Los accidentes laborales y la soledad del obrero
El articulo más comentado y visitado en mi página es el que escribió Marco Bazzoni y que yo publiqué, respecto a los accidentes de trabajo de obreros y obreras italianos y el <a href=“http://it.wikipedia.org/wiki/Istituto_Nazionale_per_l” onclick=“javascript:_gaq.push([’_trackEvent’,‘outbound-article’,‘http://it.wikipedia.org/wiki/Istituto_Nazionale_per_l’]);“Assicurazione_contro_gli_Infortuni_sul_Lavoro”>INAIL (Instituto Nacional para el seguro publico contra los accidentes de trabajo). Emerge una realidad desoladora: una institución que depende directamente del ministerio del trabajo y que solo por los años de actividad que tiene (ha sido fundado en 1933) debería funcional excelentemente.
La realidad es otra, obreros accidentados, algunos de forma grave,completamente abandonados a sí mismos, sin forma de obtener respuestas de la institución, una burocracia diabólica que en los momentos difíciles de enfermedad o post hospitalización se vuelve casi una forma perversa de tortura, obreros que pierden el trabajo por el accidente sufrido y no reciben ni un euro del citado seguro o que quedan inválidos sin posibilidad de regresar al trabajo o de poder trabajar en el futuro y sin forma de sobrevivir, frecuentemente necesidad de recurrir a un abogado con gastos accesorios para dar seguimiento a la práctica. (altro…)
L’Espresso e Grillo
Rispetto all’articolo dell’Espresso su Grillo e i paradisi fiscali, volevo sottolineare la “stranezza” del fatto, che pur non ricevendo abitualmente mail dal gruppo editoriale L’Espresso, in questo caso la segnalazione dell’articolo in oggetto è stata fatta al mio indirizzo di posta elettronica, e vedo che la stessa cosa è avvenuta con tanti altri utenti della rete. Generalmente non ricevo questo tipo di segnalazioni dall’Espresso. (altro…)
Quando gli invalidi sul lavoro si rivolgono a un blog … (il mio)
Riporto qui di seguito, la lettera che Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di Firenze, nonché prezioso collaboratore di questo blog ormai da qualche anno, scrisse al quotidiano Liberazione circa un anno fa rispetto al tema dell’invalidità sul lavoro.
Marco è autore di questo articolo sulle rendite da fame dell’Inail agli invalidi sul lavoro ed ha offerto sempre la sua preziosa e disinteressata consulenza a quanti hanno scritto sia privatamente che nel blog per avere un consiglio o un parere. La quantità di commenti e di lettere ricevute dimostra che il problema è grave e i lavoratori veramente sono abbandonati a se stessi in quella che può considerarsi una vera e propria violazione dei loro diritti, prima di tutto quello all’informazione. Approfitto ancora una volta per ringraziarlo e salutarlo con affetto. (AM)
Cara Liberazione,
nonostante Annalisa Melandri abbia pubblicato un anno fa sul suo blog (http://www.annalisamelandri.it/2010/06/rendite-da-fame-inail-agli-invalidi-del-lavoro/) questa mia lettera sulle rendite da fame Inail agli invalidi del lavoro, ci sono ancora lavoratori invalidi che mi scrivono. Segno che molti invalidi del lavoro sono abbandonati a se stessi, senza le dovute informazioni.
In una sua lettera di risposta pubblicata nell’edizione di venerdì 22 luglio de La Nazione, e sul sito web http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2011/07/21/548533-trattori_muletti_muore_tutte_autostrade.shtml, il direttore de La Nazione Mauro Tedeschini, mi invita, a rivolgermi ad altri indirizzi , dicendomi che «i giornali hanno molte colpe, ma forse per le vittime sul lavoro è meglio rivolgersi a qualche altro indirizzo». (altro…)
Per Repubblica.it l’omofobia è uno “sfottò” e un “gioco da ragazzi”. Ma poi si ravvede e cancella.
Repubblica.it ieri ha pubblicato questo articolo relativo al suicidio del ragazzo quindicenne per omofobia.
Tuttavia l’articolo in queste ore è stato modificato.
Ieri infatti, come si può vedere dallo screenshot pubblicato sopra, lo stesso articolo portava questa conclusione: (altro…)
La scienza dice NO all’ergastolo
Umberto Veronesi lancia la campagna per l’abolizione del carcere a vita.
Perché, spiega, il cervello si evolve e le persone cambiano.
Ergastolo ostativo significa fine pena mai: nessun beneficio o sconto di pena, a meno che non si decida di collaborare con la giustizia. Umberto Veronesi ha lanciato una campagna per abolire la pena senza fine.
Perché uno scienziato si imbarca in questa battaglia?
Quattro anni fa ho fondato il movimento Scienze for peace affinché desse voce alla scienza contro ogni forma di violenza, a partire dalla pena capitale.
L’ergastolo ostativo è di fatto una pena di morte civile o una pena fino alla morte. Una persona che entra in cella sapendo di essere destinato a morirvi è condannata a un’agonia lenta e spietata.
Quali sono le basi scientifiche di questa campagna?
Innanzitutto il nostro sistema di neuroni non è immutabile, ma si rinnova perché il cervello è dotato di cellule staminali in grado di generare nuove cellule. Quindi la persona che abbiamo chiuso in un carcere non è la stessa vent’anni più tardi. Per ogni uomo esiste la possibilità di cambiare ed evolversi. In secondo luogo, gli studi sul dna dimostrano che la violenza non è un imperativo biologico. Al contrario il messaggio del nostro codice genetico è la perpetuazione della specie, una naturale predisposizione alla solidarietà. Vi sono poi molti studi a sostegno dell’ipotesi ambientale della violenza: chi agisce con aggressività è stato esposto a fattori esterni sfavorevoli che lo spingono all’atto violento.
