchezza e i grandi mezzi di comunicazione corporativi sono le “ragazze pon pon” (cheerleaders) del sistema” hanno detto Thornton, Walters e Rouse.

Parafrasando il Manifesto Comunista di Marx d Engels (1848) “l’economia di mercato creata dalle multinazionali non permette altro vincolo tra gli uomini che il freddo interesse ed il crudele “pagamento in contanti”. Il così detto neoliberismo ha affogato il sentimentalismo nelle gelide acque del calcolo interessato e ha fatto della dignità personale una semplice mercanzia. Ha sostituito alle numerose libertà guadagnate e garantite costituzionalmente – come la libertà d’espressione garantita dal Primo Emendamento– l’unica e crudele libertà di commercio. In altre parole si è stabilito uno sfruttamento aperto, sfacciato e brutale.

Connessioni tra consigli di Amministrazione

1) Consiglio di Amministrazione di Gannet Company, Inc.: Douglas H. McCorkindale, Louis D. Boccardi, James A. Johnson, Duncan M. McFarland, Stephen P. Munn, Donna E. Shalala, Solomon D. Trujillo e Karen Hastie Williams.

Partecipano in Asia Pacific Fund, Inc., Associated Press, Carlisle Companies, Inc., The John F. Kennedy Center for the Performing Arts, Chubb Corporation, Continental Airlines, Inc., Electronic Data Systems Corporation, Goldman Sachs Group, Inc., Graduate School of Journalism Columbia University, KB Home Corporation, Lennar Corporation, Lockheed Martin Corporation, Orange S.A., PepsiCo, Inc., Prudential Mutual Funds, SunTrust Banks, Inc., Target Corporation, Temple-Inland Corporation, Trustee, Financial Accounting Foundation, UnitedHealth Group y WGL Holdings, Inc.

2) New York Times: John F. Akers, Brenda C. Barnes, Raul E. Cesan, Lynn G. Dolnick, Michael Golden, William E. Kennard, David E. Liddle, Ellen R. Marram, Thomas Middelhoff, Janet L. Robinson, Henry B. Schacht, Arthur Sulzberger, Jr., Cathy J. Sulzberger y Doreen A. Toben

Partecipano in Alcoa (Aluminum Company of America), APCOA Parking AG, German, Augustana College, Bewerbungskomitee Leipzig 2012, Carlyle Group 2001, Eli Lilly and Company KarstadtQuelle AG German, Fitch Ratings, a U.S./UK, Flamel Technologies S.A, Ford Motor Company, Hallmark Cards Inc., International Herald Tribune, Johnson & Johnson, Lehman Brothers Holdings Inc. Staples Inc., Lucent Technologies Inc., PepsiCo, Inc., Polestar Corporation (compagnia britannica), Times Square Business Improvement District LHIW Real Estate, Development Partnership, U.S. Venture Partners North Castle Partners LLC y W.R. Grace & Co.

3) Washington Post: Donald E. Graham, Warren E. Buffett, Barry Diller, John L. Dotson Jr., Melinda French Gates, George J. Gillespie III, Ronald L. Olson, Alice M. Rivlin, Richard D. Simmons y George W. Wilson.

Partecipano in Berkshire Hathaway Inc., Bill & Melinda Gates Foundation, Brookings Institution, Cravath, Swaine & Moore LLP, Georgetown University, IAC/InterActiveCorp USA Interactive, Munger, Tolles & Olson LLP, BrassRing, Inc., Pulitzer Prize Board, District of Columbia College Access Program, Federal City Council in Washington DC, Summit Fund of Washington, Coca-Cola Company, Gillette Company, Life Trustee, Urban Institute Member, American Academy
of Arts and Sciences, IAC/InterActiveCorp., New York University, Medical Sciences at UCLA, Conservation International, Channel 13/WNET, School of Cinema-Television USC, University of North Carolina at Chapel Hill, Robert C. Maynard Institute for Journalism Education, Drugstore.com, White Mountains Insurance Group Inc., Madison Square Boys and Girls Club, Pinkerton Foundation, Life Director and Chairman Emeritus National Multiple Sclerosis Society, John M. Olin Foundation, William S. Paley Foundation, Arthur Ross Foundation, Museum of Television and Radio, The Jackson Laboratory, RAND Corporation, USC Annenberg School for Communication, Southern California Public Radio, Berkshire Hathaway, Edison International, City National Corporation, Dun & Bradstreet Corporation, Moody’s Investors Service, J.P. Morgan & Co. Inc., Morgan Guaranty Trust Company of New York, Un. Pacific Corporation, Yankee Publishing Inc., General Electric Investments, Advisory Board of Directorship, White Burkett Miller Center of Public Affairs University of Virginia, Protestant Episcopal Cathedral Foundation, Newspapers of New England Inc., Bakersfield (California) Californian e Associated Press

