Lettera a Mario Agnes, direttore de l’Osservatore Romano

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Gentile Mario Agnes
Direttore de l’Osservatore Romano
 
Roma, 2 Maggio 2007
Esprimendo la mia piena solidarietà al cantautore  Andrea Rivera, strega moderna arsa sulla pira della mancata evoluzione della Chiesa Cattolica,  le pongo una  sola domanda:
 
“Non è forse vero che a Welby sono stati negati i funerali concessi invece a Pinochet ?”
 
Firmato  una delle 400.000 persone facilmente eccitabili, probabili terroristi  presenti al concerto di ieri.
 
P.S. Siamo in attesa della versione aggiornata del Malleus Maleficarum..
Saluti,
Annalisa Melandri.
Invito tutti a manifestare solidarietà ad Andrea Rivera scrivendo all’Osservatore Romano qui  (ornetatossromdotva)  
 

Alejandro Peña Esclusa: risposta dell’Ambasciata della República Bolivariana de Venezuela

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La mia lettera qui


Alejandro Peña Esclusa in Italia — Lettera all’ Ambasciata Venezuelana

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venezuela

 

 
Embajada de la Rèpublica Bolivariana
de Venezuela en Italia
Via Nicolò Tartaglia n. 11
00197 Roma
embaveitatioldotit  (embaveitatioldotit)  
Estimado Embajador  Rafael Lacava
 
Roma, 18 Marzo 2007
 
En esos días me he enterado de la noticia de la visita en Italia y en Europa del señor Alejandro Peña Esclusa, quien además de conceder  entrevistas en la prensa (diario Il Tempo) y participar a transmisiónes radiales (Zapping) ha sido recibido hasta por el diputado  Cesa del Partido UDC y por el Cardenal Martino en Vaticano.
No  obstante desde  su sitio él  empuje hacia   un cambio radical de política en Venezuela  y  dice que eso non es posible con una salida electoral por lo tanto  con intentos abiertamente golpistas, en Italia Peña Esclusa fue  presentado por lo medios, los periodistas y los políticos complacientes  como la oposición moderada al legítimo presidente Hugo Chávez.
En la página web  de Fuerza Solidaria se lee que el Parlamento Italiano averiguarà supuestos fraudes electorales en Venezuela.
Quisiera ofrecer a través de esa respetable   Embajada  al Gobierno  de la Républica Bolivariana de Venezuela toda mi solidariedad y amistad y  me gustarìa que sepan que como ciudadana italiana expreso toda mi pena por como ha sido recibido en Italia ese señor y por el espacio qué se le han puesto a disposición para desacreditar y despreciar el democrático proceso político venezuelano escogido por el pueblo en total transparencia como ha sido testimoniado y confirmado  en la s últimas elecciones  del pasado mes de diciembre.
Pongo a disposición de la verdad y contra cualquier tentativo de delegitimación del gobierno democrático y popular de Venezuela mi pequeño  espacio web (www.annalisamelandri.it), sea denunciando los medios italianos  que se prestan al juego golpista del señor Peña Esclusa y de sus titereros, como ya hecho en los dias pasados, sea denunciando los intentos directos de Fuerza Solidaria de atacar el gobierno venezuelano.
De toda manera creo que una investigacion en nuesto Parlamento sea necessaria pero exclusivamente  para aclarar porquè se le permite a simil personaje despeciar un legítimo Presidente con claros intentos terroristas. En  cualquier otra  democracia eso no serìa aceptado.
Atentamente,       
Annalisa Melandri
Roma
annalisamelandriatyahoodotit  (annalisamelandriatyahoodotit)   
Chiunque desiderasse manifestare solidarietà e appoggio al Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela può farlo tramite la Sua Ambasciata qui  (embaveitatioldotit)  .
 
