Decreto Gelmini: scontri a Roma tra studenti, e la polizia lascia fare i picchiatori fascisti

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Stamattina ci sono stati scontri a Roma, a Piazza Navona e in prossimità del Senato tra studenti antifascisti e studenti del Blocco Studentesco (di destra) che hanno attaccato la testa del corteo.La polizia è intervenuta solo dopo che gli studenti antifascisti sono stati picchiati con bastoni e moschettoni.
Gli studenti  stanno tornando in questo momento alla Sapienza dove avrà luogo un’assemblea e una conferenza stampa sull’accaduto.
Da Radio Onda Rossa nelle prossime ore la diretta della conferenza stampa e tutti gli  aggiornamenti della situazione anche da altre città.
Intanto il decreto Gelmini è stato firmato.
 
 

Nicola Cosentino, Gomorra al governo

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Nicola Cosentino

Ha ragione Roberto Saviano. Siamo tutti casalesi. La storia del nostro paese, soprattutto la storia politica del nostro paese,   non accetta più giustificazioni.  Ormai non ci possiamo più nascondere dietro “la questione meridionale del crimine”. Il silenzio con il quale l’Italia tutta, da Nord a Sud, passando per Roma e Casal di Principe, secondo quella traiettoria che unisce a doppio legame camorra e politica,  tace su quello che dovrebbe essere uno scandalo nazionale, e ci  rende pertanto complici dei disastri ambientali commessi nel casertano,  dei morti, delle stragi e finanche delle minacce di morte a Roberto Saviano.
 
L’espresso da settimane va denunciando e riportando notizie sui presunti vincoli dell’attuale sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino con il clan dei casalesi, l’Italia politica fa spallucce, gli italiani  ormai assuefatti all’ambiguità e all’ipocrisia si indignano solo per le minacce di morte a Saviano, mentre  Casal di Principe, paese natale di Cosentino e Roma, sede del Governo,  si danno la mano e tacciono complici. Dopo che la “cupola” del Popolo della Libertà si è stretta intorno all’onorevole, è calato il silenzio su tutta la vicenda.
 
Le accuse vengono da ben cinque pentiti della camorra, e secondo l’ultimo articolo del settimanale, Nicola Cosentino,  sarebbe adesso accusato anche da Dario De Simone, uno dei boss dei casalesi, di essere una persona completamente a disposizione del clan. Glielo avrebbe confermato lo stesso Cosentino  in diverse occasioni. Un’accusa gravissima, ma non l’unica.
 
Il coordinatore regionale del Popolo della Libertà, nonché sottosegretario all’Economia e alla Finanza dell’attuale governo,  è stato infatti  prima accusato dall’imprenditore camorrista  Gaetano Vassallo, di controllare  l’affare dei rifiuti gestito dai casalesi  tramite il consorzio Eco4.
Successivamente il  pentito Michele Froncillo lo ha  accusato di legami con il boss Raffaele Letizia.
Carmine Schiavone, cugino di Francesco Schiavone, detto Sandokan, ha affermato  invece che Nicola Cosentino sarebbe legato ai casalesi fin dal 1982.
L’ultimo in ordine di tempo, il pentito Domenico Frascogna, ha  raccontato  che Nicola Cosentino in realtà sarebbe il postino addetto  alla consegna dei messaggi di Sandokan.
 
Un po’ troppo per pensare a un complotto, organizzato, come molti sostengono, per screditare l’onorevole Cosentino o addirittura per “distruggergli la vita”.
Si parla di un fascicolo segreto che vedrebbe il sottosegretario all’Economia e alle Finanze, coordinatore della Campania di Forza Italia – Popolo della Libertà,  in veste di indagato, anche se  non è chiaro ancora con quale accusa.
 
Quello che però è certo è che invece sicuramente sono indagati Gianluca Di Feo ed Emiliano Fittipaldi,  i due giornalisti de L’espresso che per due volte,  in appena una settimana,   si sono visti  arrivare la Guardia di Finanza all’alba nelle loro case e nei loro uffici soltanto per aver svolto il proprio lavoro, e cioè quello di informare gli italiani del fatto che  al governo, ricoprendo una carica importante, siede un uomo probabilmente legato alla camorra.
 
E se è vero che chiunque è innocente fino a che non venga dimostrato il contrario, è anche vero che quella carica è incompatibile con i sospetti che gravano su Nicola Cosentino. Gravi e fondati sospetti, basati anche su alcuni episodi dimostrati e dimostrabili,  non solo sulle farneticazioni di qualche pentito come si racconta in giro.
 