4) Knight-Ridder: Mark Earnest, Kathleen Feldstein, Thomas Gerrity, Ronald McRay, Pat Mitchell, Kenneth Oshman, Vasat Prabhu, Anthony Ridder, Gonzalo Valdes-Fauli e John E. Warnock.

Partecipano in: Adobe Systems Inc., Echelon Corporation, Economics Studies Inc., H&R Block Inc., Kimberly-Clark Corporation, Public Broadcasting Service, Starwood Hotels and Resorts e Wharton School of the University of Pennsylvania.

5) The Tribune Company (Chicago): Dennis J. FitzSimons, Jeffrey Chandler, Roger Goodan, Enrique Hernandez Jr., Betsy D. Holden, Robert S. Morrison, William A. Osborn, J. Christopher Reyes, William Stinehart, Jr., Dudley S. Taft y Kathryn C. Turner.

Partecipano in: 3M Company, Allstate Corporation, Aon Corporation, Big Shoulders Fund, Boys and Girls Clubs, Business Council, Carpenter Technology Corporation, Caterpillar Inc., Nicor Inc., Chandler Ranch Co., Chandler Trusts, Chicago Council on Foreign Relations, Chicago Horticultural Society, Chicago Symphony Orchestra, Chicago Urban League, Children’s Hospice International, Children’s Memorial Foundation, Children’s Memorial Medical Center, Cincinnati Association for the Performing Arts, CINergy Corp., Commercial Club of Chicago, ConocoPhillips, Control Data Corporation, Economic Club of Chicago, ElderPort, Evanston Northwestern Healthcare, Executives’ Club of Chicago, Federal Reserve Bank of Chicago, Fortune Brands Inc., General Electric Information Services, Gibson, Dunn & Crutcher LLP, Grocery Manufacturers of America, Harvey and Mildred Mudd Foundation, Hydril Company, Illinois Tool Works Inc., Inter-Con Security Systems Inc., Inter-Con Security Systems Inc., Kraft Foods, Inc., Interspan Communications, Junior Achievement of Chicago, Kellogg Graduate School of Management Northwestern, Lake Forest Academy Board of Trustees, Lake Forest Bank and Trust, Lake Forest College, Louise Taft Semple Foundation, Lyric Opera of Chicago, McCormick Tribune Foundation, McDonald’s Corporation, Media Security and Reliability, Council FCC, Museum of Science and Industry, Northwestern University, Boy Scouts of America, Newspaper Association of America, Nordstrom Inc., Northern Trust Corporation, Northwestern Memorial Foundation, Northwestern Memorial HealthCare, Partner, Gibson, Dunn & Crutcher LLP, PepsiCo Inc, Quaker Oats Company, Reyes Holdings LLC, Ronald McDonald House Charities, Rush-Presbyterian-St. Luke’s Medical Center, Schering-Plough Corporation Schlumberger Limited, Secretary of Defense to the Defense Policy Advisory Committee on Trade (DPACT), Southern Star Group and Fifth Third Bancorp, Standard Technology Inc., Taft Broadcasting Comp., The Un. Central Life Insurance Company, Tupperware Corporation, United Way of Metropolitan Chicago Inc., University of Notre Dame Board of Trustees, Wells Fargo & Company, Wintrust Financial Corporation, World Business Chicago e YMCA of Metropolitan Chicago.

6) News Corp.: K. Rupert Murdoch, Chase Carey, Peter Chernin, Kenneth E. Cowley, David F. DeVoe, Viet Din, Rod Eddington, Andrew S.B. Knight, Lachlan Murdoch, Thomas J. Perkins, Stanley S. Shuman, Arthur M. Siskind e John L. Thornton.

