Appello urgente in difesa delle associazioni per i diritti umani in Colombia

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Raccogliendo l’invito rivolto alla comunità internazionale dal  MOVICE, Movimento Nazionale delle Vittime dei Crimini di Stato,   lo storico Gennaro Carotenuto, lo scrittore e giornalista Guido Piccoli, la giornalista Stella Spinelli di Peace Reporter e la sottoscritta Annalisa Melandri, si fanno promotori di questo appello per chiedere al governo di Álvaro Uribe le immediate dimissioni del suo consigliere José Obdulio Gaviria, il quale con le sue scellerate dichiarazioni rivolte alla stampa colombiana in cui ha bollato la marcia del 6 marzo scorso promossa dal MOVICE,  come “organizzata dalle FARC” ha messo gravemente in pericolo la vita di tutti coloro che si sono impegnati nella sua organizzazione.
Dal 6 marzo ad oggi, infatti,  già quattro sindacalisti sono stati assassinati e altri 40 tra attivisti sociali, difensori dei diritti umani e semplici cittadini,  hanno ricevuto minacce di morte da un’organizzazione paramilitare che ha firmato i suoi comunicati come “Aguilas Negras en rearme”(Aquile Nere in riarmo).
Vi saremo grati se vorrete aderire numerosi.…(la lista delle adesioni verrà aggiornata continuamente).
 
 
I sottoscritti sono estremamente preoccupati per l’immediato pericolo di vita nel quale versano centinaia di dirigenti di associazioni in difesa dei diritti umani colombiane che hanno organizzato la grande manifestazione contro il Terrorismo di Stato in Colombia dello scorso sei marzo, alla quale hanno preso parte attiva centinaia di associazioni della società civile colombiana e oltre 300.000 persone.
A seguito delle dichiarazioni del consigliere del presidente Álvaro Uribe, José Obdulio Gaviria, che ha bollato la manifestazione come “organizzata dalle FARC”, gli squadroni della morte del gruppo paramilitare che firma le proprie azioni come “Aguilas Negras” hanno assassinato in rapida sequenza quattro dirigenti sindacali e di ONG che avevano promosso la manifestazione, ne hanno sequestrati altri due, minacciato direttamente altri 40, mentre decine di altri versano in immediato pericolo di vita.
Ci uniamo pertanto al MOVICE (Movimento Nazionale delle Vittime dei Crimini di Stato) e a decine di altre sigle della società civile colombiana, nell’esigere le dimissioni di José Obdulio Gaviria, personaggio da più parti accusato di essere organico sia al paramilitarismo che al narcotraffico, ma che continua ad essere tra i più stretti collaboratori del presidente Álvaro Uribe.
Chiediamo inoltre ai governi dell’Unione Europea e al Parlamento Europeo, nonché ai governi latinoamericani, di effettuare urgenti pressioni sul governo colombiano perché difenda l’integrità fisica di tutte le persone sotto minaccia, individui e fermi gli autori dei quattro omicidi e degli altri crimini che si attribuiscono a gruppi paramilitari che il governo colombiano sostiene essere da tempo smobilitati.
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Per adesioni inviare una mail a: id=“emob-fbyvqnevqnqzbivprattznvydotpbz–90″ href=“solidaridadmoviceatgmaildotcom“>solidaridadmoviceatgmaildotcom
 

Acá el testo en castellano del Llamado urgente en defensa de las asociaciones para los DDHH en Colombia.

