Protesta dei parlamentari francesi ed europei contro la nomina di Álvaro Uribe Vélez in Francia.

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Contro la nomina di  Álvaro Uribe Vélez in Francia.

Protesta dei parlamentari francesi ed europei.

Noi parlamentari francesi ed europei, vogliamo manifestare il nostro sdegno rispetto alla nomina dell’ ex presidente colombiano  Álvaro Uribe Vélez come professore in  Francia nella Ecole Nationale d’Ingénieurs de Metz (ENIM) , concessa come contropartita di proficui  contratti conclusi tra questa istituzione educativa e lo stato colombiano.

 

L’Unione Europea e la Francia promuovono la difesa  dei diritti umani. Accettare tale nomina vorrebbe dire  aggiungere una nuova incoerenza al raggiungimento di tali obiettivi politici, e sarebbe  un cattivo esempio per l’educazione dei giovani europei.

Vorremmo  ricordare il bilancio del mandato del Sig. Uribe rispetto alla difesa dei diritti umani:

 

- Il Sig. Uribe ha sviluppato una controversa politica chiamata di  “Sicurezza Democratica” apparentemente per la lotta contro  l’insicurezza e per  rafforzare lo Stato di Diritto. In un contesto di conflitto armato in Colombia che va avanti da oltre 50 anni, questa politica prometteva ai soldati  premi e vantaggi per ogni guerrigliero ucciso in combattimento. Questa “politica di cifre” catastrofica, ha avuto come effetto quello di spingere i militari ad assassinare oltre 3000 civili innocenti, provenienti dai quartieri poveri, per presentarli come “guerriglieri morti in combattimento”.

 

- Vari casi di corruzione, omicidi e rivelazioni come conseguenza della legge di “Giustizia e Pace” hanno permesso di evidenziare forti vincoli esistenti tra gli squadroni della morte (paramilitari) legati alla mafia e al gruppo politico del Sr. Uribe. Più di 120 politici vicini al suo governo sono stati incriminati e decine di loro sono stati già condannati.  Perfino lo stesso cugino dell’ex-presidente e suo socio politico, Mario Uribe, è stato ultimamente condannato a sette anni e mezzo di carcere per essersi alleato e per aver utilizzato organizzazioni criminali per agevolare la sua elezione al parlamento nazionale e per appropriarsi illegalmente di grandi quantitativi di terra fertile.

 

- La Colombia oggi è il secondo paese (dopo il Sudan) con il più alto numero di sfollati interni nel mondo. Sebbene questo fenomeno sia iniziato prima dell’arrivo di Álvaro Uribe al potere, si stima che il numero di sfollati durante il suo mandato, sia stato di  2,4 milioni. Inoltre si contano in Colombia circa mille fosse comuni e un cimitero di N.N. con oltre 2000 corpi non identificati situato nel dipartimento del Meta, “alimentato”  fin dal 2005 dai militari. In altre regioni, alcuni rapporti mostrano che forni crematori erano stati installati per far sparire i corpi delle vittime.

 

- Alcuni casi di corruzione in cui erano implicati il governo e il gruppo politico di Uribe sono stati rivelati durante il suo mandato. E’ il caso per esempio  del suo ex ministro dell’agricoltura che è accusato di  aver sottratto   enormi quantità di denaro, che erano state destinate a beneficio dei piccoli contadini, per favorire  i grandi latifondisti e per contribuire indirettamente al finanziamento della rielezione del Sig. Uribe.

 

- Sotto la presidenza del Sig. Uribe, i servizi segreti colombiani (DAS) sono stati utilizzati per  spiare, perseguitare, minacciare, stigmatizzare e attaccare i difensori dei diritti umani, i sindacalisti, gli oppositori politici, i giornalisti e la Corte Suprema di Giustizia; la recente scoperta di documenti interni del DAS ha permesso di rivelare l’intenzione di controllare e screditare la Commissione dei Diritti Umani del Parlamento Europeo, l’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU e le ONG dei diritti umani.  Tra queste organizzazioni o persone, alcune sono state  specificatamente segnalate dall’ex presidente come “vetrina intellettuale” delle FARC, mettendole così in pericolo.

 

La nomina del Sig. Uribe con l’incarico di “professore universitario” nell’ENIM non  è casuale. Avviene  dopo   l’aggiudicazione da parte del governo colombiano dei contratti per la modernizzazione dei centri di  formazione colombiani (SENA). In questa occasione il Sig. Uribe  era già stato nominato “Ingegnere Honoris Causa” dall’ENIM.  Il Sig. Uribe coinvolto in  alcuni casi gravi nel suo paese, aveva già tentato di darsi una certa rispettabilità, facendosi nominare come professore dall’Università di Georgetown USA. Questo tentativo aveva scatenato un violento rifiuto da parte degli studenti e della società civile degli Stati Uniti.

 

Rivolgiamo un appello oggi a tutte le cittadine  e i cittadini, sia francesi che europei a denunciare insieme a  noi la nomina del Sig. Alvaro Uribe all’ ENIM ed esigiamo  che questa istituzione educativa annulli rapidamente questo contratto vergognoso.

Consideriamo che il sistema educativo europeo non possa essere usato per ripulire le persone che hanno commesso violazioni dei diritti umani e che il Sig.  Uribe debba rispondere delle accuse per le quali è responsabile di fronte alle autorità colombiane o in suo difetto,  di fronte alla Corte Penale Internazionale.

 

FIRMANO:

 

Jürgen Klute, deputato  europeo, Germania, Delegazione all’Assemblea ParlamentareEUROLAT.

Jean-Luc Mélenchon, deputato europeo, Francia, Vicepresidente della Commissione degli Affari Esteri.

Martine Billard, diputata europea, Francia, Vicepresidente del Gruppo di Amicizia Francia – Repubblica della Colombia.

Nikolaos Chountis, deputato europeo, Grecia, Commissione Affari Economici e Monetari.

Marie-Christine Vergiat, deputata europea, Francia, Commissione dei Diritti Umani.

Cornelia Ernst, deputata europea. Germania, Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni.

Gabriele Zimmer, deputata europea, Germania, Commissione Sviluppo.

Eva-Britt Svensson, deputata europea, Svezia, Presidente della Commissione Diritti della Donna e Uguaglianza di Genere.

Georgios Toussas, deputato europeo, Grecia, Commissione Trasporti e Turismo.

Charalampos Angourakis, deputato europeo, Grecia, Commissione dello Sviluppo Regionale.

Bairbre de Brún, deputata  europea, Regno Unito, Commissione dell’Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare.

Thomas Händel, deputato europeo, Germania, Commissione di Impiego e Affari Sociali.

Willy Meyer, deputato  europeo, Spagna, Vicepresidente della Delegazione all’Assemblea Parlamentare  EUROLAT.

Sabine Wils, deputata europea, Germania,  Commissione dell’Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare.

Helmut Scholz, deputato europeo, Germania, Commissione del Commercio Estero.

Catherine Grèze, deputata  europea, Delegazione all’Assemblea Parlamentare EUROLAT.

Sabine Losing, deputata europea, Germania, Commissione Affari Esteri.

Miguel Portas, deputato europeo, Portogallo, Commissione Crisi Finanziaria, Economica e Sociale.

Jacky Henin, deputato  europeo, Francia, Commissione Industria, Ricerca ed Energia.

Raül Romeva i Rueda, deputato europeo, Spagna, Delegazione all’Assemblea Parlamentare EUROLAT.

Dominique Voynet, deputata europea, Francia, Segretaria della Commissione Affari esteri, difesa e forze armate.

Noël Mamère, deputato europeo, Francia, Segretaria della Commissione Leggi.

Francois de Rugy, deputato europeo, Francia, Segretaria della Commissione Assemblea Nazionale.

Jean Desessard, deputato europeo, Francia, Commissione di Affari Sociali.

Ivan Renar, deputato europeo, Francia, Vicepresidente della Commissione Cultura educazione e comunicazione.

Marie-Christine Blandin, deputato europeo, Francia, Segretaria della Commissione Cultura, educazione e comunicazione.

Michel Billout, deputato europeo, Francia, Vicepresidente della Commissione di Affari Europei.

Alima Boumediene-Thierry, deputato europeo, Francia, Commissione francese, Commissione di Affari Europei.

Anny Poursinoff, deputata europea, Francia, Commissione degli affari economici.

Pascal Canfin, deputato europeo, Francia, Commissione per gli Affari economici e  monetari.