Partecipano in: Allen & Company LLC, Arthur M. Siskind, British Airways, Georgetown University, Independent Newspapers Limited, Partner Kleiner, Perkins, Caulfield & Byers, Rothschild Investment Trust C.P. e Tsinghua University of Beijing.

7) AOL/Time Warner: Richard D. Parsons, James L. Barksdale, Carla A. Hills, Stephen F. Bollenbach, Reuben Mark, Stephen M. Case, Michael A. Miles, Frank J. Caufield, Kenneth J. Novack, Robert C. Clark, R.E. Turner, Miles R. Gilburne e Francis T. Vincent, Jr.

Partecipano in: Apollo Theatre Foundation, Citigroup, Estee Lauder, Colonial Williamsburg Foundation, Museum of Modern Art, Howard University, Committee to Encourage Corporate Philanthropy, Barksdale Management Corporation, Colgate-Palmolive Company, Harvard University, Hills & Company, Hilton Hotels Corporation e ZG Ventures LLC.

8) General Electric: Jeffrey R. Immelt, James I. Cash, Jr., William Castell, LVO, Dennis D. Dammerman, Ann M. Fudge, Claudio X. Gonzalez, Andrea Jung, A.G. Lafley, Rochelle B. Lazarus, Sam Nunn, Roger S. Penske, Robert J. Swieringa, Douglas A. Warner III e Robert C. Wright.

Partecipazioni: America Movil, American Accounting Association, American Film Institute, American Museum of Natural History, Anheuser-Busch Companies Inc., Ann Taylor Stores, Avon, U.S., Babson College, Bechtel Group Inc., Boston Museum of Science, Boys & Girls Clubs of America, ChevronTexaco Corporation, Chubb Corporation, Coca-Cola Company, Columbia Business School, Cosmetic, Toiletry and Fragrance Association, Dell Inc., Douglas A. Warner III, GE Capital Services, General Electric Company, General Motors Corporation, Grupo ALFA, Grupo Carso, Grupo Mexico, Grupo Televisa, Hamilton College and Xavier University, Home Depot Inc., Internet Security Systems Inc., Investment Co. of America, J.P. Morgan Chase & Co., Kellogg Company, Kimberly-Clark de Mexico S.A., Lauder Institute Board of Governors (Wharton School of Arts & Sciences), Mexico Fund Inc., Microsoft Corporation, Motorola Inc., Museum of Television and Radio, Motion Picture and Television Fund Corporation, NBC Universal, New York Presbyterian Hospital, Nuclear Threat Initiative, Ogilvy & Mather North America CEO chairman, Partners Healthcare, Penske Corporation, Procter & Gamble, Scientific-Atlanta Inc., Simmons College, United Auto Group Inc., United States Senate Ret., Universal Technical Institute Inc. e World Wildlife Fund.

9) Walt Disney: John E. Bryson, John S. Chen, Mr. Eisner, Judith L. Estrin, Robert A. Iger, Fred H. Langhammer, Aylwin B. Lewis, Monica C. Lozano, Robert W. Matschullat, Senator George J. Mitchell, Leo J. O’Donovan e Gary L. Wilson

Partecipazioni: Boeing Company, California Health Care Foundation, CB Richard Ellis Inc., Northwest Airlines Corporation, Clorox, DLA Piper Rudnick Gray Cary LLP, Duke University, Estée Lauder Companies Inc., FedEx Corporation, Georgetown University, Gillette Company, Halliburton Co., ImpreMedia LLC, Inditex S.A., International Air Transport Association, KMart Holding Corporation, Lincoln Center for the Performing Arts in New York City, McKesson Corporation, Preti, Flaherty, Beliveau & Pachios, Siemens Pyramid, Staples Inc., SunAmerica Asset Management Corp., Sybase Inc., Tenet Healthcare Corporation, The Keck School of Medicine at the University of Southern California, United States Senator from 1980 to 1995, University of California, University of Southern California, Western Asset e Yahoo! Inc.