 


Lettera al Presidente della Colombia Alvaro Uribe

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Lettera consegnata al Presidente della Colombia Àlvaro Uribe tramite l’Ambasciata colombiana il 21 febbraio 2007 durante il Sit-In per chiedere la fine dell’impunità e il rispetto “del diritto di distinzione”della popolazione civile dagli attori armati.
 
Carta para el Presidente de Colombia Àlvaro Uribe que le ha sido entregada por medio de la Embajada colombiana el 21 de febrero 2007 en el curso d un Sit-In para pedir el fin de la impunidad y el respeto “del derecho de distinción” de la población civil en el conflicto armado.
 
 
Colombia Vive!                                                    
Rete Italiana di Solidarietà                                                
con le Comunità di Pace Colombiane Onlus
                                          
Città di  Narni,    
Città per la Pace
(Provincia di Terni, Italia)
Al 
Doctor
Alvaro Uribe Velez    
Presidente Repubblica Colombia
Palacio de Nariño – Cra 8 n. 7–20
Bogotà
href=“auribeatpresidenciadotgovdotco“>auribeatpresidenciadotgovdotco
Fax. 00571–5662071                                                                                                    
                                                                     
Asunto:
2° Aniversario de la Masacre del 21 de febereo de 2005 a Mulatos y Resbalosa Veradas CdP San José de Apartadò ( Urabà – Colombia) – Dos años de impunidad.                                         
 
Rispettoso saluto.
Sono trascorsi
   già due anni dal massacro di otto persone della Comunità di pace di San José di Apartadó, due anni durante i quali la Comunità ha continuato ad essere vittima di minacce, sfollamenti forzati,  assassini e perfino, pericolose e miserabili segnalazioni diffuse dai mezzi di comunicazione di massa da parte di alti funzionari statali.
Questo secondo anniversario di impunità, coincide coi 10 anni della,   tristemente ricordata, operazione militare “Genesis” che provocò il più grande sfollamento forzato di cui si abbia notizia nella storia recente  della Colombia. Migliaia di contadini, indigeni ed afrodescendientes dell’ Urabá chocoano ed antioqueño, furono obbligati ad abbandonare le loro terre,  mentre venivano compiuti un gran numero de  omicidi e sparizioni contro gli abitanti di questi territori.
L’impunità, signor Presidente, ha rappresentato la costante di questa catena  infinita di crimini contro la popolazione civile. L’impunità si è convertita in un poderoso meccanismo di protezione degli autori  materiali ed intellettuali  di gravi violazioni dei diritti   umani in Colombia, specialmente di cittadini e cittadine impegnati nella difesa del proprio territorio, della loro identità  culturale, della loro vita degna e del loro legittimo diritto a non essere coinvolti   nella guerra.
Gli assassini di Luis Eduardo, Bellanyra, Alfonso,Sandra, Santiago, Natalia, Alejandro,  Elisenia, Nelly Johana, ed altre persone della zona di San José di Apartadó, la  imposizione paramilitare della coltivazione della palma di olio nel Bajo  Atrato che danneggia in maniera evidente la proprietà collettiva del  territorio delle comunità afrodescendientes, e la  intimidazione permanente delle comunità in resistenza civile del  Cacarica e Jiguamiandó, l’assassinio di numerosi difensori dei diritti umani, di membri del  movimento indigeno e di sindacalisti   sono solo alcuni esempi della critica situazione dei Diritti Umani in Colombia.
Rispettosamente, signor Presidente, le sollecitiamo la Giustizia. 
Consideriamo fondamentale che siano identificati e processati gli   autori materiali ed intellettuali del massacro del 21 di febbraio e delle oltre 500 violazioni gravi ai diritti umani contro i   membri della comunità di pace di San José di Apartadó, come gli autori responsabili degli sfollamenti, , omicidi e sparizioni, durante l’operazione “Genesis” . Così come, Signor   Presidente, aspettiamo che si compia la giustizia di fronte ai crimini contro gli indigeni, i sindacalisti, difensori di diritti umani ed in generale contro il movimento sociale colombiano.
La ringraziamo per la sua attenzione  
                                                                                                         
