Trenitalia: lettera per la riassunzione di Dante De Angelis

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Il licenziamento di Dante De Angelis non può essere un problema esclusivamente di chi sta scioperando per farlo riassumere, i ferrovieri e il sindacato di base, ma deve interessare tutti coloro che del treno ne fanno un mezzo di trasporto importante. Vi chiediamo pertanto di partecipare  a questa protesta per la giustizia e la sicurezza di tutti i viaggiatori,  diffondendo quanto più possibile questo volantino e inviandolo agli indirizzi indicati.  La richiesta è rivolta soprattutto ai pendolari che possono riprodurlo  e lasciarlo in giro sulle panchine delle stazioni, nei bar e “casualmente” dimenticarne qualcuno sui sedili dei treni.(A.M) Scarica qui il volantino formato word
 
 
Spett.le Direzione
Trenitalia Spa
Ferrovie
dello Stato S.p.a.
Piazza della Croce Rossa, 1 — 00161 Roma 

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Roma, maggio 2009
 
Siamo donne e uomini che utilizzano con convinzione il treno per gli spostamenti interurbani.
Il treno da sempre è considerato, a ragione, un mezzo di trasporto poco inquinante, compatibile con l’ambiente e sicuro. Più sicuro degli altri mezzi di trasporto; ciò è quanto emerge infatti dalla storia del trasporto su rotaia.
 
Noi, viaggiatori e cittadini di questo paese, desideriamo  che il treno continui a mantenere queste  sue caratteristiche.
 
I lavoratori delle ferrovie, sappiamo, stanno facendo di tutto perché il treno mantenga e migliori queste sue prerogative, soprattutto, per quanto attiene alla loro attività, la SICUREZZA.
 
Sappiamo che, grazie alle loro lotte sindacali, i ferrovieri hanno raggiunto importanti innovazioni a vantaggio della sicurezza, una delle più significative è stata l’aver conquistato il “Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza” (Rls), come espressione della sorveglianza e verifica degli stessi lavoratori al buon funzionamento delle macchine e delle procedure.
 
Noi viaggiatori ci sentiamo sicuri, in un certo senso protetti, sapendo che chi produce il trasporto ferroviario, allo stesso tempo vigila con attenzione per tutelare la salute e l’incolumità di chi lavora e chi viaggia.
 
Ci è sembrata questa conquista un gran passo avanti di civiltà, purché il “Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza” (Rls), operi nel rispetto della verità.
 
Invece… un giorno veniamo a sapere che uno di questi “Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza”, uno dei più attivi e attenti, svolgendo il proprio lavoro di macchinista (quello che conduce il treno) e discutendo con i suoi compagni di lavoro, si era accorto di alcune anomalie che potevano compromettere la sicurezza di chi lavora e di chi viaggia e –giustamente– l’ha prontamente segnalato all’Azienda Trenitalia.
 
Si poteva pensare che questo macchinista fosse stato proposto per un premio, così sarebbe successo in un paese civile, così doveva accadere  in un paese democratico… invece… è stato licenziato! Si chiama Dante De Angelis.
 
Sembra un racconto dell’orrore, o forse del terrore. Terrore e intimidazione con cui i dirigenti di Trenitalia cercano di ridurre al silenzio i ferrovieri, con la minaccia di licenziamento, mettendo a repentaglio la loro e la nostra sicurezza.
 
Ma ancor più preoccupante ci sembra la motivazione del licenziamento: “è venuto definitivamente meno il rapporto di fiducia”. Con queste parole Trenitalia ha licenziato Dante De Angelis.
 
Noi viaggiatori vorremmo, anzi,  esigiamo,  di poter avere fiducia nella correttezza dei dirigenti di Trenitalia quando è in gioco la salvaguardia dell’incolumità di chi lavora e chi viaggia. Non riusciamo a comprendere quale altra fiducia la dirigenza di Trenitalia pretenda dai ferrovieri. O forse confonde fiducia con omertà?
 
Da quel 15 agosto del 2008, giorno in cui il ferroviere macchinista e Rls Dante De Angelis è stato licenziato per aver detto la verità all’opinione pubblica su alcuni pericoli incombenti, (poi puntualmente verificatisi), noi viaggiatori sui treni italiani NON CI SENTIAMO PIU’ SICURI.
 