 

 


I detenuti italiani a Santo Domingo scrivono al Ministro Frattini

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Non mi succede tutti i giorni di potermi  dirigere  ad un ministro, però non ho avuto (non abbiamo avuto) miglior opzione…

Noi tre siamo pieni di fiducia in Lei, però siamo anche disposti a far sentire la nostra voce in tutte le istanze italiane ed internazionali. Io personalmente non ho nessuno che pianga per me però ho una forza interiore che nessun funzionario può abbattere .

Signore abbiamo fretta, fame di equità, di attenzioni…

(La lettera é firmata da Ambrogio Semeghini, Luciano Vulcano e M.N.)

parte1

parte2

parte3


Carta al Ministerio de Asuntos Exteriores de Italia sobre la situación de los presos italianos en Santo Domingo

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COMISIÓN NACIONAL DE LOS DERECHOS HUMANOS INC, CNDH.

Año del XV aniversario



AL :                           Ministerio de Asuntos Exteriores

CON ATENCIÓN : Ministro FRANCO FRATTINI

DE LOS :                 DR. MANUEL M. MERCEDES MEDINA

LICDA. JUANA M. LEISON GARCIA

SRA. ANNALISA MELANDRI

ASUNTOS :           Situación de los Internos en la Cárcel Modelo De Najayo (San Cristóbal) Santo Domingo

AMBROGIO SEMEGHINI

LUCIANO VULCANO

N.M.

Honorable Ministro:

Muy Cortésmente, nos dirigimos a Usted, después de un cordial y afectuoso saludo.

Las presentes líneas son para expresarle nuestra preocupación por los internos que responden por los nombres AMBROGIO SEMEGHINI, LUCIANO VULCANO y NADALIN MAURO los cuales se encuentran recluidos en la Cárcel Modelo de Najayo (San Cristóbal) Santo Domingo.

Con relación a esta situación nos dirigimos hacia la Cárcel Modelo de Najayo (San Cristóbal) Santo Domingo, el 22 del mes de Septiembre del año en el curso. La delegación estaba integrada por el DR. MANUEL MARIA MERCEDES MEDINA dominicano, mayor de edad, portador de la cedula 001–0234211-0, Abogado de la República Dominicana y en su calidad de Presidente de la Comisión Nacional de los Derechos Humanos (CNDH) y LICDA. JUANA MAGALIS LEISON GARCIA dominicana, mayor de edad, portadora de la cedula 001–0504272-5, Abogada de la Republica Dominicana y en su calidad de sub.-Coordinadora de Programa de Asistencia Jurídica, y Secretaria de Acta y Correspondencia de la Junta Directiva de la Comisión Nacional de los Derechos Humanos (CNDH) y conjuntamente con la SRA. ANNALISA MELANDRI italiana, mayor de edad, periodista y colaboradora de unas asociaciones internacionales de Defensa de los Derechos Humanos. La presente comunicación es para expresarle las situaciones siguientes:

LUCIANO VULCANO, de nacionalidad italiana, mayor de edad, (de 55 años) se encuentra en régimen de detención preventiva desde el día 23 de octubre del 2009. Ha sido visitado por el encargado de la embajada el Sr. ROBERTO MORA solamente 2 veces y después de 33 días de detención. Sus condiciones de salud son graves, pues ha contraído en la cárcel una infección en la sangre que se le esta propagando en todo el cuerpo debido a las escasas condiciones higiénicas. Por eso necesita antibióticos continuamente y los está tomando desde mayo, por la escasa calidad de agua que toman sufre de retención hídrica.

AMBROGIO SEMEGHINI, de nacionalidad italiana, mayor de edad (de 58 años ) se encuentra en régimen de prisión preventiva desde el día 19 de Diciembre del 2009, por supuesta violación a los artículos 295, 304 del Código Penal Dominicano (Homicidio).

Respecto a sus condiciones de salud hay que señalar que tiene problemas visuales del ojo izquierdo presumiblemente por un problema antecedente a su detención, pero desde el PATRONATO de la cárcel, nos indican que corre el riesgo de perder el otro ojo porque necesita atención médica especializada que no le han concedido; además necesita atención bucal.

Semeghini denuncia de haber sido objeto de un atentado, razón por la cual ha sido trasladado a otro pabellón de la cárcel por su propia seguridad ya que el teme por su vida.

Ha sido visitado por el señor ROBERTO MORA, encargado de la Embajada de Italia en el país por la atención a los internos, por primera vez después de 59 días de detención y hasta por hoy por un total de 3 ocasiones.

Ha empezado una huelga de hambre el día 1 de Septiembre que ha sido llevada por lo menos por 13 días y que después de 5 días ha recibido atención médica porque por sus condiciones físicas, ya debilitadas por la detención y las condiciones higiénicas y sanitarias y la escasez de comida decente , no lograba soportar la huelga de hambre y se encontraba en deshidratación muy seria.

N. M. de nacionalidad italiana, mayor de edad, (de 47 años) se encuentra cumpliendo una condena definitiva de tres años por sospecha de narcotráfico por supuesta violación a ley 50/88.

Después de haber permanecido en la Cárcel Pública de la Victoria por dos años y dos meses ha sido trasladado de manera voluntaria a la Cárcel Modelo de Najajo (San Cristóbal). Dentro de cuatro meses debería terminar la condena;

Sus condiciónes de salud son muy graves, sufre de una grave infección a la sangre y ha sufrido tres infartos, por lo cual el mismo alcalde de la cárcel ha solicitado la intervención de la embajada sin obtener respuesta. Ha sido hospitalizado y al dejar el hospital, la Embajada no ha pagado su cuenta. La dirección sanitaria de la cárcel teme que le pueda ocurrir un infarto serio.

Desde que se encuentra en la Cárcel Modelo de Najajo (San Cristóbal) ha sido visitado por el SR. ROBERTO MORA encargado de la Embajada dos veces y en la Cárcel de la Victoria solamente siete veces en dos años y medios de detención.


DECLARACIONES DE LOS INTERNOS

Las inaceptables condiciones de detención de los tres internos necesitan una intervención urgente por parte de la Sede Diplomática italiana en la República Dominicana.

Podemos sin duda alguna denunciar que, hasta ahora la Embajada de Italia no ha cumplido en su deber fundamental que es el de otorgar asistencia y auxilio a su conciudadanos que se encuentran en dificultad en el exterior.

La Asociación Secondo Protocollo que se ocupa de detenidos italianos en el exterior, nos informa por medio de su representante Sr. Londei Franco, que el Ministerio de Relaciones Exteriores en Italia no tienen datos correctos sobre la actuación de la misma Embajada respecto por ejemplo a las veces que el encargado de la Embajada ha visitado a la cárcel a los tres detenidos. Las informaciones que ellos tienen son diferentes de las que los detenidos han confirmado al Sr. Londei antes y luego a nuestra delegación en la visita en la Cárcel Modelo de Najayo.

Además el Ministerio declara que la Embajada ha mantenido comunicaciones con los familiares y con los abogados del mismo SEMEGHINI mientras él nos ha comunicado que no ha sido así.

El Ministerio de Relaciones Exteriores ha sido informado por la misma Embajada que el Sr. SEMEGHINI habría terminado su huelga de hambre el día tres (3) de septiembre, solamente tres días después de haberla empezada el día primero (1) de septiembre. Esto no es cierto el Sr. SEMEGHINI ha llevado adelante su huelga de hambre por los menos durante 13/15 días como confirmado también el mismo alcalde de la cárcel.

Los internos declaran también que el Sr. ROBERTO MORA no ha mostrado interés por su situación ya que no les está dando seguimiento. Los visita cada tres o cuatro meses al año y el dinero que les entrega por parte de la Embajada no es suficientes para su gastos primarios.

Nunca han recibido asesoría legal de la Embajada y cuando llaman a la Embajada se les gasta el crédito de la tarjeta porque quien contesta los deja en espera y si los atienden los tratan de manera arrogante e insolente y en todos los casos algunos abogados se han aprovechado de ellos.

El mismo Alcalde de la Cárcel de Najayo ha pedido una seria intervención de la Embajada preocupado por las graves condiciones de salud del Sr. Nadalin y del Sr. SEMEGHINI sin obtener respuesta.


CONCLUSIONES GENERALES

Los tres internos viven en inaceptables condiciones higiénicas y sanitarias. Se les niegan sus derechos básicos como son el tener acceso al agua y la seguridad personal, para bañarse tienen 20 onzas diarias de agua, duermen en el piso al menos que paguen 1,500.00 pesos mensuales por dormir en un alza de cemento de 10 centímetros, tienen que pagar el agua potable, baño, son discriminados por los demás internos, han sido objeto de un atentado SEMEGHINI y el interno NADALIN MAURO ha recibido dos cuchilladas y le hecharon agua hirviendo en un brazo. La seguridad de ellos es un asunto muy serio.