Il Presidente di Colombia Vive!                                                            
(f.to) Dr. Andrea Proietti 
 
Il sindaco
Municipio de Narni
(f.to) Stefano Bigaroni
       
Asesor Municipio de Cascina ( PI)                                             
Roberto Lorenzi       
 
Assessore Comune di Narni
(f.to)  Gianni Di Mattia
 
 
Senatore de la Republica Italiana                                               
(f.to)Francesco Martone
 
Deputata de la Camera del Parlamento Italiano
(f.to)   Tana De Zulueta
 
Con copia a:
- Director del Programma Presidencial de DD.HH y DIH , dr. Carlos Franco Echevarria
                                                                                            
- Fiscal General de la Nacion, dr. Mario Iguaram
 
- Procurador General de la Naciòn, dr. Edgardo Josè Maya Villazòn
 
- Defensor Nacional del Pueblo, dr. Volmar Antonio Pèrez Ortiz
 
- Defensor del Pueblo Seccional de Uraba, dr. Daniel Antonio Sastoque Coronado
 
- Defensor Comunitario San José de Apartadò, Ruben Dario Diaz Lotero
 
- Embajada de Colombia en Roma, S.E. Embajador Dr. Sabas Pretelt de la Vega
 
-   Embajada Italiana en Bogotà, S.E. Embajador
 
Organismos Internacionales:
- CIDH Corte Interamericana por los Derechos Humanos, Pablo Saavedra Alessandri, Secretario
- Alto Comisario ONU por los derechos humanos en Colombia, Director dr. Michael Fruhling,
Director Adjunto Amrico Incalcaterra
 
- UE Delegaciòn de la Comisiòn Europea para Colombia y Ecuador
Primer secretario, consejero de cooperacion Maria Gotsi
e p.c.
Consejo Interno Comunidad de Paz de San José de Apartadò

 

Alla redazione di Fahrenheit in merito alla false affermazioni di Rocco Cotroneo.

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Per scrivere a href=“fahreatraidotit?subject=Sulle%20affermazioni%20false%20di%20Cotroneo&body=Gentile%20redazione%20di%20Fahrenheit%2C%20%0D%0Asono%20indignata%20per%20le%20affermazioni%20false%20e%20tendenziose%20del%20giornalista%20Rocco%20Cotroneo%2C%20ospite%20della%20vostra%20trasmissione%20di%20venerd%EC%20in%20merito%20alla%20Chiesa%20cattolica%20brasiliana%20e%20alle%20relazioni%20tra%20i%20presidenti%20Lula%20e%20Ch%E1vez.%0D%0ACi%20sono%20130%20milioni%20di%20cattolici%20in%20Brasile%2C%20e%20in%20gran%20parte%20%28purtroppo%29%20vivono%20in%20favelas%2C%20e%20le%20relazioni%20tra%20Lula%20e%20Ch%E1vez%20sono%20cos%EC%20buone%20che%20il%20primo%20ha%20partecipato%20alla%20campagna%20elettorale%20dell%27ultimo.%0D%0AVi%20sarei%20molto%20grato%20se%20per%20amore%20di%20verit%E0%20rettificaste%20pubblicamente%20le%20%22inesattezze%22%20di%20Cotroneo.%20%0D%0A”>Fahrenheit
 
