Il prode Capello, the italian…
di Raffaele Mangano
le riflessioni dell’amico Raffaele Mangano, meritano sempre la lettura…
La vicenda è nota. Il calciatore bianco Terry insulta il suo collega nero Ferdinand ( fottuta fica negra) e la federazione gli leva la fascia di capitano della nazionale. E, siccome in Inghilterra col razzismo non scherzano, Terry finirà sotto processo penale. Che cosa fa il prode Capello, degno rappresentante dell’ Italia dell’oggi? Difende il giocatore. Così la federazione lo caccia mentre l’opinione pubblica lo massacra. Se lo è meritato. Ma ciò che mi disgusta è che molti giornalisti ( si fa per dire) sportivi italiani difendono il prode Capello.
Anni fa in un talk show televisivo stava in mezzo ad altri “opinionisti” a dissertare sull ‘opportunità di bombardare l’ Iraq. Anziché dire “ scusate, io so di fuori gioco e non oso intervenire su un argomento del genere” il prode Capello si infervorì come sostenitore della guerra, perché bisognava eliminare le armi di distruzione di massa ed esportare la democrazia! (altro…)
il Manifesto deve vivere!
Sento il dovere e l’urgenza di appoggiare il comunicato degli amici e collaboratori dell’associazione A Sud scritto dal suo portavoce Giuseppe De Marzo riguardo alla messa in liquidazione coatta amministrativa della cooperativa editrice il manifesto.
In calce all’articolo il video del comunicato di Norma Rangeri, direttrice del quotidiano.
Jordi Valle arrestato
Avevo deciso di non scrivere più di lui e nemmeno di pubblicare ulteriori commenti che lo riguardassero in calce a questo articolo che aveva scritto per il manifesto Maurizio Matteuzzi che avevo ripreso sul blog e che grazie alla diffusione in rete, aveva contribuito sicuramente a smascherare in parte le attività criminali (almeno in campo giornalistico) di quello che ora viene definito “la primula rossa” della truffa internazionale. Tuttavia, finalmente Jordi Valle e’ stato arrestato qualche giorno fa dai carabinieri di Casteggio, con documenti falsi.
Un Jordi Valle messo alle stratte nell’agosto del 2008 da quell’articolo che aveva finalmente stroncato la sua carriera di finto giornalista (Repubblica gli pubblicava regolarmente interviste inventate di sana pianta a personaggi di rilievo internazionale come Adolfo Cano, leader delle FARC colombiane o Gabriel Garcia Marquez) aveva anche minacciato proprio sul blog, di denunciarmi per diffamazione (bella vero?). (altro…)
Equitalia: attacco hacker al sito
Attacco hacker al sito internet di Equitalia. Il portale resta fuori uso per 24 ore…
Roma — (Adnkronos) — Ne dà notizia lo stesso ente di riscossione: ”La corretta funzionalità del servizio sarà ripristinata nel più breve tempo possibile”.
Roma, 19 gen. — (Adnkronos) — Attacco hacker al sito di Equitalia. Ne dà notizia lo stesso ente di riscossione spiegando che la pagina potrebbe non essere accessibile nelle prossime 24 ore.
Equitalia, si legge nella nota, informa ”la propria utenza che, a causa di un attacco di hacker informatici, il sito internet potrebbe non essere accessibile nelle prossime 24 ore”. ”La corretta funzionalità del servizio sarà ripristinata nel più breve tempo possibile — prosegue la nota — Equitalia si scusa con i contribuenti per gli eventuali disagi”.
…Beh… speriamo proprio che siano mooolte di piu’ di 24 ore…
Anonymous????
Mario Vattani, il fascio-diplomatico
Fonte: Repubblica.it
La Farnesina deferisce il diplomatico fascio-rock
Il console italiano a Osaka inneggia alla Repubblica Sociale, e fa “musica per i camerati”. Il ministero degli Esteri prima minimizza poi interviene, il Pd e l’Anpi chiedono spiegazioni di MARCO PASQUA
Vattani durante un concerto
La pagina del Consolato Generale d´Italia a Osaka
ROMA - Inneggia alla Repubblica Sociale italiana, celebra squadristi e bandiere nere e ricorda, con orgoglio, le botte date ad un antifascista, all’università. Parole d’odio e di militanza nera, quelle che risuonano nelle canzoni del Katanga, leader del gruppo “Sotto fascia semplice”. Uno che ai concerti, promossi da CasaPound, viene accolto con le braccia tese. Cantore fascio-rock e, allo stesso tempo, rappresentante diplomatico italiano all’estero: dietro allo pseudonimo, ben noto sulla scena neofascista italiana, si cela, come ha rivelato l’Unità, Mario Vattani. Ex braccio destro del sindaco Gianni Alemanno (è stato suo “ministro degli Esteri”: dal 2008 al 2011 ha ricoperto il ruolo di consigliere diplomatico), figlio del più famoso Umberto, uno dei diplomatici più potenti d’Italia, attualmente ha il compito di rappresentare il nostro Paese in Giappone. Dallo scorso mese di luglio è stato, infatti, promosso console generale d’Italia a Osaka. Ma la Farnesina, presa visione del caso, ha deciso di deferirlo.