E non ci sentiremo sicuri,  né cittadini di un paese civile,  fino a quando  Dante De Angelis non verrà reintegrato in servizio e finché non venga sanzionata l’attività antisindacale di Trenitalia lesiva dell’incolumità di chi lavora e di chi viaggia.
 
Il nostro auspicio, che è anche una precisa richiesta, è che l’Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti e tutta la dirigenza facciano un sostanziale passo indietro e riconoscano il proprio errore.
 
Annalisa Melandri
per un gruppo di viaggiatori delle Ferrovie di Roma Trastevere
 

Cada Uno por la Justicia/Ognuno per la Giustizia Bollettino. 9

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INDICE
 
Acciones y Justicia
 
Carta de las madres de la Asociación de Padres y Familiares de las Víctimas de Sucumbíos, Ecuador, a Felipe Calderón
 
Carta abierta a Eduardo Galeano, de la Asociación de Padres y Familiares de las Víctimas de Sucumbíos, Ecuador.
 
Campaña Cada Uno por la Justicia, Actividades del 3 de abril.
 
Análisis y Opinión
 
Los crímenes de Estado de Álvaro Uribe Vélez
 
Declaración integra de la delegación británica
 
Colombia Misión extranjera horrorizada, por Constanza Vieira.
 
Declaración encuentro de familiares de víctimas de ejecuciones extrajudiciales en Colombia, por MOVICE Colombia.
 
Otra guerra desangra al sindicalismo en Cali, por Mario Osava.
 
Retratos de Delincuentes
 
Osorio Isaza: paradiplomacia y terrorismo, por José Steinsleger.
 
Uribe contra todos, todos contra Uribe, por Luís Ernesto Almario
 
DDHH Perú: Veinticinco años de prisión para Fujimori, por Ángel Páez
 
Piden retirar Premio a la libertad Cortes de Cádiz a Uribe
 
Pronunciamiento de Lucía Morett
 
Cultura Los nadies, Eduardo Galeano,
 
Il bollettino in versione originale in file pdf è disponibile qui.
 
 
 

Cada Uno por la Justicia/Ognuno per la Giustizia Bollettino. 8

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INDICE:
 
Acciones y Justicia
·       Carta Editorial de la Asociación de Padres y Familiares de las Víctimas de Sucumbíos, Ecuador
·       Relatoria de la Jornada Continental de Protesta
·       Carta Entregada a Patricia Espinosa C. Secretaria de Relaciones Exteriores
·       Habla Lucía al año de la masacre (Parte 2)
 
 
Anális y Opinión
·       Anális Jurídico por el Dr. Milton Castllo Maldonado
·       Crisi y soberanía por Alberto Híjr
·       Carta a Juan
 
 
Colombia
·       Paramilitares colombianos se infiltran en Ecuador, refuerza Quito la frontera Afp, Dpa, Reuters
·       Los habitantes de frontera no somos criminales INREDH
·       Corre la sangre y suenan sables por Allende la Paz
·       General Montoya cuidado: Narciso Isa Conde y los compañeros dominicanos no están solos, por Annalisa Melandri
 
Retratos de delincuentes
·       Luis Camilo Osorio en picada por Winchester
·       Juan Manuel Santos, el pistolero, por Mario López
 
Il bollettino in versione originale in file pdf è disponibile qui.
 
 

Giornata continentale di protesta per le Vittime di Sucumbíos

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Il due marzo  2009 è stata designata Giornata Continentale di Protesta per le Vittime di Sucumbíos  per ricordare i quattro ragazzi messicani massacrati un anno prima, precisamente  il primo di marzo del 2008 in Ecuador, nel corso dell’attacco contro l’accampamento delle FARC realizzato dall’esercito colombiano e dall’aviazione statunitense dove sono rimasti uccisi anche una ventina di guerriglieri e il numero due delle FARC,  Raúl Reyes.

Per capire bene quello che è accaduto a Sucumbíos,  quella tragedia di un anno fa  va  contestualizzata rispetto  agli altri avvenimenti che si stavano svolgendo in quei giorni nella regione.

Innnanzitutto si era appena concluso a Quito  il II congresso della Coordinadora Continental Bolivariana, una grande movimento che raggruppa studenti, giovani, movimenti sociali e associazioni latinoamericane che lottano e si confrontano per la costruzione di una grande America latina bolivariana.