Gentile redazione di Fahrenheit,
sono indignata per le affermazioni false e tendenziose del giornalista Rocco Cotroneo, ospite della vostra trasmissione di venerdì in merito alla Chiesa cattolica brasiliana e alle relazioni tra i presidenti Lula e Chávez.
Ci sono 130 milioni di cattolici in Brasile, e in gran parte (purtroppo) vivono in favelas, e le relazioni tra Lula e Chávez sono così buone che il primo ha partecipato alla campagna elettorale dell’ultimo.
Vi sarei molto grato se per amore di verità rettificaste pubblicamente le “inesattezze” di Cotroneo.
Mi capita inoltre proprio oggi di leggere queste parole del vescovo di Lugano Mons. Pier Giacomo Grampa in merito alla realtà della chiesa cattolica in Brasile: “Non è possibile raccontare nel breve spazio di una colonna, di un paese vasto, complesso contrastato e contraddittorio come il Brasile e nemmeno della sua Chiesa con le sue 269 diocesi, 434 vescovi, di cui 135 emeriti, circa 130 milioni di cattolici e la presenza di oltre 400 tra movimenti ecclesiali e nuove comunità… La Chiesa brasiliana è in fervida attesa della visita del Santo Padre Benedetto, che, a maggio, inaugurerà la quarta assemblea generale del CELAM che comprende i rappresentanti delle Conferenze Episcopali dell’America Latina.. E’ nello spirito del Vangelo che tutto viene programmato e compiuo, nutrito con la lettura della Scrittura, una rigorosa formazione, liturgie vive ed intense. Nella cappella del Centro della Gioventu’ di Fortaleza apetro 24 ore su 24 l’Esposizione all’Eucaristia è continua giorno e notte. Alla messa che ebbi la gioia di celebrarvi parteciparono piu’ di 2500 persone in gran parte giovani”.
Quasi quasi la Chiesa cattolica è piu’ accessibile in Brasile che da noi…
 
Annalisa Melandri
 
 
Si legga al riguardo anche La dinsinformazione attacca Radi3Rai di Gennaro Carotenuto 
 
 


Gentile Direttore Ezio Mauro

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INVITO TUTTI GLI AMICI BLOGGER  CHE DOVESSERO AVERE PROBLEMI O INSODDISFAZIONI CONIUGALI DI QUALSIASI GENERE A SCRIVERE LE LORO LETTERE E INVIARLE AL DIRETTORE DI LA REPUBBLICA
Gentile Direttore
Ezio Mauro
 
Questa mattina ero al bar con quella sfigata della mia amica Giuditta V. con  la quale mi incontro  tutte le mattine per la consueta colazione e per condividere con lei pene e dolori. La sua vita a partire da quella matrimoniale infatti è un totale disastro. Poverina sa, ha un marito… Leggendo   La Repubblica abbiamo trovato però la soluzione a tutti i suoi problemi. Innanzitutto vogliamo ringraziarla per questo, è difficile infatti che un grande giornale mainstream come il suo  possa avere a cuore i problemi sentimentali e coniugali di tanti suoi lettori tanto da avere il coraggio di pubblicarli addirittura in prima pagina.
Infatti sicuramente darà questa opportunità anche a Giuditta  come già ha fatto questa mattina con la signora Veronica Berlusconi, mi pare si chiami così quella poveraccia di stamattina, così violata nella sua identità di donna…
Voglio dire,  con tutto ciò che accade nel mondo: la guerra in Iraq, Vicenza che non ci sta, i neonazifascisti che vogliono riscrivere la storia, i nostri ragazzi in Afghanistan, il riscaldamento del pianeta, gli errori di Bush e in ultimo anche Fidel che sta molto meglio (con buona pace di Omero Ciai) dedicare un paginone alle lettrici incasinate ci sembra veramente …rivoluzionario oserei dire.
Questa è la lettera di Giuditta sperando che attraverso le pagine di La repubblica possa toccare le corde più sensibili di quel porco di suo marito Ignazio.
 