Sul sito della rappresentanza diplomatica italiana viene riportato il suo curriculum “ufficiale”: ha guidato l’ufficio economico commerciale all’ambasciata di Tokyo, è stato consigliere diplomatico di Alemanno quando era ministro delle politiche agricole e forestali e console d’Italia a Il Cairo. Classe 1966, formazione internazionale, grazie al background e ai mezzi che gli ha messo a disposizione il padre, è entrato nella carriera diplomatica nel 1991. Anni durante i quali era già un leader della musica identitaria, che animava (e anima) gli incontri della destra estrema negli spazi occupati e nei pub neri. Quella delle celtiche e dei raduni nostalgici a Predappio. Voce degli “Intolleranza” prima, fondatore nel 1996 dei “Sotto fascia semplice”, non aveva mai cantato live. Anche se, come testimoniano le interviste rilasciate con lo pseudonimo “Katanga”, era un sogno che aveva sempre coltivato. La musica, per lui, è sempre stata militanza. Una potente arma da usare per inculcare nei giovani quei valori fascisti di cui le canzoni sono impregnate. A documentare una delle sue prime uscite pubbliche, su Youtube, c’è un video che racconta l’esibizione presso “La tana delle tigri”, raduno organizzato da CasaPound nei pressi dello stadio Olimpico. (altro…)
La morte di Gheddafi e gli studenti italiani
Pubblico volentieri la lettera di Alessandro Marescotti, redattore di PeaceLink, a Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace. Alessandro e’ anche docente di Lettere di un Istituto Tecnico Industriale di Taranto. Vorrei che le scuole italiane fossero piene di insegnanti come lui. Grazie Alessandro, la tua lettera mi ha commossa profondamente. Vorrei che i miei figli un giorno incontrassero maestri e docenti come te, di quelli che lasciano il segno. Io ho avuto questa fortuna, in Italia ma anche in un paesino sperduto della Colombia, dove ho capito perché in quel paese fare il maestro può anche essere un mestiere pericoloso.(AM)
Oggi i miei studenti hanno detto cose terribili
Salvatore Ricciardi: Maelstrom
Vi raccontavo tempo fa che avevo salvato dalla spazzatura e regalato ad un caro amico una raccolta del quotidiano il manifesto dal 1971 al 1986. Buona parte di quel materiale ha completato la stesura di questo libro e continua ad essere messo a disposizione sulle pagine del sito ad esso collegato. (AM)
Sì, sì! e io la inseguirò oltre il Capo di Buona Speranza, oltre il Capo Horn, oltre il Maelstrom di Norvegia e oltre le fiamme della perdizione prima di arrendermi. Ed è per questo che vi siete imbarcati marinai! Per dare la caccia a quella Balena Bianca sulle due sponde del continente e in ogni angolo del mondo, fino a che non sfiaterà sangue nero e non avrà le pinne all’ aria. Cosa ne dite, marinai, volete mettere le mani su tutto ciò oppure no?
Herman Melville, Moby Dick
Maelstrom di Salvatore Ricciardi - Scene di rivolta e autorganizzazione di classe in Italia dal 1960 al 1980
(DeriveApprodi, pp 369, euro 22).
Recensione di Marco Clementi - il manifesto 3 luglio 2011
Maelstrom di Salvatore Ricciardi, è un salto nella storia sociale e politica del nostro paese vista con gli occhi di chi, per un quindicennio, ha tentato di mutarne gli assetti istituzionali ed economici. Il sottotitolo è esplicativo: si tratta di «scene di rivolta e autorganizzazione di classe in Italia dal 1960 al 1980» (DeriveApprodi, pp. 369, euro 22).