Al congresso avevano partecipato migliaia di delegati da tutta la regione e anche da altri paesi. I cinque giovani messicani avevano appena lasciato Quito prima di recarsi a Sucumbíos e nel campo delle FARC erano stati preceduti da  una delegazione di studenti cileni.

Inoltre  va ricordato che in quei giorni in Ecuador si stavano svolgendo importanti e decisive trattative tra le FARC da una parte e il  governo  francese, ecuadoriano, ma soprattutto quello venezuelano di Hugo Chávez dall’altra,   volte alla liberazione di Ingrid Betancourt e di altri ostaggi nelle mani della guerriglia colombiana.

Trattative che avevano portato alla  liberazione nel gennaio del 2008,  di Consuelo Gonzales de Perdomo e di Clara Rojas e la promessa proprio da parte di Reyes della liberazione dell’ex candidata presidenziale.

La prima considerazione da fare è infatti proprio questa  ed è strettamente legata al ruolo di  Hugo Chávez. Il governo colombiano e quello statunitense sicuramente non accettavano di buon grado  il suo crescente prestigio e i suoi successi nelle trattative per la liberazione degli ostaggi.  Hugo Chávez e la senatarice colombiana Piedad Córdova stavano ottenendo quello che il governo di Álvaro Uribe e anni di politica di “sicurezza democratica” non erano riusciti ad ottenere.

L’attacco colombiano al campo delle FARC fu condannato duramente da tutti i governi che erano direttamente coinvolti nelle trattative: Ecuador e Venezuela ruppero le relazioni diplomatiche con la Colombia e schierarono i rispettivi eserciti ai loro confini. Si rischiò lo scontro, evitato per un soffio e grazie alla diplomazia, mentre il  ministro degli esteri francese  dichiarò che “la morte di Reyes non era affatto una buona notizia dal momento che egli era  l’uomo delle FARC con le quali parlavamo e con il quale avevamo contatti per la liberazione di Ingrid Betancourt”.

I cinque giovani  messicani si sentivano sicuri nel campo delle FARC a Sucumbiós in quanto il campo  si trovava in Ecuador e non in Colombia e perchè era un luogo di mediazione internazionale e di politica. Non era infatti un campo militare.

Era un accampamento  frequentato da molti giovani, tanto che il giorno prima era stato lasciato da studenti cileni.  Ma cosa potevano cercare degli studenti in un campo di guerriglieri?

Innanzitutto erano mossi dal desiderio di partecipazione alla vita politica latinoamericana e ai suoi cambiamenti, erano mossi da impegno civile, politico e sociale, ma anche e soprattutto dal desiderio di conoscenza e di approfondimento.

In quel campo sono stati uccisi  Verónica Natalia, Juan, Soren e Fernando ma avrebbero potuto trovare la morte anche  deputati, giornalisti o  ministri.

I genitori dei quattro ragazzi deceduti e i genitori di Lucía Morett, l’unica sopravvissuta al massacro, hanno costituito  qualche mese fa  la Asociación Padres y Familiares de las Victímas de Sucumbías con lo scopo di riscattare la memoria dei loro figli e di chiedere giustizia nei confronti del governo colombiano vero  responsabile della strage.

Dei ragazzi è stato detto di tutto. Dalle autorità colombiane immediatamente dopo l’attacco al campo delle FARC per voce  direttamente del presidente Uribe e del vicepresidente Santos in conferenza stampa e quindi riportato da tutti i media: che erano terroristi, narcotrafficanti e che si trovavano in Ecuador per preparare attentati da realizzare  nel loro paese. L’opinione pubblica messicana fu influenzata notevolmente dalle notizie che giungevano dai mezzi di comunicazione  colombiani. L’estrema destra messicana denunciò immediatamente, già alcuni giorni dopo il fatto di Sucumbíós,  Lucía Morett ed altri 15 giovani messicani tra i quali anche i quattro deceduti alle autorità . La denuncia partì da un dirigente di un gruppo di estrema destra, il Yunque, l’ala più radicale e intollerante del Partito di Azione Nazionale del presidente Felipe Calderón, (che recrimina proprio a Calderón di non prendere misure abbastanza repressive e restrittive contro la sinistra messicana e i movimenti sociali del paese).

 

.…

Per ricordare i ragazzi messicani morti in Ecuador sono state organizzate varie attività che si sono realizzate contemporaneamente in Messico,  Argentina, Canada, Colombia, Cile Spagna, Ecuador, Francia, Nicaragua e Venezuela.