10) Viacom: Sumner M. Redstone, George S. Abrams, David R. Andelman, Joseph A. Califano Jr., William S. Cohen, Philippe P. Dauman, Alan C. Greenberg, Charles E. P
hillips, Shari Redstone, Frederic V. Salerno, William Schwartz e Robert D. Walter.

Partecipazioni: Akamai Technologies Inc., American Express Co., American International Group Inc., Automatic Data Processing Inc., Bear Stearns Companies Inc., Boston University Law School, Brandeis University, Cadwalader, Wickersham & Taft, Cardinal Health Inc., CineBridge Ventures Inc., Cohen Group, Combined Jewish Philanthropies, National Association of Theatre Owners, Consolidated Edison Inc., Dana Farber Cancer Institute, DND Capital Partners LLC., European Fine Arts Foundation, Gabelli Asset Management, Head N.V., John F. Kennedy Library Foundation, Lafarge North America Inc., Lourie & Cutler, Midway Games Inc., MovieTickets.com Inc., Museum of Fine Arts in Boston, National Amusements Inc., National College of Probate Judges, Oracle Corporation, Popular Inc., Rising Star Media, Sonesta International Hotels Corporation, Lourie & Cutler P.C., United States House of Representatives 1973–1979, Willis Group Holdings Limited y Winer and Abrams.

Nota:

1) Censored 2006, Media Democracy in Action, by Peter Phillips and others, Seven Stories Press, Nueva York, 2006.

Fonti:

- Los amos de la prensa en EEUU y América Latina, Ernesto Carmona, 2007.

- Bridget Thornton, Brit Walters y Lori Rouse, en Proyecto Censurado de la Universidad Sonoma State de California, Censored 2006, Media Democracy in Action, de Peter Phillips y otros, Seven Stories Press, Nueva York, 2006.

- U.S. Securities and Exchange Commission (sec.gov/edgar/search edgar/webusers.htm)

- Columbia Journalism Review (www.cjr.org/tools/owners).

Ernesto Carmona
Fonte: http://www.argenpress.info/
Link: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=51346
28.05.2007

Traduzione a cura di ANNALISA MELANDRI per Come Don Chisciotte


Giornata internazionale contro la tortura/Dia internacional contra la tortura

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Marcel Granier riparte dal Messico

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Marcel Granier La destra conservatrice messicana, rappresentata dal PAN, Partito di Azione Nazionale, ha sempre avuto un debole per i personaggi venezuelani legati in qualche  modo al fallito golpe dell’11 aprile 2002 contro il presidente Hugo Chávez..

Poco prima delle elezioni presidenziali dello scorso anno, Felipe Calderón , nel corso della campagna elettorale che lo portò alla presidenza del paese,  aveva manifestato in varie occasioni il suo disappunto riguardo al fatto che i messicani si recassero a Caracas per essere curati gratuitamente alla vista con  il programma Operación Milagro, argomentando che si trattava di un’evidente intromissione del Venezuela al processo elettorale messicano.

Non aveva invece disdegnato, sebbene fosse anche quella un’evidente intromissione al processo elettorale messicano,  l’appoggio dell’ex primo ministro spagnolo  José María Aznar, alla sua campagna elettorale.

In ogni evento organizzato dalla destra messicana  sono presenti attivisti venezuelani contrari a Chávez invitati per diffondere propaganda contro il governo del loro paese, ospitati dal PAN e dal movimento internazionale conservatore  che ad esso fa riferimento, l’ODCA (Organizzazione americana dei democratici cristiani, che riunisce più di trenta partiti politici latinoamericani) il cui presidente attuale  è Manuel Espino, dirigente del PAN, il quale dichiarò a suo tempo che il  PAN “intraprenderà tutte le azioni necessarie per mettere in difficoltà il Presidente del Venezuela, così come il Governo cubano”.

Poco prima della vittoria di Calderón alle presidenziali messicane del 2 luglio 2006 Espino rese note anche le linee guida per la politica estera del Partito di Azione Nazionale e dell’ODCA :“dopo aver vinto la Presidenza del Messico il 2 luglio 2006 vamos por Venezuela” .

In realtà è fitta e dinamica la  rete di legami e connivenze tra la  destra messicana e quella golpista venezuelana, sotto la sapiente regia di quella spagnola guidata da Aznar, di cui è noto il suo appoggio al golpe venezuelano, quando era ancora capo del governo.

