La Colombia marcia per la pace e la giustizia sociale
di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro - 12 Aprile 2013
“Massivo sostegno alla pace”, così ‘El Tiempo’, il principale quotidiano colombiano, ha aperto la sua edizione online del pomeriggio del 9 aprile scorso, raccontando la manifestazione che si stava svolgendo in quelle stesse ore a Bogotá in appoggio ai dialoghi di pace per la soluzione pacifica del conflitto armato che sono in corso in questi mesi a l’Avana, Cuba, tra il governo colombiano e la guerriglia delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo (FARC-EP).
La manifestazione ha inoltre anche commemorato il 65° anniversario dell’omicidio del leader liberale Jorge Eliécer Gaitán, allora candidato alla presidenza della Repubblica, avvenuto il 9 aprile 1948, che scatenò il Bogotazo e che dette (altro…)
Venezuela al voto: intervista a Marcelo Colussi
Intervista a Marcelo Colussi, analista politico italo-argentino
di Annalisa Melandri in esclusiva per l’Indro — 10 aprile 2013
In caso di vittoria del’Opposizione, i rapporti con Cuba e il processo di integrazione con l’Alba subiranno un cambio di rotta
Sebbene la campagna elettorale in vista delle elezioni di domenica prossima, 14 aprile, in Venezuela sia formalmente iniziata solo lo scorso 2 aprile, questa effettivamente aveva preso avvio già poche ore dopo la morte del presidente Hugo Chávez, avvenuta il 5 marzo.
Per i venezuelani sarà il terzo appuntamento elettorale in poco meno di un anno, caratterizzato questa volta dall’assenza, per lo meno sul piano fisico, del leader della Rivoluzione Bolivariana, Hugo Chávez Frías.
Sono state settimane intensissime queste, sia per Nicolás Maduro, il candidato ufficiale del ‘chavismo’ ma anche presidente in carica, il “figlio di Chávez” com egli stesso si definisce, sia per Enrique Capriles Radonsky, il candidato dell’opposizione, riuniti nella Mesa de Unidad Democrática (MUD).
Quello che distingue questa campagna elettorale, e non poteva essere diversamente dal momento che è iniziata sull’onda del dolore e della commozione popolare per la morte del presidente, è sicuramente la forte connotazione spirituale , con unaspiccata impronta religiosa venata di sincretismo, che ha assunto. Inevitabilmente, viste le circostanze e visto il paese, il Venezuela, dove il cattolicesimo si inserisce e si fonde quotidianamente con elementi di religioni diverse. (altro…)
Javier Couso: La guerra non vuole spettatori
di Annalisa Melandri
per il manifesto – 16 gennaio 2013
José Couso morì l’8 aprile del 2003 a Baghdad, in seguito all’attacco di un blindato statunitense contro l’Hotel Palestine, dove in quel momento alloggiava la gran parte della stampa internazionale.
Aveva 38 anni, era sposato con due figli e quel giorno, dal balcone del 14°piano dell’hotel insieme ad altri colleghi, stava seguendo i preparativi per l’imminente invasione della città da parte delle truppe statunitensi, dopo tre settimane appena dall’inizio dell’invasione in Iraq. Era operatore della televisione spagnola Tele5, con lui morì anche il cameraman ucraino della Reuters, Taras Protsiuk, che si trovava sul balcone del piano superiore.
Il 9 aprile, il giorno successivo all’attacco contro il Palestine e contro altre sedi della stampa indipendente, non controllata dal Pentagono, l’esercito statunitense occupò Baghdad, senza immagini in diretta. L’unica immagine che la comunità internazionale vedrà di quel giorno sarà quella della statua di Saddam Hussein che viene tirata giù dagli iracheni.
Javier Couso è il fratello di José. Giornalista come lui, dal giorno della sua morte sta portando avanti una strenua battaglia per avere giustizia per la morte di José.
In questa intervista ce la racconta e ci spiega a che punto sono le indagini.
Javier, sono passati ormai dieci anni dall’assassinio di tuo fratello José a Baghdad; tu e la tua famiglia li avete trascorsi nella ricerca di giustizia. A che punto è il caso oggi? (altro…)
Morbo di Chagas, una malattia “dimenticata”
Tre ricercatori argentini hanno sviluppato un prototipo di vaccino orale per la malattia (o morbo) di Chagas, endemica in America latina, presente in 21 paesi. È conosciuta anche come ‘l’Aids dei poveri’.