Perché proprio ora?
La spinta è venuta dalle lettere inviate dall’ergastolano Carmelo Musumeci (condannato per associazione mafiosa, ndr) a me come a tanti italiani che hanno aderito al suo appello. Abbiamo avuto la percezione che la sensibilità nei confronti dell’ergastolo e, più generale, della situazione dei detenuti stesse cambiando. Lo dimostrano i film dei fratelli Taviani e di Matteo Garrone.
La politica vi darà ascolto?
È una campagna impopolare. Sarà difficilissimo sradicare il principio della giustizia come vendetta. Non siamo sicuri che la politica ci appoggerà, anche se i radicali si sono già schierati con noi. Il nostro obiettivo però è innanzitutto culturale. Vorremmo fare capire ai cittadini che la campagna contro l’ergastolo è una campagna per una giustizia più giusta tesa al recupero e alla rieducazione della persona, come prescrive la nostra Costituzione.
(Annalisa Chirico)
Articolo originale: “Panorama” del 17 ottobre 2012
“Premio Italia Diritti Umani 2012″ a Cecilia Rinaldini
FREE LANCE INTERNATIONAL PRESSvia Federico Cesi 44 — 00193 Roma, Italy
Phone /fax 0039 06–96039188 — 06–32111689e-mail: infoflipnewsorg (infoflipnewsorg)Alla professoressa Cecilia Rinaldini, giornalista del Giornale Radio Rai (Redazione Esteri) e docente di Comunicazione e politica presso la FSC è stato assegnato dall’Associazione Free Lance International Press il Premio Italia Diritti Umani 2012, che le sarà consegnato lunedì 15 ottobre 2012 a Roma in occasione dell’Incontro della Free Lance International Press dal titoloCività Globale e Diritti Umani. (altro…)
Francesco Mastrogiovanni: l’agonia
PROCESSO CONTRO IMPUTATI (SEI MEDICI E DODICI INFERMIERI REPARTO PSICHIATRIA DI VALLO DELLA LUCANIA)
LA PROSSIMA UDIENZA SI TERRA’ IL 2 OTTOBRE 2012 PRESSO IL TRIBUNALE DI VALLO DELLA LUCANIA (SA)
Leggi al riguardo:
Così hanno ucciso Mastrogiovanni di Gianfranco Turano
Muri di Stato di Annalisa Melandri
Francesco Mastrogiovanni: morte di un anarchico di Michele Fumagallo
Tutta la mia stima e ammirazione per Grazia Serra che ha avuto il coraggio e la caparbietà di andare avanti, se non lo avesse fatto, la morte di Francesco sarebbe stata soltanto una morte in più avvenuta per TSO, una vera e proprio tortura di Stato.
Incendio a Marina di Grosseto
Firma anche tu contro l’ergastolo!
Carmelo Musumeci e’ in carcere da 21 anni, condannato all’ergastolo ostativo. In carcere si è laureato in Giurisprudenza ed è diventato scrittore. Porta avanti la battaglia per l’abolizione dell’ergastolo affiancato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Qui un bell’articolo su Carmelo.
Proposta di iniziativa popolare
per l’abolizione della pena dell’ergastolo (art.22 Codice Penale)
La nostra Costituzione stabilisce:
Articolo 27– Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Articolo 50 - Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alla Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità.
L’ergastolo è più atroce che qualsiasi altra pena perché ti ammazza lasciandoti vivo ed è una pena molto più lunga, dolorosa e disumana, della normale pena di morte. Spesso un ergastolano, un uomo ombra, pensa di essere morto pur essendo vivo, perché vive una vita senza vita. Nessun essere umano dovrebbe tenere un altro uomo chiuso in una gabbia per tutta la vita. Ad una persona puoi levare la libertà, ma non lo puoi fare per sempre, per questo l’ergastolo, “La Pena di Morte Viva”, è più atroce e inumana di tutte le altri morti.
Poi in Italia esiste l’ergastolo ostativo ai benefici penitenziari (art. 4 bis O.P.) che esclude l’accesso alle misure alternative al carcere, rendendo questa pena un effettivo “fine pena mai” e t’impone di scegliere fra due mali: o stai dentro fino alla morte o metti un altro al posto tuo.
E ci vuole tanta disumanità e cattiveria per far marcire una persona in cella per sempre, perché quando non si ha nessuna speranza è come non avere più vita. Continuare a tenere dentro una persona quando non è più necessario è un crimine contro l’umanità. Ogni persona dovrebbe avere diritto ad una speranza e per tutti ce n’è una, ma non per gli uomini ombra.
Se tu sei d’accordo che un ergastolano debba uscire perché lo merita e non perché usa la legge per uscire dal carcere e che una pena senza fine è una vera e propria tortura che umilia la giustizia, la vita e Dio,
se tu pensi che un uomo non possa essere considerato cattivo e colpevole per sempre e che una pena per essere giusta debba avere un inizio e una fine, perché una condanna che non finisce mai non potrà mai rieducare nessuno, (altro…)
Italia — Germania (andata e ritorno)
Un paradosso.
Un giovane romano va a terminare gli studi di archeologia a Berlino alla Humboldt perché a Roma non troverebbe sbocchi. E già la cosa sembra strana… A Berlino riesce a trovare agganci per poter andare a settembre a Ostia Antica a lavorare in un progetto.
A prima vista sembrerebbe tutto molto bello, giovani che vanno, giovani che ritornano, l’Erasmus, l’Europa, etc etc… (altro…)