Caro Direttore
di La Repubblica
Le scrivo sperando che mio marito leggendola, possa rendersi conto di tutti gli errori che sta commettendo verso di me, sposa fedele e devota. Già da tempo mi sono accorta caro Direttore che lui non mi guarda più come una volta, praticamente sono diventata trasparente, certo mi rendo contro che con tre figli  da sfamare, il mutuo da pagare, le bollette etc etc e un lavoro da netturbino precario la sera non abbia più voglia di me, ma cosa devo fare io?
Avevo messo da parte con grandi sacrifici 60 euro facendo la cresta sulla spesa e sono entrata in un negozio di biancheria intima e li ho spesi tutti lì, m anche questo non è bastato.
L’altra sera ero andata a dormire presto, all’improvviso però mi sono alzata e  ho scoperto che stava guardando un film porno in tv. A volte mi vengono dei dubbi perché il telefono squilla e lui va a rispondere sul balcone, che le sue energie le dedichi ad un’altra persona?
La mia amica Annalisa mi dice di mandarlo a quel paese, in fin dei conti mi tratta anche male e a volte mi mette anche le mani addosso, ma poi dice che mi vuole tanto bene,  ma sa con tre bambini… Questa è l’ultima possibilità che mi rimane.
Ignazio, se la leggi, tua moglie Giuditta ti ama ancora nonostante tutto, ma per favore non ledere ancora la mia dignità.
Ringraziandola per la magnifica possibilità che mi ha concessa cordialmente la saluto, ah…dimenticavo ora avviso anche mia cognata Luisa, pure lei sa … non sta messa per niente bene…
Giuditta V.
 
La lettera di Cronache da  un mondo gabbato di Raffaele Mangano
La lettera di Pensierofilia
La lettera di Gennaro Carotenuto
La lettera di Neroassenso

Caro (si fa per dire) G.W.Bush.…

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Caro (si fa per dire) G.W. Bush , le sue dichiarazioni spesso e volentieri mi lasciano sconcertata spingendomi più di una volta a chiedermi se lei “ci è o ci fa”.

I suoi discorsi contengono infatti talmente tali e tante insensatezze che sto pensando seriamente di farne un’enciclopedia, magari  in fascicoli raccolti per argomenti: per esempio

La Democrazia , I Diritti Umani, Le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, Saddam e il libero tribunale che lo ha condannato,  Abu Ghraib Grand Hotel, Guantanamo Resort….

Strano destino il suo, abituati come ci ha  fino a questo momento alle sue sparate quasi quotidiane, una volta tanto che le esce di bocca una sacrosanta verità questa rischia quasi di passare inosservata.

L’affermazione che “Chávez sta andando contro la storia” perché intende nazionalizzare elettricità e telefoni nel suo paese e soprattutto restituire ai venezuelani il controllo dei giacimenti petroliferi è quanto di più vero lei abbia affermato ultimamente.

Se intendiamo il corso della storia come lei lo intende e come fino ad ora è stato inteso dai suoi predecessori, ebbene sì Chávez sta  andando contro la storia.

E meno male…

Caro (sempre si fa per dire)  G.W.Bush ho sempre pensato che gli Stati Uniti  il corso della storia lo hanno  modificato e manipolato a proprio esclusivo uso e consumo: avete bruciato civili con il Napalm, avete raso al suolo città e ipotecato con metastasi e leucemie le vite delle generazioni future di un intero paese, avete creato dittatori “ad personam” salvo poi impiccarli quando troppo scomodi,  ne avete creati altri talmente sanguinari che solo Satana avrebbe potuto, (mi sa che quasi quasi è vera la storia della puzza di zolfo…), avete creato guerre  e conflitti esclusivamente per i vostri interessi considerando  il pianeta alla stregua di  un enorme tabellone di Risiko.

Avete ucciso o fatto uccidere chiunque abbia intralciato i vostri piani criminali e forse con uno solo non ci siete riusciti e a lui per questo va tutta la mia stima e sto parlando di Fidel Castro (non si agiti, per favore G.W. Bush dovesse scappargli un’altra “esportazione della democrazia” non si sa mai…). E sappiamo tutti con che mezzi “democratici” generalmente la esportate la democrazia!

Ricordo che in passato  un altro grande uomo ha cercando di cambiare la storia, la storia del suo paese ma non glielo avete permesso, questo uomo è stato Don Salvador Allende.

