Assange: il Sudamerica solidale con l’Ecuador

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UNASUR e ALBA firmano per il diritto sovrano a concedere l’asilo politico

Correa: violare l’ambasciata per arrestare il fondatore di Wikileaks sarebbe “un suicidio per il Regno Unito”

27 agosto 2012

di Annalisa Melandri per L’Indro*

Si stringono solidali all’Ecuador i Paesi membri dell’UNASUR (Unione delle Nazioni Sudamericane) e dell’ALBA( Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America). Meno di una settimana fa, a Guayaquil, in tutta fretta, sono state organizzate e realizzate riunioni straordinarie dei due organismi regionali per manifestare all’Ecuador piena solidarietà rispetto alle minacce del Regno Unito di violare l’Ambasciata del Paese sudamericano a Londra per arrestare Julian Assange che vi si trova beneficiando dell’asilo politicoconcessogli dal presidente Rafael Correa. Londra aveva anche negato il salvacondotto necessario per permettere ad Assange di uscire dalla sede diplomatica e prendere un aereo diretto in Ecuador. Nel corso dei due vertici è stato espresso dai vari Paesi il rifiuto unanime all’uso della forza degli Stati, laddove sono vigenti trattati internazionali stipulati proprio per regolare tale tipo di questioni. (altro…)


30 agosto: Giornata Internazionale del Detenuto Scomparso

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IL DIRITTO A NON SPARIRE

di Annalisa Melandri, in esclusiva per L´Indro *

30 agosto 2012

Dal 2006 stipulata la convenzione ONU: “un oltraggio alla dignità umana”. Ma i desaparecidos esistono ancora, in Messico e in Colombia

Istituita dal Gruppo di lavoro delle Nazioni unite sulle Sparizioni Forzate o Involontari l’anno scorso, si celebra oggi la seconda giornata internazionale delle Nazioni Unite dedicata al ’detenuto scomparso’ la vittima per eccellenza delle sparizioni forzate.

Si intende per sparizione forzata “l’arresto, la detenzione, il sequestro o qualsiasi altra forma di privazione della libertà che sia opera di agenti dello Stato o di persone o di gruppi di persone che agiscono con l’autorizzazione, l’appoggio o la acquiescenza dello Stato, seguita dal rifiuto di riconoscere tale privazione della libertà o dall’occultamento della sorte o la dimora della persona scomparsa, sottraendola così alla protezione della legge” (Art.2 della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate).

Definito dalle Nazioni Unite come “oltraggio alla dignità umana” e considerato fin dal 1983 crimine contro l’umanità dall’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), è pertanto imprescrittibile e continuato, senza possibilità di indulto o amnistia. (altro…)


Julian Assange: unità e determinazione nella risposta alla repressione

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“… Se  Bradley Manning realmente ha fatto quello di cui è accusato, è un eroe, un esempio per tutti noi, uno dei più importanti prigionieri politici del mondo.

Bradley Manning deve essere liberato.

Mercoledì scorso  Bradley Manning ha trascorso il suo 815° giorno in carcere senza proceso. Il periodo  massimo concesso dalla legge sono 120 giorni.

Giovedì scorso, il mio amico NabellRajab è stato condannato a tre anni per un tweet. (altro…)


Berta Cáceres: attivista, femminista, ribelle “folle e sana”

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Berta Cáceres

di Annalisa Melandri

Berta Cáceres, attivista, femminista, ribelle “folle e sana nell’idea del superamento dei  limiti dell’immaginazione” come la descrive la militante e giornalista argentina Claudia Korol, è la cofondatrice e leader del COPINH , il  Consiglio Civico delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras. Appartiene all’etnia lenca[1], quella che maggiormente si oppose  alla dominazione spagnola in Honduras e che oggi continua in resistenza per la difesa del territorio e delle risorse naturali. Forse per questo o per essere figlia di una storica attivista del paese, Berta ha sangue ribelle nelle vene. Durante il colpo di S (altro…)


Firma anche tu contro l’ergastolo!

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Carmelo Musumeci e’ in carcere da 21 anni, condannato all’ergastolo ostativo. In carcere si è laureato in Giurisprudenza ed è diventato scrittore. Porta avanti la battaglia per l’abolizione dell’ergastolo affiancato dalla Comunità  Papa Giovanni XXIIIQui  un bell’articolo su Carmelo.

www.carmelomusumeci.com

Proposta di iniziativa popolare
per l’abolizione della pena dell’ergastolo (art.22 Codice Penale)

La nostra Costituzione stabilisce:
Articolo 27– Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Articolo 50 - Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alla Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità. 