Il bollettino n. 7 è stato consegnato  a tutte le rappresentanze diplomatiche colombiane di questi paesi. In Messico si è realiizzata una grande manifestazione che dal ministero degli Esteri è arrivata fino all’ambasciata colombiana.

In Italia il giorno sabato 28 febbraio si è parlato di quanto è accaduto all’emittente locale romana Radio Onda Rossa e lo stesso si è fatto lunedì pomeriggio quando è stato intervistato Adrián Ramirez presidente della LIMEDDH, Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani.

Personalmente ho consegnato invece all’ambasciatore colombiano a Roma, Sabas Pretelt de la Vega il bollettino n. 7 (che si è rifiutato di firmare in segno di accettazione), il quale ha pienamente confermato la versione governativa dell’accaduto ma soprattutto ha ribadito che i ragazzi erano nell’accampamento in addestramento presso la guerriglia e che al fatto che stavano lì per motivi di studio e che erano testimoni internazionali di   una soluzione diplomatica e pacifica del conflitto colombiano con l’obiettivo di uno scambio umanitario, credono “solo i loro genitori”. Praticamente il governo colombiano aveva tutto il diritto di bombardare quel campo delle FARC, ritiene l’ambasciatore, in barba ai trattati internazionali sull’inviolabilità dei confini territoriali e al Diritto Internazionale dei Diritti Umani.

Qui una parte della trasmissione di Radio Onda Rossa di sabato 28 febbraio.

QUESTO IL CONTENUTO DEL BOLLETTINO N. 7 — scaricabile qui

      -          Editoriale dell’ Associazione dei Genitori e dei Familiari delle vittime di Sucumbiós.

-          Un anno fa a Sucumbíos, in Ecuador

-          Ho conosciuto Chac…

-          Ho conosciuto Soren Ulises

-          Ho conosciuto Verónica

-          Ho conosciuto Juan

-          Parla Lucía a un anno dal massacro

-          Militarizzazione in America latina – intervista ad Ana Esther  Ceceña, coordinatrice dell’Osservatorio Latinoamericano di Geoplotica

-          Memoria storica di Verónica Oikión  Solano, El Colegio de Michoacan

-          Lettera di Lucía

-          Comunicato alle Organizzazioni sociali, politiche e studentesche, ai popoli latinoamericani, ai popoli del mondo, ai mezzi di comunicazione

 

 

 


Cada uno por la justicia/Ognuno per la giustizia Bollettino n. 6

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11 Febbraio 2009
LIMEDDH – Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani
Associazione dei genitori e familiari delle vittime di Sucumbíos Ecuador
  1. Indice:
  2. FIRMAS DE ORGANIZACIONES
  3. Carta de la Asociación de Padres y Familiares de la
  4. Victimas de Sucumbíos Ecuador.
  5. Familiares protestan ante la embajada de Colombia a
  6. los diez meses.
  7. ¿Qué hay detrás de la criminalización de las víctimas del
  8. bombardeo de Sucumbíos?
  9. Familiares de víctimas de Sucumbíos iniciarán jornada
  10. de protesta.
  11. Documentos desclasificados muestran que la CIA
  12. conocía desde 1994 los nexos de fuerzas colombianas
  13. con los paramilitares.
  14. Aumentan las destituciones en el ejército colombiano
  15. por ejecuciones extrajudiciales.
  16. Mexicanos solidarios con Colombia durante 75 años.
  17. Niega la SRE que haya recibido una solicitud para
  18. extraditar a Morett.
  19. Colombia será para México.
  20. ¡Solidarízate con la Asociación!
  21. ¡Participa en el Boletín!
  22. Cartel: MARCHA 6 DE FEBRERO
  23. CARTEL DE LA JORNADA DE PROTESTA CONTINENTAL
Versione integrale qui. In spagnolo