Promotori:
Annalisa Melandri, traduttrice
Gennaro Carotenuto, storico, Università di Macerata
Guido Piccoli, scrittore, giornalista
Stella Spinelli, giornalista Peace Reporter
Primi firmatari:
Luigi Ciotti, sacerdote, Italia
Noam Chomsky, linguista, MIT, Stati Uniti
Gianni Minà, giornalista, Italia
Beppe Grillo, comico, Italia
Frei Betto, scrittore, Brasile
Martín Almada, premio Nobel Alternativo per la Pace 2002, Paraguay
Vittorio Agnoletto, parlamentare europeo, Italia
Jose Luíz Del Roio, senatore, Italia/Brasile
Francesco Martone, senatore, Italia
Ramon Mantovani, deputato, Italia
Meri Lao, Meri Lao, musicista e scrittrice, Uruguay/Italia
Hernando Calvo Ospina, giornalista Le Monde Diplomatique, Colombia/Francia
Maurizio Matteuzzi, giornalista Il Manifesto, Italia
Raúl Zibechi, giornalista, Uruguay
Maurizio Chierici, giornalista L’Unità, Italia
Meir Margalit, storico, Israele
Emanuele Giordana,giornalista, Italia
Luciano Scateni, giornalista, scrittore, Napoli
Antonio Vermigli, Rete Redié Resc, Italia
Santiago Alba Rico, scrittore, Spagna
Rocco Altieri direttore Quaderni Satyagraha, Italia
Mario Amorós, storico e giornalista, Spagna
Atilio Borón, filosofo, Argentina
Stella Calloni, scrittrice e giornalista, Argentina
Mario Casasús, giornalista, Messico
James Cockroft, accademico e scrittore, Canada
Geraldina Colotti, giornalista il Manifesto
Marinella Correggia, scrittrice, Italia
Heinz Dieterich, sociologo, Germania/Messico
Carlos Fernández Liria, Universidad Complutense de Madrid
Jeff Halper, antropologo, Israele
Celia Hart Santamaria, giornalista, scrittrice, Cuba
Martin E. Iglesias giornalista, presidente Selvas.org
Gilberto López y Rivas, antropologo, Messico
Loredana Macchietti, editore, Italia
Antonio Mazzeo, giornalista e saggista
Antonio Moscato, Università di Lecce
Harald Neuber, giornalista, Germania
James Petras, sociologo, Stati Uniti
Higinio Polo, giornalista, professore, Barcellona, Spagna
Bernardo Reyes, scrittore, poeta, Temuco, Cile
Francesco Romanetti, giornalista Il Mattino, Italia
Paolo Rossignoli, editore Edizioni Achab, Italia
Ursula Salwa, casa editrice Intra Moenia, Polonia
Pascual Serrano, giornalista Spagna
Gino Solito, direttore amministrativo Intra Moenia, Italia
Carlos Tena, giornalista, Spagna
Juan Torres López, economista, Spagna
Ivonne Trías, scrittice e giornalista, Uruguay
Marco Tropea, editore, Italia
Pepe Viñoles, artista plastico e giornalista,Svezia/Uruguay
Attilio Wanderlingh, giornalista, editore, Napoli
Aldo Zanchetta presidente Fondazione Neno Zanchetta (Lucca)
Roberto Zanini, giornalista Il Manifesto
Anibal Quijano, professore, Perù — Usa
Maurizio Acerbo, deputato Italia
Enzo Apicella, vignettista, Italia
Daniel Viglietti, musicista, Uruguay
Angelo Stefanini, medico, professore, Osservatorio sulla salute globale, Italia
Tana de Zulueta, politica , Italia
Alex Zanotelli missionario comboniano
Antonio Melis, Professore di Letterature ispanoamericane, Università di Siena, Italia
Gianni Vattimo, filosofo, Università di Torino, Italia
Morgantini Luisa Vice Presidente del Parlamento Europeo
Ramon Chao, escritor y periodista español. Sèvres, France
Giulio Girardi, professore, Roma, Italia
Associazioni:
AFADEM/FEDEFAM Associazione dei Familiari dei Detenuti scomparsi e Vittime delle Violazioni dei Diritti Umani Messico
Associazione A Sud
LIMEDDH Lega Messicana per la Difesa dei diritti Umani
Osservatorio per la Pace del Comune di Capannori (Lucca)
Rete di Solidarietà Colombia Vive!
Terre des Hommes Italia
Rete Redié Resc
WENUYKAN, Amicizia con il popolo Mapuche
Associazione nazionale Nuova Colombia
Amisnet, agenzia radiofonica
Associazione Latinoamericana di Cremona, ONLUS
Associazione Onlus “Uno sguardo verso Sud”, Ferrara
Nuestro Canto, Santiago, Chile
Fòrum per la Memòria del País Valencià
Proyecto Colombia Siglo XXI — ONG
Comité Oscar Romero, Madrid, España
Comunidades cristianas populares, Estado español
Comunidad de vanguardia obrera, Madrid, España
Federación de comités de solidaridad con África negra, España
progetto DiarioColombia
Associazione culturale Baobab, Opera (MI), Italia
Testimone di pace, Ovada (AL), Italia
Colectivo de Colombianos Refugiados en España– COLREFE
Associazione Culturale Chico Mendes, Roma, Italia
Asociación de Refugiados latinoamericanos y del Caribe ARLAC, Belgica
Agrupación de exPresas y exPresos Políticos, V Región Valparaiso, Chile
Comision Etica contra la Tortura, Chile
Coordinadora Nacional de exPresas y ExPresos Politicos, Chile.
Soldepaz.Pachakuti
Asamblea por la Paz. Siero. Asturias.
COSAL
Unión Universal Desarrollo Solidario
Associazione “Marianella Garcia Villas” di Sommariva Bosco (CN)
Asociación Latinoamaricana de Derechos Humanos, Gotemburgo, Suecia
Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG)
Corriente Izquierda socialista Rosario
Amigos de la PAZ en COLOMBIA y en el MUNDO
SolidalTour
Sinistra Critica
Taller Andino de Comunicacion Popular — Agencia de los Pueblos En Pie
G.A.MA.DI. Organizzazione scientifica culturale
La VOCE mensile del G.A.MA.DI.
Comité de Solidaridad con América Latina de Xixon-Asturies
LIBERA — associazioni nomi e numeri contro le mafie
PAX CHRISTI — movimento cattolico internazionale per la pace
Centro Sociale Autogestito Ex Canapificio di Caserta.
Abuelas de Plaza de Mayo
International Peace Observatory, Italia
L’Associazione Alessandria a Colori
Corporación Americanía, Colombia
associazione di volontariato ABNA’AL ARD (figli della terra)
associazione ALON FC (Associazione Locale Obiezione e Nonviolenza)
Circolo di Roma “Julio Antonio Mella” Associazione Nazionale di Amicizia Italia Cuba
Aderiscono:
Juan Cristóbal, poeta, scrittore, premio nazionale di poesia, Perù
Sandy Di Donato, insegnante, Napoli
Simonetta Strampelli, traduttrice, Falconara
Gianni Fossati, Ass. Amicizia Italia Cuba, Italia
Enrique Lacoste Prince, caricaturista Kaos en la Red Cuba
Marcella Long, sociologa, Bermuda
Lara Foglia Manzillo, architetto, Napoli
Rosina Valcárcel giornalista scrittrice, Perù
Arick Asherman, Rabino, Israele
Gwen Backwell, insegnante, Israele
Elio Capellutti, attivista diritti umani, Israele
Zully Flomenbaum, life couch, Israele
Hibat Maroum, attivista diritti umani, Israele
Virginia Paradinas, fotografa, Israele
Salim Shawamra, attivista diritti umani, Israele
Valentina Figuera, traduttrice, Venezuela
Andrés Bianque, Chile
Valentina Figuera, traductora, Venezuela
Frederico Elias, MP: 34 634265362
Karla Perez, Los Latinos en Montreal Inc. Montreal, Canada
Fabio Marcelli, vice presidente Associazione Internazionale Giuristi Democratici, Italia
Roberto Bellardini, cooperante, Italia
Anna Camposampiero, SDL intercategoriale , Italia
Roberto Cortese, segretario nazionale SDL intercategoriale , Italia
Fernanda Perri, Transform Italia
Teresa Maisano, sociologa Italia
Elvio Basotti, impiegato, Bedizzole (BS)
Simone Bruno, attivista, Colombia
Marco Pettenella, Italia
Valerio Anastasio, Italia
Alessandro “Espo” Esposito, portavoce Giovani Comunisti di Bergamo, Italia 
Maria Serena Lunghi, cooperante, Italia
Marco Papacci, secretario Circulo de Roma
Asociacion Nacional de Amistad Italia-Cuba
Fabio Bovi, informatico Vinovo (torino)
Chiara Repetto, Italia
Beppe Bravi, Italia
Paolo Roversi, Italia
Elvira Corona, Italia
Micòl Savia, avvocato, Italia
Julia Kendlbacher, consultora, Brasil
Gavino Puggioni, Italia
sergio moccia –cittadino– giugliano in campania, Napoli
Carla Brandoli, Modena, Italia
Andrea Donofrio, giornalista, Spagna
Carmine Simeone, Martina Franca (TA) — Italia
Franco Verderi, redattore, Italia
p. Rossano Breda, Missionario Comboniano
Gianluca Bifolchi, attivista diritti umani, Italia
Davide Capizzi, Roma
Gino Buscaglia, giornalista, Svizzera
Valeria Montano, PhD student, Italia
Antonio Graziano, cooperante e giornalista, Uruguay
Valerio Evangelisti, Scrittore, Bologna, Italia
Fabio Sallustro, traduttore ZNET, Italia
Paolo Brugnara, studente
Lillo Rizzo, Photoreporter Freelance, Francia
Gabriella Raffaele, docente bibliotecaria — Napoli
Tania Bartolacci, studentessa, Italia
Giulio Raffi, Italia
Claudia Cernigoi, giornalista, Trieste, Italia
Colombo Dario, Lecco / Italia
Laini Francesco, Lecco / Italia
Manfredi Lo Sauro, Italia
Circolo Culturale L. Fumagalli Como, Italia
Caterina Livide, studentessa, Università di Siena
Enrico Cardinali
Andrea Benetton, Lomazzo, Como
Nicoletta Mastroleo, Firenze
Massimo Civitelli,dipendente, Italia
Giuliana Cupi, redattrice di Fabio News, Torino
Corrado Vazzoler, ingegnere, Italia
Pierpaolo Franceschini, studente, Santiago de Compostela
Paolo Zanardi, impiegato
Patrizia Donadello, Comitato SankaraXX, Italia
Francesca Esposito, Italia
Nello Margiotta, docente, Italia
Elisa Gianardi, studentessa Università la Sapienza, Roma
Agostino Saglietti , impiegato, Torino (Italia)
Nadia Ballestrin, insegnante, Torino (Italia)
Bruno A. Bellerate, profesor universitario
Valentino Morandini
Paolo Maccioni, pubblicista, scrittore
Alberico Falanga operatore sociale Napoli
Daniele Maurizi, Fotoreporter Italia
Laura Avino
Leonardo Rosario Andino, professore, Italia
Massimo Bonora, Ferrara
Marina Montacutelli, ricercatrice
Paul Walder, periodista, Chile
Nicoletta Manuzzato, giornalista Latinoamerica-online.it
Federica Scalvini, Brescia\Italia
Claudio Maruzzo, Torino
Alfredo Baldoni
Alida Grisetti, studentessa, Italia
Ramon Da Re, estudiante, Italy
Raul Fitipaldi, periodista, Florianópolis, Brasil
Tali Feld Gleiser, traductora, Florianópolis, Brasil
Giulia Del Ministro
Claudio Mocci, studente, Sassari
Nikos Klitsikas, storico, Grecia
Raffaella Grossi, Bolivia
Esther Maria Frances Pau Italia
Pedro Peñaloza Flores, obrero, ex preso político,Suiza
Diletta Varlese, giornalista Andinamedia
Martino Mai, studente, Italia
Roberto Bugliani, saggista, Italia
Valerio Lupini, impiegato, Roma, Italia
Francesca Trebelli, Italia
Lucio Castracani, Italia
Vittorio Di Tomaso, studente universitario, Italia
Cristina Fontanarosa, studentessa di filosofia, Napoli, Italia
Eugenio Lorenzano, guida turistica e giornalista , Piano di Sorrento (NA)
Fabio Veneroni, presidente ALAC, Cremona, Italia
Duccio Basosi, storico, Firenze, Italia
Matteo Bortolon, Firenze, Italia
Stefania Presutto, San Severo, Foggia, Italia
Fabio Bertocchi, Brescia, Italia
Alba Marcucci, Italia
Anna Biagini, Macerata, Italia
Roberto Iannucci, Italia
Massimo Cavallini, giornalista, Italia
Roberto Ventrella, designer, Napoli, Italia
Carlos Barrientos Restrepo, empleado, Colombia
Vladimir Cuellar Medina
Claudio Mendoza, Director Nuestro Canto, Cile
Mauricio Ramirez
Ulises Nieves
Davide Giono, ingegnere, Italia
Leandro Rufini, Italia
Graziella Mattaliano, docente, Italia
Raffaele Mazzuzzi, Impiegato, Sardigna
Carlos Pérez
Amparo Salvador Villanova, presidenta Fòrum per la Memòria del País Valencià
Matteo Volgarino, Italia
Gustavo Guzmán Castillo — Partido Verde Madrid (España)
Giovanni Morlino, Assegnista INAF, Italia
Pancho Castro, Periodista, Colombia
Juan José Uncilla Achotegui, trabajador de la administración vasca
Miguel Puig, Obrero, Uruguay/Islas Canarias
Miguel Ángel Giménez Casado, Madrid, España
Itziar Aldamendi Gomendio, Madrid, España
Dolores Moreno, Madrid, España
Carlo Carlet, med.veterinario, Turriaco (Gorizia), Italia
Paola Foglia, ingegnere, Italia
Renzo Coletti, Pensionato, Genova
Juan Diego García, Sociólogo, España-Colombia
Pablo A. Batista Marrero (La Palma, Canarias)
Gianni Meazza, Assoc. Dimensioni Diverse, Milano, Italia
Rosanna Meazza, Assoc. Dimensioni Diverse, Milano, Italia
Alessandro Casolari, presidente “Uno sguardo verso Sud”, Ferrara, Italia
Barbara OrmeñoC. psicologa, movimento Humanista
Francesca Fioravanti
Alex Buaiscia
Adriana Reyes-Lúa
Jaime Valdés Defensoría Internacional de los Derechos de los Pueblos Ginebra Suiza.
Patrizio Ponti, cooperante, Italia
Corrado Maestrelli, Torino
Apolinar Patiño Plata Pensionado Colombia
Ana Cristina Vargas, antropologa,Università degli Studi di Torino — Italia, Fondazione A. Fabretti
Mauricio Obrutsky, Israel
Paola Altrui — Roma (Italia)
Francesca Pascalicchio
Blanca Moreno
Emilia Machado Santiago. Profesora. Granada ‚España.
Helber Sarria, Madrid, España
Mauricio Rodriguez Ingegnere Colombiano Verona, Italia
Alessandra Sacco
Stefania Militello, precaria, Italia
Adriana Naranjo Hernandez (Arquitecta) Bruxelles ‚Belgique.
Andrea Donofrio ©
Hebe Cue, Internacionalista, México
Nayeli Ceceña, Internacionalista, México
Paola Donofrio, Medico, Italia
Bayardo Ariza Olarte. CCN° 17.178.440. Investigador Social — Activista feminista.
Cristina Ruiz de Arana Marone
Mariella Minnozzi, traduttrice
Daniel Costas Analista– Programador. Miembro de la Comunidad Evangélica Menonita de Burgos – España
anna maria la nave — parma italia
Livia Di Cola
Maria B Martinez Funcionaria Madrid España
Olindo Ionta, ricercatore antropologo
Corrado Borghi dottorando di ricerca, Reggio Emilia, Italia
Francisca Sánchez Delegada de JPIC de CCV
Carlo Parisi
Alvaro Rojas director El Chileno.cl
Jacopo Masi cittadino del mondo
Osvaldo Justo Martinez, architetto, Italia
Benati Roberta modellista Modena –italia
Alejandro Ramírez Jaimes historiador colombiano
Claudia Saavedra 4919326 095969789
Paola Andrea Carrillo Bermúdez, Comunicadora social, Colombia
Maria Fernanda Q. Colombia
Angel Orge empresario España
Valeria Bridi
Dax Toscano Segovia. Comunicador Social y docente universitario. Quito-Ecuador
Marco Giuseppe Polidori, scrittore.
Sara Ciuffi
Alessandra Durante, Milano ass.Dimensioni Diverse
Sara Rossi, giornalista, Italia
Micaela Maccioni, lavoratrice dipendente, Italia
Furio Ottomani-fotógrafo España/italia
Francesca Monaco
Tiziana Melissano, avvocato Lecce
Luigi Consonni Peschiera Borromeo, Milano
Héctor F. Aguilar, Editor revista Integración Latinoamericana, República Bolivariana de Venezuela
Francesca Gisbussi, Italia
Simona Prati, impiegata, Italia
Elisa Parigi, studentessa, Italia
Elisa Favazzo, studentessa, Calcinaia, Pisa
Lorenzo Alessandro Puliti
Serena Torricelli, Italia
Arnaldo Pérez Guerra, CI: 11847338–8, Historiador y Periodista (Chile) Liberacion.cl
Bennabes Béatrice
Federico Leva, studente, Milano
Simone Manzotti
Esteban Cancelado Gómez, defensor de derechos humanos exiliado en España
Annalisa Braga, impiegata, Como
Alessandro Greblo, cooperante, Milano
Ana María Radaelli. Periodista y escritora, Argentina
Michel Caré, Francia, Cineasta
Luis Suárez Salazar, Facultad de Filosofía e Historia, Universidad de La Habana
Linda Dinaro
David Iori, traduttore, Italia
Valerie TECHER France Amérique Latine
Flavio Varriale
Mario H. Calixto Premio Roberth Kennedy de Derechos Humanos 1998.Defensor de DHs de Colombia
Cristina Hirai Vásquez, 0919743799, Ecuador
Enrique Muñoz Gamarra Sociólogo e investigador-Perú
Vera Ferraiuolo
Fabio Pappalardo, Milano
Daniele Donadio, studente, Ancona, Italia
Luca Tano, Bologna, Italia
Ornella Longhi, Bologna, Italia
Laura Lorenzi, politologa, Italia