L’ergastolo è più atroce che qualsiasi altra pena perché ti ammazza lasciandoti vivo ed è una pena molto più lunga, dolorosa e disumana, della normale pena di morte. Spesso un ergastolano, un uomo ombra, pensa di essere morto pur essendo vivo, perché vive una vita senza vita. Nessun essere umano dovrebbe tenere un altro uomo chiuso in una gabbia per tutta la vita. Ad una persona puoi levare la libertà, ma non lo puoi fare per sempre, per questo l’ergastolo, “La Pena di Morte Viva”, è più atroce e inumana di tutte le altri morti.
Poi in Italia esiste l’ergastolo ostativo ai benefici penitenziari (art. 4 bis O.P.) che esclude l’accesso alle misure alternative al carcere, rendendo questa pena un effettivo “fine pena mai” e t’impone di scegliere fra due mali: o stai dentro fino alla morte o metti un altro al posto tuo.
E ci vuole tanta disumanità e cattiveria per far marcire una persona in cella per sempre, perché quando non si ha nessuna speranza è come non avere più vita. Continuare a tenere dentro una persona quando non è più necessario è un crimine contro l’umanità. Ogni persona dovrebbe avere diritto ad una speranza e per tutti ce n’è una, ma non per gli uomini ombra.

Se tu sei d’accordo che un ergastolano debba uscire perché lo merita e non perché usa la legge per uscire dal carcere e che una pena senza fine è una vera e propria tortura che umilia la giustizia, la vita e Dio,

se tu pensi che un uomo non possa essere considerato cattivo e colpevole per sempre e che una pena per essere giusta debba avere un inizio e una fine, perché una condanna che non finisce mai non potrà mai rieducare nessuno, (altro…)


Berta Cáceres, activista, feminista, rebelde “loca y sana”

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Berta Cácerees

 

por Annalisa Melandri

Berta Cáceres, activista,  feminista, rebelde y “loca y sana a la hora de pensar como forzar los límites de la imaginación” como la describe la militante  y periodista argentina Claudia Korol,  es la cofundadora y líder del COPINH, el Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras. Pertenece  a la población lenca, la que más resistencia opuso a la dominación española en Honduras y  que hoy en día sigue en resistencia por la defensa del territorio y de los bienes naturales. Quizás sea por eso o por ser hija de una luchadora histórica del país, Berta  lleva la rebeldía en su sangre.  Durante el golpe de estado del junio 2009 ha sufrido persecución y cárcel. Es una luchadora incansable no solamente por los derechos de las poblaciones indígenas, también  por la defensa de los  derechos  humanos en su totalidad y es una de las representantes más reconocidas de la izquierda latinoamericana y del movimiento feminista. Ha recibido recientemente en  Alemania el premio “Shalom” otorgado cada año a “quienes luchan por la justicia y por la paz en el mundo y muchas veces arriesgan su vida a causa de su compromiso”.

Esta entrevista a Berta Cáceres ha sido realizada en Tocoa, Bajo Aguán  en febrero de 2012, a la víspera del Encuentro Internacional por los Derechos Humanos en solidaridad con Honduras.

 

 A.M. Berta, al ver los desafíos que tienen que enfrentar hoy en día  las  organizaciones indígenas en la sociedad moderna, estas  parecerían  ser el anillo  más débil de la cadena social.  ¿Cómo  viven los pueblos indígenas en Honduras en el 2012?

B.C. - ¡Yo no  diría  que somos débiles,  somos fuertes! A  pesar de 500 años de lucha,  (altro…)


¡Únete a la Marcha!

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La Marcha Patriótica trata de rediseñar un país con los colores  de la solidaridad, de la soberanía, de la paz, de las comunidades indígenas y campesinas, las afrodiscendientes, con los colores vivaces de los jóvenes y estudiantes, en fin con todas las tintas del pueblo colombiano.

Y es indudablemente un bonito paisaje lo que está pintando… (A.M.)


Scontri Università Autonoma di Santo Domingo: 50 fermati e 4 feriti

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Fonte Foto: Noticias SIN

Aggiornamento: in questo momento, sono circa le 23.30, sono stati rilasciati circa 40 studenti e il padre Rogelio Cruz, sono in corso gli accertamenti per gli altri volti a dimostrare che non erano in possesso di armi da fuoco.