Si tratta del biochimico Christian Magni, della dottoressa Ana Rosa Pérez e del biologo Iván Marcipar che hanno ottenuto per questa loro scoperta, oltre a un finanziamento di 820mila pesos argentini (oltre 160mila dollari) dal laboratorio francese Senofi, anche un premio dal Consiglio Nazionale delle Ricerche Scientifiche e Tecniche (CONICET), in quanto il progetto rappresenta “un progresso scientifico destinato a combattere le così dette malattie dimenticate”, “orfane” o neglette, come viene appunto considerata spesso la malattia di Chagas.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità a livello mondiale circa 10 milioni di persone hanno contratto il morbo, e sono localizzate soprattutto in America latina; di queste circa due o tre milioni sono i malati cronici. Oltre 25 milioni di persone nel mondo sono a rischio. Nel 2008 il morbo ha ucciso oltre 10mila persone. (altro…)
Nicolás Maduro vince le elezioni in Venezuela. L’opposizione golpista scatena la violenza
di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro 17 aprile 2013
Alle 23.16 ora locale di domenica sera, 14 aprile, il presidente del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) ha diffuso i risultati del processo elettorale che si era svolto per tutta la giornata in Venezuela.
Un po’ più tardi del previsto – già il nervosismo era palpabile anche per alcune dichiarazioni di inconformità rispetto ai tempi e per euforiche dichiarazioni su presunti risultati a lui favorevoli da parte del candidato di opposizione della Mesa de la Unidad Democrática (MUD), Enrique Capriles Radonsky - e con un 99,12 per cento di sedi elettorali scrutinate, Tibisay Lucena Ramírez, comunicava ai venezuelani che Nicolás Maduro si era confermato presidente eletto con un 50,66 per cento (7.505.338 voti) contro il 49,07 per cento (7.270.403 voti) ottenuto da Enrique Capriles.
Un margine strettissimo, di appena 234.935 voti, pari al 1,59 per cento. I risultati finali di poche ore dopo, confermeranno la tendenza: Nicolás maduro ottiene il 50,75 per cento (7.559.349 voti) contro il 48,98 per cento (7.296.876 voti) di Enrique Capriles, per un 1,77 per cento di scarto
L’opposizione non riconosce il risultato – La violenza
Un margine tanto stretto che ha portato Capriles nelle ore successive a non riconoscere il risultato, a definire Nicolás Maduro presidente “illegittimo”, a chiedere il riconteggio manuale del 100 per cento dei voti (anche se nella serata di domenica, alla presenza di tutte le forze politiche era già stato riconteggiato il 54 per cento dei voti, come da prassi) e a convocare ‘la piazza’, incitando i suoi sostenitori a scendere per strada in cacerolazos (proteste rumorose usando pentole e mestoli) e alla protesta di fronte alle sedi regionali dei Consigli Elettorali.
Sono ore decisive in Venezuela queste, il CNE ha confermato Maduro alla presidenza del paese e ha invitato Capriles a chiedere, come si fa generalmente in questi casi, il riconteggio dei voti secondo le procedure istituzionali. Le autorità hanno invitato alla calma e al senso di responsabilità civile.
Troppo tardi, lo sconsiderato appello rivolto da Enrique Capriles ai suoi era stato ormai raccolto, con conseguenze disastrose: si parla di almeno sette morti tra i sostenitori di Maduro, decine di feriti, veicoli bruciati, sedi del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) assaltate e date alle fiamme, assediata la casa della presidente del CNE, assaltata la sede del canale televisivo TeleSUR, assaltati e distrutti supermercati e centri medici dove lavoravamo medici cubani, scontri con le forze dell’ordine.
Messico, verso la privatizzazione di Pemex?
di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro — 22 Marzo 2013
Ogni volta che in Messico sul tavolo del dibattito politico viene messa la possibile privatizzazione della Pemex (Petròleos Mexicanos), la principale impresa parastatale petrolifera del Paese, o anche la sola ipotesi di realizzare riforme interne nella sua amministrazione, la società civile del si mobilita.
È successo anche una settimana fa, in occasione del 75° anniversario dell’espropriazione, da parte del Presidente Lázaro Cárdenas, di 17 compagnie petrolifere straniere, il 18 marzo del 1938. Cárdenas metteva così fine a 20 anni di sfruttamento illimitato e in condizioni lavorative quasi al limite della schiavitù per gli operai messicani, delle risorse energetiche del paese. Il 7 giugno di quell’anno fu fondata la Petróleos Mexicanos. (altro…)
La storia di Yorio e Jálics
Il coinvolgimento di Bergoglio e di una Chiesa omertosa nel sequestro dei due gesuiti argentini
di Annalisa Melandri — in esclusiva per l'Indro- 20 Marzo 2013
Fu l’argentino Emilio Mignone, avvocato, scrittore, difensore dei diritti umani, vicepresidente dell’Assemblea Permanente per i Diritti Umani di Buenos Aires e fondatore del Centro di Studi Legali e Sociali (CELS) nel suo libro "Chiesa e Dittatura” del 1986 a citare per primo il coinvolgimento di Bergoglio nel sequestro dei due gesuiti Orlando Yorio e Francisco Jálics avvenuto il 23 maggio 1976. (altro…)
Víctor Polay Campos: “Sul banco degli accusati. Terrorista o ribelle?” (Il libro-I)
Víctor Polay Campos fu il fondatore e leader, in Perú, a principio degli anni ‘80 del MRTA, Movimiento Revolucionaio Túpac Amaru. Arrestato una prima volta nel 1989, nel 1990 riesce a fuggire dal carcere di Canto Grande insieme ad altri 47 compagni. Viene nuovamente arrestato nel 1992 e dal 1993, da 20 anni ormai, si trova rinchiuso nella base militare navale del Callao (salvo un breve periodo trascorso nel carcere di pietras Gordas), a Lima, dove sta scontando una condanna a 32 anni di carcere che finirà nel 2023.