Necesitan muchas medicinas y tienen que pagarlas. Lo absurdo es que la Embajada de Italia requiere para enviárselas la prueba de la receta. Nos ha sido confirmado que la única embajada que pide la receta por el envío de medicinas es la de Italia.


RECOMENDACIONES

PRIMERO: El Embajador de Italia en Santo Domingo visite a los tres internos ya que su presencia ha sido pedida expresamente por ellos para hablarle personalmente.

SEGUNDO: Que se active inmediatamente para ofrecerles atención económica a los tres internos en sus inmediatas necesidades.

TERCERO: Que se realice la comunicación inmediata con los familiares de los tres internos y con sus abogados.

CUATRO: Que sea enviado un médico que pueda determinar sobre las condiciones de salud de los tres internos y que el mismo prepare cuanto ante un informe medico.

QUINTO : Que de no cumplir con las recomendaciones anteriores nos obligan a responsabilizar de todas situación a la Embajada de Italia en Santo Domingo por cualquier cosa que pueda pasarle a cualquiera de los tres internos en la Cárcel Publica de Najayo

Dado en la República Dominicana, Distrito Nacional a los 13 días del mes de Octubre del año 2010.




DR. MANUEL M. MERCEDES MEDINA

Presidente

LICDA. JUANA M. LEISON GARCIA

Presidente Secretaria de Acta y Correspondencia

SRA. ANNALISA MELANDRI

Colaboradora en Defensa de los D.H



Lettera al ministro Frattini sui detenuti italiani a Santo Domingo

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COMMISSIONE NAZIONALE DEI DIRITTI UMANI INC, CNDH

Anno del XV anniversario

AL : Ministro degli Affari Esteri

ATTENZIONE : Ministro FRANCO FRATTINI

DA PARTE DI: : DR. MANUEL M. MERCEDES MEDINA

LICDA. JUANA M. LEISON GARCIA

SRA. ANNALISA MELANDRI

OGGETTO : Situazione dei detenuti nel Carcere Modello di Najayo (San Cristóbal) Santo Domingo:

AMBROGIO SEMEGHINI

LUCIANO VULCANO

N.M.

Onorevole Ministro:

Ci rivolgiamo a Lei molto cortesemente porgendoLe innanzitutto un cordiale e affettuoso saluto.

La presente per esprimerLe la nostra preoccupazione per i detenuti rispondenti ai nomi di AMBROGIO SEMEGHINI, LUCIANO VULCANO e N.M. che si trovano reclusi nel carcere Modello di Najayo (San Cristóbal) Santo Domingo.

Per verificare le loro condizioni ci siamo recati al suddetto carcere il giorno 22 (ventidue) del mese di Settembre dell’anno in corso. La nostra delegazione era formata dal DR. MANUEL MARIA MERCEDES MEDINA dominicano, maggiorenne, titolare del documento n. 001–0234211-0 Avvocato della Repubblica Dominicana, nella sua carica di Presidente della Commissione Nazionale dei Diritti Umani (CNDH) e la D.SSA JUANA MAGALIS LEISON GARCÍA dominicana, maggiorenne, titolare del documento 001–0504272-5, Avvocato della Repubblica Dominicana e nella sua carica di Coordinatrice del Programma di Assistenza Giuridica e Segretaria Atti e Corrispondenza della Giunta Direttiva della Commissione Nazionale dei Diritti Umani (CNDH), insieme alla SIG.RA ANNALISA MELANDRI, italiana, maggiorenne, giornalista e collaboratrice di alcune associazioni internazionali per la Difesa dei Diritti Umani.

La presente comunicazione è per esprimerLe pertanto le seguenti situazioni:

LUCIANO VULCANO, di nazionalità italiana, maggiorenne (55 anni), si trova in regime di carcere preventivo dal giorno 23 ottobre del 2009.

E’ stato visitato dall’ incaricato dell’ Ambasciata italiana, Sig. ROBERTO MORA soltanto due volte e dopo 33 giorni di detenzione. Le sue condizioni di salute sono gravi, ha contratto in carcere un infezione al sangue che si sta propagando in tutto il corpo dovuta alle scarse condizioni igieniche. Per questo ha bisogno continuamente di antibiotici che sta prendendo dal mese di maggio e per la scarsa qualità dell’acqua che i detenuti sono costretti a bere, soffre di ritenzione idrica.

AMBROGIO SEMEGHINI, di nazionalità italiana, maggiorenne (58 anni) si trova in regime di carcere preventivo dal giorno 19 Dicembre del 2009 per presunta violazione degli articoli 295, 304 del Codice Penale Dominicano (Omicidio) .

Rispetto alle sue condizioni di salute bisogna segnalare che presenta un problema all’ occhio sinistro, probabilmente dovuto a un momento precedente al suo arresto, ma dal PATRONATO del carcere ci segnalano che corre il rischio di perdere anche l’altro occhio perchè ha bisogno di cure mediche specialistiche che non gli vengono fornite. Inoltre ha bisogno di assistenza odontoiatrica.

Ambrogio Semeghini denuncia inoltre di essere stato oggetto di un attentato, motivo per il quale è stato trasferito ad un altro reparto del carcere per la sua sicurezza personale in quanto teme per la propria vita.

E’ stato visitato dal Sig. ROBERTO MORA, incaricato dell’Ambasciata d’ Italia nel paese per l’assistenza ai detenuti, per la prima volta dopo 59 giorni di detenzione e ad oggi per un totale di 3 volte.

Ha iniziato uno sciopero della fame il giorno 1 Settembre che è stato portato avanti per 13 giorni e dopo 5 giorni ha avuto bisogno di assistenza medica perchè per le sue condizioni fisiche, già debilitate dalla detenzione, dalle condizioni igieniche e sanitarie e dalla scarsità di cibo, non riusciva a sopportare lo sciopero della fame e si trovava in uno stato di disidratazione molto forte.

N.M., di nazionalità italiana, maggiorenne, (47 anni) sta scontando una condanna definitiva a tre anni per “sospetto” narcotraffico, per presunta violazione alla legge 50/88.

Dopo essere stato recluso nel Carcere Pubblico de La Victoria per due anni e due mesi è stato trasferito volontariamente al Carcere Modello di Najayo (San Cristóbal). Tra quattro mesi dovrebbe concludere la sua pena.

Le sue condizioni di salute sono molto gravi, soffre di un’ infezione al sangue e ha subito tre infarti, per cui lo stesso direttore del carcere ha richiesto l’ intervento dell’Ambasciata senza ottenere risposta. E’ stato ricoverato e alle dimissioni dell’ ospedale l’Ambasciata non ha pagato il suo conto. La direzione sanitaria del carcere teme che possa subire un infarto serio.

Dal momento della sua detenzione nel Carcere Modello di Najayo è stato visitato dal Sr. ROBERTO MORA, incaricato dell’Ambasciata, due volte e nel Carcere de La Victoria soltanto sette volte in due anni e mezzo di detenzione.

DICHIARAZIONI DEI DETENUTI

Le inaccettabili condizioni di detenzione dei tre detenuti richiedono un intervento urgente da parte della Sede Diplomatica italiana nella Repubblica Dominicana.

Possiamo senza dubbio denunciare che fino a questo momento l’ Ambasciata d’Italia non ha compiuto al suo dovere fondamentale che è quello di offrire assistenza e aiuto ai suoi concittadini che si trovano in difficoltà allˈestero.

L’ Associazione Secondo Protocollo, che si occupa di detenuti italiani all’ estero, ci informa tramite il suo rappresentante Sig. Londei Franco, che il Ministero degli Affari Esteri in Italia non possiede dati corretti sull’ operato della medesima Ambasciata rispetto per esempio alle visite effettuate dal suo incaricato ai tre detenuti. Le informazioni in loro possesso sono diverse da quelle che i detenuti hanno confermato al Sig. Londei prima e poi alla nostra delegazione in visita al Carcere Modello di Najayo.

Inoltre il Ministero dichiara che l’Ambasciata ha mantenuto comunicazioni con i familiari e con gli avvocati dello stesso SEMEGHINI mentre lui ci ha comunicato che cosí non è stato.

I detenuti dichiarano inoltre che il Sr. ROBERTO MORA non mostra interesse per la loro situazione, che li visita soltanto 3 o 4 volte all’ anno e che il denaro che consegna loro da parte dell’Ambasciata non è suficiente alle loro necessità basilari.