Maria Silvina Grippaldi, Peacereporter, Italia
Marco Faglioni, Italia
Pedro Tostado Sánchez, DNI nº 00770712M, Sociólogo, Madrid, España
Maria Monteleone Dumas, Italia
Mauro Morbello, cooperante, Perù
Salvatore Fronio, documentarista freelance, Italia
Hendrik Vaneeckhaute, ensayista
Chiara Calzolaio, studentessa, Italia
Carlos Miranda, Ingeniero de Sistemas, Quito, Ecuador — Miami, USA
Anna Maria Visconti, poeta
Graziella Belloni, directora de museo, Suecia
Claudio Avella, studente, Milano
Martina Zampieri, Pianiga (Ve), Italia
José Mª Caravantes García, Informático, Madrid, España
Daniel Sánchez Barbero
Gilberto Jordan, Brasil
Luz Marina Avendaño, Colombia
Ana María Loaiza Giraldo, Docente, Escuela de Trabajo Social, Colombia
Filippo Conti, Italia
David Troncarelli, studente e militante comunista, Italia
Luigi Mochi Sismondi
Giovanna Liberati
Alessandra Salvatori
Giovanni Russotto, Comitato per la Pace “Rachel Corrie”, Valpolcevera (Ge-Bolzaneto), Italia
Maria Eugenia Cardinale
Tullio Massimo, Militare A.M., Italia
Gennaro Pepe
Catherine Marchais, fonctionnaire territorial, Nanterre, France
Monica del Pilar Uribe Marin, Periodista Freelance internacional, Colombia/Inglaterra
Lorena Cotza
Enrique Núñez Aranda, Coordinador Nacional ExPresos Políticos, Miembro de la Comision Etica de Colombia
Fernando Bermúdez López, Teólogo, Escritor, España/Guatemala
Giorgia di Fazzio
Marco Tondella, impiegato, Viverone, Italia
Javier Rodrizales, Escritor
Chiara Bandinelli, Fucecchio (FI), Italia
Maurizio Carena, Italia
Orlando Acosta, Historiador-Realizador de documentales, Caracas-Universidad Central de Venezuela, Venezuela
Marcos Rodríguez Herrera. Médico. Alicante. España
Mariana Contreras, periodista. Uruguay
Claudio Andres Albornoz
Mariló Tudela, ama de casa, Estado Español
Sonia Mireya Pico Diaz, Red La Otra movida, Colombia
Gabriella Saba, giornalista
Tommaso Cornali, Milano
Carlos Silva Villegas, C.I. 5.074.623–2, Albertslund, Dinamarca
Jesús Pescador Santamaría, jubilado, España
Barbara Barbisotti, dottoranda Università degli Studi di Bergamo, Italia
Marco Dispaldro, dottorando
Juan Galán, Unión Universal Desarrollo Solidario
Jorge Lauro, periodista, Uruguay
Angelo M. D’Addesio, web writer IlParoliere, Italia
Marcela Tovar, filosofa, Colombia
Styven Boyacá, estudiante de derecho
Raymond Meriguet, Quito, Ecuador
Davide Piccardo, Colombia
Lucila Reyes Sarmiento, Abogada, Profesora Universitaria, Colombia
Mariana García, historiadora, Rep. Bolivariana de Venezuela
Ernesto Contreras, sociólogo, Rep. Bolivariana de Venezuela
Alejandra Cuenca, periodista, Rep. Bolivariana de Venezuela
Letizia Del Bubba, Livorno, Italia
Reinaldo Villabona, Médico colombiano, New York, NY, USA
Alessandro Armato, Docente e giornalista, Italia
Alberto Chavarro Diaz
Sean O’Donoghue secretario Table de concertation de solidarité Québec-Cuba
Colette Lavergne porta voz Table de concertation de solidarité Québec-Cuba
Simonetta Jaramillo, archivista musicale, Bogotá
Hildebrando Pérez Grande. PERU. Poeta. Premio Casa de las Américas 1978
Franco Bacchiddu
Carmen Morente Muños, Plataforma Simón Bolívar De Granada – España
Vicente Muñiz
Alberto Forte, studente, Milano, Italia
Liliane Cordova Kaczerginski , France/Argentina
Jesús Armando Jiménez Gutiérrez Asesoria Sociomedica Y Epidemiologia Laboral
Albani Paolo, operaio, Italia
Annarosa Pesole, dottoranda, italia
Martina Ambrosini, studentessa, Italia
Manuela Parillo, studentessa, Siena, Italia
Carolina Diaz docente
Marina Limone — Piano di Sorrento (Na)
Pietro Cingolani
Daniela Coppola – Italia
Laura Mastrangelo, matematica, Uruguay/EEUU
Eleonora Masini sociologa Italia
Saverio Musicco, Studente, Trani, Italia
Ugo Puccio
Idoia Ortiz, UN-Habitat, Colombia
Miryam De Franceschi
Alberto Rivarola Villa del Rosario — en la Provincia de Córdoba – Argentina
John Nelson
Adela Britos Mendoza, Argentina
Chiara Sgaramella, studentessa e attivista per i diritti umani, Cerignola, Italia
Alessandra Bisozzi, studentessa, Università degli Studi Roma Tre, Roma
Checco Carletti, studente, Firenze, Italia
Juan Carlos García D., República Bolivariana de Venezuela
Manuel Zani, documentarista, Italia
Francesca Tagliaboschi, Italia
Maurilio Lovatti, Italia
Francesco Zurlo, Italia
Sergio Zurlo, Italia
Lucio Zurlo, Italia
Raffaella Cattaneo, Como, Italia
Francisco Javier Garcés Molina, médico, España
Michele Morgese, insegnante, Italia
Iris del Valle
Gennaro Varriale, Formia (LT), Italia
Claudio Gaetani
Fabio Mancini, studente, Italia
Pietro Bonardi, Idro (BS), Italia
Antonella Mantovani
Piero Deola
Emanuele Zanardini
Giuseppe Paladina, Italia
Tiziano Tissino, Porcìa PN, Italia
Chicco Beiso
Dora Esposito, insegnante, Napoli
Cester Jacques Corse France
Roberto Musilli
Iacopini Alessia, di Montecatini Terme, pistoia
Enrico Peyretti, saggista, Mir-Mn Torino
Corentin Dufau, studente, Italia-Francia
Rosa Ferrante
Lilia Inès Sierra Antropóloga Univ. Nac de La Plata Argentina
Carmen Baez Argentina
Martin Rall, Argentina
Pablo Rall, Argentina
Diana Avila, sociologa, periodista, Dialogo Sudamericano, Perù
Juan Carlos de Altube, Rosario
Ingrid Storgen
Froilán Gonzáles, Storico e scrittore, Cuba
Adys Cupull, Storica e scrittrice, Cuba
Ornella Fraceschinelli, Rogno, Italia
Angelo Brunello, Rogno, Italia
Franco Fuselli, Genova, Italia
Marina Criscuoli Genova, Italia
Filomeno Viscido, Calabritto (AV), Italia
Jesus Marrero
Angela Girone, casalinga, Bari, Italia
Mauro Cassano, studente, Bari, Italia
Giuseppe Cassano, pensionato, Bari, Italia
Nicola Cassano, studente, Bari, Italia
Vincenza Girone, pensionata, Bari, Italia
Nicola Girone, pensionato, Bari, Italia
Giacomo Scala, impiegato, Siena, Italia
Andrea Isunza Vera, académica, México
Barbara Giovine, ama de casa, Fano (PU), Italia
Giancarlo de Silvestri, jubilado, Fano (PU), Italia
Tommaso Iskra de Silvestri, estudiante, Fano (PU), Italia
Tiziana Veronico, precaria, Italia
Hélène Anger, Bibliothécaire, France
Roberto Barbieri, maestro elementare, Asciano Pisano (PI), Italia
Patrick Clapier, ingénieur CNRS, France
Piero Armenti, giornalista, Caracas, Venezuela
Massimo De Santi, Prof. Universitario, Unione Scienziati per il Disarmo
Roberto Giardelli
Massimo Lauria, studente di dottorato, Italia
Valentino Dusina
Alessandro Uppi, consulente, Italia
Christian Pessina, Finale Ligure, Italia
Mario Enrique Cepeda, Querétaro, Qro., México
José Escoda, Comisión Relaciones Internacionales, Frente Socialista, Puerto Rico
Tommaso Bruni, Torre Boldone (BG), Italia
Livia Fenaroli
Paolo Antoniazzi
Michela Colasanti
Iva Monciatti, Siena
Boiero Enrico, fotografo, Torino, Italia
Katia Valentini, Padova, Italia
Alessandro Rovera, Cuneo, Italia
Paolo Gardella, Italia
Luca Barea
Laura Maragnani, giornalista
Michele Mazzone
Luisa Gladys, Basagoitia, Escritora
Bruno Picozzi, coordinatore internazionale BIPPI
Lorena Giusio, studentessa, Torino
Ivanilde Carvalho, SolidalTour
Roberto Benvenuti, Gruppo Emergency, Firenze
Silvia Casilio, dottore di ricerca in storia contemporanea, Università di Macerata, Italia
Paolo Bartolini, Professore associato in Ingegneria ambientale, Università di Genova, Italia
Umberto Oreste, Napoli
Marta Fiasco
Franco Turigliatto, senatore, Italia
Salvatore Cannavò deputato, Italia
Flavia D’angeli, candidata premier Sinistra Critica elezioni 2008, Italia
Paolo Bitti, Italia
Sara Ballardini, Trento, Italia
Alessandra Ciurlo, Roma
Maria Rita D’Agosto
Koldo Campos Sagaseta
Carlos Tapia Molina medico-psicoterapeuta, Opera (MI)
Mattia Casotti, Reggio Emilia, studente
Miriam Pellegrini Ferri (Partigiana di Giustizia e Libertà)
Spartaco Ferri (Partigiano Divisione Garibaldi)
Luis Feld
Glauco Carvalho Marques 3 788 579 –0 engenheiro eletricista e moro em Florianópolis, Santa Catarina
Claudia Siri
Michele Sini, Sassari
Rafael Díaz Historiador. Universidad Javeriana, Bogotá, Colombia
Raffaella Stello, Venezia, Italia
Alessandro Intravaia, insegnante, Firenze, Italia
Luis Alberto Vanegas Ejecutivo Cut Nacional, Colombia
Paolo Scarioni Lavoratore autonomo Milano
Darsio Cruz
Normanna Albertini — insegnante — Felina (RE)
Francesca Bordini, insegnante di Lettere, Italia
Giuseppe Parietti
Alberto Chavarro periodista y escritor, Madrid-España
Davide Notti Alessandria
Gianluca Ganda Psicologo Milano, Italia
Chiara Manfredini
Maria Rita D’Agosto, Mazzurega – Fumane (Verona) Italia
Jéssica Moraga Caro, enfermera, Chile/Suiza
Emma Pizzini roma italia
Lilian Pizzi, psicologa, Italia
Tonio dell’olio — prete e responsabile area internazionale di LIBERA
Miria Bisi Modena
Roberta Aloisio
Antonella D’Annunzio, docente, Italia
Irene Voltolini, Dublino, Irlanda
Alessio Boni
Claudia Helena Chaverra Brand Docente Medellin
Antonio Castellarin, pensionato
Lillia Francesca, Como, Italia
Daniele Pampanelli, grafico e fotografo, Perugia, Italia
Luca Alessandrelli
Marco Buschi
Federico Serafini, studente, Italia
luigi moser
Boris Budal Gorizia Italia
Rossana Tassone, studentessa
Silvana Mellé-Aosta
Alberico Falanga operatore sociale
Ugo Dornik
Shala Mimosa, interprete, Albania — Italia
Ruggero Iori, studente, Roma, Italia
Luciana Cordoni
Natalia Carvajal, Torino
Cristina Mostosi, designer — Italia
giorgio alice
daniela alice
Laura Fano Morrissey, Italia
Carlos Eduardo Ramirez
Luisa Pastò,studentessa dell’Università degli Studi di Firenze
Stefano Cambi avvocato
Nicoletta Bernardini, Pistoia, Italia
Marco Tondella, impiegato, Viverone (Italia)
Rachele Laversa, insegnante, Italia
Giallombardo Fabio,insegnante, Italia
Rossana Chimenti, Psicoterapeuta, Firenze. Italia
Jorge Ramón Centurión, Treviso, Italia
Nicola Pellichero, missionario laico, Quito (Ecuador)
Carlos Alemán Ocampo, escritor, lingüista, Nicaragua
Santino Di Dio
Menin Rudi, Mira (VE)
Simonetto Guido
Flavia Fortunati, Perugia, Italia
Rayen Kvyeh poeta mapuche
Luciano Carta , infermiere presso l’ospedale Simiani di loiano (BO)
Debora Brandi, dottoranda in linguistica, traduttrice
Guido Cannarsa, Roma (Italy)
Giovanni Giardini, studente, Popoli (PE)
De Carlo Gioacchino
Marco Maffeis studente universitario Nave (bs)
Riccardo Bonora, Lodi
Teresa Franco
Gianni Pezzotti Ph.D En. Università di Roma “Tor Vergata”
Sofía Silva Bogotá
Viviana Saravia Bonifacio Avvocato Peruviano Reg. 39124 Perù
Fabio bertocchi urago d’oglio BS
José Fernando Orozco Jaramillo
Rosanna Barile — Termoli Italia
Elisabetta Zappitelli
Luis Feld Argentina
Virna Masini Riccione (RN) Italia
Ines Mulas, Ozieri (ss), medico
Emanuela Biasiolo –Trento
Euclides Yfran
Jorge Guaneme Colombia
Marisa D’Alfonso, San Salvo (Ch), Italia
Marco Visentin , Spinea (ve) Italia
Consuelo Lozano
Diego Brugnoni, Falconara Marittima (AN)
Monica Lolato, impiegata, Italia
Alessandro Lattanzio, Grafico, Sicilia
Maria Maira, Genova
Daniela Giannetti
Massimo Dalla Giovanna, impiegato, Italia
Silvia D’Alessandro studentessa di “Scienze per la Pace” Università di Pisa, Lucca Italia
Doriana Goracci Capranica (Vt) Italia
Maria Grazia Campari Avvocata Milano
Sara Spegne, Italia
Marco Andreucci, Italia
Pietro Andreucci, Italia
Enrico Di Giacomo — Fotoreporter freelance
César Junca, Colombia
Jahel Martínez Murcia – Colombia
Guillermo Rafael Cohen Docente Chicago, Illinois, USA.
Cristina Martelli — Perugia – Italia
Marco Massetti
Ligorio Rosalba Bologna,
Daniela Zoppi, sociologa, Roma
Paolo Azzurro — Ing. Ambientale — Borsarifiuti.com (Italia)
Francesco Sandroni – Fermo – Italy
Luca De Gennaro. Italia
Tiziana Rossetti Volontaria Internaz. Honduras
Giulio Riggio, Cinisello Balsamo, Italia
Marco Piantadosi, Asti, 25 anni, impiegato e studente
Ludovico Resta, impiegato, Milano Italia
Stefano Cesca sound-videomaker Milano Italia
Marilena Tomaselli
Laura Bianconi, studentessa universitaria
Marco Rivarolo, Genova
Attilio Bongiorni, Piacenza
Hugo Gómez, abogado laboralista, España
Yolanda Castro, Secretaria del Centro Internacional de Estudios Sociopolíticos y de Opinión, España
Riccardo Selva, operaio, Torino
Francesca Mazziotti, insegnante, Italia
Angerlo Scotto, studente, Italia
Giovanni Fossati, informatico, Milano, Italia
Maurizio Carena
Anna Causarano Rete di Solidarietà con Cuba e America Latina Italia
Fabrizio Capasso, Milano, Italia
Brando Frascella, abogado, Italia
Manuela Trovato, studentessa, Italia
Giusepe Aragno, storico, Napoli
Claudio Molinario (UK)
Andrea Ciattaglia, Torino, Italia
Antonella Leoni, Italia
Simone Rivero, Torino
Silvano Rigotti, impiegato, Torino
Omer Marcenaro Ingegnere Meccanico Genova Bolzaneto
Federica Reviglio, Torino, Italia
Barbara Sapienza, impiegata Roma, Italia
Silvia Gorretta, medico veterinario Alessandria
Antonio Gorgellino
Romana Gardani, Parma
Daniela Pappalardo, Monterosso Almo (RG), Italia
Marco Schenone, ingegnere, Genova
Alberto Guaraldo, antropologo, Italia
Daniela Greco, studentessa – cooperante internazionale, Ziguinchor, Senegal
Riccardo Lazzerini, Ingegnere, Italia
Silvia Bergamasco, cooperante internazionale, Ziguinchor, Senegal
Carlo Matteini — Firenze
Gabriella Grasso, Milano
Andrea Castellari, studente, Italia
Carmela Landi
Stefano Decarli, studente, Firenze
Leonardo Donofrio, Presidente associazione IUniScuola
Santiago Barroso
Massimo De Giuli, Milano, Italia
Saretta Marotta, Roma
Luciano Giombini, geologo, Città di Castello (PG), Italia
Luigi Galiazzo, studente, Treviso
Giorgio Guzzetta, Trento, Italia
Luca Pellerano
Mirco Camilletti, operatore internazionale ASCS (Associazione Scalabriniana per la Coperazione e Sviluppo), Colombia
Angelo Coco, Ustica
Giuliana Sabia Di Falco, San Salvo (CH), Italia
Gaia Sangiovanni
Ana Teresa Martínez, Universidad Nacional de Santiago del Estero, Argentina
María Teresa Díez Martín, Historiadora, España
Alfonso Reccia Laureata in giurisprudenza
Felicia Todisco
Angelica Romano, ricercatrice per i Diritti Umani
Emanuele Olivero –Sommariva bosco
Carlos Flores Lizana Antropólogo y padre de familia Sullana, Piura, Perú
Giulia Foresti, studentessa,Torino
Davide Casali, fotografo, Torino
Silvia Giletti Profesor de Lengua española Universidad de Turín (Italia)
Daniela Novelli, educatrice, Milano, Italy
Giovanni Fossati, informatico, Milano, Italy
Salvatore Gensabella San Giovanni. La Punta (CT)
Nunzia Argentiero
Annamaria Taddei
Francesca Fiorini
Tatiana Boldini, Mendrisio, Svizzera
Raffaele Barbiero Forlì
Michele Bendoni, studente, Firenze
Alessandro Ranucci
Marco Morvile
Amelia Rinaldi
Teresa Daniela Zambrano
Giorgio Ferlisi
Paola Merlo (TO)
Anna Ballardini, Trento (Italia)
Paola Vallatta giornalista italiana a Parigi
Irene Calamante
Gaetano Gaglio Echeverria– impiegato-Agrigento/Cartagena de indias
Pinuccia Neve
Violetta Nobili
Luca Damonte
Paola Marzolesi, impiegata Perugia
Sara Mezzari, interprete, Lago di Garda, Italia
Stefano Oteri, Roma, Italia
Paolo Bertagnolli
Emilio Lambiase Italia Cuba Salerno
Elena Maculan, praticante avvocato, Vicenza, Italia
Franca Piccardi
Enrico Piccardi
Gaetano Scuzzarello
Gabriella Pascalicchio