Il futuro che  egli aveva immaginato  per il Cile non era quello che  voi avevate programmato. “Una historia canta el viento de amor lucha y agonía , de un pueblo que florecía conquistando el nuevo tiempo” (Una  storia narra il vento d’amore, di lotta e agonia, di un popolo che rifioriva conquistando il tempo nuovo) cantavano gli Intillimani in memoria di quel nuovo corso della storia evidentemente non gradito al  governo di allora del suo paese.

E con Chávez che intenzioni avete? Mi raccomando che la storia non si ripeta…

Insomma fino a questo momento la storia scritta da voi con la complicità  di  “sante alleanze” in Venezuela aveva senso solo per un 15% della popolazione, l’altro 85% era un “sin historia”, senza storia. Ora con Chávez finalmente anche per loro ci sarà storia che vuol dire futuro, vita e progresso, caro (si fa per dire G.W. Bush) e non ciò che intendete voi, morte, povertà, guerre, bombe intelligenti, dominio imperialista, sfruttamento….

Insomma tra tante cazzate, una sacrosanta verità. Io  pensavo che forse un barlume di saggezza…   invece avete iniziato a bombardare

la Somalia e la storia si ripete…

Le rimetto in allegato una  poesia di Pablo Neruda (morto di crepacuore a causa vostra, uno tra i tanti) affinché le rinfreschi la memoria:

 

Gli Avvocati del dollaro

 

Inferno americano, pane nostro

intinto nel veleno, c’è un’altra

lingua nel tuo perfido falò:

è l’avvocato creolo della compagnia straniera.

È colui che rinsalda i ceppi

della schiavitù nel suo paese,

e disdegnoso va in giro

con la casta dei gerenti,

guardando con aria superiore

le nostre bandiere stracciate.          

Quando arrivano da New York

le avanguardie imperiali,

ingegneri, calcolatori,

agrimensori, periti,

e misurano terra conquistata,

stagno, petrolio, banane,

nitrato, rame, manganese,

zucchero, ferro, gomma, terra,

si fa avanti un nano scuro,

con un sorriso tutto giallo,

e consiglia, con gran garbo,

agli invasori recenti:

Non occorre pagar tanto 

questi indigeni, sarebbe

sciocco, signori, aumentare

questi salari. Non conviene.

Questi plebei, questi meticci

solo saprebbero ubriacarsi 

con tanti soldi. No per Dio.

Sono primitivi, poco più 

che bestie, li conosco bene. 

No , non pagateli tanto.

Viene adottato. Gli mettono

una livrea. Veste da “gringo”,

sputa come un “gringo”. Balla

come un “gringo”, e fa carriera.

Possiede un’auto, whisky, stampa:

lo eleggono giudice e deputato,

lo decorano, ed è Ministro,

ed è ascoltato nel Governo.

Sa lui chi è incorruttibile.

Sa lui chi è già corrotto.

Lui lecca, unge, e decora,

elogia, sorride, e minaccia.

E così si svuotano nei porti

le repubbliche dissanguate.

Dove abita, chiederete,

questo virus, quest’avvocato,

questo fermento dell’immondizie,

questo duro pidocchio sanguinario,

ingrassato col nostro sangue?

Abita nelle basse zone

equatoriali, nel Brasile,

ma la sua dimora è pure

nel cerchio centrale d’America.

Lo troverete nelle impervie

alture di Chuquicamata.               

Dove fiuta ricchezza sale

sui monti, supera gli abissi,

con le ricette del suo codice

per derubare terra nostra.

Lo troverete a Puerto Limón,

a Ciudad Trujillo, a Iquique,

a Caracas, a Maracaibo,

ad Antofagasta, in Honduras,

a imprigionare il nostro fratello,

ad accusare il suo compatriota,

a spogliare peones, aprire

porte di giudici e possidenti,

comprare la stampa, guidare

la polizia, il randello, il fucile,

contro la sua famiglia dimenticata.