Non hanno mai ricevuto assistenza legale da parte dell’Ambasciata e quando chiamano gli uffici della stessa il credito della scheda telefonica gli si consuma interamente perchè vengono lasciati in attesa per molto tempo. Vengono inoltre trattati in modo arrogante e insolente e va segnalato che in tutti e tre i casi gli avvocati che li hanno assistiti hanno cercato di approfittare della loro situazione.

Lo stesso direttore del Carcere di Najayo ha chiesto un intervento serio dell’Ambasciata preoccupato dalle gravi condizioni di salute del Sr. NADALIN e del Sr. SEMEGHINI senza ricevere risposta.

CONCLUSIONI GENERALI

I tre detenuti vivono in condizioni igienico-sanitarie inaccettabili. Vengono negati i loro diritti fondamentali come l’accesso all’acqua e alla sicurezza personale, per lavarsi dispongono di 20 once di acqua al giorno, dormono sul pavimento a meno di non pagare 1,500.00 pesos mensili per dormire su un rialzo di cemento di 10 centimetri, devono pagare per acqua potabile, per il bagno, sono discriminati dagli altri detenuti, e il detenuto SEMEGHINI è stato oggetto di un attentato mentre il detenuto NADALIN ha ricevuto due coltellate e gli hanno gettato acqua bollente su un braccio. La loro sicurezza è un problema molto serio.

Hanno bisogno di molte medicine e devono pagarle tutte. La cosa assurda è che l’Ambasciata d’ Ítalia gli richiede per l’invio dei medicinali la prova della ricetta. Ci è stato confermato che l’unica ambasciata che richiede la ricetta per l’ invio delle medicine è quella italiana.

RACCOMANDAZIONI

PRIMA : L’ambasciatore d’Italia a Santo Domingo visiti i tre detenuti dal momento che la sua presenza è stata richiesta espressamente da loro per potergli parlare personalmente.

SECONDA: Che si attivi inmediatamente per offrire sostegno economico ai tre detenuti per le loro necessità immediate.

TERZA : Che si realizzi la comunicazione inmediata con i familiari e i loro avvocati.

QUARTA : Che venga inviato un medico che possa relazionare sulle condizioni di salute dei tre detenuti e che prepari una relazione quanto prima.

QUINTA : Non rispondendo alle raccomandazioni di cui sopra ci vedremo obbligati a responsabilizzare di ogni situazione l’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo per ogni cosa che possa capitare ai tre detenuti italiani nel Carcere Pubblico di Najayo.

Redatto in Repubblica Dominicana, Distrito Nacional, il 13 Ottobre del 2010.


DR. MANUEL M. MERCEDES MEDINA  Presidente

LICDA. JUANA M. LEISON GARCIA  Segretaria Atti e Corrispondenza

SRA. ANNALISA MELANDRI  Collaboratrice per la Difesa dei Diritti Umani





Appello a sostegno dei 32 prigionieri politici Mapuche in sciopero della fame in Cile

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Pubblico qui di seguito l´ appello dell´ Associazione d´ Amicizia con il Popolo Mapuche,  rispetto alla situazione dei 32 prigionieri politici Mapuche che stanno portando avanti uno sciopero della  fame dal 12 luglio scorso.

Continui aggiornamenti sulla situazione a questo link.

Leggi inoltre:

Gli storici cileni con lo sciopero dei Mapuche di Gennaro Carotenuto

La fiera agonia mapuche di Luis Sépulveda


Appello a sostegno di 31  Prigionieri Politici Mapuche in sciopero della fame in Cile

dal 12 luglio 2010.

Italia, 9 agosto 2010

Negli anni 1990 si è costituito l’attuale movimento politico e sociale mapuche, che prosegue la lotta per il recupero del proprio territorio ancestrale e il riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni, lotta che ha le sue radici nel conflitto con gli Spagnoli.

Le comunità che si contrappongono al estado chileno rifiutano la politica indigena e l’apertura al libero mercato che comporta una continua invasione del loro territorio originario. La risposta del estado è stata e continua ad essere l’applicazione della Ley Antiterrorista n° 18.314, del 16 maggio 1984, promulgata dalla dittura militare di Augusto Pinochet, che permette di ritenere tali azioni di protesta come “terrorismo”, di condannare numerosi esponenti del movimento, e di sottoporre a stretta sorveglianza le realtà mapuche in una vera e propria “militarizzazione del territorio”. I detenuti indigeni hanno risposto dichiarandosi “prigionieri politici mapuche”, uno status che è stato convalidato nel 2004 da l’allora Relatore Speciale delle Nazioni Unite per gli Affari Indigeni in visita ufficiale in Cile, Rodolfo Stavenhagen, e loro continuano così la loro lotta dall’interno delle mura del carcere.

È evidente il rifiuto del dialogo da parte dell’attuale democrazia cilena, che utilizza ancora oggi diversi strumenti repressivi creati durante la dittatura militare. Oltre a la Legge Antiterrorista n° 18.314, sono tuttora vigenti anche la Ley de seguridad del Estado, (Decreto de 3 marzo 1975) e il ricorso ai tribunali militari in cause civili.

Oggi sono circa 50 i prigionieri politici mapuche detenuti nelle diverse carceri del sud del Cile, a 36 di essi è stata applicata la legge Anti Terrorismo 18.314 e per le stesse accuse hanno luogo doppi processi, da parte della giustizia civile e di quella militare. Dal 12 luglio 2010, 22 prigionieri politici mapuche incarcerati nelle prigioni di Temuco, Concepción, Valdivia, provenienti di diverse comunità in zone di conflitto hanno iniziato uno sciopero della fame, a coloro se ne sono successivamente aggiunti altri dei carceri di Angol, Lebu, per un totale di 31 indigeni attualmente in sciopero della fame.


In allegato l’elenco dei prigionieri politici mapuche in sciopero della fame.(si può vedere nella sezione “Documenti di questo sito”)


Importanti organismi internazionali come Human Rights Watch, la Commissione Interamericana dei Diritti Umani e il Relatore Speciale delle Nazioni Unite  sui Diritti Indigeni hanno segnalato che l’applicazione della “legge antiterrorista” viola i diritti umani dei mapuche reclusi, ostacola il giusto processo e permette l’uso di testimoni ignoti.

Chiediamo che il Cile  rispetti tutti gli accordi internazionali relativi ai Diritti Umani che ha ratificato, di conseguenza  chiediamo che realmente applichi la Convenzione ILO 169 dei popoli indigeni e “tribali” .


Esprimiamo la nostra preoccupazione per il fatto che nessun governo cileno, dal ritorno alla democrazia, abbia voluto instaurare un dialogo vero con i rappresentanti delle diverse comunità indigene che rivendicano il proprio territorio ancestrale nel sud del Cile, in particolare nelle regioni VIII de Los Rios e IX de La Araucanìa, dove la popolazione mapuche raggiunge un’alta percentuale.


Esprimiamo con forza la nostra preoccupazione per lo stato di salute dei prigionieri, per il gravissimo deterioramento fisico conseguente a questo tipo di protesta pacifica.

Esprimiamo preoccupazione anche per le famiglie di tutti i prigionieri politici mapuche, con particolare attenzione ai bambini, che da molto tempo subiscono abusi e violenza da parte della polizia, oltre alle condizioni di povertà e marginalità a cui sono costretti.

Chiediamo alle Istituzioni Internazionali e alle Organizzazioni non Governative per i Diritti Umani, fare un attento controllo e una speciale attenzione a ciò che accade in Cile, un interessamento attivo e immediato alla situazione di grave violazione dei diritti umani, un monitoraggio dei luoghi di detenzione con particolare attenzione al tentativo del governo cileno di mascherare i fatti, invece ascoltare le vittime, le associazioni umanitarie, nazionali ed internazionali e i difensori dei diritti umani che spesso sono stati ostacolati e, in alcuni casi, perfino  perseguitati.


In virtù delle relazioni fra Cile e Italia nel quadro dell’Accordo d’ Associazione con l’Unione Europea, chiediamo di appoggiare le azioni civili di protezione in favore delle vittime di questo lungo conflitto  e di sensibilizzare il pubblico  sulla problematica Popoli indigeni e Diritti Umani.