 

Le associazioni messicane per la difesa dei diritti umani denunciano la Colombia alla Croce Rossa Internazionale

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Lucía Andrea Morett
Intervista esclusiva al Dr. Adrián Ramírez Lopez , presidente della LIMEDDH.
La Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH) , l’Associazione dei Familiari dei Detenuti Scomparsi e delle Vittime delle Violazioni dei Diritti Umani del Messico (AFADEM-FEDEFAM), l’Associazione Nazionale degli Avvocati Democratici (ANAD) ed altre associazioni messicane per la difesa dei diritti umani e civili, in un comunicato diretto al Comitato Internazionale della Croce Rossa, hanno espresso la loro ferma condanna dell’azione di guerra dell’esercito colombiano nella quale sono morte 24 persone tra cui il portavoce internazionale delle FARC Luis  Édgar Devia Silva, meglio conosciuto come  Raúl Reyes e per lo meno quattro giovani messicani studenti dell’università pubblica del Messico l’UNAM.
Una giovane,  Lucía Andrea Morett è ferita e ricoverata con grevi lesioni in un Ospedale Militare dell’Ecuador.
Gli studenti, tutti frequentanti la facoltà di Lettere e Filosofia dell’università messicana dell’UNAM, come confermato dal quotidiano messicano La Jornada del 10 marzo, si trovavano in Ecuador, a Quito  per partecipare  al II Congresso Continentale Bolivariano che riunisce i militanti sociali e le forze progressiste e di sinistra latinoamericane. Successivamente, dopo aver raccolto interviste a politici ecuadoriani e materiale per i loro studi, avevano accettato di recarsi nel campo delle FARC, dove avrebbero dovuto proseguire le loro attività di ricerca e studio e   dove nella notte del 1 marzo sono stati sorpresi nel sonno dal fuoco dell’esercito colombiano.
L’accampamento si trovava fuori dalla zona di conflitto ed era luogo di mediazione e  transito anche di visitatori stranieri per le trattative in corso per la liberazione degli ostaggi nelle mani della guerriglia, trattative che stava portando avanti con successo  proprio Raúl Reyes e di cui il governo colombiano era al corrente.
Adrián  Ramírez  Lopez, presidente della Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani ci spiega quali sono i termini della denuncia presentata alla Croce Rossa Internazionale e la posizione assunta dal governo Calderón  in questa situazione:
 
A.M. — Dr. Adrián Ramírez  Lopez, la LIMEDDH ha denunciato alla Croce Rossa Internazionale ciò che è stato definito “un massacro perpetrato dall’esercito colombiano in Ecuador”. 

Tra i morti sono stati recuperati i cadaveri di quattro giovani studenti messicani e una ragazza è tuttora ricoverata in ospedale in Ecuador.

Come hanno reagito alla notizia   l’opinione pubblica messicana e la stampa? Già si parla di infiltrazione delle FARC nell’ UNAM.

 
A.R.- La maggior parte dei mezzi di comunicazione  ha intrapreso una campagna per discreditare gli studenti e i giovani ricercatori e ha cercato di mettere in relazione l’ UNAM con le FARC e di conseguenza con i cartelli della droga.
La ragazza è ricoverata in Ecuador nell’Ospedale Militare e anche se non è in pericolo di vita, il suo recupero sarà molto lento  ed avrà bisogno di interventi di chirurgia ricostruttiva per la profondità e l’estensione di alcune lesioni.
 
A.M. – L’azione  del governo colombiano è sembrata soprattutto  un attacco contro le trattative in corso per lo scambio umanitario  che lo stesso Raúl  Reyes stava portando avanti con i governi del Venezuela e dell’Ecuador.
Si può parlare di violazione del Diritto Internazionale dei Diritti Umani  anche se si tratta di un’azione militare contro un accampamento della guerriglia delle FARC, organizzazione inserita nella lista dei gruppi terroristi?
 
A.R. Ricordiamo che l’attacco si produce durante un momento di distensione del conflitto, che stava già dando i suoi frutti per la liberazione degli ostaggi da parte delle FARC, dal momento che gli ultimi quattro ostaggi erano stati liberati  il 27 febbraio scorso. Fu una dimostrazione chiara dei risultati del processo di negoziazione che le parti stavano portando avanti in modo coerente e responsabile, con la mediazione e il notevole intervento della Francia e Svizzera, dell’Unione Europea e di paesi come il Venezuela e l’Ecuador, nell’ambito dell’Accordo Umanitario.
Noi, come  organizzazioni messicane firmatarie, denunciamo la gravità di quest’accaduto, dal momento che il governo colombiano con il suo operato ha dimostrato soltanto disprezzo per la vita e per la pace. Tale crimine, inoltre, non solo ha provocato la morte  di 24 persone, ma è stato condotto  contro l’accordo umanitario e la liberazione degli ostaggi ( mentre  in questo senso invece c’erano stati notevoli progressi negli ultimi mesi) contro  l’apertura dei processi di pace  e di distensione in Colombia e  nello stesso momento ha minacciato  gravemente la sicurezza della regione.
In questo modo, con il suo operato,  il governo colombiano non soltanto ha violato il territorio e quindi la sovranità dell’Ecuador, ma ha anche condotto un attacco diretto, smisurato, sleale e premeditato a un accampamento situato in un luogo chiaramente stabilito come punto comune di dialogo e di connessione nella trattativa, violando tanto il Diritto Internazionale, quanto il Diritto Internazionale dei Diritti Umani e il Diritto Internazionale Umanitario.
 
A.M. – Come hanno  risposto il governo messicano e il presidente Calderón alle accuse del vicepresidente Santos che ha affermato che quello che è accaduto deve far preoccupare il governo del Messico e che le FARC sono ramificate in tutto il contiente? Inoltre in una sua recente dichiarazione egli  ha affermato che i messicani uccisi “non erano certamente angioletti…”
 
A.R.- Il governo di Calderón ha assunto una posizione di silenzio e non ha dato il via ai procedimenti necessari che ha a disposizione  lo stato messicano per proteggere i suoi cittadini in qualsiasi paese del mondo. Tale posizione, sommata a quella della Procura Generale della Repubblica,  che sta indagando sui giovani in Messico, lo rende  complice del governo colombiano.
 
A.M. – Dovrà rispondere la Colombia di fronte a qualche organismo internazionale per quanto accaduto in territorio ecuadoriano?
 
A.R.- La Corte Penale Internazionale è un tribunale di giustizia internazionale la cui missione è giudicare le persone che hanno commesso crimini di guerra, genocidio o lesa umanità. La sua base giuridica si poggia su tre documenti fondamentali: Lo Statuto di Roma, la risoluzione 808 del 22 febbraio del 1993 e la risoluzione 827 del 25 maggio 1993.
Nello stesso modo è possibile presentare i casi davanti alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani e questa a sua volta li può presentare alla Corte Interamericana dei Diritti Umani.
Purtroppo in ogni caso passerebbero da 5 a 10 anni per ottenere giustizia, per questo ci stiamo preparando insieme con i familiari e con i sopravvissuti per predisporre  un piano di azione a lungo termine e presenteremo un appello alla solidarietà internazionale affinché ci appoggi.
 
A.M. – Come presidente di un’ associazione in difesa dei Diritti Umani come vede la situazione in Colombia e come lei crede che si possa raggiungere la pace in questo paese?
 
A.R.- Innanzitutto la situazione dei diritti umani in Colombia è la più grave in America ed è una delle più gravi nel mondo, per tanto richiederebbe  grandi sforzi politici e diplomatici, impresa che nell’attuale situazione geopolitica è difficile, non sarà facile ottenere infatti  che gli Stati Uniti e il governo della Colombia possano modificare la loro dottrina di “sicurezza democratica” e guerra totale.
Quello che possiamo fare è continuare a costruire ponti di solidarietà internazionale per cercare di evitare stragi maggiori e d’altra parte andare avanti con la costruzione di  azioni di protezione a livello mondiale dei diritti umani e nello stesso momento, ottenere vincoli più stretti di solidarietà internazionale.

Las asociaciones mexicanas para los derechos humanos condenan el ataque colombiano al campamento de las FARC

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Adrián Ramírez Lopez Entrevista exclusiva al Dr. Adrián Ramírez Lopez , presidente de la LIMEDDH, Liga  Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos.
La Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos, la Asociación de Familiares de Detenidos Desaparecidos y Victimas de Violaciones a los Derechos Humanos en México (AFADEM-FEDEFAM), la Asociación Nacional de Abogados Democráticos(ANAD) y otras asociaciones mexicanas por la defensa de los derechos humanos y civiles en un comunicado directo al Comité Internacional de la Cruz Roja, exprimen su firme condena de la acción bélica del ejército colombiano en la cual han resultado muertas 24 personas, entre las cuales estaba el portavoz internacional de las FARC Luis Édgar Devia Silva, más conocido como Raúl Reyes y además por lo menos quatro jovenes méxicanos estudiantes de la pública universidad de México, la UNAM..
Una joven, Lucía Andrea Morett se encuentra herida y hospitalizada en Ecuador.
Los estudiantes, casi todos del curso de Letras y Filosofía de la prestigiada universidad, como confirmado también por el diario La Jornada del 10 de marzo, se encontraban en Ecuador partecipando al II Congreso Continental Bolivariano qué reune los militantes sociales y las fuerzas de izquierda latinoamericana. Luego, después de haber realizado varias entrevistas y haber recogido material para sus estudios, habían aceptado de moverse hacia un campamento de  las FARC donde la noche del 1 de marzo han sido sorprendidos mientras dormían por las bombas y el fuejo del ejercito colombiano.
El campamento se encontraba fuera de de las “zonas rojas”  o de conflicto y fungía como campamento de interlocución y sitio de mediación y  punto común de comunicación y enlace en la negociación para la liberación de los rehenes entre los cuales Ingrid Betancourt. Negogiaciones que etsabn conducidas por el mismo RaúL Reyes y que eran a conocimiento del gobierno colombiano.
Adrián Ramírez, presidente de la LIMEDDH (Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos) acepta de explicarnos cúales son los términos de la denuncia presentada a la Cruz Roja Internacional y la postura asumida por el gobierno de Felie Calderón en esa circustancia.
 
A.M. — Dr. Adrián Ramírez ‚ la LIMEDDH denunciò a la Cruz Roja Internacional lo que ha sido definido un masacre perpetuado por el ejército colombiano en el estado de Ecuador. Entre los fallecidos se encontraron los cuerpos de quatro jovenes estudiantes mexicanos y una joven està hospitalizada en Ecuador.
¿Cómo reaccionó la opinión publica mexicana y la prensa a la noticia? Pues ya se habla de infiltración de las FARC en la UNAM.
 
A.R.- La mayoría de los medios de comunicación comenzaron una campaña para descalificar a los estudiantes y jóvenes investigadores y trato de relación a la UNAM con las FARC y a su vez con los cárteles de la droga.
La hospitalizada está en Ecuador en el Hospital militar, y aunque no ha peligro para su vida, la recuperación será muy lenta y requerirá de cirugía reconstructiva ante la profundidad y extensión de algunas lesiones.
 
A.M. –El ataque del gobierno colombiano pareció más a un ataque contro las tratativas en curso por el intercambio humanitario que el mismo Reyes estaba adelantando con los gobiernos de Venezuela y Ecuador.
¿Se puede hablar de violacción del Derecho Internacional de los Derechos Humanos aún se trate de un campo de la guerrilla de las FARC, organización rebelde que se encuentra en el listado de los grupos terroristas?
 
A.R. — Recordamos que el ataque se produce durante un periodo de distensión del conflicto, que rendía ya frutos de liberación a rehenes por parte de las FARC, siendo la última liberación de cuatro de ellos, el pasado día 27 de febrero. Clara muestra de los resultados del proceso de negociación que las partes estaban llevando de manera consecuente y responsable, con la mediación y estimable intervención de Francia y Suiza, la Unión Europea y países como Venezuela y Ecuador, en el marco del Acuerdo Humanitario. 
Las organizaciones mexicanas firmantes, denunciamos la gravedad de estos hechos, ya que con su actuación el gobierno colombiano sólo muestra su desprecio por la vida y por la paz. Tal crimen, además, no sólo atentó contra la vida de 24 personas, sino contra el acuerdo humanitario y la liberación de rehenes – que habían experimentado notables progresos en los últimos meses –, la apertura de procesos de paz y distensión en Colombia, al tiempo que amenaza fuertemente la seguridad de la región de América Latina.
De esta manera en su actuación, el gobierno colombiano no sólo violó el territorio y por tanto la soberanía de Ecuador, sino que además llevó a cabo un ataque directo, desmedido, alevoso y con premeditación, a un campamento localizado en un espacio claramente establecido como un punto común de comunicación y enlace en la negociación, violando tanto el Derecho Internacional, como el Derecho Internacional de los Derechos Humanos y el derecho internacional humanitario.
 