Scenario di guerra questo pomeriggio  presso l’Università Autonoma  di Santo Domingo (UASD) dove dopo 17 giorni, una  protesta  pacifica di studenti  si conclude violentemente con un saldo di 50 giovani fermati e almeno quattro feriti, due studenti e due  membri della sicurezza privata del Rettorato.

Il 3 luglio scorso,  il direttore del centro universitario, Mateo Aquino Febrillet, aveva annunciato aumenti delle tariffe di  circa 52 servizi offerti dall’università, iniziando dalle quote di iscrizione.

La notizia era stata accolta con varie forme di protesta da alcuni studenti, già esasperati dalle precarie condizioni in cui sono costretti a portare avanti gli studi: mancanza cronica di aule e  di arredo scolastico, indaguatezza del servizio mensa etc.

Inizialmente venne occupata la Vicedirezione, poi gli uffici dei pagamenti nei pressi dei quali installarono  tende da campeggio  e dove alcuni  studenti rimasero  in occupazione pacifica. Alcuni si sono anche crocifissi simbolicamente  come forma di protesta alternativa. Purtroppo senza ricevere nemmeno grande attenzione dalla stampa nazionale. (altro…)


Eduar Lancheros, ciao compagno di lotta

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Eduar Lancheros ha accompagnato la  Comunidad de Paz de San José de Apartadó dalla sua costituzione e non la ha abbandonata nemmeno con la sua morte. Ci ha lasciati giovanissimo, appena quarantenne per un cancro che lo ha divorato fin nelle ossa. Ha voluto essere seppellito nel piccolo cimitero di San José de Apartadó, accanto a quei morti per la cui memoria e dignità e   contro gli assassini dei quali ha tanto lottato. Era anche un amico e compagno di lotta della Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!  e pertanto mi associo, pur non avendolo conosciuto personalmente, al dolore di questi amici che tanto stanno dando per la pace nella martoriata Colombia. (A.M.)

Riporto qui di seguito uno scritto della Comisión Intereclesial de Justicia y Paz e poi la trascrizione di un suo discorso di accoglienza alla delegazione europea organizzata dalla Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive! il 6 novembre 2005 

Eduar, defensor de los derechos de los pueblos, filósofo, una de las almas de la epopéyica iniciativa de la Comunidad de Paz de San José de Apartadó, pasa a la historia, a la memoria colectiva de los hombres y mujeres, que con originalidad aportaron a la construcción de la dignidad de los pueblos. 

Desde muy joven se hizo en parte de los alfareros de los derechos humanos, como religioso salesiano en ese tiempo de los noventa. Se le veía en los pasillos de la Comisión de Justicia y Paz, rumiando entre la prensa, las denuncias, los nombres, los contextos de millares de víctimas que iban quedando registradas en el banco de datos.

En medio de ese registro escuchaba a las víctimas de la persecución estatal, de la violencia sociopolítica que iban llegando allí, a un lugar, que en ese momento a muchas mujeres y hombres de la vida religiosa y los llamados seglares. Poco a poco, rompiendo su propio silencio, casi disciplina cotidiana, el espacio de la sistematización se iba haciendo pequeño, en su propia formación y su encuentro con las víctimas que afirmaban sus derechos, su alma se iba forjando en pasiones profundas por las nobles causas en la pedagogía popular, en la necesidad que los valores de la justicia y la fraternidad fueron parte de la historia de los pueblos. (altro…)


Golpe in Paraguay: aggiornamenti, analisi e comunicati

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Già nel 2009 a pochi mesi dal colpo di Stato in Honduras, scrivevo proprio questo articolo, dal titolo inequivocabile: “Paraguay, segnali di golpe?”. Si rumoreggiava allora infatti, che il governo di Lugo non avrebbe concluso l’anno. Già in quell’occasione a dirigere il tentativo di golpe istituzionale c’era Federico Franco, il vicepresidente, che in varie occasioni aveva accusato Lugo di essere un traditore e di “essere pronto ad assumere la presidenza del paese” nel caso il presidente fosse stato sottoposto a impeachment.

Ha dovuto attendere tre anni e alla fine ce l’ha fatta. In soli tre giorni Federico Franco è diventato presidente del paese, un “golpe de estado express”, come lo hanno definito. Lui non se ne cura e sta cercando di convincere il mondo che si è trattato di qualcosa di assolutamente costituzionale, avvenuto nel rispetto della legge. (altro…)


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