Cada uno por la justicia/Ognuno per la giustizia Bollettino 5

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del Gennaio 2009
LIMEDDH - Lega Messicana Per la Difesa dei Diritti Umani
Associazione dei genitori e familiari delle vittime di Sucumbíos — Ecuador
-         Los Buenos deseos para el Año Nuevo
-         El regreso de  Lucía Morett por Carlos Fazio
-         Oficial colombiano niega existencia de correos en laptop de  Raúl Reyes
-         El viaje de Álvaro Uribe a México por Annalisa Melandri
-         Naciones Unidas: Términos duros contra Colombia, por Gustavo Capdevilla IPS
-         Retorna a México Lucía Morett luego de medio año de virtual asilo  en Nicaragua
          Por Blanche Petrich
-         Presuntos malos tratos en detención/temor por seguridad y por integridad personal
-         Momentos de la vida
Versione integrale: in spagnolo
 

Cada Uno por la Justicia/Ognuno per la Giustizia Bollettino. 10

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Acciones y Justicia
Carta editorial de la Asociación de Padres y Familiares de las Víctimas de Sucumbíos, Ecuador.
Protesta Cada Uno por la Justicia
Análisis y Opinión
Alto a la criminalización a nuestra compañera Lucía Morett, por Catedra Libertador Simón Bolívar.
Y un impuesto de guerra voluntario?, notas de Juan Cendales
El Parlamento Europeo se opone al TLC con Colombia por las violaciones de los derechos humanos, por Rebelión.
Diario El País decide prestarse como órgano propagandístico para la reelección de Uribe, por Patricia Rivas.
Colombia
Acusan a bananera de EE.UU de ordenar el asesinato de 57 sindicalistas colombianos, Telesur.
Las cárceles en Colombia son sitios de destrucción humana, por Camilo Raigozo.
Carta abierta a Álvaro Uribe Vélez, Observatorio para la Protección de los Defensores de DDHH.
Carta sobre los espionaje ilegales realizados por el DAS, por Plataformas de Derechos Humanos y Paz.
Retratos de Delincuentes
Luis Camilo Osorio Isaza y el paramilitarismo colombiano.
La injerencia de Luis Camilo Osorio en la política interna mexicana.
Uribe recibe premio en España en medio de protestas.
Cultura
Que les queda por probar a los jóvenes? Benedetti.
Il bollettino in versione originale in file pdf è disponibile qui.
Consegnato all’ Ambasciata colombiana  a Roma il 25 giugno 2009

Lettera all’ambasciatore israeliano in Italia

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Gaza nel cuore

All’ambasciatore di Israele a Roma
GHIDEON MEIR
Desidero con questa comunicare  la mia profonda condanna per i gravissimi crimini contro l’umanità che il suo  paese, Israele, sta compiendo in queste ore contro la popolazione civile di Gaza e per quelli commessi fino a questo momento in quella regione,  trasformandola  di fatto in una immensa prigione a cielo aperto, dove vengono da voi negati sistematicamente i più elementari diritti umani.
Privare un milione e mezzo di persone dei  generi di prima necessità giustificando questo con motivi di sicurezza è inaccettabile e umanamente discutibile, e viola inoltre qualsiasi trattato internazionale.
L’arroganza che contraddistingue da sempre il vostro agire, le violazioni costanti dei diritti umani, la violenza dei vostri attacchi “chirurgici”, il fatto di impedire che viveri e medicinali possano entrare nella striscia di Gaza o che i feriti possano essere trasportati fuori per le cure,  fa di voi,  per questo,  uno Stato  che merita condanna e disprezzo.
Annalisa Melandri
 

Limeddh: Vivere PER i diritti umani e non DI diritti umani

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La mia famiglia messicana, della quale posso confermare in assoluta certezza la grande onestà, coerenza e soprattutto l’impegno e il coraggio  e della quale mi pregio di far parte. (En español)
Messico D.F., 12 dicembre 2008
 
Con l’aiuto di tutti si costruiscono diritti umani
 
Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos A.C. (Limeddh)
 
Amici della Limeddh,
 
Per coloro i quali beneficiano di questo diritto, una piccola parte della ricchezza prodotta durante un intero anno, viene tradotta in tredicesima. Vi invitiamo pertanto a condividere e ad appoggiare il nostro sforzo che ormai da 24 anni a questa parte si mantiene grazie al lavoro volontario di ognuno di voi e alla vostra collaborazione.
 
Attraverso la sensibilità individuale o collettiva di singoli o di organizzazioni si fa eco la grave situazione dei diritti umani nel nostro paese contro i nostri popoli, che ci danno ogni giorno esempio di quello che significa la lotta per la dignità e la resistenza.
 