A.M. -¿Cómo respondieron el gobierno mexicano y el Presidente Calderón a las acusaciones del vicepresidente Santos quien afirmó que lo ocurrido tiene preocupar el gobierno de Mexico y qué las .FARC están ramificadas en todo el continente? Además su recién declaración  es que los mexicanos asesinados “no eran ningún angelitos”…
 
A.R. — El gobierno de Calderón ha asumido una posición de silencio y no ha impulsado los mecanismos con los que cuenta el Estado Mexicano para proteger a sus ciudadanos en cualquier país del mundo. Tal postura, aunada con las declaraciones de la Procuraduría General de la República, en el sentido de que se investiga a los jóvenes en México, lo hace cómplice del gobierno colombiano.
 
 
A.M. — ¿Tendrà que responder Colombia frente a algún organismo internacional por lo ocurrido en territorio ecuadoriano?
 
A.R.  La Corte Penal Internacional es un tribunal de justicia internacional cuya misión es juzgar a las personas que han cometido crímenes de guerra, genocidio, o lesa humanidad, su base jurídica se encuentra en tres documentos básicos: El Estatuto de Roma , la resolución 808 del 22 de Febrero de 1993 , y la resolución 827 del 25 de Mayo de 1993 .
De la misma manera es posible llevar los casos a la Comisión Interamericana de Derechos Humanos y esta a su vez, lo podría elevar a la Corte Interamericana de Derechos Humanos.
Lamentablemente en cualquiera de los casos, pasarán de 5 a 10 años para lograr justicia, es por ello que nos preparamos junto con los familiares y sobrevivientes para hacer un plan de acción de largo plazo y hacemos un llamado a la solidaridad internacional para que apoye.
 
 
A.M. — Como presidente de una asociación en defensa de los Derechos Humanos cómo vee la situación en Colombia y cómo Usted cree que se pueda lograr la paz  en ese país?
 
A.R. — Primero la situación de los derechos humanos en Colombia es la más grave en América y una de las más graves en el mundo y por lo tanto requiere  grandes esfuerzos políticos y diplomáticos, que en el esquema geopolítico no será fácil lograr que Estados Unidos y el gobierno de Colombia puedan cambiar su doctrina de “seguridad democrática” y guerra total.
Lo único que podemos hacer es seguir construyendo puentes de solidaridad internacionales para tratar de evitar estragos mayores y por otro lado, seguirlos preparando en el manejo de los recursos de protección internacional de los derechos humanos y asimismo, lograr lazos más estrechos de solidaridad internacional.
 

La Costituzione Italiana riveduta e corretta da Gianni Riotta

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Ricevo e pubblico volentieri la lettera scritta da Salvatore Tassinari  a Gianni Riotta in protesta per la lettura,  durante il TG1 del primo dell’anno,  della Costituzione Italiana “riveduta e corretta”, cioè  omettendone alcune parti essenziali, in particolare dell’Art. 3 e dell’Art. 41.
Le adesioni alla lettera possono essere inviate a questi indirizzi:
giovasalviatliberodotit  (giovasalviatliberodotit)  
monica717atinterfreedotit  (monica717atinterfreedotit)  
con urgenza entro domani 4 gennaio.

Il giorno 1° gennaio 2008, nel corso del TG1 delle ore 20, il direttore Gianni Riotta ha voluto «commemorare» il 60° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione repubblicana facendo leggere ad un attore alcuni articoli della Costituzione, mutilati di alcune parti fondamentali.

A tacer d’altro, particolarmente scandalosa la mutilazione a cui è stato sottoposto l’art. 3, di cui è stato riportato soltanto il primo comma, che enuncia l’eguaglianza formale di tutti i cittadini, mentre è stato amputato del suo secondo comma, che prescrive l’eguaglianza sostanziale. Esso così recita: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Ancora più grave la manomissione dell’art. 41, di cui  è stato letto soltanto il primo comma (“L’iniziativa economica privata è libera”)  e cancellato il secondo comma (“Non può svolgersi in contrasto  con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”) e il terzo (“La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata ai fini sociali”).
Grande è l’amarezza per quest’ultima mutilazione della C, soprattutto dopo l’assassinio dei sette operai torinesi ad opera dell’iniziativa economica privata.

 

Non è possibile supporre che questa operazione sia avvenuta casualmente e senza una precisa volontà politica, tesa a disinformare  e a  distorcere il senso e lo spirito della Carta in una congiuntura nella quale da più parti si vanno preparando gravi riforme della Costituzione, che contravvengono al segnale di appena un anno e mezzo fa, quando la netta vittoria referendaria aveva espresso la volontà della grande maggioranza del paese di restare fedeli alla Carta del 1948.
Il fatto è tanto più grave perché la trasmissione non è stata effettuata da una televisione privata e di parte, ma da quella che dovrebbe fornire un servizio pubblico.

 

Eleviamo, come cittadini, la nostra più ferma protesta contro questo inaudito abuso del mezzo televisivo e chiediamo (lo pretendiamo!) al direttore Riotta di replicare, all’interno del Tg1 delle ore 20, la lettura degli articoli della Costituzione restituiti alla loro interezza.

 

Primi firmatari

 

Aldo Serafini
Salvatore Tassinari
Corrado Maceri
Monica Biondi

 


Oaxaca un anno dopo — Conversazione con Jessica Sánchez Maya, presidente della Limeddh di Oaxaca

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Ho incontrato Yesica Sánchez Maya, presidente della Limeddh di Oaxaca, nella sede dell’associazione   il 20 agosto scorso.
Attualmente lavorano per la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani di Oaxaca, a vario titolo circa 12 persone, fino a un anno fa, cioè fino al momento in cui si è manifestato in tutta la sua violenza il conflitto sociale,  soltanto lei e una segretaria  riuscivano ad occuparsi di tutto.
Questo già rende l’idea di cosa sia cambiato qui in questi mesi.
 
L’acutizzarsi e il successivo divampare così violentemente del conflitto sociale infatti  è come se avessero permesso alla società oaxaqueña di sviluppare una coscienza diversa di quello che sono e quello che  rappresentano i diritti umani e dell’importanza fondamentale che rappresenta la denuncia delle loro violazioni per poter permettere alle associazioni che se ne occupano di intervenire in difesa delle persone.
 
Nonostante la pace apparente e  la ritrovata serenità dei cittadini, che sembrano sforzarsi di raccontare, soprattutto ai turisti, di quanto ormai la situazione sia tornata tranquilla,  basta però dare uno sguardo ai giornali la mattina  per rendersi conto di come  la situazione reale non sia proprio questa.
Yesica spiega che ormai si tratta di un conflitto latente, che non esplode in manifestazioni violente come è accaduto un anno fa o più recentemente a luglio di quest’anno, in occasione della festa della Guelaguetza, ma che non per questo al momento  sia meno violento.  
 
L’ultimo e più recente caso di desaparecidos risale infatti al mese di maggio di quest’anno con la denuncia della scomparsa da parte dell’EPR (Esercito Popolare Rivoluzionario) di due suoi militanti.
 
La situazione dei diritti umani a Oaxaca ruota principalmente intorno a tre argomenti fondamentali e cioè:
- la difesa dei diritti delle donne
- la difesa dei popoli indigeni
- l’appoggio al movimento sociale che si è reso  necessario negli ultimi tempi.
 
Il movimento sociale a Oaxaca – la  repressione
Chiediamo a Jessica cosa intende per “movimento sociale di Oaxaca” ed anche se  il pensiero corre immediatamente alla APPO, lei ci spiega che sebbene questo sia  stato  il movimento che maggiormente ha monopolizzato l’attenzione sia nel paese che all’estero, (anche per la grande  l’adesione che raccolto di circa  300 organizzazioni civili e sociali), l’impegno della Limeddh in questo senso va ben oltre,  essendo Oaxaca uno stato che  conta con la presenza di 16 popolazioni indigene, ognuna con la sua lingua e le sue tradizioni, ed avendo una storia  di violazione dei diritti umani ben  precedente  alla formazione della APPO.
 
Lo scorso anno si è manifestata una crisi politica sociale strutturale dove l’autoritarismo ha raggiunto  un limite tale da rompere  l’apparente armonia  che esisteva  tra la popolazione e il governatore.
Ma esisteva di fatto  questa  armonia?
“No, non c’era” – ci spiega   Yesica – “ma esisteva un patto non scritto con  il quale, nonostante gli episodi di denuncia di violenze e  di scontri, si riusciva a mantenere  un clima di relativa tranquillità dove la  situazione non degenerava in violenza e in confronti violenti tra  le forze di polizia e la popolazione”.
 
Il 22 maggio del 2006 ebbe inizio la protesta dei maestri, i quali come tutti gli anni avevano costituito un presidio. Essi non protestavano soltanto per ottenere  aumenti salariali. Le loro rivendicazioni non erano infatti soltanto sindacali, essi lottavano anche per il diritto allo studio degli indigeni, per le borse di studio, per le migliorie strutturali  nelle scuole.
I maestri, come spesso accade,  si erano fatti portavoce  delle istanze di tutta la comunità.
 
Già erano trascorsi fino a quel momento due anni di governo di Ulises  Ruiz e poiché a  Oaxaca era noto che egli aveva vinto  le elezioni con un  fraude,  quella che si presentava fu l’occasione propizia per potersi legittimare (usando la forza) in uno  scenario politico e sociale che di fatto lo stava delegittimando.
Lo slogan che Ulise Ruiz portava  avanti con il suo  governo era “ni marchas ni plantones”  (né manifestazioni né presidi) e questo è stato il segno peculiare che ha caratterizzato tutto il suo agire politico e sociale.
Aveva già attaccato in vario modo le  organizzazioni sociali e l’unica entità che mancava ancora all’appello era il sindacato dei maestri.
Il suo governo iniziò a portare avanti una campagna denigratoria contro i maestri dei presidi, mostrandoli come degli inetti, smidollati dediti a leggere  novelas invece di tenere lezioni, senza voglia di lavorare e pericolosi per l’ordine pubblico.
Ulises  stava così  preparando il campo per legittimare la repressione che sarebbe venuta, stava organizzandosi  perchè si arrivasse poi al 14 giugno, giornata dello sgombero violento dello zócalo,  creando  un sentimento generalizzato di insofferenza verso i maestri da parte della popolazione  di Oaxaca.
 
“Noi siamo sicuri” — conferma Jessica  - “che effettivamente chi governava e chi dirigeva la situazione qui a Oaxaca, almeno fino al giugno 2006 quando è scoppiata la crisi, non fosse Ulises Ruiz,  ma Jorge Franco Vargas, che fu segretario generale del Governo. Praticamente qui a Oaxaca comandava lui. Egli è una persona autoritaria, e così per esempio in linea con questa politica lo sgombero dello zócalo fu programmato per le 4 di mattina. I maestri stavano dormendo,  dietro le barricate  c’erano famiglie intere, era nell’aria che  accadesse qualcosa   ma non con quella violenza. C’erano 3000 poliziotti contro, 20mila-40mila maestri (anche se alcuni hanno parlato di circa 70mila). Li hanno assaliti  nel sonno, non si era mai vista in Oaxaca una repressione così violenta, con gas lacrimogeni, donne che hanno abortito, anziani picchiati. Si dice, senza avere riscontri certi, di persone che sono morte”.
 
Quello che è successo la notte del 14 giugno ha fatto sì invece che il popolo si domandasse come sia stato possibile che il governatore avesse potuto agire in quel modo contro la cittadinanza. La popolazione  iniziò  a manifestare sentimenti di rabbia contro di lui, soprattutto per   il modo in cui fu condotta l’operazione, così violentemente, di notte,  senza preavviso.
I maestri però si organizzarono e il giorno seguente riuscirono a riconquistare lo zócalo cittadino, erano le 12 e davanti ai nostri uffici i poliziotti lanciavano gas lacrimogeni e si scontravano con i maestri”, racconta Yesica.
 
Fino a quel momento tutto il movimento sociale che con la repressione di Ulises Ruiz si era tenuto nell’ombra,  dopo queste manifestazioni di violenza uscì  allo scoperto  e si organizzò.
 
E’ importante riconoscere a  Oaxaca la funzione di colonna portante del movimento che hanno avuto i docenti in quanto essi hanno sempre appoggiato le rivendicazioni di tutti gli altri settori della società, per esempio quelle degli indigeni o  quelle delle donne.
Sappiamo che qui il ruolo dei maestri è fondamentale ed essi sono molto rispettati dalla popolazione perchè rappresentano il punto di collegamento tra la comunità indigena e il resto della società civile.
Certo questo è il loro ruolo politico, ma la loro importanza è ben altra, ed è ancora più alla base che si può toccare  con mano,  chi non ha un maestro di riferimento nella famiglia? chi è che conosce meglio di tutti le problematiche dello stato di Oaxaca? Sono i maestri, nessuna struttura dello stato arriva alle comunità indigene più emarginate e povere di come i maestri sanno e possono fare.
 