Nel giugno del 2003 l’Associazione Nazionale Civica Femminile (Ancifem) un gruppo femminile con solidi legami nel PAN , organizzò a Città del Messico  il suo XIV congresso nazionale in cui una delle conferenze principali fu tenuta dal politico cattolico venezuelano Eduardo Fernàndez , del COPEI (Partito sociale cristiano venezuelano) che illuminò la platea sulla situazione del suo paese.

Fernández fu  presidente dell’ODCA e fece da  tramite tra la Spagna e il Venezuela nell’organizzazione del golpe contro Chávez, pochi giorni prima dell’11 aprile 2002 lo troviamo infatti a Madrid da cui ritornò a Caracas via Washington dove partecipò ad una riunione dell’ODCA.

 Il PAN rinnova in questi giorni il suo appoggio a quella parte della società venezuelana che sta cercando consensi nella comunità internazionale per la sua critica al governo eletto con il pieno consenso e in piena legittimità di Chávez. Marcel Granier, infatti, direttore di RCTV, al centro della polemica nei giorni scorsi per il mancato rinnovo della sua licenza, riparte dal Messico  per proseguire con la sua campagna di discredito e delegittimazione del suo Presidente.

In questa settimana infatti si trova a Città del Messico, accompagnato da José Maria Aznar , dove i due si  incontreranno con alcuni dirigenti del PAN.

Incontreranno anche  alcuni membri dell’ODCA, il cui presidente attuale è Manuel Espino, lo stesso Espino che evidentemente sta mantenendo la promessa fatta prima della vittoria del PAN alle elezioni, e cioè quel vamos por Venezuela di cui sopra.

Nella stessa sede dell’ODCA avverrà inoltre un incontro tra Aznar, Granier  e l’ex presidente messicano Vicente Fox. Aznar parlerà del suo programma  “America Latina , un’agenda per la libertà” e Granier  diffamerà a gran voce  il governo venezuelano.

“L’America Latina, un’agenda per la libertà”  fu presentata dalla FAES (Fondazione per l’Analisi e gli Studi Sociali) di cui Aznar è il presidente,   all’IRI (Istituto Repubblicano Internazionale) e al NDI (Istituto Democratico Nazionale per gli Affari Internazionali) a Washington  il 10 aprile scorso.

“L’agenda della libertà” di Aznar è un programma in cui il falangista spagnolo auspica  un futuro per il Sud America basato sui valori occidentali dove per “occidente” si intende “il mondo che ha le sue radici nella tradizione greco-romana classica” e che ora “prospera grazie al libero mercato”, da contrapporre a quelle istanze che si ispirano al Socialismo del XXI secolo e “cercano di allontanare questa regione del mondo dal progresso e metterla contro al resto del mondo”.

Ricordiamo che attraverso l’IRI  e l’NDI passarono  fondi statunitensi in appoggio al golpe venezuelano del 2001.

Trovando immediatamente campo di applicazione per la sua “agenda per la libertà” Aznar a Città del Messico ha confermato il suo appoggio a Marcel Granier dopo quello già concessogli in occasione del golpe a Caracas del 2002.

Marcel Granier dal canto suo ha confermato di aver già preso contatti   con importanti società televisive messicane  per trasmettere il segnale di RCTV dal Messico e per produrre insieme programmi televisivi.

“Il nostro impegno –ha detto Granier– con i nostri dipendenti, con il nostro pubblico televisivo e con i nostri azionisti è ristabilire quel contatto, che sia  dal Venezuela o dall’estero”  aggiungendo che “Chávez sta conducendo il Venezuela su di una strada pericolosa di totalitarismo, di confisca di tutti i poteri, di eliminazione della libertà e sta cercando di estendere questo progetto ad altri apesi”.

Le televisoni messicane che ovviamente offriranno appoggio a RCTV saranno Televisa e TV Azteca, che detengono il monopolio dell’offerta televisiva nel paese.

Televisa controlla  il potere mediatico in Messico, potere che si è ulteriormente consolidato con la così detta “Ley Televisa” dell’aprile 2006, che di fatto ha sancito la privatizzazione di un bene pubblico come quello delle frequenze televisive e radiofoniche.