Non possiamo dimenticare tutti coloro che hanno contribuito ad accrescere le libertà democratiche ed i diritti fondamentali e sono quelli che quando alzano la voce subiscono o affrontano repressione, torture, massacri.
E’ a loro e a ogni altra persona a cui sono violati i propri diritti umani che è diretto il nostro lavoro.
 
Lottiamo contro l’impunità, questo mostro dalle mille teste del governo messicano che detta legge. Vi invitiamo pertanto ad unirvi a questa nostra lotta contro di essa.
 
I conflitti continuano e si incrementano con più di 10000 morti durante il governo del pugno di ferro di Felipe Calderón, fatti che vengono giustificati dalla guerra contro il narcotraffico che ha conseguenze terribili come la militarizzazione del paese, la criminalizzazione della protesta sociale, l’aumento della violenza, l’incremento del terrore contro la società civile, l’aumento delle violazioni dei diritti umani, etc.
 
La Limeddh lotta da 24 anni per la difesa dei diritti umani in Messico con una dedizione totale offerta direttamente alle vittime e ai loro familiari attraverso attenzione e sostegno medico– psicologico, giuridico, visite ai centri di reclusione per conoscere le condizioni di detenzione e assicurarsi del trattamento che si da ai detenuti/e, informando regolarmente le famiglie della situazione giuridica dei/delle condannati/e, così come assistenza per le perizie legali e accertamento dei casi di tortura.
Promuovendo la formazione e gli aggiornamenti necessari per poter occuparsi delle vittime in modo che i volontari possano offrire un intervento di qualità.
Diffondendo e sensibilizzando l’importanza del sostegno psicologico alle vittime e ai loro familiari (forum, istituzioni, organizzazioni etc).
E’ anche importante il lavoro nella promozione e diffusione dei diritti umani, tramite la formazione di personale qualificato, partecipazione in eventi, e organizzazione di azioni di rivendicazioni e proteste e nello stesso tempo contribuendo alla proposta di leggi e percorsi giuridici per la protezione dei diritti umani secondo il diritto internazionale.
 
La Limeddh è affiliata alla Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) e all’ Organizzazione Mondiale Contro la Tortura (OMCT) ed  è socia di Agire Insieme  per i Diritti Umani (Agir Ensemble pour les droits de l’homme).
Grazie a questa affiliazione beneficia di uno statuto consultivo presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e al Consiglio d’Europa.
 
Mantenere l’indipendenza della propria attività all’interno di uno stato in cui la criminalizzazione della lotta sociale, la detenzione dei leader sociali, l’ intimidazione e la persecuzione degli/delle stessi/e è all’ordine del giorno, non è semplice.
Ed è per questo e all’interno del proposito di evitare manipolazioni derivate da sostegni economici, che la nostra organizzazione contempla tra i suoi principi quello di non accedere a finanziamenti provenienti dallo Stato Messicano. Rifiutare fondi statati comporta una certa indipendenza nell’azione ma anche maggiori difficoltà per il finanziamento della stessa e quindi per il suo mantenimento.
 
Il mantenimento della lotta e le azioni di difesa comportano un costo economico alto che i familiari non possono sostenere e dall’organizzazione ci vediamo impediti a mitigare.
Quotidianamente ci troviamo di fronte a difficoltà economiche che rendono difficile continuare ad offrire il nostro impegno a favore della difesa dei diritti umani.
 
Tutto il gruppo di lavoro della Limeddh non riceve nessun compenso per le sue prestazioni solidali e per il suo impegno nella difesa dei diritti umani, il nostro motto è “vivere per i diritti umani e non vivere di diritti umani”.
 
Dalla nostra organizzazione lanciamo questo appello alla solidarietà e collaborazione, diretta all’organizzazione di attività, alla richiesta di aiuto individuale e collettivo, con il fine di poter continuare nel degno lavoro della difesa dei diritti umani.
 
Ringraziamo per il sostegno di sempre e siamo lieti di infornare che nonostante tutto, sorridiamo e non smettiamo di lottare, il 2009 ci aspetta più solidali, più uniti, più forti e meglio preparati.
Affrontiamo le sfide e la grave crisi lottando tutti insieme per i diritti umani.
 