La notte dell’attacco allo zócalo è stato praticamente il momento in cui è caduta la  piccola goccia che mancava affinché  il bicchiere d’acqua traboccasse, è stato il momento in cui  la crisi politica e sociale, l’ impunità, la  mancanza della divisione dei poteri, la mancanza di autonomia del potere giuridico, nonché la  mancanza di potere della Commissione nazionale dei diritti umani e  di  tutta una serie di enti, riuscì ad emergere con maggior chiarezza e gravità.
Questi vuoti politici, civili e sociali, hanno avuto come risultato il fatto che la forza popolare li colmasse,  il coinvolgimento della cittadinanza  che riuscì a manifestarsi come ente di potere e che ebbe  in sé la forza di contrastare un governatore indesiderato.
 
Il fatto più  interessante fu che mentre il governo ripeteva che il problema a Oaxaca era soltanto un problema di conflitto che riguardava il sindacato dei maestri, tanto più si faceva imponente la partecipazione del popolo al  conflitto, tanto più la gente  si stringeva intorno ai maestri e alla APPO, tanto più il governo andava ripetendo che si trattava di un conflitto alla cui base stavano soltanto rivendicazioni salariali che riguardavano soltanto un pugno di maestri.
Per delegittimare la protesta dei maestri e di tutta la cittadinanza, il governo organizzò anche una marcia, detta “la marcia della vergogna”.
I suoi sostenitori sfilarono  tutti vestiti di bianco, chiamati in appoggio tra alcuni settori economici della società quali ad esempio i commercianti, ma anche tra i poveri che per 200 o 300 pesos accettarono di manifestare a favore del governatore  Ulises Ruiz.
Non fu nulla rispetto all’affluenza di persone che si registrò nelle marce della APPO e dei maestri.
 
La APPO, costituitasi formalmente  al fianco del sindacato dei maestri il 21 giugno,  diventò subito un movimento talmente ampio e importante ma privo purtroppo  di una dirigenza.
“Si  formò  pertanto un consiglio  provvisorio dove volta per volta venivano prese decisioni e stabiliti piani di azione, tutto funzionava molto bene” — ci racconta ancora Yesica —  “almeno fino a luglio/agosto quando il governo dette un’accelerazione alla sua strategia repressiva”.
Ci  furono dei morti  e dei casi di detenzioni arbitrarie quali quella del professore Germán Mendoza Nube, membro della sezione 22 della CNTE.
Furono giorni terribili nei quali le forze di polizia operarono al di fuori della legalità in cui oltre al citato caso di  detenzioni arbitrarie, si fabbricarono prove e testimonianze inesistenti contro i detenuti, e ci fu anche  la scomparsa di Evangelio Mendoza González,  ex  segretario generale  della Sezione 22 del  SNTE, poi trovato in un carcere fuori dallo stato di Oaxaca.
 
Fu una palese dimostrazione di forza da parte del governo con lo scopo di mettere in guardia  su quali fossero le conseguenze di una protesta che continuava con il passare dei giorni.
Dimostrazione di forza che ottenne però l’effetto contrario: ebbe inizio infatti a  Oaxaca una caccia al poliziotto, nei giorni intorno al 21 agosto non se ne vedevano più in giro, tanto era pericoloso per loro, la gente  era arrabbiata, i poliziotti avevano ucciso delle persone, ne avevano arrestate tante altre senza motivo  e si erano messi contro il popolo.
“Contemporaneamente a questi sentimenti di rabbia si era creato un clima di festa fra le barricate, lì la  gente si sentiva vicina e solidale, “camminavi nello zócalo e c’era chi preparava il caffè, chi la cena, si respirava un clima di  festa, gli uffici erano tutti chiusi . Si era giunti al collasso delle istituzioni. Questo  fu per tutto il mese di Agosto”.
E questo è  quello che accadeva tra le barricate nel racconto che ce ne fa Yesica, durante la nostra conversazione.
 
Alla fine del mese il governo aprì un tavolo di negoziazioni con la APPO, si tennero 6 incontri, durante i quali  la richiesta costante  del movimento fu  le dimissioni del governatore. Le chiedevano all’unanimità tutto il popolo di Oaxaca, ma purtroppo c’erano molti interessi economici, ma soprattutto politici  in gioco. La testa di   Ulises Ruiz venne giocata a tavolino tra il PRI e il PAN. Trattarono la  legittimazione di Calderón contro l’intoccabilità di Ulises Ruiz. Oaxaca dipendeva dai giochi della politica di tutto il paese e questo fece in modo che non si arrivò alla caduta del governatore.
 
Paradossalmente d’altro canto  il governo federale aveva riconosciuto il movimento di Oaxaca come un movimento  giusto e legittimo, ma il governo federale non aveva il potere di mettere o togliere governatori.
Nello stesso momento, il movimento medesimo  si trovò al centro di una polarizzazione sociale, alcuni metodi infatti, come le barricate, i blocchi stradali,  a lungo andare provocarono malcontento  tra i cittadini.
Si avvicinava anche la data dell’insediamento formale di Felipe Calderón al governo del paese,  per cui il governo federale  fece pressioni su quello di Oaxaca esortandolo a dargli appoggio decisivo per fermare la APPO che si stava facendo sempre più ingombrante.
La APPO si stava rafforzando infatti, nonostante la sua crisi strutturale e quella organizzativa.
 
E quindi quello che fece  il governo di Ulises Ruiz il 17 di ottobre 2006 fu generare  una serie di provocazioni in differenti luoghi della città.
Era ormai chiaro che la APPO era diventata un avversario molto maggiore di quello che i politici stessi e le forze di polizia  credevano e il governo federale dovette riconoscere a un certo punto  che il governatore Ulises Ruiz  era incapace di contenere tutta quella polarizzazione sociale e far fronte alla  crisi. Il 27 di ottobre Ulises Ruiz  fece  aprire differenti punti di scontro  con il movimento in varie zone di  Oaxaca, dove disgraziatamente morì  Bradley Roland Will, che fu l’avvenimento  che portò il caso Oaxaca alle cronache internazionali.
 
Il governo criminalizzò il movimento sociale in vari modi diversi,  prima dicendo che si trattava  solo di una protesta da parte dei maestri per  il ritardo nei pagamenti dei salari, successivamente accusò il movimento di essere un braccio della guerriglia, quando si rese evidente che  questa accusa non venne presa in considerazione, gli integranti della APPO vennero accusati di  essere dei vandali e dei delinquenti.
Questa fu la strategia di stato usata per legittimare l’azione da parte  del governo federale, vennero create le condizioni quindi per l’ingresso della PFP (Polizia Federale Preventiva) a Oaxaca il 29 di ottobre.
Ad Oaxaca oltre alla PFP entrarono però anche la Marina, i servizi segreti militari infiltrati nella PFP, i corpi speciali, gli agenti federali di investigazione.
Il popolo pensando di poter rispondere con le molotov e con le pietre fece azioni di resistenza e si registrarono altri due morti.
 
Continua a raccontare Jessica i lunghi giorni di ottobre e novembre.
Precisamente il 2 di novembre a Oaxaca si celebra la festa più importante, che è quella di tutti i santi. Girò voce però che proprio il 2 novembre la PFP sarebbe entrata nell’Università in un’azione volta contro la Radio Universidad, la voce del movimento.
Questo si preparò a difenderla, ma mentre nel centro, nello zócalo, la Polizia Federale Preventiva in modo molto civile smantellava le barricate senza provocazioni né uso della forza, dall’altro lato della città ci furono scontri violentissimi, ma l’errore più grande che commisero in questa circostanza gli agenti della Polizia federale preventiva fu quello di entrare nelle chiese.
Infatti nei giorni precedenti aveva giocato un ruolo  fondamentale la Chiesa che aveva dato alloggio ai perseguitati della APPO, mentre il governatore trovava appoggio nella Chiesa Protestante.
 
“Attraverso un efficiente servizio di contro– insorgenza attivato dal governo locale vennero identificate persone, volti, e anche la nostra associazione ricevette delle minacce”, racconta Yesica.
Il 25 novembre la situazione esplose, una gigantesca manifestazione di decine di migliaia di persone chiese ancora una volta   le dimissioni di Ulises Ruiz e il ritiro della PFP, ma  venne  duramente repressa, lasciando  un saldo di più di 150 feriti, 150 arrestati e  tre morti.
Questo fatto  provocò una destabilizzazione molto forte nel movimento, e si registrarono dei cambiamenti all’interno di esso.
 
Il movimento e i leader
Inizialmente  l’unico leader che il popolo aveva riconosciuto nella APPO non fu Flavio Sosa, come molti hanno creduto, ma Enrique Rueda. Egli purtroppo subì una pressione molto forte da parte degli organi di polizia, lui e la sua famiglia ricevettero minacce pesantissime che lo costrinsero a un ritiro dal movimento.
Ebbe gravi problemi di sicurezza e  subentrarono inoltre difficoltà  tra lui e la APPO per i quali a un certo momento sparì dalla circolazione e non se ne ebbero più notizie.
Il movimento si divise intorno a questo fatto ed egli da molti fu accusato di essere un traditore della APPO. Questo avvenne a settembre  del 2006.
 
In quel momento siccome la linea del movimento era comunque quella di  non avere un ruolo di protagonismo nei mezzi di comunicazione, non si davano  conferenze stampa, né il movimento rilasciava interviste. Flavio Sosa fu l’unico che riuscì a gestire il rapporto con i mezzi di comunicazione e sebbene egli non fosse il leader  della APPO, lo Stato lo aveva identificato come tale, e pertanto colpendolo con l’arresto a tradimento  come fece il 4 di dicembre,  voleva dimostrare alla nazione e non solo di aver colpito la APPO.
“Flavio Sosa è una persona dotata di  carisma naturale” spiega Jessica  “ed era la persona più adatta a gestire il rapporto con i mezzi di comunicazione, inoltre possedeva anche  buone basi politiche, purtroppo Flavio gode di poca credibilità, ha precedenti difficili da digerire: Flavio che saluta Fox, che milita nel PRD e poi nel PAN, molte persone hanno criticato Flavio Sosa per queste cose, egli dovette lavorare molto per ottenere credibilità, non è detto che la ottenne fino in fondo, comunque divenne un leader mediatico. Enrique invece mancava  di basi politiche, era il leader dei 70 mila maestri, in una mano aveva i 70 mila maestri, nell’altra il popolo di Oaxaca, ma gli mancava probabilmente abilità politica e forse anche ideologia.”
 
Quando il governo cominciò ad attaccare Enrique Rueda, lo fece perfino indagando nel suo passato, egli aveva un piccolo precedente per  corruzione, ma  non fu abbastanza forte per difendersi e rispondere agli attacchi contro di lui, fu ogegtto di  un processo generale di discredito e  la stessa sezione 22 della quale era dirigente, si divise intorno a questo fatto.
Lo Stato riuscì  ad aprire un fronte nella sezione 22 del sindacato e si formò pertanto la sezione 59, che legalmente non è sezione, ma venne definita tale giocando con l’immaginario della gente. In realtà  fu ed è  soltanto  un gruppo di persone create dallo stato per  contrastare la sezione 22 dei maestri. Voleva passare come il volto buono della docenza.
Lo stesso stato permise quindi  che la figura di Flavio Sosa assumesse una rilevanza così forte per poi poter dimostrare una volta messo in un carcere di massima sicurezza che il movimento era finito.
 
Uno sguardo al fuuro
Dopo il 25 di novembre, quello che si verificò   non fu   tanto la decadenza del movimento quanto la messa in evidenza di tutte le lotte interne ad esso che hanno creato un fronte  di debolezza e nello stesso momento, la gente, che allora ebbe molta paura,  ha trovato il coraggio  per tornare per strada. Oggi si sono formati gruppi di persone,  nell’università, nei  quartieri, a Oaxaca si sta vivendo un processo di riarticolazione, di reidentificazione della domanda sociale.
In questo grande contenitore che era la APPO, ma che non aveva direzione, ci fu   una richiesta di organizzazione di piccoli gruppi che avevano gli stessi bisogni ma le cui richiesta partivano  da punti di vista differenti.
 
Si può dire che  il processo di trasformazione profondo di Oaxaca stia iniziando adesso piuttosto che un anno fa , l’anno scorso fu la grande fiamma che mostrò l’esistenza di un problema e l’incapacità del governatore e dello Stato federale a risolverlo.
“A Oaxaca c’è un vuoto politico”, ci spiega Yesica, “tanto è vero che nel processo elettorale ci fu un forte astensionismo e quasi nessuno riconosce il governatore Ulises Ruiz. Tutt’ora c’è un clima di paura, adesso stanno cercando e incriminando giovani che erano nelle barricate per reati inesistenti e creati ad arte, come possesso di droga, furto. Persiste un clima di repressione invisibile,  c’è gente che viene arrestata illegalmente,  torturata e nessuno lo sa”
 
Paradossalmente possiamo affermare  che se Ulises  se ne fosse andato a luglio il processo di rinnovamento della società di Oaxaca non avrebbe  avuto luogo.
In passato  lo Stato di Oaxaca ha avuto tre governatori dei quali la popolazione ha ottenuto le dimissioni, ma tali dimissioni non hanno mai cambiato le cose.
Anzi  in quelle circostanze si  indurirono le repressioni contro i dirigenti sindacali e contro coloro accusati di appartenere alla guerriglia.
In Messico ci sono due formazioni guerrigliere,  la principale è l’EZLN che ha abbandonato le armi per combattere in modo differente, poi ci sono l’EPR, (Esercito Popolare Rivoluzionario) e vari altri movimenti minori.
Il governatore con la sua repressione e criminalizzazione della protesta  è riuscito a far organizzare il movimento guerrigliero e a compattare le sue forze. Persone uscite dal carcere rinnovando l’appoggio alle manifestazioni e alle barricate della APPO hanno affermato che seguiranno al via armata della guerriglia se dovessero essere arrestate nuovamente.
In questa congiuntura molte persone attualmente vedono una via d’uscita nella lotta armata, mentre prima non  accadeva.
 