Facciamo nostre le richieste dei Prigionieri Politici Mapuche:


- Fine dell’applicazione in Cile della legge anti-terrorista 18.314

- Fine della militarizzazione del territorio ancestrale mapuche

- No ai tribunali militari

- Diritto a un giusto processo

- No alla discriminazione e repressione

- Libertà a tutti i prigionieri politici mapuche

Associazione di Amicizia con il Popolo MAPUCHE in Italia

Per le adesioni a questa iniziativa si prega rivolgersi alla sezione “contatto” di  www.ecomapuche.com



Inoltre potete esprimere la vostra protesta scrivendo a:

  • Sr. Sebastián Piñera Echenique, Presidente de la República, Palacio de la Moneda, Santiago, Chile. Fax:+56269049 58, E-mail: opiniónatpresidenciadotcl; Internetatpresidenciadotcl; mhansenatpresidenciadotcl


  • Sr. Andres Molina Magofke, Intendente de la IX Región de La Araucanía, Chile

Fax: 0056–45-968630 , 0056–45-968218, Fono: 0056–45-968600 , 0056–45-968200
Vicuña Mackenna N° 290  Temuco, Chile – contacto email  www.laaraucania.cl


  • Sr. Cristián Larroulet Vignau, Ministro Secretaría General de la Presidencia, Palacio de La Moneda, 1160 Entrepiso, Santiago, Chile, Fax: + 562 69 04 329, E-mail: gjoignantatminsegpresdotcl ;


  • Sr. Felipe Bulnes Serrano, Ministro de Justicia, Morandé 107, Santiago Casilla 21, Santiago, Chile, Fax: + 562 698 70 98, E-mail: minju@reuna. cl ; minjuatminjusticiadotcl  ; rmadridatminjusticiadotcl ;


  • Sr. Alfredo Moreno Charme, Ministro de Relaciones Exteriores, Teatinos 180, Santiago, Chile., Santiago, Chile, Email: aguerraatminreldotgovdotcl  (Directora Dirección de Derechos Humanos);


  • Sr. Hugo Gutiérrez Gálvez, Presidente de la Comisión de Derechos Humanos, Nacionalidad y Ciudadanía de la Cámara de Diputados, E-mail: hgutierrezatcongresodotcl


  • Senador Sr. Andrés Chadwick Piñera, Presidente de la Comisión de Derechos Humanos, Nacionalidad y Ciudadanía del Senado, E-mail: ddhhsenatsenadodotcl


  • Sr. Carlos Portales, Misión Permanente de Chile ante las Naciones Unidas en Ginebra, 58 rue de Moillebeau (4º piso),  CH-1209, Ginebra, Fax: + 4122.734.52. 97, Email: misginchile@ minrel.gov.cl


  • Sr. Carlos Appelgren, Missione del Cile nella Unione Europea, 106 rue des Aduatiques, 1040 Bruselas, Bélgica, Fax.: +32 (02) 736 49 94,Email: embachileatembachiledotbe  (embachileatembachiledotbe)  


  • Catherine Ashton, the High Representative of the European Union for Foreign Affairs

COMM-SPP-HRVP-ASHTONatecdoteuropadoteu  (COMM-SPP-HRVP-ASHTONatecdoteuropadoteu)  


  • Sr. Jaime Pérez Vidal, Jefe de la Delegación de la Unión Europea in Chile

delegation-chileatecdoteuropadoteu  (delegation-chileatecdoteuropadoteu)  


  • Nicola Ardito, Consejero Jefe de Sección Política, Comercio, Información y Prensa de la Delegación de la Unión Europea en Chile.  delegation-chileatecdoteuropadoteu  (delegation-chileatecdoteuropadoteu)  


  • Sr. Cristian Barros Melet , Ambasciata del Cile in Italia, , Via Po 23, 00198 Roma

Tel: 0039–06 8841449   Fax:0039–06 8412348  email: cnromaitatchileitdotit  (cnromaitatchileitdotit)  


  • CECT-SE Comisión Etica Contra la Tortura, Secretariado Europeo H.EDELSTAM   cectatsecretariadoeuropeodoteu  (cectatsecretariadoeuropeodoteu)  



Si annette inoltre link  elenco  alle ambasciate nei rispettivi paesi:

Ambasciate europee in Cile: http://ec.europa.eu/delegations/chile/travel_eu/embassies/index_es.htm

Ambasciate e consolati del Chile nel mondo. http://chileabroad.gov.cl/


Nota: Qualora voi vogliate scrivere direttamente alle autorità, si prega inviare copia al seguente indirizzo:  wenuykanatgmaildotcom  (wenuykanatgmaildotcom)  






Solidaridad al movimiento social dominicano

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Ciudad de México, septiembre de 2010

Solidaridad con el movimiento social dominicano


La Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos (Limeddh), afiliada a la Federación Internacional de Derechos Humanos (FIDH) así como a la Organización Mundial Contra la Tortura (OMCT), enterándose  a través de su colaboradora Annalisa Melandri — quien actualmente reside en la República Dominicana — de  la grave situación que vive el país respecto a la situación de los derechos humanos, expresa su completa solidaridad  y apoyo a las organizaciones sociales de la República Dominicana que integran el movimiento social dominicano respecto a las dificultades de conseguir una vida digna y segura ante los actuales niveles de difusión del narcotráfico, de la criminalidad organizada, de la violencia generalizada, de las violaciones de los derechos humanos  y de la criminalización de las protestas sociales.

En especial, nos parece sumamente preocupante la situación relativa a los abusos de violencia cometidos por la Policía Nacional. El propio el jefe de  esta institución — General Guillermo Guzmán Fermín  — ha sido recientemente destituido por el mismo presidente Leonel Fernández por su mala gestión y por las acusaciones que penden sobre su cabeza de vínculos con el narcotráfico  y de corrupción. Solamente durante los tres años de la gestión del general Fermín se cuentan más de 1.700 los muertos civiles ocurridos por agentes policiales durante supuestos  “tiroteos”.  (altro…)


Appello urgente per Narciso Isa Conde

3 commenti

La lettera è stata consegnata il 17 giugno scorso, all’ambasciatore della Repubblica Dominicana in Italia, Dr. Vinicio Alfonso Tobal Ureña.
Quella che segue  è stata la sua dichiarazione rilasciata  nel ricevere l’appello firmato da numerose associazioni, partiti politici, ONG e semplici cittadini:
.
“da oltre trent’anni conosco il  percorso politico e la  vita di Narciso Isa Conde. Quando  ero  studente infatti partecipavo anche io ed ero simpatizzante della lotta antimperialista e antibalaguerista. Durante il governo di Balaguer più di 3.000 giovani vennero uccisi  soltanto perché  di sinistra e  rivoluzionari. Successivamente nel  ’74 ho fatto parte dell’ attuale partito della Liberazione Dominicana che era stato fondato dal professor  Juan Bosch, ma indipendentemente dal fatto che io facessi parte del l PLD e Narciso Isa Conde fosse  conosciuto come un rivoluzionario del Partito Comunista Dominicano, dico sinceramente che  lo stimo come una figura storica coerente con i suoi principi rivoluzionari ed ho una buona opinione della sua  vita politica.  Posso dire, indipendentemente dalla mia condizione di ambasciatore e di membro fondatore del PLD,  che Narciso Isa Conde come rivoluzionario è stato una persona che ha sempre difeso i  migliori interessi del paese. Bisogna essere onesti e sinceri in politica. Relativamente alla denuncia presentata,  con piacere la inoltrerò attraverso i canali che mi corrispondono alla Presidenza della Repubblica”
..

Al presidente della Repubblica Dominicana Leonel Fernández

 
 
Appello dall’Italia al Presidente della Repubblica Dominicana  Leonel Fernández affinché si attivi per proteggere l’incolumità di Narciso Isa Conde e della sua famiglia e perché impedisca la realizzazione  del piano criminale colombiano-statunitense volto all’eliminazione  del noto dirigente comunista dominicano.
 
Narciso Isa Conde, intellettuale e dirigente della sinistra rivoluzionaria dominicana, già Segretario Generale del Partito Comunista Dominicano,  figura storica nel suo paese nella lotta contro l’imperialismo statunitense, ha partecipato attivamente  nel 1965  alla Rivoluzione di Aprile che aveva l’intento di  riportare al governo il presidente legittimo Juan Bosch, deposto da un  colpo di Stato realizzato con l’intervento degli Stati Uniti a soli sette mesi dalla sua elezione.  Isa Conde ha sofferto per questa attiva partecipazione alla liberazione del suo paese il carcere, la persecuzione e l’esilio.
 
Egli, sempre coerente nel suo costante impegno rivoluzionario caratterizzato dalla solidarietà  internazionalista verso i movimenti di liberazione dei popoli oppressi, non ha mai discriminato nessuna forma di lotta, incluso quella del popolo colombiano. Attualmente fa parte della presidenza collettiva del Movimento Continentale Bolivariano e da anni si batte per una soluzione politica e negoziata del conflitto contrapposta alla soluzione  militare di “sicurezza democratica” perseguita dal  governo di Álvaro Uribe. Egli inoltre da tempo denuncia i crimini e le violenze che impunemente vengono commesse in Colombia dai paramilitari e dallo stesso esercito colombiano.
Per questo   è oggetto attualmente di una campagna di diffamazione basata su falsità e montata con l’appoggio dei media filogovernativi.  Recentemente Álvaro Uribe lo ha definito “leader terrorista”.  
 