Pavoneggiarsi, nel vestito

in smoking, nei ricevimenti,

inaugurare monumenti

con queste frasi: Signori, 

la Patria conta più della vita,

è nostra madre, è nostra terra,

difendiamo l’ordine, fondiamo

nuove caserme, altre prigioni. 

E muore glorioso, “il patriota”

senatore, patrizio,eccellenza,

con decorazioni del Papa,

illustre, prospero, temuto,

mentre la tragica progenie

dei nostri morti, che ficcarono

la mano nel rame, grattarono

la terra profonda e severa,

muoiono battuti e dimenticati,

in fretta in fetta riposti

nelle loro casse funerarie:

un nome, un numero sulla croce

che il vento scuote, uccidendo

persino la cifra degli eroi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Giornale comunista? — Lettera a Liberazione

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Gentile Direttore Piero Sansonetti

Le scrivo a proposito della recente intervista di Angela  Nocioni a Massimo D’Alema apparsa sulla prima pagina di Liberazione del 3/01/07 dove la giornalista con una caduta di stile degna del peggior Omero Ciai di La Repubblica,  dall’alto di chissà quale piedistallo ed evidentemente ignorante in materia di economia politica,  si permette di definire la redistribuzione della ricchezza “un’elemosina ai poveri”, tanto che lo stesso D’Alema è stato costretto a darle una brevissima lezione in merito, spiegandole che “redistribuire la ricchezza è uno dei compiti principali degli Stati moderni”.  Sicuramente la scuola di

La Repubblica che

la Nocioni sempre più spesso sta frequentando dà i suoi frutti. Toni così sprezzanti e offensivi sono propri del buon Omero Ciai, che tanto per dirne una,  il  3 dicembre scorso, da Caracas dove si trovava in occasione delle elezioni,  si è permesso di definire il popolo venezuelano “sussidiato e fannullone” descrivendolo come una massa inetta capace solo di vivere di sussidi.

Ora se argomentazioni del genere trovano spazio su

La Repubblica  certamente non fa   meraviglia più a nessuno ma come è possibile che li ritroviamo anche sulla prima pagina di un quotidiano che si vanta di essere comunista?

Annalisa Melandri

Roma

 

testo integrale dell’intervista a Massimo D’Alema qui  

sull’articolo di Ciai del 3/12/06 cosa dice Annalisa   qui

inoltre sempre sull’intervista di Angela Nocioni a Massimo D’Alema vi consiglio il post di Gennaro  Carotenuto con un’intervista a Tito Pulsinelli qui

 


La repubblica e le notizie dalla Colombia

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Con gli amici Elio Bonomi (NOTIZIE DALL’IMPERO) ed Antonio Pagliula, (VERO SUD AMERICA) abbiamo deciso di inviare questa lettera al quotidiano La Repubblica rilevando ancora una volta purtroppo lo scarso interesse che il medesimo ha per quanto accade nella “democratica” Colombia di Álvaro Uribe.