Intanto il ministro degli esteri venezuelano, Nicólas Maduro ha denunciato che “continuano le ingerenze straniere  in affari interni del governo venezuelano”, riferendosi alla conferenza tenuta da Aznar a Città del Messico e con parole molto dure ha aggiunto che “Aznar crede di essere una specie di viceré in America e mercoledì scorso (a Città del Messico) si è sentito come chi va a colonizzare le nostre terre un’altra volta. Non lo ha fatto come presidente di un governo, ora pretende di farlo come portavoce di un impero finanziato da istituzioni nordamericane, nessuno dal nord può venire a darci lezioni di democrazia”.



 

 

 


Un primo atto di giustizia per il giovane Fabio di Celmo

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Fabio di Celmo

La Camera,
          premesso che:
              il terrorismo è una delle minacce più gravi che, all’inizio di questo millennio, l’umanità affronta e gli Stati nazionali hanno l’obbligo, in questa fase storica, di ricercare il massimo dell’unità possibile per combattere questo «mostro» che rappresenta un pericolo sempre da qualsiasi luogo della terra, da qualsiasi governo, da qualsiasi gruppo, religione o individuo provenga;
          considerato che:
              il 4 settembre del 1997 una carica di esplosivo C4 pose fine alla giovane vita di Fabio Di Celmo, un imprenditore genovese, un italiano, vittima di un attentato compiuto nell’Hotel Copacabana a L’Avana, nella Repubblica di Cuba;
              Raul Ernesto Cruz, salvadoregno, arrestato a L’Avana in qualità di confesso esecutore materiale dell’attentato all’hotel Copacabana che causò la morte di Fabio Di Celmo, indicò il mandante e finanziatore dell’attentato nella persona di Luis Posada Carriles;
              in una intervista rilasciata al New York Times il 12 luglio 1998, lo stesso Luis Posada Carriles si attribuì la responsabilità diretta di questo e di altri attentati e, a proposito della morte dell’impresario italiano, dichiarò:« la morte del turista italiano è stato solo un incidente imprevisto che non mi turba affatto i sonni. Anzi io dormo come un bambino: l’italiano si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato»;
              Luis Posada Carriles è responsabile dell’attentato avvenuto nell’ottobre 1976 contro un aereo della «Cubana de Aviaciòn» in volo, che provocò la morte di 73 persone e per il quale lo stesso terrorista fu condannato in Venezuela, recluso e poi evaso;
              Luis Posada Carriles fu arrestato e condannato a Panama per aver tentato un attentato contro il presidente di Cuba Fidel Castro che avrebbe potuto causare centinaia di morti e che egli fu graziato dall’allora Presidente di Panama Mireya Moscoso sei giorni prima della scadenza dei suo mandato;
              Luis Posada Carrilles è riapparso nel 2005 negli Stati Uniti dove è stato fermato per violazione delle leggi sull’immigrazione;
               l’8 maggio 2007, il Giudice statunitense Kathleen Cardone ha disposto la liberazione definitiva del terrorista Luis Posada Carriles, non considerando le imputazioni che il Governo degli Stati Uniti aveva presentato contro di lui per frode e per falso nelle dichiarazioni rese al Servizio immigrazione e doganale del Governo degli Stati Uniti per ottenere la naturalizzazione nel citato paese;
              l’avvocato di Carriles, Eduardo Sota, ha presentato domanda di asilo politico agli Stati Uniti con l’argomentazione che Luis Posada Carriles «ha favorito gli interessi degli Usa per 40 anni»;
              la Sezione 412 del Patriot Act, che afferma che è proibito liberare un sospettato, se la sua liberazione minaccia la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, della comunità o di qualunque altra persona e la risoluzione 1373 delle Nazioni Unite, votata dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 precisa che tutti i terroristi devono essere presentati davanti alla giustizia;
 
          è necessario adottare le opportune iniziative affinché si segnali al Governo degli Stati Uniti che l’Italia considera inaccettabile l’eventuale concessione dell’asilo politico al terrorista Luis Posada Carriles e che il trattamento di cui gode un terrorista reo confesso mina gravemente la credibilità dell’impegno degli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo;
impegna il Governo:
ad adoperarsi con sollecitudine per la richiesta di estradizione in Italia di Posada Carriles nel caso in cui il procedimento penale attualmente in corso presso la Procura della Repubblica di Roma portasse ad un’incriminazione nei suoi confronti per l’attentato terroristico a L’Avana in cui perse la vita Fabio DiCelmo.
 