Narciso Isa Conde  continua oggi a denunciare piani criminali per attentare alla sua vita organizzati dal governo di Álvaro Uribe Vélez e dai suoi apparati militari e paramilitari in combutta con la Cia.
 
E’ già stato oggetto a Santo Domingo di due attentati che soltanto per il sangue freddo degli uomini della sua scorta, e per la folla presente in quel momento,  fortunatamente non sono riusciti.  Nel mese di maggio dello scorso anno, sua moglie,   mentre si trovava nell’aeroporto di Miami in transito verso altra destinazione,  è stata fermata e ammanettata dalle autorità statunitensi e obbligata a ritornare nel suo paese applicandole le norme più restrittive delle leggi migratorie in quanto parente di un “sostenitore del terrorismo”. Il divieto di transito negli Stati Uniti è stato esteso anche ai figli di Isa Conde.
 
Sappiamo che lo stesso Presidente Leonel Fernández è già al corrente di questi fatti e ha assicurato  che avrebbe fatto il possibile per chiarire le circostanze in cui sono avvenuti.
 
Secondo le denunce dello stesso Isa Conde, , già rese pubbliche alla stampa,  in tali piani criminali   vi sarebbero coinvolti una diplomatica di nazionalità colombiano-statunitense di cognome  Arena, funzionaria dell’ambasciata degli Stati Uniti in Repubblica Dominicana, l’addetto militare dell’ambasciata colombiana e il generale Mario Montoya attualmente ambasciatore colombiano in Repubblica Dominicana (sul quale pendono gravissime accuse di collusione con i paramilitari nella realizzazione del massacro di San José de Apartadó ed altri).
 
Chiediamo pertanto al Presidente Fernández, attraverso la rappresentanza diplomatica della Repubblica Dominicana in Italia:
 
  • che adotti misure valide sia a livello nazionale  che internazionale volte alla protezione della vita di Narciso Isa Conde,
 
  • che intraprenda indagini serie ed accurate sulle denunce  emesse dallo stesso Isa Conde e che le renda note quanto prima, 
 
  • che si attivi presso le autorità statunitensi per chiarire e risolvere la posizione migratoria di lui e della sua famiglia e che venga pertanto assicurato loro il diritto a viaggiare e agli spostamenti.
 
L’ambiguità che fino a questo momento ha caratterizzato l’agire rispetto a quanto sopra del Presidente Leonel Fernández non può essere tollerata con l’impegno che un governo deve mettere rispetto alla protezione della vita di tutti suoi cittadini dall’arroganza, violenza e prepotenza di potenze straniere.
 
Noi firmatari del suddetto appello confermiamo il nostro incondizionato appoggio a Narciso Isa Conde e alla sua famiglia e speriamo nella realizzazione di una  massiccia campagna  internazionale per la difesa della vita di tutti/e i/le militanti dell’America latina e del mondo minacciati/e dalla mano criminale del regime colombiano presieduto da Álvaro Uribe Vélez  e  patrocinato dai falchi del  Washington.      
 
 
Per sottoscrivere l’appello: annalisamelandriatyahoodotit
 
 
Prime adesioni:
Associazioni:
Annalisa Melandri attivista per la difesa dei diritti umani
Associazione nazionale Nuova Colombia
Associazione Italia– Cuba circolo Campi Flegrei   
Selvas.org — Osservatorio Informativo Indipendente Americas Martin E. Iglesias, giornalista, presidente
Circolo Bolivariano “José Carlos Mariategui” – Napoli
Associazione “L’Internazionale” –Napoli
Centro Culturale “La Città del Sole” – Napoli
Redazione Qui News
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza — per il Comunismo (CARC)
Lotta di Unità Proletaria — Osimo (l.u.p.o.)
Comunisti Sinistra Popolare
Partito Comunista dei Lavoratori
Associazione di amicizia Italia Cuba C.lo” ITALO CALVINO” PIOMBINO/ELBA/ALTAMAREMMA
Osservatorio per la Pace del Comune di Capannori
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Csoa Askatasuna — Torino
Csa Murazzi — Torino
Ksa — Studenti medi Torino
Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!
 
Individuali:
Valentino Morandini
Fabrizio Lorusso
Roberto Antonucci, Spezzano Albanese (CS)
Antonio D’Angelo, architetto, Napoli
Giorgio Sabaudo  
Gavino Puggioni
Adriana Chiaia. Milano
Anna Maria Cassata
Claudia Cernigoi, giornalista Trieste
Fondazione Neno Zanchetta -. Gragnano (Lucca)
Mauro Pigozzi
Carmelo Sorbera
Salvador Tió, Coordinatore Mcb Puerto Rico
Chiara De Marchis
Carolina Gala
Fulvio Grimaldi, giornalista, documentarista
Sandra Paganini, segretaria Circolo della Tuscia dell’Ass. Naaz. Italia-Cuba
Anna Palmisano
Nello Margiotta
Claudio Bassetti
Elio Bonomi
Grazia Bollazzi
Danilo Pinzo
Dante Castro Arrasco, Lima
Antonio Mazzeo giornalista, scrittore
Sergio Ruggieri portavoce consulta pace Jesi
Franco Fuselli
Amedeo Curatoli
Enrico Giardino — forum DAC
Bortolotti Carmela
Giovanni Medde
Giorgio Raccichini (Insegnante)
Valerio Evangelisti, scrittore
Alessandro Lattanzio, Sicilia
Giuseppe Coscione
Andrea Necciai AL Revés — Rubrica di controinformazione sull’America latinaAndrea Scaioli — Via Carlo Matteucci 11 — Forlì (FC)
On.Marco Rizzo già parlamentare europeo
Paola Vallatta (Parigi)
Marco Philopat
Antonio Della Corte Velletri – Roma
Claudio Grigolo, assistente sociale, Lugano (Svizzera)
Gennaro Varriale Formia (lt)
Tullio Florio Pozzuoli (Napoli)
Maurizio Fratta-Assoc.Rivoluzione Democratica
Franco Calandri-Italia Cuba Arcore Brianza
Nicola Ricci-membro della segreteria provinciale PdCI di Livorno
Fanny Cerri
Federico Giusti  confederazione Cobas pisa
Giulio Bonali (medico) Fiorenzuola (PC)
Luciano Carta
Robert Rieder-Piombino
Ramon Mantovani
Giovanni Altini (Livorno)
Luca Tremaliti (Roma)
Marcela Quilici      
Egle Piccinini (Asti)
Ivan Pavicevac, presidente del CNJ JugocoordONLUS
Anna Maria Dallocchio
Barbara Meo Evoli, giornalista, fotografa
Robert Rieder-Piombino
Luigi Di Costanzo — Napoli
Raul Angel Marin Hinostroza  Activista en DD HH.Miembro de la Seccion Peruana de Amnistia Internacional.

 

 


Llamado por Narciso Isa Conde al Presidente de la República Dominicana Leonel Fernández

1 commento
La carta ha sido entregada el día 17 de junio al embajador de la República Dominicana, Dr. Vinicio Alfonso Tobal Ureña.
Esta fue la declaración que hizo el embajador al recibir la denuncia firmada por muchas asociaciones, partidos políticos, ONG y simples ciudadanos:  “tengo  más de treinta años sabiendo de la trayectoria y de la vida de Narciso  Isa Conde, porqué cuando yo era estudiante participaba y era un simpatizante de la lucha antimperialista y antibalaguerista. Durante el gobierno de Balaguer más de 3.000 jóvenes fueron asesinados, solamente porqué eran partidarios de la izquierda, revolucionarios. Después,  en el ‘74 formé parte del actual Partido de la Liberación Dominicana que había fundado el profesor Juan Bosch, pero independientemente de que yo sea del PLD y Narciso Isa Conde yo lo conocía como un revolucionario del Partido Comunista Dominicano, quiero decirle honestamente, con toda sinceridad,   que yo valoro cómo una figura histórica de apego a sus principios revolucionarios  y tengo buen concepto de la vida política de Isa Conde. Puedo decir que Narciso Isa Conde como revolucionario  ha sido una persona que siempre ha estado en defensa de los mejores intereses  del país, esto lo digo independientemente de mi condición de embajador y de miembro fundador del PLD. Hay  que ser honestos  y hay que ser sinceros  en la politica. Con relación a la denucia le digo que con  mucho gusto la voy a tramitar por los canales correspondientes a la Presidencia de la República”.
 