Gentile Direttore Ezio Mauro,
meno male che fu lo stesso Omero Ciai, in una discussione sul blog dello storico e studioso di America Latina, Gennaro Carotenuto, ad ammettere che La Repubblica si occupa pochissimo di Colombia: “negli ultimi anni ci siamo occupati di Colombia solo per il sequestro Betancourt” (avvenuto nel 2002).
Così adesso, oltre ad aspettarci di leggere notizie provenienti dalla Colombia solo nel caso che la Betancourt venga liberata, (in quanto a dire di Ciai una guerra civile che va avanti da più di 50 anni non interessa a nessuno), non ci meravigliamo del fatto che l’arresto del corrispondente di TeleSUR in Colombia avvenuto il 12 novembre scorso per La Repubblica semplicemente non sia una notizia per cui valga la pena scrivere almeno poche righe. Il giovane Fredy Muñoz Altamiranda è stato accusato sulla base di semplici testimonianze senza nessun fondamento, di essere un terrorista, ribelle, appartenente alle FARC. L’arresto è stato condannato con forza da tutte le federazioni latinoamericane dei giornalisti nonché da Reporters sans Frontières che ne chiede l’immediata scarcerazione. Il fatto assume un aspetto ancora più inquietante in quanto si ipotizza un tentativo di colpire direttamente l’emittente televisiva TeleSUR e ciò che essa rappresenta nel nuovo panorama politico latinoamericano. Bastavano veramente poche righe.
E proprio mentre oggi, 23 novembre, pubblicate l’editoriale in prima pagina di Timoty Garton Ash, il quale afferma che “i giornalisti si sono tradizionalmente attribuiti un ruolo di vigilanza nei confronti del potere, fosse esso politico, militare o economico” viene spontaneo chiedersi se per La Repubblica questo abbia sempre valore.
Annalisa Melandri
Antonio Pagliula
Elio Bonomi


Diplomatici colombiani in Italia

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Roma, 11 Aprile 2006

ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA

ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

AL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

Egregi Signori,
Internet come tutti sanno è una finestra aperta sul mondo, permette infatti a tutti noi comuni cittadini di accedere a notizie ed informazioni difficilmente accessibili se provenienti da paesi lontani.
Qualche giorno fa questa finestra mi ha evidenziato realtà e problematiche che purtroppo già conoscevo provenienti dalla Colombia e cioè la corruzione della sua classe politica ed il fatto che in quel paese l’ingiustizia si legalizza proprio nelle sedi in cui questa dovrebbe essere più tenacemente combattuta.
Ora ho scoperto che abbiamo accolto nel nostro paese come diplomatici due personaggi che secondo quanto si legge rappresentano molto bene ambedue questi aspetti.
Non sto qui ad elencarVi tutte le notizie riportate sia sull’ambasciatore colombiano a Roma Sig. Luis Camilo Osorio sia sul console colombiano a Milano Sig. Jorge Noguera Cote.
La mia condizione di cittadina italiana mi fa sentire pertanto in diritto/dovere di porVi alcune domande.
Credo e spero che le accuse che vengono mosse a costoro siano a Voi ben note.
Dico spero e nello stesso istante mi assale un dubbio, mi auguro che la storia personale di ogni diplomatico straniero nel nostro paese sia da Voi ben vagliata, ma questo è il punto, se sapevate chi erano questi personaggi ed eravate a conoscenza dei reali motivi per cui sono stati rimossi o hanno lasciato gli incarichi di prestigio che avevano in Colombia, perchè sono stati accettati nel nostro paese? (non voglio dire che siano stati invitati).
Noguera tra le altre cose è accusato da un suo collaboratore di aver consegnato ai paramilitari liste di sindacalisti, studenti e dirigenti di sinistra che poi sono stati regolarmente assasinati e di aver anche organizzato brogli elettorali consistenti a favore del Presidente Álvaro Uribe.
Non si parla ancora di processi e nemmeno di condanne (e credo che purtroppo trattandosi della Colombia non ce ne saranno mai comunque) ma sospetti ed accuse del genere dovrebbero bastare e quindi domando, il Governo italiano avrebbe mai accettato per esempio diplomatici di un Paese arabo sospettati anche solo lontanamente di avere legami con il terrorismo?
I due diplomatici colombiani, ovviamente sempre che le accuse ed i sospetti siano fondati non solo hanno legami con il terrorismo, ma sono il terrorismo fatto persona se per terrorismo vogliamo intendere un “regime instaurato da governanti o belligeranti che si valgono di mezzi atti ad incutere terrore” (tratto dal Nuovo Zingarelli Minore).
In attesa di una Vostra improbabile risposta, porgo i miei più cordiali saluti.

Annalisa Melandri

RISPOSTA RICEVUTA DAL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI


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