Venier, Burgio, Vacca, Pettinari.
              

Dichiarazione dell’On. Iacopo Venier – responsabile Esteri PdCI

Roma, 21 giugno – Oggi abbiamo fatto un passo in avanti decisivo per ottenere giustizia per  Fabio Di Celmo e nella lotta contro tutti i terroristi.

Con l’approvazione di un ordine del giorno (primo firmatario Jacopo Venier, insieme ai colleghi Bugio(PRC), Vacca(PDCI) e Pettinari(SD)) il Governo italiano si è oggi impegnato a perseguire i responsabili dell’attentato in cui perse la vita un nostro connazionale compiuto a Cuba dalle organizzazioni terroriste anticastriste agli ordini del sig. Posada Carriles, terrorista reoconfesso, oggi “ospite” del governo degli Stati Uniti. Quando la magistratura italiana lo incriminerà formalmente sarà richiesta agli Usa la sua immediata estradizione.

Venier precisa che “dato che sappiamo ufficialmente che la magistratura italiana sta indagando proprio su questo terrorista è necessario che il nostro Governo intervenga ora immediatamente nei confronti degli USA perché Posada Carriles non possa sfuggire ancora una volta alle proprie responsabilità e tanto meno che gli venga concesso l’asilo politico. 

Il cubano Carriles in una intervista rilasciata al New York Times il 12 luglio 1998, si attribuì la responsabilità dell’attentato del 4 settembre 1997 compiuto nell’Hotel Copacabana a L’Avana, nella Repubblica di Cuba, dove morì il giovane imprenditore genovese, Fabio Di Celmo, ma resta impunito mentre il suo avvocato, Eduardo Sota, ha presentato domanda di asilo politico agli Stati Uniti perché Luis Posada Carriles avrebbe «favorito gli interessi degli Usa per 40 anni»”.

Da oggi in poi sarà compito del Parlamento italiano e del Governo seguire con determinazione questa vicenda attorno alla quale si gioca la nostra dignità nazionale e la credibilità di una lotta al terrorismo che deve essere condotta anche quando il terrorismo è stato praticato dagli “amici” degli Usa. “Sarebbe davvero insopportabile – conclude Venier — che un terrorista responsabile di gravi atti – tra cui l’attentato dell’ottobre 1976 contro un aereo della «Cubana de Aviaciòn» che provocò la morte di 73 persone e per il quale lo stesso terrorista fu condannato in Venezuela, recluso e poi evaso –  resti impunito: il voto espresso oggi dalla Camera è un primo atto di giustizia nei confronti del genovese Fabio Di Celmo e della sua famiglia”.

Leggi anche: Fabio di Celmo, il parlamento italiano batte un colpo e chiede l’estradizione di Luís Posada Carriles di Gennaro Carotenuto


Farc delegano Rogrigo Granda

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Rodrigo Granda

Le FARC hanno dichiarato giovedì che sono disposte a delegare a Rodrigo Granda il compito di verificare che si compia la smilitarizzazione da parte del governo colombiano dei municipi  di Florida e Pratera, condizione necessaria per lo scambio umanitario.
 


Tinky Winky non è gay e anche se lo fosse?

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Tinky Winky “Tante coccole!!”: Tinky Winky, così se potesse,  rigrazierebbe  sorridente con la borsetta sotto il braccio,  Ewa Sowinka,  responsabile del governo polacco per i diritti dei bambini che ha fatto  nei giorni scorsi dietro-front sulle accuse che aveva mosso al tenero pupazzetto dei Teletubbies di essere gay.