Chiediamo a Yesica di spiegarci come lei vede il futuro di Oaxaca, partendo magari da quel momento di organizzazione che sono state le barricate:
“Le barricate hanno svolto un  ruolo catalizzatore e di incontro, si sono formati  gruppi e amicizie importanti, nelle barricate abbiamo vissuto per mesi, chi portava il caffè,  chi la cena e chi il pranzo,  c’erano famiglie intere, molte persone che non militavano in nessuna  organizzazione sociale hanno iniziato lì a creare blocchi accomunati da esigenze simili come le richieste per l’acqua, lo smaltimento dei rifiuti, la sicurezza.
A partire dal quel momento di sentimento comunitario che si è diffuso tra le barricate, si è creta una sorta di coscienza di sé.
Sono venute qui alla sede della Limeddh gruppi di donne e di persone a chiederci di organizzare seminari sui  diritti umani, a chiedere di aiutarle a difendere i loro diritti, ad informarle su come associarsi.
Ci siamo trovati improvvisamente a fronteggiare una mole di lavoro immensa, ma per fortuna non siamo soli.
Oggi circa 43 diverse ONG  stanno lavorando su Oaxaca.
Oaxaca ha bisogno di un nuovo patto sociale, di una nuova costituente, come spazio  civile è stato molto importante l’appoggio che abbiamo ricevuto più che dalle organizzazioni, dai singoli cittadini, ora riusciamo a parlare di legittimità dei diritti umani, la gente è informata, vengono e ci dicono: noi non conoscevamo fino q a questo momento  cosa era la Commissione Interamericana, cosa erano l’ONU, che cosa sono le missioni di osservazione sui territori.
 
Siamo riusciti a tessere una rete di solidarietà dal basso che accoglie ogni tipo di ideologia sotto lo sforzo comune della difesa dei diritti umani che poi è quello di cui Oaxaca aveva bisogno.
Questi spazi sociali, come per esempio il nostro della Limeddh, e tanti altri, hanno una grande responsabilità nella costruzione di una identità sociale,  perchè se non si apre questo processo di costruzione il popolo di Oaxaca rimarrebbe privo del suo diritto alla cittadinanza. Crediamo che a Oaxaca il popolo  stia iniziando piano piano, un processo di trasformazione.
Le realtà locali insieme all’appoggio internazionale hanno  giocato un ruolo fondamentale e hanno permesso che si raggiungessero obiettivi importanti  nella difesa dei diritti umani nello Stato di  Oaxaca.
Oaxaca, 25 agosto 2007
..
Liga Mexicana por la Defensa de Los Derechos Humanos — Oaxaca

Calle Murguía 600 (esquina con calle Libres)
Centro, Oaxaca, México
C.P. 68000

Tel. (01) (951) 51 45298

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Ritornano gli anni ’70 e la “guerra sucia” nel Messico “democratico” di Felipe Calderón : scompare un difensore dei diritti umani, Francisco Paredes Ruiz.

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Francisco Paredes Ruiz

Di Edmundo Reyes Amaya e di Gabriel Alberto Cruz Sánchez, i militanti del EPR (Esercito Popolare Rivoluzionario) scomparsi il 25 maggio scorso, non si hanno più notizie ormai da quattro mesi.
Le autorità messicane negano che i due siano detenuti, ma voci sempre più insistenti dicono che siano tenuti prigionieri nel Campo Militar N. 1 di Città del Messico.
Mentre l’America Latina va progressivamente democratizzandosi e si lascia alle spalle gli anni bui delle dittature, il Messico invece sembra guardare al passato e la società civile è  scossa dal ripetersi sempre più spesso di fatti che caratterizzarono la “guerra sucia” degli anni ’70.
Sparizioni, torture, arresti arbitrari e la paura tra la popolazione…
E’ del 26 di settembre la notizia della scomparsa di un’altra persona, a Morelia, Michoacán, come ha denunciato la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (Limeddh).
Si tratta di Francisco Paredes Ruiz, 58 anni, ex guerrillero appartenente negli anni ’70 al Movimento Armato Rivoluzionario (MAR). Nel 1971 fu condannato per cospirazione, associazione a delinquere, detenzione illegale di armi, furto e possesso di documenti falsi.
Ciò nonostante, secondo un documento della Procura Generale della Repubblica (PGR) del 1976, nel quale si riconosce che i militanti dei movimenti armati degli anni ’70 furono detenuti arbitrariamente, torturati e condannati senza prove a carico, il processo n. 100/71 a Francisco Paredes Ruiz non fu regolare né nello svolgimento né nelle accuse.
Attualmente Francisco Paredes Ruiz è un difensore dei diritti umani che lotta e lavora per la riapparizione in vita di persone scomparse.
Egli fa parte della Fondazione Diego Lucero che a Michoacán si occupa delle persone scomparse durante la “guerra sucia” e collabora attivamente con l’Associazione dei Familiari dei Detenuti, Scomparsi e Vittime della Violazione dei Diritti Umani in Messico (AFADEM) oltre ad essere un attivista del nuovo Fronte Nazionale contro la Repressione che si costituirà formalmente il prossimo 2 di ottobre, anniversario del massacro di Tlatelolco.
In questa intervista esclusiva, raccolta il 28 agosto scorso durante la prima riunione del Fronte Nazionale Contro la Repressione, Rosario Ibarra de Piedra, senatrice  del Partito  del Lavoro e attivista sociale fondatrice del Comitato Eureka, ci  aveva manifestato le sue preoccupazioni sulla repressione alla quale sarebbe andato incontro il nuovo Fronte Nazionale contro la Repressione.
Adrían Ramirez, presidente della Limeddh rende noto che: “di fronte al rischio che questo caso possa essere messo in relazione  con le indagini in corso sugli avvenimenti EPR-Pemex, le autorità devono assicurare il rispetto alle norme giuridiche e procedere conformemente al diritto”.
 
La presente nota è stata   inviata a queste autorità:
 
Presidente FELIPE DE JESÚS CALDERÓN HINOJOSA Residencia Oficial de los Pinos Casa Miguel Alemán Col. San Miguel Chapultepec, C.P. 11850, México DF Tel: +52 (55) 27891100 Fax: +52 (55) 52772376 felipedotcalderonatpresidenciadotgobdotmx  (felipedotcalderonatpresidenciadotgobdotmx)  
Licenciado Francisco Javier Ramírez Acuña, Secretario de Gobernación, Bucareli 99, 1er. piso, Col. Juárez, Delegación Cuauhtémoc, México D.F., C.P. 06600, México, Fax: +52 (55) 5093 3414 frjramirezatsegobdotgobdotmx  (frjramirezatsegobdotgobdotmx)  
Lic. Eduardo Medina-Mora Icaza Procurador General de la República, Procuraduría General de la República Paseo de la Reforma nº 211–213 Piso 16, Col. Cuauhtémoc C.P. 06500, MÉXICO ofprocatpgrdotgobdotmx  (ofprocatpgrdotgobdotmx)  
Estuardo Mario Bermúdez Molina Titular de la Unidad para la Promoción y Defensa de los Derechos Humanos de la Secretaría de Gobernación href=“respeletaatsegobdotgobdotmx “>respeletaatsegobdotgobdotmx mlgutierrezoatsegobdotgobdotmx  (mlgutierrezoatsegobdotgobdotmx)  
Dr. José Luis Soberanes Fernández Presidente de la CNDH Periférico Sur 3469, Col. San Jerónimo Lídice, 10200, México, D.F. Tel: 631 00 40, 6 81 81 25 Fax: 56 81 84 90 Lada sin costo: 01 800 00 869 correoatfmdhdotcndhdotorgdotmx  (correoatfmdhdotcndhdotorgdotmx)  
Dip. Emilio Gamboa Patrón Av. Congreso de la Unión 66 Col. El Parque, Del. Venustiano Carranza, CP, 15969, Mexico, DF Tel. conmutador y pedir fax 56 28 13 00 emiliodotgamboaatcongresodotgobdotmx  (emiliodotgamboaatcongresodotgobdotmx)  
Senador Santiago Creel Miranda Torre Azul, Piso 20, Reforma 136 Col. Juárez, Del. Cuauhtémoc, México DF, 06600 Teléfono 53.45.30.00 Ext: 3042,3493, Fax 3527 screelatsenadodotgobdotmx  (screelatsenadodotgobdotmx)  
Louise Arbour Alta Comisionada de las Naciones Unidas para los Derechos Humanos tb–petitionsatohchrdotorg  (petitionsatohchrdotorg)  
Sr. Amerigo Incalcaterra Representante en México de la Oficina del Alto Comisionado de las Naciones Unidas para los Derechos Humanos oacnudhathchrdotorgdotmx
Sr. Santiago Cantón Secretario Ejecutivo de la Comisión Interamericana de Derechos Humanos cidhoeaatoasdotorg  (cidhoeaatoasdotorg)  
El Observatorio para la Protección de los Defensores de Derechos Humanos Tel. y fax: FIDH: + 33 (0) 1 43 55 20 11 / + 33 (0) 1 43 55 18 80 Tel. y fax OMCT : + 41 22 809 49 39 / + 41 22 809 49 29 Appealsatfidh-omctdotorg  (Appealsatfidh-omctdotorg)  
Ana Hurt Programa Regional para América, Secretariado Internacional de Amnistía Internacional ahurtatamnestydotorg  (ahurtatamnestydotorg)  
Ambasciata del Messico in Italia – Ambasciatore Sr. Jorge Chen Charpentier correoatemexitaliadotit  (correoatemexitaliadotit)  
 
 
Si invitano tutti i compagni e compagne a inviare scritti e comunicazioni alle autorità di cui sopra in solidarietà a Francisco Paredes Ruiz e alla sua famiglia.

Vuelven los’70 en el democrático México de Felipe Calderón : desaparece defensor de derechos humanos

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Francisco Paredes RuizSon ya  4 meses que desaparecieron Edmundo Reyes Amaya y Gabriel Alberto Cruz Sánchez,  los integrantes del EPR (Ejercito Popular Revolucionario) y de ellos desde el 25 de mayo no se conoce su paradero.
Las autoridades méxicanas niegan que los dos sean detenidos en algun penal,  sin embargo se vocifera que ellos se encuentran el Campo Militar Número 1 de la Ciudad de México.
Mientras toda America Latina se va progresivamente democratizando y se deja a las espaldas los años terribles de las dictaturas, México parece mirar hacia atrás y la sociedad civil està estremecida por el repetirse de acontecimientos que caracterizaron la “guerra sucia” de los ’70.
Desapariciones, torturas, detenciones arbitrarias, miedo entre la población.…
Es del 26 de septiembre la noticia de la desapareción de otra persona en Morelia, Michoacán, como denunciado por la Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos (Limeddh).
Se trata de Francisco Paredes Ruiz, 58 años, ex guerrillero perteneciente al exinto Movimiento Armado Revolucionario (MAR). En 1971 fue condenado por cospiración, asociación delictuosa, portación ilegal de arma prohibida, robo e uso de documentos falsos.
Sin embargo según un documento de la Procuranduría General de la República (PGR) de 1976 en el cual se reconoce que los integrantes de los movimientos armados de los ’70 fueron detenidos arbitrariamente y torturados y condenados sin pruebas a cargo, el proceso n. 100/71 a nombre de Francisco Paredes Ruiz no fue regular ni en la forma, ni en las acusaciones.
Actualmente Francisco Paredes Ruiz es un defensor de derechos humanos que lucha y trabaja por la presentación con vida de personas desaparecidas.
Él pertenece a la Fundación Diego Lucero que en Michoacán se ocupa de la aparición con vida de los desaparecidos de la guerra sucia  y colabora activamente con la  Asociación de Familiares de Detenidos Desaparecidos y Víctimas de Violaciones a los Derechos Humanos en México (AFADEM), además de ser un activista del nuevo Frente Nacional contra la Represión que serà presentado oficialmente el proxímo 2 de octubre, aniversario de la masacre de Tlatelolco.
En esa entrevista, tomada el 28 de agosto durante la primera reunión del Frente,  Rosario Ibarra, senadora por el Partido del Trabajo y activista fundadora del Comité Eureka,  había manifestado sus preocupaciones sobre la represión que se iba organizando contra el nuevo Frente Nacional contra la Represión.
Adrían Ramirez, presidente de la Limeddh afirma que “ante el riesgo de que este caso pueda estar relacionado con investigaciones realizadas con los hecos recientes EPR-Pemex, las autoridades deben ponderar el respeto a las normas jurídicas y proceder conforme a derecho”.
 