Ricciardi è stato un militante delle Brigate rosse, ma il suo non è l’ennesimo libro di ricordi sull’organizzazione armata, «versione del militante» che racconta in soggettiva il proprio cammino. L’autore prova a ricostruire, intrecciando ricerca storica e sociologica, il percorso di almeno due generazioni, trovando negli anni Sessanta i prodromi di quello che poi sarebbe accaduto nel decennio (altro…)
Repubblica continua ad inventare interviste? Ora inventa anche i Tweet
Delle interviste inventate ce ne eravamo accorti in passato. I dubbi ritornano…
Black Bloc e disinformazione su Repubblica: in Grecia, fino a prova contraria, ci si va a mare
È importante anche se fa sorridere per non piangere il pezzo su Repubblica di oggi firmato addirittura da Carlo Bonini che intervista un presunto Black Bloc addestrato in Grecia. L’intervistato è del tutto anonimo ma viene trattato come se fosse la bocca della verità, credibile a prescindere. Ciò senza uno straccio di fonte a sostenere la veridicità della testimonianza. Non che le fonti anonime non siano giornalisticamente utile, ma in un contesto nel quale ci siano dei riscontri. Nell’articolo di Bonini e Foschini non c’è nulla passando attraverso espressioni dimenticabili come “Sabato le sue mani hanno devastato Roma” e millantando l’esistenza di 800 falangisti pronti a tutto, un piccolo esercito. In pratica letteratura, non giornalismo. (segue sul sito).
Grave, gravissimo che inventino anche i Tweet!!!
Solidarietà’ con l’ amica Valentina! (Baruda)
Repubblica e i tweet inventati
Non sono d’accordo con chi condanna le violenze
posto qui di seguito il secondo articolo che considero valga la pena di leggere rispetto al 15 ottobre.
Consiglio inoltre questo di Gennaro Carotenuto, da Giornalismo Partecipativo :
Caccia all’uomo: cambia l’ Italia, denuncia un Black bloc!
Rivolta morale in Italia! Finalmente i cittadini compatti denunciano il crimine. I mafiosi? No! Gli evasori che tutti conoscono? Nooo! I politici corrotti? Nooooo! Sbatti il mostro in prima pagina, denuncia un black bloc! (continua sul sito)
e con questi la mia rassegna stampa sul 15 ottobre finisce qui… il resto e’ aria frittaNon sono d’accordo con chi condanna le violenze
“E’ meglio essere violenti, se c’è violenza nei nostri cuori, che vestire i panni della non violenza per nascondere l’impotenza. C’è speranza perché il violento diventi non-violento. Non c’è speranza per colui che è impotente”.
Mahatma Gandhi
Se per trent’anni si è spinta la società dei consumi oltre il limite stesso del denaro, il “conflitto” è il meno che possa accadere.
Ho letto centiaia di articoli, analisi e opinioni sugli scontri di Roma. In tutti si stigmatizza la violenza senza se e senza ma. Fiumi di parole per criticare chi ha distrutto vetrine e auto, critiche perché “avevano l’iPhone”, perché sono “fuori dalla democrazia” o perché sono dei “poveracci”. Alla fine di questa lava di parole mi resta un solo sentimento: la tristezza. Anni di informazione da stadio hanno trasformato questo mondo in un’arena in cui il migliore è colui sa puntare il dito verso il fango piuttosto che investigarlo. Il migliore è colui che si “eleva” sopra questo “fango” per dirci cosa è giusto e cosa è sbagliato. Il migliore è colui che decide chi può indignarsi e chi no. Il migliore è colui che celebra per giorni la morte di Jobs e poi critica il manifestante sfasciavetrina che compra l’iPhone. (altro…)
Io Amo i Black Bloc
Il miglior articolo letto sul 15 ottobre. Lucido, sentito, sofferto, onesto, sincero… Di Riccardo M. Cefalà. Qui il suo blog. Non ti conoscevo ma non posso che ringraziarti. (AM)
Ad un certo punto ho deciso che mi dovevo dare una mossa e scrivere ‘ste quattro cose. E dire un sacco di parolacce. Semplicemente perché posso e perché nessuno pare farlo. Perché è frustrante guardare le cose da lontano ed anche perché credo di avere qualcosa di diverso per la testa a parte la voyeuristica e diffusa indignazione del giorno dopo.
Il 15 Ottobre ho partecipato anche io alla manifestazione degli Indignados. Solo che sono da qualche mese ad Amsterdam. Ed ecco cosa ho visto: c’erano dei cartelli molto indignati. Applausi indignati, dread lock indignati, padri e madri molto perbene, molto alti, molto biondi e molto indignati. Alcuni spingevano passeggini, altri avevano bimbi sulle spalle con altri cartelli indignati. Perfino jam session indignate di una inaspettata qualità. I più indignati di tutti erano quelli di free hugs , probabilmente. Tutti molto indignati. (altro…)