 
Al Presidente de la República Dominicana Leonel Fernández
 
 
Llamado desde Italia al Presidente de la República Dominicana Leonel Fernández pidiendole la protección de la incolumidad de Narciso Isa Conde y su familia y para que actúe contra la realización del plan criminal colombo-estadounidense impulsado con el objetivo de la eliminación del reconocido dirigente comunista dominicano.
 
Narciso Isa Conde, intelectual y dirigente de la izquierda revolucionaria dominicana, ya Secretario General del Partido Comunista Dominicano, figura históríca en su país en la lucha contra el imperialismo estadounidense, ha participado activamente en 1965 a la Revolución de Abril que tenía el intento de restituir al país su legítimo presidente Juan Bosch, depuesto por un golpe de Estado realizado con la intervención de Estados Unidos solamente siete meses después de su elección. Isa Conde ha sufrido por su activa participación a la liberación de su país, cárcel, persecución y exilio.
 
Él, siempre consecuente en su constante compromiso revolucionario caracterizado por la solidaridad internacionalista hacia los movimientos de liberación de los pueblos oprimidos, nunca ha discriminado ninguna forma de lucha, incluso la del pueblo colombiano. Actualmente forma parte de la presidencia colectiva del Movimiento Continental Bolivariano y desde años lucha por una solución pacífica política y negociada del conflicto en oposición a la solución militar de “seguridad democrática” impulsada por el gobierno de Álvaro Uribe. Desde tiempo Narciso Isa Conde denuncia los crímenes y las violencias que impunemente son cometidas en Colombia por los paramilitares y por el mismo ejército colombiano. Por estas razones Isa Conde es objeto actualmente de una campaña de desprestigio fundada en falsedades y armada con el apoyo de los medios pro gubernamentales. Recientemente Álvaro Uribe ha hablado de él publicamente cómo de un “peligroso terrorista”.
 
Narciso Isa Conde sigue hoy denunciando planes criminales para atentar a su vida organizados por el gobierno de Álvaro Uribe Vélez y por sus aparatos militares y paramilitares en conjunto con  la CIA.
 
Ya ha sido objeto en Santo Domingo de dos atentados que solamente por la sangre fría de su escolta y por la gente presente en aquel momento por la calle,  no han logrado su intento criminal. En el mes de mayo del año pasado, su esposa, mientras  se encontraba en el aeropuerto de Miami en tránsito hacia otro destino, fue  detenida y esposada por las autoridades estadounidenses y obligada a volver a República Dominicana aplicando a ella las limitaciones migratorias por ser pariente de un “sostenedor del terrorismo”. La prohibición de tránsito en los Estados Unidos fue ampliada  también a los hijos de Narciso Isa Conde.
 
Sabemos que el mismo Presidente Leonel Fernández ya está enterado de la situación y que ya ha asegurado que hará todo lo posible para aclarar  las circustancias en que se desarrollaron  los hechos.
 
Según las demandas del mismo Isa Conde, ya declaradas ante la prensa, en estos planes criminales estarían involucrados una diplomática de nacionalidad colombo-estadounidense de apellido Arena, funcionaria  de la Embajada de Estados Unidos en República Dominicana, el agregado militar de la Embajada colombiana y el general Mario Montoya,  actualmente embajador en República Dominicana (sobre  quien hay graves acusaciones de  vínculos  con los paramilitares en la realización de la masacre de San José de Apartadó y otros).
 
Pedimos por lo tanto al Presidente Fernández por medio de la representancia diplomatica de la República Dominicana en Italia lo siguiente:
 
  • Que adopte medidas claras y eficaces sea a nivel nacional que internacional para la proteccíon de la vida de Narciso Isa Conde.
  • Que emprenda investigaciones serias y precisas sobre las demanadas presentadas por el mismo Isa Conde y que las difunda cuanto antes.
  • Que se active ante las autoridades estadounidenses para aclarar y resolver la posición migratoria de él y de su familia y que por lo tanto sea asegurado a ellos el derecho a viajar y a moverse.
 
La ambiguedad que hasta ahora ha caracterizado el actuar   del Presidente Fernández en relación  a estos hechos es incompatible con el compromiso que un Estado tiene hacia la protección de la vida de sus ciudadanos ante la  por la arrogancia, la violencia y la prepotencia de las  potencias extranjeras.
 
Nosotros firmatarios de este llamado confirmamos nuestro incondicionado apoyo a Narciso Isa Conde y a su familia y esperamos en la realización de una intensa campaña internacional para la defensa de la vida de todas y todos los militantes de América latina y del mundo amenazadas/os por la mano criminal del regímen colombiano dirigido por Álvaro Uribe Vélez y patrocinado por los halcones de Washington.
 
 
 
Por subscrivir el llamado : annalisamelandriatyahoodotit
 
 
Adhesiones:
 
Associaciones:
Annalisa Melandri attivista per la difesa dei diritti umani
Associazione nazionale Nuova Colombia
Associazione Italia– Cuba circolo Campi Flegrei   
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Lotta di Unità Proletaria — Osimo (l.u.p.o.)
Comunisti Sinistra Popolare
Partito Comunista dei Lavoratori
Associazione di amicizia Italia Cuba C.lo” ITALO CALVINO” PIOMBINO/ELBA/ALTAMAREMMA
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Csa Murazzi — Torino
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Individuales:
Valentino Morandini
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Giorgio Sabaudo  
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Appello per Cuba

55 commenti

Per Cuba
Senza discutere sulla buona fede degli intellettuali italiani che hanno di recente preso posizione pubblica contro il governo cubano a seguito della tragica morte in carcere di Orlando Tamayo Zapata, parlando – ma sempre sulla base delle informazioni USA – di “prigionieri politici e di coscienza” nelle galere di Cuba, noi desideriamo ricordare alla pubblica opinione italiana, succube di una stampa “indipendente” da sempre nemica della rivoluzione castrista, che questa rivoluzione continua a essere un punto di riferimento e una potente ispirazione per tutte le forze che, sempre più numerose non solo in America Latina, si battono per un mondo senza sfruttamento, senza guerra e senza violenza. La morte di Zapata, che il governo cubano ha pubblicamente ricordato con dolore e senso di solidarietà, mentre si attende ancora che il governo italiano faccia qualche gesto analogo per la morte di Stefano Cucchi e il suicidio di decine di carcerati delle nostre democratiche prigioni, è stata occasione per una campagna di sfacciata denigrazione “democratica” della rivoluzione cubana. Non importa che Zapata fosse anzitutto detenuto per svariati reati comuni e solo di recente avesse inteso dare alla propria contestazione della vita carceraria (compresa la richiesta di disporre di una cucina e di un telefono privato in cella) una precisa connotazione politica. Non importa che anche pubblici documenti di Amnesty International diano atto che a Cuba non è mai stato torturato nessuno (eccetto che nella base americana di Guantanamo) e non si sono mai praticate quelle esecuzioni extragiudiziali per cui si è reso tristemente famoso il “democratico” Stato di Israele. Non importa, infine, che in un recente processo in Florida sia stato accertato che un vecchio e riconosciuto terrorista come Santiago Alvarez sia stato tra i finanziatori costanti delle Damas de blanco: anche loro certamente in buona fede, ma altrettanto certamente utilizzate dalla CIA per le sue manovre–che durano da cinquant’anni con una serie impressionante di attentati – per rovesciare il democratico governo di Cuba.
Noi sappiamo che a Cuba, come ha ricordato Fidel Castro, l’assistenza sanitaria per tutti è legge da decenni, mentre Obama fatica a farla accettare dal Congresso USA; sappiamo che medici, maestri, professori cubani operano al servizio di tutti i poveri dell’America Latina (con uno dei migliori ospedali oftalmici del mondo a disposizione gratuita di chi ne ha bisogno), che l’istruzione è libera e gratuita per tutti nell’isola; e che le restrizioni a cui ancora oggi il popolo cubano è soggetto (in termini di disponibilità di merci, di denaro convertibile, ecc.) sono solo conseguenza del feroce e immotivato embargo a cui l’isola è sottoposta da parte degli Usa e di pochi loro alleati. Siamo scandalizzati, ma non sorpresi, del cinismo con cui i media, soprattutto italiani e spagnoli, hanno utilizzato la morte di Orlando Zapata, per la quale esprimiamo ancora una volta il nostro sincero dolore. Sperando che la sua storia e l’uso che se ne è fatto da parte anche di giornalisti e politici italiani servano non tanto alla “liberazione” dei pretesi “prigionieri politici” di Cuba, ma ad aprire finalmente gli occhi dell’opinione pubblica sulla spregiudicatezza della propaganda di un imperialismo internazionale che, lo speriamo, ha ormai i giorni contati. Su queste idee chiediamo un pronunciamento dal mondo dell’intellettualità, dell’arte e dello spettacolo…
 