Si  è  trattato di un dietrofront alquanto imbarazzato visto che appena poche settimane prima lei stessa aveva dichiarato di voler far psicanalizzare i Teletubbies perché uno di essi, appunto Tinky Winky “potrebbe propagandare l’omosessualità ai bambini”.In quell’occasione aveva aggiunto inoltre la Sowinka ”Si tratta di una specie di cartone simpatico e innocuo. Non mi ero però accorta che il protagonista Tinky Winky, porta con sé sempre una borsetta rossa pur essendo un maschio. All’inizio pensai che la borsetta potesse essere una caratteristica di questo personaggio, dopo ho capito che poteva avere un messaggio omosessuale nascosto. Rischia di mandare un messaggio sbagliato ai bambini.”
E così la decisione, poi fortunatamente abbandonata,  della parlamentare polacca di affidare ad un’equipe di psicologi il compito di stabilire le reali tendenze sessuali del povero Tinky Winky.
Già in passato negli Stati Uniti, il più che conservatore reverendo Falwell della Liberty University della Virginia, aveva scritto un articolo richiamando l’attenzione sul fatto che il colore del pupazzetto “ è il viola come quello dei Gay Pride e la sua antennina è a triangolo proprio come il simbolo del Gay Pride”.Teletubbies
Probabilmente è vero che nelle intenzioni dei disegnatori originariamente c’era la volontà di rappresentare le  diversità del genere umano come conviventi armoniosamente in un luogo magico, TeletubbiLandia appunto, e infatti il protagonista verde, Dipsy nei primi episodi aveva il volto più scuro degli altri sui amici.
Ho trovato in rete anche strane teorie sul significato nascosto e sui messaggi subliminali che il cartone animato diffonderebbe.
Una cosa sola posso aggiungere in difesa di Tinky Winky,  i miei figli sono cresciuti  
a latte e Teletubbies e non mi sembra che siano mai stati turbati dalla sua borsetta.
Tante coccoleeee!!!!

Lettera al Parlamento Europeo in difesa dei diritti del Popolo Mapuche

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Alcune associazioni di cittadini cileni rifugiatisi in Europa in seguito alla dittatura di Pinochet e che agiscono in difesa dei diritti del popolo Mapuche del Cile, prendendo spunto dalle risoluzioni di alcuni comitati dell’ONU,  tra  i quali il Comitato dei diritti del bambino, quello per i Popoli Indigeni, il Comitato per i diritti Civili e Politici nonché dai rapporti di  Amnesty International,  hanno inviato e continueranno a farlo finchè non si interverrà in tal senso, una lettera al Parlamento Europeo e per conoscenza ad alcuni parlamentari cileni, denunciando le gravi violazioni dei diritti umani a cui è sottoposto sistematicamente il popolo Mapuche del Sud del Cile.
Viene inoltre fissata una scadenza che è quella di marzo 2008 per verificare se verranno compiuti progressi in questo senso.
Intanto in Cile la situazione continua ad essere sempre più difficile per tutte le popolazioni indigene, particolarmente per il popolo Mapuche (della Patagonia cilena ed argentina) che si vede sistematicamente negato il suo diritto alla terra.
Le multinazionali straniere, con la complicità del governo, distruggono l’ecosistema e negano il futuro al popolo originario.
La pacifica lotta  del popolo Mapuche per la  difesa dei suoi diritti   viene duramente repressa e i suoi sostenitori e leader vengono imprigionati e condannati come terroristi secondo la vecchia legge n. 18.314, emanata sotto la   dittatura di Pinochet in vigore ancora oggi dopo 15 anni di governi della Concertación.
Sfortunatamente tutte le pressioni della comunità internazionale  affinché i membri della comunità Mapuche arrestati per atti di protesta o rivendicazioni sociali non vengano condannati per terrorismo fino a questo momento  non sono state rispettate dal governo cileno.
Questo sito nel suo piccolo, appoggia la lotta del popolo Mapuche e si fa portavoce in Europa delle istanze necessarie al riconoscimento dei suoi diritti fondamentali.
Leggi qui la lettera al Parlamento Europeo.
 
Inviare adesioni e sostegno a:
Solidarietà con il Popolo Mapuche – Coordinatrice Italia
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oppure:
Associazione Cultura Mapuche
Gotemburgo – Svezia
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Consultare il sito KULTURA MAPUCHE per la lista completa delle adesioni all’ l’iniziativa.
 

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