Inutili fino ad oggi le richieste da parte di familiari, amici ed associazioni per la difesa dei diritti umani per il suo trasferimento in un carcere civile. Nel carcere militare del Callao non può studiare, non può lavorare e non può ricevere le visite dei familiari nei giorni stabiliti come in altri istituti carcerari civili.
Nel 2007 viene pubblicato in Perú il suo libro: “En el banquillo. Terrorista o rebelde?” dalla casa editrice Canta Editores/Colección tamaru – Paseo de la República 4351 – Of 201 Surquillo – Lima (curatrice dell’edizione Mary Soto).
Il libro è stato tradotto in italiano (Sul banco degli accusati. terrorista o ribelle?) da Marisa Masucci, con la quale abbiamo deciso, di comune accordo e con l’autorizzazione della casa editrice peruviana, che ringraziamo, di pubblicare sul mio blog poco a poco, come se si trattasse di una sorta di “romanzo” a puntate, il libro di Víctor.
Con Marinella Correggia nel 2009 abbiamo intervistato Víctor Polay Campos, tramite uno dei suoi avvocati, per il quotidiano il manifesto. L’intervista è disponibile qui.
La pubblicazione avrà cadenza settimanale, circa. Alla fine della pubblicazione dei capitoli verrà allegato il file completo del libro da poter scaricare, stampare e conservare. (altro…)
Intervista a Graciela Rosenblum, presidente della Lega Argentina per la Difesa dei Diritti dell’Uomo su Papa Francesco
Bergoglio e le reazioni della società civile
L’elezione di Papa Francesco ha creato profonde spaccature: “Bergoglio non agì in difesa dei diritti fondamentali del popolo argentino”
di Annalisa Melandri in esclusiva per L’Indro — 20 marzo 2013
In Argentina la nomina del cardinale Jorge Mario Bergoglio al soglio Pontificio ha creato profonde spaccature all’interno della società civile.
Il giornalista Horacio Verbitsky che da anni sta compiendo studi accurati e rigorosi sulle complicità della Chiesa Cattolica con il regime militare, denunciate in numerosi libri tra i quali ‘L’isola del silenzio’, ha reiterato le sue denunce dalle pagine del quotidiano ‘Página 12′ del quale è editorialista.
Adolfo Pérez Esquivel, premio Nobel per la pace, sorprendentemente in questo dibattito ha preso posizione a favore del Papa, arrivando anche a contraddire se stesso. In questa intervista del 2005 denunciava la complicità di Bergoglio con la dittatura (afferma: «Molti vescovi avevano un doppio discorso. Quando io ero in prigione mia moglie parlava con i vescovi che promettevano aiuti e poi facevano esattamente il contrario. L’attitudine di Bergoglio si iscrive in tutta questa politica per la quale tutti quelli che lavorano socialmente con i poveri erano comunisti, sovversivi, terroristi»). Diversa la reazione di Estela de Carlotto, presidente dell’associazione Abuelas de Plaza de Mayo, storica associazione che cerca di restituire alle loro legittime famiglie i nipoti (oggi generalmente uomini e donne di circa 30/40 anni) che vennero sottratti appena nati alle loro madri prima di ucciderle o fatte sparire, che ha avuto parole molto dure rispetto alla nomina dell’ex cardinale Bergoglio come Papa.
L’Indro’ ha intervistato in esclusiva Graciela Rosenblum, presidente della Lega Argentina per i Diritti dell’Uomo (altro…)
Restituzioni di terre in Colombia, luci ed ombre
di Annalisa Melandri — in esclusiva per l’Indro — 15 marzo 2013
La più grande restituzione di terre mai realizzata in Colombia per via giudiziaria è avvenuta la settimana scorsa nella regione del Meta, nella zona centrale del paese, dove un giudice ha disposto la riconsegna di 8.408 ettari di terra che erano stati sottratti illegalmente oltre dieci anni fa dai paramilitari, a 5 famiglie che ne erano legittime proprietarie. (altro…)