Gianni Vattimo, filosofo, europarlamentare
Gianni Minà, giornalista
Margherita Hack, astronoma
Marco Rizzo, giornalista, già europarlamentare
Luciano Vasapollo, Università di Roma
Fabio Pratesi, medico
Francesco Baccini, cantautore
Danilo Zolo, giurista Università di Trieste
Aldo Bernardini , docente Università di Teramo
Ivan Cicconi, economista
Angelo D’Orsi, storico Università di Torino
Maria Fierro, giurista
Alfonso Galdi , giurista
Silvia Giorcelli, storica Università di Torino
Domenico Losurdo, storico Università di Urbino
Cristiano Lucarelli , calciatore
Massimiliano Marotta, storico ISF di Napoli
Andrea Mingardi, cantautore
Red Ronnie, musicologo
PierAldo Rovatti, filosofo Università di Trieste
Prof. Amati Paolo
Battiglia Roberto, Rivista Nuestra America
Cararo Sergio, giornalista
Prof.Ciattini Alessandra
Prof. Forneris Gilberto
Prof. Garroni Stefano
Prof Gotor José Luis
Prof. Ieradi Luisa Anna
Prof. Lucchese Franco
Prof. Lux Simonetta
Martufi Rita
, Dir.Centro Studi Cestes-Proteo
Orsati Grazia, Dir Rivista Nuestra America
Prof. Punzo Francesco
Prof Punzo Luigi
Riccio Alessandra,
condirettrice Latinoamerica
Rossi Marina, Avvocato
Prof. Ruggieri Franca
Santopadre Marco, giornalista
Vasapollo Domenico, Dir. Natura Avventura
Vasapollo Federica, S Univ. Sapienza
Vasapollo Viviana, Archeologa
Giovanni Barbieri, giornalista
Paolo Federici, ass.Italia Cuba
Antonio D’Angelo, architetto
Loredana Macchietti
, editore “Latinoamerica”
Alessandro Perrone, consigliere
Annalisa Melandri, blogger
Franca Pesce, docente
Alessandro Riccio,
direttore Filippo Cannizzo, fondazione Ugo Spirito
Marco Papacci, ass.Italia-Cuba
Violetta Nobili, redazione Nuestra America
Federico Castelli, artista
Maurizio Carboneschi, seg.Anaic
Primo Soravia, ass. Italia-Cuba
Robert Pieder Thum
Donata Zurlo
Roberta Antonacci

Roma 17 maggio 2010

Per adesioni o informazioni : appellopercubaatliberodotit
 

 
 
Roma 17 maggio 2010
                                                                    Per adesioni o informazioni : appellopercubaatliberodotit
 
 
 
 
 
 
 

Alla Comunità di Sant’Egidio: ripensare alla scelta di invitare il Mons. Maradiaga

3 commenti
Alla Comunità di Sant’Egidio
Roma
href=“infoatsantegidiodotorg“>infoatsantegidiodotorg
href=“m2000atsantegidiodotorg“>m2000atsantegidiodotorg
fax 06.580.01.97
Roma, 17 maggio 2010
Siamo venuti a  conoscenza soltanto ora dell’invito rivolto al  Mons. Oscar Rodríguez Maradiaga, cardinale e arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras)  da parte della  Comunità di Sant’Egidio e dall’Istituto Italo-Latino Americano,   per tenere la  conferenza che si svolgerà  presso la sede dell’ILA a Roma il 20 maggio prossimo  sul tema: “Oltre la violenza e la povertà. Proposte di cambiamento per l’America latina”.
Sappiamo  che il Mons. Maradiaga, fin dai giorni immediatamente successivi al colpo di Stato avvenuto in Honduras il 28 giugno dell’anno scorso,  con il quale è stato deposto e cacciato dal paese il presidente legittimamente eletto Manuel Zelaya,  si è distinto per le sue posizioni apertamente schierate con il  governo golpista di Roberto Micheletti e contrarie al ritorno di Manuel Zelaya nel paese.
Il Mons. Maradiaga, e la gerarchia cattolica honduregna,  avevano d’altra parte espresso  già prima del golpe,  forte  perplessità e opposizione  verso il progetto, portato avanti dal governo Zelaya, di installare una Quarta Urna nelle sedi elettorali, progetto che  avrebbe condotto  ad un’Assemblea Costituente  in un paese dove vige tutt’ora la Costituzione scritta dal dittatore Policarpo Paz nel 1982. Un’Assemble Costituente  che avrebbe restituito finalmente un po’ di sovranità popolare ad un paese,  L’Honduras, uno dei  più poveri del mondo, con una mortalità infantile del 48% fino al 5° anno di età, con una disparità tra classi ricche e classi povere tra le più alte in assoluto. Un paese dove vige un sistema sociale in cui  una decina di famiglie possiede la totalità della ricchezza e del potere, controlla le istituzioni politiche e giudiziarie e, in combutta con le gerarchie militari ed ecclesiastiche, gestisce ogni aspetto della vita sociale ed economica.
Ci sono inoltre ben noti  i legami dell’Opus Dei con le alte gerarchie cattoliche honduregne e sappiamo che lo stesso Mons. Mardiaga ne è  membro attivo da oltre due decenni.
E’ noto anche che “secondo documenti in possesso del mensile El Libertador, il cardinale Rodríguez aveva ottenuto un salario mensile di 5.300 dollari da parte dello Stato. Il favore era stato concesso nel 2001 dal presidente della Repubblica, Carlos Flores Facussé ed era stato sospeso proprio da Manuel Zelaya”. Il suo salario è stato immediatamente ripristinato dal governo golpista.
Il Monsignore e il resto della gerarchia cattolica non hanno mai d’altra parte espresso nessuna condanna  rispetto alle decine di persone che sono state uccise dai militari e dai gruppi paramilitari e sulle migliaia che hanno subito e continuano a subire gravi violazioni dei diritti umani. La violenza golpista non si è esaurita infatti con le “elezioni” farsa del novembre scorso, che hanno sancito la vittoria di Porfirio Lobo, ma continua a ritmo costante colpendo giornalisti, attivisti, leader comunitari e contadini, sindacalisti, in uno stillicidio continuo e costante di vite umane ignorato completamente dai media internazionali.
Il Monsignore Maradiaga, poco solidale e poco vicino al popolo, lo è ancor meno con gli uomini della sua Chiesa. Mai una parola di condanna ha proferito contro le persecuzioni a cui sono sottoposti da parte del governo uomini come  padre Andrés Tamayo, a cui è stata tolta la nazionalità honduregna e che è stato  espulso dal paese, o il gesuita Ismael Moreno (Padre Melo) e il sacerdote Fausto Milla, perseguitati e minacciati più volte di morte per il loro lavoro pastorale a fianco dei più poveri e per il loro impegno contro il colpo di Stato.
Proprio padre Tamayo è in questi giorni in Italia e auspichiamo un vostro incontro con lui, vero uomo di Chiesa vicino alle vostre posizioni.
Alla luce di quanto sopra esposto, ci coglie di sorpresa e ci amareggia   pertanto la vostra partecipazione all’evento di cui sopra.
Conosciamo bene le attività della Comunità di Sant’ Egidio, sempre attenta alle tematiche delle popolazioni oppresse e della giustizia sociale.
Vi invitiamo quindi a riconsiderare la vostra partecipazione attiva alla conferenza del 20 maggio prossimo, informandovi che settori della società civile attenti al rispetto dei diritti umani in particolare per quanto riguarda l’area dell’America latina si sta stanno già organizzando per esprimere pubblicamente il proprio dissenso da quest’ennesima legittimazione di un vero colpo di Stato, oltre che per denunciare con  tutti i mezzi e canali disponibili le complicità in tale legittimazione, qualora dovessero esserci.
Annalisa Melandri
www.annalisamelandri.it
collaboratrice italiana della Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH)
a nome di altri attivisti di Roma
P.S. Vi informiamo che una cerimonia di consegna di una laurea  Honoris Causa al monsignor Maradiaga lo scorso mese di novembre in Francia è stata annullata dall’ambasciata per timore di proteste. Qui la notizia relativa:
http://www.ellibertador.hn/Nacional/3493.html

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