Con il nostro abbraccio solidale, Vi auguriamo Buone Feste!
Fraternamente
 
Il gruppo di lavoro della Limeddh
Adrián Ramírez López, Presidente; Marie Thepaut, Directora General; Iliana González Rodarte,
Directora Área de Salud Integral; Tania Romero Sánchez, Área de Salud Integral, Mujeres y Equidad
de Género; Talina Hernández Baca, Área de Mujeres y Equidad de Género; Blanca Melgarito,
Responsable del Observatorio Nacional de Prisiones México; Elsa Arista González, Responsable de
la Red Universitaria de Monitores de Derechos Humanos; Hilda Venegas Negrete, Área Jurídica;
Isabel Cruz Cruz, Área de Salud Integral, Laura Lorena Ramírez Bravo, Responsable Estado de
México; Arturo López Magaña, Limeddh Quintana Roo; Eulogio Pérez Peniche, Limeddh Yucatán,
Efigenia Caballero Sedas, Red de Monitores del Estado de Puebla; Pedro Pinillos Sedas, Red de
Monitores del Estado de Puebla.
 
 
Dati Bancari MESSICO:
Banca: BANAMEX
Indirizzo: Sucursal 0948, Camarones, D.F.
N° di conto: 09486215698
IBAN: BNMXMXMMN
***
Datos Bancari SPAGNA:
Banca: La Caixa
N° di conto: 21003002062105276458
IBAN: ES08 2100 3002 0621 0527 6458
BIC (Codice Internazionale di Identificazione Bancaria nel sistema SWIFT):
CAIXESBBXXX
***
Dati bancari FRANCIA
LCL – Le Crédit Lyonnais
Banque: 30002 / Agence: 04046 / No Compte: 0000008964Y / Clé: 10
IBAN: FR2430002040460000008964Y10
 
PER FAVORE INVII DIRETTAMENTE IL SUO SOSTEGNO SOLIDARIO TRAMITE IL NOSTRO CONTO CORRENTE BANCARIO CONFERMANDO L’INVIO E L’IMPORTO PER POSTA ELETTRONICA enlacedotlimeddhatgmaildotcom
 
 
 
Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos A.C.
Calle Tehuiztitla 1era cerrada, 44 — Col. Los Reyes — Del. Coyoacán – 04330 México DF
Tel. 5610 8790 Celulares: 044 55 3136 7482 – 044 55 2939 2167
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Cada uno por la justicia/ Ognuno per la giustizia — Bollettino n. 3

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Il mese scorso è stato consegnato all’Ambasciata colombiana a Roma dalla sottoscritta,  il bolletino n. 3 “Cada uno por la Justicia” (Ognuno per al Giustizia), realizzato da varie associazioni messicane tra le quali la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH) , la Fondazione Diego Lucero e l’Associazione dei Genitori e Familiari delle Vittime di Sucumbíos tra le altre, per ricordare i 4 giovani messicani morti a Sucumbíos in Ecuador durante l’attacco al campo delle FARC.
Va rilevato che la funzionaria dell’ambasciata, qualificatasi come la segretaria dell’ambasciatore,  si è rifiutata di protocollare  il documento che le ho consegnato e quindi di apporre il timbro e la firma per ricevuta, come invece era stato fatto i mesi predenti.
Anche nella sede del consolato colombiano a Valencia, in Spagna ci sono stati problemi. Il console onorario addirittura ha manifestato un atteggiamento prepotente e minaccioso verso la persona incaricata della consegna del documento, rifiutando la firma per avvenuta consegna come è avvenuto anche a Roma.
Il bollettino è stato consegnato contemporaneamente nelle sedi diplomatiche colombiane di : Argentina, Canada, , Chile, Spagna, Ecuador, Francia, Italia, Nicaragua e Venezuela.

Questi gli argomenti affrontati nel bollettino n. 3:
Lettera dei Genitori e dei Familiari
A sette mesi dal massacro di Sucumbíos, per la giustizia e la lotta contro l’impunità
Colombia: mobilitazione indigena in tutto il paese (di Simone Bruno)
Non più omicidi degli Indigeni in Colombia: FIDH
Dichiarazione di intellettuali ed artisti
Dichiarazione del Parlamento Europeo
Lettera del Premio Nobel della Pace
Il narcotrafficante n. 82: Álvaro Uribe Vélez, presidente della Colombia
Intervista a Sergio Camargo
Il vero volto di Luis Camilo Osorio-parte 2
Parole di Lucia Morett
Prossime iniziative

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