Il 9 ottobre 1993 a Santa Maria Capua Vetere Nicola Cosentino e i suoi fratelli comprarono  un terreno della famiglia Schiavone,  direttamente da Mario, cugino e cognato di Sandokan. Mario Schiavone all’epoca era già conosciuto in zona per le sue attività (verrà arrestato solo il 30 settembre scorso) mentre Nicola Cosentino a quella data era già un politico affermato, era stato consigliere della Provincia di Caserta nel 1980 e successivamente nel 1985, Assessore alla Pubblica Istruzione. Nel 1990 ricopre per la terza volta la carica di Assessore provinciale all’Agricoltura.
 
Un politico non può comprare un terreno da un camorrista. Non può e non deve. Soprattutto se il politico è anche parente acquisito del boss dei casalesi Giuseppe Russo. Troppe coincidenze, troppi legami, troppi rimandi alla criminalità organizzata nella biografia di Nicola Cosentino.
 
Come scrivono Gianluca Di Feo ed Emiliano Fittipaldi,   si ha a che fare con “una gigantesca zona grigia, dove diventa impossibile distinguere i confini tra camorra, impenditoria e politica”.
Quella zona grigia che dalla Campania si estende fino al Lazio, entra nei palazzi del potere e lì si istituzionalizza, diventando la zona franca della criminalità organizzata.
 
Quella zona grigia che purtroppo è più vasta di quanto immaginiamo, che fa sì che quello che in tempi migliori sarebbe lo “scandalo Cosentino”, resta invece una vicenda marginale della cronaca giudiziaria italiana.
“A Caserta come a Napoli, ci si sarebbe aspettati un vento di tempesta che gonfiasse onde di sdegno. Invece nulla…” scrive amareggiato Roberto Saviano, sulla vicenda è ormai calato il silenzio, un ambiguo italo-casalese  silenzio.
Leggi anche:
 

Lettera aperta a Roberto Saviano

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Roberto Saviano

 

Caro Roberto,
Quando dicesti tempo fa che non avresti riscritto Gomorra,  ci rimasi malissimo.
Forse per un momento mi sentii tradita.
Mi dissi che non era giusto da parte tua dirlo in quel momento, soprattutto nei  confronti di  tante persone che trovano il coraggio di denunciare la criminalità organizzata e poi purtroppo vengono lasciate sole. Penso adesso   ad Adolfo Parmaliana, che si è suicidato qualche settimana fa proprio perchè si è sentito abbandonato dallo Stato,  l’ultimo di una lunga lista.
 
Adesso sentirti dire che vuoi andartene dal paese, risveglia in me quelle stesse sensazioni di allora.  Tu Roberto non sei solo, non lo sei mai stato e non sei abbandonato dalle Istituzioni.
 
So benissimo che nessuno ha il diritto di chiederti di diventare un martire. Io per prima non lo farei. Posso dirti anche che QUESTA ITALIA, O ALMENO UNA PARTE DI ESSA,  NON TI MERITA. E di questo ne sono convinta. Non ti meritiamo perchè la tua battaglia,  che a tratti qualcuno vuol far passare come una tua battaglia personale, in realtà è una lotta per il bene del paese. Ho letto una cosa bellissima qualche giorno fa: Saviano è un nostro bene comune. E’ un bene comune al quale abbiamo diritto, come l’acqua, l’aria, come la libertà…
La tua battaglia Roberto la combatti anche per ognuno di noi ed io,  che questo lo sento profondamente vero,  te ne sono grata.
 
Mi trovo nella strana condizione di volerti dire: “Roberto resta! L’Italia ha bisogno di te, noi abbiamo bisogno di te. Io ho bisogno di te, Roberto,  perchè sapere che ci sei e che lotti dà coraggio anche a me, nelle mie piccole battaglie quotidiane.
Ma mi trovo anche nella condizione di sentire di non avere il diritto di chiedertelo. Quale essere umano ha il diritto di chiedere ad un altro di sacrificarsi per lui?
Perchè, se dovesse accaderti qualcosa, ebbene sì, tu ti saresti sacrificato per ognuno di noi. Un amico mi ha detto qualche giorno fa, Roberto Saviano ha il diritto di non essere Che Guevara. Ed è vero.
 
E allora se con il cuore, egoisticamente ti chiedo di restare, per me, per noi tutti, per rispetto e solidarietà verso chi in quella terra ci resta e poi convive giorno dopo giorno con la paura di morire, di non farcela, con la coscienza ti dico che capisco,  accetto e condivido sicuramente qualsiasi tua scelta.
 