Esa nota ha sido enviada a:
Presidente FELIPE DE JESÚS CALDERÓN HINOJOSA Residencia Oficial de los Pinos Casa Miguel Alemán Col. San Miguel Chapultepec, C.P. 11850, México DF Tel: +52 (55) 27891100 Fax: +52 (55) 52772376 felipedotcalderonatpresidenciadotgobdotmx  (felipedotcalderonatpresidenciadotgobdotmx)  
Licenciado Francisco Javier Ramírez Acuña, Secretario de Gobernación, Bucareli 99, 1er. piso, Col. Juárez, Delegación Cuauhtémoc, México D.F., C.P. 06600, México, Fax: +52 (55) 5093 3414 mailto:frjramirezatsegobdotgobdotmx  (frjramirezatsegobdotgobdotmx)  
Lic. Eduardo Medina-Mora Icaza Procurador General de la República, Procuraduría General de la República Paseo de la Reforma nº 211–213 Piso 16, Col. Cuauhtémoc C.P. 06500, MÉXICO ofprocatpgrdotgobdotmx  (ofprocatpgrdotgobdotmx)  
Estuardo Mario Bermúdez Molina Titular de la Unidad para la Promoción y Defensa de los Derechos Humanos de la Secretaría de Gobernación href=“respeletaatsegobdotgobdotmx “>respeletaatsegobdotgobdotmx href=“respeletaatsegobdotgobdotmx “>respeletaatsegobdotgobdotmx
Dr. José Luis Soberanes Fernández Presidente de la CNDH Periférico Sur 3469, Col. San Jerónimo Lídice, 10200, México, D.F. Tel: 631 00 40, 6 81 81 25 Fax: 56 81 84 90 Lada sin costo: 01 800 00 869 correoatfmdhdotcndhdotorgdotmx  (correoatfmdhdotcndhdotorgdotmx)  
Dip. Emilio Gamboa Patrón Av. Congreso de la Unión 66 Col. El Parque, Del. Venustiano Carranza, CP, 15969, Mexico, DF Tel. conmutador y pedir fax 56 28 13 00 emiliodotgamboaatcongresodotgobdotmx  (emiliodotgamboaatcongresodotgobdotmx)  
Senador Santiago Creel Miranda Torre Azul, Piso 20, Reforma 136 Col. Juárez, Del. Cuauhtémoc, México DF, 06600 Teléfono 53.45.30.00 Ext: 3042,3493, Fax 3527 screelatsenadodotgobdotmx  (screelatsenadodotgobdotmx)  
Louise Arbour Alta Comisionada de las Naciones Unidas para los Derechos Humanos tb-petitionsatohchrdotorg  (tb-petitionsatohchrdotorg)  
Sr. Amerigo Incalcaterra Representante en México de la Oficina del Alto Comisionado de las Naciones Unidas para los Derechos Humanos oacnudhathchrdotorgdotmx  (oacnudhathchrdotorgdotmx)  
Sr. Santiago Cantón Secretario Ejecutivo de la Comisión Interamericana de Derechos Humanos cidhoeaatoasdotorg  (cidhoeaatoasdotorg)  
El Observatorio para la Protección de los Defensores de Derechos Humanos Tel. y fax: FIDH: + 33 (0) 1 43 55 20 11 / + 33 (0) 1 43 55 18 80 Tel. y fax OMCT : + 41 22 809 49 39 / + 41 22 809 49 29 Appealsatfidh-omctdotorg  (Appealsatfidh-omctdotorg)  
Ana Hurt Programa Regional para América, Secretariado Internacional de Amnistía Internacional ahurtatamnestydotorg  (ahurtatamnestydotorg)  
 
Se solicitan todos los compañeros a enviar notas y comunicaciones a las autoridades en solidariedad a Francisco Paredes Ruiz y su familia.
 
 

Limeddh: Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani

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La Limeddh è una Organizzazione Non Governativa creata nel 1985 a Città del Messico come entità aperta, indipendente e pluralista per la denuncia di casi di violazioni o inadempienze nella difesa dei diritti umani.
La Limeddh è affiliata alla Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) e all’ Organizzazione Mondiale contro la Tortura (OMCT) ed è socia di  “Agire insieme per i Diritti Umani”.
Attraverso questa affiliazione beneficia dello statuto consultivo presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e il Consiglio Europeo.
La Limeddh agisce quotidianamente al fianco delle vittime di violazione dei diritti umani offrendogli assistenza legale, medica e psicologica.
Inoltre mobilita la società civile con i suoi bollettini e rapporti, partecipa a missioni di osservazione e documentazione di violazione dei diritti umani.
 
In Messico avvengono quotidiane violazioni dei diritti umani che vanno dal rifiuto o ritardo nell’espletamento delle  pratiche amministrative relative alle denunce fino a persecuzioni, torture, detenzioni arbitarie, sparizioni forzate e perfino esecuzioni extragiudiziarie. Le vittime sono indifferentemente uomini, donne, anziani e bambini.
Inoltre  violazioni al diritto del giusto salario, al diritto al lavoro e in generale ai diritti economici, sociali e culturali.
In questo contesto la Limeddh svolge varie attività:
-          Segue le persone o le organizzazioni decise a difendere i propri diritti umani in un contesto di cooperazione paritaria.
-          Offre assistenza medica, psicologica e giuridica, nonchè servizi di orientamento e consulenza alle vittime delle violazioni dei diritti umani.
-          Realizza eventi pubblici, (dibattiti, conferenze, corsi, etc) per diffondere la conoscenza dei diritti umani delle donne, dei bambini, degli indigeni e per sensibilizzare la gente sui casi di violazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
-          Documenta e dà seguito alle denunce di violazione dei diritti umani a livello nazionale e internazionale utilizzando gli strumenti che mettono a disposizione l’ONU e l’OEA.
-          Propone riforme costituzionali per armonizzare la legislazione Nazionale con riferimento al diritto internazionale dei diritti umani e per la ratificazione della Corte Penale Internazionale.
 
Indirizzo: Av. Azcapotzalco No. 275. — Col. Clavería. C. P. 02090, — México D.F.
Tel. 53 99 05 92. — Fax: 53 99 13 36.
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Adrián Ramírez López; Presidente

Libero e le leggende metropolitane sulla Riforma Costituzionale del Venezuela

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Gent.mo Vittorio Feltri
Direttore quotidiano Libero
 
p.c. Preg.mo Dr. Rafael Lacava
Embajador de  la República Bolivariana
de Venezuela en Italia
Via Nicolò Tartaglia n. 11
00197 Roma
 
p.c. Consiglio Nazionale
Ordine dei Giornalisti
 
Scrivo dopo aver letto l’articolo dal titolo “Minigonna fuorilegge” L’ultima follia di Chávez della giornalista Silvia Guidi apparso sul quotidiano italiano Libero diretto da Antonio Feltri il 1 settembre 2007.
In esso Silvia Guidi fa riferimento alla proposta di riforma costituzionale presentata ad agosto dal presidente venezuelano Hugo Chávez e deliberatamente in esso inventa  tutta una serie di riforme che a suo dire “il caudillo” starebbe per introdurre nel paese: divieto di indossare la minigonna, pantaloni aderenti, messa al bando di alcolici, censura su Babbo Natale, Minnie e Topolino, la patria potestà esercitata dallo Stato fino ai 21 anni e via dicendo in un crescendo di falsità e menzogne che sfiorano il ridicolo.
Tutto questo alla suddetta giornalista lo spiegherebbe, si legge nell’articolo, Milagros Gil Quintero, una “dissidente che paga la sua lotta per il rispetto dei diritti umani con l’esilio”.
Ovviamente Silvia Guidi nella sua fobia paranoica antichavista, ma soprattutto antietica,  evita di raccontare ai lettori di Libero che Milagros Gil Quintero, è una ex funzionaria con 20 anni di carriera del Ministero delle Relazioni con l’Estero del Venezuela, in pensione dal 2000 e che se come lei dice, si trova in esilio(leggasi : vive all’estero) è soltanto perchè il suo ultimo incarico diplomatico è stato quello di Console Generale a Milano. Da allora come lei dice “vivo in Italia e cerco con il mio  piccolo granello di sabbia di fare qualcosa per il Venezuela”.  
Vorrei sapere con quali fonti Silvia Guidi ha verificato le informazioni (ammesso che lo abbia fatto) fornite da Milagros Gil Quintero. Parlando di provvedimenti legislativi e di presunti progetti legge sarebbe stato facile verificare che si tratta di leggende metropolitane.
Se questo riscontro non è stato fatto, come è evidente, dal momento che si tratta di dati facilmente rintracciabili, allora tanto la giornalista come lei in quanto direttore del giornale avete mancato alle vostre precise responsabilità, prima fra tutte “quell’obbligo inderogabile al rispetto della sostanziale verità dei fatti” di cui all’articolo 2 della legge n. 69/1963.
Distinti saluti.
 
 
 
 
 
L’articolo n. 2 della legge n. 69 del 9 febbraio 1963 che disciplina l’esercizio della professione di giornalista riporta che “è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e della buona fede. Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte e riparati gli eventuali errori”.
Questa legge, nonchè la Carta dei Doveri del Giornalista   ci danno gli strumenti per verificare se un giornalista o un quotidiano violano i principi dell’etica del giornalismo.
Una cosa infatti è esprimere un’opinione, ben altro è diffondere menzogne e falsità.
Le opinioni sono lecite, si può dissentirne, si possono criticare, si accettano in quanto tali.
Le menzogne NON SONO LECITE soprattutto se per diffonderle si utilizzano spazi privati ma che forniscono un servizio pubblico e soprattutto spazi privati che per esercitare l’attività per il quale sono predisposti utilizzano fondi pubblici e agevolazioni di vario tipo.
Libero ad esempio è il giornale che in assoluto percepisce i contributi più elevati  circa 5. 371.000 euro annui.
Per questi motivi ho deciso di inviare la seguente lettera al direttore di Libero e per conoscenza all’ Ambasciata del Venezuela e all’ Ordine dei Giornalisti  perchè quanto riportato in questo articolo di Silvia Guidi  trascende dalla pura e semplice opinione o interpretazione de fatti e rappresenta invece l’esercizio arbitrario e meschino del raccontare menzogne.
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Tutto l’articolo lo leggi qui
Leggi anche:
L’ ODG deve intervenire di Piero Armenti
 
 
 
 

Angela Nocioni: quando a lezione di stile? — Lettera a Liberazione

31 commenti
Gentile Direttore Piero Sansonetti,
 
Ci troviamo di fronte all’ennesima “Nocionata”?
Ricordo quella appena di pochi mesi fa sulla “redistribuzione del reddito che altro non sarebbe se non un’ elemosina ai poveri” .
Ho trovato questa volta però veramente di cattivo gusto l’articolo “dell’inviata Angela Nocioni” pubblicato su Liberazione del 30 maggio.
Non voglio entrare nel merito di tutti i mali di Cuba che lei meticolosamente elenca,   anche se un riferimento particolare va fatto su quanto dice del problema abitativo dell’Avana.
Confesso che non ero a conoscenza del problema dei “crolli” dovuti ai soppalchi, ma comunque inviterei la Nocioni a farsi un giro nelle democraticissime Roma e Napoli dove in uno stesso appartamento vivono anche 5/6 nuclei familiari insieme, o il degrado di alcuni quartieri di edilizia popolare delle nostre città.
Sarei infine curiosa di conoscere il nome di quest’associazione internazionale che registra perfino  i crolli decimali dell’Avana.
A prescindere da tutto ciò, dai visti, dal desiderio di evadere, dalla stampa, dalla carta che manca, e da altro ancora,  trovo però  che ironizzare sul dolore di un padre che ha perso un figlio sia degno della peggiore infamia possibile mascherata da giornalismo.
Cosa non si direbbe per afre carriera…
Nemmeno Omero Ciai arriva a tanto. Ma nemmeno Libero e Il Giornale.
Dopo tutto quello che ha sproloquiato sull’ “inferno cubano” che bisogno aveva la signora in questione di infierire su un uomo già così provato e che non ancora riceve giustizia per la morte del figlio?
Giustino e Fabio di Celmo, erano già imprenditori all’Avana al momento della morte del figlio e aprire un ristorante a Cuba era un desiderio di Fabio che il papà ha realizzato.
Eppure se non sbaglio in passato il PRC ha appoggiato sia la causa dei  5 cubani che per la Nocioni sono semplicemente “spie”,  sia quella dell’estradizione in Italia di Posada Carriles.
E anzi leggo che proprio il 17 maggio scorso, è stata presentata in Parlamento un’interrogazione per la richiesta di estradizione del terrorista Posada Carriles affinché risponda dell’assassinio del cittadino italiano Fabio di Celmo.
Non è possibile che un quotidiano di partito pubblichi una pagina completamente fuori linea rispetto al partito di riferimento, ma anche così livorosa, aggressiva, volgare. Ilettori di Liberazione hanno diritto di sapere se è cambiata la linea del PTRC su Cuba. Nessuno dice che Cuba sia perfetta ma si rende conto che la Nocioni allinea il PRC alla destra più recalcitrante?
Fabio si è trovato a detta di Carriles, “nel posto sbagliato al momento sbagliato”, la Nocioni, caro Direttore, a Liberazione, in che posto si trova secondo lei?  In quello giusto o in quello sbagliato?
Annalisa Melandri
Roma
 
Leggi anche:
la lettera di Gennaro Carotenuto
la lettera della Segreteria Nazionale dell’Associazione Italia-Cuba
dove viene riportata la lettera di Paolo Rossignoli (Edizioni Achab) e alcuni articoli in rete che riguardano Angela Nocioni.
la lettera  di Annalisa Melandri a Piero Sansonetti su una precedente “Nocionata”
la lettera di Elio Bonomi di Notizie dall’Impero

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