Chiedo solo a tutti quanti di fare la propria parte. Perchè da questo dipende. Da questo dipende che un domani in Italia non ci siano più persone come Roberto, costretto ad andar via,  come Pino Maniaci, costretto a subire minacce  e percosse, o come Arnaldo Capezzuto, mandato all’ospedale solo per essere testimone scomodo di una realtà criminale, o come Rosaria Capacchione, costretta a vivere sotto scorta, o come Adolfo Parmaliana costretto a gettarsi da un cavalcavia…
 
Perchè la mafia, la camorra, la criminalità organizzata vivono e si nutrono  anche di omertà e di silenzi, di sguardi rivolti altrove, di parole non dette o sussurrate all’orecchio. Si nutrono della strafottenza verso la legalità, dell’avidità e del desiderio di possesso, che sia di denaro o delle  vite di persone non fa differenza, si nutrono infine della  bramosia del potere.
 
Perchè per un Roberto che se ne va o per un Adolfo Parmaliana che muore, sicuramente ci sono un mafioso o un camorrista  che stanno facendo un brindisi.
Perchè se  ognuno di noi facesse invece la sua parte fino in fondo, il nostro paese probabilmente non avrebbe più bisogno di martiri. E Roberto potrebbe andare al bar con i suoi amici, bere una birra, innamorarsi,  parlare semplicemente del tempo che farà domani e magari tornare a sorridere…
 
Un abbraccio pieno di speranza, altro non posso…
 

Bacheca per Roberto Saviano

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Sul sito AgoraVox è possibile inviare a questo link, messagi di solidarietà a Roberto Saviano. La redazione provvederà a recapitarli allo scrittore.


Grati a Roberto Saviano — risposta alla redazione di Caserta 24ore

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Gentile Signor Parisi,
mi permetta di esprimerle nuovamente  riserve e perplessità riguardo all’ambiguità dìimostrata dal suo giornale nel condannare quanto sta accadendo a Roberto Saviano.
L’ironia di dubbio gusto sia nella conclusione della  sua “breve” che nella sua lettera di risposta, che ho reso pubblica nel blog, mi convincono sempre più di quanto sia importante e necessario tenere desta l’attenzione sui mezzi di informazione, per il ruolo fondamentale che dovrebbero svolgere  di formazione della coscienza civile.
 
Questa frase, da lei inviatami nella sua risposta  via mail:
 
“Saviano è abbastanza grande per badare a se stesso ed
essere consapevole delle conseguenze (benefici e costi)
delle proprie azioni, mi auguro solo che non metta mai a
repentaglio la vita di persone innocenti.”
 
che reputo di una gravità enorme, la dice lunga e testimonia ancora di più  quell’ “atteggiamento” vicino alla camorra  del quale ho scritto nel mio blog e che secondo lei  sarebbe stato offensivo nei riguardi della redazione del suo giornale.
Esistono vari livelli di compiacenza e di complicità con la criminalità organizzata e per questo si impone, da parte di tutti noi e soprattutto da chi fa informazione,  la coerenza e la schiettezza di un linguaggio franco e deciso.
 
Roberto Saviano, non mette a repentaglio la vita di persone innocenti , chi mette continuamente a repentaglio la vita e la salute  di persone innocenti, signor Parisi, giorno dopo giorno, non è certo Roberto Saviano e questo lei dovrebbe saperlo bene se si occupa di camorra da anni come dice.
 
Una regione intera è stata avvelenata dal clan dei casalesi, acqua, suolo e aria, nel quale vivono milioni di suoi connazionali. Nel casertano, migliaia di suoi concittadini rischiano in un prossimo futuro di sviluppare malattie gravissime, dovute allo scarico illegale di rifiuti tossici, come testimoniato da uno studio scientifico.
Non dimenticando le  centinaia  di innocenti morti in Campania, tra civili e forze dell’ordine per mano della camorra.
 
Le persone innocenti, gentile Signor Parisi, i cittadini onesti della Campania e del casertano dovrebbero invece, contrariamente a quanto lei scrive,  sentirsi sicuri e orgogliosi del fatto che  c’è ancora qualcuno come Roberto Saviano che ha il coraggio di denunciare quanti stanno rendendo la loro terra un cimitero.
 
 
Cordiali saluti.
 
 
 

Risposta ricevuta dalla redazione di Caserta24ore

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Questa è la mail ricevuta da Gianluca Parisi proprietario del quotidiano online Caseta24ore, in risposta alla pubblicazione di questo mio post nel quale denunciavo l’ambiguità di un loro articolo su Roberto Saviano
Gentilissima Melandri,
come proprietario della testata giornalistica e a nome del
direttore e della redazione ci sentiamo profondamenti offesi
da quanto da lei proferisce sul blog
 
Facciamo informazione come la fanno tutti e abbiamo dato la
notizia così come l’hanno data tutti i mezzi di
informazione comprese autorevoli testate e il servizio
pubblico della radiotelevisione italiana.
 
Ho scritto personalmente la ‘breve’ intuendo, cosa poi
avvenuta tramite la smentita del pentito Carmine Schiavone,
che la notizia poteva anche essere una “non notizia”. Non
sta a me sindacare perchè fonti investigative l’abbiano
messa in giro.
 
Facciamo informazione da 10 anni, informiamo i nostri
concittadini e scriviamo spesso di Camorra. Abbiamo ricevuto
pressioni ed intimidazioni da parte della criminalità
organizzata (puntualmente denunciate alle forze dell’ordine)
e continuiamo in silenzio a fare il nostro lavoro.
 
Saviano è abbastanza grande per badare a se stesso ed
essere consapevole delle conseguenze (benefici e costi)
delle proprie azioni, mi auguro solo che non metta mai a
repentaglio la vita di persone innocenti.
 
Tuteleremo la nostra immagine in apposita sede per le
affermazioni lesive della nostra immagine da Ella proferite
attraverso il blog sopracitato.
 
Saluti
Gianluca Parisi
 

Siete tutti camorristi…

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Roberto non sei solo

Questo “articolo” (sic!) è apparso oggi sul sito del quotidiano (sic!) on line Caserta 24 ore.
Non so come chiamarlo, questo certamente non è giornalismo, l’altra definizione che mi viene in mente è… camorra.
Perchè la camorra non è solo chi spara, chi ammazza, chi taglieggia e chi commette crimini. La camorra è anche un atteggiamento, quell’aria spavalda e strafottente, lo sfregio verso la legalità e l’onestà, l’idiozia di gente come questi di Caserta 24 ore…
 
 
La notizia pare sia stata presa sul serio, trapelata da ambienti investigativi secondo i quali a rifere della sentenza di morte sarebbe stato un pentito dei casalesi che dovrebbe essere Carmine Schiavone che vive nell’Italia del centro nord sotto falso nome.
Il pentito non avrebbe mai tagliato completamente i ponti con Casal di Principe ed avrebbe “fiutato” l’intenzione della cosca di eliminare definitivamente il ‘fastidio’ Saviano.
La missione dovrebbe essere portata a termine entro Natale e si ipotizzava l’utilizzo di esplosivo da far brillare sull’autostrada Napoli — Roma. Al riguardo, secondo alcune fonti, i clan avrebbero già preparato il materiale occorrente quali detonatore ed esplosivo.
La zona più indicata dove far brillare il Saviano sarebbe quella del casello autostradale di Capua e Vairano Cainello. Invitiamo tutti i nostri lettori ad evitare di prendere l’autostrada fino a Natale!!!!”
Leggi qui la risposta della redazione di Caserta24ore
Leggi qui la mia risposta
 
 

Beata ignoranza

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Preghiera per la  Beata Ignoranza

Maria
Stella d’ignoranza.
Il governo è con te.
Tu sei benedetta da Tremonti
e benedetto è il trucco dei tuoi tagli.
Senta, Maria
l’ira della scuola
che vuol negare ai bambini
come a chi lavora.
Non le è permesso
né ora né mai
di decidere così
la nostra sorte.

 

 

 


Veltroni antirazzista quando dice lui…

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Manifestazione del 4 ottobre  (Foto A. Melandri)

Certo che Veltroni c’ha una faccia di bronzo…
Se ne sono accorti tutti che sabato alla manifestazione contro il razzismo, del PD non c’era nessuno, nemmeno l’ombra, nemmeno una spiletta, una bandierina, una maglietta, l’assenza più totale … La vecchia falce e martello invece c’era e che dire, è sempre emozionante ragazzi veder sventolare le bandiere rosse…
 
Ma Veltroni che sul razzismo ha detto solo che lui “l’avverte” (perfino Fini ha detto “c’è”,  e suvvia non hanno propriamente lo stesso suono i due verbi…) ora se ne esce che tra i temi centrali della sua manifestazione del 25 ottobre, che ci ha messo sei mesi per organizzarla (dico sei) ci sarà anche il razzismo.
 
Ma guarda un po’. E il bello è che non ci è arrivato da solo, glielo hanno dovuto suggerire gli intellettuali sennò nemmeno ci pensava…
Sempre più inconsistente. 

 

 

 

 


La scuola calpestata dalla fiducia votata in aula alla Camera

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Ricevo e condivido:
 
VOTATA LA FIDUCIA SULLE DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI ISTRUZIONE
 
Nella seduta odierna la Camera, con 321voti a favore e 255 contrari, ha votato la fiducia posta dal Governo sull’approvazione dell’emendamento Dis. 1.1 interamente sostitutivo dell’articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università (C1634 –A). Il seguito del dibattito è stato rinviato ad altra seduta.
 
 

INNACETTABILE LA DECRETAZIONE D’URGENZA SU QUESTI TEMI.… INACCETTABILE IL VOTO DI FIDUCIA.…
la mobilitazione prosegue

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